Il microbo GFAJ-1 che cresce nell’arsenico. (Crediti: Jodi Switzer Blum, Fonte NASA)
Articolo di Giuseppe Galletta, Università degli Studi di Padova
Il NAI (Istituto di Astrobiologia della NASA) giovedì 2 dicembre 2010 ha tenuto una conferenza stampa sugli esiti di una ricerca che è stata pubblicata su Scienze.
Il microbo GFAJ-1 che cresce nell’arsenico. (Crediti: Jodi Switzer Blum, Fonte NASA)
Si sapeva già da anni che esistono batteri che utilizzano l’arsenico per il loro metabolismo. L’arsenico è simile al fosforo come formazione di legami e forma Arseniati (AsO4), come il fosforo forma ioni fosfati (PO4) che si trovano nell’ossatura del DNA ed RNA e in molecole importantissime per i processi vitali. Lo ione con arsenico può sostituirsi a quello con fosforo ma il suo legame è instabile ed esso tende così a distruggere le cellule, acquistando così quella proprietà tossica che tutti associamo al nome “arsenico”. Questi batteri che vivono in acque idrotermali ricche di arsenico estratto dalle rocce lo utilizzano per estrarre l’ossigeno dall’anidride carbonica e utilizzare così il carbonio, in un processo simile alla fotosintesi dove la luce solare e l’acqua partecipano al processo. Essi vengono anche usati per purificare l’acqua in caso di contaminazioni da arsenico.
La novità è che dei batteri che utilizzano l’arsenico, estratti dal fango di sorgenti idrotermali dove vivono (in questo caso nel Mono Lake, in California vicino al parco di Yosemite) sono stati coltivati in laboratorio in una soluzione contenente sia fosforo che arsenico, in cui il fosforo è stato progressivamente eliminato col tempo in favore dell’arsenico. Si tratta del ceppo GFAJ-1, facente parte del gruppo dei Gammaproteobatteri. Questi batteri hanno continuato a riprodursi e sembrano aver sostituito del tutto il fosforo con l’arsenico all’interno delle loro cellule e nel loro DNA.
Se questo verrà confermato, sarà il primo caso di forme di vita chimicamente diverse da quelle terrestri. In questi termini, la notizia è certamente sensazionale. Perché indica che nelle future esplorazioni di altri pianeti alla ricerca di vita bisognerà tenere conto di forme viventi con elementi diversi da quelli utilizzati sulla Terra. Occorre però precisare che non si tratta di una forma di vita primordiale sopravvissuta ai tempi moderni. Questi batteri vivono in un’atmosfera di ossigeno, assente nell’atmosfera terrestre primordiale, e sono probabilmente la testimonianza di un adattamento ad un ambiente ostile da parte di batteri terrestri con lo stesso antenato comune degli altri batteri.
Il microbo GFAJ-1 che cresce nel fosforo. (Crediti: Jodi Switzer Blum, Fonte NASA)
Naturalmente non sono mancate le critiche feroci alla scoperta, come avviene tutte le volte che si attaccano dei “dogmi”. Alcune di esse appaiono dettate da una avversione culturale se non addirittura dall’invidia. I critici accusano lo staff di aver agito col pregiudizio di voler trovare una nuova forma di vita a tutti i costi, di avere un laboratorio non all’altezza della scoperta, di aver usato tecniche troppo semplici per questa indagine, persino di aver scritto in un cattivo inglese (sic!). L’unica critica seria sembra essere quella di aver usato una soluzione nutriente che poteva avere tracce di fosforo, fatto di cui però non si ha la certezza. Dei veri scienziati farebbero di tutto per ottenere dei simili batteri e ripetere l’esperimento criticamente; le critiche a distanza mi appaiono un segno di mediocrità, soprattutto se esposte in pubblico e non direttamente agli autori. Ma è bene che il pubblico venga informato sia delle scoperte, sia di quanto esse siano o meno accettate dalla comunità scientifica. Solo le future ricerche sullo stesso batterio ci daranno una risposta certa.
Per maggiori dettagli si vedano i link riportati qui sotto.
Una rappresentazione artistica della sonda Akatsuki in orbita attorno a Venere (JAXA)
Una rappresentazione artistica della sonda Akatsuki in orbita attorno a Venere (JAXA)
Era previsto che la sonda giapponese Akatsuki, di circa 460 kg, accendesse il suo motore principale per circa 12 minuti intorno alle 2349 UTC di lunedì, diminuendo così abbastanza la velocità per essere catturata dalla gravità di Venere.
Gli ingegneri hanno confermato l’accensione del propulsore prima che Akatsuki passasse dietro Venere, cosa che avrebbe dovuto bloccare le comunicazioni per 22 minuti. Purtroppo, trascorso questo tempo, i tecnici non hanno rilevato la ripresa delle comunicazioni con Akatsuki come programmato, facendo cadere nello sconforto il centro di controllo missione a Sagamihara, in Giappone. I controllori hanno finalmente ricevuto i segnali dalla sonda alle 0128 UTC di martedì e i tecnici giapponesi sono all’opera per valutarne la posizione in modo da determinare se è entrata in orbita.
L’accensione per la frenatura e l’ingresso in orbita è realmente iniziata in orario e nella posizione giusta, ma quando le comunicazioni con la sonda si sono ristabilite, Akatsuki era in safe mode. Pare che subito dopo la scomparsa del Venus Climate Orbiter dietro il disco del pianeta, il veicolo abbia avuto un problema e sia appunto entrato in safe mode, interrompendo la spinta e fallendo così l’ingresso in orbita. Per questo motivo il centro di controllo ha faticato a recuperare il collegamento ed il blackout è durato oltre 90 minuti invece dei previsti 22.
Ora la sorte della sonda è in mano alle meccaniche orbitali e in base ai calcoli effettuati, basati sull’attuale rotta, risulta che la sonda si avvicinerà nuovamente a Venere fra sei anni…
Akatsuki, che significa “alba” in giapponese, era destinata a inserirsi in un’orbita fortemente ellittica di 547 x 189’000 km sopra la superficie di Venere.
Tre accensioni del propulsore principale avrebbero consentito di raggiungere l’orbita operativa che si estende su un’altitudine di 547 x 79’500 km. Le osservazioni scientifiche sarebbero dovute iniziare a gennaio comprendendo studi in tandem con l’orbiter Venus Express dell’Agenzia Spaziale Europea, che è in orbita dal 2006.
Nuvole nell'atmosfera di Venere, rivelate dall'osservazione ai raggi ultravioletti (Missione Pioneer Venus, 1979)
La missione Akatsuki è decollata il 20 maggio dal Tanegashima Space Center nel sud del Giappone ed ha viaggiato quasi mezzo miliardo di chilometri per raggiungere Venere.
Akatsuki ha cinque telecamere progettate per raccogliere dati senza precedenti sul clima e sul forte effetto serra del pianeta. Trasporta anche sensori per cercare vulcani attivi e per studiare i temporali.
L’atmosfera di Venere è costituita da biossido di carbonio molto denso, nubi di acido solforico e correnti a getto super-rotanti che raggiungono i 360 km/h. La copertura di nubi di anidride carbonica porta le temperature in superficie a oltre 480 gradi Centigradi, sufficiente per fondere il piombo. La pressione atmosferica, sempre in superficie, è circa 90 volte maggiore rispetto al livello del mare sulla Terra.
È la seconda volta che una sonda giapponese fallisce un inserimento orbitale su un altro pianeta.
Nel 1999 il malfunzionamento ad una valvola del propellente ha impedito alla sonda Nozomi di entrare in orbita attorno a Marte. La missione è quindi stata riconfigurata per un secondo tentativo da effettuare nel 2003, ma durante un brillamento solare nel 2002 la sonda è stata colpita in pieno da una scarica di plasma che l’ha danneggiata a tal punto da impedirne un ulteriore uso.
Dopo l’esperienza di Hayabusa sembra quasi che la JAXA si stia specializzando nel salvataggio di sonde in difficoltà!
A sinistra, una splendida meteora geminide fotografata nel 2009 si staglia sulla costellazione di Orione. A destra, il radiante delle Geminidi (il punto giallo) è situato nelle vicinanze di Castore e Polluce, le due stelle più luminose della costellazione dei Gemelli.
Lo sciame delle Geminidi, il più interessante dopo quelli di Leonidi e Perseidi, quest’anno si verifica in discrete condizioni osservative dato che il disturbo lunare (la Luna tramonterà verso la mezzanotte) sarà abbastanza limitato.
Il massimo (ZHR = 100) del 2010 è previsto per le ore 6:00 del 14 dicembre. Come particolarità, ricordiamo che questo sciame è associato al residuo di cometa (3200) Phaethon e che dovrebbe essere uno dei più giovani, se non il più giovane in assoluto; sembra infatti che la sua attività meteorica sia stata segnalata solo dopo il 1750 e che già in questi anni la Terra potrebbe non incontrare più la nube di detriti più densa.
A sinistra, una splendida meteora geminide fotografata nel 2009 si staglia sulla costellazione di Orione. A destra, il radiante delle Geminidi (il punto giallo) è situato nelle vicinanze di Castore e Polluce, le due stelle più luminose della costellazione dei Gemelli.
Sì, l’ha trovato la sonda Cassini in una tenuissima atmosfera che avvolgerebbe la luna di Saturno. È poco più di un’idea di atmosfera, dato che quella terrestre ha una densità di 5000 miliardi di volte superiore, ma c’è e soprattutto è la prima volta che l’ossigeno è stato rilevato nell’atmosfera di un altro corpo celeste.
Rhea fotografata dalla sonda Cassini (NASA/JPL).
Pare che la fonte di questo ossigeno sia la decomposizione dell’acqua contenuta nel ghiaccio superficiale quando il campo magnetico di Saturno interagisce con la sua seconda luna (per grandezza dopo Titano). In questo modo, dalla decomposizione dell’acqua riusciamo a spiegare la presenza di ossigeno, ma nell’atmosfera è presente anche diossido di carbonio per la cui presenza non si hanno ancora ipotesi accettabili.
Se proviene dal ghiaccio secco delle comete che si sono schiantate su Rhea nel corso dei milioni di anni o se proviene dalla respirazione di elementari forme di vita che vivono sotto la superficie ghiacciata non ci è dato a saperlo, ma gli studiosi sono all’opera e sopratttutto c’è ancora Cassini in giro per il sistema saturniano.
Per quanto riguarda Cassini che è andata in safe-mode il 2 novembre, ha ripreso tutte le sue attività il 24 novembre scorso e ha festeggiato il ritorno all’operatività con un flyby di Encelado a soli 47,9 km dalla superficie.
La causa del safe-mode è da ricercarsi in un errore nel codice di programmazione. Una riconfigurazione corretta è già stata inviata alla sonda.
I tecnici stanno ricoprendo il serbatoio esterno con la schiuma (NASA)
I tecnici stanno ricoprendo il serbatoio esterno con la schiuma (NASA)
Stabilito che le riparazioni non possono essere completate, o meglio, servono ancora diversi test per il lancio previsto il 3 dicembre, si è optato per un rinvio e la prima data utile è il 17 (18 da noi), sempre di dicembre.
Purtroppo le navette non devono essere in missione nella notte di fine anno, dato che i computer di bordo potrebbero presentare problemi al momento del cambio di data. Già solo con questa premessa vediamo che la tolleranza sulla data di lancio si restringe inesorabilmente e quindi la prima finestra libera da traffico e da problemi termici (il famigerato “beta cutout angle”) si sposta al 27 febbraio, data in cui dovrebbe già partire la STS-134.
Vedremo, anche se l’attesa per il trasporto verso la Stazione Spaziale Internazionale dell’esperimento AMS (Alpha Magnetic Spectrometer) è molto alta e potrebbe far slittare ulteriormente l’ultimo lancio del Discovery fino ad aprile.
Comunque ad oggi la nuova data di lancio è confermata a non prima del 18 dicembre alle 0151 UTC
TRIPOLITANIA-CIRENAICA-DESERTO DELL’AKAKUS E I LAGHI
Osservazioni astronomiche dal deserto e osservazioni dell’Eclisse dal luogo con le migliori statistiche meteo dell’intera fascia dell’anularità.
Possibilità di prolungamento del viaggio per visite alle località archeologiche di Leptis Magna, Sabrata e Cirene, con verifica di disponibilità e quotazione.
Programma
1° giorno, Sabato 01 Ottobre Milano Mxp – Tripoli- Sebha
Milano Malpensa, ore 08.3, ritrovo dei partecipanti, operazioni doganali e imbarco sul volo di linea AZ 880 per Tripoli delle ore 10.25. Arrivo previsto alle ore 12.55, disbrigo delle formalità doganali e del visto, incontro con guida locale e trasferimento in pullman riservato a Tripoli (25 km c.a.). Visita alla città vecchia di Tripoli: l’arco di Marco Aurelio, la casa di Caramanlly governatore Turco di Tripoli. Trasferimento in tempo utile all’aeroporto e partenza con volo di linea Libyanair per Sebha. Cena a bordo. Arrivo a Sebha, sistemazione in hotel e pernottamento.
2° giorno, Domenica 02 Ottobre Sebha – Foqhaa
Trattamento di pensione completa. Prima colazione in hotel. Partenza in fuoristrada (4 persone a jeep) per il tour in campo tendato, durante il quale l’allestimento il montaggio delle tende e la preparazione dei pasti, saranno curati dallo Staff libico. Si parte per Foqhaa “area dell’eclisse anulare” (400 km di strada e 15 km ca di pista). In serata osservazioni astronomiche.
3° giorno, Lunedì 03 Ottobre Foqhaa – Dar El Ghani
Trattamento di pensione completa. Osservazione dell’eclisse anulare di Sole. Ore 15:00 circa partenza per Dar El Ghani (75 km ca di pista). In serata osservazioni astronomiche.
4° giorno, Martedì 04 Ottobre Dar elghani – Tmessa – Zweila
Trattamento di pensione completa. Partenza in mattinata per Tmessa, proseguimento per Zweila capitale del deserto dopo l’arrivo degli Arabi 700 d.c. All’arrivo e visita ai resti di questa città e alle tombe dei sultani mussulmani berberi. In serata osservazioni astronomiche.
5° giorno, Mercoledì 05 Ottobre Zweila – Murzuk – Lago Omm Elmaa
Trattamento di pensione completa. Partenza per la regione dei laghi, visita a Murzuk ex mito del Sahara rivale di Timbukto e Ghadames, proseguimento per Tekerkiba, località di accesso alla regione dei laghi. Nel pomeriggio si entra nella zona dei laghi, sosta al lago di Omm Elmaa. In serata osservazioni astronomiche.
6° giorno, Giovedì 06 Ottobre Laghi di Mafo e Gabroun – Edhan Murzuk
Trattamento di pensione completa. Mattinata dedicata alle visite dei laghi di Mafo e di Gabroun, proseguimento per Edhan Murzuk (40 km di strada e 60 di pista), arrivo alle spettacolari dune rossastre del Murzuk, un’estesa di grande dune dai confine del Ciad al Messak Settafet, quasi 200 mila km quadrati di dune che a volte superano anche 400 mt. di altezza. In serata osservazioni astronomiche.
7° giorno, Venerdì 07 Ottobre Murzuk – Messak Settafet – Messak Mellet
Trattamento di pensione completa. Partenza per il Wadi Matkhendush grande fiume di pietra, una galleria d’arte preistorica dove si potranno ammirare le testimonianze rupestri lasciate dall’ uomo primitivo. Dopo il pranzo proseguimento per il Messak Settafet, massiccio nero, una muraglia insuperabile alta oltre 200 metri, lunga c.a 250 km e larga c.a 60 km. Dove si ammirano ancora dei graffiti primitivi. Successivamente si prosegue per il Messak Mellet, massiccio bianco, antico passaggio carovaniere lungo 250 km e largo 25 km. In serata osservazioni astronomiche.
8° giorno, Sabato 08 Ottobre Messak Mellet – Akakus
Trattamento di pensione completa. Partenza per l’Akakus attraverso le dune di Wankaza, visite alle pitture rupestri delle vallata di Tinlalen, l’arco di Affzzejer. Pranzo e nel pomeriggio proseguimento per la vallata di Tashwinat. In serata osservazione della possibile pioggia di stelle cadenti Draconidi
9° giorno, Domenica 09 Ottobre Akakus
Trattamento di pensione completa. Partenza per la vallata di Awis, si visitano le grotte rupestri, pranzo. Si prosegue poi per la vallata di Adad. In serata osservazioni astronomiche.
10° giorno, Lunedì 10 Ottobre Adad –Awinat – Sebha – Tripoli
Trattamento di pensione completa. Partenza da Adad uscendo dal Akakus, sosta ad Awinat, proseguimento per Tekerkiba “300 km cc di strada” . Pranzo e proseguimento per Sebha “140 km cc”. Dopo la cena, partenza per Tripoli, trasferimento in pullman in hotel, cena e pernottamento.
11° giorno, Martedì 11 Ottobre Tripoli – Roma Fiumicino
Prima colazione in hotel, tempo a disposizione per una visita facoltativa al museo nazionale o per un giro nel souk, mercato della citta vecchia di Tripoli. Alle 11:15 trasferimento in pullman all’ aeroporto e partenza per Roma con volo di linea AZ 871 delle ore 13.55. Arrivo previsto a Roma alle ore 16.00. Fine dei servizi.
Quota di Partecipazione
Quota individuale di partecipazione a 20 persone € 2.170,00
PRENOTAZIONI ENTRO IL 15 LUGLIO 2005
Condizioni Meteo
Percentuale di Nubi per il mese di Ottobre
La Quota Comprende
• voli internazionali Alitalia Milano Mxp/Tripoli – Tripoli/Roma Fiumicino in classe economica.
• volo di linea Tripoli-Sebha e Sebha -Tripoli Lybian Air in classe economica.
• tasse aeroportuali in Libia.
• tassa di registrazione e visto consolare rilasciato a Tripoli.
• trasferimenti in pullman con aria condizionata.
• tour nel deserto con i fuori strada 4/4 con occupazione di 4 persone per auto.
• visite e ingressi come da programma.
• accompagnatore locale e guide parlanti Italiano nei siti archeologici.
• sistemazione prevista nei migliori hotels: Sebha hotel 2 stelle e Tripoli hotel 4 stelle in camere doppie con servizi privati, nel deserto sistemazione in tende doppie tipo igloo.
• mezzi e staff di supporto per il trasporto viveri, acqua per la doccia, legna per il fuoco, montaggio tende da campo.
• trattamento di pensione completa dalla cena del primo giorno alla 1^ colazione dell’ultimo.
• acqua minerale ed una bibita ai pasti.
• mance in hotel.
• assicurazione sanitaria, bagaglio e annullamento.
La Quota non Comprende
• Tasse aeroportuali (€ 67,15 aggiornate al 15/04/05) soggette a riconferma al momento del saldo, in base al corso dei cambi.
• mance, extra personali in genere.
• tutto quanto non indicato alla voce “La quota comprende”.
Informazioni Addizionali
Possibilità di avvicinamento dai vari aeroporti italiani in collegamento con Milano Mxp in andata e Roma Fiumicino in rientro, con verifica di disponibilità e quotazione.
Possibilità di prolungamento del viaggio per visite alle località archeologiche di Leptis Magna, Sabrata e Cirene, con verifica di disponibilità e quotazione.
Vita nel deserto
Nel deserto vengono forniti una tenda ogni 2 persone e 1 materasso a persona. E’ consigliato portare un sacco a pelo personale, una torcia e un accendino. Lo staff libico si compone oltre agli autisti, di una guida e di un cuoco e si occupa di montare il campo, incluso le tende dei clienti e accende il fuoco per la sera. Esempio di menù durante il tour nel deserto: Colazione: caffè, the, latte, marmellata, burro, pane, brioche, nutella, biscotti e succhi di frutta. Pranzo: insalate miste, formaggi, tonno, pane, fave, olive e succo di frutta. Cena: zuppa calda, cous cous, o riso o pasta, con verdure e carne, macedonia o frutta, tea e caffè.
Vengono forniti 3 litri d’acqua potabile al giorno per persona e non più di 2 litri di acqua al giorno per persona per lavarsi. Si consiglia di portare dall’Italia salviette umidificate perché la doccia sarà possibile solo in alcuni campi fissi. La scelta del campo mobile permette di realizzare un itinerario molto più suggestivo, un contatto vero con la natura e col deserto, sostando in luoghi naturali molto belli, diversamente raggiungibili in escursioni giornaliere.
Prenotazioni e InformazioniTermine prenotazioni: 15 Luglio 2005 Per informazioni e prenotazioni:
Centro Turistico Modenese di Robintur spa
Via Bacchini, 15- 41100 Modena
Tel. 059/2133701
Fax 059/214809
E-mail: CTM.Bacchini@Robintour.it
Web: www.robintur.it
Congiunzione Venere Luna con la presenza anche di Spica
Congiunzione Venere Luna con la presenza anche di Spica
Una congiunzione molto bella, ma di difficile osservazione (sarà necessario trovare un cielo limpido e completamente sgombro nei pressi dell’orizzonte) si avrà alle 6:45 del 2 dicembre quando Venere verrà raggiunta da una falce di Luna sottile (fase 15%). A quell’ora i due oggetti saranno alti circa +25° sull’orizzonte sudest, con la Luna 9° a ovest di Venere (nell’orientamento altazimutale). A completare il suggestivo panorama ci sarà la presenza di Spica (alfa Virginis, mag. +1,0) situata 3,5° a nordest della Luna e, 13° ancora più a nord, di Saturno (mag. +0,9). Naturalmente, con l’uso di appositi filtri sarà possibile seguire l’evolvere della congiunzione anche con l’aumentare della luminosità del cielo ed effettuare delle riprese a grande campo veramente d’effetto.
Un dettaglio ed un ingrandimento eseguito con il microscopio elettronico dell'elemento raccoglitore che ha raschiato la superficie di Itokawa (JAXA)
Nel mese di luglio scorso gli scienziati giapponesi del team della sonda Hayabusa hanno annunciato di aver trovato tracce di polveri all’interno della capsula di ritorno di 40 centimetri della sonda Hayabusa, ma la natura di quelle particelle era tutt’altro che certa. Si trattava di una contaminazione di polvere del rientro in atmosfera? O era proprio la preziosa polvere dell’asteroide Itokawa?
Un dettaglio ed un ingrandimento eseguito con il microscopio elettronico dell'elemento raccoglitore che ha raschiato la superficie di Itokawa (JAXA)
Ora abbiamo una risposta ufficiale!
Nonostante i numerosi guasti subiti da Hayabusa, la sua missione è risultata un successo, trasportando per la prima volta sulla Terra del materiale proveniente da un asteroide. Sono 1500 le particelle trovate dagli studiosi nel contenitore dei campioni della sonda giapponese. L’analisi di tali particelle ha rivelato che la maggior parte di essi provenivano dalle rocce dell’asteroide Itokawa. La notizia proviene da un’intervista rilasciata dal Ministro giapponese della Tecnologia Yoshiaki Takaki all’agenzia di stampa Kyodo News.
La capsula Hayabusa con il suo paracadute e le squadre in recupero
Dopo lunghe analisi, i ricercatori della JAXA hanno trovato frammenti ricchi di olivina e pirosseno per lo più inferiore a 10 micron in tutto (1/5 della larghezza di un capello umano). Tale composizione conferma che le particelle sono di origine extraterrestre e non una contaminazione da Terra.
L’asteroide Itokawa è classificato di “Tipo S” e questa classificazione, prima supportata solo dalle osservazioni da Terra, ora è confermata anche da una analisi diretta dei campioni. Ciò fornisce una preziosa conferma che i nostri metodi per classificare gli asteroidi (o almeno gli asteroidi di tipo S) è esatta.
Gli asteroidi di tipo S sono di una composizione di pietre e Itokawa è stato spesso definito come un “mucchio macerie” a causa di massi, rocce e polveri tutti mantenuti assieme dalla forza di gravità.
L'Asteroide ItokawaLa Japan Aerospace Exploration Agency (JAXA) prevede di esaminare ulteriormente queste particelle, in collaborazione con scienziati di tutto il paese, con la speranza di gettare luce sull’origine del Sistema Solare, dato che Itokawa dovrebbe essersi mantenuto nelle condizioni originarie del nostro sistema stellare, cioè a circa 4.6 miliardi di anni fa.
Hayabusa è stata lanciata nel 2003. Ha raggiunto l’asteroide Itokawa nel 2005 e ha effettuato nel novembre dello stesso anno due touchdown su di esso. Il veicolo spaziale ha poi subito una perdita di carburante e una lunga serie di guasti che hanno reso il suo ritorno sulla Terra una vera avventura.
La AAAV comunica il calendario dei prossimi incontri a tema che si svolgeranno presso il Centro Astronomico di Libbiano (Comune di Peccioli – PI) con inizio alle ore 21.15 (ingresso libero).
16.12: “L’astronomia del neutrino”. La ricerca dei segreti della materia oscura e della sua fisica, apre nuovi e interessanti panorami che rendono vivo il nostro Universo. A cura di Domenico Antonacci.
Il satellite AGILE ha rivelato un nuovo super flare gamma proveniente da questa galassia lontana miliardi di anni luce, denominata “Crazy Diamond” proprio per l’imprevedibile variabilità delle sue emissioni. Rispetto ai casi precedenti, questa volta siamo di fronte a un flusso di energia ancora maggiore. “Questa è la sorgente gamma più intensa mai rilevata da quando abbiamo gli strumenti per misurare tali emissioni”, spiega Marco Tavani dell’INAF-IASF di Roma, responsabile scientifico di AGILE. “Per avere un termine di paragone, l’energia necessaria a produrre un’emissione così forte in qualche frazione di minuto equivale all’energia ottenuta nello stesso tempo dalla conversione della massa di diverse Terre in energia cinetica.” Anche se definiamo sorgente l’intero oggetto, in realtà l’emissione è prodotta nelle sue regioni centrali, quale effetto dell’accelerazione della materia che sempre più vorticosamente ruota attorno al gigantesco buco nero al centro della galassia. L’intensità della radiazione gamma dipende quindi dalla quantità di materia che entra in rotazione, per questo la sorgente alterna periodi di tranquillità ad altri di grande attività. “Teoricamente di galassie con al centro buchi neri particolarmente attivi ce ne potrebbero essere migliaia, ma finora questa è l’unica con un’attività così intensa e soprattutto così prolungata”, continua Marco Tavani. “Ci deve essere qualche processo che lo rende diverso dagli altri casi ma ancora non abbiamo capito con certezza di cosa può trattarsi.”
Una rappresentazione artistica del satellite AGILE (ASI)
Lo studio dei dati raccolti continua mentre AGILE è pronto a rivelare nuovi e improvvisi super flare gamma provenienti dalla imprevedibile sorgente dei record. “La capacità del satellite Agile di rivelare le itense emissioni gamma nel cielo e di segnalare le improvvise variabilità di sorgenti già note, ha permesso all’Italia di conquistare un ruolo di primo piano nell’astrofisica delle alte energie.” sottolinea Barbara Negri Responsabile dell’Esplorazione ed Osservazione dell’Universo dell’ASI e continua “La conferma è data dal fatto che il satellite Fermi sta seguendo il percorso tracciato dal nostro Agile. Agile continua a stupirci con nuove scoperte nonostante abbia superato da tempo la vita operativa per cui era stato progettato. Questo conferma senz’altro la bontà del progetto e la sua tecnologia innovativa. Come già è avvenuto per l’osservazione della variabilità dell’emissione gamma della Crab, mi aspetto che altri satelliti inizieranno ora ad osservare anche questa sorgente.” aggiunge Enrico Famini Chief Scientist dell’Agenzia.
Il satellite AGILE è una missione dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) condotta in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN).
Il Consiglio Direttivo dell’Associazione I.S.A.A., in collaborazione con il Gruppo Astrofili DEEP SPACE di Lecco, promuove l’organizzazione di AstronautiCON, Convention di Astronautica e Scienze aerospaziali, 5^ edizione. Si terrà a Lecco, nei giorni di sabato 20 e domenica 21 novembre 2010, presso la prestigiosa cornice del Planetario “Città di Lecco”, in Corso Matteotti 32.
Dopo la magnifica esperienza che abbiamo vissuto lo scorso anno, grazie alla presenza del Comandante della Stazione Spaziale Internazionale Michael Edward Fincke, questa edizione si pregia della presenza dell’Astronauta ESA Ten. Samantha Cristoforetti che resterà con noi entrambe le giornate, tra conferenze, pranzo di gala e incontri con il pubblico (per il pranzo di Gala di sabato 20 è necessaria la prenotazione).
Lo scopo di AstronautiCON è principalmente divulgativo: cerchiamo di far conoscere la bellezza e l’importanza dell’esplorazione spaziale. È un momento di incontro, scambio e conoscenza annuale tra gli appassionati di astronautica di tutto il nostro Paese, e consente l’incontro diretto tra il pubblico e importanti personalità della ricerca aerospaziale.
Vi aspettiamo!
Con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Lecco e del Sistema Museale Urbano Lecchese.
L’ingresso alla manifestazione è completamente gratuito.
L'archelogo Jens Vellev davanti la lastra tombale di Tycho Brahe (photo: CTK)
L'archelogo Jens Vellev davanti la lastra tombale di Tycho Brahe (photo: CTK)
E’ iniziata lo scorso 15 novembre, la riesumazione deille spoglie di Tycho Brahe (1546-1601) per cercare di chiarire a distanza di 410 anni le circostanze, apparentemente misteriose, della sua morte. Non è la prima volta infatti che la tomba dell’astronomo danese viene aperta (leggi l’articolo pubblicato a questo proposito su Coelum n. 75) e le precedenti indagini avevano insinuato il dubbio di una morte per avvelenamento da mercurio.
La riesumazione di Brahe ha destato molta curiosità, come si può vedere dalla piccola folla radunatasi lo scorso 15 novembre davanti la sua tomba (Photo: Barbora Kmentová)
L’analisi attuale dovrà chiarire non solo come Brahe sia morto ma anche come sia vissuto, ha spiegato l’archeologo Jens Vellev dell’Universita’ di Aarhus.
.Anche se i resti dell’astronomo e di sua moglie torneranno nella loro tomba entro pochi giorni, ci vorranno invece parecchi mesi per conoscere i risultati dell’indagine e chiudere finalmente la querelle su cui tanto si è scritto.
Una recente nota di agenzia ha divulgato la notizia (l’articolo originale è stato pubblicato su Coelum n. 75 Luglio/Agosto 2004) della prossima uscita di un libro di Anne-Lee e Joshua Gilder (Heavenly Intrigue, “Intrigo celeste”) che promette di svelare il “mistero” della morte di Tycho Brahe, per di più addossandone la colpa addirittura a Johannes Kepler (vedi anche “Kepler nei guai con la legge?” su Coelum n. 75, pag. 32).
La nostra prima reazione alla parola “mistero”, e soprattutto a quello che seguiva, è stata ovviamente di grande stupore. Nessuno studioso della vita e delle opere di Tycho e di Kepler, da Max Caspar a J. Dreyer, fino a E. Rosen e A. Kostler, ha infatti mai avanzato l’ipotesi che la morte di Brahe fosse dovuta ad avvelenamento, e men che meno che ciò fosse accaduto per mano di Kepler.
Gli autori del libro sostengono che Kepler agì delittuosamente per impossessarsi dei dati astrometrici accumulati dall’astronomo danese, ma la documentazione ufficiale testimonia il fatto che Kepler non avesse alcun plausibile motivo per avvelenare Tycho. Nell’autunno del 1601, infatti, Tycho invitò il suo assistente di recente nomina ad accompagnarlo alla corte dell’imperatore Rodolfo, dichiarando che: “…lui e Kepler si sarebbero assunti il compito di compilare un nuovo, superbo insieme di tavole astronomiche fondate sulle sue osservazioni [che…], con il grazioso permesso dell’imperatore, sarebbero state chiamate Tabulae rudolphinae […]. L’imperatore fu entusiasta dell’idea. [Tycho…] con questa audace decisione mise tutte le sue preziose osservazioni in mano a Kepler” (citato da: K. Ferguson, L’uomo dal naso d’oro, p. 266, Milano 2003).
Che movente avrebbe quindi avuto Kepler quando aveva ormai raggiunto il suo scopo, quello, cioè, di poter disporre liberamente delle sue preziosissime osservazioni planetarie?
Le spoglie mortali di Tycho Brahe (e quelle della moglie Kristina) giacciono dietro una pietra tombale (visibile nella sua interezza nella foto piccola in alto) nella Cattedrale di Tyn, sulla Piazza della Città Vecchia a Praga. L’ingrandimento del volto (qui sopra) mostra la menomazione al naso subita dall’astronomo in gioventù e ricostruita con una protesi.
Per quanto riguarda le tracce di cloruro di mercurio presente nei peli dei baffi di Tycho “[ritrovato] attraverso uno spettrometro di assorbimento atomico all’istituto di medicina legale dell’università di Copenaghen”, la cosa può essere spiegata senza ricorre ad ipotesi così estreme come quelle dell’omicidio. Patrizia Catellani, nota esperta di storia della farmacopea, da noi consultata ci scrive infatti: “il mercurio veniva usato fin dal 1495 per curare la sifilide e come antiluetico, ed entrava in oltre 100 sostanze diverse. Ad esempio, il bicloruro di mercurio, sciolto in acqua di calce e detto acqua fagedenica era utilizzato per le piaghe putride. Poi, l’argento vivo, o idrargirio, serviva ad uccidere i pidocchi, le pulci, combattere la rogna, l’empitegene, per il morbo gallico. Esso entrava nella composizione di moltissimi unguenti ed empiastri”.
Tycho, nel corso della sua vita, ebbe modo di entrare quotidianamente a contatto con il mercurio, sia per le sue attività di alchimista, dove il metallo era ampiamente utilizzato, sia per gli unguenti e le polveri medicinali che egli stesso si preparava ed assumeva. È noto che lo stesso imperatore Rodolfo si fece più volte curare da Tycho con preparati di cui non si conosce l’esatta composizione, e sarebbe interessante verificare se anche i baffi dell’imperatore conservino tracce di mercurio (fra l’altro, intorno al 1610, lo stesso imperatore fu vittima di strani attacchi di pazzia che potrebbero essere stati prodotti dal mercurialismo, un avvelenamento del sangue dovuto all’ingestione o all’inalazione di mercurio). Ricordiamo che Tycho fece uso per decenni di una pomata con la quale si ungeva il moncherino che aveva al posto del naso, triste ricordo di un duello giovanile, moncherino che poi ricopriva con una protesi in lega d’oro e d’argento. E non è da escludere che in tale impiastro ci fosse del cinabro (solfuro rosso di mercurio) o l’acqua fagedenica (bicloruro di mercurio sciolto in acqua di calce), con proprietà cicatrizzanti e disinfettanti, che nel corso del tempo possono aver prodotto il mercurialismo riscontrato nei baffi analizzati all’università di Copenaghen.
Infine, un cenno alla presunta “confessione” che i Gilder hanno visto come un’ammissione di colpa da parte di Kepler, che scriveva all’inglese Heydon: “Confesso che alla morte di Tycho, approfittai in tutta fretta dell’assenza o della non sorveglianza degli eredi per mettere le osservazioni sotto la mia custodia, o magari usurparle…”.
Al momento della morte di Tycho, Kepler stava lavorando sui moti di Marte e, conoscendo l’avidità dei parenti del danese, in particolare del genero di questi Franz Tengnagel, trasferì le note e gli appunti, del solo Marte, nel suo studio, per poi restituirli immediatamente quando gli furono richiesti. In effetti, Kepler aveva visto giusto: la prima mossa di Tengnagel fu di vendere immediatamente gli strumenti e l’intera biblioteca di Tycho all’imperatore.
Per concludere, un commento ad una nota autobiografica di Kepler, che per i soliti Gilder sarebbe un’ulteriore prova della sua colpevolezza nell’affaire Tycho. In un oroscopo autobiografico, che comunque per essere compreso andrebbe letto nella sua interezza, Kepler si definisce di “natura canina” e di avere “una vera passione per ingannare ed imbrogliare”. Ora, è ben noto che Kepler fu soggetto ad eccessi masochistici che caratterizzarono alcune sfortunate fasi della sua vita senza giungere però mai a perdere le sue eccezionali capacità intellettuali o a produrre manifestazioni paranoiche violente.
Il suo oroscopo, dal quale abbiamo tratto solo alcune parole, è sostanzialmente tracciato sulla falsariga di uno sfogo psicologico con finalità terapeutiche e fa uso degli insegnamenti dell’astrologia fisiognomica, una “scienza” molto in voga alla fine del Cinquecento (uno dei suoi maggiori esponenti fu il napoletano G. B. Della Porta), poi ripresa, sotto diversa forma, dai nazisti per definire i tratti razziali e psicologici ariani ed ebraici.
L’interesse per la fisiognomica nasce da una curiosità filosofica circa il nesso tra corpo e anima, esteriorità e interiorità, che costituisce uno dei processi di tematizzazione più complessi della cultura occidentale. È solamente sotto questo profilo che l’oroscopo autobiografico di Kepler deve essere letto e non, come fanno i Gilder, per cercare a tutti i costi le motivazioni psicologiche di un presunto delitto.
A nostro parere, la morte di Tycho Brahe fu naturale, con segni premonitori, attraverso un serio decadimento fisico, che si manifestarono fin dalla sua partenza da Hven. Può anche darsi che il mercurio, che Tycho sicuramente assumeva, abbia effettivamente avvicinato il tempo della sua dipartita, ma ciò non sembra giustificare l’ipotesi di un avvelenamento intenzionale.
Torna l’appuntamento con le stelle alla Fiera di Forlì, sabato 4 e domenica 5 dicembre!
Nell’ambito di ExpoElettronica, avrà luogo, infatti, l’edizione 2010 della Fiera dell’Astronomia, che per prima nel nostro Paese, ha creato uno spazio importante per donare visibilità ai numerosi gruppi di astrofili, presenti in tutta la nazione.
Partecipano alla manifestazione aziende e rivenditori di strumenti utili per l’osservazione: semplici binocoli, potenti telescopi, planetari, accessori ededitoria specializzata: libri, riviste, corsi e software.
Per i ‘cultori del cielo’ è, inoltre, un’occasione per incontrare i tanti Club ed Associazionipresenti che si dedicano con passione a divulgare la conoscenza della ‘volta celeste’ tramite incontri, corsi di formazione, mostre tematiche. In collaborazione con la UAI (Unione Astrofili Italiani),in questa edizione, il Convegno sarà dedicato alle Comete e alle missioni astronautiche che le hanno viste come protagoniste.
Oltre all’elettronica e all’astronomia, la manifestazione propone altri interessanti appuntamenti: il concorso dell’Inventore Elettrico – Elettronico, Photo Cine Video, con ben due sale pose per i fotoamatori, la mostra mercato dei dischi e cd da collezione, e il mercatino Radio Expò dedicato ai nostalgici delle radio d’epoca e dei sistemi di comunicazione vintage.
Dopo due giorni vissuti all’insegna della più viva curiosità per quella che la NASA aveva annunciato come una “sensazionale scoperta di un oggetto celeste nelle nostre vicinanze cosmiche”, oggi alle 18:30 una conferenza della NASA ha rivelato la tanto attesa notizia: avvalendosi del Telescopio Spaziale CHANDRA e di altre sonde americane ed europee (SWIFT, XMM, ROSAT), tutte operanti nel dominio dei raggi X, una equipe dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics ha rilevato i primi “segni di vita” di un buco nero formatosi appena 30 anni fa a seguito dell’esplosione della supernova extragalattica SN 1979C, avvenuta nel 1979 all’interno della galassia M100.
Si tratta ovviamente della prima volta in cui viene osservata un buco nero nel momento stesso della sua formazione.
A breve seguiranno gli approfondimenti.
L'ammasso di galassie Abell 1689 (Crediti: NASA, ESA, and D. Coe (NASA JPL/Caltech and STScI))
L'ammasso di galassie Abell 1689 (Crediti: NASA, ESA, and D. Coe (NASA JPL/Caltech and STScI))
Le nuove osservazioni di materia oscura forniscono nuove importanti indicazioni sul ruolo dell’energia oscura nei primi cruciali anni di sviluppo dell’universo. I risultati suggeriscono come gli ammassi di galassie si siano formati ben prima di quanto ci si attendeva, prima di quando l’intervento dell’energia oscura giungesse ad inibire la loro stessa crescita.
L’energia oscura, una ancora misteriosa proprietà dello spazio, si manifesta proprio come un competitore formidabile della forza gravitazionale. Si può dire che l’energia oscura allontana le galassie l’una dall’altra “stirando” lo spazio intergalattico, dunque inibendo anche la formazione di strutture giganti, come appunto gli ammassi di galassie. E’ un tiro alla fune, tra gravità ed energia oscura: per capire i dettagli di questa “competizione cosmica”, gli scienziati trovano un utilissimo aiuto nello studio della distribuzione dettagliata della materia oscura negli ammassi.
In questo contesto, un team di scienziati ha indagato la distribuzione in massa di Abel 1689, a 2,2 miliardi di anni luce dalla Terra, trovando come il nucleo dell’ammasso stesso sia molto più denso – in termini di quantità di materia oscura – di quanto ci si aspettava (dalle simulazioni al computer) per un ammasso della sua taglia.
E’ una evidenza sorprendente per gli stessi scienziati coinvolti, per spiegare la quale bisogna per forza “retrodatare” la formazione dell’ammasso, che altrimenti non sarebbe potuto svilupparsi in questo modo, proprio per l’intervento dell’energia oscura.
Una rappresentazione artistica del pianeta nano Eris (Credit: Thierry Lombry)
Una rappresentazione artistica del pianeta nano Eris (Credit: Thierry Lombry)
Da qualche anno i sostenitori di Plutone non facevano che raccogliere delusioni. Non solo nel 2006 il loro beniamino era stato declassato dal ruolo di pianeta, ma non poteva neppure ambire a indossare la corona del più grande tra i pianeti nani. Stando alle misurazioni, infatti, era il pianeta nano Eris ad avere tutte le carte in regola per essere incoronato re della Fascia di Kuiper.
La sequenza di immagini, catturate ogni 4½ secondi, mostra chiaramente la scomparsa della piccola stella al passaggio di Eris lo scorso 6 novembre. Emmanuël Jehin & collaboratori / TRAPPIST Telescope – La Silla Observatory
Da qualche giorno, però, il vento sembra soffiare in altra direzione: approfittando di una occultazione stellare – un evento che già da solo, viste le distanze in gioco, è da record – alcuni astronomi sono riusciti a stimare le dimensioni di Eris. Lo studio dell’orbita del pianeta nano, infatti, aveva indicato che lo scorso 6 novembre Eris avrebbe occultato una stella di 17a magnitudine nella costellazione della Balena, anche se la visibilità del fenomeno non era ben definita. La buona notizia è che sono stati ben tre i team che hanno rilevato l’evento e questo ha permesso, nonostante le inevitabili incertezze nella determinazione dei tempi e le conseguenti incertezze nelle misure finali, di stabilire che quasi certamente il raggio di Eris è inferiore a 1170 km. La cattiva notizia – per i fans di Eris, ovviamente – è che questo valore porta le dimensioni del pianeta nano ad essere davvero molto simili, se non inferiori, a quelle di Plutone (il cui raggio è stimato in 1172 ± 10 km).
E tutto questo cosa comporta? Apparentemente nulla: astronomicamente parlando, infatti, poco importa se il più grande sia Eris oppure Plutone – al massimo la cosa interessa gli almanacchi ghiotti di notizie statistiche. Visto però che la massa di Eris, grazie al suo satellite Dysnomia, è nota con discreta precisione, una riduzione delle dimensioni porterebbe inevitabilmente a dover aumentare il valore della sua densità, con la conseguente necessità di dover ripensare la sua possibile composizione. Se a questo aggiungiamo che anche il valore della sua albedo dovrebbe essere rivisto al rialzo, dobbiamo concludere che i problemi sollevati da queste nuove misurazioni non sono affatto di poco conto.
La posizione del radiante delle Leonidi per il 18 Novembre 2010 alle ore 0:00
Le Leonidi
Le Leonidi sono uno dei più importanti sciami meteorici: è causato dalla Cometa Tempel-Tuttle. Lo sciame è visibile ogni anno intorno al 17 novembre ed è formato da particelle emesse dalla cometa durante il suo passaggio accanto al Sole. Devono il loro nome alla posizione del radiante, il punto cioè da cui sembrano provenire, localizzato nella costellazione del Leone: le meteore infatti sembrano irradiarsi proprio da quel punto del cielo.
Sono in fase di calma, ma la sorpresa è sempre possibile!
Quello delle Leonidi è storicamente lo sciame che con più regolarità è riuscito a non deludere le attese degli osservatori nel corso degli ultimi secoli, producendosi a intervalli più o meno regolari in straordinarie tempeste di meteore (1833, 1866, 1966, 1998…) Il radiante situato nella “falce” del Leone è normalmente attivo dal 14 al 21 novembre con un massimo attorno al 17 e uno ZHR (Zenital Hourly Rate) normalmente sull’ordine delle 10-15 meteore/ora. Tuttavia, ogni 33 anni circa, in corrispondenza del passaggio al perielio della cometa progenitrice (la 55P/Tempel-Tuttle), si assiste a un aumento dell’attività dello sciame fino a livelli eccezionali. L’ultima volta ciò è accaduto durante il passaggio del 1998 (vedi su Coelum n. 67 l’articolo “Gli anni delle Leonidi”), con una intensità che poi è andata scemando negli anni man mano la cometa si allontanava dalla Terra (adesso si trova nella testa dello Scorpione a 20 UA dal nostro pianeta, praticamente all’afelio).
La posizione del radiante delle Leonidi per il 18 Novembre 2010 alle ore 0:00
Per ciò che riguarda il 2010, nemmeno l’analisi dei residui lasciati dalla cometa madre durante i suoi passati ritorni al perielio lascia sperare che quest’anno la Terra possa attraversare qualche “nuvola” di detriti, ma tuttavia gli esperti prevedono uno ZHR leggermente superiore alla media (di almeno 20 meteore per ora), con un picco massimo di attività fissato per le 21:15 TU del 17.
In Italia, il radiante – situato nella testa del leone (vedi figura in alto) – sorgerà però poco dopo le 23:00, anche se ciò non impedirà di poter seguire l’attività dello sciame per quanto riguarda le eventuali meteore dirette verso l’“alto”. Il problema maggiore verrà da un trequarti di Luna crescente posto sull’orizzonte opposto, che con il suo chiarore disturberà non poco le osservazioni. La Luna tramonterà tuttavia verso le 3:30, consentendo di seguire l’attività meteorica fino alle prime luci dell’alba.
Percorso della cometa Hartley dal 13 Novembre al 31 Dicembre
Percorso della cometa Hartley dal 13 Novembre al 31 Dicembre
Il percorso apparente della Hartley nel periodo 13 novembre – 31 dicembre. La cometa attraverserà in direzione sud le costellazioni del Monoceros e della Poppa, per poi finire la sua corsa nel Cane Maggiore. L’incontro più spettacolare con oggetti del profondo cielo l’avrà a fine novembre passando tra M46 e M46, i due grandi ammassi aperti situati nella Poppa.
Il percorso dell’asteroide (37) Fides durante il periodo dal 1 novembre al 15 dicembre; dopo aver raggiunto il giorno 28 il massimo avvicinamento da decenni a questa parte, si manterrà sempre di magnitudine prossima alla +10. A fine dicembre il pianetino entrerà nella parte nord dell’ammasso delle Pleiadi.
Il Dott. Giorgio Bianciardi, vicepresidente dell’Unione Astrofili Italiani e collaboratore di Coelum Astronomia, terrà una relazione sul tema: “L’Unione Astrofili Italiani. Uno spazio per l’astrofilo italiano.”
L’Unità Osservazione della Terra dell’Agenzia Spaziale Italiana e il team di Opera, Civil Protection from Flooding – OPerational Eo-based RAinfall – runoff forecasting – progetto pilota destinato alla gestione del rischio alluvione – dall’inizio dell’emergenza atmosferica stanno fornendo le mappe satellitari per il controllo delle aree del nord-est colpite dalle inondazioni. I radar di COSMO-SkyMed sono stati puntati sulle zone interessate dall’evento e l’acquisizione delle prime immagini è avvenuta il 4 novembre. La rilevazione è poi continuata nei giorni successivi fornendo mappe dettagliate sull’intero territorio coinvolto, con elaborazioni relative anche alla misura del livello delle acque e ai danni alle strutture civili, economiche e agricole. Tutte le mappe sono ora a disposizione per l’attuazione degli interventi e la gestione dell’emergenza.
“Anche in questa grave calamità che ha colpito il Veneto – sottolinea il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Enrico Saggese – COSMO-SkyMed ha mostrato le sue capacità di supporto determinante per interventi tempestivi, accurati e puntuali nelle operazioni di protezione civile. Il nostro sistema di Osservazione della Terra è diventato a livello nazionale e internazionale un vero strumento operativo per tutte le istituzioni specie negli scenari più critici. Il recente completamento con il lancio del quarto satellite, avvenuto lo scorso 5 novembre dalla base di Vandembergh in California, permetterà di avere servizi sempre più efficienti e rapidi”.
Ritrovo dei partecipanti all’aeroporto di Bologna. Operazioni d’imbarco e partenza con volo di linea Lufthansa per Miami via Monaco. All’arrivo all’aeroporto di Miami, sbarco, operazioni doganali e successivo trasferimento in pullman riservato in hotel. Sistemazione nelle camere riservate, resto del pomeriggio a disposizione, cena libera e pernottamento.
2° giorno, mercoledì 23 febbraio – Miami
Colazione amerciana ed intera giornata dedicata alla visita della città con bus privato e guida locale parlante italiano a disposizione: si attraversano i quartieri di Miami Beach, iniziando da South Beach dove si fa una sosta in Ocean Drive per vedere la villa che fu di Versace; si raggiunge quindi Downtown, con una visita a Brickell Avenue Key Biscayne e poi si raggiunge Coconut Grove con sosta allo shopping center Cocowalk. Il tour prosegue attraverso la lussuosa zona residenziale di Coral Gables fino a Little Havana, il cuore della colonia cubana della città per terminare a Bayside Market Place. Pranzo libero a carico dei partecipanti e, nel pomeriggio, proseguimento alla scoperta di un paesaggio naturale unico al mondo. Si percorrono i 60 km che dividono Miami dalle paludi di Everglades. Un giro in airboat, le barche spinte da gigantesche eliche d’aereo, porterà alla ricerca degli alligatori, con le informazioni date dai ranger del parco. Il tour include uno spettacolo educativo sulle caratteristiche di questi rettili. La guida tradurrà in italiano le informazioni fornite dai ranger. Al termine, rientro in hotel per la cena libera ed il pernottamento.
3° giorno, giovedì 24 febbraio – Florida Keys
Prima colazione americana in hotel ed intera giornata in escursione alle Florida Keys con bus privato (NO guida). Le Florida Keys sono una catena di isole coralline a sud di Miami, fra l’Oceano Atlantico e il Golfo del Messico, collegate dai 43 ponti della Overseas Highway, di cui uno lungo quasi sette miglia. L’area è divisa in cinque regioni ed ognuna è caratterizzata da un’atmosfera e da attrazioni proprie, tra cui musei, flora, fauna, ristoranti con specialità a base di crostacei, pesca, immersioni, sport acquatici e shopping in negozi eleganti. Mare dal blu intenso, palme ondeggianti e mangrovie verde oliva contraddistinguono il paesaggio delle Keys. Questo paradiso ecologico è abitato da aironi bianchi, mestoloni rosa, pellicani, gabbiani, falchi pescatori e numerose creature sottomarine. Pranzo libero in corso d’escursione. Al termine, rientro in hotel per la cena libera ed il pernottamento.
4° giorno, venerdì 25 febbraio – Miami / Orlando
Dopo la prima colazione americana in hotel, partenza con pullman privato (NO guida) per Orlando. All’arrivo, sistemazione nelle camere riservate in hotel e pranzo libero a carico dei partecipanti. Pomeriggio a disposizione per visite individuali facoltative. Cena libera e pernottamento in hotel.
5° giorno, sabato 26 febbraio – Cape Canaveral
Prima colazione americana in hotel e partenza con pullman privato (NO guida) per Cape Canaveral. Ingresso al Nasa Kennedy Space Center ed intera giornata al centro con tour guidato. Pranzo libero a carico dei partecipanti. Nel tardo pomeriggio, rientro ad Orlando per la cena libera ed il pernottamento in hotel.
6° giorno, domenica 27 febbraio – Cape Canaveral
Prima colazione americana in hotel e partenza con pullman privato (NO guida) per Cape Canaveral. Intera giornata al centro per assistere all’ULTIMO LANCIO DELLO SHUTTLE. Pranzo libero a carico dei partecipanti. Nel tardo pomeriggio, rientro ad Orlando per la cena libera ed il pernottamento in hotel.
7° giorno, lunedì 28 febbraio – Orlando (Disney Park)
Prima colazione americana in hotel ed intera giornata a disposizione per attività individuali all’interno di uno dei Disney Park: Magic Kingdom, il primo ad essere costruito e rimane uno dei più belli della città. Sostanzialmente è molto simile a Disneyland Los Angeles e Disneyland Paris. Epcot decisamente più High Tech rispetto al Magic Kingdom. Sono presenti diversi simulatori ed una riproduzione scenografica di diverse nazioni del mondo. Da non perdere il simulatore che porta nel cuore di un inseguimento di Guerre Stellari. E’ il parco che richiede più tempo per essere visitato integralmente. Oltre che divertente anche interessante ed istruttivo. MGM Studios parco a tema cinematografico che si ispira a tutti i film Disney. Animal Kingdom un grande parco faunistico nel quale si trovano numerose attrazioni tipiche dei parchi a tema. Ingresso e trasferimenti in pullman riservato per/dal parco inclusi. Pranzo libero e cena libera. Pernottamento in hotel.
8° giorno, martedì 1 marzo – Orlando / Francoforte
Prima colazione americana in hotel ed intera giornata a disposizione per visite libere facoltative. Pranzo libero e trasferimento in tempo utile all’aeroporto per le operazioni d’imbarco sul volo di linea Lufthansa diretto a Francoforte. Cena e pernottamento a bordo.
9° giorno, mercoledì 2 marzo – Francoforte / Bologna
Prima colazione a bordo e, all’arrivo all’aeroporto di Francoforte, sbarco per l’immediata coincidenza con il volo di linea Lufthansa diretto a Bologna. All’arrivo, sbarco e fine dei servizi.
OPERATIVO VOLI (INDICATIVO E SOGGETTO A RICONFERMA)
22/02 BOLOGNA / MONACO 07.15 / 08.25 LH 1879
22/02 MONACO / MIAMI 09.30 / 14.55 LH 460
01/03 ORLANDO / FRANCOFORTE 21.05 / 11.35* LH 465 * arrivo il giorno successivo (02/03)
02/03 FRANCOFORTE / BOLOGNA 12.40 / 14.00 LH 284
Quota di Partecipazione
QUOTA INDIVIDUALE DI PARTECIPAZIONE minimo 25 persone € 2.190,00
QUOTA INDIVIDUALE DI PARTECIPAZIONE minimo 15 persone € 2.450,00
Supplemento camera singola DA DEFINIRE Cambio applicato: 1 USD = € 0,75
Tasse aeroportuali € 340,00 (soggette a riconferma fino all’atto dell’emissione del biglietto aereo)
La quota comprende: * volo di linea Lufthansa come da prospetto in classe economica * franchigia bagaglio 1 collo da 23 kg a persona + 1 bagaglio a mano * sistemazione in hotels 4**** a Miami (3 notti) e ad Orlando (4 notti) in camere doppie con servizi privati * trattamento di pernottamento e prima colazione americana * facchinaggio negli hotels in arrivo e partenza (1 bagaglio a persona) * trasferimento in pullman riservato in arrivo e in partenza SENZA assistenza * visita città di Miami + Everglades con pullman riservato e guida * pullman riservato a disposizione per 10 ore per l’escursione nelle Florida Keys (NO guida) * trasferimento in pullman riservato (NO guida) da Miami ad Orlando * n° 1 ingresso a Cape Canaveral (NO guida) * trasferimenti in pullman riservato da Orlando a Cape Canaveral e ritorno (NO guida) per il giorno del lancio e per il giorno precedente * ingresso ad uno dei Disney Park di Orlando, trasferimenti inclusi * assicurazione medico/bagaglio e annullamento viaggio a favore di ciascun partecipante.
La quota non comprende:* tasse aeroportuali (€ 340,00 circa ad oggi e soggette a riconferma all’atto dell’emissione dei biglietti) * tutti i pasti e le bevande * altri ingressi a musei, chiese, monumenti o siti d’interesse non menzionati * bagaglio extra, acquisti ed extra personali in genere * mance ad autista e guida * biglietto per vedere il lancio * tutto quanto non specificato alla voce “La quota comprende”.
PER VEDERE IL LANCIO
Il COSTO dei biglietti che verranno acquistati successivamente alla prenotazioni presso Nasa, variano da € 60,00 circa a seconda della location confermata. La disponibilità e tipologia dei posti disponibili sono soggetti a discrezione della Nasa, fino a quando non aprono la lotteria, pervista indicativamente per metà Novembre.
Vi informiamo che, a tal riguardo, procederemo all’acquisto dei biglietti, solo al raggiungimento del minimo partecipanti e della conseguente conferma del viaggio.
La prenotazione, da effettuarsi entro e non oltre lunedì 20 Dicembre 2010, verrà ritenuta confermata con il versamento in acconto di € 500,00, copme da indicazioni contenute nella scheda di prenotazione che Vi invieremo successivamente alla Vostra richiesta.
Al mancato raggiungimento del minimo previsto, o causa mancato reperimento dei biglietti per assistere al lancio dello shuttle, procederemo al rimborso dell’acconto versato.
La Nasa ci comunica che fino all’ultimo momento potrebbe cancellare o ripogrammare il lancio per una data diversa. I biglietti una volta acquistati non sono rimborsabili e se il lancio viene riprogrammato, i biglietti non saranno validi per la nuova data ma sarà necessario acquistarne dei nuovi.
Possibilità di vedere il lancio a bordo di una barca NON in esclusiva con costo a partire da € 250,00 a persona.
La visuale dalle barche dovrebbe essere ottimale, ancora meglio di quella da Cape Canaveral e le barche sono sintonizzate su radio che trasmette comunicazioni con shuttle per sentire il count down dal vivo.
Informazioni generali
PASSAPORTO:
È compito del cliente verificare la validità del passaporto e le formalità d’ingresso previste dal paese di destinazione. Inoltre, rammentiamo che per tutti i passeggeri che atterrano ANCHE IN TRANSITO negli aeroporti americani è necessario il passaporto INDIVIDUALE. I passaporti a lettura ottica rilasciati fino al 25 ottobre 2005 e i passaporti a lettura ottica con foto digitale rilasciati tra il 26 ottobre 2005 e il 25 ottobre 2006 rimangono idonei ai fini del Programma viaggio senza visto per l’America fino alla loro scadenza. Tutti i passaporti emessi dal 26 ottobre 2006 dovranno avere anche i dati biometrici, altrimenti sarà necessario ottenere il visto. Per maggiori informazioni , relative alle formalità d’ingresso ed eventuali obblighi sanitari, vi preghiamo fare riferimento al sito del Ministero degli Affari Esteri.
PROGRAMMA VIAGGIO SENZA VISTO PER GLI U.S.A
Il dipartimento per la sicurezza nazionale USA ha ideato un nuovo sistema per monitorare l’ingresso dei visitatori stranieri con passaporto senza visto, soggetti al Visa Waiver Program. In breve: chi per turismo o per affari prevede di soggiornare in USA per meno di 90 giorni, o si trova in transito (es. diretto in Polinesia, Cariabi, Messico, ecc.), invece di compilare in aereo il modulo verde I-94W sostitutivo del visto, dovrà registrarsi online nel sito apposito ESTA (Electronic System for Travel Authorization). La registrazione online è obbligatoria dal 12 gennaio 2009 (attenzione: dovrà essere formulata in inglese): senza di essa sarà rifiutato l’imbarco. Si consiglia di compilare il modulo elettronico il prima possibile (registrazione non valida se fatta a meno di 72 ore dalla partenza). Nella maggior parte dei casi si riceverà una risposta entro pochi secondi:
2. Travel Not Authorized – viaggio non autorizzato: il viaggiatore deve ottenere un visto per non immigranti presso l’ambasciata o il consolato degli Stati Uniti, prima di recarsi negli Stati Uniti.
3. Authorization Pending – autorizzazione in corso di concessione (risposta nel giro di 72 ore): il viaggiatore dovrà controllare il sito web si ESTA, nel corso delle 72 ore successive, per ricevere la risposta finale. Il sito è già attivo in italiano dal 15 ottobre 2008, ma fino al 12 gennaio 2009 i viaggiatori dovranno ancora compilare a bordo il modulo verde, con modulo online facoltativo.
In dettaglio:
1. tutti dovranno ottenere la Electronic Travel Authorization tramite ESTA prima della partenza per gli USA, inclusi bambini di qualunque età.
2. la registrazione online dovrà avvenire non meno di 72 ore prima della partenza, sarà valida per due anni o fino alla scadenza del passaporto (se inferiore ai due anni), con possibilità di ingressi multipli. I dati sono facilmente modificabili, in caso di variazione dell’itinerario. A chi per affari prevede di viaggiare spesso negli USA, con preavviso al di sotto delle 72 ore, suggeriamo di registrarsi comunque preventivamente, vista la validità di due anni della registrazione.
3. i paesi partecipanti sono gli stessi del Visa Waiver Program, ossia: Austria, Australia, Belgio, Brunei, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Islanda, Irlanda, Italia, Giappone, Liechtenstein, Lussemburgo, Monaco, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Norvegia, Portogallo, San Marino, Singapore, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Regno Unito.
4. a partire dall’8 Settembre 2010 la registrazione costa USD 14,00.
5. per la registrazione si dovranno fornire i seguenti dati: nome, data di nascita, dati del passaporto, numero del volo di arrivo, indirizzo negli Stati Uniti, informazioni personali relative a eventuali malattie, stato della fedina penale, ossia quanto già richiesto sul formulario I-94W.
Per ulteriori informazioni
Informazioni e prenotazioni al viaggio:
CTM di Robintur spa – Via Bacchini 15, Modena Tel: 059/2133701 Mail: ctm.gruppi@robintur.it Web:www.robintur.it
Informazioni astronomiche:
Massimiliano Di Giuseppe 338/5264372 Ferruccio Zanotti 338/4772550 The Lunar Society – referente Paolo Minafra 339/2929524
Le immagini di Plutone catturate dalla ACS del Telescopio Spaziale Hubble
Le immagini di Plutone catturate dalla ACS del Telescopio Spaziale Hubble
Le immagini dell’Hubble Space Telescope (HST) del gennaio 2010 mostrano che Plutone non è solamente un pianeta (nano) ricco di ghiaccio e roccia, ma un mondo dinamico con cambiamenti importanti sulla sua superficie.
Questi cambiamenti sono guidati dai cambiamenti stagionali causati sia dalla forma ellittica dell’orbita (Plutone impiega 248 anni a compiere un’intera rivoluzione intorno al Sole) sia dall’inclinazione dell’asse di rotazione, cosa che non si ha nel caso terrestre dove i cambiamenti climatici sono dovuti solo all’inclinazione dell’asse di rotazione e non alla forma dell’orbita terrestre.
Le stagioni sono molto irregolari a causa dell’orbita ellittica di Plutone, le transizioni primavera-estate (polare) avvengono velocemente nell’emisfero settentrionale di Plutone perché il pianeta si muove più velocemente lungo la sua orbita quando è più vicino al Sole.
Le osservazioni con i telescopi terrestri, eseguite tra il 1988 e il 2002, mostrano che la massa atmosferica raddoppia nel corso del tempo. Questo potrebbe essere dovuto al riscaldamento e alla sublimazione del ghiaccio di azoto. Le nuove immagini ottenute tra il 2002 e il 2003, una volta analizzate, forniranno nuovi indizi essenziali su come si manifestano le stagioni e maggiori informazioni sull’atmosfera stessa.
Dettaglio della superficie di Plutone (HST)
Le immagini ottenute dalla ACS (Advanced Camera for Surveys) di Hubble sono utili per pianificare i dettagli del flyby di New Horizons nel 2015, la prima sonda che passerà vicino a Plutone così velocemente che sono un solo emisfero sarà fotografato in grande dettaglio.
Quello che è emerso da questi nuovi dati è la presenza di un punto luminoso sulla superficie di Plutone, che probabilmente è una zona ricca di ghiaccio di CO (monossido di carbonio). Capire questa zona chiara e la zona vicina ricoperta di materiale scura sarà uno dei prossimi obiettivi di New Horizons.
Attività del Planetario di Ravenna con la collaborazione dell’Associazione Ravennate Astrofili Rheyta.
Inizio ore 21.00. Le osservazioni si tengono presso i Giardini Pubblici con ingresso libero.
13.11, ore 16:30: “Le stelle e il Piccolo Principe: storie di stelle, di vita e di amicizia” a cura di Paolo Morini (conferenza adatta a bambini da 8 anni).
16.11: “Il Sole come non l’avete mai visto” a cura di Claudio Balella.
19.11: I Venerdì dell’A.R.A.R. “Gli influssi lunari: la luna e la vita dell’uomo” a cura di Mauro Graziani.
23.11: “I tesori del cielo invernale” a cura di Agostino Galegati.
30.11: “Tra gli atolli del pacifico: il cielo dei maori e dei loro vicini” a cura di Annalisa Ronchi.
12.11 e 14.11: Osservazioni della volta stellata e Osservazione del Sole (Giardino pubblico, rispettivamente ore 21 e 10:30 – Ingresso gratuito).
La AAAV comunica il calendario dei prossimi incontri a tema che si svolgeranno presso il Centro Astronomico di Libbiano (Comune di Peccioli – PI) con inizio alle ore 21.15 (ingresso libero).
11.11: “Alla scoperta dello Scorpione e del Sagittario”. Proprio nel Sagittario troviamo il centro della Via Lattea, splendida cornice delle due costellazioni. Mitologia e oggetti che le popolano a cura di Emilio Rossi.
Disegna la stella di Betlemme: un concorso per ragazzi premiato con una cartolina. Alla “Stella di Betlemme” è dedicato il concorso che organizza ogni anno l’Osservatorio astronomico Serafino Zani. I ragazzi delle scuole dell’obbligo sono invitati a rappresentare con un disegno una delle diverse ipotesi (congiunzione planetaria, cometa o addirittura esplosione di una stella) e a inviarlo, entro la fine di gennaio, al Centro Studi Serafino Zani, via Bosca 24, 25066 Lumezzane. Il disegno può essere di qualunque formato e realizzato con qualsiasi tecnica.
Le opere più belle verranno ritratte il prossimo Natale in cartoline illustrate inviate in diverse copie agli autori e pubblicate sul sito www.astrofilibresciani.it.
L'apertura della conferenza con Jean-Jacques Dordain, Antonio Tajani e Herman Van Rompuy
L'apertura della conferenza con Jean-Jacques Dordain, Antonio Tajani e Herman Van Rompuy
Il 26 e 27 ottobre la sede del Parlamento europeo a Bruxelles, è stata teatro della terza conferenza sulla politica spaziale europea “A new space policy for Europe”. L’evento è stato organizzato da Business Bridge Europe (BBE) con il supporto di “Sky and Space”, gruppo interparlamentare con a capo l’italiano Vittorio Prodi. Sono intervenuti diversi leader europei, il direttore generale dell’ESA Jean Jacques Dordain, il Presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, Antonio Tajani vice presidente della Commissione europea, Enrico Saggese presidente dell’ASI e altri attori di spicco del settore. L’incontro aveva lo scopo di rendere note a policy makers, rappresentanti della società civile e dell’ industria le nuove competenze in materia spaziale che l’Europa ha acquisito dopo la firma del Trattato di Lisbona.
Space Conference al Parlamento Europeo - Bruxelles
La scelta di organizzare la conferenza proprio a Bruxelles non è casuale: la sede del Parlamento europeo rappresenta un punto d’incontro privilegiato per i massimi responsabili delle decisioni comunitarie, il mondo della ricerca scientifica e spaziale. Secondo l’opinione generale, la collaborazione tra istituzioni e ricerca scientifica rappresenta una sfida per il futuro lo sfruttamento del potenziale tecnico spaziale deve rispondere alle nuove esigenze della società. L’obiettivo è garantire a tutti i cittadini europei l’accesso alle tecnologie e ai servizi avanzati.
“Non c’è competitività senza ricerca e lo spazio è il settore dove l’innovazione è il motore”, ha dichiarato Antonio Tajani, vice presidente della Commissione europea “la ricerca in campo spaziale non può occuparsi solo di missioni e lanci, ma deve fornire risposte concrete ai cittadini europei”. “Le nuove competenze in materia comunitaria – ha dichiarato Dordain , sottolineando l’importanza del Trattato di Lisbona che definisce per la prima volta le linee di un’ambiziosa politica spaziale – potrebbero favorire la ricerca in settori come global environment e prevenzione dei disastri naturali in modo da acquisire una vasta gamma di competenze utili alla società civile”. L’assegnazione di un ruolo decisionale alla Commissione, dovrebbe dare nuovo impulso ai programmi spaziali continentali quali il sistema di navigazione satellitare Galileo e il GMES (Global Monitoring Environment Security) per il monitoraggio globale dell’ambiente e della sicurezza.
Anche in novembre Urano e Giove si troveranno a condividere la stessa zona di cielo, situata al confine sud ovest dei Pesci con l’Acquario. A inizio mese la distanza angolare tra i due pianeti sarà di 3,2°, e rimarrà praticamente invariata fino alla fine (3°). Come abbiamo scritto nei numeri precedenti, la vicinanza con Giove potrebbe aiutare eventuali osservatori desiderosi di riuscire a individuare Urano (mag. +5,8) ad occhio nudo!
Plutone (a sinistra) e Caronte (in alto a destra) ripresi dall’Hubble Space Telescope nel 1994. Crediti: R. Albrecht, ESA/ESO Space Telescope European Coordinating Facility, NASA.
Plutone (a sinistra) e Caronte (in alto a destra) ripresi dall’Hubble Space Telescope nel 1994. Crediti: R. Albrecht, ESA/ESO Space Telescope European Coordinating Facility, NASA.
Nel 1994 dall’Hubble Space Telescope appena riparato arriva la prima immagine del sistema Plutone-Caronte ad una separazione apparente massima di 0.9 arcosecondi.
Plutone è l’oggetto che si osserva a sinistra, con un diametro di 2390 chilometri di diametro, e Caronte a destra con un diametro di 1190 chilometri. I due oggetti si trovano ad una distanza relativa di circa 19.600 chilometri.
Nel momento in cui è stata fatta questa fotografia nel 1994, Plutone si trovava entro l’orbita di Nettuno, posizione che occupa per circa vent’anni durante il suo periodo orbitale di circa 248 anni. Fu più vicino al Sole di Nettuno dal 1979 al 1999.
Immagine di Plutone e Caronte ripresa dalla Faint Object Camera (FOC) a bordo di Hubble Space Telescope
Qui a destra una immagine di Plutone e Caronte ripresa dalla Faint Object Camera (FOC) a bordo di Hubble Space Telescope, (in alto a destra) sistema definito come “il doppio pianeta”. Si tratta della prima immagine a lunga esposizione del sistema Plutone-Caronte ottenuta da Hubble.
Plutone è l’oggetto più grande e brillante, Caronte, l’oggetto più debole e meno luminoso. L’orbita di Caronte intorno a Plutone è indicata nel diagramma sottostante.
In alto a sinistra viene riportata l’immagine migliore ottenuta con un telescopio terrestre, quello del Canada-France-Hawaii Telescope (CFHT) alle Hawaii.
Per la prima volta, dopo 66 anni dalla sua scoperta, è stato possibile osservare l’intera superficie di Plutone. Il pianeta nano ruota con un periodo di circa 6.4 giorni e l’Hubble ha mostrato più complesso di quanto si pensasse. E’ possibile che le caratteristiche topografiche come bacini o crateri di impatto recenti possano causare alcune delle variazioni osservate sulla sua superficie.
Superficie di Plutone ricostruita utilizzando la serie di immagini ottenute con la Faint Object Camera (FOC) a bordo di Hubble Space Telescope.
Le macchie più chiare in queste immagini sono probabilmente di N2 e CH4 allo stato solido che riflettono la debole luce che arriva dal Sole. Le zone più scure sono probabilmente costituite da antiche pianure laviche.
La temperatura misurata alla superficie del pianeta è di circa 40-60 K ( lo 0 K equivale a –273,5 ° C, ossia 0 K = -273,5 °C) che equivalgono a circa –233,5° e –213,5°C.
La densità alla superficie è doppia rispetto all’acqua.
5 Novembre 2010 – Ore 1200 UTC
Il meeting dei manager NASA di questa mattina ha valutato la situazione e finalmente è stato dato il GO per il caricamento dei propellenti nel serbatoio esterno. In rampa si stanno quindi pompando circa due milioni di litri di ossigeno ed idrogeno liquidi che andranno a riempire l’ET.
Per oggi il meteo è al 70% favorevole con un po’ di nubi intorno ai 1200 metri di quota e venti fra 30 e 50 km/h.
L’orario di lancio per stasera è fissato per le 20:04 italiane (1904 UTC – 15:04 della Florida)..
5 Novembre 2010 – Ore 1215 UTC.
E’ stata rilevata una leggera perdita di idrogeno gassoso da una giunzione del Ground Umbilical Carrier Plate, che sarebbe uno dei bracci di connessione del serbatoio esterno con la torre. Il GUCP si occupa di estrarre l’idrogeno gassoso e portarlo a distanza di sicurezza dove viene bruciato (è la fiamma che si vede vicino al pad 39A nei lanci notturni).
I tecnici sono al lavoro per capire come comportarsi, intanto il countdown prosegue.
5 Novembre 2010 – Ore 1248 UTC
La fuga di gas era troppo pericolosa, di conseguenza il lancio è stato nuovamente rinviato a causa della fuga di idrogeno.
Non si sa ancora quando si potrà lanciare dato che occorre tempo già solo per mettere in sicurezza tutta la zona: il caricamento dei criogenici era già a buon punto ed ora devono essere riportati nei serbatoi del pad, oltre che permettere ai tecnici di verificare la fonte del problema senza possibili pericoli di esplosioni. Si parla di almeno 48 ore.
Mi sa che il lancio passerà al mese prossimo: la prossima finestra di lancio si estende dal primo al 5 dicembre.
Questo problema si era già verificato su una delle scorse missioni (dovrebbe essere la STS-127), esattamente allo stesso connettore.
Dopo il blocco del conteggio alla rovescia di oggi, la direzione missione ha dato il via libera allo svuotamento del grande serbatoio esterno.
In un primo momento pareva possibile che il problema potesse venire risolto in tempi ragionevoli, intorno alle 48/72 ore e quindi è stato dato un nuovo possibile momento per il lancio, cioè lunedì sera.
La frattura nella schiuma isolante (NasaTV)
Durante lo svuotamento però alcuni tecnici si sono accorti di una frattura nel rivestimento in schiuma del serbatoio esterno, in corrispondenza dell’intertank, cioè l’anello dell’external tank posto all’altezza del muso dell’orbiter che unisce i due serbatoi veri e propri che compongono l’ET. A questo punto sappiamo per certo che il lancio sarebbe stato abortito comunque, ma la complicazione è che non si sa se la riparazione potrà essere eseguita sul pad. Assumendo che si possa lavorare sul posto, il nuovo momento di lancio è stato fissato non prima del 30 novembre alle 10:05:46 italiane (0905:46 UTC). La finestra di lancio dura fino al 5-6 dicembre, dato che per metà mese dovrebbe raggiungere la Stazione la Soyuz che porta la Expedition con il nostro Nespoli.
Alla NASA non vogliono sentir parlare di sfortuna: gli orbiter hanno quasi trent’anni e come tutte le macchine possono guastarsi. Era diverso tempo che tutto filava liscio ed ora qualche grana viene fuori. “Frustrante? Certo che è frustrante! Sarebbe molto meglio se fossimo già sulla Stazione Spaziale, è ovvio” ha detto Michael Leinbach, direttore di lancio.
Al momento dell’interruzione del countdown i sensori delle fughe di idrogeno segnavano una concentrazione del 6% rispetto ad un limite massimo ammissibile del 4%. Da considerare che il 6% è il fondoscala dei sensori, quindi la concentrazione era sicuramente maggiore.
Non ci resta che aspettare, stavolta un po’ di più degli altri rinvii…
Ecco la prima immagine della cometa Hartley 2, appena scattata dalla missione EPOXI e subito spedita alla sala di controllo del JPL della Nasa a Pasadena, in California. Un lungo applauso ha salutato il puntuale fly-by della sonda Deep Impact, previsto e realizzato il 4 novembre 2010, alle ore 16.00. La sonda è nello spazio da oltre 5 anni: era stata spedita per studiare il nucleo della cometa Tempel 1, poi la sua vita in orbita è stata prolungata in quella che ora viene chiamata la missione EPOXI.
Da quel 4 luglio 2005, quando si approcciò al nucleo della cometa Tempel 1, la sonda ha trovato un nuovo obiettivo: Hartley 2. Una cometa particolarmente interessante per la dimensione e la composizione della chioma, sotto osservazione fin da settembre, oggi con particolare attenzione dagli astronomi di tutto il mondo, italiani compresi.
“E’ importante correlare i dati che ci fornirà la sonda Deep Impact nel suo fly by, con quelli che otteniamo contemporaneamente con le osservazioni da terra” spiega Gian Paolo Tozzi dell’Osservatorio Astronomico di Arcetri dell’INAF, impegnato in Cile con il telescopio dell’ESO NTT.
La sonda già da alcune ore aveva mirato i suoi strumenti sul nucleo della cometa e iniziato a raccogliere i dati. Avvicinandosi ha aumentato la frequenza di raccolta, in un crescendo esponenziale nella fase di approccio al nucleo di Hartley 2.
50 minuti prima dell’approccio finale si è attivato l’Auto Nav Mod, il sistema di controllo automatico, che permette alla fotocamera della sonda di inquadrare il centro del nucleo.
E ora non resta che attendere nelle prossime ore le prossime immagini e i primi dati provenienti dalla sonda.
In Florida sta piovendo a dirotto, niente lancio... (NASA)
In Florida sta piovendo a dirotto, niente lancio... (NASA)
Al Kennedy Space Center sta piovendo a catinelle ed ovviamente, come prevedevamo, il lancio slitta ancora di un giorno. Con le attuali condizioni meteo non sarebbe neanche possibile eseguire il caricamento dei propellenti criogenici nel serbatoio esterno, altro che lanciare!
Il nuovo liftoff è programmato alle 1904 UTC di venerdì 5 novembre. Le previsioni parlano dell’arrivo di un fronte freddo che spazzerebbe i temporali, ma potrebbe causare forti venti in quota. La probabilità di un nuovo rinvio per domani sarebbe del 40%.
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