Home Blog Pagina 116

Associazione Astrofili Centesi

0

18.04:“Fotografiamo il cielo!” Basi di fotografia astronomica a cura di Marco Guidi (astrofotografo professionista). Lezione gratuita.
Per info: 346.8699254, astrofilicentesi@gmail.com
www.astrofilicentesi.it

I Venerdì dell’Universo 2014

0

18.04: “Casa Darwin e la storia della Teoria dell’Evoluzione” a cura di Chiara Ceci.
Diretta streaming video: http://web.unife.it/unifetv/universo.html
Per informazioni: Tel. 0532/97.42.11
E-mail: venerdiuniverso@fe.infn.it
www.unife.it/dipartimento/fisica – www.fe.infn.it
Organizzati da: Dip. di Fisica Università di Ferrara, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare,
Gruppo Astrofili Ferraresi “Columbia“ e Coop. Sociale Camelot

Circolo Astrofili Veronesi

0

18.04: “Nuove scoperte sul Sistema Solare” di Simone Zaggia.
Per informazioni: info@astrofiliveronesi.it
Cell: 334 7313710 (Antonio Cagnoli)
www.astrofiliveronesi.it

Gruppo Amici del Cielo di Barzago

0

18.04: 3° lezione: “Gli Oggetti del Sistema Solare: pianeti, asteroidi e comete”.
Per info: didattica@amicidelcielo.it
www.amicidelcielo.it

I Venerdì dell’Universo 2014

0

Tornano anche quest’anno i Venerdì dell’Universo, una serie di seminari scientifici per avvicinare, giovani e non, alla Fisica,
all’Astronomia e alle Scienze in generale, con la speranza che per molti giovani non sia solo una curiosità momentanea,
ma anche un’occasione di spunto per i loro studi professionali o amatoriali, dal momento che l’Università di
Ferrara offre importanti opportunità in questi campi.

18.04: “Casa Darwin e la storia della Teoria dell’Evoluzione” a cura di CHIARA CECI.

Diretta streaming video: http://web.unife.it/unifetv/universo.html
Per informazioni: Tel. 0532/97.42.11 – E-mail: venerdiuniverso@fe.infn.it
www.unife.it/dipartimento/fisica – www.fe.infn.it
Organizzati da: Dip. di Fisica Università di Ferrara, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Gruppo Astrofili Ferraresi “Columbia“ e Coop. Sociale Camelot.

Una possibile nuova luna di Saturno

0
L’immagine dell’anello esterno di Saturno in cui è visibile il disturbo forse dovuto alla nuova luna del pianeta.

Guarda che luna (o no?)

L’immagine dell’anello esterno di Saturno in cui è visibile il disturbo forse dovuto alla nuova luna del pianeta.

La sonda NASA Cassini ha documentato la formazione di un piccolo oggetto ghiacciato fra gli anelli di Saturno. Potrebbe trattarsi di una nuova, minuscola, luna. Lo scatto della fotocamera porta la data del 15 aprile 2013, ma solo oggi la rivista Icarus pubblica i dettagli di quelle osservazioni. Se davvero ci troviamo di fronte alla nascita di un nuovo satellite allora gli scienziati potranno recuperare indizi preziosi per meglio comprendere la formazione delle lune di Saturno.

Le immagini scattate dalla fotocamera montata su Cassini mostrano evidenti disturbi sul bordo esterno di un anello del pianeta, il più esterno fra quelli brillanti. Uno di questi disturbi è un arco con luminosità maggiore del 20% rispetto alla sua area di riferimento. Si tratta di una scia luminosa di circa 1200 km di lunghezza e 10 di larghezza. I ricercatori hanno scoperto anche protuberanze anomale nel profilo dell’anello e ritengono possano essere causate dal campo gravitazionale di un oggetto vicino.

Non sembra che l’oggetto possa ingrandirsi ulteriormente, potrebbe al contrario implodere, ma il processo di formazione e la spinta verso l’esterno potrebbero aiutarci a comprendere come le lune ghiacciate di Saturno, tra cui Titano ed Encelado, possano essersi formate in passato. Senza sottovalutare il fatto che anche la Terra e gli altri pianeti del nostro Sistema Solare potrebbero essersi formati in maniera analoga allontanandosi dal Sole.

“Non abbiamo visto nulla di simile prima d’ora”, ammette Carl Murray della Queen Mary University di Londra, primo firmatario del rapporto pubblicato su Icarus. “Potremmo trovarci di fronte ai primi momenti della nascita di un satellite, nl momento in cui sta lasciando l’anello e si prepara a diventare una luna indipendente”. L’oggetto, ribattezzato in via del tutto informale come Peggy, è ancora troppo piccolo per essere visibile nelle immagini che abbiamo a disposizione. Gli scienziati stimano si tratti di un oggetto non più grande di un chilometro.

Le lune ghiacciate di Saturno variano in dimensioni a seconda della loro vicinanza al pianeta (le più lontane sono anche le più grandi). Sono composte principalmente da ghiaccio come lo sono, d’altra parte, anche le particelle che formano gli anelli di Saturno. Sulla base di questi fatti i ricercatori hanno recentemente suggerito che le lune ghiacciate potrebbero banalmente essere il prodotto di conglomerati di particelle degli anelli, poi spostatisi verso l’esterno, lontano dal pianeta, e fusi con altre lune trovate sul loro tragitto.

“Essere i testimoni di una possibile nascita di un satellite è un fatto davvero inatteso”, ha dichiarato Linda Spilker, Cassini Project Scientist del NASA Jet Propulsion Laboratory a Pasadena, in California. Secondo Spilker, l’orbita di Cassini si avvicinerà al bordo esterno del disco esterno di Saturno nel tardo 2016, fornendo un’ulteriore opportunità di studiare Peggy in modo dettagliato.

Il processo di formazione di nuove lune dagli anelli di Saturno è probabilmente destinato a chiudersi con Peggy. Gli anelli del pianeta sono ormai troppo rarefatti per dar vita ad altri satelliti. E proprio per questo motivo Murray e colleghi stanno cercando di imparare quanto più possibile dalle loro osservazioni.

Al Planetario di Ravenna

0

18.04: Fanta-Scienza, avventure nel tempo e nello spazio: “Il nemico fra di noi. L’invasione degli ultracorpi, Terrore dallo spazio” di Massimo Bruschi con il Circolo del cinema ”Sogni”.
Ingresso libero.
Per info: tel. 0544-62534 – info@arar.it
www.racine.ra.it/planet – www.arar.it

Congiunzione Luna-Saturno

0
17 aprile

17 aprileVerso le 5:30 del mattino del 17 aprile, poco prima dell’alba, si potrà seguire il tramonto della Luna (in fase calante ma ancora abbastanza piena) e di Saturno nella costellazione della Bilancia. I due oggetti saranno separati di circa 2,7° e all’ora indicata saranno alti circa +20° al di sopra dell’orizzonte di sudovest. Anche in questo caso il disturbo lunare potrebbe ridurre di molto la spettacolarità della congiunzione.

2/4 MAGGIO 2014 – LO STARPARTY DELL’ALTA RISOLUZIONE

0
cielOstellato

cielOstellato
Dedicato a fotografie di viaggio con elementi del paesaggio associati a soggetti astronomici.

CielOstellato, organizzato dal Gruppo astrofili Columbia, la Coop. Camelot, la rivista Coelum, in collaborazione con la Coop. Atlantide, Robintur e il patrocinio del Comune di Ostellato, giunge alla sua diciottesima edizione e si conferma lo Star-Party nazionale dedicato all’alta risoluzione e all’osservazione di Luna, Pianeti, Sole e Stelle doppie, grazie soprattutto, alle favorevoli condizioni climatiche (buon seeing) e topografiche del luogo.

•   StarParty: Area dedicata alle osservazioni  con telescopi propri e prove strumentali. Osservatorio astronomico del Gruppo Astrofili Columbia, aperto gratuitamente, dotato di: newtoniano (D=450mm F. 2000mm f:4.5); rifrattore (D=150mm F.2400mm f:16).

•    Conferenze e approfondimenti: i consueti approfondimenti pratici e teorici legati all’osservazione del cielo si terranno nella giornata di sabato 3 maggio.

•    Concorso fotografico “l’Astro Viaggiatore”, il Sistema Solare:  iscrizioni aperte dal 15 marzo al 1 maggio e premiazione il 4 maggio alle 11:00 durante Cielostellato a chiusura della manifestazione. La partecipazione al concorso è gratuita e aperta a tutti i “fan” della pagina: Esploriamo L’Universo-Viaggi Scientifici su Facebook e verranno votate dagli utenti della pagina stessa.

  • 1°premio – cofanetto regalo “3 giorni perfetti” per due persone in strutture di prima qualità. Offerto da: Robintur.
    Abbonamento annuale alla rivista Coelum Astronomia
  • 2°premio – Buono acquisto di 100,00 euro in materiale astronomico. Offerto da: Astrottica.it
  • 3°premio – Cercatore a proiezione con obbiettivo a corto fuoco. Offerto da COMA-Adriano Lolli Costruzioni Ottiche Meccaniche.

Per il programma completo e informazioni sulla disponibilità alberghiera:
Ferruccio Zanotti 338 4772550
Massimiliano Di Giuseppe 338 5264372
e-mail: esploriamoluniverso@gmail.com

Per informazioni:
Coop. Camelot
M. Di Giuseppe Tel. 338/5264372
F. Zanotti Tel. 338/4772550
esploriamoluniverso@gmail.com

GRUPPO ASTROFILI COLUMBIA:
A. Farinelli Tel. 340/2834050
D. Andreani Tel. 338/7594852
M. Negri Tel. 328/1547402
M. Artioli Tel. 335/5962215
info@astrofilicolumbia.it

http://esploriamoluniverso.com
w w w. a s t r o f i l i c o l u m b i a . i t

Al Planetario di Ravenna

0

15.04: “Le Aurore Boreali, un fenomeno fantastico e bellissimo” di Claudio Balella.
Per info: tel. 0544-62534 – info@arar.it
www.racine.ra.it/planet – www.arar.it

Al Planetario di Ravenna

0

13.04, ore 10:30: Osservazione del Sole.
Per info: tel. 0544-62534 – info@arar.it
www.racine.ra.it/planet – www.arar.it

Gruppo Astrofili DEEP SPACE

0

12.04: ”Yuri’s night“ serata di rievocazione del primo volo umano nello spazio.

Per info: 0341.367584 – www.deepspace.it

Un raro anello di diamanti nel cielo

0
La nebulosa planetaria Abell 33 ripresa dal VLT dell’ESO. Crediti: Eso

Usando il VLT (Very Large Telescope) in Cile, gli astronomi dell’ESO hanno registrato questa spettacolare immagine della nebulosa planetaria PN A66 33 – nota comunemente come Abell 33, distante circa 1500 anni luce dalla Terra. Formatasi in seguito all’espulsione da parte di una stella vecchia dei propri strati esterni, la bolla blu appare come allineata (ma solo casualmente) con una stella in primo piano, il che la rende molto simile a un anello di fidanzamento. La gemma cosmica è insolitamente simmetrica, risultando quasi circolare sul piano del cielo.

La maggior parte delle stelle di massa pari a quella del Sole finiscono la propria vita come nane bianche – piccoli corpi, molto densi e caldi, che lentamente si raffreddano nel corso di miliardi di anni. Nel percorso verso la fase finale della loro vita, le stelle si spogliano delle atmosfere lanciandole nello spazio e creano le nebulose planetarie, nubi di gas rilucente di brillanti colori che circonda il piccolo relitto stellare.

.

Loading player…


.

Essere perfettamente circolari non è una proprietà comune in questi oggetti – di solito qualcosa disturba la simmetria e causa le forme irregolari delle nebulose planetarie. Per esempio, il modo in cui la stella ruota, o il fatto che la stella centrale sia la componente di un sistema doppio o multiplo.

Questa immagine a grande campo mostra la regione celeste in cui si trova la nebulosa planetaria Abell 33, che appare come uno spettrale cerchio blu al centro dell'immagine. Questa fotografia è stata composta da materiale fotografico proveniente dalla DSS2 (Digitized Sky Survey 2). Sono anche visibili molte deboli galassie, mentre la stella arancione brillante nella parte superiore è Iota Hydri, abbastanza brillante per essere vista a occhio nudo. Crediti: ESO/Digitized Sky Survey 2. Acknowledgement: Davide De Martin

La stella particolarmente brillante sul bordo della nebulosa – la HD 83535 – crea una straordinaria illusione in questa immagine del VLT: come abbiamo già detto però è solo un allineamento casuale – la stella si trova infatti più vicina a noi rispetto alla nebulosa, a circa 750 anni luce, ma in una posizione prospettica che le permette di rendere l’immagine ancora più bella.

Al centro della Planetaria si trova anche un’altra stella che sembra doppia. Che si tratti di una vera associazione o solo un allineamento casuale è però ancora da verificare.

Ciò che resta della stella progenitrice di Abell 33, che si avvia a diventare una nana bianca, è visibile all’interno della nebulosa appena fuori dal centro, come una minuscola perla bianca. È ancora luminosa – più del nostro Sole – ed emette radiazione ultravioletta sufficiente a far risplendere la bolla di gas degli strati atmosferici espulsi. Abell 33 è solo uno degli 86 oggetti inclusi dall’astronomo George Abell nel suo Catalogo di Nebulose Planetarie del 1966. Abell perlustrò i cieli anche alla ricerca di ammassi di galassie e compilò il Catalogo di Abell con più di 4000 ammassi da entrambi gli emisferi, nord e sud, del cielo.

Questa immagine sfrutta i dati dello strumento FORS (FOcal Reducer and low dispersion Spectrograph), installato sul VLT, ottenuti all’interno del progetto Gemme Cosmiche dell’ESO.

Marte 2014, un’opposizione da rivalutare

Per Marte è tempo di opposizione. L’illustrazione mostra il percorso apparente di Marte nel mese di aprile, poco a nord della brillante Spica, nella Vergine. La posizione occupata è quella che il pianeta avrà il 14 aprile, giorno del suo massimo avvicinamento alla Terra

Mancano ancora quattro anni alla “Grande opposizione” marziana del 2018. Chi si ricorda quella del 2003 sa bene l’emozione che può regalare all’osservatore l’incombente presenza del pianeta rosso… continua fonte di reminiscenze letterarie e astronomiche; ed è probabilmente in nome di quelle sensazioni che tra una grande opposizione e l’altra ci si scopre a desiderare che passino in fretta le sei opposizioni intermedie, di solito liquidate come “afeliche”, e cioè con il pianeta troppo lontano per arrivare ad accendere certe emozioni.
Quella di quest’anno è però da considerarsi ben più di una “opposizione afelica”; Marte raggiungerà infatti un diametro angolare di 15 secondi d’arco, un valore che la tecnica di acquisizione in digitale ha reso ormai più che sufficiente per regalare delle ottime opportunità di studio e divertimento.

.

Nella tabella sono riportati i dati più significativi di quattro opposizioni marziane, recenti e prossime, dalla scorsa afelica del 2012 alla Grande opposizione del 2018. Oltre alla declinazione e alla magnitudine raggiunta dal pianeta rosso, è interessante confrontare i valori del diametro apparente, osservabile da terra, e del suo rapporto relativo in percentuale rispetto al massimo raggiungibile dal pianeta rosso alla minima distanza da noi.

Marte è un pianeta difficile da osservare. Quando si trova nel punto più distante dalla Terra, le sue dimensioni apparenti sono dello stesso ordine di grandezza del lontanissimo Urano (3″), ma anche nel caso migliore, quando il suo diametro arriva a 25 secondi d’arco, il suo disco non appare più esteso di un cratere lunare di 40/50 km visto al telescopio.

In alto. Tre immagini a confronto. La prima a sinistra è quanto di meglio un Osservatorio professionale riusciva a ottenere durante una grande opposizione negli anni Settanta. Quella al centro è una foto amatoriale realizzata ancora al tempo della pellicola, mentre quella a destra è stata ottenuta nell’era digitale, ma comunque già più di dieci anni fa. È evidente l'incredibile differenza di dettagli.

Un fatto questo che ha contribuito a mantenere il pianeta avvolto in un’aura di mistero che soltanto l’avvento dell’era digitale e delle prime camere CCD ha potuto dissolvere, permettendo anche agli amatori di aggiungere straordinari dettagli a un dischetto che, ai tempi della pellicola e della turbolenza fuori controllo, si riempiva solo di sfocatissime macchie d’albedo. Ecco perché, ai nostri giorni, non ha forse senso struggersi nell’attesa della “Grande opposizione”, anche un’opposizione “media”, come quella che sta per arrivare, può infatti regalare almeno a livello fotografico delle soddisfazioni assolutamente in linea con le aspettative.

.

Come si può vedere anche dalla scheda a sinistra in cui abbiamo elencate le tappe fondamentali dell’opposizione che sta arrivando, l’8 aprile ci sarà l’esatto allineamento geometrico tra Sole, Terra e Marte, condizione che permetterà al pianeta rosso di arrivare alla sua massima luminosità apparente del periodo (mag. –1,5); il massimo avvicinamento si avrà invece il 14 aprile, con il diametro angolare che supererà i 15 secondi d’arco.

Ricordiamo che durante l’opposizione del marzo 2012, i valori furono rispettivamente di –1,2 e 13,8 secondi d’arco.

Nella figura a sinistra sono illustrate le orbite della Terra e di Marte viste dal polo nord del piano dell’eclittica. Ogni circa 26 mesi Marte raggiunge l’opposizione, portandosi così alla minima distanza dalla Terra. Un pianeta esterno si dice in opposizione quando si trova opposto al Sole rispetto alla Terra e cioè quando, nell’ordine, Sole, Terra e Pianeta (nel nostro caso Marte) si trovano allineati. Un pianeta in opposizione è visibile per tutta la notte e ha un diametro apparente e una luminosità maggiori che in tutti gli altri periodi: si trova cioè nelle migliori condizioni di osservabilità.
Tornando alla figura, se le orbite fossero ambedue circolari, e cioè con eccentricità pari a zero, ogni opposizione sarebbe uguale a un’altra, con i due pianeti che quando si allineano disterebbero quanto la differenza tra le loro distanze dal Sole.
Come si può invece vedere, la grande eccentricità dell’orbita marziana (e=0,093) porta a una grande variabilità delle distanze. È evidente, ad esempio, la differenza tra la distanza minima “epocale” raggiunta durante la Grande opposizione del 2003 e quella afelica del 2012. Quella del prossimo aprile (indicata in rosso) non sarà ancora una Grande opposizione, ma in qualche modo il diametro apparente di Marte ancora “acerbo” sarà bilanciato dal fatto che contrariamente a quanto avviene durante le grandi opposizioni (quando il pianeta è situato a declinazioni molto negative e quindi a basse altezze sull’orizzonte) si troverà ancora a una declinazione più che discreta (–6°) e quindi sarà abbastanza alto (+42°) al momento del transito in meridiano.

.

.

I target osservativi irrinunciabili

La calotta polare. L’opposizione del prossimo aprile si verificherà quando l’emisfero nord di Marte sarà quasi nel mezzo dell’estate (iniziata il 15 febbraio); il che ci dice immediatamente che la più evidente caratteristica superficiale da seguire sarà quella rappresentata dalla calotta polare nord, che lentamente si ritirerà fino a scomparire quasi totalmente nelle settimane successive all’opposizione.
Sopra, a dimostrazione di quanto il disco di Marte possa essere esaltato dalle tecniche digitali anche in presenza di piccole dimensioni, questa splendida sequenza di immagini ritrae il pianeta con la Calotta Polare Nord durante l’opposizione del 2012, quando si mostrava con un diametro apparente di appena 12,8". È ben visibile Syrtis Major in basso e sulla destra un gruppo di nuvole orografiche sulle pendici di Elysium. Cortesia Damian Peach.

La visione delle brine e dei ghiacci superficiali viene in genere rafforzata dall’uso di un filtro verde, ma se vogliamo determinare esattamente le dimensioni e la forma della calotta quello più consigliabile è il rosso, che permette di eliminare il disturbo causato da eventuali nubi chiare altrimenti difficilmente distinguibili al telescopio dai ghiacci polari veri e propri.

Le tempeste di polvere. Con la sublimazione dei ghiacci vengono immesse nell’atmosfera marziana delle grandi quantità di gas, specialmente anidride carbonica insieme a una piccola quantità di vapore acqueo. La prima è la principale responsabile dei grandi venti, che si generano per differenza di pressione atmosferica tra le regioni polari e quelle a latitudini minori; un ingrediente necessario per la formazione di tempeste di sabbia che possono essere facilmente seguite anche da Terra.
L’osservazione di questo fenomeno è una delle dimostrazioni più tipiche dell’estrema utilità dei filtri colorati nell’osservazione di Marte: in luce neutra esso si manifesta inizialmente come una macchiolina gialla che oscura particolari della superficie prima ben visibili, ma se davvero si tratta di una tempesta di polvere dovrà invariabilmente apparire molto brillante con un filtro rosso, e pressoché invisibile (o quasi) con uno blu o azzurro.

Nella tavola abbiamo riassunto l'aspetto (nord in alto, est a sinistra) del disco di Marte a intervalli di due giorni dal 15 marzo al 18 aprile. Essendo il periodo di rotazione di Marte molto simile a quello della Terra, il pianeta ci mostrerà ogni giorno alla stessa ora un emisfero solo leggermente differente rispetto a quello della sera prima. Aiutandosi poi con la mappa generale della superficie marziana (vedi pagina a lato), non sarà difficile per l'osservatore dare un nome alle caratteristiche osservate o fotografate. Tutte le figure si riferiscono all'aspetto del pianeta alle 00:00 del giorno indicato.

Le nubi sul disco. Il vapore acqueo emesso dalla sublimazione della calotta è invece l’elemento fondamentale per lo sviluppo delle nubi marziane, la cui attività dovrebbe aumentare dal locale equinozio di primavera in poi generando ingenti sistemi nuvolosi in tutto il pianeta; nubi così evidenti che anche un osservatore poco esperto potrà riuscire a cogliere come macchie biancastre. Strisce sottili e allungate presso i lembi est e ovest indicano invece la formazione di nebbie e foschie serali o mattutine, destinate a dissolversi rapidamente non appena il Sole si alza sull’orizzonte. Nell’emisfero sud, tuttavia, possono permanere anche tutto il giorno aiutate dalla particolare conformazione del suolo: è il caso di Hellas, l’enorme depressione circolare prodotta nell’emisfero sud da un antico impatto meteorico.

In questi mesi sarà piuttosto frequente trovarla coperta da una grande macchia brillante; gli osservatori poco esperti dovranno stare attenti a non confonderla con la calotta polare sud.

questa mappa è stata costruita dall’amatore americano Dan Troiani usando immagini CCD, video, disegni e foto ripresi durante l’opposizione marziana del 1997. Il criterio con cui sono stati attribuiti i colori è quello di favorire il confronto con quanto l’occhio umano può realmente osservare all’oculare di un telescopio. Per tale motivo questa non può essere considerata una mappa di tipo topografico. L’orientamento è telescopico, con il sud in alto.
La tabella spiega la funzione dei filtri Wratten più comuni nell'osservazione planetaria. In genere, su Marte, i filtri interferenziali rossi e arancioni aumentano il contrasto dei dettagli di superficie mentre quelli i tendenti al verde ed al blu diminuiscono i dettagli della superficie e aumentano l'osservabilità di particolari atmosferici come nubi, foschie, ecc.

Per finire, è necessario menzionare anche i complessi di nubi orografiche, associate ai grandi vulcani, che si elevano nelle regioni di Tharsis ed Elysium. Le nubi orografiche – comunissime anche sulla Terra – si formano quando una massa d’aria spinta contro la parete di una montagna è costretta a salire in quota, raffreddandosi rapidamente e provocando la condensazione del vapor d’acqua che vi è contenuto. Quelle marziane sono osservabili in genere dal primo pomeriggio locale e raggiungono la massima estensione e brillantezza verso il tramonto.
Così, non di rado, un punto brillante si potrebbe accendere in corrispondenza della posizione occupata dal monte Olympus, il più grande vulcano del sistema solare. La visibilità di questi fenomeni viene rafforzata dall’uso di un filtro blu o azzurro.

.

Qualche idea per un’opposizione diversa

Come recitava il titolo del paragrafo precedente, quelli appena elencati erano solo i “target irrinunciabili”, ma ovviamente molto altro è possibile fare, tanto che ci permettiamo di suggerire ai lettori di usare l’esperienza acquisita nella tecnica digitale per tentare di percorrere strade nuove o poco battute. Avete mai pensato – ad esempio – che potrebbe essere possibile – sincronizzandosi via cellulare o altro – organizzare una ripresa composita di Marte, unendo i risultati ottenuti da osservatori lontani anche centinaia di chilometri?

L’immagine finale sarebbe una media di frame diversi per risoluzione, seeing, strumentazione e mostrerebbe sicuramente meno rumore delle singole immagini di partenza.
E se anche l’esperimento fallisse, rimarrebbe comunque un’esperienza interessante e formativa perché l’importante – anche nella pratica astronomica – è il misurarsi con altre persone, per smuovere idee e passioni.
Le Associazioni dovrebbero essere veicolo di comunicazione e di idee, ma se vi sentite isolati iscrivetevi a COELESTIS, il forum di Coelum, e proponete di realizzare questa esperienza. Sicuramente troverete qualcuno pronto ad ascoltarvi.

Per la ripresa di questa immagine è stata utilizzata la tecnica descritta nell’articolo “La prima ripresa amatoriale di un altro sistema planetario” (vedi Coelum n. 155), utile in tutte quelle situazioni in cui sono presenti dettagli deboli vicino a sorgenti molto brillanti, come nel caso di Marte e delle sue lune. Il pianeta è stato ripreso alle 1:47 del 31 luglio 2005 con una webcam Toucam Pro al fuoco di uno Schmidt-Cassegrain da 235 mm, raccogliendo 1600 frame con esposizione di 1/5 di secondo ciascuno. La notte successiva, alle ore 02:00 TU, con i satelliti vicinissimi al bordo di Marte e quindi praticamente assenti, è stata effettuata una nuova ripresa, con lo stesso setup e gli stessi settaggi della camera. La seconda immagine è stata poi sottratta alla prima. In questo modo la luce diffusa dal pianeta si è attenuata, evidenziando molto bene i due piccoli satelliti nell’immagine del 31 luglio (foto di Daniele Gasparri).

Potreste anche dedicarvi alla ripresa di Phobos e Deimos, e in tal caso vi tornerebbe utile rileggere l’articolo pubblicato in Coelum n. 155 o applicare la tecnica proposta nella scheda in alto, molto più semplice e di sicura riuscita.

Anche realizzare filmati che mostrino la rotazione del pianeta è un’ottima idea, ma in questo caso dovrete sperare che le condizioni atmosferiche restino favorevoli per molte notti di seguito; il che sta diventando sempre più improbabile.

Anche in questo caso (per minimizzare la possibilità che il brutto tempo faccia poi mancare una “fetta” di rotazione) la soluzione potrebbe stare nel mettere insieme un team di osservatori che da tutta Italia, notte dopo notte, alla stessa ora, assicurino il loro contributo.

Alla fine, dopo l’elaborazione finale affidata a un esperto, ne verrebbe fuori una cosa mai vista: l’intera rotazione del pianeta Marte! Non sarebbe fantastico?

L’articolo è stato pubblicato su Coelum 179 – Marzo 2014

Gruppo Astrofili DEEP SPACE

0

11.04: “Le prospettive del viaggio interstellare: problemi
e soluzioni” di Paolo Attivissimo.
Per info: 0341.367584 – www.deepspace.it

Al Planetario di Ravenna

0

11.04: Osservazione della volta stellata.
Per info: tel. 0544-62534 – info@arar.it
www.racine.ra.it/planet – www.arar.it

Corso di Astronomia

0

11.04: Il Sistema Solare nascosto.
Informazioni e iscrizioni:
Tel: 347 6301088 – email: info@astrofililariani.org
Facebook:
http://it-it.facebook.com/gal.gruppoastrofililariani
Twitter: @astrofilicomo

Circolo Astrofili Veronesi

0

11.04: “Il progetto OMBRA e lo stage per studenti
di IV° liceo all’Osservatorio Astronomico Monte
Baldo” di Flavio Castellani e Francesco de Sabata.
Per informazioni: info@astrofiliveronesi.it
Cell: 334 7313710 (Antonio Cagnoli)
www.astrofiliveronesi.it

Associazione Ligure Astrofili Polaris

0

11.04: “Quanto pesa l’Universo?” di Pietro Planezio.
Per info: cell. 346.2402066 – info@astropolaris.it
www.astropolaris.it

IL NOSTRO E ALTRI MONDI LE COMETE E LA STORIA DEL SISTEMA SOLARE DAL 7 AL 12 APRILE

0

11.04: “Viaggio nella Storia con gli astri vagabondi” a cura di Valeria Zanini.
I biglietti per la visita al museo e conferenza saranno in vendita, a prezzo ridotto, a partire da mezz’ora prima dell’inizio della visita, dalle ore 18.00 alle 18.30 della sera stessa, direttamente in Specola.
Si ringrazia l’Associazione La Torlonga per la collaborazione nell’organizzazione della serata.
museo.laspecola@oapd.inaf.it www.oapd.inaf.it

Incontro tra una nube e un buco nero

0

Spuntino cosmico in arrivo

Preparate i popcorn, perché spettacoli come questo sono davvero rari. La nube di gas G2, scoperta nel 2002 e studiata in dettaglio solo negli ultimi anni, è ormai vicinissima a Sagittarius A* (Sgr A*), il buco nero supermassiccio al centro della nostra galassia.

I telescopi di tutto il mondo sono puntati in direzione di quello che potrebbe rivelarsi un evento determinante per capire l’evoluzione dei buchi neri supermassicci. G2, che all’inizio era un blob informe che conteneva circa tre volte la massa della Terra,  si sta dirigendo ormai da qualche anno in una linea retta quasi perfetta in direzione del suo inesorabile destino, e a 10 milioni di chilometri all’ora procede dritta verso Sgr A*. Dal momento che si tratta di un oggetto diffuso e allungato, non sappiamo esattamente quando avverrà l’incontro ravvicinato, ma, secondo i ricercatori, ogni giorno potrebbe ormai essere quello buono.

Non si tratterà di una grande abbuffata quanto piuttosto di uno spuntino galattico. Quando G2 si avvicinerà pericolosamente a Sgr A* solo alcune parti del gas scompariranno nelle fauci del buco nero. Sopravviverà in parte, ma con una forma diversa e una nuova dinamica, ancora non chiara.  Si tratterà però di un evento unico: non siamo infatti mai riusciti ad avere testimonianza diretta e così in dettaglio di un processo di questo tipo, e le osservazioni che verrano fatte potranno aiutarci a capire cosa sta succedendo esattamente al centro della Via Lattea.

“Questo lavoro è affascinante perché ci insegnerà molte cose sulla crescita e l’alimentazione dei buchi neri supermassicci”, ha detto Deryl Haggard, postdoc del Center for Interdisciplinary Exploration and Research in Astrophysics (CIERA). “Sappiamo che sono grandi, e sappiamo che sono là fuori – in gran numero – ma non siamo sicuri nel dettaglio di come ottengano la loro massa. Crescono rapidamente quando sono giovani, come fanno i nostri bambini, o crescono a singhiozzo, ogni volta che il carburante diventa disponibile? Nel guardare l’incontro tra Sgr A * e G2 possiamo osservare un buco nero massiccio nell’atto di affondare i denti nel suo prossimo pasto”.

Insomma, il destino di G2 è ormai segnato e il pasto del buco nero potrebbe essere rilevato dagli strumenti dei telescopi proprio in questo istante. Haggard sta sorvegliando la situazione grazie ai dati forniti da due dei più grandi e potenti Osservatori disponibili su piazza, il Chandra (per i raggi x) e il Very Large Array (per le onde radio).

Quello che succederà durante l’avvicinamento massimo non è ancora chiaro. Sul tavolo ci sono diversi modelli che delineano scenari diversi, per capire quale avrà la meglio bisognerà aspettare lo spettacolare incontro.

In teoria, G2 dovrebbe essere già sufficientemente vicino al buco nero da scaldarsi a temperature altissime e diventare visibile ai raggi X. Ma ancora i dati non ci aiutano: “La nostra più recente osservazione con Chandra non mostra una maggiore emissione nei raggi X”, spiega Haggard . “Resta da vedere se i raggi X di G2 sono in ritardo perché si fanno aspettare alle feste o  perché invece non arriveranno mai”.

Congiunzione Luna Marte

0
14 Aprile

La sera del 14 aprile verso le 20:30, la Luna ormai in fase di plenilunio (da lì a poche ore s’immergerà nell’ombra della Terra dando luogo a un’eclisse che purtroppo in Italia non sarà osservabile) sorgerà dall’orizzonte di est-nordest a 4,5° di distanza da Marte.

Il pianeta rosso, a sua volta, starà vivendo un momento molto particolare perché quello sarà il giorno del suo massimo avvicinamento alla Terra nell’ambito dell’opposizione di quest’anno. L’incontro avverrà nella Vergine, dove sarà osservabile anche la luminosa stella alfa, Spica.

Ovviamente, si dovrà fare i conti con il fatto che la visione d’insieme, a causa della grande luminosità della Luna, sarà pesantemente condizionata dalla presenza o meno di umidità nell’aria. All’ora indicata i due oggetti saranno alti circa 14° (le dimensioni del disco lunare sono sovradimensionate per esigenze grafiche).

Global Test 180 – Tubi ottici Celestron EdgeHD

GLOBALTEST, un NUOVO FORMAT per i TEST STRUMENTALI

E’ cominciata con il n. 178 di Coelum Astronomia una nuova rubrica tecnica in cui saranno presentati più prodotti, ognuno dei quali corredato dal giudizio “collettivo” (medio e ponderato) di utenti ed esperti di tutto il mondo che hanno già avuto modo di usarli e di esprimere il loro parere.
Questo tipo di recensione “allargata” al web – che include i siti web personali, i forum e i social network – nelle nostre intenzioni dovrebbe permettere ai lettori – o almeno lo speriamo – di farsi un’idea più oggettiva delle qualità e degli eventuali limiti e difetti della strumentazione presente sul mercato, orientando pertanto in modo più preciso i futuri acquisti. La rubrica “cartacea” verrà inoltre affiancata da contenuti multimediali che verranno segnalati nel testo (tramite link e QR-code) e raccolti in queste pagine, per approfondire e completare quanto scritto sulla rivista.

Ovviamente ci attendiamo dai lettori molti suggerimenti su come migliorare questo nuovo servizio.

Riportiamo quindi di seguito i video e i link ai contributi, nell’ordine in cui vengono proposti, della rubrica Global Test pubblicata sul n. 180 di Coelum Astronomia a cura di Plinio Camaiti (Telescope Doctor).

Dal WEB il parere degli utenti su…

.I tubi ottici CELESTRON EdgeHD.

Dal sito della Celestron: 24 pagine (file pdf) in cui i progettisti spiegano in dettaglio la filosofia di progettazione, le caratteristiche tecniche e le prestazioni degli astrografi EdgeHD, creati per adeguare le ottiche alle nuove esigenze dei cultori dell’imaging digitale.

UNBOXING LX80

Celestron C8-SGT Telescope Unboxing a partire dal minuto 7:53
video di DreRandom

Unboxing the Celestron C8 SCT with a CG5 mount! a partire dal minuto 6:55
video di Lars-Erik Kristiansen


Image shift

Star test on Celestron Edge HD 800
video di footbag01


Test ottici amatoriali

Il mio test “preliminare” effettuato sul primo esemplare giunto in Italia.

Il test dell’utente Daniel X dal forum di astronomia e astrofisica amatoriale Nightsky.

Celestron C14 EdgeHD Optical Analysis Test ottici effettuati da Wade Van Arsdale (lingua inglese).

Celestron C14 EdgeHD Optical Analysis-Phase 2 Testing with OTA Thermal Modifications sempre di Wade Van Arsdale (lingua inglese).

Test ottici professionali effettuati dal noto ottico tedesco Wolfgang Rohr (lingua tedesca).

Test professionali sul sito del laboratorio Airylab (lingua francese e inglese).


Hires Imaging

le recenti immagini della ISS, di Marte e di Giove, riprese da Alessandro Bianconi, con il suo Celestron EdgeHD da 14″, con un dettaglio e un livello di contrasto che fanno concorrenza  ai telescopi professionali.


.

L’articolo completo è pubblicato su Coelum n.180 – 2014 a pagina 42

IL NOSTRO E ALTRI MONDI LE COMETE E LA STORIA DEL SISTEMA SOLARE DAL 7 AL 12 APRILE

0

09.04: “La missione spaziale Rosetta” a cura di Cesare Barbieri.
I biglietti per la visita al museo e conferenza saranno in vendita, a prezzo ridotto, a partire da mezz’ora prima dell’inizio della visita, dalle ore 18.00 alle 18.30 della sera stessa, direttamente in Specola.
Si ringrazia l’Associazione La Torlonga per la collaborazione nell’organizzazione della serata.
museo.laspecola@oapd.inaf.it www.oapd.inaf.it

Al Planetario di Ravenna

0

08.04: “I pianeti di tipo terrestre” di Massimo Berretti.
Per info: tel. 0544-62534 – info@arar.it
www.racine.ra.it/planet – www.arar.it

ASSOCIAZIONE CASCINESE

0

07.04: ”Nascita, vita e morte di una stella”di Alberto
Villa.
Per informazioni:
Domenico Antonacci Cell: 347-4131736
domenico.antonacci@astrofilicascinesi.it
www.astrofilicascinesi.it

IL NOSTRO E ALTRI MONDI LE COMETE E LA STORIA DEL SISTEMA SOLARE DAL 7 AL 12 APRILE

0

07.04: “Il Sistema Solare” a cura di Sara Magrin.
I biglietti per la visita al museo e conferenza saranno in vendita, a prezzo ridotto, a partire da mezz’ora prima dell’inizio della visita, dalle ore 18.00 alle 18.30 della sera stessa, direttamente in Specola.
Si ringrazia l’Associazione La Torlonga per la collaborazione nell’organizzazione della serata.
museo.laspecola@oapd.inaf.it www.oapd.inaf.it

Oceano dentro – acqua salata nel cuore di Encelado

0
Spaccato dell’interno di Encelado così come lo si può ipotizzare in base ai dati raccolti da Cassini. Dati che suggeriscono un guscio esterno ghiacciato, un nucleo roccioso poco denso e, nel mezzo, verso il polo sud e dunque al di sotto dei pennacchi, un oceano d’acqua. Crediti: NASA/JPL-Caltech

Spaccato dell’interno di Encelado così come lo si può ipotizzare in base ai dati raccolti da Cassini. Dati che suggeriscono un guscio esterno ghiacciato, un nucleo roccioso poco denso e, nel mezzo, verso il polo sud e dunque al di sotto dei pennacchi, un oceano d’acqua. Crediti: NASA/JPL-Caltech

Il paesaggio è da romanzo di Tolkien, il vecchio Gollum ci si sentirebbe a casa: un’enorme cavità sotterranea situata a 30-40 km di profondità sotto la crosta d’Encelado, la piccola luna ghiacciata di Saturno. Gli astrofisici ne sospettano l’esistenza sin dalla scoperta dei «graffi di tigre», i caratteristici geyser che sgorgano dalla calotta polare meridionale. Considerando la rigida temperatura che si registra in superficie, circa 180 gradi sotto zero, solo la presenza d’acqua allo stato liquido nel sottosuolo potrebbe infatti spiegare questi pennacchi di particelle ghiacciate (vapor d’acqua, sali e materiali organici), sparati nello spazio a velocità superiori a duemila chilometri all’ora sotto la spinta di maree indotte dalla forza gravitazionale di Saturno.

Ma come verificare la presenza di quest’oceano? Come caratterizzarlo, misurarne l’estensione e valutarne la massa d’acqua? Qui entrano in gioco la fantasia e l’ingegno d’un team di ricercatori, italiani e americani, guidato da Luciano Iess del dipartimento di Ingegneria meccanica e aerospaziale de La Sapienza. «L’unico strumento che abbiamo a disposizione per determinare la struttura interna di Encelado», spiega Iess a Media INAF, «è la correlazione fra gravità e topografia. Noi abbiamo potuto inferire l’esistenza di quest’oceano, stabilire la sua dimensione e la sua massa proprio correlando gravità e topografia. Come? Abbiamo determinato il campo di gravità di Encelado misurando piccole variazioni nella velocità della sonda Cassini. L’abbiamo fatto da Terra: sfruttando l’effetto doppler del segnale radio riusciamo a misurare la velocità della sonda con una precisione di 10-20 micron al secondo».

Dai risultati, descritti sulle pagine di Science, emerge la presenza d’una massa d’acqua assai vasta – pari o addirittura superiore a quella del Lago Superiore, il secondo lago più grande della Terra – che si potrebbe estendere dal polo sud fino a latitudini di circa cinquanta gradi e avere una profondità stimata di 8 km. Una riserva d’acqua enorme, soprattutto se rapportata al mondo che la ospita: l’intera luna ha un raggio di appena 250 km.

Ma ancor più importante dell’acqua allo stato liquido potrebbe essere quel che vi sta sotto: non ghiaccio, bensì roccia. «Da questo punto di vista, Encelado mostra qualche somiglianza con Europa: una luna di Giove molto più grande ma che, come Encelado, ha un oceano a contatto con la roccia sottostante», osserva David Stevenson, del Caltech, fra i coautori dell’articolo. «In entrambi i casi, due corpi celesti estremamente interessanti per studiare la presenza e la natura d’ambienti abitabili nel nostro Sistema solare». Ed è infatti la presenza d’acqua e silicati a diretto contatto a rendere la riserva d’acqua d’Encelado un sito ideale per lo sviluppo d’un ambiente probiotico.

Per saperne di più:

Asteroidi – Cerere e Vesta insieme verso la super congiunzione di luglio – 2

0
Asteroidi
La cartina rappresenta il percorso apparente di Cerere e Vesta nel mese di aprile. I due oggetti si manterranno per tutto il periodo distanziati da circa 2,5°. Rispettivamente il giorno 13 e 15 saranno in opposizione, con una luminosità (+7,0 e +5,8) davvero notevole. Infatti, non solo potranno essere agevolmente seguiti con un piccolo binocolo, ma addirittura Vesta potrebbe essere percepito ad occhio nudo! Ricordiamo anche che attualmente la sonda Dawn è in fase di trasferimento da Vesta, visitato l'anno scorso, a Cerere, che verrà raggiunto nel febbraio 2015. Più a sud del percorso dei due grandi asteroidi si muoverà anche (113) Amalthea, che il 13 aprile raggiungerà la mag. +11, la massima luminosità da 11 anni a questa parte
Asteroidi
La cartina rappresenta il percorso apparente di Cerere e Vesta nel mese di aprile. I due oggetti si manterranno per tutto il periodo distanziati da circa 2,5°. Rispettivamente il giorno 13 e 15 saranno in opposizione, con una luminosità (+7,0 e +5,8) davvero notevole. Infatti, non solo potranno essere agevolmente seguiti con un piccolo binocolo, ma addirittura Vesta potrebbe essere percepito ad occhio nudo! Ricordiamo anche che attualmente la sonda Dawn è in fase di trasferimento da Vesta, visitato l'anno scorso, a Cerere, che verrà raggiunto nel febbraio 2015. Più a sud del percorso dei due grandi asteroidi si muoverà anche (113) Amalthea, che il 13 aprile raggiungerà la mag. +11, la massima luminosità da 11 anni a questa parte

EFFEMERIDI APRILE

ornando a noi, anche questo mese la scena asteroidale sarà dominata da Cerere e Vesta che, come già detto nello scorso numero, seguiremo fino a quando i due più grandi pianetini della Fascia non avranno completato in luglio la loro strettissima congiunzione (ricordate? Il giorno 4 disteranno tra loro soltanto 10 primi!).

A fine marzo avevamo lasciato i due oggetti nei pressi della stella tau Virginis mentre distavano tra loro circa 2,5°; e tale separazione rimarrà pressoché invariata anche in aprile, mentre con moto indiretto si sposteranno di circa 6° fino a raggiungere la stella omicron Virginis. Da segnalare il 25 sera la congiunzione stretta tra Vesta e omicron Virginis (mag. +4,9), con l’asteroide che verso le 5:00 del mattino arriverà 1,2′ a sud della stella. Il giorno dopo, il 26 sera, sarà la volta di Cerere, che avvicinerà la 84 Virginis (mag. + 5,5) da nord fino una distanza di 15,5 primi.

LA SFIDA DI TALIB

A questo proposito, voglio lanciare un’idea agli amici astrofotografi.

Nella storia dell’astronomia amatoriale, ve lo posso assicurare, non è mai stata fatta la ripresa completa della traccia luminosa lasciata da un asteroide durante l’intervallo di un mese. Che non si possa fare quando il pianetino è di una magnitudine simile a quello delle deboli stelle di campo che lo circondano si può capire (ne risulterebbe una foto di molta fatica e di poco effetto), ma – pensateci – nel caso di Vesta, riprendendo sera dopo sera il campo in cui si sta muovendo (guardatevi la cartina alla pag. precedente per regolarvi sulle misure), si otterrebbe (con una posa di pochi secondi per sera) una serie di puntini luminosi molto evidenti; orientando e compositando i singoli frame si avrebbe così una immagine finale in cui risulterebbe molto chiara la percezione del movimento e della variazione di luminosità dell’oggetto sovrapposto a un bel campo stellare.

C’è qualcuno tra voi che ci vuole provare?

Ricordiamo che le immagini vanno inviate a gallery@coelum.com

Leggi tutti i dettagli e i consigli per l’osservazione, nell’articolo tratto dalla Rubrica Asteroidi di Talib Kadori presente a pagina 64 di Coelum n.180.

Nel Cielo – La nubecola in “PECTORE CANCRI”

0
nel cielo cartina
La cartina del mese è centrata sulla costellazione del Cancro, piuttosto estesa ma poco appariscente, gratificata dalla presenza di due ammassi aperti famosi come M44 e M67. Tagliata in due dall'eclittica, questa regione è ovviamente visitata spesso da asteroidi e pianeti che talvolta si confondono anche tra le stelle di M44, mentre proprio in questi anni è la Luna ad occultare spesso il più defilato M67.
nel cielo cartina
La cartina del mese è centrata sulla costellazione del Cancro, piuttosto estesa ma poco appariscente, gratificata dalla presenza di due ammassi aperti famosi come M44 e M67. Tagliata in due dall'eclittica, questa regione è ovviamente visitata spesso da asteroidi e pianeti che talvolta si confondono anche tra le stelle di M44, mentre proprio in questi anni è la Luna ad occultare spesso il più defilato M67.

M44, l’ammasso dai molti nomi – Questo mese il continuo alternarsi delle costellazioni porta sotto la luce dei nostri riflettori la (falsamente) piccola costellazione del Granchio, che in aprile passa al meridiano nei comodi orari del dopo cena. Scriviamo “falsamente” piccola, perché qualcuno si stupirà di sapere che il Cancro è in realtà esteso quanto i Gemelli e addirittura più dello Scorpione… E la concessione di tanto spazio in cielo per un animale così piccolo è dovuta alla dea Era (la Giunone dei romani) che nemica di Ercole volle ricompensare il coraggio del piccolo crostaceo nell’attaccare l’eroe greco, venendone ucciso. Dal punto di vista astronomico il Cancro possiede comunque diverse peculiarità, come quella di essere la costellazione zodiacale più debole nelle sue componenti, unita a quella – più importante – di aver dato il nome al Tropico del Cancro quando un tempo il Sole arrivava alla sua massima declinazione, al solstizio estivo, proprio al suo interno (mentre attualmente ci arriva quando si trova nel piede dei Gemelli).
nel Cielo-tabella

Per approfondire leggi tutti i dettagli e i consigli per l’osservazione, i cenni storici, le immagini e le mappe dettagliate, nell’articolo tratto dalla Rubrica Nel Cielo di Salvatore Albano presente a pagina 48 di Coelum n. 180.

Comete – La Pan-STARRS tutta la notte

0
La cartina mostra il percorso apparente della cometa C/2012 K1 Pan-STARRS durante il mese di aprile, tra le costellazioni del Bootes, Orsa Maggiore e Cani da caccia. La sua magnitudine migliorerà progressivamente fino alla +8,7, proprio nei giorni in cui avrà un incontro abbastanza ravvicinato con la galassia M51.
La cartina mostra il percorso apparente della cometa C/2012 K1 Pan-STARRS durante il mese di aprile, tra le costellazioni del Bootes, Orsa Maggiore e Cani da caccia. La sua magnitudine migliorerà progressivamente fino alla +8,7, proprio nei giorni in cui avrà un incontro abbastanza ravvicinato con la galassia M51.

EFFEMERIDI

Anche questo mese nessuna sorpresa in campo cometario; sarà quindi giocoforza continuare il commento sul viaggio che la C/2012 K1 Pan-STARRS sta facendo verso nord e verso i mesi autunnali, quando potrà anche raggiungere l’osservabilità ad occhi nudo. In aprile la K1 salirà ancora in declinazione (il giorno 27 diventerà circumpolare) muovendosi dalla Corona boreale all’Orsa maggiore passando per il Boote. A metà aprile sorgerà dopo le 17:00 e culminerà molto alta nel cielo prima delle 3:00 del mattino, così che la cometa, che in media si mostrerà intorno alla mag. +9, potrà essere seguita abbastanza facilmente. Durante il mese attraverserà zone ricche di piccole galassie, ma solo alla fine avrà due incontri davvero interessanti: la sera del 29 passerà 34 primi a sud di Alkaid, l’estremità della coda dell’Orsa Maggiore (mag. +1,8), mentre la sera del 1 maggio sarà 17′ a nordovest della stella 24 Canum Venaticorum (mag. +4,7) e contemporaneamente 2° a nordnordest della galassia M51.

Leggi tutti i dettagli e i consigli per l’osservazione, con tutte le immagini, nella Rubrica Comete di Rolando Ligustri presente a pagina 68 di Coelum n.180

Il Cielo sepolto – NGC 2997, un gioiello nella MACCHINA PNEUMATICA

0
Cielo sepolto cartina antlia

Cielo sepolto cartina antlia

Una di queste è l’Antlia, situata a sud della parte centrale dell’Idra, e della quale riteniamo opportuno dare qualche informazione sull’origine del nome. È correntemente tradotta “macchina pneumatica” o “pompa”, ma se andiamo a curiosare sull’etimologia della parola scopriamo che in greco (e nel corrispondente latino) antlìa – termine femminile – ha lo stesso significato del più antico antlìos (maschile) che indicava la stiva o la sentina della nave. Da qui segue anche il neutro antlìon che era la votazza per raccogliere l’acqua che poteva talvolta accumularsi in fondo alla sentina durante la navigazione. È quindi probabile che da quest’ultimo strumento sia derivata la pompa del Lacaille (e in neogreco antlìa significa effettivamente pompa). Forse si tratta di un altro riferimento alla mitica nave Argo, successivamente smembrata fra Puppis, Carina, Vela e Pyxis; ed è certamente triste pensare che quest’antica e gloriosa nave, dopo aver solcato per lunghi secoli i mari celesti, abbia fatto miseramente naufragio finendo in mille pezzi!

Leggi tutti i dettagli e i consigli per l’osservazione, nell’articolo tratto dalla Rubrica Il cielo sepolto di Piero Mazza presente a pagina 52 di Coelum n.180.

Pio & Bubble Boy – Coelum n.180 – 2014

0
Pio e Bubble Boy
Pio e Bubble Boy - Mario Frassati - Coelum 180
Pio e Bubble Boy
Pio e Bubble Boy - Mario Frassati - Coelum 180

Questa Vignetta è pubblicata su Coelum n.180 – 2014. Leggi il Sommario. Guarda le altre vignette di Pio&Bubble Boy

Associazione Ligure Astrofili Polaris

0

04.04: Osservazione della Luna da Corso Italia.

Gruppo Astrofili DEEP SPACE

0

04.04: “Pericoli in orbita, i detriti e l’immondizia spaziale” di Monica Valli.
Per info: 0341.367584 – www.deepspace.it

Corso di Astronomia

0

04.04: Geografia del cielo fra storia e mito.
Informazioni e iscrizioni:
Tel: 347 6301088 – email: info@astrofililariani.org
Facebook:
http://it-it.facebook.com/gal.gruppoastrofililariani
Twitter: @astrofilicomo

I Venerdì dell’Universo 2014

0

04.04: “La storia del Bosone di Higgs e le nuove frontiere della
Fisica” a cura di Fertnando Ferroni.
Diretta streaming video: http://web.unife.it/unifetv/universo.html
Per informazioni: Tel. 0532/97.42.11
E-mail: venerdiuniverso@fe.infn.it
www.unife.it/dipartimento/fisica – www.fe.infn.it
Organizzati da: Dip. di Fisica Università di Ferrara, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare,
Gruppo Astrofili Ferraresi “Columbia“ e Coop. Sociale Camelot

Unione Astrofili Bresciani Lumezzane (Brescia)

0

04.04: “Conversazione di approfondimento: il bosone di Higgs” di U. Donzelli.
Per info: osservatorio@serafinozani.it
www.astrofilibresciani.it

Circolo Astrofili Veronesi

0

04.04: “Evoluzione stellare: l’origine degli elementi”
di Alessandro Bressan.
Per informazioni: info@astrofiliveronesi.it
Cell: 334 7313710 (Antonio Cagnoli)
www.astrofiliveronesi.it

Gruppo Amici del Cielo di Barzago

0

04.04: ”Astrofoto” di Davide Trezzi e Rosario Magaldi.
Per info: didattica@amicidelcielo.it
www.amicidelcielo.it

×
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

There was an error while trying to send your request. Please try again.

Autorizzo Coelum Astronomia a contattarmi via e-mail utilizzando le informazioni che ho fornito in questo modulo sia per fini informativi (notizie e aggiornamenti) che per comunicarmi iniziative di marketing.