Castel Gandolfo, 31 ottobre 2025 — La Specola Vaticana, in collaborazione con la Johns Hopkins University e lo Space Telescope Science Institute, ha inaugurato la mostra Incantati dalla Meraviglia (Wonder Bound), un percorso immersivo che celebra la bellezza dell’universo attraverso le straordinarie immagini dei telescopi spaziali Hubble e James Webb.

L’evento si inserisce tra le iniziative del Giubileo 2025 ed è la prima esposizione ospitata nel nuovo Centro Visitatori della Specola Vaticana, presso l’edificio delle cupole nelle Ville Pontificie (Cupole Barberini) di Castel Gandolfo.

La cerimonia di apertura si è svolta alla presenza di fratel Guy Consolmagno, direttore emerito della Specola Vaticana; p. Richard D’Souza, attuale direttore; Massimo Stiavelli, astrofisico dello Space Telescope Science Institute; e Ray Jayawardhana, rettore della Johns Hopkins University. Dopo i saluti istituzionali del Segretario Generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, Giuseppe Puglisi-Alibrandi, si sono susseguiti gli interventi dei relatori, che hanno ripercorso il valore scientifico e umanistico delle missioni spaziali.

L’apertura della cerimonia di inaugurazione della mostra Incantati dalla Meraviglia, sotto lo storico porticato degli Osservatori Barberini a Castel Gandolfo. L’ambiente fu realizzato per volontà di Papa Pio XII, come ricorda la targa:
PIVS XII PM AMBVLATIONEM AB IMBRIBVS TVTAM FIERI IVSSIT.
I saluti istituzionali del Segretario Generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano hanno dato inizio all’evento.

Prima dell’inizio della conferenza, fratel Consolmagno ha presentato ai presenti la nuova statua in bronzo dell’artista canadese Timothy Paul Schmalz, già fissata e in corso di allestimento nel giardino antistante la Specola. L’opera, di forte impatto simbolico, raffigura figure umane che contemplano il cosmo, con angeli alle estremità — uno dei quali suona una tromba — in un chiaro riferimento agli arcangeli e alla dimensione trascendente della conoscenza umana.

La mostra, che aprirà ufficialmente al pubblico il 3 novembre 2025, propone una selezione di immagini in alta risoluzione e in grande formato dei telescopi Hubble e James Webb, accompagnate da testi curati dai ricercatori della Johns Hopkins University e dello Space Telescope Science Institute. Le fotografie — tra cui le aurore di Giove, le regioni di formazione stellare e gli ammassi galattici lontani — coniugano arte e scienza, invitando a una riflessione sul mistero e sulla bellezza della creazione.

Fratel Consolmagno ha commentato:

“Queste immagini spettacolari ti fanno sentire immerso nelle nebulose e nelle galassie stesse. Mostrarne la bellezza, e le meravigliose scoperte scientifiche a esse collegate, è un modo per rendere gloria al loro Creatore.”

Il Cielo e la Meraviglia: la scienza nella storia

La giornata è poi proseguita nella suggestiva Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola a Roma, con il convegno Il Cielo e la Meraviglia, che ha tracciato il solco storico della ricerca astronomica e della meraviglia come esperienza umana e conoscitiva.

Il dibattito, moderato da fratel Guy Consolmagno, ha visto la partecipazione di Ileana Chinnici (INAF), Massimo Stiavelli e Ray Jayawardhana.
Nel suo intervento, Ileana Chinnici ha magistralmente collegato il lavoro pionieristico di Padre Angelo Secchi, S.J., padre dell’astrofisica moderna, alle odierne ricerche del James Webb Space Telescope, mostrando come le intuizioni del gesuita nel XIX secolo abbiano gettato le basi della spettroscopia e dell’imaging astronomico.

Nella suggestiva cornice della Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola a Roma — sede storica dell’Osservatorio Astronomico Vaticano diretto da Padre Angelo Secchi nel XIX secolo — i relatori del convegno Il Cielo e la Meraviglia rispondono alle domande del pubblico.
Da sinistra: Ileana Chinnici (INAF), Ray Jayawardhana (Johns Hopkins University), fratel Guy Consolmagno (direttore emerito della Specola Vaticana e moderatore del dibattito) e Massimo Stiavelli (Space Telescope Science Institute).
L’arte che contempla il cosmo.
La dimensione trascendente della conoscenza umana si fa scultura. Nei giardini antistanti le Cupole Barberini, sede del nuovo Centro Visitatori della Specola Vaticana a Castel Gandolfo, è in fase di installazione la statua The Saints of Station 13 dell’artista canadese Timothy Paul Schmalz.
L’opera, di forte impatto simbolico, raffigura arcangeli, santi e figure religiose di ogni epoca e luogo che circondano Cristo mentre il Suo corpo viene deposto dalla croce (Tredicesima Stazione della Via Crucis). Una fusione tra fede e scienza che celebra la meraviglia del Creato.

Fondata nel XVII secolo, la Chiesa di Sant’Ignazio è uno dei capolavori del barocco romano, celebre per l’incredibile affresco della volta di Andrea Pozzo, che con un raffinato gioco prospettico simula la cupola prevista nel progetto originario ma mai realizzata.
Proprio sopra la chiesa, nell’area destinata a quella cupola, Padre Angelo Secchi trasferì nel XIX secolo il primo Osservatorio Astronomico Vaticano, dopo che la sede originaria del Collegio Romano, nella Torre Calandrelli, si era rivelata instabile a causa delle oscillazioni che compromettevano la precisione del telescopio. Questa scelta fece della Chiesa di Sant’Ignazio un punto di riferimento per l’osservazione del cielo e un simbolo del dialogo tra fede e scienza.

L’autore dell’articolo e il direttore emerito della Specola Vaticana.
Un momento di confronto tra Adriano Lolli (autore del testo) e fratel Guy Consolmagno (direttore emerito della Specola Vaticana e moderatore del convegno Il Cielo e la Meraviglia).


Foto: Claudio Costa e Adriano Lolli