A cura di Lorenzo Barbieri dell’Associazione Astrofili Bolognesi

Il progetto RAMBo, nato dall’iniziativa di un gruppo di astrofili bolognesi, ha permesso la rilevazione delle radiometeore sfruttando la tecnologia analogica. L’evoluzione verso il digitale ha portato alla creazione di CARMELO, un sistema basato su ricevitori SDR e Raspberry Pi, capace di registrare e analizzare gli echi meteorici con maggiore precisione. Grazie a strumenti di elaborazione avanzati, CARMELO filtra i falsi positivi e consente il monitoraggio in tempo reale degli eventi, fornendo dati statistici sull’attività meteorica. L’espansione della rete osservativa, che già conta numerosi ricevitori, permetterà di affinare la ricostruzione delle traiettorie e delle velocità delle meteore. Con il coinvolgimento di scuole e astrofili, il progetto mira a rendere la radioastronomia meteorica accessibile a un pubblico sempre più ampio.

Gli Inizi

Tutto iniziò una quindicina di anni fa al termine di una serata di G-Astronomia svoltasi a casa mia con un gruppo di soci dell’Associa­zione Astrofili Bolognesi e con la compagnia di buon vino.
Un nostro socio radioamatore, Marco Calzolari, ci mise a dispo­sizione una radio Yaesu da tavolo che collegammo ad un’antenna autocostruita; con pochi sempli­ci passaggi e attendendo alcuni minuti emerse dal rumore di fondo un piccolo “ping”: era il primo eco attribuibile ad una radiometeora ascoltato dai presenti. Si tratta del prodotto del fenomeno “meteor scat­ter”: quando un meteoroide penetra nell’atmosfera terrestre, l’attrito con le molecole d’aria provoca la vapo­rizzazione del corpo celeste, gene­rando una scia luminosa nota come meteora. Oltre a questo spettacolo visivo, l’evento produce un cilindro di plasma composto da ioni ed elet­troni liberi, risultato della disinte­grazione degli atomi del meteoroide durante l’impatto con le molecole della ionosfera. Questa scia ionizza­ta ha la capacità di riflettere le onde radio, comportandosi come un vero e proprio specchio per le frequenze radio VHF (Very High Frequency). Di conseguenza, un trasmettitore che emette onde radio in queste frequenze può vedere il suo segnale riflesso dalla scia ionizzata, permet­tendo a un ricevitore sintonizzato sulla stessa frequenza di “osserva­re” la meteora, anche in assenza di visibilità direttaa.

Fig. 1 – Il segnale radio viene riflesso dal cilindro ionizzato delle meteore se­guendo la legge della riflessione, quindi l’eco può essere rilevato solo se l’angolo di incidenza coincide con quello di riflessione. Il punto P rappresenta la zona di riflessione speculare, ossia il punto visibile nei ricevito­ri. La parte frontale della meteora, essendo semisferica, riflette il segnale in modo diffuso e più debole. Tuttavia, in casi rari di meteore ad alta energia, può verificarsi un’eco di testa, rilevabile dai ricevitori radio.

Nel corso dei decenni, numerosi radar sono stati progettati specifi­camente per lo studio delle meteore attraverso il meteor scatter. In Italia, ad esempio, il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) aveva installa­to un radar meteorico a Vedrana di Budrio, vicino Bologna, che pur­troppo non è più operativo. A livello internazionale, il Canadian Meteor Orbit Radar (CMOR) è uno dei più noti strumenti dedicati a questo tipo di osservazionib, affiancato da altri progetti in Belgio, Giappone e Regno Unito. Questi radar permet­tono di raccogliere dati dettagliati sulle orbite e sulle caratteristiche fisiche delle meteore, contribuendo in modo significativo alla nostra comprensione dei piccoli corpi del sistema solare.

L’Esperienza nell’Analogico

Per noi astrofili, l’installazione e la gestione di un radar meteorico rappresenta però una sfida, sostan­zialmente a causa dei costi elevati associati agli apparati trasmittenti e alla loro manutenzione. Nel tempo tuttavia si è trovato il modo per ag­girare parte dell’ostacolo sfruttando trasmettitori esistenti e lasciando così agli appassionati solo il compito di gestire la ricezione. Un esempio è il trasmettitore militare GRAVES, situato in Francia, che grazie alla sua potenza è largamente utilizzato da anni dagli astrofili europei.
Nel giro di poco tempo quindi avevamo installato lo stesso appara­to testato durante la cena nella sede dell’AAB utilizzando una radio analoga a quella di Marco e montando un’an­tenna ad alto guadagno.
Con molta soddisfazione, scelta la polarizzazione giusta, i “ping” piove­vano copiosi.
Avevamo realizzato il primo siste­ma radar “forward scatter” (o bistatico) dell’AAB.
I radar sono comunemente di due tipi: il backward scatter è quello più noto e diffuso in cui trasmettitore e ricevitore sono vicini ed addirittura possono utilizzare la stessa antenna, prima illuminando il bersaglio e poi ricevendone l’eco, mentre il forward scatter, assai diffuso nelle osserva­zioni di meteore, ha una configurazio­ne come quella descritta nell’imma­gine: in questo caso il trasmettitore è sempre in potenza ed i ricevitori (che possono essere più di uno) sono sem­pre in ascolto.

Fig. 2 – La configurazione forward scatter
del nostro RAMBo.

Insieme a Fabio Balboni e Daniele Cifiello, altro radioamatore, ci sia­mo quindi posti il tema: è possibile trasformare il semplice ascolto in una osservazione sistematica e continua­tiva misurando e catalogando questi echi?
Il passo successivo è stato l’acqui­sto di un “Arduino” e la sua program­mazione in c++.
Con esso il segnale audio in uscita dalla radio veniva digitalizzato, i suoi parametri (orario, ampiezza e durata) trascritti in un file csv e resi dispo­nibili al trattamento numerico. Il progetto RAMBo (Radar Astrofilo Me­teorico Bolognese), così fu chiamato, funzionava a pieno regime registran­do circa 2500 eventi al giorno (quasi un milione all’anno).

Fig. 3 – Nelle Perseidi del 2020 RAMBo
evidenzia un filamento dello sciame
assente negli anni precedenti ed invece
previsto dalle analisi numeriche degli astronomi
riguardanti gli influssi gravitazionali dei
pianeti maggiori sul complesso dello sciame.

Che fare con tutti questi dati? Qui entra in scena Gaetano Brando, allora nuovo giovane iscritto all’ associa­zione ed esperto di programmazione python. Con lui abbiamo iniziato a fare statistiche e analisi numeriche sui dati facendo sul campo quelle scoperte che, per quanto note agli esperti del settore, per noi erano assolutamente nuove, ad esempio l’andamento diurno tendenzialmen­te sinusoidale o la presenza degli sciami meteorici come mostrato in figura 7.
Poi sono arrivate anche le prime soddisfazioni: con RAMBo era possi­bile osservare gli sciami meteorici e confrontarli con le previsioni nume­riche elaborate dai professionisti; i nostri articoli al riguardo sono stati pubblicati su WGN il periodico dell’IMO (International Meteor Organi­zation) e su e-Meteor news (giornale elettronico). Il nostro progetto è stato illustrato all’IMC: congresso interna­zionale dell’IMOc.
Per quanto entusiasmante l’e­sperienza di RAMBo soffriva però di alcuni limiti:
1) Presenza di falsi positivi: fulmini, transitori elettrici sulla rete (accensione di luci al neon, motori elettrici ecc.. motori a scoppio nelle vicinanze auto, moto e soprattutto rasaerba!)
2) Misura non del segnale radio ma della sua conversione in segna­le audio effettuata dalla radio, con conseguenti dubbi sulla linearità e fedeltà.
3) Standard non comune condi­zionati dai parametri della radio.
4) Difficoltà replicabilità: realiz­zare la scheda elettronica di inter­faccia tra radio ed Arduino non era affatto banale.
5) Costo considerevole: tra an­tenna, radio di un certo livello, ardui­no e scheda analogica il prezzo saliva.
Un’unica soluzione risolveva tutti i problemi: passare al digitale.


Passaggio al Digitale


E qui sono arrivati i problemi e le frustrazioni: maneggiare la tecnologia SDRd non è per nulla facile se non si è esperti del settore. Con Gaetano ab­biamo impiegato mesi e mesi cercan­do di far funzionare un dongle SDR ed un computer come volevamo, abbia­mo dedicato innumerevoli serate al problema con conseguenti dissapori con altri soci dell’associazione più interessati ad altre attività.
Ad un certo punto abbiamo deciso di rinunciare finché a distanza di un anno Gaetano scrive un messaggio: “Ho trovato in rete una libreria di python che si interfaccia con i dongle SDR!”. È stata la svolta e dopo mesi e mesi persi in vani tentativi in poche ore abbiamo scritto il primo software per realizzare un ricevitore meteorico per le radiometeore! Era l’embrione di CARMELO (Cheap Amatorial Radio Meteoric Echoes Logger).

Fig. 4 – L’embrione di CARMELO: un PC,
un dongle da 13 euro fissato su un
pezzetto di legno, un cavo coassiale
utilizzato come antenna (dipolo) ed una
radiolina utilizzata come trasmettitore.

Il passo successivo è stato il pas­saggio ad un microprocessore (ab­biamo scelto per il suo costo e la sua ampia diffusione un Raspberry) e la scrittura di un software che risolves­se tutti i punti deboli del precedente progetto analogico (RAMBo).
CARMELO utilizza una Fast Fou­rier Transform (FFT) per elaborare il segnale ricevuto e identificare au­tomaticamente gli echi meteorici, scartando i falsi positivi. Una volta identificato un evento meteorico, il si­stema registra i dati in un piccolo file.
Altri soci AAB, Paolo Fontana ed Antonio Papini, hanno attivamen­te collaborato all’assemblaggio del prototipo.


1. La rete CARMELo


A questo punto era necessario un server a cui spedire i dati ed un sito che li mostrasse e grazie all’incessante lavoro di Gaetano anche ciò è diventato realtà.

Fig. 5 – L’attuale realizzazione di un CARMELo In esso sono visibili: l’alimentatore che converte la tensione 220 V a 5 V (1), il Raspberry sovrastato dalla schedina monitoria (non indispensabile) che con i led mostra il funzionamento di CARMELo (2), il dongle SDR (3), l’LNA (Low Noise Amplificator), (4) il filtro bassa banda (5), il cavo d’antenna (6), il cavo ethernet per la trasmissione dei dati in internet (7) ed il coperchio (8). Il sistema è stato progettato per essere economico, consentendo a chiunque di partecipare all’osservazione radio delle meteore con una spesa relativamente contenuta (ricevitore SDR circa 210 euro, antenna VHF circa 60 euro). Con un assemblaggio semplice permette a qualsiasi astrofilo di installare una stazione
ricevente digitale presso la propria abitazione o osservatorio, senza la necessità di strumenti professionali.

Gli eventi mostrati (in tempo reale) vanno dalle più piccole meteore spora­diche di pochi millisecondi di durata e che corrispondono a meteore di 7° od 8° magnitudine e perciò inosservabili sia ad occhio nudo che con le videoca­mere, fino ai bolidi e super bolidi, con i quali il grado di ionizzazione è assai elevato, quindi l’eco è molto lunga. Tuttavia, poiché la maggioranza dei ricevitori CARMELO è sita in Italia e quindi in forward scatter, l’80% degli eventi rilevati da CARMELO è sulle Alpi oppure a nord delle Alpi. A riprova di ciò mostriamo l’incrocio di dati osserva­tivi nostri e visuali a cui si è dedicata Silvana Sarto altra socia AAB che con entusiasmo è entrata nel gruppo.


2. Il tasso orario


Oltre alle singole osservazioni CAR­MELO fornisce una pagina statistica, che permette di monitorare il tasso orario delle meteore con una risoluzio­ne temporale di un’oraf. Con l’espan­sione della rete, potremo abbassare ulteriormente questa risoluzione, migliorando la precisione delle osser­vazioni.
Oltre a ciò, l’analisi incrociata tra tasso orario e durata degli echi permet­te di studiare la distribuzione della massa all’interno degli sciami mete­orici. Questo porta ad indagare l’età dello sciame in base alla simmetria della distribuzione delle masse.
Ad esempio, proprio questo tipo di confronto fatto per lo sciame delle Quadrantidi a inizio 2025 ha eviden­ziato come questo sciame abbia una struttura a cilindro avente all’esterno un “guscio” di meteore più piccole, e all’interno un filamento di meteore di maggior massag. Questa caratteristi­ca è tipica degli sciami relativamente giovani nei quali né le perturbazioni dei pianeti massicci né la radiazione solare (effetto di Poynting – Robertson) hanno ancora comportato la migra­zione dei meteoroidi più massicci verso “la periferia” dello sciame facendo quindi perdere la simmetria originaria.

Fig. 6 – Meteore registrate da CARMELo e simultaneamente viste dalla rete visuale GMN. Il confronto è stato fatto su una quindicina di giorni.

Ogni mese viene preparato un bol­lettino: il “CARMELo monthly report” che riassume l’attività meteorica registrata dalla rete e caratterizza gli sciami principali, poi pubblicato su eMeteorNews e su eMetNJour­nal ed anche sull’ “Astrophisic data system”. Questo lavoro è a cura di Mariasole Maglione, astrofisica ed esperta di comunicazione in campo industriale astronautico, astrofila vi­centina ed ultimo ingresso nel nostro piccolo gruppo di lavoro.


3. Le forme d’onda


Uno degli aspetti più innovativi è la possibilità di visualizzare le forme d’onda di ogni meteora in tempo reale. Si tratta di una novità assoluta nel campo dell’osservazione radio ama­toriale, permettendo agli astrofili di ottenere informazioni sulla natura di ogni singolo evento. Analizzando le forme d’onda, gli osservatori possono determinare:
– Se la meteora è satura (ovvero, se il segnale è talmente forte da creare un cilindro di plasma che si comporta come un corpo solido).
– Se la meteora ha subito frammen­tazione, osservabile tramite variazioni ondulatorie del segnalei.
– Se è energetica al punto da mostrare l’eco di testa, riconoscibile anche dal tipico effetto Doppler del segnale radio.

Fig. 7 – Il tasso orario nel primo mese del 2025: si nota l’andamento sinusoidale quotidiano delle meteore sporadiche, dovuto alla posizione dell’osservatore sul globo terrestre nel suo movimento di rotazione della terra. Si nota inoltre l’aumento del tasso orario in corrispondenza del previsto sciame delle Quadrantidi.
Fig. 8 – Fra il tasso orario e la durata media degli echi meteorici tra l’1 e il 6 gennaio 2025, che ci ha permesso di descrivere la composizione dello sciame. Questa analisi è descritta nel nostro bollettino di gennaio.


Programmi per il futuro


1. Traiettorie e velocità

Fig. 9 – Esempio di forma d’onda Nei primi 100 millisecondi, il segnale proviene dalla sfera di plasma creata dall’avanzamento della meteora nella ionosfera. La frequenza (in verde) mostra l’effetto Doppler.
Dopo circa 100 millisecondi, il meteoroide raggiunge il punto di riflessione P, perpendicolare alla visuale dell’osservatore. A questo punto, lo spostamento Doppler scompare e la riflessione del cilindro ionizzato sovrasta quella dell’eco di testa in allontanamento. Successivamente si notano le oscillazioni tipiche della frammentazione della meteora.


Uno degli obiettivi più ambiziosi è la ricostruzione delle traiettorie delle meteore. Questo è possibile grazie alla presenza di più osservatori distribuiti sul territorio, che ricevono il segnale riflesso dalla stessa meteora con un leggero ritardo temporale.

Fig. 10 – Alcuni partecipanti al gruppo di lavoro di CARMELo. Da sinistra a destra: Gaetano Brando (AAB), Lorenzo Barbieri (AAB), Mariasole Maglione (Gruppo Astrofili
Vicentini).

Ricostruendo la traiettoria del se­gnale ed individuando gli n punti P di riflessione speculare corrispondenti agli n osservatori è possibile calco­lare la velocità della meteora proprio confrontando il ritardo tra i fronti di salitaj.
Abbiamo confrontato decine di meteore registrate simultaneamente dalla rete CARMELo e dalla rete di tele­camere GMN (Global Meteor Network) ed effettivamente, le velocità calcolate considerando i ritardi temporali dei fronti d’onda coincidevano, entro mar­gini di errore minimi, con le velocità calcolate tramite le immagini dell’os­servazione visuale.
La sfida per il futuro è quella di cal­colare anche le traiettorie prescinden­do dall’uso del confronto con il video. Sarà una sfida impegnativa: occorrerà individuare algoritmi complessi e pro­babilmente potrà rendersi necessario far ricorso anche alle reti neurali.

2. L’inquinamento radioelettrico


All’inizio del 2025 c’è stato un aggiornamento del software di CAR
MELO. Con la nuova versione, la banda passante è stata ristretta a 20 kHz e gli apparati sono stati dotati di un nuovo e più efficace filtro software sui falsi positivi.

Fig.11 – Il segnale trasmesso da T viene ricevuto dagli n ricevitori R dopo una riflessione negli n punti di riflessione speculare P.


Dopo questo aggiornamento, la nostra attenzione si è concentrata sul rumo­re: perché ciò che tutti gli astrofili ed astrofotografi ben conoscono riguardo l’inquinamento luminoso è esatta­mente drammaticamente vero anche per l’inquinamento radioelettrico. La maggioranza dei nostri siti soffre della presenza di ponti radio, torri 4G o 5G, oltre ai trasmettitori televisivi e radiofonici, ma anche in stazioni riceventi in luoghi relativamente non inquinati abbiamo rilevato la novità di questi ultimi anni e cioè i satelliti per la telefonia da cellulari in orbita bassa.
Di conseguenza, una modifica che a breve verrà introdotta sarà l’utilizzo di un filtro a banda stretta, in perfetta similitudine all’osservazione fotome­trica o alla fotografia amatoriale.


3. La velocità del microprocessore


L’amico Roberto Lulli, ricercato­re associato INAF nei progetti Space Debris e SETI in qualità di analista programmatore, ha proposto una modifica al nostro software al fine di utilizzare in parallelo i quattro core del microprocessore, dedicando ogni core ad uno dei vari compiti che attualmen­te CARMELo svolge in maniera seriale. Qualora questa modifica andasse in porto potremmo più che raddoppiare la velocità del ricevitore con conseguenti evidenti miglioramenti sia nella riso­luzione temporale delle forme d’onda, sia dell’individuazione degli istanti dei fronti di salita ed anche del numero delle meteore rilevate.
Roberto, che è anche insegnante di informatica all’ I.T.T.S. “G. & M. Montani” di Fermo (FM), ha coinvolto nell’idea gli studenti dei propri corsi, che hanno ri­sposto mostrando molto interesse. È la prima volta che CARMELo entra in una scuola e speriamo che altre ne seguano.


4. L’ampliamento della rete

Fig. 12 – Osservazioni simultanee
dello stesso evento da parte di diversi
osservatori della rete CARMELO. In alto
si notano i diversi istanti tra i fronti di salita.
In basso la dislocazione geografica. Si può
apprezzare un andamento da sud ovest verso
nord est.


Da quanto detto finora emerge chiaramente che sia per quel che riguarda il tasso orario ed il conse­guente studio degli sciami, sia per quel che riguarda la ricezione simul­tanea tra più ricevitori ed il conse­guente lavoro su traiettorie e velocità delle meteore, l’ampliamento della rete potrebbe rappresentare un salto di qualità.
Attualmente, la rete conta 13 rice­vitori, dislocati in Italia, Regno Unito e USAk ed altre istallazioni sono attese in Croazia, a Porto San Giorgio e a Como, mentre interesse al progetto è stato mostrato da ricercatori in Cata­logna. L’auspicio è che altri astrofili ed istituzioni vogliano entrare a far parte della rete osservativa.
Per partecipare al progetto non ser­vono competenze avanzate: basta un modesto investimento economico, una corretta installazione dell’anten­na e tanta curiosità scientifica.
Il ricevitore è pensato per essere autocostruitol, ma chi non volesse intraprendere il lavoro manuale può scriverci, lo metteremo in contatto con un autocostruttore di nostra fi­ducia. Ognuno può entrare a far parte della comunità dei radio osservatori meteorici tramite CARMELO! Tutte le informazioni per partecipare sono nel nostro sito www.astrofiliabologna.it/carmelo.

Fig. 13 – Installazione di un ricevitore

Riferimenti
a) Cis Verbeeck, Jean-Louis Rault. Radio meteor observations. HANDBOOK FOR METEOR OBSERVERS: International Meteor Organization Edited byJürgen Rendtel 2022
b) https://fireballs.ndc.nasa.gov/cmor-radiants/index.html
c) Barbieri, L. (2016)” An atenna,a radio and a microprocessor: which kinds of observation are possible in meteor radio astronomy?”.IMC – IMO Egmond, the Netherlands, 2-5 June 2016 – page 26
d) https://it.wikipedia.org/wiki/Software_defined_radio
e) http://www.astrofiliabologna.it/graficocarmelo
f) http://www.astrofiliabologna.it/graficocarmelohr
g) Maglione M., Barbieri L. (2025)“January 2025 CARMELO report”,
h) eMetN Journal https://ui.adsabs.harvard.edu/
i) W.G Elford, L Campbell: Effect of meteoroid fragmentation on radar observations ol meteor trails (ESAPSB2): NASA Astrophisic data system
j) M.T. German: Utilizing Video Meteor Trails to Understand Radio Meteor Detection: WGN, the Journal of the
IMO 51:4 (2023)
k) http://www.astrofiliabologna.it/obs_on_line
l) http://www.astrofiliabologna.it/about_carmelo

Seguite ogni mese i bollettini di CARMELO su coelum.com, nella sezione Il Cielo del Mese, per scoprire i dati aggiornati sull’attività meteorica osservata dalla rete radio degli astrofili.

 


L’articolo è pubblicato in COELUM 273 VERSIONE CARTACEA