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E’ scomparso Stefano Debei – il ricordo di Roberto Ragazzoni

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E’ scomparso all’età di 57 anni, dopo una lotta contro una malattia incurabile, Stefano Debei, docente ordinario di Misure meccaniche e termiche al Dipartimento di Ingegneria industriale del Bo a Padova e direttore del Cisas, Centro di Ateneo di Studi e Attività Spaziali “Giuseppe Colombo”. Un duro colpo per la ricerca in Italia. Coelum Astronomia lo ricorda attraverso le parole del direttore dell’Osservatorio Astronomico di Padova.

Tra queste due fotografie (le prime in questa raccolta) trascorrono circa una ventina d’anni (la seconda e’ scattata il 31 ottobre 2016 al worksop sui risultati della missione Rosetta, sulla prima ho dei dubbi sulla data esatta ma e’ probabilmente il 1996, comunque poco cambierebbe…). In entrambe (nella prima e’ il terzo da sinistra di quelli accovacciati stile football team…) compare il collega ma soprattutto l’amico carissimo Stefano Debei al quale peraltro sono in entrambe al suo fianco. Nella prima ci troviamo ad Asiago per mettere a punto gli ultimi dettagli della Wide Angle Camera per Rosetta, il progetto in cui ho avuto l’onore di partecipare, nella sua fase di definizione, fianco a fianco con Stefano per circa un lustro. Innumerevoli potrebbero essere gli aneddoti da raccontare. Ci era persino toccato di condividere una stanza da letto in cui facevamo a gara a chi russava di piú (ha vinto lui…) e non mancava occasione in cui non si riuscisse a scherzare su questa o quella situazione, ed era inevitabile che ad un certo punto Stefano dovesse raccontare la barzelletta (piu’ o meno indicibile) che meglio si prestava a rappresentare la situazione del momento. In questo frangente si parlava, cambiando registro a volte in modo inatteso, di spettro di vibrazione di quel lanciatore, del miglior supporto isostatico per uno specchio, di come congegnare un otturatore perchè non potesse diventare il limite di un certo telescopio, o se convenisse una piastra od un tubo per quel tipo di configurazione ottica. In mezzo, ovviamente, poteva saltare fuori l’apprezzamento (si fa per dire…) del pranzo offerto nel tal istituto europeo, o della comodità (di nuovo in senso ironico) delle sedie della riunione appena conclusa, oppure -improvvisamente- la barzelletta (come gia’ accennato, talvolta inenarrabile…) che Stefano doveva raccontare, congelando per un breve momento il flusso di idee e discussioni tese a capire come vedere i primi sbuffi della cometa, recuperare un canestro alla deriva in orbita intorno a Marte, o fotografare i dintorni di Saturno. Stefano mi appariva come lo scienziato “100% spaziale” (anche se so che nel suo percorso professionale si è occupato anche di altro), conscio dei rischi derivanti da questo tipo di scelta. Memorabile fu quando lo incontrai in treno (per un pezzo eravamo entrambi pendolari e condividevamo la tratta Padova-Monselice…) e mi spiegò che il suo trapano per perforare il suolo Marziano a cui aveva dedicato tanto lavoro era finito nell’oceano pacifico per via di un lancio fallito di un certo lanciatore russo (mi pare fosse Mars 96). Mi piace ricordarlo nella terza foto (ho dovuto mettere a soqquadro una decina di cassetti per ritrovarla…). Lui, irridente come sempre, che dopo avermi spiegato le scelte strutturali del modello di volo della camera per Rosetta si mette il paraluce a mo’ di cappello. Dopo l’intensissima avventura di Rosetta io mi sono dedicato a lungo a progetti da Terra, ma con Stefano abbiamo continuato a vederci, anche al di fuori dell’ambiente professionale (ed erano solo sue le dritte culinarie sul migliore ristorante inn un qualche angolo dei Colli Euganei dove capitava di incontrarci), e non mancavamo di sentirci al volo con domande complicatissime che ci risolvevamo in uno scambio di battute. Le dritte di Stefano erano sempre preziose, e recentemente avevamo anche ricominciato a lavorare insieme su un paio di progetti, che purtroppo non potranno più vedere la spinta del tuo entusiasmo ed i tuoi preziosi consigli. Dovevo anche portarti in volo e per i tanti impegni e per il Covid poi la cosa non si è materializzata. Con il solito entusiasmo, quasi furoreggiante, avevamo cenato insieme pochissimo più di un anno fa, memento di una battaglia che stavi temporaneamente per vincere, e che ti ha trascinato lontano da noi. Ora sarai alla ricerca del canestro con le preziose rocce marziane intorno al pianeta rosso, od a navigare tra gli anelli di Saturno. Vola Stefano, vola…”

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Moltissimi e di rilievo i ruoli ricoperti, ne ricordiamo alcuni:
– Technical Manager di SIMBIOS-SYS, esperimento integrato composto da fotocamera ad alta risoluzione, telecamera stereo e spettrometro iperspettrale, per la missione BebiColombo ESA. – – Co-Investigator di OSIRIS e responsabile tecnico di WAC, un telescopio di OSIRIS a bordo della missione ESA di Rosetta.
– Membro del gruppo di consulenza del programma di esplorazione di Mars (MEPAG).
– Co-Principal Investigator di DREAMS, esperimento per misure di parametri ambientali e meteorologici per Exomars 2016.
– Co-Investigator di JANUS, telescopio ad alta risoluzione per la missione JUICE dell’ESA.
– Membro di “NAVISP Advisory Committee -NAVAC dell’ESA

Prof. Stefano Debei

Nella sua carriera è stato autore di più 300 articoli pubblicati in riviste internazionali con reviewer e in Proceedings di congressi internazionali con reviewer.

Sito dell’Università di Padova