Intro

Facciamo il punto sull’esplorazione del confine occidentale del cratere Jezero che il rover Perseverance sta conducendo nell’attuale fase della sua missione. Nella seconda parte della rubrica vedremo poi tre studi di recente pubblicazione: uno basato sul lavoro di Perseverance e altri due sulle analisi svolte da Curiosity nei pressi della ragione di Aeolis Mons, noto informalmente come Monte Sharp. Si parte!

Un campione polveroso e nuovi impieghi per vecchi strumenti

Nell’ultima puntata pubblicata nel numero 273 di Coelum Astronomia avevamo lasciato Perseverance al termine del prelievo di Green Gardens, il 27esimo campione estratto nel Sol 1420. Le varie analisi condotte sulle polveri del foro hanno visto anche un utilizzo inedito del sensore di contatto del braccio robotico. Tale sensore viene usato per individuare con precisione la posizione delle rocce sulle quali si intende posare il trapano in modo che la punta non risulti essere troppo lontana dal punto prescelto o, al contrario e con esiti potenzialmente catastrofici, troppo vicina.

Il rover impiega per la prima volta questo strumento con lo scopo di compattare ripetutamente la polvere del foro e, una volta ottenuta una superficie omogenea, condurre le analisi spettrali con la camera SHERLOC montata sulla torretta del braccio robotico. Green Gardens costituisce il primo incontro di Perseverance con minerali serpentini, di particolare interesse nella ricerca delle biosignature grazie ai processi coinvolti miliardi di anni fa nella loro formazione e che avrebbero potuto fornire delle condizioni favorevoli per il sostentamento di colonie batteriche in un ambiente acquatico.

Dettaglio del sensore di contatto di Perseverance. Il disco piatto, che viene poggiato sulle superfici, è montato su una parte comprimibile a soffietto. Foto del Sol 1424, NASA/JPL-Caltech/Piras.

Ma relativamente alla raccolta del campione non ci si può ancora rilassare. Le polveri di Green Gardens si rivelano un grosso problema perché durante il prelievo si sono depositate sul bordo esterno della fiala di raccolta. Il meccanismo di chiusura dei contenitori cilindrici è basato su un sistema a pressione tarato con precisione, quindi la presenza di polvere e detriti interferisce con gli apparati i quali bloccano l’operazione nonostante la fiala venga anche ripetutamente “spolverata” da un sistema di pulizia integrato nell’apparato di manipolazione dei contenitori. Il team scientifico si trova a valutare alcune opzioni tra cui continuare a provare la chiusura o persino scartare il campione per prelevarne un altro. Tutte alternative che purtroppo avrebbero richiesto di rallentare le operazioni per alcuni giorni, perciò alla fine è stato deciso di tenere aperta la fiala ancora per qualche Sol e nel frattempo far proseguire Perseverance nel suo percorso, in tal modo gli ingegneri hanno avuto tempo di mettere a punto una strategia per provare a sigillare la preziosa fiala. È nel Sol 1433, a 338 metri dal luogo di raccolta e dopo una nuova sequenza di pulizia, che il contenitore con Green Gardens sarà finalmente chiuso e messo al sicuro.

Le polveri del foro Green Gardens ben compattate dal sensore di contatto. A destra un dettaglio delle impronte lasciate dai fori delle viti. NASA/JPL-Caltech/Piras
Il bordo esterno della fiala contenente il campione Green Gardens fotografato poco dopo la raccolta. Le polveri e persino un minuscolo detrito, visibile a destra, per 13 Sol hanno ostacolato la chiusura del contenitore. NASA/JPL-Caltech
Posizione di Perseverance aggiornata al Sol 1482 (21 aprile). I marker rossi indicano la posizione dei prelievi descritti in queste pagine: Green Gardens (a destra) e Main River. NASA/JPL-Caltech/Piras.

Broom Point e il suo terreno a strisce

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