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Il satellite SWOT è pronto a partire per gli Stati Uniti

SWOT_Solar Array Deployment_copyright TAS
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Cooperazione spaziale per la climatologia

Dopo oltre un anno di attività di assemblaggio, integrazione e test presso lo stabilimento di Thales Alenia Space, JV tra Thales 67% e Leonardo 33%, a Cannes, in Francia, per conto delle Agenzie Spaziali francese e statunitense CNES e NASA, il satellite SWOT (Surface Water and Ocean Topography) è pronto a partire per il suo imminente lancio dagli Stati Uniti.

SWOT è una missione congiunta del CNES e della NASA, con il contributo dell’Agenzia Spaziale Canadese (CSA) e dell’Agenzia Spaziale del Regno Unito (UKSA). È dedicata alla misurazione dei livelli delle acque superficiali di laghi e fiumi e dei bacini fluviali, nonché all’acquisizione di dati di alta precisione e dettagliati sulle dinamiche degli oceani. SWOT presenta una serie di innovazioni tecnologiche senza precedenti e si basa su una tecnologia innovativa, ovvero l’interferometro KaRIn ad ampio fascio, progettato dal Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA. Il CNES e Thales Alenia Space hanno realizzato il gruppo a radiofrequenza di questo strumento. KaRIn è dotato di due antenne radar ad apertura sintetica (SAR) in banda Ka separate da un braccio di 10 metri che gli consentirà un’osservazione bidimensionale di ben 120 chilometri di larghezza con una risoluzione orizzontale dell’ordine di 50-100 metri, configurabile su entrambi i lati della rotta terrestre del satellite.

SWOT trasporterà anche un modulo Nadir che include gli stessi strumenti dei satelliti della serie Jason, compreso l’altimetro a doppia frequenza Poseidon realizzato da Thales Alenia Space. Questo modulo trasporterà anche il sistema di determinazione precisa dell’orbita DORIS, realizzato da Thales, un radiometro a microonde avanzato (AMR), un GPS Payload (GPSP) e un Laser Retro-reflector Array (LRA) realizzati dal JPL.

SWOT promette di rivoluzionare l’oceanografia e l’idrologia della superficie terrestre, essendo l’ultima di una lunga serie di missioni realizzate in collaborazione con CNES, NASA e Thales Alenia Space, a partire dal 1992 con il lancio del satellite TOPEX/Poseidon e proseguite con la serie di missioni del satellite Jason. SWOT sarà il primo satellite a effettuare un rientro atmosferico controllato, in conformità con la legge Space Operations Act francese (FSOA) orientata alla riduzione dei detriti spaziali, entrata in vigore nel 2020.

Progettato per studiare la topografia degli oceani e le acque di superficie, SWOT ha una doppia missione che copre l’oceanografia e l’idrologia. Il satellite osserverà la circolazione degli oceani in 2D con una risoluzione dieci volte superiore. Questo ci aiuterà ad analizzare e comprendere meglio gli effetti della circolazione costiera sulla vita marina, sugli ecosistemi, sulla qualità dell’acqua e sui trasferimenti di energia per migliorare la realizzazione di modelli delle interazioni atmosfera-oceano. La parte idrologica della missione valuterà le variazioni dei livelli dell’acqua nei terreni acquitrinosi, nei laghi e nei bacini, nonché la portata dei fiumi. SWOT è quindi destinato ad apportare innovazioni chiave in un settore in cui la posta in gioco economica, sociale e strategica non è mai stata così alta.

SWOT è ora pronto per la partenza verso gli Stati Uniti prevista per l’inizio di ottobre, concludendo un anno di sforzi incessanti da parte dei team francesi e statunitensi di Thales Alenia Space, leader mondiale nell’altimetria satellitare. Nel corso degli ultimi 12 mesi, il payload scientifico fornito dal JPL è stato integrato con la piattaforma satellitare sviluppata da Thales Alenia Space per il CNES. Dopo queste operazioni di assemblaggio, i team hanno condotto una serie di test funzionali e ambientali sul satellite e sui suoi strumenti per verificare la loro capacità di resistere alle difficili condizioni di lancio e dello spazio.

Un aereo cargo C5-Galaxy dell’Aeronautica Militare degli Stati Uniti sarà impiegato appositamente per trasportare il satellite di due tonnellate e il suo container dall’aeroporto di Nizza alla Vandenberg Air Force Base (VAFB) per un lancio non previsto prima del 5 dicembre a bordo di un veicolo Falcon 9 operato da SpaceX.

In occasione della conferenza stampa tenutasi il 6 settembre presso Thales Alenia Space, Thierry Lafon, Responsabile del progetto SWOT del CNES, ha dichiarato: “Il completamento dell’integrazione di SWOT in Francia illustra la volontà del nostro Paese, attraverso il CNES e il programma di investimenti futuri PIA (Programme d’Investissement d’Avenir), e quella dei suoi partner internazionali e industriali, di aprire la strada a nuove generazioni di sistemi di osservazione costruiti attorno a tecnologie dirompenti come l’altimetria radar interferometrica”. Questa missione pionieristica sarà la prima a condurre un’indagine globale sistematica sull’acqua della Terra, segnando un enorme passo avanti verso una gestione più efficiente di questa risorsa. Ha un grande potenziale per la nostra industria spaziale e per i futuri utenti dei suoi dati. La comunità scientifica internazionale attende con ansia questi nuovi dati per conoscere più da vicino il ciclo globale dell’acqua e migliorare la comprensione del ruolo degli oceani nel cambiamento climatico”.

“SWOT è una missione emblematica non solo perché cerca di affrontare le questioni climatiche internazionali, ma anche perché sarà al servizio di una delle nostre risorse condivise più critiche, l’acqua”, ha aggiunto Christophe Duplay, Responsabile del programma SWOT di Thales Alenia Space. Il satellite ci aiuterà a rilevare l’intero ciclo dell’acqua, dai laghi e fiumi, ai mari e agli oceani, per la prima volta”. Per i team di Thales Alenia Space, questo programma rappresenta la continuazione della partnership di lunga data con il CNES e la NASA nel campo dell’altimetria satellitare, a partire dal successo delle missioni Jason, che hanno permesso di diffondere l’oceanografia operativa in tutto il mondo.”

Per sapere si più sui satelliti dedicati all’osservazione della Terra segui la rubrica “Astronomia per la Terra”

Ultime copie Raccolta Coelum 25 anni di Astronomia!

ATTENZIONE: sono disponibili le ultime copie del progetto editoriale “Coelum Astronomia 25 anni di Pubblicazioni”.

La raccolta di tutte le copertine di Coelum Astronomia accompagnata dalle testimonianze dei collaboratori ed autori!

Sono disponibili le ultime copie per la distribuzione immediata ➡➡➡ successivamente il testo sarà disponibile solo in edizione “Collection”.

Termine ultimo per l’acquisto:  mercoledì 14 settembre 2022

Numero copie disponibili al 7 settembre 2022:  20 

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La Nebulosa Tarantola vista dal JWST

In this mosaic image stretching 340 light-years across, Webb’s Near-Infrared Camera (NIRCam) displays the Tarantula Nebula star-forming region in a new light, including tens of thousands of never-before-seen young stars that were previously shrouded in cosmic dust. The most active region appears to sparkle with massive young stars, appearing pale blue. Scattered among them are still-embedded stars, appearing red, yet to emerge from the dusty cocoon of the nebula. NIRCam is able to detect these dust-enshrouded stars thanks to its unprecedented resolution at near-infrared wavelengths. To the upper left of the cluster of young stars, and the top of the nebula’s cavity, an older star prominently displays NIRCam’s distinctive eight diffraction spikes, an artefact of the telescope’s structure. Following the top central spike of this star upward, it almost points to a distinctive bubble in the cloud. Young stars still surrounded by dusty material are blowing this bubble, beginning to carve out their own cavity. Astronomers used two of Webb’s spectrographs to take a closer look at this region and determine the chemical makeup of the star and its surrounding gas. This spectral information will tell astronomers about the age of the nebula and how many generations of star birth it has seen. Farther from the core region of hot young stars, cooler gas takes on a rust colour, telling astronomers that the nebula is rich with complex hydrocarbons. This dense gas is the material that will form future stars. As winds from the massive stars sweep away gas and dust, some of it will pile up and, with gravity’s help, form new stars.

Migliaia di giovani stelle mai viste prima vengono avvistate in un vivaio stellare chiamato 30 Doradus, catturato dal telescopio spaziale James Webb della NASA/ESA/CSA. Soprannominata la Nebulosa Tarantola per l’aspetto dei suoi filamenti polverosi nelle precedenti immagini del telescopio, la nebulosa è stata a lungo una delle preferite dagli astronomi che studiano la formazione stellare. Oltre alle giovani stelle, Webb rivela galassie di fondo lontane, nonché la struttura dettagliata e la composizione del gas e della polvere della nebulosa.

A soli 161.000 anni luce di distanza nella galassia della Grande Nube di Magellano, la Nebulosa Tarantola è la regione di formazione stellare più grande e luminosa del Gruppo Locale, le galassie più vicine alla nostra Via Lattea. Ospita le stelle più calde e massicce conosciute. Gli astronomi hanno concentrato tre degli strumenti a infrarossi ad alta risoluzione di Webb sulla Tarantola. Visto con la telecamera a infrarossi vicini (NIRCam) di Webb, la regione assomiglia alla casa di una tarantola scavatrice, foderata con la sua seta. La cavità della nebulosa centrata nell’immagine NIRCam è stata svuotata dalle vesciche radiazioni di un ammasso di giovani stelle massicce, che brillano di un azzurro pallido nell’immagine. Solo le aree circostanti più dense della nebulosa resistono all’erosione dei potenti venti stellari di queste stelle, formando pilastri che sembrano puntare all’indietro verso l’ammasso. Questi pilastri contengono protostelle in formazione, che alla fine emergeranno dai loro bozzoli polverosi e prenderanno il loro turno per modellare la nebulosa (vedi immagine copertina dell’articolo).

Lo spettrografo nel vicino infrarosso di Webb (NIRSpec) ha catturato una stella molto giovane mentre faceva proprio questo. Gli astronomi in precedenza pensavano che questa stella potesse essere un po’ più vecchia e già in procinto di eliminare una bolla attorno a se stessa. Tuttavia, il NIRSpec ha mostrato che la stella stava appena iniziando ad emergere dal suo pilastro e manteneva ancora una nuvola di polvere isolante attorno a sé. Senza gli spettri ad alta risoluzione di Webb alle lunghezze d’onda dell’infrarosso, questo episodio di formazione stellare in azione non sarebbe stato rivelato.

La regione assume un aspetto diverso se visualizzata nelle lunghezze d’onda dell’infrarosso più lunghe rilevate dal Mid-infrared Instrument (MIRI) di Webb . Le stelle calde svaniscono e il gas più freddo e la polvere brillano. All’interno delle nubi stellari, punti luminosi indicano protostelle incorporate, che stanno ancora guadagnando massa. Mentre lunghezze d’onda più corte della luce vengono assorbite o disperse dai granelli di polvere nella nebulosa, e quindi non raggiungono mai Webb per essere rilevate, lunghezze d’onda del medio infrarosso più lunghe penetrano in quella polvere, rivelando infine un ambiente cosmico mai visto prima.

At the longer wavelengths of light captured by its Mid-Infrared Instrument (MIRI), Webb focuses on the area surrounding the central star cluster and unveils a very different view of the Tarantula Nebula. In this light, the young hot stars of the cluster fade in brilliance, and glowing gas and dust come forward. Abundant hydrocarbons light up the surfaces of the dust clouds, shown in blue and purple. Much of the nebula takes on a more ghostly, diffuse appearance because mid-infrared light is able to show more of what is happening deeper inside the clouds. Still-embedded protostars pop into view within their dusty cocoons, including a bright group at the very top edge of the image, left of centre. Other areas appear dark, like in the lower-right corner of the image. This indicates the densest areas of dust in the nebula, that even mid-infrared wavelengths cannot penetrate. These could be the sites of future, or current, star formation. MIRI was contributed by ESA and NASA, with the instrument designed and built by a consortium of nationally funded European Institutes (The MIRI European Consortium) in partnership with JPL and the University of Arizona.

Uno dei motivi per cui la Nebulosa Tarantola è interessante per gli astronomi è che la nebulosa ha un tipo di composizione chimica simile a quella delle gigantesche regioni di formazione stellare osservate nel “mezzogiorno cosmico” dell’universo, quando il cosmo aveva solo pochi miliardi di anni e la stella la formazione era al culmine. Le regioni di formazione stellare nella nostra galassia, la Via Lattea, non producono stelle alla stessa velocità furiosa della Nebulosa Tarantola e hanno una composizione chimica diversa. Questo rende la Tarantola l’esempio più vicino (cioè, più facile da vedere in dettaglio) di ciò che stava accadendo nell’universo quando ha raggiunto il suo brillante mezzogiorno. Webb fornirà agli astronomi l’opportunità di confrontare e confrontare le osservazioni della formazione stellare nella Nebulosa Tarantola con le osservazioni profonde del telescopio di galassie lontane dall’attuale era del mezzogiorno cosmico.

Nonostante i migliaia di anni di osservazione delle stelle da parte dell’umanità, il processo di formazione stellare conserva ancora molti misteri, molti dei quali dovuti alla nostra precedente incapacità di ottenere immagini nitide di ciò che stava accadendo dietro le spesse nubi dei vivai stellari. Webb ha già iniziato a rivelare un universo mai visto prima e sta solo iniziando a riscrivere la storia della creazione stellare.

Il confronto

 

 

A side-by-side display of the same region of the Tarantula Nebula brings out the distinctions between Webb’s near-infrared (closer to visible red, left) and mid-infrared (further from visible red, right) images. Each portion of the electromagnetic spectrum reveals and conceals different features, making data in different wavelengths valuable to astronomers for understanding the physics taking place. The image captured by Webb’s Near-Infrared Camera (NIRCam, left) features bright, hot features, like the sparkling cluster of massive young stars, and the bright star to their upper left, featuring Webb’s distinctive diffraction spikes. Young, emerging stars shine blue, while scattered red points indicate stars that are still enshrouded in dust. Structure in the nebula, carved by the stellar winds of the massive young stars, is intricately detailed. In the view from Webb’s Mid-Infrared Instrument (MIRI), the hot young stars fade, and cooler gas takes the spotlight. Much of the nebula takes on a ghostly appearance in the mid-infrared, because these longer wavelengths of light are able to penetrate the dust clouds and reach Webb. Previously hidden bubbles and dust-embedded stars emerge. A particularly prominent, spherically shaped bubble – being blown out by a newborn star – appears in the MIRI image just to the right of the now-darkened central star cluster. Another difference between the two images is the appearance of the bright, lone star at the top of the nebula’s cavity. In the MIRI image (right) the star is fainter relative to the surrounding nebula, so the glare and the distortion of Webb’s diffraction spikes are much less prominent. In the midst of the central cluster of young stars, one dense gas clump is clearly visible in both images – it is one of the last, dense remnants of the nebula that the young cluster stars’ stellar winds have not yet eroded away. NIRCam was built by a team at the University of Arizona and Lockheed Martin’s Advance

Una visualizzazione affiancata della stessa regione della Nebulosa Tarantola mette in evidenza le distinzioni tra le immagini del vicino infrarosso (più vicino al rosso visibile, a sinistra) e del medio infrarosso (più lontano dal rosso visibile, a destra). Ogni porzione dello spettro elettromagnetico rivela e nasconde caratteristiche diverse, rendendo i dati in diverse lunghezze d’onda preziosi per gli astronomi per comprendere la fisica in atto.

Fonte:  https://esawebb.org/news/weic2212/?lang

🤜🤜Nel prossimo numero 258 di Ceolum Astronomia tutti i suggerimenti per l’osservazione della Tarantola! Non perdere Coelum – Abbonati Subito

News da MARTE! #1

Bentornati su Marte!

Vediamo quali sono le state le novità degli ultimi due mesi da parte dei robot che fanno parte della missione NASA chiamata Mars 2020. Parliamo ovviamente di Ingenuity e Perseverance.

L’instancabile Ingenuity

Il piccolo elicottero non cessa di stupirci. Gli scorsi mesi l’avevamo lasciato freddo e impolverato mentre lottava per cercare di caricare le proprie batterie. Durante quelli che sulla Terra erano i mesi estivi, su Marte, nell’emisfero boreale, era inverno. Il ridotto irraggiamento solare e le temperature più basse della media hanno rappresentato una combinazione che ha rischiato di rivelarsi fatale per l’elettronica del drone. Ma le contromisure messe in atto dalla NASA (illustrate in dettaglio nel numero 257 di Coelum Astronomia) si sono rivelate vincenti.

La prova più convincente di questo è rappresentata dal nuovo decollo, il trentesimo, che Ingenuity ha compiuto nel pomeriggio marziano del 20 agosto, Sol 533 della missione. Si è trattato fondamentalmente di un volo di test, funzionale alla verifica dell’operatività degli apparati e alla pulizia del pannello solare. Dal punto di visto del profilo di volo molto simile alla seconda movimentazione che l’elicottero aveva compiuto nell’aprile 2021.

Trovate i video di tutti i voli di Ingenuity nel mio canale Youtube, in particolare ho preparato una playlist che continuerò ad aggiornare in futuro e che potete raggiungere all’indirizzo https://www.youtube.com/playlist?list=PL7Re8WpuVU3LPzHhx2wpLkpayuEpztqIr

Tre fotogrammi del volo numero 30 (gli unici al momento disponibili) che documentano gli istanti dell'atterraggio
Tre fotogrammi del volo numero 30 (gli unici al momento disponibili) che documentano gli istanti dell’atterraggio

Della durata di appena 33 secondi, il volo è consistito in uno spostamento laterale di 2 metri da una quota di 5. Sono numeri molto diversi da quelli straordinari dei voli estivi e primaverili, ma sufficienti a darci speranza per quello che sarà il futuro della missione. Nei giorni che hanno preceduto il decollo i tecnici hanno eseguito dei test di rotazione dei motori a 50 e 2573 giri al minuto. Queste verifiche di successo, compiute nelle giornate del 6 e 15 agosto, hanno così dato il semaforo verde per il volo più recente.

Un’altra differenza significativa rispetto alle operazioni dei mesi scorsi, oltre che a distanza e durata, si rileva nel momento della giornata scelto per il volo: invece che nella tarda mattinata marziana si è scelto di avviare Ingenuity circa alle ore 16 locali. Questo è stato dovuto alla necessità di caricare a sufficienza le batterie del drone che in questo periodo risultano cronicamente a secco di energia.

Con il progressivo aumento delle temperature e delle ore di luce ci si potrà permettere di compiere voli più lunghi e riprendere le operazioni scientifiche. Nel corso di settembre è previsto inoltre un aggiornamento del software di volo che doterà Ingenuity di funzionalità di navigazione più avanzate. Torneranno utili durante i prossimi sorvoli dell’accidentata area del deltache il vicino rover sta esplorando già da alcuni mesi.

Perseverance, tra prelievi e disegni col laser

Il bello di avere un’alimentazione a decadimento radioattivo è che puoi ignorare le condizioni stagionali. È per questo che Perseverance non ha mollato neanche per un Sol le sue attività ed è stato più operoso che mai nelle indagini scientifiche. La mappa qui sotto mostra le varie regioni in corso di esplorazione da parte del rover. Come detto ci troviamo nei pressi del delta del fiume che qui, nell’antico passato di Marte, scorreva copioso e ha lasciato tracce evidentissime del suo passaggio. Il cratere Jezero, che si estende a sud-est della regione inquadrata, era proprio un lago riempito da queste acque.

Mappa con gli spostamenti di Perseverance e Ingenuity aggiornata al 31 agosto (Sol 543)
Mappa con gli spostamenti di Perseverance e Ingenuity aggiornata al 31 agosto (Sol 543)

Tra luglio e agosto Perseverance ha finalmente fatto i suoi primi prelievi in questa regione. Il team ha impiegato oltre due mesi per compiere una ricognizione estesa così da avere un ventaglio completo delle rocce presenti, e scegliere dei campioni con la più ampia varietà e di maggior interesse.

C’è stata anche una piccola novità nella rappresentazione grafica offerta dalla mappa raggiungibile all’indirizzo https://mars.nasa.gov/mars2020/mission/where-is-the-rover/: di recente sono stati aggiunti dei marcatori rossi per contrassegnare i punti dove si sono svolti dei campionamenti. Qui, vicino al bordo superiore, vedete 2 marcatori ma in realtà i prelievi eseguiti sono stati ben4, un paio per ciascuna location prescelta.

Con questi ultimi 4 arriva quindi a 13 il numero dei campioni sin qui raccolti da Perseverance.

Nelle foto che seguono vediamo qualche dettaglio della prima operazione di raccolta compiuta qui nel delta, alla quale i tecnici NASA hanno dedicato un articolo molto dettagliato. Abbiamo scoperto così che si è trattato del campione più “morbido” raccolto da Perseverance sino a quel momento, e durante l’operazione di prelievo è stato anche possibile disattivare l’azione percussiva del trapano operando solo con il movimento rotativo.

Foto scattata nel Sol 490, 7 luglio sulla Terra, con il foro appena prodotto dal trapano-raccoglitore del rover. A fianco si nota anche una larga abrasione circolare (Thortnton Gap) realizzata dallo stesso strumento ma con una punta fresatrice.

Il campione è stato battezzato Swift Run dal nome di una attrattiva del Parco Nazionale Shenandoah in Virginia. Con nomi di zone caratteristiche di questo parco sono stati chiamati anche il foro del secondo campione e l’abrasione, rispettivamente Skinner Ridge e Thornton Gap.

 

Il carotaggio di Swift Run, che con i suoi 6.7 centimetri è il campione più lungo sinora prelevato.
Il carotaggio di Swift Run, che con i suoi 6.7 centimetri è il campione più lungo sinora prelevato.

Quando questi campioni torneranno sulla Terra (all’inizio degli anni ’30 con la conclusione di successo del programma Mars Sample Return) gli scienziati del futuro dovranno porsi numerose considerazioni, tra cui una a cui probabilmente pochi di noi avrebbero pensato: come era orientata quella roccia su Marte?

Sebbene oggi estremamente debole, non abbiamo elementi per conoscere le caratteristiche del campo magnetico del pianeta rosso in passato. Per fare analisi in tal senso ecco che tornerà utile saper ri-orientare nello spazio questi piccoli cilindretti di roccia. Capirne la posizione è facile nel caso di caratteristiche superficiali riconoscibili dalle foto, ma come comportarsi quando la parte superiore della roccia perforata è perfettamente omogenea?

Viene in soccorso degli scienziati una funzionalità recentemente testata da Perseverance che usa il laser della SuperCam in modo…non convenzionale. L’impiego standard del laser prevede di accendere brevissimi impulsi luminosi che vaporizzano porzioni superficiali di roccia per permettere l’analisi spettrografica a distanza. Gli impulsi laser hanno la caratteristica di lasciare piccoli punti scuri sulla roccia, tanto più marcati quanto più numerosi sono gli impulsi lanciati.

Gli scienziati hanno pensato che questo può essere sfruttato per disegnare delle figure con cui marcare in modo univoco una direzione senza ambiguità di simmetria, a mo’ di freccia. Qualcosa di ancor più semplice è la lettera L maiuscola. È stata questa la scelta dei tecnici della NASA, in una versione estremamente stilizzata costituita da tre soli punti che è stata testata a metà giugno.

Il test di marcatura della roccia per mezzo del laser integrato nella SuperCam. Era il Sol 471, 17 giugno.
Il test di marcatura della roccia per mezzo del laser integrato nella SuperCam. Era il Sol 471, 17 giugno.

Ciascuno dei tre punti mostrati in questa immagine è stato realizzato con 125 impulsi del laser. Le dimensioni di 2.5x1mm della L consentiranno al disegno di essere contenuto facilmente all’interno dei carotaggi il diametro dei quali è di 13 mm.

Mi risulta che al momento questa funzionalità non sia stata impiegata se non a livello di test, ma tornerà sicuramente utile in futuro.

Per questo update marziano è tutto, ci risentiamo tra due settimane con le ultime novità!

La prima puntata degli Aggiornamenti da Marte è pubblicata su Coelum Astronomia n°257 di agosto/settembre Leggilo ora online

Celebrazioni 25 anni di Coelum Astronomia invito aperto al pubblico!

Celebrazioni 25 anni di Coelum Astronomia invito aperto al pubblico!

Nel mese di settembre Coelum Astronomia, nato nel 1997 taglierà un traguardo importante arrivando ai 25 anni di pubblicazioni, un risultato che consideriamo di prestigio e che celebreremo con una vera e propria festa alla quale abbiamo il piacere di invitarvi. Fissata per il 18 settembre in una location davvero suggestiva, nell’arco della giornata saranno programmati interventi di protagonisti di Coelum e di rappresentanti delle istituzioni.
Sarà l’occasione per brindare insieme anche ai prossimi 25 anni di pubblicazioni! Alla festa saranno  inoltre invitati i principali collaboratori di Coelum e i lettori più appassionati. Un modo per ritrovarsi, dopo questi anni difficili, o per conoscersi finalmente di persona se non se ne aveva avuto l’opportunità prima.

Location
I festeggiamenti per i 25 anni di Coelum Astronomia si terranno a Esantoglia (MC) nello storico Palazzo di Malcavalca (qui la mappa) e saranno ospitati all’interno della manifestazione Galassica 2022 – Festival dell’Astronomia.

Programma 18 settembre 2022
Ecco un breve programma della giornata:
ore 09:00 accoglienza
ore 09:15 inizio conferenze
ore 13:00 pausa pranzo
ore 15:00 Inizio festeggiamenti Coelum Astronomia (interventi e ringraziamenti)
ore 17:00 Brindisi al buffet
ore 18:00 chiusura celebrazioni

Tutte le conferenze previste per Galassica nei giorni 17 e 18 settembre sono disponibili su www.galassica.it Interverranno relatori INAF, INFN, UniCAM, UniCH, UniBo, La Sapienza ed altri.

per prenotare seguire questo link: https://www.eventbrite.it/e/biglietti-coelum-astronomia-25-anni-celebrazioni-407409271097

I posti sono limitati

  • Massimo posti prenotabili per associazione per singolo account n°3

Vi aspettiamo tutti! 

Locandina dell’evento Galassica 2022 settembre

Programma Galassica settembre 2022
Programma Galassica settembre 2022

 

Una stella che brilla di luce propria – Caroline Herschel

Caroline Herschel
Caroline Herschel

Oggi vi voglio parlare di una stella. Non è una palla di fuoco fatta di idrogeno ed elio ma splende lo stesso di luce propria. Ho sempre pensato che le donne fossero l’evoluzione della razza umana, creature che per una strana ragione vivono assieme agli uomini, nella stessa epoca, ma rappresentano un passo avanti. Un po’ come i Neanderthal che vissero assieme ai Sapiens per una bella fetta di tempo.

Caroline Herschel rappresenta un esempio di questi balzi in avanti.

Era una creatura speciale, come ogni tanto ne appaiono nella storia. La sua vita non fu quella che si può definire rosa e fiori e, nonostante tutto, riuscì ad eccellere. Da giovane visse come una serva nella sua casa di Hannover, in Germania, dove nacque nella seconda metà del XVIII secolo. Due terribili malattie, il vaiolo ed il tifo, la sfigurarono. Ma Caroline sopravvisse, sebbene, ormai poco attraente non sarebbe mai riuscita a trovare marito. A quell’epoca, per le donne, l’assenza di un compagno era vista molto male e spesso portava fame e ristrettezze economiche. Ma ancora una volta Caroline non si buttò giù, si rimboccò le maniche e si mise al lavoro. Un giorno, suo fratello William, le propose di raggiungerlo in Inghilterra, per aiutarlo nelle sue faccende. William era un musicista e maestro di coro a Bath, e grazie a lui Caroline imparò a cantare. E quando William rivolse il suo sguardo all’astronomia Caroline lo seguì e divenne la sua assistente. A lei avrebbe dettato le posizioni delle stelle e dei pianeti, appollaiato sulla scala del suo telescopio e sempre lei fu il suo braccio destro nella costruzione di specchi sempre più grandi per aumentare il loro potere risolutivo.

Immagine che mostra le principali scoperte di Caroline Herschel
Immagine che mostra le principali scoperte di Caroline Herschel

Caroline Herchel fu la prima astronoma professionista d’Inghilterra. La fama di suo fratello aveva preso il volo grazie alla scoperta di Urano settimo pianeta del nostro sistema solare, Caroline cominciò a muovere i primi indipendenti passi nel cielo. E come volevasi dimostrare scoprì la sua prima cometa, C/1786 P1, nell’agosto 1786 con uno dei telescopi di William. E ovviamente fu anche la prima donna a trovare una cometa. Anzi, a dirla tutta ne scoprì otto. Pensate, usava un telescopio di 10 centimetri. Oggi si considererebbe un telescopio poco più che amatoriale. Eppure questo strumento, più avanzato per l’epoca, le permise di scoprire più di una dozzina di ammassi stellari e galassie. Assieme, Caroline e William scoprirono e descrissero più di 2.500 galassie, nebulose e ammassi stellari e le raccolsero nel Catalogo delle Nebulose e degli Ammassi delle Stelle che fu la base per il catalogo NGC, uno dei più utilizzati da tutti astronomi moderni.

Immagini in copertina:

Ritratto di Caroline Herschel, Ölgemälde von Melchior Gommar Tieleman

Scritto autografo di Caroline Herschel relativo all’osservazione della cometa nel 1790 (Royal Astronomical Society, RAS MSS Herschel C 1/1.2)

Leggi anche —> La rovina della casa degli Herschel

Attività Solare Settembre 2022

Attività solare: previsione e report Agosto 2022

Il ciclo solare 25 continua nella sua fase di crescita, ed anche nel mese di agosto ci ha regalato un’attività solare molto varia ed interessante.

Prima di entrare nel dettaglio dell’attività del mese appena concluso, vediamo come di consueto un aggiornamento sulle previsioni a lungo termine per questo ciclo solare. Sono ormai passati quasi tre anni dall’inizio del ciclo 25, e le previsioni incominciano ad assumere una certa robustezza, potendo fare affidamento sui dati di una buona parte della fase di crescita del ciclo solare. In particolare sembra attualmente confermato il trend già discusso nella precedente edizione della rubrica, che consiste nella correzione della previsione ufficiale (pubblicata nel Dicembre 2019) in cui il picco massimo del cosiddetto “sunspotnumber” viene anticipato di sei mesi ed aumentato di 10 unità. Qui di seguito mostriamo tale previsione corretta (curva grigia) come si può ottenere utilizzando il sito del NOAA https://www.swpc.noaa.gov/products/solar-cycle-progression.Segnaliamo anche che una previsione molto simile è fornita dai fisici solari Lisa Uptone David Hathaway, come discusso in questa pagina da cui riportiamo il grafico principale: http://solarcyclescience.com/forecasts.html

ISES_Solar_Cycle
ISES_Solar_Cycle
Sunspot_agosto
Sunspot_agosto

 

Passiamo ora a discutere gli aspetti salienti dell’attività solare dello scorso mese (Agosto 2022).

Vediamo prima di tutto che cosa è avvenuto a livello delle macchie solari, aiutandoci con questa animazione prodotta sulla base di immagini a banda larga del satellite Solar Dynamics Observatory della NASA

NASA/SDO and the AIA, EVE, and HMI science teams
NASA/SDO and the AIA, EVE, and HMI science teams

(credits: NASA/SDO and the AIA, EVE, and HMI science teams). L’animazione mostra l’evoluzione delle macchie solari dal primo al 31 Agosto. Possiamo vedere come anche questo mese sia stato caratterizzato da una presenza ininterrotta di macchie solari, tra cui spiccano (verso fine mese) quelle nelle regioni attive 3085(emisfero Nord), 3088 e 3089 (nell’emisfero Sud, di cui l’ultima è ancora visibile nei primi giorni di Settembre).

Il mese di Agosto è stato particolarmente ricco di brillamenti ed eruzioni solari. Vediamo innanzitutto il grafico del flusso di raggi X osservato nel mese di Agosto (prodotto utilizzando il sito https://www.polarlicht-vorhersage.de/goes-archive).

L’attività solare ad alta energia è stata intensa in particolare attorno alla metà del mese e poi soprattutto nell’ultima settimana di Agosto, con una lunga serie di brillamenti piuttosto lunghi ed intensi (di classe M fino a toccare la classe X).  La maggior parte di questi brillamenti sono stati originati dalle già menzionate regioni attive 3085, 3088 e 3089.Nella immagine prodotta da SDO alla lunghezza d’onda di 304 Å si può ammirare il notevole brillamento originatosi dalla regione attiva 3089 il 26 Agosto. Alcuni di questi brillamenti hanno causato intense espulsioni di massa coronale che dopo qualche giorno hanno prodotto sulla Terra disturbi alle telecomunicazioni ma anche spettacolari aurore boreali ed australi! Le aurore sono state osservate anche a bordo della stazione spaziale internazionale, come testimoniato da Samantha Cristoforetti che in questo post su twitterhttps://twitter.com/AstroSamantha/status/1561413416199282690 ha scritto “The Sun has been really activelately. Last week we saw the most stunning auroras I have ever experienced in over 300 days in space!”.Una delle spettacolari immagini postate dalla nostra AstroSamantha è riportata qui sotto.

Aurora Boreale Samantha Cristoforetti.jpg
Aurora Boreale Samantha Cristoforetti.jpg

Leggi l’articolo del mese di agosto per seguire l’andamento del Sole: https://www.coelum.com/appuntamenti/cielo-del-mese/previsioni-attivita-solare-agosto-2022

 

 

 

 

Scomparso Frank Drake padre dell’omonima equazione

E’ morto all’età di 92 anni il famoso astronomo Frank Donald Drake, fondatore del progetto SETI (Search for Extraterrestrial Intelligence).

Nato a Chicago, Drake mostrò un precoce interesse per la chimica e l’elettronica. Entrò Cornell University come studente universitario partecipando al Corpo di addestramento dell’ufficio della riserva della Marina. Dopo la laurea, fu assegnato alla USS Albany e incaricato dell’elettronica della nave e seguendo questo interesse entrò all’Università di Harvard come studente laureato in radioastronomia.

Dopo aver conseguito il dottorato di ricerca, Drake venne assunto al National Radio Astronomy Observatory (NRAO), West Virginia. Nel 1958, il nascente Osservatorio acquistò un “kit” per radiotelescopi dalla Blaw-Knox Corporation per disporre rapidamente di uno strumento da ricerca e a Drake su assegnato il compito di elaborare un programma di ricerca per utilizzare il telescopio. 

Drake in quegli anni decise si seguire un altro dei suoi interessi di vecchia data e di fare una ricerca, alle frequenze delle microonde, per le trasmissioni extraterrestri. L’idea che esseri intelligenti altrove potessero utilizzare la radio come mezzo di comunicazione non era assolutamente nuova: sia Guglielmo Marconi che Nikola Tesla avevano tentato di raccogliere segnali da Marte da attribuire ad esseri sul Pianeta Rosso. Con la maggiore sofisticatezza astronomica che si era sviluppata negli anni ’50, Drake scelse di puntare il telescopio Tatel in direzione di due stelle vicine, Tau Ceti ed Epsilon Eridani, ciascuna a una distanza di circa una dozzina di anni luce. Il ricevitore era un modello commerciale progettato per l’ascolto a onde corte e utilizzava un semplice motore per spostare la sua sintonia su e giù per il quadrante. Drake scelse di guardare alle frequenze adiacenti alla linea di emissione radio (1420 MHz) dell’idrogeno neutro, sulla base del fatto che questa linea prodotta naturalmente sarebbe stata nota a qualsiasi civiltà tecnicamente competente. Drake non era a conoscenza di un articolo pubblicato nel 1959 da due fisici della Cornell University che sostenevano proprio tali esperimenti, sottolineando che chiunque avesse una tecnologia almeno altrettanto avanzata della nostra poteva inviare segnali radio rilevabili.

Questo primo, moderno esperimento venne chiamato SETI Project Ozma, un chiaro riferimento alla principessa nei libri di Frank Baum, poiché si trovava in un mondo “meraviglioso e lontano”.

Sebbene il Progetto Ozma non rilevò alcuna trasmissione extraterrestre, esso comunque attirò l’attenzione mondiale e la  la National Academy of Sciences suggerì a Drake di organizzare una piccola conferenza per discutere la natura e il potenziale del tentativo di trovare prove dell’intelligenza nel cosmo. In risposta, un gruppo di circa una dozzina di eminenti scienziati e ingegneri si incontrò durante l’estate del 1961 a Greenbank. Come agenda per questo incontro, Drake scrisse una semplice equazione, composta da sette termini concatenati il ​​cui prodotto sarebbe il numero stimato di società galattiche che stavano producendo segnali che noi, almeno in linea di principio, potremmo scoprire. Questa formulazione è diventata nota come equazione di Drake ed è citata come la seconda equazione più famosa nella scienza (dopo E=mc 2 di Einstein ). 

Immagine University of Rochester
Immagine University of Rochester

 

Drake alla fine lavorò sia alla Cornell, al radiotelescopio di Arecibo, sia all’Università della California, a Santa Cruz e divenne presidente dell’Istituto SETI dopo la sua fondazione nel 1984. Ha continuato a promuovere il SETI anche dopo il suo ritiro ufficiale nel 2010 all’età di ottant’anni. Come disse all’epoca, “Non mi ritirerò mai dal SETI”.

Frank Drake è stato un uomo di grande influenza, che ha ispirato molti dei praticanti SETI di oggi che, come studenti, sono stati informati dai suoi sforzi. Un libro pubblicato nel 1992 e co-autore con Dava Sobel, “C’è qualcuno là fuori?”, descrive la sua carriera in dettaglio. 

Leggi anche:

Equazione di Drake è tempo di cambiare

Fonte: https://www.seti.org/frank-d-drake-1930-2022

Crediti immagine di copertina: Istituto SETI

Seconda edizione del “Night Sky Party” a Mogoro (OR)

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2° Night Sky Party a Mogoro (OR) 

Raduno astrofili e astrofotografi della Sardegna presso il Nuraghe Cuccurada
SABATO 3 SETTEMBRE 2022
Con il patrocinio del Comune di Mogoro (OR) si svolgerà il più grande raduno degli astrofili e degli astrofotografi della Sardegna, evento aperto anche ad appassionati e curiosi!
Organizzatore dell’evento il G.FAS (Gruppo Fotografia Astronomica della Sardegna): un gruppo Facebook nato circa un anno fa, cresciuto dopo il successo dell’evento analogo svoltosi a Siris, che vede come amministratori Emanuele Atzeni, Gianni Melis, Alessandro Bianconi e Simone Lochi.
Il fine dell’evento è quello di avvicinare gli astrofili che operano in solitaria da tutte le parti della Sardegna, uniti dalla passione per il cielo notturno ma confinati ad una amicizia sui Social per
incontrarsi, conoscersi e finalmente stare insieme in modo da discutere e condividere le proprie esperienze, desiderio di molti astrofili ed appassionati.
L’evento è rivolto anche al pubblico di curiosi ed appassionati in genere, cui sarà rivolta una particolare attenzione, con attività di osservazione gratuita di tutti i corpi celesti accompagnati dalle descrizioni degli astrofili più esperti che si metteranno a disposizione di grandi e piccini!
Il sito  che accoglierà l’evento è quello del Nuraghe Cuccurada, a pochi km da Mogoro, testimonianza di un antico passato e che farà da cornice ai racconti millenari cui l’uomo si è sempre approcciato: immemori storie universali!
Il sito archeologico presenta ampi spazi per ospitare decine di setup, e che, grazie alla posizione sopraelevata, si presta all’osservazione di tutti i corpi celesti.
Il Nuraghe, perennemente illuminato, visibile dalla SS 131 spegnerà le luci per l’occasione regalando una atmosfera Magica, ricca di storia e fascino.
PROGRAMMA:
  ore 16:00 accoglienza agli Astrofili
  ore 16:30 scelta postazione e installazione Setup
  ore 17:30 accoglienza al pubblico e breve presentazione della serata
  ore 18:00 inizio osservazione SOLARE
  ore 19:00 inizio osservazione LUNARE
  ore 20:00 osservazione del TRAMONTO e pausa cena
  ore 21:00 allineamento al Polo in diretta e breve presentazione della nottata
  ore 21:30 inizio osservazione Planetaria (Saturno e Giove + minori)
  ore 23:00 osservazione della Luna Calante e presentazione della Via Lattea
  ore 24:00 osservazione di oggetti del cielo profondo (nebulose, galassie, etc)
PER PARTECIPARE COME ASTROFILO
Per partecipare come astrofilo si deve possedere uno strumento atto all’osservazione e posizionare il setup prima che tramonti il sole.
È necessario registrarsi in tempo compilando il modulo di adesione presente sul gruppo Facebook G.Fas (utile agli organizzatori per gestire gli spazi). Iscrizione gratuita.
PER PARTECIPARE COME PUBBLICO
Non è necessario prenotare e l’ingresso è gratuito.
Tutto il team G.Fas vi aspetta numerosi ed augura cieli sereni a tutti! 

 

Il cielo di Settembre 2022

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Indice dei contenuti

Settembre ha l’aria malinconica di un mese che sta per portarci alla stagione autunnale: tuttavia il cielo è ancora in grado di offrirci molti oggetti tipici dell’estate boreale, rendendo più piacevole il passaggio di testimone tra una stagione e l’altra, che avverrà ufficialmente giorno 23 settembre alle 03:03 (ora italiana)!
Il dettaglio sulla costellazione del Aquila, del Capricorno e quanto possiamo osservare in queste notti di fine estate, disponibili all’articolo Le Costellazioni di Settembre 2022 a cura di Teresa Molinaro

COSA OFFRE IL CIELO

Clicca sul banner per accedere alle Effemeridi 2022!

Mercurio

01/09
Sorge: h 08:56
Tramonta: h 20:30

30/09
Sorge: h 06:03
Tramonta: h 18:23

Mercurio prosegue il suo cammino celeste sulla scia del mese passato, seguendo il Sole fino ad anticiparne gradualmente il proprio sorgere e tramontare. Il 23 settembre, giorno dell’equinozio d’autunno, il pianeta si troverà in congiunzione inferiore con la stella, separati soltanto da 2°51’, rendendolo inosservabile per alcune settimane, celato dal bagliore solare. In quella data Mercurio accompagnerà la Vergine sedendosi sulla sua spalla, vicino alla stella Zavijava. Alle 8.45 circa passerà al perigeo con un diametro di 10.3”, la sua massima larghezza angolare, tuttavia impossibile da inquadrare data la sua posizione rispetto al Sole.

Venere

01/09
Sorge: h 05:22
Tramonta: h 19:17

30/09
Sorge: h 06:32
Tramonta: h 18:48

Per quasi tutto il mese di Settembre il pianeta sarà difficile da contattare. I pochi momenti apprezzabili riguardano i primi giorni del mese, in cui Venere sarà visibile prima del sorgere del Sole. Dalle 5.30 circa in cui apparirà non oltre gli 8° sopra l’orizzonte sarà possibile osservarlo prima che l’alba faccia capolino un’ora più tardi. Il resto del mese seguirà la nostra stella nel suo moto apparente, separati in alcuni frangenti solo da 6°. Negli ultimi giorni di settembre Venere abbandonerà la costellazione del Leone per salutare la Vergine, incrociando nel suo cammino Mercurio, tuttavia troppo distanti per essere apprezzati insieme.

Marte

01/09
Sorge: h 23:25
Tramonta: h 14:11

30/09
Sorge: h 22:16
Tramonta: h 13:23

Dopo le emozioni regalate ad Agosto, Marte torna protagonista il 17 settembre in congiunzione con la Luna! Intorno alle 3:43 i due corpi celesti saranno alla distanza apparente minima, un fenomeno chiamato in inglese “appulse”. La congiunzione sarà ben visibile ad occhio nudo o con un binocolo, con Aldebaran poco più ad Est a sorvegliare l’evento. La stella, infatti, continua ad essere la compagna di viaggio del pianeta rosso, guardandolo allontanarsi dalla sua vista fino all’arrivo dell’alba, momento in cui il pianeta si staglia 70° sopra il nostro orizzonte. Non perdetevi l’incontro tra Aldebaran e Marte del 9 settembre!

Giove

01/09
Sorge: h 20:44
Tramonta: h 09:06

30/09
Sorge: h 18:42
Tramonta:
h 06:53

Settembre è un mese ideale per osservare il gigante gassoso. Giove sarà visibile dopo il tramonto fino alle prime luci dell’alba, in particolare sarà protagonista della notte dopo i primi 10 giorni di settembre, quando comparirà ad Est alle ore 20. L’11 settembre sarà in congiunzione con una luminosissima Luna, separati solo da 1°48’: vedremo i due astri percorrere le loro traiettorie ravvicinate sotto la costellazione dei Pesci. Il 26 settembre Giove sarà in opposizione, raggiungendo la sua massima altezza verso la mezzanotte.

Saturno

01/09
Sorge: h 18:54
Tramonta:
h 05:09

30/09
Sorge: h 16:56
Tramonta: h 03:07

Il pianeta con gli anelli sarà visibile dai primi giorni di settembre intorno alle ore 20, quando le ultime luci del tramonto svaniscono nella notte e lo vedremo comparire 14° sopra l’orizzonte a sud-est. La Luna ci regala uno spettacolo magnifico frapponendosi il 9 settembre tra i due giganti Giove e Saturno. Quest’ultimo sarà in congiunzione con il nostro satellite l’8 settembre separati da circa 6° quando raggiungeranno il punto più alto alle 23:28, 31° sopra l’orizzonte sud. Negli ultimi giorni del mese svanisce alla nostra vista alle 3:15 circa, nel Capricorno.

Urano

01/09
Sorge: h 22:23
Tramonta: h 12:44

30/09
Sorge: h 20:27
Tramonta: h 10:47

Tra il 14 e il 15 settembre ci aspetta una magnifica occultazione tra Urano e la Luna, visibile dalla nostra penisola! Il pianeta scomparirà dietro al nostro satellite, illuminato al 73%, intorno alle 23:09 per mostrarsi nuovamente un’ora dopo. L’evento risulterà tuttavia difficile da osservare. Per il resto del mese Urano percorrerà la sua traiettoria nel cielo notturno seguendo la costellazione dell’Ariete.

Nettuno

01/09
Sorge: h 20:15
Tramonta: h 08:03

30/09
Sorge: h 18:19
Tramonta: h 06:05

In questo mese Nettuno rimarrà un silenzio spettatore del cielo come in Agosto. Il giorno 16, localizzato nella costellazione dell’Acquario, lo troveremo in opposizione, visibile per quasi tutta la notte. Anche con grandi telescopi non sarà facile osservarlo: per distinguere il suo disco azzurrino abbiamo bisogno di buone condizioni di visibilità, anche quando l’ottavo pianeta si trova nel punto della sua orbita più vicino a noi!

SOLE

 

Previsioni attività solare – Settembre 2022
L’articolo Coelum: Previsioni attività solare – Settembre 2022 a cura di Daniele Bonfiglio sarà disponibile su www.coelum.com i primi giorni di Settembre

LUNA

Settembre regala le ultime nottate estive prima dell’inizio dell’autunno, momenti ideali per dedicarci all’osservazione del nostro satellite naturale. Scopriamo insieme la Luna del mese!

Tutti gli approfondimenti sull’osservazione e i fenomeni celesti legati al nostro satellite disponibili per il mese di Settembre 2022, a cura del nostro autore Francesco Badalotti.

Non perderti l’articolo: Luna di Settembre 2022

COMETE

Facciamo il punto sulla C/2017 K2 PanSTARRS
Un aggiornamento sulla cometa che ci accompagna da diversi mesi!

Per approfondire: Le comete di Settembre 2022 a cura di Claudio Pra

ASTEROIDI

Ad Agosto (704) Interamnia lascerà alle proprie spalle le deboli stelle del Cavallino, (4) Vesta e (198) Ampella si avvicineranno all’Acquario, la prima in direzione della Tibia (Skat) mentre la seconda sorvolando l’ammasso globulare M72.
Trovi tutto qui: Mondi in miniatura – Asteroidi, Settembre 2022 a cura di Marco Iozzi

TRANSITI NOTEVOLI ISS

La ISS – Stazione Spaziale Internazionale sarà rintracciabile nei nostri cieli sia ad orari mattutini che serali. Avremo molti transiti notevoli con magnitudini elevate durante il primo mese d’autunno, sperando come sempre in cieli sereni!

Non perdere la rubrica Transiti notevoli ISS per il mese di Settembre 2022 a cura di Giuseppe Petricca

SUPERNOVAE – AGGIORNAMENTI

Dopo alcuni mesi di “astinenza”, l’Italian Supernovae Search Project mette a segno una nuova scoperta: si tratta di una Nova Extragalattica!

Ritorna l’appuntamento mensile con le nuove scoperte in campo delle Supernovae! Trovi tutto nell’articolo SUPERNOVAE: aggiornamenti Settembre 2022 a cura di Fabio Briganti e Riccardo Mancini

Cieli sereni a tutti!

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SUPERNOVAE: aggiornamenti Settembre 2022

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Finalmente, dopo diversi mesi di astinenza, l’Italian Supernovae Search Project torna a mettere a segno una nuova scoperta. Non si tratta però di una supernova, ma di una Nova Extragalattica.

Nella notte del 4 agosto i componenti del team dell’Osservatorio di Monte Baldo (VR) formato da Raffaele Belligoli, Flavio Castellani e Claudio Marangoni hanno individuato una stella di mag.+16,6 nella famosa galassia di Andromeda M31, a cui è stata assegnata la sigla AT2022qpg = M31N2022-08a.

Immagine della scoperta della Nova in M31 realizzata dal team dell’Osservatorio di Monte Baldo con il telescopio Ritchey-Chretien da 400mm F.8, somma di 24 immagini da 300 secondi.

Abbiamo più volte sottolineato l’eccellente lavoro che gli amici di Monte Baldo stanno portando avanti nel campo delle Novae Extragalattiche, che li vede leader indiscussi in ambito nazionale, ma ai primi posti anche a livello mondiale, secondi solo al grande astrofilo ceco Kamil Hornoch ed al gruppo cinese XOSS capitanato da Xing Gao, che vantano al loro attivo numerose scoperte. Anche il bottino degli scaligeri è comunque di tutto rispetto con ben 18 Novae Extragalattiche!

Spettro della Nova in M31 realizzato da Claudio Balcon con un telescopio Newton da 200mm F.5 dove sono ben evidenti le righe di emissione di Balmer dell’idrogeno intorno ai 4100A, 4340A, 4862A e 6564A

Questa scoperta è comunque molto importante per almeno un paio di motivi. Innanzi tutto si tratta di una Nova scoperta e classificata tutto in casa ISSP, infatti la notte dopo la scoperta, dopo la mezzanotte, quindi il 6 agosto, il bellunese Claudio Balcon è riuscito per primo ad inserire nel Transient Name Server (TNS) lo spettro di conferma dove erano ben visibili ed intense le righe di emissione di Balmer dell’idrogeno, tipico delle Novae.

L’altro motivo degno di grande interesse è dovuto al fatto che il team dell’Osservatorio di Monte Baldo si è accorto subito della coincidenza della posizione della Nova da loro scoperta con la Nova M31N2005-10a scoperta l‘11 ottobre 2005 dagli astronomi americani del Mc Donald Observatory e dall’astrofilo italiano Marco Fiaschi (vedi Atel 627).

Sono stati perciò avviati dei meticolosi controlli e con l’Atel 15545 astrofilo ceco Kamil Hornoch, riprendendo la Nova veronese l’8 agosto con il telescopio da 0,65 metri dell’Astronomical Institute di Odrejov, ha fugato ogni dubbio confermando la coincidenza della posizione.

Si tratta pertanto di una Nova ricorrente, che sono le più seguite e studiate perché considerate potenziali candidate a diventare delle luminosissime supernovae di tipo Ia. Naturalmente non sappiamo quando, ma questa Nova potrebbe esplodere come supernova!

Vista la vicinanza della galassia di Andromeda M31 a soli 2,5 milioni di anni luce, potrebbe raggiungere la visibilità ad occhio nudo, sfiorando la mag.+5 come fu per la prima supernova extragalattica la SN1885A scoperta il 17 agosto 1885.

2) Bellissima immagine della galassia di Andromeda M31 con evidenziata la Nova scoperta dall’Osservatorio di Monte Baldo, realizzata dall’astrofilo spagnolo Rafa Ferrando
Soffermiamo adesso la nostra attenzione su due supernovae scoperte alla fine del mese di luglio.

La prima molto luminosa ed esteticamente accattivante, mentre la seconda ha poco di fotogenico, ma è diventata ad oggi la supernova più luminosa del 2022.

Andiamo per ordine. Nella notte del 22 luglio il programma professionale americano denominato Zwicky Transient Facility (ZTF) individua una debole stellina di mag.+18,6 nella galassia a spirale barrata NGC5894 posta nella costellazione del Drago a circa 120 milioni di anni luce di distanza.

Immagine della SN2022pgf in NGC5894 realizzata il 5 agosto 2022 dall’astrofilo spagnolo Rafa Ferrando

I primi a riprendere lo spettro di questa supernova sono stati gli astronomi americani del Mauna Kea Observatory nelle isole Hawaii utilizzando il telescopio Cassegrain UH88 da 2,2 metri. La SN2022pgf, questa la sigla definitiva assegnata, è una supernova di tipo II molto giovane. La luminosità è infatti aumentata fino a raggiungere il suo massimo il 9 agosto a mag.+14,5. Si tratta pertanto di un facile oggetto da riprendere, posto in una fotogenica galassia a spirale vista di taglio.

La seconda supernova è la SN2022pul scoperta il 26 luglio programma professionale americano di ricerca supernovae denominato All Sky Automated Survey for SuperNovae (ASAS-SN) utilizzando il quadruplo telescopio da 14cm “Cassius” situato al Cerro Tololo Observatory in Cile. Il transiente è stato individuato a mag.+15,9 nella galassia lenticolare NGC4415 posta nella costellazione della Vergine a circa 40 milioni di anni luce di distanza ed è situato nell’alone più periferico, molto distante dal nucleo della galassia.

Immagine della SN2022pul in NGC4415 realizzata il 7 agosto 2022 dall’astrofilo brasiliano Fabio Feijo in remoto dall’Australia dal Siding Spring Observatory utilizzando un telescopio da 500mm F.4,5 e 300 secondi di posa, con la supernova molto vicina al massimo di luminosità

I primi a riprendere lo spettro di questa supernova sono stati, anche in questo caso, gli astronomi americani del Mauna Kea Observatory nelle isole Hawaii, nella notte del 1° agosto, utilizzando il telescopio Cassegrain UH88 da 2,2 metri. Si tratta di una supernova di tipo Ia scoperta circa due settimane prima del massimo, che si è verificato intorno al 10 agosto a mag.+12. Purtroppo la galassia non è molto fotogenica ed in questi giorni di fine di agosto si sta avvicinando alla congiunzione con il Sole ed è pertanto difficilmente osservabile. Riapparirà comunque all’alba a fine settembre con la supernova sempre discretamente luminosa.

Team dell’Osservatorio di Monte Baldo, da sinistra Raffaele Belligoli, Flavio Castellani e Claudio Marangoni
Da parte di Coelum, ancora complimenti a tutto il team di astrofili di Monte Baldo per la Nova scoperta questo agosto!

 

 

Mondi in miniatura – Asteroidi, Settembre 2022

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Fascia Principale: una struttura di forma toroidale che si colloca tra l’orbita di Marte e quella di Giove dove risiede l’assoluta maggioranza degli asteroidi ad oggi conosciuti.

Al contrario di quanto si possa pensare, l’oltre un milione di asteroidi che la compongono sono separati da una gran quantità di spazio.

La fascia è un ambiente altamente dinamico nel quale le collisioni tra asteroidi sono un fenomeno piuttosto frequente (in termini astronomici). Gli impatti più poderosi generano sciami di frammenti in grado di dar vita a vere e proprie Famiglie Asteroidali (vedi cielo del mese di Luglio), che possono arrivare a contare centinaia di membri tra loro accomunati da elementi orbitali simili.

La maggioranza degli asteroidi all’interno della fascia percorre un’orbita a bassa eccentricità con una modesta inclinazione sull’eclittica, non mancano però eccezioni per le quali alcuni di questi (o gruppi) sono caratterizzati da orbite piuttosto eccentriche e inclinate.

Si classificano 3 principali categorie di asteroidi:

  • gli asteroidi carbonacei (Asteroidi di tipo C),
  • gli asteroidi rocciosi (Asteroidi di tipo S),
  • gli asteroidi metallici (Asteroidi di tipo M).

Gli Asteroidi di tipo C costituiscono la maggioranza degli asteroidi conosciuti (il 75%).

Prevalenti nella regione esterna della fascia e considerati i più primitivi, data la composizione (rivelata attraverso l’analisi spettrale) molto simile a quella del Sistema Solare primordiale, questi asteroidi sono molto “scuri” e tendono a riflettere scarsamente la luce solare.

Gli Asteroidi di tipo S, il secondo gruppo in termini di numerosità (il 17%), popolano prevalentemente la fascia interna e sono ricchi di silicati ma poveri di carbonio.

Gli Ateroidi di tipo M costituiscono circa il 10% della popolazione totale della fascia e sono considerati ricchi di metalli in quanto il loro spettro ricorda da vicino quello delle meteoriti ferrose, composte prevalentemente da una lega di ferro e nichel.

Saltuariamente (e inaspettatamente!) capita che un asteroide di fascia principale “metta la coda” e mostri temporaneamente un aspetto cometario. Questo affascinante fenomeno è tutt’ora in fase di studio: in alcuni casi è stato attribuito al rilascio di materiale a seguito di una collisione, in altri alla sublimazione di elementi volatili che vengono esposti in superficie a seguito di piccoli impatti.

Cosa osservare ad Settembre 2022

(3) Juno

(3) Juno è un asteroide di fascia principale che compie un’orbita intorno al Sole ogni 1.590 giorni (4.35 anni) ad una distanza compresa tra le 1.98 e le 3.36 unità astronomiche (rispettivamente, 296.200.000 km al perielio e 502.640.000 km all’afelio).

Deve il suo nome a Giunone, la massima divinità femminile della religione romana.

Scoperto da Karl Ludwig Harding il 1 Settembre 1804, questo imponente asteroide (all’incirca 240 chilometri di diametro) sarà in opposizione il 7 di Settembre. In questo frangente raggiungerà la massima brillantezza con una magnitudine di 7.8.

Il suo moto sarà di 0,69 secondi d’arco al minuto, quindi, per far si che l’oggetto mantenga un aspetto puntiforme nelle  nostre immagini potremo utilizzare tempi di esposizione fino a 5 minuti. Per ottenere  una traccia di movimento dovremo esporre (o integrare) per un tempo più lungo, e con 40 minuti di posa vedremo (3) Juno trasformarsi in una bella striscia luminosa di 28 secondi d’arco.

(216) Kleopatra

(216) Kleopatra è un asteroide di fascia principale che compie un’orbita intorno al Sole ogni 1.710 giorni (4.68 anni) ad una distanza compresa tra le 2.09 e le 3.50 unità astronomiche (rispettivamente, 312.660.000 km al perielio e 523.592.000 km all’afelio).

Deve il suo nome alla regina egizia Cleopatra Tèa Filopàtore, conosciuta anche come Cleopatra VII o più brevemente Cleopatra.

Scoperto da Johann Palisa il 10 aprile 1880, questo grande asteroide (circa 120 Km di diametro) sarà in opposizione il 11 Settembre, momento nel quale raggiungerà la massima luminosità brillando di magnitudine di 9.8.

Il suo moto sarà di 0,59 secondi d’arco al minuto, quindi, per far si che l’oggetto mantenga un aspetto puntiforme nelle  nostre immagini potremo utilizzare tempi di esposizione fino a 5 minuti. Per ottenere  una traccia di movimento dovremo esporre (o integrare) per un tempo più lungo, e con 40 minuti di posa vedremo (216) Kleopatra trasformarsi in una bella striscia luminosa di 24 secondi d’arco.

Selezione di asteroidi (luminosi) in opposizione a Settembre 2022
(24) Themis Magnitudine: 12
(78) Diana Magnitudine: 12
(128) Nemesis Magnitudine: 11
(154) Bertha Magnitudine: 12
(159) Aemilia Magnitudine: 13
(378) Holmia Magnitudine: 13
(770) Bali Magnitudine: 13
(972) Cohnia Magnitudine: 12

 

 

Le Costellazioni di Settembre 2022

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Settembre ha l’aria malinconica di un mese che sta per portarci alla stagione autunnale: tuttavia il cielo è ancora in grado di offrirci molti oggetti tipici dell’estate boreale, rendendo più piacevole il passaggio di testimone tra una stagione e l’altra, che avverrà ufficialmente giorno 23 settembre alle 03:03 (ora italiana)!

In questo mese potremo ancora ammirare le costellazioni estive come il Sagittario, lo Scorpione, Ercole, l’Aquila, il Cigno, la Lira, mentre verso Ovest assisteremo al lento declino del Boote con la stella Arturo.

A Nord-Est e Nord-Ovest saranno sempre visibili le costellazioni di Andromeda, Cefeo, Perseo, Cassiopea e ancora l’Orsa Maggiore con l’asterismo del Grande Carro e l’Orsa Minore.

Nel cielo di settembre potremo osservare il Triangolo Estivo ancora alto nel cielo nella prima parte della serata mentre non sarà difficile imbattersi nella maestosa bellezza della nostra Galassia: la Via Lattea infatti si staglia nel cielo già dopo il tramonto, a patto che ci si rechi in un luogo adeguato all’osservazione e quindi privo di qualsiasi tipo di disturbo.

Percorrendo con gli occhi la volta celeste e concentrandosi nei pressi della costellazione di Andromeda non sarà difficile individuare un’altra galassia, una delle più conosciute e amate da astrofili e astrofotografi: M31, la galassia di Andromeda, che appare già ad occhio nudo come un batuffolo luminoso, ancor più apprezzabile se ci si avvale dell’aiuto di un binocolo o di un telescopio.

L’AQUILA NEL CIELO DI SETTEMBRE

Tra gli astri che brillano nel cielo di settembre troviamo ancora Altair, stella alfa dell’Aquila.
La costellazione, attraversata dalla Via Lattea, è tipica dell’estate boreale e si trova a cavallo dell’equatore celeste.

Alpha Aquila, conosciuta con il nome di Altair, è una stella bianca con magnitudine apparente di 0.77 e questo ne fa la dodicesima stella più brillante del cielo, con una distanza dalla Terra di soli 17 anni luce.
Insieme a Vega della Lira e Deneb del Cigno, Altair costituisce uno dei vertici del Triangolo Estivo.

OGGETTI NON STELLARI NELL’AQUILA

La costellazione dell’Aquila non contiene oggetti del catalogo Messier ma ospita al suo interno due ammassi aperti come NGC 6709 e NGC 6755, l’ammasso globulare NGC 6760, la nebulosa planetaria NGC 6781 e la nebulosa Phantom Streak (NGC 6741) oltre alla galassia NGC 6814.

Nell’Aquila è presente anche la Nebulosa oscura E, composta da due sistemi nebulosi separati fra loro e visibili con un telescopio anche amatoriale: B 142 e B 143.

Nebulosa oscura E.
Credit: Fabio Di Stefano.
L’AQUILA NELLA MITOLOGIA

Rappresentata come l’uccello mitologico caro a Zeus, nella mitologia greca e romana l’Aquila è protagonista di molte leggende.
Una delle leggende più diffuse narra che il rapace era utilizzato dal padre degli dei per riportare indietro i fulmini che egli scagliava contro chi osava disobbedirgli.

Un’altra versione del mito ci racconta che Zeus si trasformò in un’aquila per rapire il giovane Ganimede e portarlo nell’Olimpo affinché svolgesse il ruolo di coppiere degli dei mentre, secondo un’altra conturbante storia, l’inguaribile seduttore Zeus s’incapricciò della dea Nemesi e per riuscire a possederla messe a punto un piano con l’aiuto di Afrodite la quale venne trasformata in un’aquila per fingere di dare la caccia al bellissimo cigno nel quale si era trasformato Zeus.

Il padre degli dei cercò quindi rifugio tra le braccia della bella Nemesi e riuscì finalmente nell’intento di possederla. A memoria del buon esito del piano, Zeus pose il Cigno e l’Aquila a brillare tra le stelle in eterno.
Il CAPRICORNO NEL CIELO DI SETTEMBRE

Posta a metà tra il Sagittario e l’Acquario troviamo la più piccola delle costellazioni zodiacali, il Capricorno.
L’oggetto transita al meridiano proprio nel mese di settembre e rimane ben visibile per gran parte del periodo autunnale.

Nonostante la costellazioni non spicchi in luminosità e grandezza, alcune delle stelle che la compongono sono abbastanza brillanti da essere individuate in una sorta di triangolo che si compone ad Est del Sagittario: si tratta di Algedi (α Capricorni), Deneb Algedi (delta Capricorni) e ω Capricorni.

La stella Algedi è una delle stelle multiple più note e osservate del cielo; le due componenti primarie, due stelle gialle, possono essere risolte già con piccole strumentazioni mentre con l’utilizzo di un telescopio si scopre che entrambe le componenti sono a loro volta doppie.

Sistema multiplo di Algedi. Credit: credits www.constellation-guide.com
OGGETTI NON STELLARI NEL CAPRICORNO

La costellazione del Capricorno non vanta la presenza di particolari oggetti del profondo cielo, in compenso si segnala l’ammasso globulare M30, situato a Sud-Est della costellazione e che in condizioni di cielo ottimali può essere individuato anche con un binocolo: cerchiamolo senza però aspettarci chissà quali dettagli i quali invece possono essere rilevati attraverso un telescopio che abbia una discreta apertura.

IL CAPRICORNO NELLA MITOLOGIA

Figura dall’aspetto insolito e ambiguo, il Capricorno si presenta come una creatura con la testa e le zampe anteriori di una capra e la coda di un pesce.

I greci identificavano la “capra cornuta” con il dio Pan: egli prese parte alla lotta contro i Titani, suggerendo agli dei di trasformarsi in animali per poter mimetizzarsi più facilmente, assumendo lui stesso sembianze per metà anfibie. Durante la battaglia finale Zeus dovette affrontare Tefeo il quale recise i nervi di mani e gambe del padre degli dei; a soccorrerlo furono Ermes e Pan e grazie al loro aiuto Zeus poté sconfiggere il mostro utilizzando la sua folgore, seppellendo Tefeo nelle viscere del Monte Etna che divenne un vulcano proprio per via del respiro infuocato del mostro.

Per ringraziare Pan dello stratagemma delle metamorfosi, rivelatosi utile alla vittoria degli dei contro i Titani, Zeus collocò il dio sulla volta celeste nelle sembianze del Capricorno.

Le Comete di Settembre 2022

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Facciamo il punto sulla C/2017 K2 PanSTARRS

Siamo giunti al termine del lunghissimo periodo di visibilità della C/2017 K2 PanSTARRS, ancora purtroppo protagonista unica a settembre.

Avviata al perielio del 19 dicembre si abbasserà sempre sull’orizzonte, scomparendo tra la luce solare dei cieli del Nord Italia già verso metà mese, mentre nell’estremo Sud la si potrà osservare per tutto il mese.

Partendo dallo Scorpione, vicina alla stella Delta Scorpii (Dschubba), valicherà i confini del Lupo il giorno 21. La sua luminosità continuerà ad aggirarsi attorno all’ottava grandezza ed andrà osservata a all’inizio della notte astronomica.

La Posizione della K2 PanSTARRS in settembre alle 21.30 ora estiva. Le stelle più deboli sono di mag. 8

Transiti notevoli ISS per il mese di Settembre 2022

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La ISSStazione Spaziale Internazionale sarà rintracciabile nei nostri cieli sia ad orari mattutini che serali. Avremo molti transiti notevoli con magnitudini elevate durante il primo mese d’autunno, sperando come sempre in cieli sereni!

9 Settembre

Si inizierà il giorno 9 Settembre, dalle 05:24 verso NO alle 05:32 verso ESE. Visibilità perfetta da tutta la nazione, con magnitudine di picco a -3.6. Osservabile senza problemi, meteo permettendo.
11 Settembre

Si replica l’11 Settembre, dalle 05:25 in direzione OSO alle 05:31 in direzione SE. Questo sarà un transito ottimale per le regioni occidentali della nazione. Magnitudine massima di -3.4. Se osservata dal Centro Italia la ISS transiterà vicina alla coppia Luna/Giove.
15 Settembre

Il transito successivo si avrà il 15 Settembre, con la Stazione Spaziale che transiterà dalle 20:24 alle 20:32, da SO a E. Un transito ottimale per il Centro-Sud Italia, con magnitudine massima a -3.5.
17 Settembre

L’ultimo transito notevole si avrà il 17 Settembre, osservabile nuovamente da tutto il paese, dalle 20:22 alle 20:31, da OSO a NE. La ISS, con magnitudine massima a -3.7, effettuerà il miglior transito serale del mese.

N.B. Le direzioni visibili per ogni transito sono riferite ad un punto centrato sulla penisola, nel centro Italia, costa tirrenica. Considerate uno scarto ± 1-5 minuti dagli orari sopra scritti, a causa del grande anticipo con il quale sono stati calcolati.

 

Un passo verso la Luna: Artemis 1 pronto al decollo

Tutto pronto per il lancio della prima missione Artemis,
con l’obiettivo di riportare nei prossimi anni
l’uomo
sulla Luna!

Artemis 1 è la prima di una serie di missioni con lo scopo di riportare l’uomo sulla Luna in modo permanente, iniziando un nuovo ciclo di esplorazione lunare dopo le famose missioni Apollo. Non a caso Artemis prende il nome di Artemide, sorella di Apollo e personificazione della Luna crescente.
Questo primo lancio sarà un importante test per verificare il funzionamento della strumentazione di bordo e della capsula Orion, oltre alla raccolta dati di alcuni esperimenti in orbita.
Le aspettative sono altissime: il primo passo per riportare degli astronauti sul nostro satellite sta per essere compiuto.

A bordo del veicolo spaziale

L’enorme Space Launch System (Sls) di 98 metri è il razzo più potente mai costruito fino a questo momento dalla Nasa, con lo scopo di portare in orbita la capsula Orion.
Artemis I traccia una linea importante negli obiettivi a lungo termine della NASA per l’esplorazione spaziale, aprendo la strada ai primi passi sul suolo lunare alla prima donna e alla prima persona di colore sulla Luna entro il 2025, all’esplorazione della superficie del nostro satellite, gettando le basi per viaggi verso mete più complesse come Marte.
Per questo motivo il razzo spaziale è progettato per portare in orbita enormi carichi.

Space Launch System della missione Artemis 1.
Credits NASA

In questo primo test nella capsula Orion saranno presenti dei passeggeri: per i primi astronauti umani dovremo aspettare ancora perché in questo caso a bordo ci saranno 3 manichini! La loro presenza è tuttavia fondamentale per il monitoraggio di alcuni parametri  da valutare per le missioni future.
Dati relativi a radiazioni, vibrazioni ed accelerazioni raccolti tramite sensori integrati sono una risorsa essenziale per la sicurezza in volo degli astronauti. Un esempio rilevante è dato dal corpo femminile, più soggetto alle radiazioni rispetto a quello maschile: non è un caso che due dei tre manichini siano busti umani femminili.

Studiare l’effetto delle radiazioni è utile per gli effetti sugli esseri umani ma in generale anche per le altre forme di vita. A bordo dello Space Launch System sono presenti 10 mini satelliti Cubesat. In particolare uno di questi, BioSentinel, trasporta cellule di lievito: il satellite, separandosi dalla capsula Orion per dirigersi verso il Sole, raccoglierà più dati possibili sull’influenza delle radiazioni sulle cellule in analisi.

Le fasi di volo

Il decollo è previsto alle ore 14.30 circa presso il complesso di lancio 39B del Kennedy Space Center di Cape Canaveral, lo stesso delle missioni Apollo. Block 1 è il nome della configurazione di SLS, composto da due razzi a combustibile solido in grado di sprigionare la potenza necessario per il decollo, insieme al core stage composto da quattro propulsori. All’altezza di 160 km la capsula Orion verrà sganciata dal sistema Block 1 e utilizzerà il secondo stadio dell’Sls per percorrere i 385 mila chilometri di distanza verso la Luna.

Abbandonata l’orbita terrestre Orion compirà una serie di voli ravvicinati (flyby) non soltanto per testare la strumentazioni di bordo ma anche per verificare il sistema di comunicazioni con il nostro pianeta. La durata della missione prevista è di 42 giorni prima dello splashdown sulla Terra e il recupero dei manichini all’interno della capsula.

Cosa riserva il futuro

Tre sono al momento le missioni finanziate dalla Nasa in collaborazione con l’agenzia spaziale europea, canadese e giapponese. Artemis 2 in programma per il 2024 prevede la presenza di astronauti a bordo di Orion che non atterreranno sulla Luna ma orbiteranno intorno ad essa. L’allunaggio è previsto con Artemis 3 in uno dei 13 siti candidati recentemente annunciati dalla Nasa. L’Esa parteciperà alla missione con 3 astronauti che verranno scelti dai 7 dell’attuale equipaggio, di cui fa parte anche Samantha Cristoforetti. Nelle due settimane previste sul suolo lunare, oltre al campionamento del ghiaccio presente e ad una serie di esperimenti e osservazioni, è prevista l’installazione di alcune apparecchiature aggiuntive, tra cui un rover controllabile a distanza.

Siti candidati per l’allunaggio.
Credit: Nasa.

 

Tutto pronto per la diretta!

ATTENZIONE: COUNTDOWN SOSPESO PER UN PROBLEMA TECNICO AL MOTORE. LANCIO SLITTATO AL 02 SETTEMBRE

Luna di Settembre 2022

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Settembre regala le ultime nottate estive prima dell’inizio dell’autunno. Scopriamo insieme la Luna del mese!

Chiuso lo scorso mese di Agosto col Novilunio del giorno 27 prosegue la fase di Luna crescente, portando il nostro satellite nelle migliori condizioni osservative che culmineranno col Primo Quarto del 3 Settembre alle ore 20:08.
Fin dall’inizio di questo nuovo mese gli appassionati di osservazioni lunari avranno l’occasione di puntare i loro strumenti verso la Luna.

Nel caso specifico, all’ora indicata, il nostro satellite si troverà ad un’altezza iniziale di +20° rendendosi visibile nel cielo di sudovest fino alle ore 23:22, quando scenderà sotto l’orizzonte.
Nonostante quanto scritto finora in merito alle innumerevoli strutture superficiali osservabili in Primo Quarto vorrei ora tornare alla precedente serata, il 2 Settembre, con la Luna in fase di 6.4 giorni.
Focalizziamo l’attenzione sull’area del mare Nectaris, una regione relativamente pianeggiante con superficie di 100.000 kmq (diametro 360 km circa) la cui origine viene ricondotta al periodo geologico Nectariano collocato a 3,9 miliardi di anni fa e situata nel settore sudorientale lunare.

Mare Nectaris. Credit: Francesco Badalotti
Mare Nectaris

Sovrapponiamo ora l’immagine telescopica del mare Nectaris ad una porzione del globo terrestre di Google Earth centrata sulla città di Milano ed avremo una ulteriore conferma di come possa variare la percezione delle effettive dimensioni di una qualsiasi struttura lunare rispetto ad una corrispondente area situata sul nostro pianeta.
Come è possibile constatare dalle immagini, la zona occupata dal mare Nectaris sarebbe delimitata da una circonferenza estesa dal Gruppo del Monte Bianco alle città di Cuneo, La Spezia, Modena/Bologna, Vicenza, Trento, Vaduz e il Lago di Lucerna in Svizzera.

Ma, visto che siamo in argomento, si potrebbe anche ipotizzare di sovrapporre i tre spettacolari crateri Theophilus, Cyrillus, Catharina (lato ovest di Nectaris) sulla porzione centrale della Pianura Padana.
Constatiamo come quei tre crateri così ravvicinati tra loro e minuti nell’oculare di un telescopio, nonostante i loro diametri intorno ai 100 km, si estendano teoricamente su un’area corrispondente a gran parte del Catino Padano, dalla città di Asti fino alla costa Adriatica (Delta del Po) o da Livorno fino all’Alta Valtellina.
Per non parlare poi del singolo cratere Theophilus (diametro 104 km) la cui sovrapposizione centrata sulla città di Milano andrebbe ad interessare una circonferenza estesa a buona parte della Lombardia: uno spettacolo grandioso con le sue pareti che si innalzano fino ai 4400 mt circa.
In ogni caso la regione del mare Nectaris si rivelerà senz’altro molto interessante anche in relazione ai due o più anelli concentrici facilmente individuabili ancora oggi, di cui il più evidente è costituito dalla ripida, spettacolare ed imponente scarpata della Rupes Altai estesa per circa 500 km ed alta intorno ai 1000/1500 mt.
Tali strutture concentriche, di cui l’anello più esterno corre dal cratere Piccolomini fino alla confluenza del Sinus Asperitatis nel sud del mare Tranquillitatis, devono la loro formazione alla propagazione delle onde d’urto in seguito agli sconvolgimenti all’origine del bacino di Nectaris verificatisi circa 3,9 miliardi di anni fa nel periodo geologico Nectariano.

Luna in Plenilunio

Proseguendo nella fase di Luna crescente, alle ore 11:59 del 10 Settembre il nostro satellite sarà in Plenilunio ma a -53° sotto l’orizzonte, alla distanza di 374246 km dal nostro pianeta e con diametro apparente di 31,93’. Per eventuali osservazioni col telescopio basterà attendere la medesima serata del 10 Settembre quando alle ore 19:56 sorgerà il disco della Luna Piena contestualmente al tramonto del Sole, rendendosi pertanto a nostra disposizione fino all’alba del mattino seguente, quando cederà il posto all’astro del giorno.

Questo Plenilunio potrà costituire una buona occasione per effettuare alcune interessanti osservazioni. Infatti il punto di massima Librazione si troverà in prossimità dell’area fra il cratere Endymion ed il mare Humboldtianum con la concreta possibilità di individuare strutture crateriformi la cui visibilità è in stretta relazione con le Librazioni.
Inoltre, ma in posizione diametralmente opposta, lo spettacolare e fotogenico quartetto composto dai crateri ravvicinati Schickard (233 km), Nasmyth (80 km), Phocylides (117 km), Wargentin (87 km), quest’ultimo con l’interessante peculiarità di una platea ricolma di materiale lavico e notevolmente rialzata, fin quasi alla sommità delle sue pareti le quali emergono solamente per circa 300 mt.

Ripartita la fase calante, alle ore 23:52 del 17 Settembre sarà in Ultimo Quarto dopo essere sorta alle ore 23:16 rendendosi pertanto visibile fino all’alba del mattino seguente. Nonostante non coincida col punto di massima Librazione, potrà rivelarsi molto interessante l’osservazione della più estesa struttura crateriforme esistente sull’emisfero lunare rivolto verso la Terra. Si tratta di Bailly, una immensa formazione geologica proveniente dal periodo Nectariano (3,9 miliardi di anni fa) di 311 km di diametro e situata in prossimità del bordo lunare sud-sudovest al confine con l’altro emisfero.
All’osservazione telescopica sarà possibile individuare una notevole quantità di crateri di ogni dimensione letteralmente sovrapposti sia sulle sue pareti che sul fondo di questa vastissima struttura, segno inequivocabile dell’intenso bombardamento meteoritico verificatosi in epoche remotissime.

Ormai destinato a sprofondare sempre più nelle ore della notte, il nostro satellite sarà in Novilunio alle ore 23:54 del 25 Settembre, finalmente con la contestuale ed immediata ripartenza di un nuovo ciclo che lo riporterà progressivamente fuori dalle tenebre della lunga notte lunare per avvicinarsi sempre più alle migliori condizioni osservative nei primi giorni del prossimo mese, ma ne riparleremo.

Le Falci lunari di Settembre

Appuntamento per chi segue le falci lunari per la notte del 22 Settembre con una falce di 25,6 giorni che sorgerà alle ore 03:01 fra le stelle del Cancro e del Leone. Volendo effettuare osservazioni col telescopio se ne percepirà la netta distinzione fra gli scuri basalti di Procellarum, in contrasto con le più chiare rocce anortositiche degli altipiani di ovest-sudovest nei quali è sempre inconfondibile la spettacolare “macchia nera” del grande cratere Grimaldi di 228 km di diametro.
Inoltre sarà un’ottima occasione per scandagliare la regione dei crateri Drygalski e Le Gentil sull’estremo bordo meridionale in prossimità del polo sud della Luna e col notevole contributo del punto di massima Librazione proprio da quelle parti.

La notte successiva, il 23 Settembre, sorgerà alle ore 04:05 una falce in fase di 26,7 giorni con la possibilità di scandagliare gli innumerevoli dettagli del cratere Bailly ristretto fra la linea del terminatore ed il bordo lunare ed in coincidenza col punto di massima Librazione.

Una falce ancora più sottile sorgerà il 24 Settembre alle ore 05:10 in fase di 27,8 giorni, ma in questo caso l’esiguo margine di tempo prima che la luce del Sole abbia il sopravvento consentirà solo alcune veloci foto attuando ogni precauzione per non intercettare la luce solare.

Per quanto riguarda la fase crescente, appuntamento per il 27 Settembre con una falce di 1,8 giorni che tramonterà alle ore 19:53. Considerata la vicinanza di questa falce al tramonto del Sole anche in questo caso sarà indispensabile attuare ogni specifica precauzione in caso di riprese visuali o fotografiche.

Ulteriore ed ultimo appuntamento di questo mese per il tardo pomeriggio del 28 Settembre con una falce di 2,8 giorni che alle ore 20:17 scenderà sotto l’orizzonte. Nel caso specifico saranno già possibili dettagliate osservazioni di un gran numero di strutture superficiali tra cui il settore nordest, l’area del mare Crisium e gli imponenti crateri situati lungo il bordo est del mare Fecounditatis (Langrenus, Vendelinus, Petavius, Furnerius) fino al settore sudorientale unitamente alle rispettive cuspidi nord e sud. Per questa tipologia di osservazioni, oltre agli ormai noti parametri osservativi, risulterà determinante disporre di un orizzonte il più possibile libero da ostacoli.

Librazioni di Agosto

(In ordine di calendario, per i dettagli vedere le rispettive immagini).

Si precisa che, per ovvi motivi, non vengono indicati i giorni in cui i punti di massima Librazione si discostano dalla superficie lunare illuminata dal Sole.

Librazioni Regione Polare Nord:

  • 07 Settembre. Fase 11,34 giorni – Massima Librazione: nord cratere Baillaud.
  • 08 Settembre. Fase 12,36 giorni – Massima Librazione: nordest cratere Cusanus.

    Librazioni del 7 e 8 settembre. Mappe di F. Badalotti su immagini tratte dal globo di “Virtual Moon Atlas”

Librazioni Regione Nordest:

  • 09 Settembre. Fase 13,38 giorni – Massima Librazione: nord mare Humboldtianum.
  • 10 Settembre. Fase 14,40 giorni – Massima Librazione: est cratere Endymion.

    Librazioni del 9-10 settembre. Mappe di F. Badalotti su immagini tratte dal globo di “Virtual Moon Atlas”

Librazioni Regione Polare Sud:

  • 22 Settembre. Fase 25,70 giorni – Massima Librazione: sud cratere Drygalski.
  • 23 Settembre. Fase 26,74 giorni – Massima Librazione: sud cratere Bailly.
  • 24 Settembre. Fase 27,79 giorni – Massima Librazione: ovest cratere Hausen.

    Librazioni del 22-23-24 settembre. Mappe di F. Badalotti su immagini tratte dal globo di “Virtual Moon Atlas”

Invito riservato alle Associazioni – celebrazioni 25 anni

Alle Associazioni e Gruppi di Astrofili e Gruppi 

alla c.a. di presidenti e direttori

Nel prossimo mese di settembre Coelum Astronomia, nato nel 1997 taglierà un traguardo importante arrivando ai 25 anni di pubblicazioni, un risultato che consideriamo di prestigio e che celebreremo con una vera e propria festa alla quale abbiamo il piacere di invitarvi. Fissata per il 18 settembre in una location davvero suggestiva, nell’arco della giornata saranno programmati interventi di protagonisti di Coelum e di rappresentanti delle istituzioni.
Sarà l’occasione per brindare insieme anche ai prossimi 25 anni di pubblicazioni! Alla festa saranno  inoltre invitati i principali collaboratori di Coelum e i lettori più appassionati. Un modo per ritrovarsi, dopo questi anni difficili, o per conoscersi finalmente di persona se non se ne aveva avuto l’opportunità prima.

Location
I festeggiamenti per i 25 anni di Coelum Astronomia si terranno a Esantoglia (MC) nello storico Palazzo di Malcavalca (qui la mappa) e saranno ospitati all’interno della manifestazione Galassica 2022 – Festival dell’Astronomia.

Programma 18 settembre 2022
Ecco un breve programma della giornata:
ore 09:00 accoglienza
ore 09:15 inizio conferenze
ore 13:00 pausa pranzo
ore 15:00 Inizio festeggiamenti Coelum Astronomia (interventi e ringraziamenti)
ore 18:00 Brindisi al buffet
ore 19:30 chiusura celebrazioni

Nelle prossime settimane, aggiungeremo dettagli che sarà nostra cura mettere a disposizione degli ospiti.

Il link per la conferma di partecipazione è stato inviato tramite mail direttamente nelle caselle email delle associazioni. In caso di mancata ricezione vi invitiamo a controllare nella cartella spam o contattare la Redazione per la segnalazione, scrivendo a coelumastro@coelum.com 

Note Importanti sulle prenotazioni

  • Termine ulltimo prenotazioni associazione 03 settembre 2022.
  • Massimo posti prenotabili per associazione n°3.
  • Massimo posti messi a disposizione per le associazioni n°50.

Allo scadere delle prenotazioni i posti rimasti liberi saranno messi a disposizione del pubblico. Le prenotazioni per il pubblico saranno aperte a partire dal giorno 04 settembre.

Giove immortalato dal James Webb Telescope

Nuove entusiasmanti immagini rivelano il gigante gassoso in tutto il suo splendore: aurore ai poli, tempeste colossali, nebbie e satelliti!

Il James Webb Telescope continua a sorprenderci con nuove meravigliose immagini nonostante la sua attività sia iniziata da poco tempo. Le lenti del telescopio hanno osservato Giove in tutta la sua magnificenza, evidenziando le aurore ai poli, le sue tempeste, gli anelli e persino due piccoli satelliti!
“Non ci aspettavamo davvero che fosse così bello, ad essere onesti”, ha commentato Imke de Pater dell’Università della California, che ha condotto le osservazioni insieme a Thierry Fouchet, dell’Osservatorio di Parigi. “È davvero straordinario poter vedere i dettagli su Giove insieme ai suoi anelli, ai minuscoli satelliti e persino alle galassie in un’unica immagine”.

L’atmosfera del pianeta gassoso

Le due nuove immagini e i dati analizzati dai ricercatori sono stati raccolti dalla Near-Infrared Camera (NirCam), composta da tre filtri a infrarossi. La radiazione infrarossa risulta invisibile ai nostri occhi ed è necessario rielaborare e mappare nelle lunghezze d’onda dello spettro visibile per poter ammirare le immagini con i nostri occhi. In generale le lunghezze d’onda più lunghe appaiono più rosse, mentre quelle più corte sono più blu.

Immagine ottenuta dalla Webb Nircam da tre differenti filtri e allineamento dovuto alla rotazione del pianeta.
Credit: NASA, ESA, CSA, Jupiter ERS Team; immagine elaborata da Judy Schmidt.

I tre filtri utilizzati rivelano l’intensa attività che avviene nell’atmosfera gioviana. Nella foto, infatti, sono presenti al polo settentrionale e al polo meridionale delle aurore che si estendono fino ad alta quota. E’ possibile notarle con colori più rossi (corrispondenti a lunghezza d’onda infrarosse più lunghe) che evidenziano la luce riflessa dalle nubi inferiori e dalle foschie superiori. Un filtro con i colori giallo e verde mostra foschie turbinanti intorno ai due poli! Il terzo filtro, dal colore blu, evidenzia la luce riflessa da una più profonda nube.
La nota Grande Macchia Rossa, la più famosa tempesta di Giove, appare invece bianca così come le altri nubi: la spiegazione è dovuta al fatto che queste nubi riflettono moltissima della luce solare.

“La luminosità qui indica l’alta quota, quindi la Grande Macchia Rossa ha foschie ad alta quota, così come la regione equatoriale”, ha affermato Heidi Hammel, scienziata interdisciplinare Webb per le osservazioni del sistema solare. “Le numerose ‘macchie’ e ‘striature’ bianche luminose sono probabilmente cime nuvolose ad alta quota di tempeste convettive condensate”. Al contrario, i nastri scuri a nord della regione equatoriale hanno poca copertura di nubi.

Anelli e satelliti

Nell’altra immagine a campo largo fornita è possibile notare alcuni interessanti dettagli nei pressi del pianeta. Sono visibili i deboli anelli che circondano Giove, poco evidenti rispetto a quelli di Saturno e circa un milione di volte meno visibili rispetto all’atmosfera del pianeta. Più distanti si possono notare due piccole lune del pianeta, Amalthea e Adrastea. Compaiono anche due macchie poco luminose sullo sfondo: probabilmente due galassie che il James Webb Telescope non può far a meno di immortalare grazie alla sua incredibile sensibilità.

La missione del James Webb Telescope mostra l’importanza della collaborazione non solo tra enti di ricerca, ma anche tra cittadini ed appassionati di tutto il mondo. Un contributo fondamentale alle immagini processate è dato, ad esempio, da una citizen scientist di Modesto, California, Judy Schmidt. Da 10 anni, dopo aver partecipato ad un contest dell’Esa ha fornito un contributo importante all’image processing dell’Hubble e ora del Webb Telescope. In questo caso, Judy racconta, l’operazione di sovrapposizione delle immagini era particolarmente impegnativa, a causa della rotazione veloce del pianeta attorno al proprio asse.
A noi non rimane che meravigliarci con gli sviluppi che l’esplorazione spaziale riserverà per il prossimo futuro.

Immagine ottenuta da due filtri dalla camera infrarossi del Webb Telescope di una porzione del sistema gioviano. Credit: NASA, ESA, CSA, Jupiter ERS Team; immagine processata da Ricardo Hueso (UPV/EHU) e Judy Schmidt.

 

 

“Per Desiderio”, il docufilm che indaga il nostro personale rapporto con il cielo

Dall’amore per il cielo nascono grandi cose!

Fin dagli albori dell’umanità l’uomo ha stabilito un legame speciale con il cielo: il gesto di osservare la volta celeste ha assunto nei millenni i più vari significati, fino ai giorni nostri.

Per i nostri antenati e per gli antichi popoli l’osservazione del cielo stabiliva le basi necessarie per potersi orientare, scandire lo scorrere del tempo e delle stagioni, gestire il ciclo di semine e raccolti.

Per gli antichi scienziati il cielo rappresentava una fonte da cui acquisire le informazioni necessarie alla conoscenza dell’universo mentre i filosofi, i letterati e i poeti hanno trovato l’ispirazione per importanti riflessioni e opere letterarie.

Il cielo è e continua ad essere una fonte fondamentale d’ispirazione per l’uomo.

Per alcuni più che per altri.

Chi si perde nello spazio infinito in cui si dispiega la volta celeste, osservando, studiando e fotografando sa che i limiti non esistono, sa che le vere barriere sono quelle create dall’uomo. Le grandi menti e le grandi anime sanno andare oltre.

Dall’interesse e dall’amore per il cielo nascono cose bellissime: sogni, idee straordinarie, come quella avuta da Paola Tricomi, che ha da poco conseguito il suo Dottorato presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, nonché scrittrice e amante delle fotografie celesti.

Dalla sua mente geniale, dalla sua anima luminosa, dal suo amore per il cielo ha preso luce un sogno, tramutatosi nell’idea di realizzare un progetto: un docufilm sulle immagini letterarie, poetiche, fotografiche e astrofisiche del cielo, intitolato “Per desiderio”.

La sceneggiatura di Paola Tricomi, Francesca Moscarella e Andrea Orlando, ricercatore e divulgatore scientifico e protagonista anch’esso del docufilm, con la produzione di Ecoframes Production, narra il cielo da diverse prospettive: “Per desiderio” è un sogno che si concretizza con i racconti dei vari protagonisti che prenderanno parte alla storia: astrofisici, astrofotografi e… un astronauta!

Alla produzione ha preso parte anche l’astrofotografa Teresa Molinaro (collaboratrice Coelum e autrice della rubrica mensile “Le Costellazioni del mese”) che ci racconta di questo progetto.

La narrazione del docufilm si dirama tra racconti, esperienze, fotografie al fine di ricostruire un flusso di spunti interessanti dal punto di vista scientifico, poetico, fotografico.

Iridescenze lunari e Pleiadi (credit Teresa Molinaro)

Teresa Molinaro si racconterà attraverso le sue foto (molte delle quali pubblicate anche su Coelum Astronomia, oltre che da riviste fotografiche e dal sito scientifico epod.usra.edu) e verrà intervistata da Paola e Andrea svelando aneddoti che sottolineano il suo stretto legame con il cielo e di come coniuga scienza e arte fotografica nei suoi lavori, collocando i fenomeni celesti in un contesto anche paesaggistico e territoriale.

«È stato veramente emozionante prendere parte al docufilm “Per desiderio”: quando Paola Tricomi mi ha contattata per propormi di partecipare non ho esitato a rispondere di sì! Ero davvero sorpresa che questa volta fosse il mio amore per il cielo a venirmi incontro, io che mi perdo tra i sentieri celesti da quando ero bambina, ma con il progetto di Paola tutto ha assunto un significato più profondo.

Incontrarla sul mio cammino mi ha davvero aperto un mondo, ne sono felice, così come lo sono di aver conosciuto coloro che lavorano per la realizzazione del docufilm con molta dedizione e professionalità. Parlare del cielo con persone che come me lo amano sotto diversi punti di vista è stato interessante, affascinante. Credo che il cielo sia lì per tutti, ma non tutti dispongono della stessa sensibilità nell’osservarlo, perdendosi la magia che ogni giorno si compie sopra le nostre teste» ci racconta Molinaro.

Conosceremo dunque Teresa Molinaro nella sua veste di astrofotografa e grande amante del cielo in tutte le sue sfumature e, come accennavamo, anche un astronauta sarà protagonista di questo affascinante progetto che è “Per desiderio”: si tratta di Luca Parmitano!

credit: “Per desiderio”

Con le sue missioni nello Spazio a bordo della ISS egli è stato in grado di offrire un punto di vista “privilegiato” di osservatore del cielo e della Terra, e con il suo spiccato senso di protezione per questo pianeta ha saputo parlare soprattutto ai giovani, offrendo spunti di riflessione e invitandoli più volte a non restare indifferenti davanti alle cause ambientali e climatiche.

Siamo certi che “Per desiderio” saprà prendervi per mano per condurvi in un viaggio davvero emozionante attraverso storia, letteratura, scienza, arte, passione.

Per conoscere tutti gli altri protagonisti del docufilm e per non perdervi nessuna novità segnaliamo i link su cui seguire “Per Desiderio”: https://perdesiderio.com/

https://www.facebook.com/Per-desiderio-Docufilm-108741438344686

https://www.instagram.com/perdesideriodocufilm/

A questo link il teaser del docufilm: https://youtu.be/VJ6xE3BmlKg

Inoltre:

Visita il sito epod.usra.edu che più volte ha scelto gli  scatti dell’autrice Teresa Molinaro come “Foto del giorno della Scienza della Terra” (EPOD)

AGGIORNAMENTO con il transito di Tethys – La ripresa del transito di Giapeto di fronte a Saturno

Aggiornamento del 23/08

Il transito di Tethys e l’ombra su Saturno catturato da Cristian Fattinnanzi che ci scrive dopo aver letto del passaggio di Giapeto

Lo scorso 5 agosto abbiamo parlato del transito di Giapeto di fronte a Saturno, ripreso da Antonio Piras [l’articolo completo e le immagini qui sotto].

Non meno affasciante, il transito di Teti e la sua ombra proiettata sul pianeta ad anelli!

Clicca sull’immagine per accedere al video

Il commento di Fattinnanzi, autore di queste immagini:

“La ripresa è stata realizzata con un newton da 36cm F5 con ottica Giacometti in una serata di ottimo seeing da Montecassiano (MC), tramite una telecamera ImageSource DBK21 e focale portata a 10.000 mm tramite proiezione oculare.

Somma e selezione dei frames tramite IRIS.

Il video risale a 12 anni fa e credo sia un risultato quasi pionieristico per quei tempi, fino a quel momento non avevo avuto modo di apprezzare nessun’altra ripresa amatoriale di satelliti e relative ombre sul globo di Saturno”.

Grazie a Cristian Fattinnanzi per queste immagini!

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ARTICOLO DEL 5 AGOSTO 2022

Di seguito lo splendido contributo a cura di Antonio Piras

La luna in oggetto è Giapeto (potete pronunciarlo indifferentemente con l’accento sulla a o sulla e), terza per dimensioni nel sistema satellitare di Saturno con i suoi quasi 1500 km di diametro.

Nella notte tra il 17 e il 18 luglio Giapeto si è reso protagonista di un transito di fronte al suo pianeta.
Considerando anche il passaggio in corrispondenza degli anelli, l’intero evento è durato circa 18 ore, con il passaggio per il meridiano centrale di Saturno che è avvenuto quando in Italia erano le 6:42.
La foto che condivido con voi è elaborata a partire da uno dei numerosi video che ho ripreso tra le 4 e le 5 del mattino, e tra essi è quello in cui ho potuto apparentemente approfittare delle migliori condizioni di osservabilità in una notte non molto favorevole.
Riguardo alla rarità dei transiti di Giapeto davanti a Saturno, dovete sapere che il precedente è avvenuto pochi mesi fa, il 29 aprile.
Ma per trovarne prima del 2022 dobbiamo andare indietro a gennaio 2007!
Simile eccezionalità avranno i transiti futuri: ne avremo uno nel 2037 ma purtroppo con Saturno vicino alla congiunzione, quindi lontano da noi e visivamente prossimo al Sole.
Il successivo con buone condizioni di osservabilità sarà addirittura nel 2052! Ecco perché questo transito di luglio 2022 era praticamente da non perdere.

A cosa è dovuta questa rarità del fenomeno?

Principalmente alla grande distanza a cui orbita intorno a Saturno (con oltre 3.5 milioni di km è il più lontano dei satelliti principali) che rende complicati gli allineamenti con la Terra e quindi il verificarsi dei transiti dalla nostra soggettiva.

Non perdere il video dell’evento!

Clicca sull’anteprima per accedere al video

Chiusura estiva

Dal 10 al 21 Agosto

La Redazione di Coelum Astronomia resterà chiusa per ferie. 

Per urgenze e per comunicazioni importanti, siamo reperibili via e-mail all’indirizzo: coelumastro@coelum.com  

🙌🙌🙌🙌 IMPORTANTE: sono garantiti i servizi di spedizione per gli acquisti delle copie e l’assistenza clienti. 🙌🙌🙌🙌

Vi auguriamo buone vacanze e cieli sereni per splendide osservazioni!

LE SUPERNOVAE ITALIANE NELLE GALASSIE MESSIER – SN1998bu in M96

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La settima supernova italiana scoperta in una galassia del catalogo di Messier è la SN1998bu in M96.

Dopo aver trattato nel numero 249 di novembre 2020 la prima supernova la SN1957B scoperta dal Prof. Giuliano Romano nella galassia M84 nel 1957

Per leggere Coelum n. 249 clicca QUI

le quattro supernovae scoperte dall’astronomo Leonida Rosino negli anni ’60 e ’70, realizzate su lastre fotografiche, che abbiamo analizzato nel primo numero della nuova versione di Coelum nel numero 254 di febbraio-marzo 2022

Ti sei perso Coelum n. 254? Lo trovi QUI

e quella nel 1989 dell’astrofilo Federico Manzini, l’unica di queste dieci supernovae ottenuta visualmente, arriviamo agli anni ’90 con l’avvento delle camere CCD che hanno radicalmente cambiato il modo di fare ricerca.

La SN1998bu in M96 è infatti la prima supernovae italiana nelle galassie Messier scoperta grazie all’ausilio di queste nuove tecniche di ripresa. A mettere a segno questa importante scoperta ottenuta il 9 maggio 1998 è stato l’astrofilo romagnolo Mirco Villi, che in quell’anno otteneva così la sua terza scoperta dopo la SN1991T in NGC4527 e la SN1994W in NGC4041.

Immagine di scoperta della SN1998bu in M96 ripresa da Mirco Villi il 9 maggio 1998 con un telescopio Meade LX200 SC da 250mm + camera CCD Hi-Sis 33 e posa di 60 secondi. Immagine disturbata dalla Luna quasi piena e molto vicina alla galassia.

Per tutto quello che ha fatto nel campo della ricerca amatoriale di supernovae non possiamo definire Mirco Villi come un astrofilo comune, ma bensì come un’icona indiscussa in questo settore di ricerca. Agli inizi degli anni ’90, insieme all’amico Giancarlo Cortini, gettò le basi della ricerca amatoriale italiana di supernovae, mettendo poi a segno importanti scoperte come appunto la SN1991T che ancora oggi rappresenta un fondamentale punto di riferimento nella classificazione di questi fenomeni. Spesso, infatti, nella classificazione delle supernovae si legge “91T-like”. E’ inoltre uno dei pochi astrofili italiani ad aver scoperto una supernovae in una galassia Messier, grazie proprio alla SN1998bu in M96.
In questi ultimi anni Mirco Villi ha instaurato una proficua collaborazione con i professionisti americani del CRTS Catalina Real-Time Transient Survey ottenendo numerose scoperte. Ma veniamo al racconto della scoperta.

Immagine di Mirco Villi alla fine degli anni ’90 all’interno del suo osservatorio privato.

In quel periodo Mirco stava allestendo il suo nuovo osservatorio con un telescopio Meade LX200 SC da 250mm, ma non lo aveva ancora dotato di una camera CCD. Per iniziare a fare i primi settaggi della strumentazione gli venne incontro l’amico Federico Manzini, che gli prestò una camera CCD Hi-Sis 33. Perciò nella notte di sabato 9 maggio, anche se la Luna era quasi piena, decise di riprendere una serie di galassie. Passando da una galassia alla successiva arrivò alla bella galassia M96 che però per problemi di settaggio non fu inquadrata nel campo della CCD. Decise perciò di saltare M96 e di proseguire con le successive galassie. Terminata la sessione però subentrò una specie di rimorso per non aver fatto quell’importante galassia del catalogo di Messier e prima di andare a letto puntò il telescopio nuovamente su M96.

Si accorse subito di una stella di mag.+13 posta circa 1’ a Nord del nucleo della galassia. Eseguiva pose da 60 secondi e dopo una seconda ed una terza immagine, la stella era sempre nella solita posizione. Dopo aver verificato che non si trattasse di un pianetino, né di una supernova già scoperta, inviò una mail Daniel Green, colui che a quei tempi gestiva le circolari internazionali IAUC. Il giorno successivo gli veniva perciò attribuita la scoperta in solitario con la circolare IAUC n. 6899 dove la supernova veniva confermata da osservazioni fatte il 10 maggio dall’astronomo B.A. Skiff al Lowell Observatory e da altri osservatori fra cui gli italiani Luca Boschini e Gianluca Masi, con la luminosità della supernova in aumento intorno alla mag.+12,5 quindi scoperta prima del massimo di luminosità.

Immagine di follow-up della SN1998bu in M96 ripresa da Gianluca Masi il 10 maggio 1998.

I primi a riprenderne lo spettro nella notte dell’11 maggio furono gli astronomi dell’Osservatorio di Asiago con il telescopio Copernico da 1,82 metri. La SN1998bu era una supernova di tipo Ia scoperta circa 10 giorni prima del massimo di luminosità e con i gas eiettati dall’esplosione che viaggiavano ad un velocità di circa 11.000 km/s. Il massimo di luminosità si verificò infatti intorno al 19 maggio con la supernova che raggiunse la notevole mag.+11,6. Dal 1993 con la SN1993J in M81 (mag.+10,2) fino al 2004 con la SN2004dj in NGC2403 (Mag.+11,2) è stata la supernova più luminosa per 11 anni. Peccato che un forte assorbimento da polveri della galassia ospite tolse alla supernova oltre mezza magnitudine.

M96 è infatti una galassia a spirale posta nella costellazione del Leone a circa 30 milioni di anni luce di distanza, con il modulo di distanza pari a 30. Senza questa estinzione la supernova avrebbe raggiunto la notevole mag.+11 (30-19=11). Per onor di cronaca, all’astrofilo americano Churk Faranda fu assegnata una pre-discovery grazie ad un’immagine ripresa il 3 maggio (6 giorni prima della scoperta) con la supernova che mostrava una luminosità pari alla mag.+16,5. La particolarità di questa supernova, molto simile alla SN1991T, è rappresentata dal fatto di aver mostrato il famoso “eco di luce”. Ad oggi sono molto poche le supernovae che hanno mostrato questo raro evento, cioè un anello, o meglio un guscio prodotto dalla luce della supernova che si espande nello spazio interstellare attraversando enormi nubi di polveri.

Bellissima immagine a colori della SN1998bu in M96 ripresa il 27 maggio 1998 dall’astronomo americano Nicholas B. Suntzeff dall’Osservatorio di Cerro Tololo con il telescopio SMARTS Cassegrain da 90cm.

Queste particolari supernovae di tipo Ia mostrano una salita verso il massimo di luminosità normale, mentre il declino avviene in maniera molto più lenta a causa di questo eco di luce che rimane visibile per diversi anni. Per questo motivo la SN1998bu, come anche la SN1991T, furono seguite da quasi tutti i più grandi osservatori professionali di tutto il mondo e naturalmente anche dall’Hubble Space Telescope. Nel corso delle interviste ai “Magnifici 10” cioè ai dieci astrofili che avevano ottenuto il maggior numero di scoperte di supernovae al mondo, intervistando il neozelandese Stuart Parker (numero 4 della Top Ten), alla domanda “cosa ti entusiasma di più in questo tipo di ricerca?” rispose che era rimasto affascinato ed onorato dal fatto che l’Hubble Space Telescope aveva ripreso due delle supernove da lui scoperte. Anche Mirco Villi vanta questo primato con la SN1991T e la SN1998bu riprese appunto dall’Hubble Space Telescope.

Ci viene pertanto spontanea una domanda: chi sarà il primo astrofilo al mondo che potrà vedere una propria scoperta ripresa e studiata dal nuovo e potente telescopio spaziale James Webb?

E’ scomparso Stefano Debei – il ricordo di Roberto Ragazzoni

E’ scomparso all’età di 57 anni, dopo una lotta contro una malattia incurabile, Stefano Debei, docente ordinario di Misure meccaniche e termiche al Dipartimento di Ingegneria industriale del Bo a Padova e direttore del Cisas, Centro di Ateneo di Studi e Attività Spaziali “Giuseppe Colombo”. Un duro colpo per la ricerca in Italia. Coelum Astronomia lo ricorda attraverso le parole del direttore dell’Osservatorio Astronomico di Padova.

Tra queste due fotografie (le prime in questa raccolta) trascorrono circa una ventina d’anni (la seconda e’ scattata il 31 ottobre 2016 al worksop sui risultati della missione Rosetta, sulla prima ho dei dubbi sulla data esatta ma e’ probabilmente il 1996, comunque poco cambierebbe…). In entrambe (nella prima e’ il terzo da sinistra di quelli accovacciati stile football team…) compare il collega ma soprattutto l’amico carissimo Stefano Debei al quale peraltro sono in entrambe al suo fianco. Nella prima ci troviamo ad Asiago per mettere a punto gli ultimi dettagli della Wide Angle Camera per Rosetta, il progetto in cui ho avuto l’onore di partecipare, nella sua fase di definizione, fianco a fianco con Stefano per circa un lustro. Innumerevoli potrebbero essere gli aneddoti da raccontare. Ci era persino toccato di condividere una stanza da letto in cui facevamo a gara a chi russava di piú (ha vinto lui…) e non mancava occasione in cui non si riuscisse a scherzare su questa o quella situazione, ed era inevitabile che ad un certo punto Stefano dovesse raccontare la barzelletta (piu’ o meno indicibile) che meglio si prestava a rappresentare la situazione del momento. In questo frangente si parlava, cambiando registro a volte in modo inatteso, di spettro di vibrazione di quel lanciatore, del miglior supporto isostatico per uno specchio, di come congegnare un otturatore perchè non potesse diventare il limite di un certo telescopio, o se convenisse una piastra od un tubo per quel tipo di configurazione ottica. In mezzo, ovviamente, poteva saltare fuori l’apprezzamento (si fa per dire…) del pranzo offerto nel tal istituto europeo, o della comodità (di nuovo in senso ironico) delle sedie della riunione appena conclusa, oppure -improvvisamente- la barzelletta (come gia’ accennato, talvolta inenarrabile…) che Stefano doveva raccontare, congelando per un breve momento il flusso di idee e discussioni tese a capire come vedere i primi sbuffi della cometa, recuperare un canestro alla deriva in orbita intorno a Marte, o fotografare i dintorni di Saturno. Stefano mi appariva come lo scienziato “100% spaziale” (anche se so che nel suo percorso professionale si è occupato anche di altro), conscio dei rischi derivanti da questo tipo di scelta. Memorabile fu quando lo incontrai in treno (per un pezzo eravamo entrambi pendolari e condividevamo la tratta Padova-Monselice…) e mi spiegò che il suo trapano per perforare il suolo Marziano a cui aveva dedicato tanto lavoro era finito nell’oceano pacifico per via di un lancio fallito di un certo lanciatore russo (mi pare fosse Mars 96). Mi piace ricordarlo nella terza foto (ho dovuto mettere a soqquadro una decina di cassetti per ritrovarla…). Lui, irridente come sempre, che dopo avermi spiegato le scelte strutturali del modello di volo della camera per Rosetta si mette il paraluce a mo’ di cappello. Dopo l’intensissima avventura di Rosetta io mi sono dedicato a lungo a progetti da Terra, ma con Stefano abbiamo continuato a vederci, anche al di fuori dell’ambiente professionale (ed erano solo sue le dritte culinarie sul migliore ristorante inn un qualche angolo dei Colli Euganei dove capitava di incontrarci), e non mancavamo di sentirci al volo con domande complicatissime che ci risolvevamo in uno scambio di battute. Le dritte di Stefano erano sempre preziose, e recentemente avevamo anche ricominciato a lavorare insieme su un paio di progetti, che purtroppo non potranno più vedere la spinta del tuo entusiasmo ed i tuoi preziosi consigli. Dovevo anche portarti in volo e per i tanti impegni e per il Covid poi la cosa non si è materializzata. Con il solito entusiasmo, quasi furoreggiante, avevamo cenato insieme pochissimo più di un anno fa, memento di una battaglia che stavi temporaneamente per vincere, e che ti ha trascinato lontano da noi. Ora sarai alla ricerca del canestro con le preziose rocce marziane intorno al pianeta rosso, od a navigare tra gli anelli di Saturno. Vola Stefano, vola…”

Debei_01

Moltissimi e di rilievo i ruoli ricoperti, ne ricordiamo alcuni:
– Technical Manager di SIMBIOS-SYS, esperimento integrato composto da fotocamera ad alta risoluzione, telecamera stereo e spettrometro iperspettrale, per la missione BebiColombo ESA. – – Co-Investigator di OSIRIS e responsabile tecnico di WAC, un telescopio di OSIRIS a bordo della missione ESA di Rosetta.
– Membro del gruppo di consulenza del programma di esplorazione di Mars (MEPAG).
– Co-Principal Investigator di DREAMS, esperimento per misure di parametri ambientali e meteorologici per Exomars 2016.
– Co-Investigator di JANUS, telescopio ad alta risoluzione per la missione JUICE dell’ESA.
– Membro di “NAVISP Advisory Committee -NAVAC dell’ESA

Prof. Stefano Debei

Nella sua carriera è stato autore di più 300 articoli pubblicati in riviste internazionali con reviewer e in Proceedings di congressi internazionali con reviewer.

Sito dell’Università di Padova 

La mezzaluna e la stella – n. 257 Coelum Astronomia

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    Sappiamo già che il Medioevo non esiste.
    O meglio, certamente non esiste nella versione parodistica e deformata a cui si era portati a pensare da una lettura limitata e parziale della Storia: guerre, pestilenze, carestie, inquisizioni, e in generale un periodo di ignoranza e oscurantismo.

    Grazie ad un rinnovato interesse per il racconto storico, e anche al lavoro di diversi divulgatori, si sta finalmente diffondendo una rivalutazione del periodo storico che va dal quinto al quindicesimo secolo, e che viene scolasticamente indicato come Medioevo.

    […]

    C’è inoltre un altro aspetto che bisogna considerare: quello di una visione profondamente euro-centrica della Storia.

    Pierdomenico Memeo ci accompagna in uno splendido excursus storico, facendoci immergere in atmosfere Medio Orientali, nel cuore dell’astronomia islamica.

    COELUM Astronomia n. 257 Agosto/Settembre

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    Marte da vicino: i MER – n. 257 Coelum Astronomia

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      Nonostante Curiosity e Perseverance stiano esplorando Marte con strumenti sofisticati e fotocamere avanzate, la missione Mars Exploration Rover (MER) della NASA rimarrà per sempre nella storia e nel cuore di tutti.

      Elisabetta Bonora ci accompagna, come solo lei sa fare, nell’esplorazione del pianeta rosso… comodamente seduti a casa!

      In questo articolo (presente nel n. 257 Agosto/Settembre) vedremo tutto quello che si può fare con una sequenza MI (Microscopic Imager), con strumenti “domestici”, facilmente accessibili ed utilizzabili da tutti su computer standard.

      COELUM Astronomia n. 257 Agosto/Settembre

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      Stelle in fattoria con il Gruppo Astrofili Palidoro

      Stelle in fattoria
      13 agosto alle ore 21.00

      La notte delle stelle cadenti con Saturno e Giove!
      a cura del Gruppo Astrofili Palidoro

      Il 13 agosto alle ore 21.00 il Gruppo Astrofili Palidoro vi da appuntamento presso la Fattoria Rinaldi in Via della Cadutella 154 a Tragliatella per una serata magica.

      Quest’anno, per la presenza di una Luna accecante che non consentirà la facile osservazione delle Perseidi (le stelle cadenti di Agosto), sarà possibile ammirare i bellissimi pianeti Giove e Saturno con i telescopi.

      La serata sarà arricchita da una degustazione dei prodotti della fattoria e da spiegazioni con slides interattive.

      Per tutte le informazioni, visitate il sito: www.astrofilipalidoro.it

       

      “Il tratto corsivo” di Stefano Marcellini – n. 257 Coelum Astronomia

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        L’unico caso di reattore naturale a fissione che conosciamo!

        Ben Arrivato fra noi Stefano Marcellini!
        Inauguriamo con il numero 257 l’arrivo nelle pagine di Coelum Astronomia di un nome noto ai più nella divulgazione scientifica.

        Stefano Marcellini è ricercatore nel campo della fisica delle particelle e da anni attraverso il suo blog “Helter Skelter” racconta e descrive fenomeni e concetti in maniera simpatica e “semiseria”.

        «Grazie Stefano per aver accolto il nostro invito! Siamo orgogliosi di averti in squadra!»

        Il nuovo blog “Il tratto corsivo” è disponibile su

        COELUM Astronomia n. 257 Agosto/Settembre

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        Marte, Pianeta Rosso – n. 257 Coelum Astronomia

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        I primi mesi di questo 2022 sono stati davvero intensi e ricchi per l’esplorazione di Marte!

        Rover, lander e droni ci hanno regalato sorprese, qualche preoccupazione, ma anche definitive brutte notizie.

        Abbiamo però appreso un concetto importante: la stagionalità e il meteo del pianeta sono fattori importanti e non bisogna cadere nella tentazione di trascurarli pensando a Marte solamente come quell’amabile puntino rosso del nostro cielo.

        A Settembre, Coelum inaugura una nuova rubrica online dedicata al Pianeta Rosso e al lavoro svolto dai nostri “emissari robotici”. Ne troverete un assaggio nell’articolo disponibile sul n. 257 di Agosto/Settembre!

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        ETOILES ET MUSIQUE: quattro notti tra scienza e tradizione

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        La Fondazione Clément Fillietroz-ONLUS, che gestisce l’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta e il Planetario di Lignan, organizza Etoiles et musiquequattro serate dedicate alle stelle cadenti d’agosto. Compiremo insieme un affascinante viaggio alla scoperta del cielo d’estate, pronti a lasciarci stupire dal repentino passaggio di una stella cadente – o meglio una meteora, come si chiama in astronomia – e da intermezzi musicali a sorpresa.

        Per ciascuna serata sono proposte due attività distinte, una ideale complemento dell’altra, con prenotazione obbligatoria:

        • L’esclusivo spettacolo al Planetario, per scoprire grazie a uno dei cieli digitali più belli d’Italia la natura dello sciame delle Perseidi, cioè le meteore popolarmente note come “le lacrime di San Lorenzo”.
          Lo spettacolo è in programma alle ore 20.30 – 21.30 – 22.30, durata 30 minuti, fino a un massimo di 50 posti disponibili per ogni turno.
        • La visita guidata notturna con l’osservazione del cielo a occhio nudo in Osservatorio Astronomico, dove ricercatori e divulgatori illustreranno le costellazioni e gli astri più importanti visibili in queste notti estive con uno speciale puntatore laser. I visitatori sceglieranno il proprio posto nell’ampio giardino all’aperto.
          Consigliamo di portare con sé coperte e plaid per sedersi sul prato ad ammirare il cielo buio di Saint-Barthélemy, primo Starlight Stellar Park in Italia riconosciuto dall’UNESCO. La visita guidata notturna è in programma alle ore 21.30 – 22.30 – 23.30, durata 1 ora, fino a un massimo di 100 posti disponibili per ogni turno.

        Gli interessati possono prenotare lo spettacolo, la visita guidata notturna o entrambe le proposte, selezionando attività e orario dal menù a tendina della sezione PRENOTAZIONI del sito www.oavda.it.
        Attenzione! Le iniziative sono confermate anche in caso di maltempo. Se le condizioni meteorologiche sfavorevoli non permettessero l’osservazione del cielo, in alternativa sarà proposta la visita guidata alla struttura e alla strumentazione dell’Osservatorio Astronomico.

        L’evento speciale Etoiles et musique ha ricevuto i patrocini ufficiali dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), i principali enti del nostro Paese per lo studio dello spazio e degli astri.

        Vi aspettiamo per quattro serate impedibili a Saint-Barthélemy, la “vallée des étoiles”!

         

        Coelum Astronomia 257 IV 2022 Digitale

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        Il Tutto e la Parte – n. 257 Coelum Astronomia

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          90 anni di riviste Coelum

          Ripercorrere la vita delle riviste che portano il nome di COELVM, che ha fatto la storia della divulgazione astronomica in Italia, non significa solo fare un’affascinante ricerca negli archivi delle biblioteche di astronomia, ma sperimentare una emozionante avventura storica.

          Perché una rivista come questa non è solo un mezzo per la diffusione della conoscenza astronomica presso il grande pubblico, ma uno spaccato di un secolo di storia delle persone che sono state coinvolte nella sua realizzazione.

          Primo fra tutto, il fondatore stesso della prima rivista, Guido Horn d’Arturo, la cui vita non ha nulla da invidiare ad un romando d’avventura.

          Un’emozionante avventura per ripercorrere le tappe della storia della divulgazione italiana tramite le riviste che hanno portato il nome Coelum

          COELUM Astronomia n. 257 Agosto/Settembre

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          La coda di Mercurio… di nuovo! – n. 257 Coelum Astronomia

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            La superficie di Mercurio è un luogo di estremi.
            Il suolo del pianeta subisce un intenso bombardamento da parte delle velocissime particelle cariche del vento solare, responsabili del fenomeno chiamato “sputtering”, che letteralmente lo polverizzano a livello atomico.
            E la sua “coda” mostra proprio la violenza dei fenomeni che accadono sulla sua superficie.

            Le parole dell’autore:

            A distanza di due anni dal mio primo articolo sulla coda di Mercurio (vedi Coelum Astronomia n°246 di Luglio/Agosto 2020), tra la fine di aprile e l’inizio di maggio scorsi l’interesse sul fenomeno è tornato a crescere, complici una bella elongazione del pianeta al tramonto in compagnia delle Pleiadi ed alcuni splendidi scatti realizzati dall’astrofotografo Sebastian Voltmer a La Palma, Canarie, che hanno fatto rapidamente il giro del mondo.

            Approfondimenti sul fenomeno e tecniche per catturarlo in uno scatto
            su COELUM n. 257 Agosto/Settembre
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            Il cielo di Agosto 2022

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            l mese di agosto ci porta nel vivo dell’estate regalandoci la possibilità di stare all’aperto a contemplare il cielo stellato e a lasciarci trasportare da quell’infinito fiume di stelle che attraversa la volta celeste: la Via Lattea.
            Il dettaglio sulla costellazione del Sagittario, del Cigno e quanto possiamo osservare in questo splendido mese estivo, disponibili all’articolo Le Costellazioni di Agosto 2022 a cura di Teresa Molinaro

            COSA OFFRE IL CIELO

            Clicca sul banner per accedere alle Effemeridi 2022!

            Mercurio

            01/08
            Sorge: h 07:21
            Tramonta: h 21:21

            31/08
            Sorge: h 08:56
            Tramonta: h 20:33

            Ci siamo lasciati il mese precedente con Mercurio a tramontare circa un’ora dopo il Sole, concedendoci pochi istanti serali per la sua osservazione. La situazione per questo Agosto rimane invariata: lo sfuggente pianeta seguirà la nostra stella fino al suo tramonto, anticipandolo gradualmente all’avanzare dei giorni. Il 23/08 si troverà in afelio, al suo punto più lontano dal Sole. Il giorno 29, Luna e Mercurio saranno a circa 5° di separazione: una congiunzione difficilmente apprezzabile alle ultime luci del giorno e con una sottilissima falce lunare (ricordiamo il Novilunio del 27/08).

            Venere

            01/08
            Sorge: h 04:13
            Tramonta: h 19:18

            31/08
            Sorge: h 05:19
            Tramonta: h 19:18

            Anche ad Agosto il cammino di Venere sulla nostra volta celeste procede placido, senza grandi eventi da segnalare. Ci accompagna in tarda notte fino le prime luci del giorno, con Orione poco più ad Est che si staglia sopra l’orizzonte. Tra il giorno 6 e l’11 del mese, troveremo il pianeta allineato poco più in basso della stella Polluce; si lascerà presto alle spalle i Gemelli, posticipando sempre di più il suo sorgere. Il 26 del mese una Luna prossima al Novilunio sorgerà assieme a Venere (5 del mattino circa) e si troverà a 4° dal pianeta in direzione NE: attimi sfuggenti poco prima delle luci dell’alba. 

            Marte

            01/08
            Sorge: h 00:33
            Tramonta: h 14:39

            31/08
            Sorge: h 23:26
            Tramonta: h 14:13 (del 1 settembre)

            Iniziamo il mese con Marte che ci regala una bella congiunzione con Urano a solo poco più di un 1° di separazione: i due pianeti si alzeranno insieme all’orizzonte e si lasceranno contattare per diverse ore fino al giungere dell’alba. Sulla stessa linea di Marte, verso SE, ci accompagneranno per tutto il mese Giove e Saturno, più in alto nel cielo. L’allineamento planetario allieterà le nostre notti di Agosto, con più in basso, sotto Marte, la bella Aldebaran del Toro a chiudere il quadro celeste. Proprio questa stella sarà uno dei protagonisti della splendida congiunzione Luna-Marte-Aldebaran del 19/08: dopo l’1:30 di notte, tutti gli occhi puntati ad Est! Anche il giorno successivo l’incontro dei tre astri sarà molto emozionante: ci aspetta infatti una bella triangolazione, con la Luna in mezzo al pianeta e alla stella. L’abbraccio tra il pianeta rosso e il brillante occhio del Toro si farà sempre più stretto nella seconda metà del mese, culminando tra gli ultimi giorni di Agosto e i primi di Settembre. Varrà la pena fare le ore piccole per questo spettacolo!

            Giove

            01/08
            Sorge: h 22:50
            Tramonta: h 11:17

            31/08
            Sorge: h 20:50
            Tramonta: h 09:10

            Un mese splendido, Agosto, per osservare il bel pianeta Giove: con l’avanzare dei giorni avremo infatti un notevole anticipo sul suo sorgere e, per la fine del mese, il gigante del cielo allieterà le nostre serate a partire già dalle 21:00 circa. Sia il 14 che il 15 del mese ci regalerà una piacevole congiunzione con la Luna. In particolare il 15/08, la notte di Ferragosto, non perdetevi l’allineamento planetario, con la Luna grande protagonista più in basso di Giove, verso Est.

            Saturno

            01/08
            Sorge: h 21:02
            Tramonta: h 07:23

            31/08
            Sorge: h 18:58
            Tramonta: h 05:14

            Saturno è il grande protagonista dell’estate: il primo pianeta che possiamo contattare nelle ore serali, anticipa sempre più il suo sorgere e per la fine di Agosto farà capolino ancor prima del tramontare del Sole. Una luminosissima Luna piena si accosterà al pianeta ad anelli il giorno 12, con meno di 5° di separazione: la brillante luce del nostro satellite naturale renderà difficoltosa la sua osservazione a occhio nudo.

            Urano

            01/08
            Sorge: h 00:28
            Tramonta: h 14:45

            31/08
            Sorge: h 22:27
            Tramonta: h 12:48

            Il mese di Agosto inizia alla grande con la già segnalata congiunzione tra Urano e Marte: lo stretto abbraccio tra i pianeti ci accompagna dal loro sorgere fino all’alba. Dal giorno 2 inizieranno ad allontanarsi sempre di più, ma sia il 18 che il 19 Agosto formeranno ancora un bel quadro celeste con la Luna. Il 24/08 Urano entrerà in moto retrogrado, interrompendo il suo consueto movimento verso Est e volgendosi invece verso Ovest.

            Nettuno

            01/08
            Sorge: h 22:18
            Tramonta: h 10:09

            31/08
            Sorge: h 20:19
            Tramonta: h 08:07

            Nettuno si affaccerà per tutto il mese di Agosto come silenzioso spettatore nell’allineamento planetario di cui abbiamo già parlato. Sia il giorno 14 che 15 avrà al suo fianco una luminosissima Luna che ne renderà difficoltosa l’individuazione. Infine il mese procede placido, senza altri eventi particolari da segnalare.

            SOLE

            Previsioni attività solare – Agosto 2022

            Il mese appena trascorso ha visto protagonista la nostra stella con alcuni eventi intensi, protuberanze e macchie solari: il ciclo solare 25 continua nella sua fase di crescita e ci ha regalato un’attività solare molto varia ed interessante.

            Scopriamo insieme le previsioni per Agosto!

            Vuoi saperne di più? Leggi l’articolo Coelum: Previsioni attività solare – Agosto 2022 a cura di Daniele Bonfiglio

            LUNA

            Dopo la meravigliosa Luna al perigeo di Luglio, scopriamo insieme cosa ci aspetta nel mese di Agosto!

            Tutti gli approfondimenti sull’osservazione e i fenomeni celesti legati al nostro satellite disponibili per il mese di Agosto 2022, a cura del nostro autore Francesco Badalotti.

            Non perderti l’articolo: Luna di Agosto 2022

            COMETE


            Massima luminosità per la K2 PanSTARRS
            Un aggiornamento sulla cometa che ci accompagna da diversi mesi!

            Per approfondire: Le comete di Agosto 2022 a cura di Claudio Pra

            ASTEROIDI

            Ad Agosto (704) Interamnia lascerà alle proprie spalle le deboli stelle del Cavallino, (4) Vesta e (198) Ampella si avvicineranno all’Acquario, la prima in direzione della Tibia (Skat) mentre la seconda sorvolando l’ammasso globulare M72.
            Trovi tutto qui: Mondi in miniatura – Asteroidi, Luglio 2022 a cura di Marco Iozzi

            TRANSITI NOTEVOLI ISS

            La ISS – Stazione Spaziale Internazionale questo Agosto sarà rintracciabile nei nostri cieli anche ad orari mattutini, prima dell’alba. Avremo cinque transiti notevoli con magnitudini elevate durante l’ultimo mese estivo, auspicando come sempre in cieli sereni!

            Non perdere la rubrica Transiti notevoli ISS per il mese di Agosto 2022 a cura di Giuseppe Petricca

            Cieli sereni a tutti!

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            HANC Marginis – n. 257 Coelum Astronomia

              0
              Il 257 è il numero dei ricordi ma anche delle novità,
              o diciamo così, delle ri-novità!
              Torna una rubrica amata da tutti i lettori, che spazia in tutti gli ambiti e che vuole raccontare aneddoti e vicende storiche, o attuali, con un punto di vista critico e non di parte. Scovare cavilli, dettagli sfumature. Sfida ricca di insidie quella che Paola Giorgini ha raccolto con entusiasmo ma noi di Coelum non abbia dubbi: sarà un successo!

              COELUM n. 257 Agosto/Settembre

              Un numero ricco di novità e attesi ritorni come la rubrica Hanc Marginis, in cui l’autrice Paola Giorgini racconta vicende storiche svelando pillole, curiosità e sfumature legate al mondo dell’Astronomia!

              Sfoglia e goditi il piacere della lettura dell’articolo completo
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              Transiti notevoli ISS per il mese di Agosto 2022

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              La ISSStazione Spaziale Internazionale sarà rintracciabile nei nostri cieli anche ad orari mattutini, prima dell’alba. Avremo cinque transiti notevoli con magnitudini elevate durante l’ultimo mese estivo, auspicando come sempre in cieli sereni!

              24 Agosto

              Si inizierà il giorno 24 agosto, dalle 05:24 alle 05:32, osservando da SSO a ENE. La ISS visibile al meglio dal Sud Italia, con una magnitudine massima che si attesterà su un valore di -3.3. Se osservata dal Centro, la Stazione Spaziale transiterà vicino alla Luna, con Marte facilmente individuabile tra le Iadi e le Pleiadi.
              25 Agosto
              Si replica il 25 Agosto, dalle 04:37 verso SSE alle 04:43 verso ENE. Visibilità migliore ancora una volta per il Sud Italia, con magnitudine di picco a -3.1.
              26 Agosto
              Passiamo al giorno 26 Agosto con un nuovo transito dalle 05:23 in direzione OSO alle 05:31 in direzione NE. Osservabile da tutto il paese, il transito migliore del mese avrà una magnitudine massima di -3.8.
              27 Agosto
              Il penultimo transito si avrà il giorno 27 Agosto, dalle 04:36 da SE alle 04:42 ad ENE, con magnitudine massima di -3.7. Sarà un transito parziale, ma nuovamente osservabile al meglio da tutta Italia.
              29 Agosto

              L’ultimo transito del mese, nuovamente parziale, si avrà il 29 Agosto, dalle 04:35 alle 04:41, da NNO a NE. Magnitudine di picco a -3.4 non appena la ISS uscirà dall’ombra della Terra. Passaggio osservabile al meglio dal Nord Italia.

              Coelum Astronomia NEXT GENERATION – n. 257 Coelum Astronomia

                0
                Coelum Astronomia segna una data importante, 25 anni di pubblicazioni, 25 anni di copertine come abbiamo visto che hanno segnato la storia dell’Astronomia e delle scoperte più importanti, avvenimenti da ricordare, immagine storiche ed epiche
                … e domani?

                Se è vero che probabilmente per il prossimo decennio il programma Artemis ci regalerà molti record, lo scorso aprile il Consiglio Nazionale delle Ricerche degli Stati Uniti ha dato chiare indicazioni per i passi successivi da compiere. Scopriamo con l’aiuto di Gabriele Cremonese (già autore Coelum per la rubrica “Sistema Solare) e Alice Lucchetti quali saranno le copertine da collezione del futuro “non proprio prossimo” di Coelum Astronomia.

                Che cosa ci aspetta?

                Ogni circa 10 anni, il Consiglio Nazionale delle Ricerche degli Stati Uniti per la NASA e altre agenzie governative degli Stati Uniti come la National Science Fundation, redigono il Planetary Science and Astrobiology Decadal Survey. Un report redatto da un prestigioso gruppo di ricercatori e scienziati selezionati con attenzione in rappresentanza di specifiche discipline che ha il compito di identificare i temi ritenuti di rilievo per la comunità scientifica coinvolta nelle scienze planetarie e definire una lista di priorità per le future missioni spaziali e su cui investire nel prossimo decennio.

                Scopri di più sulle future esplorazioni spaziali
                su COELUM n. 257 Agosto/Settembre
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                Mondi in miniatura – Asteroidi, Agosto 2022

                0
                Una curva, due picchi e due valli che si alternano dolcemente, uno dopo l’altra. Ogni punto è un momento preciso nel tempo e racconta un frammento di una storia che aspetta di essere scoperta, letta e quindi interpretata. Ogni singolo punto della curva è un’osservazione dalla quale si è ricavata una misura dell’intensità di luce.

                Non si tratta di luce emessa dal corpo celeste, bensì di luce solare riflessa dalla tormentata superficie di un asteroide.


                Ci avviciniamo.

                Il piccolo mondo, il mondo in miniatura, che da vicino appare di cruda bellezza (vedi le magnifiche immagini scattate in questi anni dalle sonde), ma che dal nostro punto di vista a terra non è altro che un debole puntino luminoso, è pronto a svelarci un altro dei suoi segreti.

                Punti di luce

                Preso a sé stante, ogni singolo punto della curva contiene una certa limitata quantità di informazioni e descrive essenzialmente l’intensità della luce riflessa dal corpo, così come è stata registrata dallo strumento di misura, il nostro sensore CCD o CMOS.
                Dalle medesime immagini si ricavano altri elementi, la misura della posizione, ad esempio, ma quello che in questo momento interessa è la misura precisa dell’intensità della luce. Per scoprirne i segreti, tutti i punti devono essere messi in sequenza in un grafico che riporta nell’asse delle ascisse il tempo, e in quello delle ordinate l’intensità della luce di ogni singola osservazione. I punti così disposti disegnano una “Curva di Luce”. Proviamo ad analizzarla.

                In prima battuta si trova che quella curva descrive un periodo, usualmente espresso in ore. Di cosa si tratta? E’ il tempo impiegato dall’asteroide per compiere una rotazione completa sul suo asse. Ecco che adesso disponiamo di un’altra importate informazione sul quel mondo in miniatura, il suo “Periodo di rotazione”.

                Curva di luce dell’asteroide Steins.
                Credit: Stefano Mottola (DLR), OSIRIS team.

                Dal grafico emerge anche un altro elemento, la variazione dell’ intensità della luce nel tempo, che rappresenta l’ampiezza fotometrica della curva. Ma non è tutto!
                L’analisi delle curve di luce è un potente strumento di conoscenza che consente di svelare caratteristiche fisiche di quei piccoli mondi. Disponendo di una sufficiente quantità di curve, realizzate in almeno 2 opposizioni differenti, siamo in grado di disegnare con buona approssimazione la sagoma tridimensionale dell’asteroide. Variazioni inaspettate di intensità e anomalie nella forma della curva, possono essere segnali della presenza di una piccola luna che vi orbita intorno. Ottimi lavori di studio sulle curve di luce, realizzati anche dall’Unione Astrofili Italiani, sono pubblicati dal “The Minor Planet Bulletin”:
                https://mpbulletin.org/

                Ogni Mondo in miniatura è disposto a rivelare i proprio segreti, siete disposti a provarci?

                Cosa osservare ad Agosto 2022

                Ad Agosto Interamnia lascerà alle proprie spalle le deboli stelle del Cavallino, Vesta e Ampella si avvicineranno all’Acquario, la prima in direzione della Tibia (Skat) mentre la seconda sorvolando l’ammasso globulare M72

                I principali asteroidi osservabili ad agosto 2022 (in-the-sky.org)

                (198) Ampella

                (198) Ampella è un asteroide di fascia principale che compie un’orbita intorno al Sole ogni 1.410 giorni (3.86 anni) ad una distanza compresa tra le 1.90 e le 3.02 unità astronomiche (rispettivamente, 284.235.954 Km al perielio e 451.785.570 Km all’afelio).

                Deve il suo nome a Ampelo, figura mitologica greca. Scoperto da Alphonse Borrelly il 13 Giugno 1879, l’asteroide sarà in opposizione il 5 Agosto. In questo frangente raggiungerà la massima brillantezza con una magnitudine di 10.5.  Il suo moto sarà di 0,64 secondi d’arco al minuto, quindi, per far si che l’oggetto mantenga un aspetto puntiforme nelle  nostre immagini potremo utilizzare tempi di esposizione fino a 5 minuti.

                Per ottenere  una traccia di movimento dovremo esporre (o integrare) per un tempo più lungo, e con 40 minuti di posa vedremo (198) Ampella trasformarsi in una bella striscia luminosa di quasi 26 secondi d’arco.

                (794) Interamnia

                (704) Interamnia è un asteroide di fascia principale che compie un’orbita intorno al Sole ogni 1.950 giorni (5.34 anni) ad una distanza compresa tra le 2.58 e le 3.53 unità astronomiche (rispettivamente, 385.962.506 Km al perielio e 528.080.484 Km all’afelio).

                Deve il suo nome alla città di Teramo, dove fu scoperto il 2 Ottobre 1910 da Vincenzo Cerulli. Il quinto per dimensioni dopo Cerere, Vesta, Pallas e Hygiea, questo imponente asteroide (circa 330 Km di diametro) sarà in opposizione il 18  Agosto, momento nel quale raggiungerà la massima luminosità brillando di magnitudine di 10.3.

                Il suo moto sarà di 0,57 secondi d’arco al minuto, quindi, per far si che l’oggetto mantenga un aspetto puntiforme nelle nostre immagini potremo utilizzare tempi di esposizione fino a 6 minuti. Per ottenere  una traccia di movimento dovremo esporre (o integrare) per un tempo più lungo, e con 40 minuti di posa vedremo (704) Interamnia trasformarsi in una bella striscia luminosa di 23 secondi d’arco.  

                (4) Vesta

                (4) Vesta è il secondo Asteroide per dimensioni (circa 525 Km di diametro) della fascia principale, secondo solamente a (1) Cerere. Compie un’orbita intorno al Sole ogni 1.330 giorni (3.64 anni) ad una distanza compresa tra le 2.10 e le 2.57 unità astronomiche (rispettivamente, 321.635.422 Km al perielio e 384.466.528 Km all’afelio). Con picchi di magnitudine fino a 5.1, (4) Vesta è l’asteroide più brillante visibile dalla Terra ed è considerato il corpo progenitore della famiglia dei Vestoidi, un gruppo di asteroidi nato a seguito di collisioni risalenti a circa due miliardi di anni fa.

                Scoperto dall’astronomo Heinrich Olbers il 29 Marzo 1807, l’asteroide sarà in opposizione il 22 Agosto, brillando ad una magnitudine di 6.1. Il suo moto sarà di 0,65 secondi d’arco al minuto, quindi, anche in nel suo caso, con tempi di esposizione fino a 5 minuti ne preserveremo l’aspetto puntiforme. Volendo ottenere una traccia di movimento dovremo esporre (o integrare) per un tempo più lungo, e con 40 minuti di posa vedremo (4) Vesta trasformarsi in una bella striscia luminosa di 26 secondi d’arco.

                Selezione di asteroidi (luminosi) in opposizione ad Agosto 2022
                (37) Fides Magnitudine: 11
                (90) Antiope Magnitudine: 11
                (113) Amalthea Magnitudine: 11
                (120) Lachesis Magnitudine: 12
                (241) Germania Magnitudine: 11
                (394) Arduina Magnitudine: 12
                (674) Rachele Magnitudine: 12
                (2717) Tellervo Magnitudine: 13

                Allineamento polare laser-guidato – n. 257 Coelum Astronomia

                  0

                  Per la rubrica: LA TECNICA CI SALVERÀ!

                  ALLINEAMENTO POLARE LASER-GUIDATO
                  Per astrofili incriccati, impazienti e freddolosi, ma tendenzialmente precisi

                  Mettiamo subito in chiaro che in questo articolo non verrà fornita la spiegazione della reale natura  della materia oscura dell’Universo né tantomeno si svelerà la tecnica definitiva per l’eliminazione della turbolenza atmosferica. Nulla di epocale. Vi si potrà invece trovare, si spera, un metodo semplice per facilitare la vita di tanti astrofili!

                  Come tanti altri, iniziando con le osservazioni al telescopio, circa trent’anni fa, il metodo usato per allineare velocemente al polo la montatura fu quello di sfruttare dei cerchietti disegnati a terra, attorno ai piedini del treppiede, precedente tracciati con accuratezza. Funzionò abbastanza bene per sessioni visuali e pose brevi finché non arrivarono i cannocchiali polari incorporati nella montatura in grado di aumentare la precisione della “messa al polo” mentre, nel frattempo, il mio rachide, aveva preso a sconsigliare i contorsionismi necessari a guardare dentro simili aggeggi.

                  Curiosi di scoprire come l’autore ha risolto i suoi problemi??

                  COELUM n. 257 Agosto/Settembre

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                  Le Costellazioni di Agosto 2022

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                  Il mese di agosto ci porta nel vivo dell’estate regalandoci la possibilità di stare all’aperto a contemplare il cielo stellato e a lasciarci trasportare da quell’infinito fiume di stelle che attraversa la volta celeste, la Via Lattea, che da luoghi idonei all’osservazione è ancora possibile individuare ad occhio nudo in quella scia biancastra che solca il cielo; sembra quasi di udire il fruscio del suo scorrere incessante di stelle, tra astronomia e mitologia.

                  Proprio nella regione di cielo attraversata dalla Via Lattea è possibile contemplare diverse costellazioni tra le più interessanti di del periodo: lo Scorpione (vedi articolo per i dettagli), l’Aquila, il Cigno, il Sagittario, con i loro astri brillanti e gli asterismi che compongono.

                  IL SAGITTARIO, UNA RICCA COSTELLAZIONE NEL CIELO DI AGOSTO

                  Proprio in relazione alla Via Lattea, il Sagittario è una costellazione dello zodiaco che contiene al suo interno il Centro Galattico, il punto più  ricco e luminoso della nostra galassia.

                  La costellazione è tipica dell’estate boreale e, pur rimanendo bassa sull’orizzonte meridionale, può essere facilmente osservata per tutto il periodo estivo e individuabile grazie al particolare asterismo della Teiera composta dalle sue stelle più luminose.

                  Il Sagittario è ricco di oggetti non stellari: esso ospita un numero considerevole  di oggetti del catalogo Messier, in particolar modo ammassi globulari come M22, uno dei più consistenti, che contiene più  di mezzo milione di stelle. 

                  Nella costellazione non  mancano nemmeno le nebulose, come M8 (Nebulosa Laguna), M17 (Nebulosa Omega), M20 ( Nebulosa Trifida) e diversi ammassi aperti.
                  Interessante l’oggetto M24, ovvero la Piccola Nube Stellare del Sagittario: si tratta di  una estesa nube di polveri, gas e stelle, al cui interno è collocato anche l’ammasso aperto NGC 6603.

                  Nebulosa Laguna. Credit: Graziano Curti

                  SAGITTARIUS A* NEL CUORE DELLA COSTELLAZIONE E DELLA NOSTRA GALASSIA

                  Quando si fa riferimento alla costellazione del Sagittario è inevitabile menzionare il  buco nero supermassiccio Sagittarius A*, la cui immagine è stata rivelata al mondo a maggio 2022 dai ricercatori del progetto Event Horizon Telescope: ciò rende ancora più affascinante osservare la costellazione nel cielo, pensando che al suo interno vi è un oggetto di tale importanza.

                  IL SAGITTARIO NELLA MITOLOGIA

                  Metà uomo e metà cavallo, la figura del Sagittario rappresenta un arciere con indosso un mantello, intento a tendere l’arco in direzione dello Scorpione: il Sagittario è colui che lancia le frecce, dal latino sagittae, e come ogni oggetto celeste è rivestito da un significato mitologico.

                  Secondo la mitologia greca il Sagittario viene associato a Croto, figlio del dio dei pastori, Pan e della nutrice delle Muse, Eufeme.

                  Croto visse la sua infanzia crescendo sul Monte Elicone circondato dalle Muse e dalle loro arti e proprio in loro onore inventò l’applauso come segno di omaggio alle loro manifestazioni artistiche.

                  Le Muse, grate a Croto, si rivolsero a Zeus affinché gli concedesse un posto d’onore sulla volta celeste; il padre degli dei decise dunque di trasformarlo in una costellazione e premiandolo per la sue doti di arciere e di cavallerizzo, lo pose tra le stelle conferendogli la figura che noi tutti conosciamo.
                  LA COSTELLAZIONE NEL CIGNO BRILLA NEL CIELO DELL’ESTATE

                  Rappresentata come un uccello in volo verso il sud sulla volta celeste, la Costellazione del Cigno è uno degli oggetti astronomici  più interessanti dell’estate boreale.

                  E’ individuabile grazie alla sua stella alfa, Deneb, una supergigante bianca che con la sua magnitudine apparente di +1,25, rappresenta la diciannovesima stella più brillante del cielo notturno.

                  Deneb, insieme alla stella Vega della Lira e ad Altair dell’Aquila, rappresenta uno dei vertici del Triangolo estivo, tipico asterismo dell’estate boreale.

                  Del Cigno fa parte anche Albireo, un interessante sistema stellare composto da due astri di colore diverso: le due componenti, la principale di colore  arancio mentre la secondaria di colore bianco-azzurro, possono essere risolte già attraverso un piccolo telescopio.

                  Albireo insieme a Deneb costituisce l’asterismo della Croce del Nord, il cui asse maggiore è attraversato dalla Via Lattea.

                  OGGETTI NON STELLARI NELLA COSTELLAZIONE DEL CIGNO

                  Nella costellazione è presente un gran numero di stelle variabili, ammassi aperti e nebulose: da segnalare la Fenditura del Cigno, un vastissimo complesso di nebulose oscure e polveri interstellari a Sud di Deneb, che taglia in due la Via Lattea  includendo oggetti come la  Nebulosa America e la Nebulosa Pellicano, soggetti cari agli astrofotografi.

                  Nebulosa Nord America.
                  Credit: Lorenzo Busilacchi

                  LA MITOLOGIA E IL CIGNO

                  Anche il Cigno trova posto tra le innumerevoli storie legate alla mitologia: molte di queste riconducono la figura del Cigno a quella di Zeus, in quanto solito assumere tali sembianze per poter sedurre le fanciulle di cui si invaghiva.

                  Tra tutte sembra prevalere quella che ha come protagonista Zeus (sempre lui!) che invaghitosi di Leda, nipote di Ares e regina di Sparta, si trasformò in un cigno e possedette la giovane donna mentre passeggiava sulle rive del fiume; dall’uovo concepito (anzi, presumibilmente due uova) vennero alla luce quattro bambini, ma poiché Leda quella stessa notte giacque con suo marito il re Tindaro, non v’è certezza sulla reale paternità anche se le uova divine, da cui nacquero Elena di Troia e Polluce (vedi articolo costellazioni di febbraio 2022) che furono attribuite a Zeus. 

                  Il Cigno dunque campeggia in cielo a voler rappresentare il padre degli dei e le leggende che lo vedono protagonista.

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