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Associazione Astronomica Feltrina Rheticus

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18.07: “Il cielo di Luglio” ad occhio nudo, al telescopio, al Planetario.
info: www.rheticus.it

Plutone, ci siamo! L’evento in diretta

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Ci siamo, lo storico momento è arrivato!

Data la distanza della sonda dalla Terra, sappiamo che non è possibile seguire letteralmente l’evento “in diretta”. Le informazioni, dalla sonda a noi, impegano circa 4 ore e mezza ad arrivare e, in ogni caso, la sonda per sfruttare a pieno il velocissimo flyby, non trasmetterà nulla a Terra se non alla fine del massimo avvicinamento, ad operazioni concluse.

La NASA ha però organizzato una serie di brevi dirette nei momento salienti, che potrete seguire anche da questa pagina.

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Broadcast live streaming video on Ustream
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Ecco il programma (tutti gli orari sono per l’Italia ) delle fasi principali trasmesse in diretta da NASA TV, per il resto del tempo potrete seguire interviste, documentari e altri contenuti dedicati alla missione (non in diretta):

14 luglio

dalle 13:30 alle 14:00  – La fine del Countdown!

All’incirca alle 13:49 la New Horizons si dovrebbe trovare alla minima distanza dalla superficie del pianeta (12500 chilometri) dopo un viaggio di oltre nove anni. Viviamo con il controllo missione l’emozione di questo momento, anche se dovremo ancora parecchie ore per sapere se tutto è andato per il meglio.

15 luglio

dalle 2:30 alle 3:15 – in diretta dall’APL Mission Control: Phone Home

Condividiamo in diretta con il Controllo Missione la tensione del momento più aspettato, lo storico istante in cui arriverà il segnale dalla New Horizons dell’avvenuto Fly By! Missione compiuta!

Il team  dovrebbe riceverlo attorno alle 3:02 (sempre ora italiana), ed è in questo momento, quando la New Horizons chiamerà casa (Phones Home) che si potrà celebrare il successo della missione!

dalle 3:30 alle 4:00 – Media Briefing: lo stato di salute della New Horizons Health e della Missione

dalle 21:00 alle 22:00 – Media Briefing: Seeing Pluto in a New Light

Ultimo appuntamento importante, quello del rilascio delle prime immagini a massima risoluzione della superficie di Plutone e delle sue lune, e le prime reazioni del team di missione. Da questo momento in poi per molte settimane la sonda continuerà a inviare a Terra l’enorme massa di dati raccolti nel veloce Fly By.


Approfittane subito e richiedi l’attivazione dal n. 194 di luglio/agosto per non perdere nessun dettaglio di questo momento storico!


.Grazie poi a Paolo Attivissimo (il Disinformatico) ecco un elenco di risorse per seguire l’evento:

– Su Twitter ci sono gli account @NASANewHorizons e @NewHorizons2015 e c’è anche @elakdawalla di Emily Lakdwalla, alla quale devo molte delle informazioni pubblicate qui;

– Ci sono il sito web di New Horizons presso APL, ricco di informazioni di base, e quello NASA dedicato a New Horizons, che offre maggiori aggiornamenti.

– Per sapere quale delle gigantesche antenne terrestri sta ricevendo e trasmettendo dati da e verso New Horizons potete consultare l’ipnotico sito interattivo del Deep Space Network (cercate NHPC, che è la sigla della sonda).

– C’è la completissima cartella stampa della missione (PDF).

– Sul canale streaming video della NASA troverete numerose conferenze stampa che seguiranno questa scaletta.

– Trovate anche molti articoli su Planetary.org.

– Se vi serve un conto alla rovescia con le ultime immagini ei i dati di distanza e velocità, provate Americaspace.com.

– La NASA ha preparato l’app Eyes on Pluto, basata sui dati reali della traiettoria.

– C’è inoltre l’app PlutoSafari, per Android e IOS.

L’evento sarà seguito in italiano via twitter oltre che sul nostro account @Coelum_news anche dal nostro Giuseppe Petricca (@AstroPratica) ovviamente dallo stesso Paolo Attivissimo (@disinformatico) e dagli amici di @scientificast.

Gruppo Astrofili DEEP SPACE

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17.07: “Le prime immagini in diretta da Plutone: cronaca del sorvolo di New Horizons” di Martino Fossati.
Per info: 0341.367584 – www.deepspace.it

Gruppo Astrofili DEEP SPACE

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17.07: “Le prime immagini da Plutone: cronaca del
sorvolo di New Horizons” di Martino Fossati.
Per info: 0341.367584 – www.deepspace.it

ASTEROIDI – L’ estate di Cerere e Lutetia

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Il percorso di Cerere durante il mese di luglio. Il grande asteroide, attualmente visitato dalla sonda Dawn, sarà alla minima distanza e alla massima luminosità rispettivamente il 23 e il 25 luglio.

Cerere, ufficialmente promosso a pianeta nano e sotto osservazione dalla sonda Dawn, sarà in opposizione a fine luglio. Malgrado la buona magnitudine raggiunta non sarà agevole riconoscerlo, puntarlo e seguirlo nelle torride notti estive.
Oltre a Cerere sarà possibile anche seguire Lutetia che è un asteroide della fascia principale che è stato anche sorvolato dalla sonda Rosetta nel 2010. Le grandi opposizioni di Lutetia si ripetono ogni 19 anni, con l’asteroide che raggiunge con regolarità una luminosità apparente intorno alla +9,3 e una distanza dalla Terra di 1,03 UA.

Indice dei contenuti

EFFEMERIDI

Leggi tutti i dettagli e i consigli per l’osservazione, nell’articolo tratto dalla Rubrica Asteroidi di Talib Kadori presente a pagina 70 di Coelum n.194

New Horizons: le ultime foto prima del flyby (in aggiornamento)

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Plutone visto il 13 Luglio da New Horizons.

14 luglio – Le prime foto di Plutone da meno di un milione di chilometri

Plutone visto il 13 Luglio da New Horizons! Un'immagine che è stata rilasciata ufficialmente solo dopo la fine del countdown, ma che già girava in rete da alcune ore. E' l'immagine a colori più dettagliata che avremo di Plutone prima del flyby. Ripresa circa 16 ore prima dell'arrivo della sonda alla minima distanza, a 766 mila chilometri dalla superficie!

L’incontro di New Horizons con Plutone e le sue lune, destinato a chiudere il nostro primo capitolo di esplorazione del sistema solare e a inaugurarne uno nuovo, è ormai nel vivo. Dopo nove anni e mezzo di viaggio e quasi trenta di progettazione e costruzione, la sonda della NASA sta attraversando in questo momento il sistema plutoniano, sfrecciando accanto a quei sei mondi così lontani e (fino a poco fa) inesplorati alla velocità di 49 600 chilometri orari. Sulla pagina Facebook di Polluce Notizie e su quella di Coelum stiamo seguendo l’incontro minuto per minuto, osservazione dopo osservazione, già da stanotte, quando alle 5:15 ci è arrivato l’ultimo segnale di New Horizons prima dell’incontro, dando inizio a 21.6 ore di silenzio radio programmato: la sonda sarà talmente impegnata a raccogliere dati che non avrà tempo per girarsi indietro verso la Terra e trasmetterli.
New Horizons chiamerà casa per dirci che tutto è andato bene verso le tre di stanotte ora italiana, tramite un segnale di 18 minuti in cui verranno scaricati solo dati di telemetria. Per le prime foto dell’incontro dovremo aspettare fino alle 12:59 di domani, quando verranno scaricate una foto di Caronte, una di Plutone e un’altra di Idra. Continueremo a ricevere da due a quattro foto al giorno fino al 20 Luglio, dopodiché ci sarà una pausa di un paio di mesi.
Per movimentare un po’ il giorno del flyby, che altrimenti per noi terrestri, a causa del silenzio radio di New Horizons, sarebbe quasi del tutto privo di eventi, la NASA ha appena rilasciato un nuovo scatto di Plutone visto proprio ieri dalla fotocamera pancromatica LORRI alle 22 ora italiana, 16 ore prima del flyby. La sonda si trovava a 766 mila chilometri da Plutone.
L’immagine, come previsto, è centrata sull’emisfero di Plutone che mostra una misteriosa struttura chiara a forma di cuore, notata già durante la fase di avvicinamento. La struttura segna la più evidente interruzione nella fascia scura che avvolge quasi tutto il resto della regione equatoriale di Plutone. Si pensa che la regione scura sia dovuta alla presenza di toline, molecole di idrocarburi spesso definite scherzosamente “fango organico”, esposte all’aria aperta dall’evaporazione dei ghiacci di metano e azoto che altrimenti rivestirebbero la superficie. Anche se le nostre conoscenze sui meccanismi della circolazione atmosferica di Plutone sono ancora molto approssimative (è per questo, in fondo, che abbiamo inviato New Horizons per esplorare il pianeta nano da così vicino), sappiamo con buona certezza che i ghiacci, una volta sollevatisi in aria, si vanno a depositare nelle regioni più fredde. Ora che l’estate sta incominciando a penetrare anche nelle regioni tropicali di Plutone, ci si aspetterebbe di vedere un misto di zone chiare, dove la sublimazione deve ancora avvenire, e di zone scure, dove invece è già avvenuta, ed è più o meno esattamente ciò che abbiamo visto nei giorni scorsi.

13 luglio – Nuovi indizi di geologia su Plutone
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Plutone visto da New Horizons l'11 Luglio da una distanza di 1,6 milioni di chilometri (LORRI camera).

A un milione di miglia (circa 1.6 milioni di chilometri) di distanza e a un giorno e mezzo di viaggio da Plutone, la sonda New Horizons sta continuando a stupirci, e questo è solo l’inizio.

Elaborazione a colori dell'immagine LORRI a cura di Coelum Astronomia. Cliccare per ingrandire.

Questa nuova fotografia del pianeta nano è stata scattata l’11 Luglio e ricevuta ieri e mostra i primi, affascinanti indizi di attività geologiche sulla superficie. Si nota una struttura circolare, forse un cratere da impatto sprovvisto di una formazione a raggiera, strutture lineari che gli scienziati credono essere rilievi, e molto altro ancora.

Stanno appena entrando nel campo visivo di New Horizons, grazie alla lenta rotazione di Plutone, la regione chiara a forma di cuore e quella più scura che avvolge gran parte della fascia equatoriale. La foto è stata rilasciata poco dopo un altro scatto di Caronte (vedi sotto).

12 luglio – Un abisso più profondo del Grand Canyon su Caronte!
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La sonda New Horizons, ormai a un giorno e mezzo dal suo storico incontro con Plutone, ha trasmesso nuove foto. Stavolta, però, il soggetto dei suoi ritratti è Caronte, la luna principale del pianeta nano, che si sta rivelando un mondo ugualmente interessante dal punto di vista geologico.

Caronte ripreso il 11 luglio. Mostra due splendidi crateri circondati da una raggiera brillante e una cosa davvero inaspettata: un lunghissimo canyon visibile sul bordo in basso a destra.

Gli scienziati sono stati subito colpiti dalla vistosa presenza di un abisso nell’emisfero australe di Caronte. Secondo Bill McKinnon della NASA, questa struttura sarebbe molto più estesa e profonda del nostro Grand Canyon. “Questa è la prima prova diretta di movimenti di faglie,” spiega McKinnon. “New Horizons ha trasformato questa remota luna da una palla di ghiaccio quasi priva di connotati a un mondo con una grande varietà di attività geologica.”
Nelle ultime foto di Caronte, che fino a poche settimane fa era una piccola sorgente di luce puntiforme o poco più e che solo ora ci sta rivelando i suoi segreti, è visibile anche un cratere largo circa 96.5 chilometri di diametro. La struttura a raggiera che lo circonda suggerisce che si sia formato di recente, parlando in termini geologici – quindi nell’ultimo miliardo di anni.
A colpire di più gli scienziati stavolta è stato il fondale del cratere, molto più scuro di quanto ci si aspettasse. Un possibile scenario in grado di spiegare questa particolarità è che il cratere contenga in quantità maggiori un ghiaccio meno riflettente degli strati che avvolgono il resto della superficie di Caronte. Un’altra spiegazione plausibile è che il ghiaccio del cratere sia uguale in termini di composizione al resto della superficie, ma che i suoi granelli siano più spessi. Date le dimensioni maggiori, infatti, rifletterebbero meno luce, risultando così più scuri. Per creare granelli così spessi, il corpo estraneo che generò il cratere dovrebbe aver sciolto il ghiaccio sul fondale, che si sarebbe poi riformato in granelli più grandi.
Un altro mistero si nasconde in prossimità del polo nord di Caronte: una regione scura che si estende per più di 320 chilometri sulla superficie.

11 luglio –  Le ultime foto dell’emisfero “nascosto” di Plutone
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Immagine del 11 luglio 2015

New Horizons sta sfrecciando verso Plutone a quasi cinquantamila chilometri orari e, ormai a soli due giorni e mezzo dal suo storico incontro, la risoluzione delle sue fotografie sta aumentando drammaticamente. Quella che fino a pochi giorni fa era una superficie sfocata, con qualche vaga chiazza più scura o più chiara qua e là, si sta rivelando un complesso, affascinante e forse addirittura dinamico mondo. A testimoniarlo – o, meglio, a confermarlo – è quest’ultima immagine, ottenuta dalla fotocamera pancromatica LORRI nella mattina dell’11 Luglio.
L’immagine mostra l’emisfero di Plutone che il giorno dell’incontro, il 14 Luglio, si troverà in posizione diametralmente opposta a New Horizons rispetto al centro del pianeta nano e che quindi non potrà essere fotografato ad alta risoluzione: questa potrebbe essere l’ultima immagine di questi territori per chissà quanti decenni.
La foto, scattata da 4 milioni di chilometri da Plutone, mostra le quattro misteriose macchie scure avvistate già durante la fase di avvicinamento. Le macchie, larghe 480 km circa l’una, appaiono ora ben più complesse di prima. L’unica cosa che possiamo dire con certezza è che sono in qualche modo legate alla vasta regione scura che avvolge la fascia equatoriale del pianeta nano (qui visibile in basso).
“Non sappiamo perché appaiano praticamente equidistanti tra loro,” spiega Curt Niebur della NASA. “Non possiamo dire se sono altipiani o pianure, o se sono variazioni di luminosità su una superficie completamente piatta.”
In realtà, New Horizons tenterà di fotografare alcune delle longitudini comprese in questo scatto anche ad alta risoluzione, concentrandosi soprattutto sulla regione polare: dopo essersi lasciata Plutone alle spalle, la sonda si girerà e cercherà di fotografare l’emisfero in ombra (quello in questa foto, quindi) sfruttando la luce riflessa da Caronte. Gli stessi scienziati non sono convinti completamente dell’efficacia di questo metodo, ma provare di certo non nuoce.

Leggi subito online lo storico numero Coelum 194, tutto sul flyby e su quello che accadrà dopo

…un numero speciale da NON PERDERE! E se scegli di sottoscrivere un abbonamento cartaceo, oltre a poter leggere subito online il numero di luglio/agosto, lo riceverai anche via posta per conservarlo nella tua bilbioteca!

Associazione Cascinese Astrofili

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16.07, ore 20:30: “Pianeti in corso: osserviamo Venere, Giove e Saturno”. Osservazione pubblica in Corso Matteotti con L’Associazione Schermabilità.

Per informazioni:
Domenico Antonacci Cell: 347-4131736
domenico.antonacci@astrofilicascinesi.it
Simone Pertici: cell: 329-6116984
simone.pertici@domenicoantonacci.it
www.astrofilicascinesi.it

Plutone. Una foto storica!

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Sarebbe bello riuscire a fotografare Plutone proprio il giorno in cui verrà visitato dalla New Horizons…

Se qualcuno dei lettori volesse provarci (non è difficile come poteva esserlo ai tempi della pellicola), questa è la cartina che permetterà di identificarlo con ragionevole sicurezza.

Plutone si muoverà nella parte settentrionale del Sagittario, nei pressi delle stelle x1 e x2 . La posizione (calcolata per le 23:00 del 14 luglio) è indicata nella cartina dal rettangolino di cielo più chiaro e dalla croce.

Lo stesso rettangolo, che copre un campo di circa 1,1°, è stato ingrandito e mostrato nel riquadro in alto a destra.

Plutone avrà una magnitudine di +14,1, facilmente raggiungibile con pochi secondi di posa di una camera CCD applicata al fuoco di un telescopio anche modesto, e si sposterà di moto retrogrado (verso ovest) alla velocità di 4 secondi d’arco l’ora.

Aspettiamo le vostre riprese su gallery@coelum.com!

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Questo e molto altro su Coelum 194 di luglio/agosto!
Un numero da NON PERDERE!

LEGGILO SUBITO in versione digitale e, se scegli l’abbonamento cartaceo, richiedi che ti venga inviato anche il numero 194!

La flotta della NASA pronta per Plutone: Cassini, Kepler, Spitzer e SOFIA

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Tra la sonda New Horizons della NASA e Plutone ci sono ormai cinque milioni di chilometri e mezzo e cinque giorni di viaggio. La sonda, che il 14 Luglio passerà a 12500 km dalla superficie del pianeta nano e a 13695 km dal suo centro, ha trasmesso pochi minuti fa questa nuova fotografia, scattata ieri. Al momento dello scatto, la risoluzione era di circa 34 chilometri per pixel e la sonda si trovava a sette milioni di chilometri da Plutone. Mentre su Plutone è visibile una grande varietà di terreni, e in particolare una ricorrente alternanza tra regioni chiare e scure, la superficie di Caronte appare molto più uniforme, interrotta solamente da una regione scura in prossimità del polo.
Plutone e Caronte in un immagine dell'8 luglio. Al momento dello scatto, la risoluzione era di circa 34 chilometri per pixel e la sonda si trovava a sette milioni di chilometri da Plutone. Mentre su Plutone è visibile una grande varietà di terreni, e in particolare una ricorrente alternanza tra regioni chiare e scure, la superficie di Caronte appare molto più uniforme, interrotta solamente da una regione scura in prossimità del polo.

Il 14 Luglio, la sonda New Horizons della NASA sfreccerà accanto a Plutone, passando a soli 12500 km dalla sua ancora per poco inesplorata superficie. Ma quelli di New Horizons non saranno gli unici occhi robotici sparsi per il sistema solare ad essere rivolti in direzione del pianeta nano.

«La NASA punterà alcuni dei nostri più potenti telescopi spaziali verso Plutone,» spiega Paul Hertz, direttore della divisione di astrofisica dell’agenzia spaziale statunitense. «Unendo le loro capacità uniche, avremo un quadro molto vario del sistema di Plutone complementare ai dati di New Horizons.»

Mentre New Horizons passerà accanto a Plutone a quasi 50 mila chilometri orari, 49600 per la precisione, l’occhio robotico di Cassini, da più di dieci anni in orbita attorno a Saturno, sarà puntato in direzione del pianeta nano. Plutone apparirà come un insignificante sorgente puntiforme di luce in un campo di stelle più luminose, ma secondo gli scienziati il punto di vista di Cassini potrà aiutarli a comprendere meglio i dati di New Horizons.

«Il team di Cassini è lieto di aver fornito supporto visivo a New Horizons per anni e di averla aiutata nella sua navigazione verso Plutone,» spiega Earl Maize, project manager di Cassini. «Saremo entusiasti di poter dare un’ultima occhiata mentre attraverserà a tutta velocità il sistema di Plutone.»

Ma Cassini sarà solo l’inizio. Il 23 Luglio, quando Plutone ormai sarà più dieci milioni di chilometri alle spalle di New Horizons, il telescopio spaziale Spitzer inizierà una settimana di osservazioni per mappare all’infrarosso 18 longitudini sulla superficie del pianeta nano. L’obiettivo sarà quello di osservare cambiamenti superficiali.

«Spitzer è a circa 4.87 miliardi di chilometri da Plutone,» spiega Noemi Pinella-Alonso, lead investigator di Spitzer. «La sonda sarà uno strumento efficace per studiare i ghiacci sulla superficie e cercare altri materiali non ancora identificati.»

A Ottobre si aggiungerà anche il telescopio spaziale Kepler, ora impegnato nella sua nuova missione K2. L’ex-cacciatore di esopianeti monitorerà Plutone per quasi tre mesi, cercando di osservare le più lievi variazioni nella luminosità di Plutone e del suo satellite principale, Caronte.

«Le osservazioni di K2 aumenteranno la copertura temporale del rapido flyby di Plutone da parte di New Horizons,” spiega Steve Howell, project scientist della missione che più di un anno fa ci aveva rilasciato un’intervista. “Effettueremo osservazioni del sistema pianeta nano-luna ogni 30 minuti. Non vediamo l’ora di rivolgere l’attenzione del nostro cacciatore di pianeti verso questo lontano oggetto del sistema solare per fornire ulteriori dettagli scientifici su questo remoto e misterioso mondo, che, con le sue cinque lune, è un sistema solare in miniatura.»

A fine Giugno, il telescopio volante della NASA, l’osservatorio SOFIA, ha spiccato il volo per osservare un’occultazione di una stella di sfondo da parte di Plutone, cercando di rincorrere l’ombra del pianeta nano che viaggiava a 85 mila chilometri orari sulle onde dell’Oceano Antartico.

Il Cielo di Luglio-Agosto

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EFFEMERIDI

Numero doppio questo mese, con la cartina del cielo centrata sulla data del 31 luglio ma utilizzabile, cambiando l’orario, anche per le date intermedie, da inizio luglio (01:00 TMEC) a fine agosto (21:00 TMEC).

Nelle sere di metà luglio il Leone e la Vergine si presenteranno ormai al tramonto, come pure la Libra e lo Scorpione, che si contendono Saturno (unico pianeta facilmente osservabile ad occhio nudo di tutto il periodo).

Quasi allo zenit si staglieranno invece le sagome inconfondibili dell’Ercole, della Lira e del Cigno, mentre nei pressi dell’orizzonte il meridiano sarà dominato dal Sagittario e più in alto dall’Aquila. Verso est, intanto, saranno al sorgere Pegaso e Andromeda.

Il mese dopo, a metà agosto, Andromeda e il quadrato di Pegaso saranno già molto alti verso sudest, mentre a ovest, sempre più basso, si preparerà a salutarci il Boote con la brillante Arturo.

A fine agosto, già prima della mezzanotte, si potrà assistere al sorgere delle Pleiadi.

Il 12 luglio – alle 4 del mattino – faranno il loro debutto le Pleiadi

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Per chi avesse voglia di alzarsi prestissimo, la mattina del 12 luglio verso le quattro potrebbe assistere al sorgere di un’esile falce di Luna calante situata tra i due ammassi aperti delle Iadi e delle Pleiadi.

Ovviamente lo spettacolo sarà assicurato solo in caso di cielo sereno e orizzonte cristallino.

Volete vedere le vostre immagini pubblicate sulla rivista e scelte per la galleria delle migliori immagini del mese? Inviatecele con tutti i dettagli di ripresa su gallery@coelum.com!

Per le effemeridi di Luna e pianeti vedere il Cielo di luglio e agosto

Stazione Spaziale, i più spettacolari transiti del periodo

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In luglio la Stazione Spaziale tornerà ad attraversare i nostri cieli mattutini in orari perciò alquanto scomodi. Abbiamo quindi scelto di segnalare solo i transiti “da non perdere”, i più evidenti e luminosi, visibili da gran parte della nazione, per il primo dei quali dovremo attendere la metà del mese.

Il 16 luglio la ISS sarà ben visibile – dalle 04:35 alle 04:42 e da OSO a NE – in tutta l’Italia, con osservabilità migliore al Centro. Magnitudine di picco –3,4… che renderà il transito facile da rintracciare anche dalle città.

Nel Cielo – Sotto l’aculeo dello Scorpione

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Per noi osservatori delle medie latitudini boreali lo Scorpione è una specie di porta verso l’altro emisfero, una costellazione che sentiamo nostra per motivi culturali, e che tuttavia appartiene di fatto, con tutti i suoi tesori, a un mondo che sta più “giù”, di poco sotto l’orizzonte. E se la testa dello Scorpione, identificata da Antares, è un qualcosa che riusciamo a vedere non appena il cielo si fa scuro e limpido, la coda dell’animale rimane per lo più avvolta nel mistero. Proprio lì è dove tenteremo di arrivare questo mese, alla ricerca dei tre ammassi che fanno da corona al velenoso pungiglione dell’animale.

Per approfondire leggi tutti i dettagli e i consigli per l’osservazione, i cenni storici, le immagini e le mappe dettagliate, nell’articolo tratto dalla Rubrica Nel Cielo di Salvatore Albano presente a pagina 50 di Coelum n. 194

Associazione Cascinese Astrofili

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13.07, ore 21:30: “Osserviamo il Signore degli anelli: Saturno”. Osservazione pubblica con i telescopi all’interno della festa della Pubblica
Assistenza di Cascina (PI) – Zona Ex Tettora.

Per informazioni:
Domenico Antonacci Cell: 347-4131736
domenico.antonacci@astrofilicascinesi.it
Simone Pertici: cell: 329-6116984
simone.pertici@domenicoantonacci.it
www.astrofilicascinesi.it

ASTROINIZIATIVE UAI

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13-16.07: Scuola Estiva di metodologie didattiche
della scienza – Campo Catino La scuola estiva di
astronomia del centro Italia presso l’Osservatorio
Astronomico di Campo Catino a Guarcino (FR).
info: www.uai.it

Associazione Cascinese Astrofili

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11.07, ore 21:30: “Notte Messier…”
Per informazioni:
Domenico Antonacci Cell: 347-4131736
domenico.antonacci@astrofilicascinesi.it
Simone Pertici: cell: 329-6116984
simone.pertici@domenicoantonacci.it
www.astrofilicascinesi.it

Associazione Astronomica Feltrina Rheticus

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11.07: “Saturno: lo spettacolo del cielo”. Il Signore degli Anelli al telescopio.
info: www.rheticus.it

Una nuova mappa a colori di Plutone

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Una nuova mappa di Plutone centrata sulle longitudini che si presenteranno a New Horizons durante il suo avvicinamento il 14 Luglio.
Una nuova mappa di Plutone centrata sulle longitudini che si presenteranno a New Horizons durante il suo avvicinamento il 14 Luglio. Crediti: NASA-JHUAPL-SWRI

La NASA ha rilasciato una nuova mappa a colori della superficie di Plutone vista da New Horizons, che fra sei giorni sfreccerà accanto al pianeta nano. La mappa è stata assemblata unendo le immagini ad alta risoluzione scattate dalla fotocamera pancromatica LORRI tra il 27 Giugno e il 3 Luglio con i dati a bassa risoluzione della fotocamera a colori Ralph/MVIC. Nonostante i dettagli siano ancora pochi, questa mappa permette agli scienziati di avere un assaggio di ciò che vedremo a una risoluzione centinaia di volte maggiore fra meno di una settimana.

Dopo l'anomalia dei giorni scorsi, il 7 luglio la sonda è tornata operativa e, nella foto in alto, dal centro di controllo a Laurel, nel Maryland, si esulta per il segnale che ha confermato il corretto inizio della sequenza di flyby!

Balene e ciambelle

Nella mappa è evidente un’estesa area scura, già soprannominata dagli scienziati “la balena”, che copre quasi tremila chilometri della fascia equatoriale. A destra della sua “testa” è visibile una regione particolarmente chiara che misura circa 1600 km di diametro. Il sospetto è che l’aspetto pallido di questa regione sia dovuto alla presenza di depositi di ghiacci di metano, azoto e monossido di carbonio più recenti che nelle altre regioni. Proseguendo verso destra, sono visibili quattro chiazze scure, ognuna larga centinaia di chilometri e all’incirca equidistanti le une dalle altre.
Alla sinistra della coda della “balena” è invece visibile una struttura a ciambella, larga circa 350 km, costituita da un anello chiaro e da un centro scuro. È probabile che si tratti di un cratere da impatto o di una qualche struttura associata ad attività criovulcaniche, ma  in attesa di fotografie più dettagliate, i ricercatori preferiscono per il momento astenersi da qualunque speculazione sulla natura delle strutture visibili nelle fotografie.
«Siamo alla fase de “l’uomo nella Luna” – spiega John Spencer del SwRI, facendo riferimento al fenomeno di pareidoli, per cui risulta facile vedere, ad esempio, il volto di un uomo tra le macchie della Luna – È facile vedere forme familiari in questa bizzarra raccolta di luci e ombre. Tuttavia, è troppo presto per sapere cosa queste strutture sono veramente.»
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Non perdere il numero 194 di Coelum ora online!
Tutte le informazioni per seguire lo storico incontro con Plutone!
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Società Astronomica Fiorentina

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08.07: Apertura biblioteca.
Per info: cell. 377.1273573 – presidente@astrosaf.it
www.astrosaf.it

La congiunzione tra Giove e Venere manterrà una grande visibilità alla sera sull’orizzonte ovest.

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Giove e Venere nel periodo che va dal 30 giugno all’8 luglio, passeranno dalla loro minima separazione (22′) fino a distare tra loro 3,4°. L’illustrazione riporta il percorso apparente dei due oggetti rispetto all’orizzonte (coordinate altazimutali). Sera dopo sera i due pianeti si distanzieranno sempre più, apparendo anche sempre più bassi sull’orizzonte; come pure le stelle e le costellazioni che li ospitano (la posizione di Regolo, ad esempio, è indicata all’8 luglio, mentre quelle precedenti sono senza data, ma segnate ad intervalli di due giorni).

Per le effemeridi di Luna e pianeti vedere il Cielo di luglio e agosto

Gruppo Astrofili DEEP SPACE

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10.07: “A spasso nella Via Lattea” proiezione a cura di Franco Molteni.
Per info: 0341.367584 – www.deepspace.it

Gruppo Astrofili DEEP SPACE

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10.07: “A spasso nella Via Lattea” proiezione a
cura di Franco Molteni.
Per info: 0341.367584 – www.deepspace.it

Ripristinata la New Horizons dopo l’anomalia

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Il centro di controllo di New Horizons al Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory di Laurel, Maryland. Crediti: NASA/JHUAPL

Laurel, abbiamo un problema!

Il centro di controllo di New Horizons al Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory di Laurel, Maryland. Crediti: NASA/JHUAPL

Gli ingegneri del centro di controllo della sonda New Horizons, insediato presso il Laboratorio di fisica applicata della Johns Hopkins University a Laurel, nello stato americano del Maryland, sabato scorso 4 luglio 2015 hanno vissuto un’ora e mezza di puro terrore. La loro creatura, che dopo un viaggio di quasi dieci anni ha quasi raggiunto Plutone (vedi Media INAF ), ha deciso di interpretare a modo suo i festeggiamenti per l’Independence Day: interrompendo il contatto con il Deep Space Network della NASA, il sistema di antenne che gestisce le comunicazioni tra New Horizons e il centro di controllo di Laurel.

Quando il contatto è stato ristabilito, i tecnici a terra hanno potuto constatare che il pilota automatico della sonda aveva rilevato un problema, mettendola in “safe mode, come previsto dalle procedure. In questa modalità non sono possibili operazioni scientifiche: una prospettiva terrificante in vista dell’irripetibile fly-by con il pianeta nano e le sue lune, previsto per la prossima settimana.

Ora, fortunatamente, giunge notizia dalla NASA che la missione New Horizons sta ritornando alla sua normale operatività scientifica. L’inchiesta sull’anomalia all’origine dell’entrata in modalità sicurezza della sonda spaziale ha concluso che nessun guasto hardware o software si è verificato a bordo della sonda stessa. La causa dell’incidente è stato un errore di temporizzazione contenuto in una sequenza di comando attivata in preparazione del passaggio ravvicinato. Non sono previste operazioni simili, rassicurano dalla NASA, per il resto dell’incontro con Plutone.

«Sono particolarmente soddisfatto che il nostro team della missione abbia rapidamente individuato il problema, assicurando il buon funzionamento del veicolo spaziale», ha dichiarato Jim Green, direttore delle Scienze Planetarie NASA. «Ora – con Plutone nel mirino – siamo sul punto di tornare alla normale operatività e vincere la nostra sfida».

Si prevede che le operazioni scientifiche riprenderanno il 7 luglio e che l’intera operazione di sorvolo ravvicinato verrà eseguita come già programmato. Si è anche valutato che le osservazioni scientifiche perse durante il ripristino dall’anomalia non influenzano nessuno degli obiettivi primari della missione, con un effetto assai ridotto sugli obiettivi minori.

Uno dei problemi nell’effettuare operazioni di ripristino di questo tipo è, come si può intuire, l’estrema distanza del veicolo spaziale dalla Terra. New Horizons si trova a quasi 5 miliardi di kilometri di distanza e i suoi segnali radio, pur viaggiando alla velocità della luce, hanno bisogno di 4,5 ore per arrivare al centro di controllo. La comunicazione bidirezionale tra il veicolo spaziale e dei suoi operatori richiede dunque un minimo di nove ore per essere completata.

In attesa di nuovi sviluppi, godiamoci l’ultima vista a colori di Plutone inviata da New Horizons, ottenuta combinando le mappe in bianco e nero della superficie del pianeta nano con una mappa dei colori del pianeta.

Società Astronomica Fiorentina

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07.07: “L’Osservatorio Astronomico della Piramide
di Bomarzo” di Leonardo Malentacchi.
Per info: cell. 377.1273573 – presidente@astrosaf.it
www.astrosaf.it

I “pozzi” di Rosetta

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OSIRIS cliccare per ingrandire la grafica

Nell'immagine, a sinistra i pozzi individuati e indicati sulla cometa (prendono il nome dalla zona in cui si trovano), al centro in alto il primo piano di un "pit" mostra dei piccoli getti di polveri emanati dalle pareti del pozzo, a destra la cometa in attività. Completa l'immagine una sequenza che spiega la formazione di un pozzo. Credit: ESA / Rosetta / MPS for OSIRIS Team / UPD / LAM / IAA / SSO / INTA / UPM / DASP / IDA / Jean-Baptiste Vincent et al.

Un nuovo studio pubblicato su Nature spiega l’origine dei “famosi pozzi” rilevati lo scorso agosto. I risultati sono stati ottenuti analizzando i dati raccolti dalla camera OSIRIS (Optical, Spectroscopic, and Infrared Remote Imaging System), che vede un significativo contributo italiano, con il CISAS (Centro di Ateneo di Studi e Attività Spaziali dell’Università di Padova), con il supporto di ASI e INAF.

«La traduzione di “pits” in “pozzi” forse non rende proprio l’idea esatta di quello che abbiamo realmente osservato» – ci dice Giampiero Naletto del CISAS, responsabile del disegno ottico di uno dei due telescopi di OSIRIS, la Wide Angle Camera – «Un pozzo solitamente è profondo e stretto mentre in questo caso le cavità osservate sono più larghe che profonde. Inoltre alcune di esse sono attive cioè ancora in continua evoluzione».

La cometa è una cosiddetta gioviana, di breve periodo, ed è, come si può dedurre dal nome, soggetta all’influenza gravitazionale del pianeta gigante. Ma non è sempre stato così. La sua orbita si è, infatti, ridotta notevolmente solo di recente: tipicamente una cometa che raggiunga una particolare vicinanza con i giganti gassosi Giove o Saturno è destinata a subire una notevole variazione dell’orbita. Ed è il caso anche della Churyumov-Gerasimenko, il cui perielio (cioè il massimo avvicinamento al Sole), pari a circa 4,0 UA (1 UA=distanza Terra-Sole) fino al 1840, si è ridotto a dapprima a 3,0 e quindi a 1,28 UA a causa di due successivi incontri con Giove, il secondo dei quali avvenuto nel 1959.

Attualmente ha un periodo di 6,45 anni e l’incontro ravvicinato col Sole avverrà il prossimo 13 agosto 2015, quando passerà a 183 milioni di chilometri dal Sole (quindi poco più di 1,2 UA), in un’orbita tra la Terra e Marte. Inoltre, a causa della particolare inclinazione della 67P, la porzione della superficie osservata e analizzata è illuminata dal Sole solamente quando la cometa si trova “lontano” da esso, ed è quasi in ombra quando lo cometa è “vicina”. Quindi, quella che si è vista è la superficie cometaria meno alterata dal calore solare, e quindi in qualche modo quella più vicina alla superficie originaria. Questo ci permette di osservare, in qualche modo, i primi effetti dell’avvicinamento della 67P alla nostra stella.

Il fattore da tenere in considerazione nella formazione dei pits osservati è la differenza nelle temperature di sublimazione dei diversi elementi da cui è composta la cometa. Trovandosi in condizioni di pressione ultra bassa gli elementi volatili presenti, quali monossido di Carbonio (CO), anidride carbonica (CO2) e acqua (H2O), passano direttamente dallo stato solido a quello gassoso. Il processo di sublimazione avviene a temperature diverse per i tre componenti man mano che la cometa si avvicina al Sole. Questa sorta di sublimazione differenziata crea delle porosità, una fragilità del terreno, che causa delle vere e proprie frane “sotterranee” del materiale formando così le cavità.

Si tratta quindi di un processo geologico endogeno, e non di crateri da impatto come si era pensato, ma di vere e proprie formazioni indotte all’interno della cometa. Man mano che il processo “di scavo” continua, grazie al calore fornito dal Sole, le cavità crescono lasciando solo una sorta di “crosta” ghiacciata; ad un certo punto anche questo “tappo” crolla, e la cavità è quindi esposta direttamente alla radiazione solare, generando l’emissione di getti di gas e polvere.

Il pit n° 1 osservato da diverse angolazioni da OSIRIS. In tutte le immagini la freccia verde punta allo stesso masso e la freccia blu punta allo stesso crinale all’interno del pit

In fase di attività quindi s’innesca un processo che si auto alimenta: più la cavità è profonda più è grande la superficie delle pareti esposte alla radiazione solare e quindi va aumentando la degassazione differenziata del materiale che continua a franare andando a depositarsi sul fondo, innalzando così il livello del “pozzo”.

Il sistema OSIRIS a bordo di Rosetta. Cliccare per ingrandire la grafica

I pozzi rilevati e analizzati con OSIRIS, nel lavoro presentato su Nature, sono 18 e appaiono disporsi in piccolo gruppetti. I ricercatori sono riusciti a evidenziare come alcuni di essi siano attivi e in continua evoluzione, come sopra descritto. Questo potrebbe permettere di misurare il tasso di invecchiamento della cometa arrivando a concludere che le comete “più vecchie”, che hanno cioè subito più passaggi vicino al Sole, hanno una superficie più liscia e omogena mentre le “più giovani”, come la 67P, presentano “rughe molto più profonde”, i pits attivi appunto.

Ciò che è stato misurato è, in particolare, il rapporto tra profondità e diametro dei pits: il risultato è che quelli più attivi hanno un rapporto più alto mentre quelli attualmente “spenti” risultano essere meno profondi proprio perché hanno raggiunto la fine del processo sopra descritto. Tali misure sono state anche confrontate con quelle effettuate sulle depressioni circolari già note in altre due comete, la 9P/Tempel 1 e la 81P/Wild 2, anch’esse gioviane. I “pozzi” della 67P, anche quelli inattivi, risultano comunque più profondi di quelli delle due comete e questo ci conferma la diversa storia evolutiva di 67/P rispetto ad esse.

Pits più profondi e attivi significano un numero decisamente minore di passaggi vicino al Sole e quindi un tasso di invecchiamento decisamente minore. Wild 2 e Temple 1 sono andate quindi incontro a un lifting naturale per il quale la Churyumov Gerasimenko dovrà effettuare ancora diverse “sedute”.

A questo si aggiunga il fatto che le polveri rilasciate nei successivi passaggi al perielio tornano in parte a depositarsi sul suolo omogeneizzando ancora di più eventuali scabrosità della superficie.

«Ci restano ancora diversi aspetti da capire», spiega ancora Giampiero Naletto. «Per esempio abbiamo rilevato che la crosta superficiale della cometa è estremamente isolante tanto che al di sotto di pochi centimetri la temperatura scende tantissimo: è quindi difficile ritenere che sia l’irraggiamento superficiale a innescare la sublimazione che forma le cavità, o almeno che ne sia la sola causa. Dobbiamo allora cercare un meccanismo in grado di produrre energia dall’interno: stiamo pensando a una transizione di fase del ghiaccio, da amorfo a cristallino, tale per cui verrebbe rilasciato un calore sufficiente ad innescare la sublimazione delle diverse componenti del terreno cometario. Un altro aspetto ancora è che non ci è chiaro se l’interno della cometa sia costituito da macro o da micro porosità. Noi continuiamo ad analizzare i dati che sono moltissimi. Naturalmente se si riuscisse a riprendere i comandi di Philae e a eseguire il carotaggio potremmo compiere dei notevoli passi in avanti».

Il team padovano, guidato da Cesare Barbieri dell’Università di Padova, attivo già durante le fasi di progettazione, costruzione e verifica di tutto lo strumento è ora impegnato anche nell’analisi dei dati prodotti da OSIRIS.

Nuove foto a colori dei due volti di Plutone

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Plutone e Caronte a colori.
Plutone e Caronte a colori.

New Horizons ha scattato nuove fotografie a colori di Plutone e della sua luna principale, Caronte, a dodici giorni dal loro storico incontro. Le immagini mostrano i due volti di Plutone: il cosiddetto “encounter hemisphere”, cioè l’emisfero che si presenterà a New Horizons durante l’incontro ravvicinato, e l’emisfero opposto, che scomparirà oltre l’orizzonte circa tre giorni prima che la sonda americana raggiunga il pianeta nano.

SU ‪#‎PLUTONE‬ UN GRANDE CRATERE DA IMPATTO o un semplice artefatto dovuto alle immagini ancora a bassa risoluzione e alla spinta elaborazione? Certo è che continuano a proporre intriganti misteri le immagini in arrivo dalla ‪#‎NewHorizons‬. LORRI camera, 29 giugno, ripresa quando la sonda si trovava a 18,2 milioni di chilometri dal pianeta (circa 47 volte la distanza Terra Luna) ...e a due settimane esatte dal ‪#‎PlutoFlyBy‬! (Elaborazione e commento Coelum Astronomia).

Le immagini mostrano una serie di curiose chiazze scure sull’emisfero opposto. Ognuna delle chiazze misura circa 480 chilometri in diametro e la distanza che separa le une dalle altre sembra uguale per tutte. Le chiazze si trovano in basso nell’immagine, ma in realtà giacciono quasi perfettamente lungo l’equatore: l’asse di rotazione di Plutone infatti è fortemente inclinato, quindi il volto che vediamo corrisponde in gran parte alle regioni polari. Le chiazze ricordano un po’ le aree scure, sempre situate in regioni equatoriali, mappate decenni fa da Voyager 2 sulla superficie di Tritone, ritenuto il cugino perduto di Plutone.

Le immagini sono state scattate dallo strumento pancromatico LORRI e colorate usando i dati a risoluzione minore di MVIC, un apparato dello strumento Ralph. Le immagini, data l’assenza di un filtro verde a bordo della sonda, sono state processate manualmente per renderle il più simili possibile a ciò che vedrebbe l’occhio umano.

Associazione Astronomica Mirasole

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04.07: “La Terra. Verso una nuova etica di comprensione e rispetto per il nostro Pianeta.” di Nitamo Montecucco.
ufficio.stampa@astromirasole.it
www.astromirasole.it

Associazione Astronomica Mirasole

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04.07: “La Terra. Verso una nuova etica di comprensione
e rispetto per il nostro Pianeta.” a cura
di Nitamo Montecucco.
ufficio.stampa@astromirasole.it
www.astromirasole.it

Gruppo Astrofili DEEP SPACE

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03.07: “L’uomo raggiunge Plutone: la missione
New Horizons” di Laura Proserpio, ingegnere
aerospaziale Esa.
Per info: 0341.367584 – www.deepspace.it

Gruppo Astrofili Lariani

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04.07: Osservazione di Luna e Saturno. A seguire
le meraviglie del cielo estivo: nebulose, ammassi
aperti e globulari.
Per informazioni: Tel 347.6301088
info@astrofililariani.org
www.astrofililariani.org

30 giugno: primo #ASTEROIDDAY …anche in streaming su coelum.com!



Live streaming video by Ustream

Il 30 giugno si svolgerà il primo ufficiale ASTEROID DAY, una manifestazione internazionale promossa dall’omonima associazione che si definisce un “movimento globale per la protezione della Terra dagli asteroidi”, la cui dichiarazione di intenti è stata sottoscritta da 100 tra astronauti, scienziati, premi nobel, tecnologi e artisti di tutto il mondo.

Tra i primi firmatari e nomi più noti spiccano Lord Martin Rees, Brian May (chitarrista dei Queen ma anche astrofisico), Peter Gabriel, Richard Dawkins, Kip Thorne e l’astronauta della (s)fortunata missione Apollo 13 Jim Lovell (vedi elenco completo).
Per restare aggiornati sulle attività dell’associazione e sugli eventi organizzati, oltre al sito di riferimento, sono disponibili le varie pagine social dedicate (hashtag #asteroidday):

www.facebook.com/asteroidday www.twitter.com/asteroidday www.youtube.com/asteroidday www.instagram.com/asteroiddayorg

www.asteroidday.org

Il 30 giugno 2015 si svolgerà la manifestazione internazionale denominata ASTEROID DAY, dove astronomi e scienziati di tutto il mondo si ritroveranno per parlare di asteroidi potenzialmente pericolosi.

Coelum Astronomia parteciperà all’evento trasmettendo in streaming su www.coelum.com una serie di interventi organizzati dal GAMPGruppo Astrofili Montagna Pistoiese – presso l’Osservatorio Astronomico della Montagna Pistoiese.

Sito nel Comune di San Marcello (PT), per l’occasione l’Osservatorio ospiterà infatti una giornata di incontri per sensibilizzare e informare il pubblico sugli asteroidi e sul loro rischio di impatto.

L’Osservatorio montano da sempre si è dedicato allo studio dei corpi minori del sistema solare, asteroidi e comete, vantando il primato tra gli osservatori amatoriali italiani per il numero di scoperte: 428 asteroidi. In particolare si è distinto per essere stato il primo osservatorio astronomico, sul territorio nazionale, ad aver scoperto un asteroide di tipo NEA (Near Earth Asteroid) oggetti che si avvicinano in modo “ pericoloso “ alla Terra, denominato (15817) Lucianotesi, nonché di aver scoperto il primo asteroide classificato come PHA (Potentially Hazardous Asteroids) – asteroidi potenzialmente pericolosi – designato con la sigla provvisoria 2011 QY39.

In virtù dell’attività svolta e dei risultati ottenuti dall’osservatorio, il GAMP ha aderito all’ ASTEROID DAY, organizzando per il 30 giugno una giornata dedicata agli asteroidi, dove interverranno professionisti e astrofili del settore.

Cliccare l'immagine per ingrandire

Le attività inizieranno nel primo pomeriggio dove verranno illustrate le tecniche per la ricerca e lo studio degli asteroidi, con dimostrazioni pratiche. Gli studenti del locale Istituto Omnicomprensivo, 2° classe del liceo scientifico Fermi, Cinotti Viola, Carotta Giulie e Marco, racconteranno la loro esperienza in questo ambito acquisita nel corso della collaborazione tra il GAMP e la scuola. Seguirà una breve esposizione dei risultati scientifici ottenuti dall’osservatorio montano.

I lavori riprenderanno la sera con l’intervento di alcuni astrofili che forniranno indicazioni sullo stato attuale della ricerca e studio sugli asteroidi.

Paolo Bacci e Samuele Marconi (GAMP) daranno l’inizio ai lavori con una breve introduzione sulle caratteristiche degli asteroidi.

Mauro Bachini (Associazione Astronomica Isaac Newton di Santa Maria a Monte PI), illustrerà la dimensione e la forma degli asteroidi anche tramite lo studio delle occultazioni asteroidali.

La Dott.ssa Eleonora Tommasi e Paolo Bacci (GAMP) analizzeranno gli asteroidi con la fisica: dalla densità al periodo di rotazione.

Maura Tombelli (Gruppo Astrofili Montelupo) racconterà l’emozionate storia che ha portato alla prima scoperta di un asteroide di tipo NEA in Italia effettuata all’osservatorio della Montagna Pistoiese.

Il progetto A.M.I.C.A. che verrà lanciato nel corso dell'evento. Cliccare per ingrandire la diapositiva.

Domenico Antonacci (ACA – Associazione Cascinese Astrofili) presenterà il progetto A.M.I.C.A. (Asteroid Mitigation, Information and Coordination Activity) il cui intento e quello di coordinare una serie di iniziative che mirano ad informare in modo corretto ed efficace la popolazione, svolgendo quindi un ruolo di supporto alla protezione civile già presente sul territorio e fornendo dei chiari punti di riferimento.

Il fulcro della manifestazione sarà l’intervento dell’astronomo Fabrizio Bernardi Presidente del Consiglio di Amministrazione di SpaceDyS, che tra le varie attività gestisce NEODYS, e collabora con ESA. Bernardi ha scoperto APOPHIS, il più famoso e discusso asteroide, che nel 2029 effettuerà un passaggio radente ,talmente vicino alla Terra da poter essere visto a occhio nudo! La sua principale attività è determinare l’orbita degli asteroidi e prevedere la loro posizione al fine di determinare le possibilità di impatto con la Terra.

Chiuderanno la manifestazione Fabio Marzioli e Alberto Villa (AAAV – Associazione Astrofili Alta Valdera) con un interessante intervento sull’astrofilatelia dedicata agli asteroidi.

Da sinistra, alcuni tra i relatori e organizzatori della giornata: Maura Tombelli, Fabrizio Bernardi, Paolo Bacci e Domenico Antonacci

Programma della manifestazione del 30 giugno 2015 che si volgerà presso Osservatorio Astronomico della Montagna Pistoiese

Laboratorio:

  • 16.30 Astrometria e fotometria di Asteroidi
  • 17.30 Studenti alla ricerca di asteroidi
  • 17.50 Risultati ottenuti da San Marcello

.

Conferenze:

  • 21.00: Gli Asteroidi introduzione –  Paolo Bacci e Samuele Marconi
  • 21.20: Occultazioni asteroidali – Mauro Bachini
  • 21.40: Fisica degli Asteroidi –  Eleonora Tommasi e Paolo Bacci
  • 22.00: Pericolo asteroidi NEA – Fabrizio Bernardi SPACEDYS
  • 23.15: Il primo NEA scoperto in Italia – Maura Tombelli
  • 23.30: Progetto A.M.I.C.A. – Domenico Antonacci
  • 23.45: L’asteroide nel francobollo – Fabio Marzioli e Alberto Villa

.

Partecipate numerosi!

…e se non potete essere presenti di persona, seguite l’evento in streaming su www.coelum.com!

.

Per informazioni:

Biblioteca Comunale di San Marcello Pistoiese tel. 0573/621289

GAMP www.gamp-pt.net email: gamp104@gmail.com
.

Associazione Ligure Astrofili Polaris

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03.07: “La luce curva” di Pietro Planezio.
Per il programma completo andare al sito.
Per info: cell. 346.2402066 – info@astropolaris.it
www.astropolaris.it

Il primo Asteroid Day

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Sir Martin Rees, Grigoriy Richters e Brian May alla presentazione dell’Asteroid Day
Sir Martin Rees, Grigoriy Richters e Brian May alla presentazione dell’Asteroid Day

Il 30 giugno 2015 in tutto il mondo sarà il primo Asteroid Day, un’iniziativa internazionale per richiamare l’attenzione sul rischio rappresentato da oggetti spaziali naturali (asteroidi e comete) che potrebbero colpire il nostro pianeta.

La data non è stata scelta a caso, in quanto coincide con l’anniversario dell’evento di Tunguska: il 30 giugno 1908 un bolide spaziale esplose pochi chilometri sopra una zona disabitata della Siberia, producendo un onda d’urto di potenza e vastità tale da abbattere decine di milioni di alberi in un’area di migliaia di chilometri quadrati.

A 107 anni di distanza da Tunguska, conosciamo molto di più sui corpi spaziali che potrebbero avvicinarsi in maniera pericolosa sulla Terra, ed anche sui possibili effetti di un loro impatto con l’atmosfera terrestre, anche con i dati desunti da un evento ben più recente, quello di Chelyabinsk.

Ora, nomi celebri di astronomi, fisici, astronauti, docenti universitari e artisti compaiono per primi tra le firme favorevoli alla petizione, fulcro della campagna dell’Asteroid Day. Una petizione in cui si chiede ai governi e alle agenzie direttamente interessate di potenziare notevolmente – di 100 volte, da cui la sigla in breve della petizione: 100x Declarationla conoscenza e la sorveglianza dei cosiddetti NEO, Near-Earth Object.

Coelum Astronomia parteciperà all’ #asteroidday trasmettendo in streaming su www.coelum.com una serie di interventi organizzati dal GAMP (Gruppo Astrofili Montagna Pistoiese)  presso l’Osservatorio Astronomico della Montagna Pistoiese.
LEGGI LA NOTIZIA COMPLETA

«Nel sistema solare ci sono un milione di asteroidi che hanno il potenziale di colpire la Terra e distruggere una città», si legge nel testo della petizione. «Ne abbiamo scoperti meno di 10mila, solo l’uno per cento. Abbiamo la tecnologia per cambiare questa situazione». Uno dei punti che i proponenti mettono in risalto è che, al contrario di altri fenomeni naturali endogeni (si pensi ai terremoti o alle esplosioni vulcaniche) su cui la tecnologia non ha possibilità di intervenire per non farli accadere, un bolide spaziale può potenzialmente essere deviato prima che raggiunga la Terra.

Come si può leggere sull’apposito sito, l’idea è partita dal giovane regista tedesco Grigoriy Richters che, ispirato qualche anno fa dalla visione di un documentario sugli asteroidi della BBC, ha prodotto un film sulla fine del mondo causata da un asteroide, 51 Degrees North, senza alcun happy ending. Incoraggiato da varie personalità scientifiche a continuare l’opera di sensibilizzazione su questo problema, Richters ha poi avuto l’appoggio, tra gli altri, di Brian May, conosciutissimo chitarrista dei Queen ma anche astrofisico, che ha composto delle musiche per il film, diventando uno dei testimonial principali dell’Asteroid Day.

Oltre le due première ufficiali a Londra e San Francisco, per celebrare l’Asteroid Day sono state organizzate moltissime iniziative in tutto il mondo. In Italia ne sono programmate una decina, dalla Valle d’Aosta alla Calabria. Potete cercare quella più vicina a voi sfogliando l’elenco completo sul sito o individuandoli sulla mappa.

Falcon 9 (Dragon CRS-7) esploso durante il lancio

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Un razzo Falcon 9 v1.1 è esploso in quota durante il lancio della capsula Dragon per una missione di rifornimento verso la ISS (SpX-7/CRS-7). L’esplosione è avvenuta poco dopo i 40 km di quota, quando il vettore aveva superato la fase di massima pressione dinamica (MaxQ).

Non sono ancora note le cause del fallimento, anche se dalle prime dichiarazioni di SpaceX si è indicato, come intuibile, un problema al primo stadio del razzo.

Ecco un video dell’esplosione:

https://www.youtube.com/watch?t=13&v=7gCdsCyFVQ8

Di seguito le stesse scene viste dal Controllo Missione:

Al momento non è ancora chiaro se l’esplosione sia stata causata dal Flight Termination System (FTS) o sia dovuta ad un malfunzionamento.

Si è trattato del primo fallimento di un Falcon 9 v1.1 su 14 lanci e il secondo della famiglia dei Falcon 9 (su 19 lanci complessivi) contando un parziale fallimento per un payload secondario.

Qui trovate maggiori dettagli sul carico che trasportava la capsula Dragon. Tra i payload più importanti l’International Docking Adapter 1 (IDA 1) e una tuta Extravehicular Mobility Unit (EMU).

Questo articolo verrà aggiornato con ulteriori informazioni non appena disponibili.

[Aggiornamento 16:51 CEST]

SpaceX ha dichiarato che i primi segnali del problema sono avvenuti a 45km, 2 minuti e 19 secondi dopo il decollo, seguiti immediatamente dalla disintegrazione del vettore.
Secondo un tweet di @ISS101, la situazione delle scorte sulla ISS non è critica. Allo stato attuale, si intaccherebbero le riserve a settembre, ma sia una capsula russa Progress che un cargo giapponese HTV dovrebbero raggiungere la stazione prima di allora.

Looking at consumables, #ISS would hit reserves in September if no more cargo arrived, but HTV-5 & Progress M-28M will launch before that.

— ISS Updates (@ISS101) June 28, 2015

NASA prevede una conferenza stampa non prima delle 18:30 CEST (ora Italiana).

[Aggiornamento 17:12 CEST]

Nelle immagini di NASA TV si ha l’impressione che l’esplosione parta dal fronte del razzo, il che potrebbe suggerire problemi con la capsula o con il secondo stadio. Tuttavia, potrebbe anche essere una conseguenza di un cedimento strutturale, forse dovuto a problemi di guidance.

Un video che mostra gli istanti dell’esplosione al rallentatore:

Un tweet di @NASAWatch mostra il momento descritto:

If you watch video of #CRS7 launch it looks like explosion started at front of Falcon 9 & moved & outwards aft- fast pic.twitter.com/RWrQhbFoyN

— NASA Watch (@NASAWatch) June 28, 2015

[Aggiornamento 17:54 CEST]

Le prime dichiarazioni di Elon Musk, sembra che la causa possa essere una sovrapressione nel secondo stadio, le cause però non sono ancora state dichiarate anche se Elon Musk parla di “cause controintuitive”:

That’s all we can say with confidence right now. Will have more to say following a thorough fault tree analysis.

— Elon Musk (@elonmusk) June 28, 2015

[Aggiornamento 18:36 CEST]

La conferenza stampa su NASA TV è stata rinviata alle 18:50 (UTC+2).

[Aggiornamento 18:52 CEST]

La conferenza stampa su NASA TV è stata rinviata alle 19:00 (UTC+2).

[Aggiornamento 19:11 CEST]

Dalla conferenza stampa in corso:
Il volo è stato senza problemi fino a 139 secondi dal lancio, attualmente si stanno ancora analizzando i dati i quali sembrano far propendere per una sovrapressione al secondo stadio.
Nessuna anomalia è stata riscontrata con il primo stadio durante il volo.
Dopo la distruzione la telemetria di Dragon è stata ricevuta per un certo periodo.
Per quanto riguarda la ISS è stato perso l’adattatore per le future capsule abitate IDA, una tuta per EVA e molti esperimenti scientifici. Si sta valutando l’impatto per la perdita di alcuni filtri necessari alla ISS.

[Aggiornamento 19:13 CEST]

La prossima Soyuz non dovrebbe subire ritardi, come già confermato le scorte di alimenti e beni primari sono ancora consistenti.
Perdere dei veicoli di rifornimento era previsto ma non 3 diversi in così pochi mesi, non è routine e non sarà facile rimediare.

[Aggiornamento 19:18 CEST]

L’analisi e l’inchiesta sull’incidente verrà svolta da SpaceX affiancata da FAA che è già sul posto. Il volo, come i precedenti, era autorizzato dalla dovuta licenza di FAA.

[Aggiornamento 19:28 CEST]

Ci sono alcuni esperimenti (come quello studentesco TWICE) e attrezzature come i filtri, che sono stati persi per la seconda volta dopo i disastri del Cygnus e della Progress dei mesi scorsi.

[Aggiornamento 19:56 CEST]

Non dovrebbero esserci problemi per materiale da riportare a terra, i freezer erano stati praticamente svuotati dei campioni durante l’ultima missione Dragon e questo volo era previsto riportasse a terra principalmente immondizia.
Per quanto riguarda l’IDA non è indispensabile averne subito due installati, se anche ci fossero ritardi l’unico impatto che avrebbe sarebbe una rotazione dei futuri equipaggi 6-3-6 e non 6-9-6. Un nuovo esemplare comincerà comunque da subito l’assemblaggio con le parti già disponibili.
Le imbarcazioni di supporto al lancio sono ora impegnate nel recupero dei detriti.
Non dovrebbero esserci gravi conseguenze per la EMU persa, con quelle a bordo l’operatività è garantita, ne sarebbe tornata a terra una attualmente a bordo ma senza una pompa installata.

Segui la discussione su ForumAstronautico.it

http://www.forumastronautico.it/index.php?topic=23761.0

(C) Associazione ISAA – Licenza CC BY-NC Plus Italia

I due pianeti piu’ luminosi del cielo -Venere e Giove- si incontreranno il 30 giugno

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L’illustrazione riporta il percorso apparente dei due pianeti rispetto all’orizzonte (coordinate altazimutali). Sera dopo sera i due pianeti appariranno sempre più vicini, ma anche più bassi sull’orizzonte, per effetto dell’anticipo dovuto al moto siderale della sfera celeste; come pure le stelle e le costellazioni che li ospitano (la posizione di Regolo, sempre nell'illustrazione in alto, ad esempio, è indicata all’8 luglio, mentre quelle precedenti sono senza data, ma segnate a intervalli di due giorni come per i pianeti).

A cominciare da metà mese (nella nostra illustrazione la simulazione grafica inizia invece il 22) si farà sempre più interessante sull’orizzonte ovest l’avvicinamento angolare di Venere a Giove.

L’illustrazione riporta il percorso apparente dei due oggetti rispetto all’orizzonte (coordinate altazimutali). Il 22 giugno la separazione sarà di 4,7 gradi, il 24 di 3,5°, il 26 di 2,4° e il 28 di 1,3 gradi.

Il massimo avvicinamento assoluto, di 20′, si avrà alle 6:00 del primo luglio, in piena luce mattutina, mentre quello osservabile (di 22′) sarà la sera del 30 giugno.

Per le effemeridi di Luna e pianeti vedere il Cielo di giugno

Associazione Cascinese Astrofili

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30.06, ore 21:30: “Asteroid day” presso
l’Osservatorio di San Marcello Pistoiese (PT). Per
il programma completo consulta il sito di ACA,
oppure: ò www.asteroidday.org (vedi anche a
pag. 78).
Attività al CAMS (Centro Astronomico del Monte Serra), presso Agriturismo Serra di Sotto,
Strada Prov. Monte Serra a Buti (PI). Per prenotare
la cena presso l’agriturismo: Simone 338.9976330
oppure Giulio 392.0297877.
Per informazioni:
Domenico Antonacci Cell: 347-4131736
domenico.antonacci@astrofilicascinesi.it
www.astrofilicascinesi.it

Al Planetario di Ravenna

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30.06: “La missione DAWN a Cerere” conferenza
di Massimo Berretti.
Prenotazione sempre consigliata.
Per info: tel. 0544.62534 – info@arar.it
www.racine.ra.it/planet – www.arar.it

Congiunzione tra Luna e Saturno osservabile nello Scorpione a partire dalla tarda serata del 28 giugno

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Ultimo evento del mese (e dell’intero periodo, perché anche la prima metà di luglio avrà ben poco da raccontare in termini di spettacolo) sarà la congiunzione tra Luna e Saturno che potrà essere osservata nello Scorpione a partire dalla tarda serata del 28 giugno. Alle 22:30, l’ora indicata nella figura, i due oggetti saranno in meridiano e alla massima altezza (circa +30°) e la reciproca distanza angolare da centro a centro sarà di quasi 3°.

Per le effemeridi di Luna e pianeti vedere il Cielo di giugno

Rosetta, l’avventura continua

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Copyright: ESA/ATG medialab; Comet image: ESA/Rosetta/NavCam

L’ESA ha ufficialmente confermato il prolungamento della missione Rosetta, estesa fino alla fine di settembre del prossimo anno. La notizia, molto attesa dalla comunità scientifica, è arrivata a pochi giorni di distanza dall’insperato  risveglio del lander Philae, che era ‘sbarcato’ sulla superfice della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko lo scorso 12 novembre.

Il termine ‘nominale’ della missione era inizialmente programmato per dicembre 2015, ma lo Science Programme Commitee (SPC) dell’ESA riunitosi questa mattina ha formalmente approvato il prolungamento di altri nove mesi – fino a quando, cioè, gli strumenti della sonda non potranno più essere sufficientemente alimentati dall’energia del Sole.

“E’ una grande notizia per la scienza e anche per l’Italia, che ha dato e continua a dare a questa missione un contributo importantissimo – ha commentato il presidente dell’ASI Roberto Battiston. “Questo prolungamento – ha aggiunto Battiston – estende ulteriormente le potenzialità di una impresa che resta storica nell’esplorazione del nostro sistema solare”.

“L’eccellenza e gli eccezionali risultati della missione di Rosetta e di Philae hanno reso facile e veloce l’approvazione della sua estensione per altri nove mesi oltre la data prevista” ha sottolineato Enrico Flamini, Chief Scientist ASI.

“In questo modo – spiega ancora Flamini – potremo osservare anche la fase di allontamento dal Sole dopo il perielio. Un’occasione unica e difficilmente ripetibile di studiare da vicino l’evoluzione di una cometa dalla sua fase dormiente, quando si trova lontanissima dal Sole, a quando si attiva fino a riaddormentarsi per ritornare nelle fredde regioni esterne del Sistema Solare”.

“Tutto questo è fantastico – conferma Matt Taylor, project scientist ESA della missione – perché adesso potremo monitorare il declino dell’attività della cometa mentre si allontana dal Sole, continuando a volarle vicino e a raccogliere informazioni assolutamente uniche”.

67P raggiungerà la massima vicinanza al Sole il 13 agosto prossimo: da quel momento sarà nuovamente possibile far progressivamente riavvicinare la sonda al nucleo della cometa, permettendo così inedite misurazioni da comparare con quelle effettuate prima dell’estate – e anche, eventualmente, la precisa individuazione del lander. Fino a ritrovarsi nella stessa condizione in cui era nel giugno del 2011, quando la distanza dal Sole era tale per cui gli strumenti di bordo vennero posti in ibernazione per 31 mesi.

“Ma a quel punto – spiega Patrick Martin, mission manager di Rosetta – il modo più logico per terminare la missione sarà lasciare che la sonda cada sulla superficie della cometa”.

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