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Al Planetario di Ravenna

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13.05:“I viaggi interstellari” di Claudio Balella.
Per info: tel. 0544-62534 – info@arar.it
www.racine.ra.it/planet – www.arar.it

Associazione Cascinese Astrofili

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12.05: Corso base di Astrofotografia con Digitale Reflex e camera WEB, lezione pratica con gli strumenti sul campo. Presso “Parco Collodi” Via Porto Santa Lucia a San Benedetto (Cascina). Ingresso libero.
Per informazioni:
Domenico Antonacci Cell: 347-4131736
domenico.antonacci@astrofilicascinesi.it
Simone Pertici: Cell: 329-6116984
simone.pertici@domenicoantonacci.it
www.astrofilicascinesi.it

Congiunzione Venere Urano

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16_05_2014

16_05_2014Il 16 maggio, poco prima dell’alba, Venere avvicinerà Urano sull’orizzonte est, fino a una distanza angolare osservabile di 1,2°.

Verso quell’ora ci sarà forse modo di riuscire a osservare il remoto pianeta gassoso (anche con un binocolo) prima che il cielo si faccia troppo chiaro.

Tutto dipenderà dalla presenza o meno di foschia, dato che i due oggetti alle 5:00 saranno alti solo +11°.

Associazione Astrofili Centesi

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10.05: “Occhi su SATURNO”. Una sera in tutta Italia per scoprire Saturno.
Per info: 346.8699254, astrofilicentesi@gmail.com
www.astrofilicentesi.it

Al Planetario di Ravenna

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10.05:“Occhi su Saturno” …una serata dedicata a Saturno ed al grande astronomo G. D. Cassini (ingresso libero, attività adatta a bambini a partire da 6 anni).
Per info: tel. 0544-62534 – info@arar.it
www.racine.ra.it/planet – www.arar.it

Planetario e Osservatorio di Anzi (PT)

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10.05:ore 20:30: “Occhi su Saturno” con osservazione al telescopio di Saturno.
Per info e prenotazioni: Tel. 320 2236876
teerumvalgemonaesai@gmail.com
Pagina Facebook “Planetario Osservatorio Anzi”
http://teerumvalgemonaesai.blogspot.it/

Comete – La Pan-STARRS sotto la coda dell’Orsa

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comete

comete

EFFEMERIDI

Anche per questo mese l’unico oggetto che mi sento di raccomandare agli appassionati è la C/2012 K1 Pan-STARRS, la sola cometa in costante crescita di luminosità e con ottime prospettive future; ricordo infatti che il prossimo autunno potrebbe anche raggiungere l’osservabilità ad occhio nudo.

Si muoverà di moto indiretto dai Cani da Caccia all’Orsa Maggiore, con una magnitudine che migliorerà progressivamente passando dalla +8,7 alla +8,0. Molti gli incontri interessanti sul suo cammino, adatti alla ripresa fotografica e alla reperibilità della cometa.

Leggi tutti i dettagli e i consigli per l’osservazione, con tutte le immagini, nella Rubrica Comete di Rolando Ligustri presente a pagina 70 di Coelum n.181

Asteroidi – Cerere e Vesta insieme verso la super congiunzione di luglio – 3

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Asteroidi Maggio

Asteroidi


Asteroidi MaggioIl percorso di Cerere e Vesta nel mese di maggio: i due oggetti si manterranno distanziati da circa 2,3 gradi e si muoveranno in senso retrogrado, compiendo durante l’intero periodo un tratto di circa 4,3 gradi nella Vergine, nei pressi della stella omicron Virginis.

EFFEMERIDI

Da segnalare che la sera del 7 maggio Cerere si porterà 5 primi a nord della stella omicron Virginis (mag. +4,9).

Leggi tutti i dettagli e i consigli per l’osservazione, nell’articolo tratto dalla Rubrica Asteroidi di Talib Kadori presente a pagina 66 di Coelum n.181

Pio & Bubble Boy – Coelum n.181 – 2014

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Pio e Bubble Boy - Mario Frassati - Coelum 180
Pio e Bubble Boy - Mario Frassati - Coelum 180
Pio e Bubble Boy - Mario Frassati - Coelum 180
Pio e Bubble Boy - Mario Frassati - Coelum 181

Questa Vignetta è pubblicata su Coelum n.181 – 2014. Leggi il Sommario. Guarda le altre vignette di Pio&Bubble Boy

Circolo Astrofili Veronesi

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09.05:“L’armonia dell’Universo” di Guido Rocca.
Per informazioni: info@astrofiliveronesi.it
Cell: 334 7313710 (Antonio Cagnoli)
www.astrofiliveronesi.it

Gruppo Amici del Cielo di Barzago

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07.05:”I segreti del nucleo atomico e l’energia delle stelle” 2° parte di Dino Pezzella. Presso punto expo, Via Veneto 30 Trezzano s/n (Milano)
Per info: didattica@amicidelcielo.it
www.amicidelcielo.it

ASTROINIZIATIVE UAI

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In diretta web con il Telescopio Remoto UAI Skylive dalle ore 21:30 alle 23:00, con la nuova Skylive Web-TV all’indirizzo: http://www.skylive.it/WebTV.aspx o collegandoti al Client Web: http://app.skylive.name/Client/ IMPORTANTE: La tua iscrizione al canale Youtube è molto preziosa per noi al fine di migliorare la qualità della trasmissione. Basta cliccare sul pulsante sotto il video “iscriviti”, oppure andare al link diretto al nostro canale Youtube: www.youtube.com/subscription_center?add_user= skylivechannel Ovviamente tutto completamente gratuito. Questi gli appuntamenti mensili. UAI con SKYLIVE Una Costellazione sopra di Noi – Il primo venerdì di ogni mese, a cura di Giorgio Bianciardi (vicepresidente UAI). SKYLIVE con UAI Rassegnastampa e cielo del mese – Quarto giovedì del mese a cura di Stefano Capretti. www.skylive.it
09.05/11.05:
XLVII Congresso dell’Unione Astrofili Italiani
Ormai da quasi 50 anni il più atteso momento di incontro, approfondimento e socializzazione degli appassionati di astronomia e di scienza in Italia. Si svolgerà presso la Città di Castiglione dei Pepoli (BO) sotto le cure del Gruppo M1 Astrofili Castiglionesi. Anche quest’anno il Congresso sarà particolarmente ricco di iniziative e appuntamenti per scoprire, ri-scoprire o approfondire la passione per l’osservazione del cielo e per la scienza.
info@gruppom1.it – www.gruppom1.it
http://congresso.uai.it

Corso di Astronomia

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09.05: Nebulose, galassie & co.
Informazioni e iscrizioni:
Tel: 347 6301088 – email: info@astrofililariani.org
Facebook:
http://it-it.facebook.com/gal.gruppoastrofililariani
Twitter: @astrofilicomo

Gruppo Amici del Cielo di Barzago

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09.05: 4° lezione: “Il Sole e le Stelle”.
Per info: didattica@amicidelcielo.it
www.amicidelcielo.it

Associazione Ligure Astrofili Polaris

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09.05: Osservazione della Luna da Corso Italia.
Per info: cell. 346.2402066 – info@astropolaris.it
www.astropolaris.it

ASTROINIZIATIVE UAI

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In diretta web con il Telescopio Remoto UAI Skylive dalle
ore 21:30 alle 23:00, con la nuova Skylive Web-TV all’indirizzo:
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Ovviamente tutto completamente gratuito.
Questi gli appuntamenti mensili.
UAI con SKYLIVE Una Costellazione sopra di Noi – Il
primo venerdì di ogni mese, a cura di Giorgio Bianciardi
(vicepresidente UAI).
SKYLIVE con UAI Rassegnastampa e cielo del mese
– Quarto giovedì del mese a cura di Stefano Capretti.
www.skylive.it

09-11/05: XLVII Congresso dell’Unione Astrofili Italiani
Ormai da quasi 50 anni il più atteso momento di incontro, approfondimento e socializzazione degli appassionati di astronomia e di scienza in Italia. Si svolgerà presso la Città di Castiglione dei Pepoli (BO) sotto le cure del Gruppo M1 Astrofili Castiglionesi. Anche quest’anno il Congresso sarà particolarmente ricco di iniziative e appuntamenti per scoprire, ri-scoprire o approfondire la passione per l’osservazione del cielo e per la scienza.
info@gruppom1.it – www.gruppom1.it
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Gruppo Astrofili DEEP SPACE

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09.05:
“Il mistero della massa mancante: materia oscura o una nuova legge della gravità?” di Stefano Covino.
Per info: 0341.367584 – www.deepspace.it

Urano visto da Cassini

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Lo sguardo rivolto ad Urano della sonda Cassini. E’ la prima volta che la sonda, frutto di un accordo di collaborazione tra la NASA, L’ESA e l’Agenzia Spaziale Italiana, “immortala” il gigante di ghiaccio blu. Scattata l’11 aprile la foto mostra il pianeta come un pallido punto blu nella parte superiore sinistra dell’immagine, splendente al di là degli anelli di Saturno, in primo piano nella fotografia.

Al momento dello scatto Urano si trovava a circa 28,6 unità astronomiche (UA) da Saturno – 1 UA è la distanza dalla Terra al Sole, circa 150 milioni km. Al loro massimo avvicinamento, Urano e Saturno, si ritrovano ad “appena” 10 unità astronomiche e questo accade una volta ogni 30 anni. Saturno, infatti, impiega quasi 30 anni terrestri per fare un’orbita completa del sole.

Sebbene sia Saturno che Urano siano pianeti grandi e gassosi, gli scienziati non necessariamente li classificano nella stessa categoria. Urano e Nettuno sono indicati come giganti di ghiaccio, specificano alla NASA, distinguendoli dai loro fratelli più grandi, Giove e Saturno, i classici  giganti gassosi. Ma mentre i primi due sono in gran parte costituiti da acqua, ammoniaca e metano, Giove e Saturno sono quasi interamente composti da idrogeno ed elio.

Questa non è la prima volta che Cassini ha fatto una foto di un altro pianeta del sistema solare da Saturno. La sonda internazionale aveva già rivolto il suo sguardo sulla Terra nel 2013 , producendo una foto incredibile che mostrava il nostro pianeta, Mercurio e Venere, splendenti come puntini di luce dietro Saturno.

Una caratteristica strana di Urano – settimo pianeta del sistema solare – è che è inclinato su un fianco. Si ritiene che sia il frutto di una collisione all’inizio della sua formazione che lo “ha fatto porre su un fianco”, con l’asse del pianeta rivolto verso il sole.

Questa strana inclinazione è responsabile delle stagioni estreme che lo caratterizzano. Per circa un quarto dell’anno di Urano – pari a circa 84 anni terrestri – il Sole splende direttamente su un solo polo, gettando l’altra metà del pianeta in un lungo e buio inverno.

Il Cielo di Maggio

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Il cielo di maggio per una località posta a Lat. 42°N - Long. 12°E. La cartina mostra l’aspetto del cielo alle ore (TMEC) per il 01 maggio alle 23:00, 15 maggio alle 22:00 e per il 30 maggio alle 21:00

EFFEMERIDI

A metà maggio, il cielo ci mostrerà il tramonto delle ultime costellazioni invernali (Gemelli e Cane Minore). La scena, verso sud, sarà invece dominata dalle costellazioni primaverili come il Leone e la Vergine (che trascina con sé un Marte ancora molto luminoso), quasi prive di oggetti nebulari ma stracolme di galassie di ogni sorta. Un’ora dopo il tramonto, potremo ammirare ancora il grandissimo arco che comincia con Procione, nel Cane Minore, fino alla luminosa Capella, passando per le due gemme dei Gemelli, Castore e Polluce: anche Giove, molto basso, meriterà un minimo di considerazione, visto che si sta avviando verso la congiunzione eliaca e poi per mesi non lo vedremo più a orari così comodi.
A sudest, nei pressi dell’orizzonte, si affaccerà la testa dello Scorpione, preceduta dalla Bilancia che ospita Saturno in opposizione. Più a est cominceranno a farsi vedere le grandi costellazioni estive come il Cigno, la Lira e L’Ercole.

Occhi su Saturno nelle Murge

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La neo costituta Società Astronomica Pugliese in collaborazione con The Lunar Society Italia e Cea Solinio Cassano Murge partecipa all’evento nazionale dedicato al pianeta Saturno e a Giandomenico Cassini, illustre astronomo italiano nato a Perinaldo in Liguria e vissuto a cavallo tra il ‘600 e il ‘700.
Presso il Cea S…olinio village – Alimentazione Ecologica e Turismo Sostenibile, ove sta nascendo il Parco e Osservatorio Astronomico della Murgia-Solinio, sarà allestito un osservatorio astronomico dotato di telescopi per l’osservazione del pianeta con gli anelli ma anche di Giove e Marte e di altri oggetti celesti.
A partire dalle ore 21,00 una conferenza divulgativa e video filmati astronomici completeranno la serata osservativa.
Presso il Cea Solinio sarà possibile cenare previa prenotazione al 333-9580990 (costo della cena euro 20,00 a persona).
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I divulgatori e gli astrofili che lo desiderano possono portare i propri strumenti astronomici per condividere tutti insieme l’evento astronomico (e saranno ammessi gratuitamente alla cena).

Nel Cielo – Tre pesci piccoli NEL SESTANTE

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Nel Cielo
Nel Cielo
La cartina del mese è centrata sulla costellazione del Sestante, situata sotto il Leone e alla sinistra dell'Hydra. Tra le tante piccole galassie nascoste nelle sue plaghe abbiamo scelto la controversa ellittica NGC 2974, la spirale edgeon NGC 3044 e la spirale face-on NGC 3423. I rettangoli più chiari che ne segnano la posizione delimitano le zone poi riprese ingrandite nelle mappe che accompagnano le fotografie.

Fortemente voluta da Hevelius per eternare in cielo lo strumento andato perduto nell’incendio doloso del suo Osservatorio, il Sestante è probabilmente la più oscura delle costellazioni: una laguna nera di forma quadrata dove galleggiano al più tre o quattro stelle di quinta magnitudine.
Siamo infatti lontani dal piano galattico, e nemmeno troppo vicini ai superammassi di galassie della Vergine, così che all’osservatore deep-sky non resterà che addentrarsi in quelle acque con lo spirito di chi sa che lì dentro troverà solo pesci piccoli o molto piccoli…
Pesci che lo stesso Herschel, del resto, non si vergognò certo di cercare e di catalogare con cura.

NGC 2974 – Per localizzare il primo oggetto dovremo cercarlo lungo il bordo occidentale della costellazione, proprio sul confine con l’Hydra, 2,6° a sud-sudest di iota Hydrae (mag. +3,9).
L’impresa non sarà facilissima, ma dopo un po’ di giri dovrebbe entrare nel campo del telescopio NGC 2974, una piccola galassia fusiforme di mag. +11 individuata per la prima volta da W. Herschel il 6 gennaio 1785…

Per approfondire leggi tutti i dettagli e i consigli per l’osservazione, i cenni storici, le immagini e le mappe dettagliate, nell’articolo tratto dalla Rubrica Nel Cielo di Salvatore Albano presente a pagina 52 di Coelum n. 181

Il Cielo Sepolto – OMEGA CENTAURI, LO SAPEVATE? E’ VISIBILE DALLA SICILIA

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cielo sepolto
Da Palermo il re degli ammassi globulari, e cioè il mitico Omega Centauri, si potrebbe in teoria osservare a un’altezza di circa +4,5°, il posto migliore della Sicilia per tentare l’impresa è tuttavia la costa meridionale, dove l’ammasso (indicato dal quadrato giallo) si alza fino ai +5,5° ed è osservabile sopra lo sgombro orizzonte marino.

Leggi tutti i dettagli e i consigli per l’osservazione, nell’articolo tratto dalla Rubrica Il cielo sepolto di Piero Mazza presente a pagina 56 di Coelum n.181

Luna in congiunzione larga con Giove

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La sera del 3 maggio, verso le 23:00, uno spicchio di Luna crescente sarà nei Gemelli, in congiunzione molto larga con Giove. La Luna sarà alta circa +10° sull’orizzonte ovest, mentre Giove sarà nei pressi della stella zeta Geminorum, una decina di gradi più a nord.

Una configurazione che si ripeterà quasi identica ad un mese lunare di distanza.

N.B. la dimensione apparente della Luna, in questa come in altre illustrazioni, è stata aumentata per esigenze di visualizzazione grafica.

Aspettiamo come sempre le vostre immagini migliori su Photocoelum e su gallery@coelum.com!

La buona annata degli spinoff spaziali

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NASA Spinoff 2013. Quanto Spazio cè nella nostra vita di tutti i giorni? Il catalogo NASA Spinoff 2013 riporta tutti i brevetti e le ricadute tecnologiche dovute alla ricerca spaziale NASA dello scorso anno. Credit: NASA
Quanto Spazio c'è nella nostra vita di tutti i giorni? Il catalogo NASA Spinoff 2013 riporta tutti i brevetti e le ricadute tecnologiche dovute alla ricerca dell'agenzia spaziale americana dello scorso anno. Credit: NASA

Bottiglie che filtrano l’acqua, comodi sedili anatomici per automobilisti, dispositivi per la telemedicina, tessuti che aiutano a mantenere una temperatura confortevole: sono una parte delle centinaia di prodotti nati da tecnologie progettate per lo spazio e che possono aiutarci a vivere meglio. Sono descritti nel catalogo Nasa Spinoff 2013, dedicato ai brevetti che l’agenzia spaziale americana ha prodotto lo scorso anno.

Nelle 202 pagine dell’ultima edizione, la prima risale al 1976, si trovano anche un sistema di purificazione dell’aria che può aiutare i minatori in caso di crolli, un frigorifero ad energia solare che portato nel deserto può contenere vaccini che salvano vite umane, uno scudo termico, ossia una protezione per le alte temperature, usato dalle navette per uscire e rientrare dall’atmosfera terrestre e un software che, attraverso il controllo delle onde cerebrali, rileva l’arrivo della sonnolenza mettendo in guardia il pilota o il guidatore.

“La Nasa sviluppa tecnologie che servono a spingerci oltre i confini dello spazio – ha detto Daniel Lockney responsabile del trasferimento tecnologico della Nasa – e lo Spinoff 2013 è pieno di esempi di come la ricerca della Nasa avvantaggia la nostra vita di tutti i giorni”.

Al catalogo ha collaborato in particolare il Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa, che ha realizzato brevetti che vanno dai trasporti alla sicurezza pubblica, dalla salute e medicina all’energia e ambiente. Molti di queste tecnologie sono già state trasformate in prodotti che si possono trovare in commercio.

Il programma di trasferimento tecnologico della Nasa ha il compito di convertire il più possibile le innovazioni che l’ente spaziale ricerca e utilizza per la conquista dello spazio. Attraverso poi collaborazioni e accordi con l’industria, il programma assicura alla Nasa nuovi fondi da investire nuovamente nella ricerca spaziale che a sua volta ha nuove ricadute applicabili alla società.

I prodotti non sono gli unici risultati del programma: ci sono anche ricadute positive in termini di posti di lavoro e di nuove risorse finanziare per l’ente spaziale americano. Novità di quest’anno nella pubblicazione della Nasa è una sezione chiamata Spinoffs di domani, che mette in mostra 18 nuove tecnologie attualmente disponibili per licenze e opportunità di collaborazione.

Vai al catalogo

ASTROINIZIATIVE UAI

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In diretta web con il Telescopio Remoto UAI Skylive dalle
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SKYLIVE con UAI Rassegnastampa e cielo del mese
– Quarto giovedì del mese a cura di Stefano Capretti.
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02/05/2014 La Notte dei Pianeti Dal tramonto a notte fonda, un “Planet Party” nazionale, approfittando della visibilità della prima falce di Luna al tramonto e quindi, via via nella Notte, dei Pianeti Giove, Marte e Saturno: un eccezionale terzetto che impreziosisce le notti stellati di primavera!
http://divulgazione.uai.it

LO STARPARTY DELL’ALTA RISOLUZIONE – 2- 4 maggio Valli di Ostellato (FE)

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cielOstellatoDedicato a fotografie di viaggio con elementi del paesaggio associati a soggetti astronomici.

CielOstellato, organizzato dal Gruppo astrofili Columbia, la Coop. Camelot, la rivista Coelum, in collaborazione con la Coop. Atlantide, Robintur e il patrocinio del Comune di Ostellato, giunge alla sua diciottesima edizione e si conferma lo Star-Party nazionale dedicato all’alta risoluzione e all’osservazione di Luna, Pianeti, Sole e Stelle doppie, grazie soprattutto, alle favorevoli condizioni climatiche (buon seeing) e topografiche del luogo.

•   StarParty: Area dedicata alle osservazioni  con telescopi propri e prove strumentali. Osservatorio astronomico del Gruppo Astrofili Columbia, aperto gratuitamente, dotato di: newtoniano (D=450mm F. 2000mm f:4.5); rifrattore (D=150mm F.2400mm f:16).

•    Conferenze e approfondimenti: i consueti approfondimenti pratici e teorici legati all’osservazione del cielo si terranno nella giornata di sabato 3 maggio.

•   Concorso fotografico “l’Astro Viaggiatore”, il Sistema Solare:  iscrizioni aperte dal 15 marzo al 1 maggio e premiazione il 4 maggio alle 11:00 durante Cielostellato a chiusura della manifestazione. La partecipazione al concorso è gratuita e aperta a tutti i “fan” della pagina: Esploriamo L’Universo-Viaggi Scientifici su Facebook e verranno votate dagli utenti della pagina stessa.

  • 1°premio – cofanetto regalo “3 giorni perfetti” per due persone in strutture di prima qualità. Offerto da: Robintur.
    Abbonamento annuale alla rivista Coelum Astronomia
  • 2°premio – Buono acquisto di 100,00 euro in materiale astronomico. Offerto da: Astrottica.it
  • 3°premio – Cercatore a proiezione con obbiettivo a corto fuoco. Offerto da COMA-Adriano Lolli Costruzioni Ottiche Meccaniche.

Per il programma completo e informazioni sulla disponibilità alberghiera:
Ferruccio Zanotti 338 4772550
Massimiliano Di Giuseppe 338 5264372
e-mail: esploriamoluniverso@gmail.com

Per informazioni:
Coop. Camelot
M. Di Giuseppe Tel. 338/5264372
F. Zanotti Tel. 338/4772550
esploriamoluniverso@gmail.com

GRUPPO ASTROFILI COLUMBIA:
A. Farinelli Tel. 340/2834050
D. Andreani Tel. 338/7594852
M. Negri Tel. 328/1547402
M. Artioli Tel. 335/5962215
info@astrofilicolumbia.it

http://esploriamoluniverso.com
w w w. a s t r o f i l i c o l u m b i a . i t

Una nuova fredda vicina per il nostro Sole, scoperta grazie a WISE

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Rappresentazione artistica della nana bruna WISE J085510.83-071442.5. Crediti: Robert Hurt/JPL, Janella Williams/Penn State University

Brrrr, una nana bruna da brividi

Rappresentazione artistica della nana bruna WISE J085510.83-071442.5. Crediti: Robert Hurt/JPL, Janella Williams/Penn State University

Usando il Wide-field Infrared Survey Explorer (WISE) e lo Spitzer space telescope della NASA, un astronomo della Pennsylvania State University ha scoperto quella che sembra essere la nana bruna più fredda mai osservata prima. La stella, ghiacciata quasi come il nostro Polo nord, si trova a 7,2 anni luce da noi ed è la quarta stella più vicina al Sole. Il sistema più vicino alla nostra stella è Alpha Centauri, un terzetto di stelle a circa 4 anni luce di distanza.

Cosa sono le nane brune? Si tratta di stelle troppo piccole per riuscire a innescare la fusione dell’idrogeno, che le farebbe essere delle vere e proprie stelle, ma troppo grandi per potersi considerare a pieno diritto pianeti. Per questo in molti adottano il termine “stelle mancate” riferendosi ad esse. La stella si chiama WISE J085510.83-071442.5 e la sua temperatura si aggirerebbe tra i -48 e i -13 gradi centigradi. Precedentemente erano state trovate altre nane brune fredde, ma sempre a “temperatura ambiente” (che di solito non supera i 20 gradi). La sua massa è stata stimata da 3 a 10 volte quella di Giove, per questo gli esperti hanno anche ipotizzato che possa trattarsi di un gigante gassoso espulso dal nostro Sistema Solare. Se, invece, fosse davvero una stella si tratterebbe di una delle nane brune con la massa più bassa mai scoperta.

I sistemi stellari più vicini al Sole – Crediti: Penn State University

“È molto eccitante scoprire un vicino così prossimo al nostro Sistema Solare”, ha detto Kevin Luhman, astronomo del Center for Exoplanets and Habitable Worlds. “E considerando la sua temperatura estrema, potrebbe dirci molto riguardo le atmosfere dei pianeti, che solitamente hanno temperature altrettanto fredde”, ha sottolineato. Luhman ha però specificato che, nonostante si trovi davvero vicino al Sole, la nana bruna non è un obiettivo appetibile per prossime future esplorazioni e missioni con equipaggio umano proprio a causa delle temperature troppo fredde. “Questo oggetto è apparso muoversi molto velocemente nei dati WISE – ha aggiunto l’astronomo – il che ci ha suggerito che si trattava di qualcosa di speciale”. La spiegazione è semplice: più il corpo da osservare è prossimo alla Terra – o, in questo caso, ai telescopi – e più sembra muoversi velocemente. Per scovare questa ghiacciata nana bruna WISE ha dovuto scandagliare il cielo ben due volte all’infrarosso, soffermandosi su alcune regioni anche tre volte. In luce visibile avrebbe potuto risultare invisibile, e pur essendo molto fredda il bagliore termico della stella è stato catturato da WISE.

WISE J085510.83-071442.5 è stata osservata per la prima volta nel marzo del 2013, tra alcuni scatti di maggio 2010 e novembre 2010, e subito è stato rilevato il suo muoversi velocemente. Luhman ha poi analizzato ulteriori immagini scattate con Spitzer e il Telescopio Gemini Nord (Cerro Pachon in Cile) trovando di nuovo la nana bruna in movimento a giugno 2013 e gennaio 2014. Le osservazioni con Spitzer sono state utili per determinarne la temperatura, mentre i dati combinati di Spitzer e WISE hanno contribuito a rilevare la distanza attraverso l’effetto di parallasse, cioè lo stesso principio che spiega perché un dito della nostra mano sembra spostarsi da un lato all’altro a seconda se lo guardiamo solo con l’occhio sinistro o il destro.

Sempre durante le ricerche del 2013 Luhman, attraverso le immagini di WISE, aveva già scoperto una coppia di nane brune molto calde a una distanza di 6,5 anni luce da noi (il terzo sistema più vicino al Sole). Sempre dalla sua ricerca di corpi rapidi in  movimento, trova origine la conferma del fatto che, probabilmente, il Sistema Solare esterno non possiede un grande pianeta sconosciuto, chiamato da alcuni “Pianeta X” o “Nemesis”, o dovremmo, a questo punto, averlo già trovato…

Al Planetario di Ravenna

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29.04: “Nubi molecolari e Protostelle: i bozzoli della vita” di Daria Dall’Olio.
Per info: tel. 0544-62534 – info@arar.it
www.racine.ra.it/planet – www.arar.it

Il mistero delle lune di Venere

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Un’immagine radar di Venere ripresa dalla sonda Magellano. Le sottili lacune nella scansione del secondo pianeta del Sistema solare in ordine di distanza dal Sole, e con un’orbita della durata di 224,7 giorni terrestri, sono state compilate con le storiche immagini della sonda Pioneer. Crediti: NASA / JPL.

Un’immagine radar di Venere ripresa dalla sonda Magellano. Le sottili lacune nella scansione del secondo pianeta del Sistema solare in ordine di distanza dal Sole, e con un’orbita della durata di 224,7 giorni terrestri, sono state compilate con le storiche immagini della sonda Pioneer. Crediti: NASA / JPL.

Ci sono decine e decine di satelliti naturali all’interno del Sistema Solare, piccoli mondi senz’aria come nostra Luna o con atmosfere importanti come la sonda Cassini ha scoperto sulla luna di Saturno, Titano. Il gigante Giove può vantare molte lune e tiene testa al pianeta degli anelli. Marte ha un paio di piccoli satelliti simili ad asteroidi. Ma Venere? Il pianeta che per un periodo gli astronomi hanno guardato come a un gemello della Terra quante lune ha?

“La risposta è ancora la stessa, nessuna”. A fare il punto della situazione è Elizabeth Howell del NASA Lunar Science Institute. “Venere e Mercurio sono gli unici due pianeti a non avere una sola luna che gli ronzi intorno. Ciononostante la questione degli introvabili satelliti venusiani continua a stuzzicare i pensieri degli astronomi nello studio del Sistema Solare”.

A oggi la scienza ci fornisce tre spiegazioni su come un pianeta possa ritrovarsi una o più lune. Una luna può, per esempio, venire catturata durante il suo transito vicino al pianeta – è quanto pensiamo possa essere successo con Phobos e Deimos, i satelliti marziani. Una seconda spiegazione è quella che mette all’origine un impatto violento di un corpo esterno sulla superficie del pianeta e la successiva fusione dei frammenti estrusi in un satellite – è la teoria maggiormente accreditata per spiegare la formazione della nostra Luna. Una terza via è quella che immagina le lune come prodotto dell’accrescimento della materia all’origine del nostro sistema planetario, un po’ come è successo per i pianeti. Una quarta è l’aggregazione delle polveri che compongono gli anelli di alcuni pianeti, come recentemente ha mostrato Saturno.

1978. Venere nell’obiettivo della sonda Pioneer. Alcuni pianeti extrasolari potrebbero subire la stessa sorte di questo mondo bruciacchiato. Crediti: NASA / JPL / Caltech.

Considerando la quantità di oggetti che percorrevano tutto il Sistema Solare all’inizio della sua storia, è alquanto sorprendente per gli astronomi verificare come Venere non abbia una sua luna, sebbene l’asteroide 2002 VE68 attualmente mantenga una relazione quasi orbitale col pianeta (gira attorno a Venere da almeno 7.000 anni ma è destinato a essere espulso da questa configurazione orbitale tra appena 500 anni). Potrebbe però averne avute in un lontano passato?

Una ricerca del 2006 di Alex Alemi e David Stevenson del California Institute of Technology sui modelli del Sistema Solare primordiale ha ipotizzato che Venere avesse inizialmente almeno una luna creata da un gigantesco evento da impatto (potete leggere il paper qui). Il satellite così originato si sarebbe inizialmente allontanato per via delle interazioni mareali. Un secondo gigantesco impatto su Venere, avventuo 10 milioni di anni più tardi secondo i modelli di riferimento, avrebbe però rallentato se non invertito la rotazione del pianeta portando la luna venusiana a riavvicinarsi e infine a schiantarsi sulla sua superficie.

Una spiegazione alternativa alla mancanza di satelliti è certo costituita dai forti effetti mareali del vicino Sole, che potrebbero destabilizzare anche grossi satelliti in orbita attorno al pianeta. “Certo è”, afferma Howell, “che capire a fondo il mistero delle lune mancanti di Venere potrebbe insegnarci molto anche sulla formazione del Sistema Solare. La questione resta aperta”.

La C/2014 E2 Jacques – un aggiornamento alle “comete di aprile”

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La cometa C/2014 E2 Jacques ripresa il 1° aprile 2014. Credit and copyright: Damian Peach.

Oltre alla C/2012 K1 PanSTARRS e alla C/2012 X1 Linear, segnalate su Coelum di aprile, c’è un’altra cometa da tenere d’occhio in questo periodo, vale a dire la C/2014 E2 Jacques, scoperta dal Brasile a metà marzo da Cristovao Jacques grazie agli strumenti del team SONEAR (Southern Observatory for Near Earth Asteroids Research).

L’“astro chiomato” si mostra attualmente più luminoso del previsto (è segnalato sotto la decima magnitudine) ed è alla portata di una strumentazione modesta. E’ penalizzato però dalla scarsa altezza in cielo e dal suo aspetto non particolarmente compatto, particolari che lo rendono piuttosto sfuggente e che obbligano ad operare sotto cieli  bui.

La nuova cometa è osservabile non appena le luci del tramonto si smorzano. Si trova attualmente nella Poppa ed è in procinto di trasferirsi nell’Unicorno impegnata in una corsa nel cielo invernale ormai declinante.

La Jacques si sta avviando al perielio, previsto il 2 luglio, e presto scomparirà dalla nostra vista. Sarà infatti osservabile, pur in condizioni man mano sempre più difficili, solo fino ai primi giorni di maggio. La perderemo poi per un paio di mesi abbondanti per ritrovarla a metà luglio nei cieli che precedono l’alba, quando potrebbe mostrarsi di settima magnitudine e quindi alla portata di un piccolo binocolo.

In quel periodo passerà a soli 13 milioni di chilometri da Venere, una distanza che da Terra si tradurrà in circa tre gradi di separazione tra pianeta e cometa. Uno spettacolino niente male.

Report osservativo del 17/4

C/2014 E2 Jacques
“Al binocolo 20×90 l’ ho scorta piuttosto facilmente, pur se piuttosto bassa sull’orizzonte. Si è mostrata come una chiazza piuttosto uniforme del diametro di 6/7’, non eccessivamente condensata (D.C.=3). Pur senza aver eseguito una stima accurata ritengo che la sua magnitudine sia scesa sotto la decima grandezza. Cometa che non spicca e piuttosto stemprata sul fondo cielo, da osservare sotto cieli bui”.

Claudio Pra

Mercurio, mai così vicini

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Crediti: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Carnegie Institution of Washington

Tremila orbite per il Messenger

Crediti: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Carnegie Institution of Washington

Vuoi per il caldo insopportabile vuoi perché, trovandosi così vicino al Sole, è talmente illuminato da illuderci di aver ben poco da nascondere, fatto sta che Mercurio è una fra le destinazioni più snobbate dell’intero Sistema solare. Dagli albori dell’esplorazione spaziale a oggi, due missioni soltanto lo hanno eletto a loro obiettivo principale: quella del Mariner 10 della NASA, negli anni Settanta, e l’ancora operativa Messenger, anch’essa della NASA. Lanciata nell’agosto del 2004, la sonda Messenger (MErcury Surface, Space ENvironment, GEochemistry, and Ranging) ha compiuto proprio in questi giorni – domenica scorsa, il 20 aprile – la sua orbita numero 3000.

Dal 17 marzo del 2011, giorno in cui Messenger ha iniziato a orbitare attorno a Mercurio, la distanza fra sonda e pianeta è andata via via diminuendo. Con grande cautela, vista l’alta superficie del pianeta, e con alti e bassi considerevoli: essendo un’orbita molto ellittica, la distanza dalla superficie ha oscillato fra i 200 km e i 15mila km. Con un periodo di rivoluzione inizialmente di 12 ore, poi sceso a 8 ore nell’aprile del 2012. Da oggi il gioco si fa ancora più interessante. E ancora più ardito. Mentre il contaorbite segnava il numero 3000, infatti, anche l’altimetro stabiliva un nuovo record: 199 km dal suolo di Mercurio. Interessante soprattutto dal punto di vista scientifico: più cala la distanza, più aumenta la risoluzione. Non solo: aumenta anche il numero di orbite quotidiane, e con esso la quantità di rilevazioni topografiche utili.

«La copertura osservativa tramite lo MLA richiede tempi molto lunghi», spiega Carolyn Ernst, responsabile di uno degli strumenti a bordo del Messenger, il Mercury Laser Altimeter (MLA), «e  poiché il fascio del laser è molto stretto, sono necessari moltissimi passaggi per ottenere una buona risoluzione spaziale. Più dati riusciamo ad acquisire, meglio siamo in grado di ricostruire la topografia del pianeta. Il passaggio a un’orbita di 8 ore ci ha anche permesso di ottenere più misure di riflettività, grazie alle quali siamo riusciti ad avere indizi fondamentali per caratterizzare le regioni brillanti osservate alle alte latitudini settentrionali».

Risoluzione e quantità di dati destinate, nei prossimi mesi, a migliorare ancora, visto che la distanza minima è destinata a scendere ulteriormente. «A oggi, le nostre misure con neutroni, raggi X e raggi gamma ci hanno permesso di risolvere solo regioni molto grandi del suolo di Mercurio. Scendere ad altitudini inferiori ai 100 km», dice David Lawrence, della Johns Hopkins University,  «ci permetterà d’individuare le firme di caratteristiche geologiche particolari, informazione che a sua volta ci aiuterà a comprendere l’origine e la storia della superficie del pianeta».

«L’ultimo anno d’operazioni orbitali di Messenger costituirà in pratica una nuova missione », conclude il principal investigator della sonda, Sean Solomon, della Columbia University. «A ogni nuova orbita, le immagini, le misure relative alla composizione del suolo e le rilevazioni dei campi magnetici e gravitazionali del pianeta che otterremo avranno risoluzione maggiore rispetto a quelle già in nostro possesso. Saremo in grado, per la prima volta, di caratterizzare le particelle presenti nell’ambiente vicino alla superficie. Fino a oggi Mercurio è riuscito a custodire gelosamente i suoi segreti, ma ora per molti di questi è giunto il momento d’essere svelati».

Gruppo Astrofili DEEP SPACE

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25.04: Osservazione con i telescopi del gruppo all’agriturismo
Oasi della Grigna (Piani Resinelli).
ASTRONAUTICON inizio ore 21:00.
Per info: 0341.367584 – www.deepspace.it

Associazione Astrofili Centesi

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25.04: “Il telescopio Hubble: Immagini dallo spazio”.
Al telescopio: Giove e Marte.
Per info: 346.8699254, astrofilicentesi@gmail.com
www.astrofilicentesi.it

Associazione Astrofili Centesi

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25.04, ore 15:30: “Spazio” ai bambini! Proiezione di cartoni animati inerenti l’astronomia e realizzazione di un razzo spaziale con materiali di riciclo.
Per info: 346.8699254, astrofilicentesi@gmail.com
www.astrofilicentesi.it

Al Planetario di Ravenna

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22.04: “Guido e le stelle del deserto” di Oriano Spazzoli.
Per info: tel. 0544-62534 – info@arar.it
www.racine.ra.it/planet – www.arar.it

Scoperto il primo pianeta roccioso simile alla Terra e in fascia abitabile

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Illustrazione artistica del pianeta Kepler-186f. Credit: NASA/JPL

Kepler trova un ‘cugino’ della Terra

Roccioso e poco più grande del nostro pianeta

Scoperto il primo pianeta roccioso di dimensioni del tutto simili a quelle della Terra sul quale potrebbe scorrere acqua allo stato liquido: una condizione fondamentale, questa, per poter ospitare forme di vita. Si trova nel nostro stesso angolo della Via Lattea ed è stato identificato dall’occhio del più celebre “cacciatore di pianeti” della NASA, il telescopio spaziale Kepler.

Le sue caratteristiche sono riassunte in una dettagliata carta d’identità pubblicata sulla rivista Science.

Chiamato Kepler-186f, il nuovo pianeta è più grande del 10% rispetto alla Terra ed è il più esterno di cinque pianeti che ruotano intorno ad una nana rossa (una stella più piccola e fredda del nostro Sole) distante 500 anni luce. Secondo i calcoli della Nasa, Kepler-186f completa la sua orbita in 130 giorni, e la distanza che lo separa dalla sua stella è pari a quella che c’è tra il Sole e Mercurio: si trova dunque nella cosiddetta fascia abitabile, ossia nella regione in cui riceve luce e calore tali da poter mantenere acqua liquida sulla sua superficie.

Le orbite dei pianeti interni del Sistema solare e quelle del Sistema Kepler-168 messe a confronto. La zona verde chiaro, entro la quale sta l'orbita di Kepler-168f, indica la fascia abitale, ovvero dove le condizioni potrebbero permettere la presenza di acqua in forma liquida. L'immagine del nuovo pianeta è, per il momento, solo una proiezione artistica di come potrebbe apparire, ma il suo periodo orbitale di appena 130 giorni permetterà agli astronomi di avere più occasioni per studiarne a fondo la composizione. Credit: NASA/JPL/Kepler

Per la coordinatrice della ricerca, Elisa Quintana, dell’istituto Seti e del Centro di ricerche Ames della NASA, il pianeta potrebbe ricevere dalla sua stella la “giusta” dose di luce e calore, “non troppo né troppo poco”, perché l’acqua possa esistere allo stato liquido. Per questo motivo Kepler-186f è molto diverso dagli altri pianeti simili alla Terra finora scoperti. Questi ultimi sono infatti troppo vicini alla loro stella per poter avere acqua liquida. Kepler-186f è il primo pianeta roccioso identificato nella zona abitabile ad avere dimensioni del tutto simili a quelle della Terra.

In ogni caso, poiché il pianeta ruota intorno ad una stella piccola e piuttosto fredda viene considerato più come un cugino della Terra che non un suo gemello. Le nane rosse sono molto numerose nella Via Lattea e hanno caratteristiche che le rendono particolarmente interessanti agli occhi dei cacciatori di vita nello spazio, come la loro longevità: significa infatti che c’è più tempo disponibile affinché sulla superficie dei pianeti circostanti avvengano le reazioni biochimiche necessarie alla nascita e all’evoluzione della vita.

D’altro canto, però, le stelle più piccole sono in genere più attive ed emettono quantità maggiori di radiazioni.

Piccola falce di Luna calante sorgerà dall’orizzonte est insieme a Venere

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25-26aprile

25-26aprile

La mattina del 25 e 26 aprile, prima dell’alba, una piccola falce di Luna calante sorgerà dall’orizzonte est insieme a Venere. Il 25, verso le 5:30 sarà alta +15° e si troverà 9,3° a nordovest del pianeta, mentre la mattina del 26, alla stessa ora, sarà alta +9° e si troverà 5,3° a est. L’incontro avverrà tra l’Acquario e i Pesci.

Carico speciale sul Falcon 9: germogli a bordo del razzo SpaceX

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Foglie di lattuga in un prototipo di Veggie. Crediti: NASA/Gioia Massa
Il razzo Falcon 9 in posizione verticale, pronto per la partenza. Crediti: SpaceX

A quanto pare l’aereodinamico razzo di ultima generazione Falcon 9 non è nato sotto una buona stella: dopo i problemi di venerdì scorso, che martedì sembravano risolti, un altro guasto ha arrestato nuovamente il vettore dell’agenzia statunitense SpaceX.

Questa volta si tratta di una perdita d’elio nella parte inferiore del razzo, dopo che Falcon 9 era stato correttamente posizionato per il lancio. Lo ha annunciato su Twitter la stessa agenzia SpaceX, dicendo che la missione sarà rimandata a venerdì 18 aprile. Anche se, ha aggiunto, le condizioni atmosferiche quel giorno non saranno ideali.

Da questo tweet, non sono arrivati altri aggiornamenti. Ciò che invece non manca è la crescente aspettativa che circonda Falcon 9, e soprattutto il suo carico. Sì, perché tra le oltre due tonnellate di materiali a bordo del razzo ci sono gli strumenti più diversi, da quelli per la manutenzione a quelli per la… coltivazione.

Un vero e proprio laboratorio agricolo, che dovrebbe trasportare sulla Stazione Spaziale Internazionale (destinazione di Falcon 9) tutto l’occorrente per fare crescere piante nello spazio. E non piante qualunque: si parla nientemeno che di germogli di lattuga, perfettamente commestibili.

Foglie di lattuga in un prototipo di Veggie. Crediti: NASA/Gioia Massa

E così una volta risolti gli ultimi problemi tecnici di SpaceX, insieme al razzo partirà anche un progetto per studiare la crescita di vegetali in assenza di gravità. Dando allo stesso tempo agli astronauti sulla ISS un interessante diversivo nella loro dieta, che per ora non può comprendere cibo fresco.

L’esperimento, che avrà il nome di Veg-01, studierà le capacità di crescita e sviluppo di un nuovo tipo di lattuga, in un struttura battezzata Veggie, pensata appositamente per insidiarsi in ambienti decisamente estremi.

Un'esemplare di 28 giorni di lattuga rossa cresciuta nel "vaso spaziale" Veggie. Credit: NASA/Gioia Massa

“Veggie fornirà una nuova risorsa ad astronauti e ricercatori, perché porterà con sé la possibilità di far crescere piante sulla stazione spaziale” ha detto Gioia Massa, scienziata della NASA responsabile del progetto. “In questa fase, il nostro obiettivo primario è verificare la sicurezza del cibo”.

Veg-01 è un progetto low-cost, che utilizzerà un sistema di LED rossi, blu e verdi per la crescita e l’osservazione dei germogli di lattuga. Pensata appositamente per il trasporto nello spazio, la “casa” di Veggie ha una struttura che le permetterà di espandersi nel momento in cui le piantine germoglieranno al suo interno.

Si avvicina così la possibilità di integrare l’alimentazione degli astronauti con verdura fresca, un obiettivo a cui la NASA sta puntando da un po’. Già l’anno scorso si era parlato del progetto di costruire un orto sulla Luna: chissà che presto i viaggi nello spazio non siano migliorati da una dieta anche vegetariana.

Fibonacci tra le galassie – approfondimenti sul quesito e soluzione

Soluzione, considerazioni e approfondimenti suggeriti sul quesito posto da Paolo Alessandrini nella rubrica Moebius pubblicata su Coelum 178 di febbraio.

Conigli e fiori

Nella storia della scienza, e in particolare della matematica, vi sono due giganti pisani. Uno è famosissimo: Galileo Galilei, da tutti conosciuto come il padre della scienza moderna. L’altro, invece, non è così noto: eppure la sua importanza nelle vicende della matematica è enorme.

Pisano lo era di fatto, ma anche di nome: si chiamava infatti Leonardo Pisano, ma dato che suo padre era Guglielmo dei Bonacci, venne soprannominato Fibonacci, cioè “figlio del Bonacci”.

Leonardo Pisano, detto Fibonacci

Il padre Guglielmo era un ricco mercante: aveva fatto fortuna tessendo relazioni commerciali con la città algerina di Bugia. Il giovane Fibonacci trascorse anche lui alcuni anni in Africa, dove venne a contatto con molte tecniche matematiche note nel mondo arabo e ancora sconosciute in Occidente. Fibonacci, che per anni continuò a viaggiare aiutando il padre nelle sue attività commerciali, cominciò ad approfondire in modo originale queste conoscenze matematiche, e ben presto la sua occupazione di mercante passò in secondo piano, soppiantata dal forte interesse per la matematica.

L’imperatore Federico II, famoso per la sua sensibilità culturale e per suo amore per la scienza, venne a conoscenza dei promettenti studi matematici di Fibonacci e gli offrì un vitalizio, che gli permise di dedicarsi completamente ai suoi studi.

Nel 1202 Fibonacci pubblicò la sua opera più importante, il Liber Abbaci, nella quale, oltre a numerosi altri fondamentali concetti di aritmetica e algebra, introdusse per la prima volta in Europa il sistema di numerazione decimale, basato sull’uso delle cosiddette cifre “arabe”, tuttora in uso, compreso lo zero. A quel tempo in Europa si usavano i numeri romani e lo zero era del tutto sconosciuto: non stupisce il fatto che la diffusione del nuovo sistema proposto da Fibonacci incontrò all’inizio molti ostacoli (molti ritenevano che lo zero provocasse confusione e venisse impiegato anche per mandare messaggi segreti).

La pagina del Liber Abbaci in cui Fibonacci introduce i "suoi" numeri

Nel Liber Abbaci Fibonacci introdusse anche la successione di numeri che prende il suo nome, e che era per la verità già nota agli arabi.

Fibonacci fu un geniale matematico teorico, uno dei più grandi di sempre, ma non rinnegò mai il suo “background” di mercante pragmatico e concreto. Il suo interesse per la successione che porta il suo nome era legato ad un’utilità pratica: in particolare Fibonacci si era accorto che la crescita di una popolazione di conigli poteva essere rappresentato con buona precisione dai numeri della successione.

Immaginiamo di avere, al primo mese, due giovani conigli. Nel secondo mese saranno diventati adulti, e come tali potranno avere figli. Nel terzo mese nascerà una seconda coppia di conigli, ad esempio maschio e femmina. Nel quarto mese la prima coppia genererà altri due conigli, mentre la seconda coppia avrà raggiunto la maturità. Ancora un mese, e le due coppie adulte genereranno altrettante coppie di figli, e l’altra coppia diventerà adulta.

Come rappresentare matematicamente questa crescita della popolazione nei mesi successivi? Semplice: attraverso la sequenza 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55…., nella quale ogni numero è la somma dei due precedenti.

Questi numeri godono di una enorme quantità di proprietà aritmetiche. Tanto per dirne una, prendete tre numeri di Fibonacci consecutivi, e moltiplicate il primo per il terzo e il secondo per se stesso: otterrete sempre due numeri interi tra di loro consecutivi. Provate ad esempio con i numeri di Fibonacci 5, 8 e 13: ebbene, 5 x 13 fa 65, mentre 8 x 8 fa 64, e ovviamente 65 e 64 sono numeri consecutivi.

Un’altra bizzarra proprietà: se sommiamo tra loro 10 termini consecutivi della successione di Fibonacci, otteniamo sempre un multiplo di 11.

E ancora: ogni numero di Fibonacci è uguale alla somma dei numeri di Fibonacci che lo precedono eccetto l’ultimo, aumentata di 1.

E abbiamo appena scalfito la superficie.

I numeri di Fibonacci si ritrovano inoltre in moltissimi fenomeni naturali. E’ sorprendente, ad esempio, riscontrare che molti fiori hanno un numero di petali che appartiene alla successione di Fibonacci: ad esempio i gigli hanno tre petali, i ranuncoli hanno cinque petali, le margherite solitamente 34 o 55 oppure 89.

Le infiorescenze presenti al centro del girasole descrivono spirali concentriche, alcune delle quali sono disposte in senso orario e altre in senso antiorario: se si conta il numero di spirali orarie e di spirali antiorarie, si ottengono due numeri di Fibonacci consecutivi, ad esempio 21 e 34, oppure 34 e 55.

Fibonacci si ritrova nel mondo delle piante in molti altri casi: dalla disposizione dei rami di alcuni alberi, alla forma delle foglie, ai pistilli sulle corolle dei fiori, alla conformazione degli ananas e delle pigne di alcune conifere.

Ma una delle peculiarità più notevoli dei numeri di Fibonacci è legata ad un concetto familiare anche ai matematici antichi: la cosiddetta sezione aurea, da sempre associata ad un ideale di perfezione e di armonia.

Prendiamo un pezzo di spago di una certa lunghezza, e decidiamolo di tagliarlo in due pezzi, uno più lungo e uno più corto. Vogliamo però che la lunghezza totale dello spago originario stia a quella del pezzo lungo come la lunghezza del pezzo lungo sta a quella del pezzo corto. C’è un modo per ottenere questo? Sì, e se riusciamo ad effettuare questo taglio, possiamo dire che le lunghezze dei pezzi che otteniamo stanno tra loro in un rapporto di sezione aurea.

Per la precisione, il rapporto tra le due lunghezze sarà uguale a circa 1,618: fin dall’antichità questo numero (φ) è stato chiamato con nomi altisonanti, come sezione divina, proporzione aurea, numero di Fidia, e così via.

Ma che c’entrano i numeri di Fibonacci? Il primo ad accorgersi di uno speciale legame tra questi due concetti matematici fu Keplero, nel 1611. Se si prende un qualsiasi numero della successione di Fibonacci, e lo si divide per il numero che lo precede, si ottiene un numero che è abbastanza vicino al rapporto aureo; facendo questo esperimento con numeri che si trovano molto avanti nella successione, quindi numeri molto grandi, il rapporto si avvicina sempre di più a quel fatidico 1,618.

La spirale aurea

I numeri di Fibonacci e la sezione aurea si ritrovano spesso anche nella musica.

Molti compositori soprattutto nel Novecento, hanno costruito le loro composizioni applicando questi concetti matematici alle durate temporali dei brani, o al numero di misure, di battute o di note musicali: ad esempio Bela Bartok li ha utilizzati per la sua celebre Musica per archi, percussioni e celesta, Claude Debussy per la composizione Riflessi nell’acqua, e ancora Igor Stravinsky, Karl Heinz Stockhausen, Luigi Nono e György Ligeti.

Nel mondo del rock, possiamo citare i Genesis (in Firth of fifth), i Deep Purple (in Child of time), i Dream Theater (in Octavarium), i Tool (in Lateralus).

L’enigma

Il quesito fibonacciano pubblicato su Coelum 178 era, in sintesi, il seguente.

Un messaggio di capitale importanza deve essere inviato dalla Via Lattea al numero più alto possibile di altre galassie, utilizzando un peculiare sistema di teletrasporto. Per trasferirsi da una galassia all’altra un uomo impiega un’ora, e quando un messaggero ha raggiunto una galassia la notizia trasportata si diffonde immediatamente tra i suoi abitanti. Ogni persona può trasportarsi soltanto due volte, e da ogni galassia può partire una sola persona, senza contare chi vi si è teletrasportato dall’esterno.
Nell’arco di 12 ore, quante galassie è possibile informare?

La risposta è perfettamente e chiarissimamente illustrata nella figura seguente, inviataci da Daniele Tosalli, uno dei lettori che ha saputo risolvere l’enigma.

Nella prima ora una galassia sarà raggiunta dal primo viaggiatore. Nella seconda ora lo stesso viaggiatore raggiungerà una nuova galassia, mentre un nuovo messaggero partirà alla volta di una terza galassia. Nel corso della terza ora altre tre galassie potranno essere avvisate della terribile minaccia, e così via.

In generale, si vede facilmente che il numero di galassie raggiunte nella N-esima ora corrisponde all’N-esimo numero della sequenza di Fibonacci.

Per calcolare il numero complessivo di galassia informate nel corso di dodici ore, si devono quindi sommare i primi 12 numeri di Fibonacci, eventualmente aggiungendo 1 per tenere conto della galassia d’origine, cioè la nostra Via Lattea.

Le soluzioni dei lettori

A vincere l’abbonamento è stato Daniele Borrè, che per primo ha fornito la soluzione esatta.
Oltre a lui hanno saputo risolvere l’enigma anche il già menzionato Daniele Tosalli, Maurizio Carlino (che, com’è sua abitudine, ha inviato una ammirevole analisi matematica del problema), ed Elio Sbardella (che per errore non era stato citato sulla rivista).

Altri lettori si sono cimentati nel problema ma hanno sbagliato a calcolare la somma dei numeri di Fibonacci; altri ancora hanno indicato il dodicesimo numero di Fibonacci tralasciando di sommare i precedenti.

Complimenti comunque a tutti coloro hanno provato ad affrontare la sfida, e soprattutto a chi ha inviato la risposta esatta.

Circolo Astrofili Veronesi

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