Home Blog Pagina 46

Perseverance 39 metri più vicino a Marte

0
L’ogiva, contenente al suo interno il rover della Nasa Perseverance, mentre viene issata a 39 metri di altezza nella Vertical Integration Facility , pronta per essere posizionata in cima al razzo Atlas V. L’immagine è stata scattata il 7 luglio 2020. Crediti: Nasa/Ksc

“Sono 129 piedi (39 metri) più vicino a Marte, racchiuso nella parte superiore del razzo che mi manderà lì. Questo è un grande passo per me e il mio team. Siamo arrivati qui insieme, e arriveremo su Marte allo stesso modo”.

Con queste parole, in un tweet del 9 luglio scorso, il team di Perseverance, il rover della Nasa che andrà a caccia di segni di vita microbica nel passato di Marte, annuncia l’avvenuto posizionamento dello stadio finale del razzo Atlas V, contenente al suo interno il veicolo spaziale, in cima alla Vertical Integration Facility del complesso di lancio 41 di Cape Canaveral, in Florida, e la realizzazione dei cablaggi con il razzo Atlas V per gli ultimi test di rito, superati i quali tutto sarà pronto per l’epocale lancio.

Tutto è cominciato martedì 7 luglio, quando il rover della missione Mars 2020 Perseverance, insieme a Ingenuity, l’elicottero che dimostrerà il volo a motore nell’atmosfera marziana, e il resto dei moduli della missione – l’aeroshell, lo stadio di crociera e lo stadio di discesa – sono stati inseriti all’interno del payload fairing: la struttura a forma di cono che costituisce l’ultimo stadio del razzo Atlas V che porterà Perseverance nello spazio, una sorta di bagagliaio entro cui sono custoditi e protetti durante il lancio i veicoli da portare in orbita.

Dalla Payload Hazardous Servicing Facility del Kennedy Space Center, l’ogiva – come è anche chiamata genericamente questa parte di un razzo – è stata quindi trasportata fino alla Vertical Integration Facility del complesso di lancio 41 della Cape Canaveral Air Force Station, dove un paranco da 60 tonnellate, in giallo nelle immagini, l’ha sollevata, posizionandola a un’altezza di quasi 40 metri dal suolo, equivalente a quella di un palazzo di 15 piani.

L’ogiva, contenente al suo interno il rover della Nasa Perseverance, mentre viene issata a 39 metri di altezza nella Vertical Integration Facility , pronta per essere posizionata in cima al razzo Atlas V. L’immagine è stata scattata il 7 luglio 2020. Crediti: Nasa/Ksc

Qui gli ingegneri della Nasa hanno effettuato tutti i cablaggi tra questo stadio del razzo e il resto dell’Atlas V – già dal 30 maggio alla in posizione verticale presso il sito. Collegamenti con la parte iniziale del razzo che resteranno attivi fino a circa 50-60 minuti dopo il lancio, quando il payload fairing se ne libererà consentendo a Perseverance di continuare il suo viaggio verso Marte spinto da questo stadio ancora per un altro po’ di tempo, prima di separarsi da esso e iniziare il suo viaggio verso Marte all’interno del modulo di crociera.

Una volta completata l’operazione di cablaggio, fa sapere la Nasa, avranno inizio gli ultimi test degli stadi, sia separatamente che come unica struttura. E se tutto andrà come previsto, due giorni prima dell’apertura della finestra di lancio – tra il 30 luglio e il 15 agosto –  il razzo lascerà definitivamente questo sito, percorrendo su rotaia i 550 metri che lo separano dalla piattaforma di lancio. Da lì, probabilmente il 30 luglio stesso, alle ore 13 e 50 ora italiana, per Perseverance inizierà un viaggio lungo 467 milioni di chilometri, che il rover a sei ruote percorrerà in circa sette mesi, prima di arrivare su Marte.

La Nasa e la United Launch Alliance – la  joint venture che costruisce i razzi Atlas V – hanno recentemente aggiornato la finestra di lancio della missione, che, come già anticipato, è stata fissata dal 30 luglio al 15 agosto prossimi. Un periodo di lancio modificato rispetto al precedente (dal 17 al 30 luglio) per problemi, ora risolti, alla linea di sensori per l’ossigeno liquido del razzo rilevati durante il Wet Dress Rehearsal test (Wdr), uno dei test cui vengono sottoposti i sistemi di lancio prima del decollo.

Quale che sia il giorno del lancio all’interno di questa finestra, il team farà in modo che Peseverance atterri sul cratere Jezero il 18 febbraio 2021. La scelta di una data, e anche dell’ora, di un atterraggio, aiuta infatti il team a prevedere meglio quali condizioni ambientali (luce e temperatura) troverà Perseverance nel sito, nonché la posizione dei satelliti in orbita su Marte, ai quali toccherà registrare e trasmettere i dati del veicolo spaziale durante le fasi di discesa e d’atterraggio.

Nel corso della sua permanenza su Marte, Perseverance non solo cercherà segni di vita microbica nel passato del pianeta, ma raccoglierà anche campioni di roccia e suolo dalla superficie da riportare qui sulla Terra. Non ci resta dunque che attendere ulteriori aggiornamenti dal Perseverance Rover team della Nasa.

• Leggi anche Perseverance. Conosciamo il nuovo rover in partenza per Marte di Elisabetta Bonora.



Un’estate ricca tutta da leggere e osservare!

Inquinamento luminoso e i Parchi delle Stelle, Astronautica e i viaggi verso Marte

Coelum Astronomia di Luglio e Agosto 2020
è online, come sempre in formato digitale, pdf e gratuito.
Lascia la tua mail o clicca sulla X e leggi!

L'”abbonamento” è gratuito e serve solo per informare delle prossime uscite della rivista.

Notte bianca con la Luna, Aldebaran, tanti pianeti e… la cometa!

0

Per chi ama fare le ore piccole, magari di ritorno a casa dopo un sabato sera di feste mondane, alle ore 1:15, volgendo il proprio sguardo verso l’orizzonte orientale, sarà impossibile non notare la Luna (fase del 59%) sovrastata da una stellina dal colore spiccatamente arancione. Si tratta del pianeta Marte (mag. –0,7), in perfetto allineamento verticale, a 2° 24’ a nord della Luna.

All’orario indicato, i due oggetti saranno sorti da poco (Marte è sorto alle 00:22) e si troveranno alti 6° per la Luna e 9° per il Pianeta Rosso. Lo sfondo non arricchirà ulteriormente la scena, poiché le stelle che compongono la costellazione dei Pesci, regione celeste in cui avverrà l’incontro, non sono particolarmente brillanti, non ruberanno certamente la scena ai due soggetti principali.

Sarà sicuramente una bella occasione, sia per un fugace sguardo a occhio nudo, sia per studiare una particolare inquadratura fotografica che non solo comprenda elementi naturali o artificiali del paesaggio circostante, ma anche per giocare con le simmetrie e gli allineamenti degli oggetti che concorreranno a formare la scena.

Se avrete poi deciso di trascorrere la notte “in bianco”, alle 4:00 del mattino, la vostra tenacia sarà ripagata da una bella visione celeste, due stelle fulgenti, nel cielo ormai già tenuemente rischiarato dalle luci del crepuscolo del mattino. Questa visione si avrà guardando verso est, dove dimora il grande Toro celeste che, in questa occasione, sembrerà essere dotato di due “occhi brillanti”: Aldebaran (mag. +0,9), la stella alfa della costellazione, e Venere, davvero molto brillante (mag. –4,7).

I due astri all’orario indicato saranno alti circa 6° sull’orizzonte e si troveranno abbracciati in una stretta congiunzione di appena 57’ di separazione, con Venere situato a nordest della stella.

Sarà molto bello apprezzare, a occhio nudo o con l’aiuto di un binocolo, la differenza di brillantezza e di colore tra i due astri, cosa che molto probabilmente riuscirà più facile grazie all’aiuto della fotografia. In tale occasione, considerata la distanza reciproca dei due soggetti, si potrà tentare anche di forzare un po’ l’ingrandimento, spostandosi su focali un po’ più alte, e riprendere i due astri, magari permettendo alla silhouette indefinita di qualche oggetto a noi più vicino di entrare comunque nello scatto.

Ma sia dalla sera prima, che tra un evento e l’altro e prima dell’alba, altri ospiti del cielo sono pronti per intrattenerci e darci altri spunti di ripresa.

In prima serata, in questi giorni, comincia a fare capolino, molto bassa sull’orizzonte nordovest, la cometa del momento: la C/2020 F3 ( NEOWISE ), molto bassa sull’orizzonte la vediamo però poi alzarsi di nuovo al mattino prima dell’alba.  Al link trovate tutti i dettagli per l’osservazione, mentre su Photocoelum le tantissime immagini che già state caricando!

Ricordiamo poi che ci avviciniamo all’opposizione dei due grandi pianeti del nostro Sistema Solare, Giove e Saturno, e quindi visibili tutta la notte, già al loro meglio, a poco più di 6° l’uno dall’altro.

Buone osservazioni!!


Tutti consigli per l’osservazione del Cielo di Luglio e Agosto su Coelum Astronomia 246

Leggilo subito qui sotto online, è gratuito!

Semplicemente lascia la tua mail (o clicca sulla X) e leggi!

L'”abbonamento” è gratuito e serve solo per informare delle prossime uscite della rivista.

Storie a porte chiuse

0

Le collezioni, i dietro le quinte, i laboratori, gli archivi, l’attualità… le storie più belle del Museo anche in questo periodo di chiusura.
#storieaportechiuse racconta infatti il Museo, le sue collezioni, i suoi laboratori interattivi, l’attualità scientifica, i dietro le quinte, gli archivi e depositi… con pillole video, immagini e documenti inediti.
Dove?
#storieaportechiuse è online ogni giorno sui nostri canali Facebook, Instagram e Youtube

Vedi tutte le storie già uscite

www.museoscienza.org/it

Unione Astrofili Senesi

0

10.07 ore 22:00: L’Osservatorio Astronomico di Montarrenti tornerà ad essere aperto ai soci e al pubblico per una serata osservativa dedicata al cielo estivo e ai pianeti Giove e Saturno che si apprestano a diventare i protagonisti del cielo di questo periodo. Per il pubblico e per i soci che non sono di turno la prenotazione è obbligatoria: tramite l’indirizzo www.astrofilisenesi.it/montarrenti/mont-visite.asp o inviando un messaggio WhatsApp al 3472874176 (Patrizio) oppure un sms al 3482650891 (Giorgio).

La serata è aperta alla cittadinanza.

Atlante del numero di stelle visibili a occhio nudo

0
Fabio Falchi, ricercatore presso l’Istituto di Scienza e Tecnologia di Thiene, di fronte a una mappa dell’inquinamento luminoso sul territorio europeo tratta da "The new world atlas of artificial night sky brightness"
Fabio Falchi, ricercatore presso l’Istituto di Scienza e Tecnologia di Thiene, di fronte a una mappa dell’inquinamento luminoso sul territorio europeo tratta da "The new world atlas of artificial night sky brightness"

L’inquinamento luminoso è una fra le più gravi minacce all’amore per il cielo notturno che tutti, chi più chi meno, condividiamo. Se la risposta alla domanda “quante stelle ci sono nell’universo?” non è per nulla scontata, quella a “quante stelle possiamo vedere dalla Terra?” non è certo da meno. Nel calcolo del numero di stelle visibili da un qualunque luogo della Terra entrano infatti in gioco molti fattori, tra cui anche l’inquinamento luminoso.

Hanno provato a dare una risposta a questa domanda due ricercatori italiani, Pierantonio Cinzano e Fabio Falchi dell’Istituto di Scienza e Tecnologia dell’Inquinamento Luminoso di Thiene.

Innanzitutto, dottor Falchi, qual è l’obiettivo del vostro studio?

«Il nostro obiettivo è quello di tracciare la via su come calcolare il numero di stelle visibili da ogni località. Questo numero potrebbe sembrare semplice da ottenere, dopotutto basterebbe contare quante stelle ci sono più brillanti di quelle di sesta magnitudine (mediamente il limite per l’occhio umano) e il gioco parrebbe fatto».

Come mai è invece così complicato capire quante stelle si possono osservare da una località?

«Il problema è che la magnitudine non basta: il numero di stelle dipende anche da numerosi altri fattori, tra i quali la trasparenza atmosferica, la luminosità di fondo del cielo, sia naturale che artificiale, l’acutezza visiva e l’esperienza dell’osservatore. Se in cielo ci sono cinquemila stelle più brillanti della sesta magnitudine, non basta quindi dividere il numero per due per ottenere quante ne sono visibili in un emisfero. Ad esempio, se siamo sul livello del mare e allo zenit riusciamo a vedere una stella di sesta magnitudine, a venti gradi di altezza sull’orizzonte vedremo solo stelle di quinta magnitudine perché la luce avrà dovuto attraversare una distanza tripla nell’atmosfera terrestre. Se siamo in montagna la trasparenza atmosferica maggiore ci permetterà di vedere stelle più deboli. L’inquinamento luminoso dipende poi anche dalle caratteristiche del sito da cui osserviamo e varia in ogni posizione in cielo».

Come avete fatto, quindi, a tenere in considerazione tutti questi fattori?

«Abbiamo diviso la volta celeste in molte aree all’interno delle quali i fattori descritti possono essere considerati uniformi: principalmente la luminosità di fondo dovuta all’inquinamento e l’estinzione atmosferica, a loro volta dipendenti da molti fattori come l’altitudine del sito e la distribuzione delle sorgenti di luce nel raggio di circa 200 km. A quel punto possiamo calcolare la magnitudine limite, cioè quali sono le stelle più deboli visibili in ognuna di queste aree. Poi, in base alla densità delle stelle, cioè al numero di stelle di una data luminosità per area di cielo, possiamo ottenere il numero di stelle in ogni area di cielo. Infine sommando tutto si ottiene il numero totale visibile in ogni particolare sito».

Una mappa del massimo numero di stelle che un osservatore medio può osservare nei cieli italiani. Crediti: Cinzano & Falchi

Quelle che vediamo alzando gli occhi al cielo…

«Più precisamente, il numero di stelle che vedrebbe un osservatore medio. Per osservatori esperti e con vista acutissima il numero può anche triplicare. La mappa di esempio che abbiamo pubblicato (immagine a sinistra) mostra come, per ottenere il massimo numero di stelle visibili, sia necessario essere in siti incontaminati e, allo stesso tempo, a quote elevate. In Italia non abbiamo mai queste condizioni, tranne in un’area piccolissima della Sardegna e due altre, altrettanto piccole in Sud Tirolo, al confine con l’Austria. In tutta la Val Padana nove decimi delle stelle sono nascoste dal chiarore del fondo cielo dovuto a milioni di luci artificiali. Nelle grandi città, poi, rimangono visibili solo le stelle più luminose».

Il vostro studio si intitola “Verso un atlante del numero di stelle visibili”. Per quando è prevista la pubblicazione di questo atlante?

«Non ci siamo posti una scadenza definita. L’atlante del numero di stelle visibili potrebbe far parte del progetto della terza versione dell’atlante mondiale della brillanza del cielo, che comunque non vedrà la luce prima di tre anni. Speriamo che nel frattempo la nuova minaccia al cielo stellato dovuta alle megacostellazioni di satelliti non ci costringa a cambiare il titolo della nostra ricerca in “atlante del numero di satelliti visibili”… Confidiamo che la SpaceX e le altre compagnie con progetti simili riescano a contenere i danni scientifici e naturalistici che potrebbero arrecare al cielo notturno».

Per saperne di più sulla ricerca

Leggi su Journal of Quantitative Spectroscopy and Radiative Transfer l’articolo “Toward an atlas of the number of visible stars”, di P. Cinzano e F. Falchi

Per saperne di più sull’inquinamento luminoso

Inquinamento luminoso, Parchi delle Stelle e astroturismo di Rodolfo Calanca

La Suprema Corte stabilisce che è reato produrre inquinamento luminoso in aree protette di Mario Di Sora


Un’estate ricca tutta da leggere e osservare!

Inquinamento luminoso e i Parchi delle Stelle, Astronautica e i viaggi verso Marte

Coelum Astronomia di Luglio e Agosto 2020
è online, come sempre in formato digitale, pdf e gratuito.
Lascia la tua mail o clicca sulla X e leggi!

L'”abbonamento” è gratuito e serve solo per informare delle prossime uscite della rivista.

Associazione Tuscolana di Astronomia

0

Per partecipare all’evento compilare il modulo al link presente nella pagina di ogni singolo evento
Gli incontri si terranno presso il Parco Astronomico “Livio Gratton”, Via Lazio, 14 – Rocca di Papa (Roma)

3.07 ore 20:30 – Stelle in famiglia dedicato ai bambini. Al termine della conferenza osservazioni al telescopio degli oggetti celesti visibili
10.07 ore 20:15 – Stelle astrofile – Cercando altre terre
17.07 ore 20:15 – Il cielo del mese al Planetario
24.07 ore 20:15 – Serata speciale UAI “Notte dei giganti” – Conferenza sui giganti del Sistema Solare, Giove e Saturno
25.07 ore 20:00 – Night Star Walk: la passeggiata notturna lungo i sentieri dei Pratoni del Vivaro
31.07 ore 20:15 – Stelle e Scienza “I segreti dei buchi neri” – Conferenza sui buchi neri a cura Nicola Menci (INAF)

07.08 ore 20:15 – Il cielo del mese al Planetario
12.08 ore 20:15 – Serata speciale UAI “Serata Perseidi”
21.08 ore 20:15 – Stelle in famiglia dedicato ai bambini. Al termine della conferenza osservazioni al telescopio degli oggetti celesti visibili
22.08 ore 19:30 – Night Star Walk
28.08 ore 20:15 – Il cielo del mese al Planetario
Consulta il sito web www.ataonweb.it/wp/eventi per maggiori informazioni

La spettacolare cometa Neowise!

0
Cortina d'Ampezzo e il Cristallo, con la bella Neowisw che fa la sua figura nel cielo dell'alba. Foto di Caludio Pra
Cortina d'Ampezzo e il Cristallo, con la bella Neowisw che fa la sua figura nel cielo dell'alba. Foto di Caludio Pra

Finalmente una cometa che non delude!
La C/2020 F3 (NEOWISE), transitata al perielio il 3 luglio, si è affacciata subito dopo tra le luci dell’alba molto luminosa, di magnitudine +0,8, visibile a occhio nudo.

L’astro chiomato mostra una bella ed evidente coda, seppur non molto lunga, percepibile con facilità anche a crepuscolo nautico avanzato. Dopo parecchie delusioni finalmente gli appassionati possono lustrarsi dunque gli occhi con un oggetto che mancava da molto tempo, che si prende il terzo posto del podio tra le comete più luminose del nuovo millennio.

La NEOWISE dovrebbe iniziare lentamente a calare di luminosità, rimanendo comunque un notevole oggetto per tutto luglio. Attenzione però ad eventuali outburst! Sempre possibili, potrebbero riaccenderla e renderla indimenticabile.

La cometa, sarà visibile al mattino fino all'11 luglio. Basterà osservare verso nordest nei dintorni di Venere. In seguito converrà osservarla la sera, come indicato in cartina. a metà mese diverrà circumpolare e sarà quindi visibile tutta la notte. A occhi nudo la potremo osservare (ma sempre più debole) fino a circa i primi giorni di agosto, dopodiché servirà almeno un buon binocolo. Tutti i dettagli e i consigli per le comete dell'estate cliccando sulla cartina.

L’oggetto si sta alzando sull’orizzonte, rimanendo comunque sempre piuttosto basso, osservabile attualmente prima dell’alba e poi, da metà luglio, quando sarà circumpolare per le regioni settentrionali, in maniera più proficua all’inizio della notte astronomica.

Personalmente ho avuto modo di osservarla per la prima volta proprio questa mattina (6 luglio) da una località montana, trovandola bellissima.

Al binocolo 20×90 il falso nucleo mi è apparso stellare e privo di chioma. La coda evidente e leggermente allargata, lunga mezzo grado circa, con all’interno una striatura scura che sembrava dividerla in due parti. Facilmente visibile ad occhio nudo pur in un cielo ormai non più buio. Ho scattato anche due foto, che vedete qua sotto (cliccate sulle immagini per ingrandirle), che la immortalano nei pressi del Monte Cristallo, sopra Cortina d’Ampezzo, e una, un “primo piano” che la raffigura nel cielo ormai chiaro dell’alba.

La Cometa Neowise accompagnata dagli alberi delle campagne di Palidoro. Gruppo astrofili Palidoro. Cliccare sull'imagine per ingrandire e avere tutte le informazioni di ripresa.

Nella galleria di Photocoelum, trovate già anche tante altre bellissime immagini della cometa, gli appassionati si stanno scatenando! Aspettiamo anche le vostre: tra quelle condivise sulla piattaforma, verranno scelte quelle che verranno inserite nel numero di settembre di Coelum Astronomia.

Non serve aver fretta dunque, ma aspettiamo le vostre migliori immagini e, se vorrete, i racconti della vostre delle vostre osservazioni, o della vostra avventura per raggiungere un cielobuio da cui osservarla, che potete inviare su segreteria@coelum.com

Buone osservazioni!


Un’estate ricca tutta da leggere e osservare!

Inquinamento luminoso e i Parchi delle Stelle, Astronautica e i viaggi verso Marte

Coelum Astronomia di Luglio e Agosto 2020
è online, come sempre in formato digitale, pdf e gratuito.
Lascia la tua mail o clicca sulla X e leggi!

L'”abbonamento” è gratuito e serve solo per informare delle prossime uscite della rivista.

Astronomiamo

0

Astronomiamo

2 luglio, ore 21:30 – Elisa Bortolas (Università di Zurigo): Tra buchi neri e onde gravitazionali

8 luglio, ore 21:30 – Andrea Bracco (Rudjer Boskovic di Zagabria): Un viaggio tra nubi interstellari e arco nell’Orsa Maggiore

Tutte le informazioni:

https://www.astronomiamo.it

La Luna di Luglio e Agosto 2020 e l’osservazione dal settore sudest verso nord (Parte 4)

0

Luglio si è aperto col nostro satellite in fase di 9,6 giorni osservabile fino alle prime ore della notte seguente in una delle sue fasi più spettacolari. Al culmine della fase crescente il nostro satellite ha raggiunto il Plenilunio il 5 luglio, mentre al giorno 13, in fase di Ultimo Quarto, sorgerà alle 01:05 nella costellazione dei Pesci e con i pianeti Marte e Urano nelle vicinanze (rispettivamente a 13° e 18°), e rimarrà perfettamente osservabile fino alle prime luci dell’alba. Al capolinea della Fase Calante, alle 19:33 del 20 luglio si avrà il Novilunio e da qui ripartirà il nuovo ciclo lunare. Progressivamente, di sera sera, il nostro satellite tornerà nelle comode o serali alle sue migliori condizioni di osservabi fino alle 14:32 del 27 luglio quando sarà in Primo Quarto, mentre per effettuare osservazioni col telescopio dovremo attendere almeno le 21:3 della medesima serata quando la Luna, in fase giorni, si troverà a un’altezza iniziale di +26° e nostra disposizione fino al suo tramonto previ poco dopo la mezzanotte seguente.

Il nostro satellite sarà quindi in Plenilunio alle 17:59 del 3 agosto a –30°, otto l’orizzonte alla distanza di 393.143 km dalla Terra, mentre per effettuare osservazioni al telescopio basterà attendere poche ore, fino alle 21:04 della medesima serata quando sorgerà una bella Luna ancora Piena e perfettamente a nostra disposizione anche per tutta la notte seguente. Il contestuale avanzamento della Fase Calante porterà il nostro satellite in Ultimo Quarto alle 18:45 dell’11 agosto quando sarà a –30° sotto l’orizzonte. Sorgendo pochi minuti dopo la mezzanotte del 12 agosto, basterà attendere che la Luna raggiunga un’altezza almeno intorno ai +15/+18° (verso le 01:30/02:00) per intraprendere osservazioni col telescopio di questo scomodo ma sempre interessante “ultimo quarto notturno”. Il capolinea della Fase Crescente alle 04:41 del 19 agosto coinciderà col Novilunio da cui ripartirà l’ulteriore ciclo lunare con la rispettiva Fase Crescente, che di sera in sera riporterà progressivamente il nostro satellite nelle migliori condizioni di osservabilità per ammirare le sue imponenti e spettacolari strutture geologiche. Infatti alle 19:58 del 25 agosto si avrà il Primo Quarto con fase di 6,6 giorni, attendendo però fino alle 21:00 circa quando la Luna si troverà a un’altezza iniziale di +20° visibile per tutta la serata fino a poco prima della mezzanotte, quando andrà a tramontare.

Per approfondire l’osservazione delle formazioni lunari, trovi tutti i consigli osservativi e le librazioni più interessanti nella Luna di luglio e agosto su Coelum Astronomia 246 (in formato digitale e gratuito)


Questa estate osserviamo

25 e 26 luglio, 24 e 25 agosto Dal settore sudest verso nord (Parte 4)

Giunti alla quarta tappa di questo lungo viaggio che dalle ormai lontane regioni sudorientali ci condurrà verso la spettacolare scarpata della Rupes Altai, riprendiamo le nostre osservazioni distribuendole nell’arco di luglio e agosto, in modo da apprezzare la differente percezione di molti dettagli al continuo variare dell’angolo di incidenza della luce solare in stretta relazione col progressivo avanzamento della linea del terminatore attraverso la superficie lunare da est verso ovest.

Per inquadrare la regione lunare oggetto di questa proposta basterà orientare il telescopio a metà strada fra la scura area basaltica del mare Nectaris e l’estremità inferiore della cuspide meridionale posizionandosi appena a sud dei bastioni meridionali della Rupes Altai, confidando nelle calde serate estive quando la stabilità dell’aria e l’afa contribuiscono almeno a ridurre i deleteri effetti della turbolenza atmosferica consentendo un seeing più o meno accettabile.

Si inizierà pertanto, in Luna Crescente, con la serata del 25 luglio col nostro satellite in fase di 5 giorni e a un’altezza iniziale che, alle 21:30, sarà di +23° rendendosi visibile fino a poco prima di mezzanotte quando scenderà sotto l’orizzonte, mentre nella successiva serata del 26 luglio avremo una fase di 6 giorni a un’altezza iniziale di +26°, sempre intorno alle 21:30, e visibile fino al suo tramonto poco dopo la mezzanotte. Come più scomoda alternativa, ma in Luna Calante, la medesima regione lunare potrà essere osservata anche nelle nottate del 10 luglio (sorge alle ore 00:01 in fase di 18,6 giorni) e 11 luglio (sorge alle ore 00:24 in fase di 19,6 giorni). Per quanto riguarda il mese di agosto, in Luna Crescente, vengono indicate le serate del 24 agosto con la Luna in fase di 5,7 giorni a un’altezza iniziale di +19° alle ore 21:30, oltre al 25 agosto con fase di 6,7 giorni che alla medesima ora si troverà a un’altezza iniziale di +20°. Anche in questo mese la medesima regione lunare potrà essere osservata, ma in Luna Calante, dalla tarda serata dell’8 agosto quando sorgerà alle ore 23:08 in fase di 19 giorni.

Si parte allora nella prima serata con Lindenau, un cratere di 54 km di diametro la cui origine viene ricondotta al Periodo Geologico Imbriano Superiore (da 3,8 a 3,2 miliardi di anni fa)…

➜ Continua con la guida dell’osservazione dal settore sudest verso nord (Parte 4)

Falci di Luna

Proseguono i consigli per l’osservazione delle formazioni lunari anche nella pagina dedicata alle Falci lunari di luglio e agosto sul numero 246. L’appuntamento è prima dell’alba dal 17 al 19 luglio e, dopo il Novilunio, alla sera, dal 21 al 23 luglio. Di nuovo poi al mattino dal 15 al 17 agosto, e di nuovo la sera il 20 e il 21. All’interno della rubrica tanti consigli per l’osservazione delle formazioni lunari ed eventuali congiunzioni di stelle o pianeti con la sottile falce. Ricordiamo sempre poi i consigli di Giorgia Hofer per:

➜ Fotografiamo le sottili Falci di Luna

➜ Fotografare la Luce Cinerea della Luna

Consultate sempre le passate puntate della rubrica, perché molte formazioni sono già state già trattate anche in dettaglio.

Le effemeridi di Luna e Pianeti le trovi nel Cielo di Luglio 2020 su coelum.com


Un’estate ricca tutta da leggere e osservare!

Inquinamento luminoso e i Parchi delle Stelle, Astronautica e i viaggi verso Marte

Coelum Astronomia di Luglio e Agosto 2020
è online, come sempre in formato digitale, pdf e gratuito.
Lascia la tua mail o clicca sulla X e leggi!

L'”abbonamento” è gratuito e serve solo per informare delle prossime uscite della rivista.

Accademia delle Stelle

0
Accademia delle Stelle

Accademia delle StelleSi potranno seguire comodamente da casa e, se si perde la diretta, le lezioni saranno online a disposizione dei corsisti. Iscrizioni e riduzioni sul sito.

Astronomia pratica: Come si osserva il cielo, telescopi, binocoli, fotografia, montature e astroinseguitori, accessori e app per astronomia.
Astronomia sorprendente: Aneddoti storici, scoperte inaspettate, i colori degli astri, i record dell’universo, fotometeore, buchi neri e onde gravitazionali
Archeoastronomia: Monumenti allineati alle stelle, astronomia in letteratura, musica, arte, mito. Simboli e numeri celesti, astronomia antica e costellazioni

Per informazioni:
https://www.facebook.com/accademia.dellestelle
https://accademiadellestelle.org/

MEDIA INAF: Astrochannel seminari e coffee-talk

0

La visione e l’utilizzo di Astrochannel sono gratuiti e consentiti a tutti (se però siete interessati solo a singoli video, suggeriamo d’iscriversi). Suggeriamo di seguito i seminari in lingua italiana, ma il programma è decisamente più ampio e può essere consultato qui: http://www.media.inaf.it/inaftv/seminari/#3151 Attenzione: l’elenco che segue potrebbe essere non aggiornato. Per maggiori informazioni e aggiornamenti in tempo reale sui singoli seminari, vi invitiamo a fare riferimento ai siti web delle singole sedi.
OA Brera, 07/07/2020 @ 15:00
Isabella Pagano (INAF Catania), “CHEOPS: cosa puo’ svelarci sugli esopianeti la fotometria ad alta precisione
Per seguire i seminari, installare il software (http://www.media.inaf.it/inaftv/) o cercare il video sul canale YouTube INAF-TV.
Astrochannel è un software di Marco Malaspina – Copyleft INAF Ufficio Comunicazione – 2007-2015

Toi-849b, il gigante nudo

0
Illustrazione artistica di Toi-849b, il nucleo primordiale di un gigante gassoso . Il primo ad essere stato scoperto. Il pianeta ha una dimensione simile a quella di Nettuno e una densità pari a quella della Terra. catratteristiche rare per un oggetto in orbita così vicino alla sua stella. Crediti: University of Warwick/Mark Garlick
Illustrazione artistica di Toi-849b, il nucleo primordiale di un gigante gassoso . Il primo ad essere stato scoperto. Il pianeta ha una dimensione simile a quella di Nettuno e una densità pari a quella della Terra. catratteristiche rare per un oggetto in orbita così vicino alla sua stella. Crediti: University of Warwick/Mark Garlick

Tess, il satellite targato Nasa dedito alla ricerca di modi alieni, non smette di stupirci. Dopo Kelt-9b, l’esopianeta che sperimenta due estati e due inverni ogni anno (ne abbiamo parlato ieri su Media Inaf), il cacciatore di esopianeti ha ora scoperto un altro bizzarro mondo alieno. Il team di astronomi dell’Università di Warwick (Regno Unito) che ha condotto le osservazioni – di cui fa parte anche l’italiano Matteo Brogiassistant professor presso la medesima università e associato Inaf – lo ha chiamato Toi-849b.

Qual è la sua particolarità? Toi-849b è il nucleo primordiale sopravvissuto di un gigante gassoso, il cuore di un pianeta che è stato privato della sua atmosfera o che non è riuscito a crearne una nelle sue prime fasi di vita. Una scoperta che offre un’opportunità unica: scrutare l’interno di un pianeta e conoscerne la composizione.

Situato a circa 730 anni luce di distanza da noi, il pianeta “nudo” orbita così vicino alla sua stella – Toi-849, un astro simile al Sole per massa e temperatura – che un anno dura solo 18 ore e la sua temperatura superficiale è di circa 1.500 gradi Celsius.

Scovato in una regione della stella chiamata “deserto nettuniano” – un termine usato dagli astronomi per indicare una zona vicina alle stelle dove raramente si incontrano pianeti della massa di Nettuno – il pianeta è stato successivamente analizzato utilizzando il planet hunter dell’Eso Harps, uno spettrografo situato presso l’Osservatorio di La Silla, in Cile, grazie al quale il team ne ha stimato la massa: 0,13 volte quella di Giove, ovvero 40 volte quella della Terra. Dunque le dimensioni sono simili a quelle di Nettuno, ma la massa è due volte e mezza maggiore. La sua densità, invece, è simile a quella della Terra: 5,2 grammi per centimetro cubo. Caratteristiche, queste, abbastanza rare per un oggetto in orbita così vicino alla sua stella.

«Pur essendo un pianeta insolitamente massiccio, è ben lontano dall’essere il più massiccio che conosciamo», sottolinea David Armstrong, ricercatore presso l’Università di Warwick e primo autore dell’articolo, pubblicato su Nature, che riporta i dettagli della scoperta. «Tuttavia, fra i pianeti della sua taglia è il più massiccio che conosciamo. Per avere le dimensioni di Nettuno è estremamente denso, il che suggerice che abbia una storia molto insolita, anche in virtù della posizione in cui si trova: non vediamo pianeti di questa massa con periodi orbitali così brevi».

«Ci saremmo aspettati che un pianeta così massiccio avesse accumulato grandi quantità di idrogeno ed elio quando si è formato», continua il ricercatore, «e che crescendo divenisse simile a Giove. Il fatto che non vediamo questi gas ci fa capire che siamo davanti a un nucleo planetario esposto. Ed è la prima volta che ne scopriamo uno intatto, per un gigante gassoso attorno a una stella».

Ma come spiegare l’esistenza di questo pianeta extrasolare “spogliato” del suo guscio gassoso? Come accennato in apertura, gli autori avanzano due ipotesi. La prima è che Toi-849b sia ciò che resta di quello che una volta era un pianeta simile a Giove che, in seguito, abbia perso quasi tutta la sua atmosfera – per esempio a causa di eventi di distruzione mareale, collisioni con altri pianeti o foto-evaporazione, o per tutte e tre le cause messe assieme.

Che Toi-849b possa essere un gigante gassoso “fallito” è invece la seconda ipotesi. È possibile, spiegano i ricercatori, che subito dopo la formazione del nucleo qualcosa possa aver impedito all’atmosfera di formarsi. Ad esempio, una lacuna nel disco protoplanetario da cui il pianeta si è formato, o l’esaurimento della materia nel disco, se il pianeta è iniziato a formarsi tardivamente.

«Che si sia formato in un modo o nell’altro», conclude Armstrong, «Toi-849b ci dice che pianeti come questo esistono e possono essere trovati. E sebbene non abbiamo ancora alcuna informazione sulla sua composizione chimica, potremo studiarla con altri telescopi. Poiché Toi-849b è così vicino alla sua stella, infatti, qualsiasi atmosfera residua intorno al pianeta deve essere costantemente rifornita dal nucleo. Quindi, se possiamo studiare quell’atmosfera, allora possiamo anche ottenere informazioni sulla composizione del nucleo stesso».

Per saperne di più:


Un’estate ricca tutta da leggere e osservare!

Inquinamento luminoso e i Parchi delle Stelle, Astronautica e i viaggi verso Marte

Coelum Astronomia di Luglio e Agosto 2020
è online, come sempre in formato digitale, pdf e gratuito.
Lascia la tua mail o clicca sulla X e leggi!

L'”abbonamento” è gratuito e serve solo per informare delle prossime uscite della rivista.

Cercasi stella massiccia scomparsa!

0
Impressione artistica di una variabile luminosa blu. Crediti: ESO/L. Calçada
Impressione artistica di una variabile luminosa blu. Crediti: ESO/L. Calçada

Tra il 2001 e il 2011, vari gruppi di astronomi hanno individuato e studiato una stella massiccia, chiamata PHL 293B, nella galassia nana Kinman, in una fase evolutiva avanzata e quindi particolarmente instabile. Quello che ci si aspetta da questo tipo di stelle è che esplodano prima o poi come supernovae, spargendo il loro materiale nello spazio e aumentando notevolmente la loro luminosità anche per numerose settimane o mesi, per poi lasciare dietro di sé un resto che in parte si disperde dando vita a spettacolari nebulose, e in parte collassa o in una stella a neutroni o in un buco nero, a seconda della massa iniziale. I nostri lettori le conoscono bene, grazie alla rubrica mensile a cura dell’ISSP dedicata a loro e ai numerosi articoli pubblicati.
Quando questa esplosione debba avvenire non è possibile determinarlo, e comunque l’arco di tempo in cui può accadere va ben oltre la vita umana, ma in attesa di arrivare a quel punto, le stelle di questo tipo mostrano a tratti drammatici cambiamenti dello spettro e della luminosità, informandoci di trovarsi nel loro stadio evolutivo finale.

Andrew Allan del Trinity College di Dublino e i suoi collaboratori in Irlanda, Cile e Stati Uniti d’America, volevano studiare più a fondo queste fasi finali in stelle molto massicce, e PHL 293B sembrava il soggetto perfetto. Quando però hanno puntato il VLT dell’ESO verso la galassia, nell’agosto del 2019, è arrivata la “sorpresa”.
Nessuna traccia della stella!

La galassia nana Kinman, nota anche come PHL 293B, ripresa dalla Wide Field Camera 3 del telescopio spaziale Hubble della NASA/ESA nel 2011, prima della scomparsa della stella massiccia. Crediti: NASA, ESA/Hubble, J. Andrews (U. Arizona)
Ora, una stella così grande non può sparire nel nulla, qualcosa deve essere successo e sono eventi che non passano inosservati.
È vero che, situata a circa 75 milioni di anni luce di distanza da noi nella costellazione dell’Acquario, la galassia nana Kinman è troppo lontana perché gli astronomi possano distinguerla dalle altre singole stelle, come accade per le supernovae che programmi automatici, ma anche gli astrofili, riescono a scoprire, ma dallo spettro della luce proveniente dall’area della galassia, è possibile rivelare tracce della presenza di alcune stelle tra quelle più massicce.

Dal 2001 al 2011, la luce ricevuta dalla galassia ha sempre mostrato la firma, ovvero le tracce della presenza, di una stella “variabile blu luminosa” (chiamate anche variabile S Doradus) da 2,5 milioni  a 3,5 milioni di volte più luminosa del Sole!
Come detto, stelle così massicce e luminose, verso la fine della loro vita, diventano instabili e mostrano ampi cambiamenti nella luminosità e quindi modifiche nelle tracce che ne rivelano la presenza nello spettro della galassia. Nonostante questo però restano comunque visibili delle tracce specifiche che gli scienziati possono identificare.

Nelle osservazioni del 2019, invece, semplicemente… non c’era più nulla, e senza nuovi indizi che rivelassero cosa poteva essere successo. «Sarebbe estremamente insolito che una stella così massiccia scompaia senza produrre una brillante esplosione di supernova», spiega Allan. Lo studio è stato pubblicato il 30 giugno scorso su Mnras (Monthly Notices of the Royal Astronomical Society).

Il team ha prima orientato lo strumento ESPRESSO verso la stella, nell’agosto 2019, utilizzando contemporaneamente i quattro telescopi da 8 metri del VLT, senza riuscire a trovare la firma che si aspettavano, a indicare la presenza della stella luminosa. Poi, alcuni mesi dopo, il gruppo ha provato con lo strumento X-shooter, e ancora una volta non ha trovato tracce della stella.

Il team ha quindi cercato retroattivamente tracce nei dati raccolti in passato sempre dallo strumento X-shooter e da UVES, sul VLT dell’ESO situato nel deserto cileno di Atacama e da altri telescopi in località diverse. «L’archivio scientifico dell’ESO ci ha permesso di trovare e utilizzare i dati dello stesso oggetto ottenuti nel 2002 e ne 2009», racconta Andrea Mehner, astronoma dell’ESO in Cile, che ha partecipato allo studio. «Il confronto degli spettri UVES ad alta risoluzione del 2002 con le nostre osservazioni ottenute nel 2019 con il più recente spettrografo ad alta risoluzione ESPRESSO dell’ESO è stato particolarmente rivelatore, sia dal punto di vista astronomico che da quello della strumentazione».

I vecchi dati indicavano che la stella nella galassia nana Kinman avrebbe potuto trovarsi in un periodo di forte espulsione di materia che, probabilmente, si è concluso in qualche momento dopo il 2011. L’instabilità di queste stelle le porta a sperimentare enormi esplosioni nel corso della vita, durante le quali il tasso di perdita di massa si innalza moltissimo. Un po’ quello che probabilmente sta accadendo a Betelgeuse, per la quale la diminuzione improvvisa e prolungata di luminosità, e la successiva ripresa, sembra siano dovute all’esplusione di grandi quantità di materiale che si è raffreddato e ne ha oscurato in parte la luminosità nella nostra direzione di vista, per poi però disperdersi e renderla di nuovo luminosa.

Sulla base delle osservazioni e dei modelli evolutivi utilizzati, gli astronomi hanno suggerito due spiegazioni.
Una più prosaica: analogamente a Betelgeuse, l’espulsione di materia potrebbe aver comportato la trasformazione della variabile blu luminosa in una stella meno luminosa, che potrebbe anche essere banalmente ancora nascosta dalla polvere, che fatica a disperdersi per motivi gravitazionali. In effetti, ci sono delle osservazioni nel vicino infrarosso, tra il 2009 e il 2019, che mostrano una nube di polvere calda attorno alla stella, ma servirebbero analoghe osservazioni nell’infrarosso medio, che ancora non è stato possibile fare, per rivelare la presenza di polveri più fredde, che potrebbero confermare questa ipotesi. La stella c’è, è ancora viva, nessun evento di supernova sarebbe giustamente stato registrato, ma sarebbe molto più debole di quanto ci si aspetti e nascosta alla perfezione (per quanto la tecnologia di oggi ci permetta di sapere) dalle sue stesse polveri.

Nell'immagine di sinistra vediamo N6946-BH1, la stella "scomparsa" nel 2017 e ripresa dal telescopio spaziale Hubble. A sinistra nel 2007, la stella è visibile, nel 2009 ha avuto un imporvviso aumento della luminosità, per diversi mesi, dopo di che ci si aspettava di vedere il materiale espandersi nello spazio... invece ne è sparita ogni traccia, e si pensa che sia collassata, risucchiando il materiale espulso, per diventare un buco nero. L'unica cosa che è stata possibile osservare inseguito, era radiazione infrarossa che si pensa emessa dai detriti in caduta verso il buco nero. Credits: NASA, ESA, and C. Kochanek (OSU)
L’alternativa, ben più intrigante, è che la stella potrebbe essere collassata direttamente in un buco nero, senza produrre prima un’esplosione di supernova. Un evento davvero raro: quello che al momento sappiamo di come muoiono stelle di grande massa ci dice che la maggior parte di loro conclude la propria vita come supernovae spettacolari visibili per molto tempo, e solo dopo collassano in quel che resta di loro.
Nel 2017 però, un altro studio è stato pubblicato su un fenomeno simile: una gigante rossa, in una galassia a 22 anni luce da noi, si è improvvisamente illuminata per alcuni mesi, senza però esplodere ma scomparendo nel nulla. Secondo gli astronomi si è trattato di un caso di “supernova fallita”, che invece di esplodere spargendo parte del suo materiale nello spazio per poi collassare, è direttamente collassata su se stessa, probabilmente trasformandosi in buco nero di massa stellare.

La nostra variabile luminosa blu, secondo i ricercatori, sarebbe stata in eruzione tra il 2001 e il 2011, diventanto tanto luminosa da lasciare le tracce osservate che hanno reso possibile la sua individuazione, per poi, in un qualche momento dopo il 2011, subire lo stesso destino: collassare in un buco nero portandosi dietro gran parte del materiale espulso, in modo tranquillo e “silenzioso”…
«Potremmo aver rilevato il momento in cui una delle stelle più massicce dell’Universo locale si addentra dolcemente nella notte», ipotizza Jose Groh, membro del team e anch’egli del Trinity College di Dublino.

«La nostra scoperta non sarebbe stata possibile senza i potenti telescopi dell’ESO da 8 metri, la loro strumentazione unica e l’accesso a tali capacità a seguito del recente accordo dell’Irlanda di aderire all’ESO” conclude Groh – l’Irlanda è infatti diventata uno stato membro dell’ESO nel settembre 2018.

Per sbrogliare il mistero saranno però necessari ulteriori studi. In particolare, l’ELT (Extremely Large Telescope) dell’ESO, che è previsto venga messo in funzione nel 2025, sarà in grado di risolvere le singole stelle in galassie lontane come la galassia nana Kinman, dando un grosso aiuto per provare a rintracciare i resti, e comprendere quindi in cosa si è trasformata questa stella “scomparsa”.


Un’estate ricca tutta da leggere e osservare!

Inquinamento luminoso e i Parchi delle Stelle, Astronautica e i viaggi verso Marte

Coelum Astronomia di Luglio e Agosto 2020
è online, come sempre in formato digitale, pdf e gratuito.
Lascia la tua mail o clicca sulla X e leggi!

L'”abbonamento” è gratuito e serve solo per informare delle prossime uscite della rivista.

Cielo di Luglio 2020

0

Indice dei contenuti

EFFEMERIDI

Luna

Sole e Pianeti

Quasi allo zenit si staglieranno invece le sagome inconfondibili dell’Ercole, della Lira, con la brillante Vega, e del Cigno, segnalato da Deneb, mentre nei pressi dell’orizzonte, al meridiano, dimorerà l’inconfondibile figura del Sagittario. Qui si troveranno anche i due brillanti pianeti Giove e Saturno, un po’ defilati rispetto alle stelle più brillanti della costellazione, prossimi all’opposizione.

Più in alto vediamo l’Aquila, con Altair. Verso est, intanto, staranno sorgendo Pegaso, con il suo “grande quadrato” stellare e Andromeda.

Il Cielo di luglio e agosto con la UAI: Viaggio nel Serpente

COSA OFFRE IL CIELO

Marte continua a migliorare la sua posizione in cielo, arrivando a sorgere da poco dopo la mezzanotte a inizio luglio, fino alla seconda serata alla fine del mese, ma il cammino verso l’opposizione è ancora lungo.

I protagonisti di questi mesi estivi saranno però i grandi giganti gassosi. Giove arriva finalmente all’opposizione il 14 luglio, che rappresenta il culmine della sua miglior visibilità. Per tutto il mese quindi, ma anche nelle settimane successive, sarà ottimamente osservabile sia a occhio nudo e per riprese di paesaggio, ma soprattutto all’osservazione con uno strumento e alle riprese ad alta definizione (tenendo d’occhio la Luna).

Con lui anche Saturno, che lo segue letteralmente a ruota, arrivando all’opposizione il giorno 20, e avvicinandosi sempre più al grande fratello gigante. Arriveranno alla minima distanza solo a fine anno, ma già da ora potremo riprenderli in spettacolari configurazione, sempre con l’aiuto della Luna. Perché non seguirli allora nel loro moto? Aspettiamo i vostri contributi, e intanto date un occhio a cosa ha realizzato Paolo Bardelli, potrebbe essere un bello spunto da replicare con i due pianeti più grandi del Sistema Solare:

➜ Le tracce serali di Venere e Mercurio

E a proposito di Mercurio e Venere, i due piccoli pianeti interni hanno invece lasciato il palco della sera, il primo in congiunzione con il Sole e quindi inosservabile a inizio mese, il secondo già dal mese scorso nelle vesti di Lucifero, la stella del mattino, recuperando però ora sempre più altezza e luminosità.

Mercurio riapparirà invece all’incirca a metà mese, e questa volta si troverà nella seconda miglior apparizione mattutina dell’anno. Per i più esperti… perché non tentare la ripresa della sua coda? Come? Non lo sapevate?

Per i pianeti più lontani, Urano e Nettuno, ricordiamo che per osservarli è necessario uno strumento, potremo osservarli nella seconda parte della notte, anche se entrambi stanno anticipando la loro levata.

Maggiori dettagli e informazioni anche su pianeti nani anche Plutone, per quanto poco influisca sulla sua visibilità, sarà in opposizione il 15 luglio e asteroidi in opposizione li trovate come sempre su

➜  il Cielo di Luglio e Agosto all’interno del nuovo numero doppio estivo (sempre in formato digitale e gratuito).


Eclisse di Luna di penombra

A soli 30 giorni dall’ultima eclisse di Luna, avvenuta lo scorso 5 giugno (qui trovate le più belle immagini pubblicate dai nostri lettori su PhotoCoelum e scelte per la gallery dedicata), anche il 5 luglio avremo a che fare con una analoga eclisse di penombra e, se le condizioni osservative del precedente fenomeno furono non eccessivamente positive, il 5 luglio andrà decisamente peggio… in quanto il nostro satellite si appresterà a tramontare senza preoccuparsi eccessivamente dell’evento in corso, oltre tutto al mattino molto presto. Si potrà tentare la ripresa dell’ingresso nella penombra proiettata dalla nostra Terra, in alcune località meglio che in altre, ma considerata la situazione, nulla da fare per la fase massima di questa eclisse.
Si potrà però sempre portare a casa qualche suggestiva immagine della Luna Piena al tramonto, con poco distanti (comunque a più di 10 gradi più in alto verso sud-sudovest) Giove e Saturno, nel cielo dell’alba del nostro Sole che sorgerà dalla parte quasi diametralmente opposta dell’orizzonte preceduto da Venere. Per chi volesse comunque tentare la ripresa, o solo saperne di più, al link tutti i dettagli:

5 luglio: Eclisse di Luna di penombra parziale

Per quanto riguardainvece l’altro aspetto della Luna, con la sua luce cinerea e le sottili falci l’appuntamento è prima dell’alba il 17 (accompagnata da Venere), 18 e 19 luglio e, dopo il Novilunio, alla sera,  il 21, 22 e 23 luglio.

Per maggiori dettagli su orari, visibilità e formazioni lunari da osservare, con l’aiuto di uno strumento, potete consultare la sezione dedicata a cura di Francesco Badalotti.

Continua l’esplorazione delle formazioni lunari nell’arco del mese con La Luna di Luglio e Agosto

Comete

Finalmente un po’ di soddisfazione per gli appassionati di astri chiomati. Non le belle comete visibili a occhio nudo in cui speravamo, ma comunque più oggetti (due addirittura in “congiunzione”) da osservare con uno strumento. Dopo la C/2019 Y4 ATLAS, di cui abbiamo già narrato la triste fine, anche la C/2020 F8 SWAN ha infatti deluso le aspettative. Bellissima e luminosa nell’emisfero australe (era scesa sotto la quinta magnitudine), una volta arrivata da noi si è “spenta” sul più bello, andando in frantumi come precedentemente la ATLAS. Ma ora proiettiamoci nel futuro immediato, che potrebbe rivelarsi il periodo del riscatto. Giungeranno infatti sui nostri cieli due nuovi promettenti “astri chiomati” che speriamo non ci rifilino l’ennesimo bluff…

➜ continua su Un’estate di comete


E ancora su Coelum astronomia 246

I pianeti arricchiscono la Via Lattea i tanti pianeti visibili ci permettono di rivisitare le nostre riprese della Via Lattea estiva, ecco gli spunti di Giorgia Hofer.

➜ Leggi le indicazioni di Giuseppe Petricca sui principali passaggi della ISS con una serie di transiti serali a metà mese da non perdere!

➜ Supernovae: una “new entry” nella Top Ten degli scopritori amatoriali. Intervista a Xing Gao

e il Calendario di tutti gli eventi di luglio 2020, giorno per giorno con l’immagine di fondo dedicata allla “Nebulosa farfalla in technicolor”.

Hai compiuto un’osservazione? Condividi le tue impressioni, mandaci i tuoi report osservativi o un breve commento sui fenomeni osservati: puoi scriverci a segreteria@coelum.com. E se hai scattato qualche fotografia agli eventi segnalati, carica le tue foto in PhotoCoelum!

Un’estate ricca tutta da leggere e osservare!

Inquinamento luminoso e i Parchi delle Stelle, Astronautica e i viaggi verso Marte

Coelum Astronomia di Luglio e Agosto 2020
è online, come sempre in formato digitale, pdf e gratuito.
Lascia la tua mail o clicca sulla X e leggi!

L'”abbonamento” è gratuito e serve solo per informare delle prossime uscite della rivista.

Associazione Tuscolana di Astronomia

0

Per partecipare all’evento compilare il modulo al link presente nella pagina di ogni singolo evento
Gli incontri si terranno presso il Parco Astronomico “Livio Gratton”, Via Lazio, 14 – Rocca di Papa (Roma)

3.07 ore 20:30 – Stelle in famiglia dedicato ai bambini. Al termine della conferenza osservazioni al telescopio degli oggetti celesti visibili
10.07 ore 20:15 – Stelle astrofile – Cercando altre terre
17.07 ore 20:15 – Il cielo del mese al Planetario
24.07 ore 20:15 – Serata speciale UAI “Notte dei giganti” – Conferenza sui giganti del Sistema Solare, Giove e Saturno
25.07 ore 20:00 – Night Star Walk: la passeggiata notturna lungo i sentieri dei Pratoni del Vivaro
31.07 ore 20:15 – Stelle e Scienza “I segreti dei buchi neri” – Conferenza sui buchi neri a cura Nicola Menci (INAF)

07.08 ore 20:15 – Il cielo del mese al Planetario
12.08 ore 20:15 – Serata speciale UAI “Serata Perseidi”
21.08 ore 20:15 – Stelle in famiglia dedicato ai bambini. Al termine della conferenza osservazioni al telescopio degli oggetti celesti visibili
22.08 ore 19:30 – Night Star Walk
28.08 ore 20:15 – Il cielo del mese al Planetario
Consulta il sito web www.ataonweb.it/wp/eventi per maggiori informazioni

Osservatorio Astronomico Fondazione Clément Fillietroz

0

A luglio e agosto 2020 le visite guidate diurne e notturne per il pubblico all’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta si terranno con nuove modalità, nel rispetto delle indicazioni degli organi competenti per il contenimento della pandemia COVID-19. In particolare:
Le visite guidate riprendono mercoledì 1° luglio 2020. La visita guidata diurna si svolge dalle ore 15.00 alle 16.00 e quella notturna dalle ore 22.00 alle 23.30. Per ragioni organizzative, le iniziative si svolgono esclusivamente in lingua italiana. Prenotazione obbligatoria sul sito https://www.oavda.it/osservatorio-prenotazioni scegliendo a visita guidata di interesse tra quelle disponibili.
Le iniziative si svolgono all’aperto: i partecipanti devono rispettare le norme su distanziamento fisico e mascherine, inoltre si ricorda di indossare un abbigliamento adeguato all’altitudine (1.675 m)

Tutte le info qui:
https://www.oavda.it
https://www.facebook.com/osservatorioastronomicovalledaosta

Astronomiamo

0
Astronomiamo

Astronomiamo

2 luglio, ore 21:30 – Elisa Bortolas (Università di Zurigo): Tra buchi neri e onde gravitazionali

8 luglio, ore 21:30 – Andrea Bracco (Rudjer Boskovic di Zagabria): Un viaggio tra nubi interstellari e arco nell’Orsa Maggiore

Tutte le informazioni:

https://www.astronomiamo.it

Asteroid Day live da Lussemburgo e tanti eventi italiani

0

Ogni anno Asteroid Day presenta al pubblico un’istantanea sulla ricerca di frontiera riguardante gli asteroidi, dai più grandi telescopi del mondo ad alcune delle più ambiziose missioni spaziali. Ve ne abbiamo parlato in più occasioni e qui a lato trovate i link per i vari contributi (basta cliccare sull’immagine, la lettura è gratuita).

Quest’anno, i temi affrontati includono l’aumento del tasso di scoperta degli asteroidi e perché esso si appresti ad aumentare ancor più velocemente, l’imminente arrivo di campioni dagli asteroidi Ryugu e Bennu, l’entusiasmante preparazione della missione congiunta Usa-Europa verso l’asteroide binario Didymos e molto altro.

Gli asteroidi sono materiale “avanzato” dalla formazione dei pianeti nel Sistema Solare, e molti di essi sono frammenti di questi piccoli proto-pianeti che non sono mai arrivati alla maturità. «L’esplorazione spaziale degli asteroidi ci svela preziosi dettagli sulla nascita del nostro pianeta e rivela come gli asteroidi possano servire agli astronauti come trampolini verso Marte», dichiara Tom Jones, PhD, astronauta di lungo corso, esperto in scienze planetarie e membro dell’Asteroid Day Expert Panel.

Ogni asteroide è come un individuo con una sua storia da raccontare. E proprio questo fa Asteroid Day: portare quelle storie al più ampio pubblico possibile. «Lo spazio e la scienza sono state un’inesauribile fonte di ispirazione per SES! Questo è uno dei motivi per cui noi e i nostri partner continuiamo a fare cose straordinarie nello spazio per portare esperienze incredibili dappertutto sulla Terra», dichiara Ruy Pinto, Chief Technology Officer presso SES. «Attraverso la trasmissione via satellite, possiamo raggiungere milioni di utenti televisivi e questo ci permette di unire le persone attorno ai temi della scienza, dello spazio e della tecnologia».

«Le preziose competenze di SES e BCE giocano un ruolo centrale nel rendere Asteroid Day un successo internazionale, permettendoci di tenere una conversazione globale su spazio, risorse spaziali e asteroidi nel tempo di Covid-19», spiega Mark Serres, CEO della Luxembourg Space Agency.

Si tratta di studi che hanno anche un altro scopo, quello di proteggere il nostro pianeta. «L’impatto di un asteroide è un disastro naturale che dovremmo essere in grado di evitare se ne avvistiamo uno in arrivo con sufficiente anticipo», dichiara Jan Wörner, Direttore Generale dell’Agenzia Spaziale Europea.

E proprio per sensibilizzare e far conoscere al più ampio pubblico possibile questi temi, le Nazioni Unite hanno da alcuni anni istituito la giornata ufficiale Asteroid Day, per una “consapevolezza globale sulle opportunità e le sfide che gli asteroidi rappresentano”.  L’evento Asteroid Day è stato però prima fondato nel 2015, da un gruppo eterogeneo di scienziati, imprenditori, artisti, personaggi di cultura, tra cui spiccano Lord Martin Rees, Brian May (chitarrista dei Queen ma anche astrofisico), Peter Gabriel, Richard Dawkins, Kip Thorne, il regista Grig Richters, l’imprenditrice della Silicon Valley Danica Remy e l’astronauta della (s)fortunata missione Apollo 13 Jim Lovell (vedi elenco completo).

La giornata scelta è quella dell’anniversario dell’evento di Tunguska: il 30 giugno 1908 un bolide spaziale esplose pochi chilometri sopra una zona disabitata della Siberia, producendo un onda d’urto di potenza e vastità tale da abbattere decine di milioni di alberi in un’area di migliaia di chilometri quadrati.

Durante la diretta Asteroid Day LIVE Digital dal Lussemburgo, sette tavole rotonde per cinque ore di programma:

● “Target Asteroid: How to Move an Incoming Space Rock”
● “Ingredients of Life: Bringing Asteroid Samples to Earth”
● “Asteroid Safari: Finding the Elusive Space Rocks”
● “Preparing the Future: Making Tools to Investigate Asteroids”
● “Seeing is Believing: The Art of Asteroid Computer Simulations”
● “From Satellites to Asteroids: Luxembourg’s and ESA’s role”
● “Ask Me Anything About Asteroids with Astronauts”

Faranno da moderatori Sarah Cruddas, Alan Boyle, Lisa Burke, Sabinije von Gaffke, e Stuart Clark. Una descrizione del programma è disponibile qui. Asteroid Day LIVE verrà trasmesso da Asteroid Day TV. In seguito i contributi potranno essere consultati su YouTube.

Programma completo  2020 Asteroid Day LIVE

Nei giorni scorsi, l’Agenzia Spaziale Europea ha prodotto diversi programmi sull’evento in Italiano, Francese, Spagnolo, Olandese e Tedesco, con la partecipazione di esperti sul tema e importanti ospiti che discuteranno di difesa planetaria Europea e attività legate agli asteroidi rivolte al pubblico di quei Paesi.

Per l’Italia, il 24 giugno si è tenuto un vivace incontro ospitato da Ettore Perozzi, maggiore esperto di difesa planetaria presso l’Agenzia Spaziale Italiana, ASI che ha moderato numerosi ospiti di riguardo tra esperti ASI e dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), dell’INAF, e del Minor Planet Center dell’Unione Astronomica Internazionale. Arricchito da rappresentazioni artistiche e di musica dal vivo, ha visto anche la partecipazione dell’astronauta dell’ESA Luca Parmitano in collegamento da Houston, Texas. Qui di seguito la registrazione dell’incontro:

L’ESA presenterà anche un contributo di un’ora in Inglese il 30 giugno, sempre all’intenro di Asteroid Day LIVE Digital da Lussemburgo. In aggiunta ai programmi ESA, numerose conferenze online indipendenti, sono state organizzate in tutto il pianeta. Per quanto riguarda l’Italia consigliamo di seguire i canali social di Asteroid Day Italia gestito da Gialuca Masi del Virtual Telescope, astrofisico e Coordinatore Nazionale per l’Italia di Asteroid Day. Segnaliamo tra gli altri la diretta organizzata da Media INAF e quella della UAI a cura della commissione Asteroidi UAI.

Partecipa alla conversazione su Asteroid Day sui Social Media!

Hashtags: #AsteroidDay #Luxembourg
● Website: AsteroidDay.org
● Twitter: @asteroidday
Twitch
Facebook
YouTube
Instagram


Un’estate ricca tutta da leggere e osservare!

Inquinamento luminoso e i Parchi delle Stelle, Astronautica e i viaggi verso Marte

Coelum Astronomia di Luglio e Agosto 2020
è online, come sempre in formato digitale, pdf e gratuito.
Lascia la tua mail o clicca sulla X e leggi!

L'”abbonamento” è gratuito e serve solo per informare delle prossime uscite della rivista.

Una giovanissima supernova Messier

0
Immagine della SN2020nlb in M85 con la vicina NGC4394 ripresa da Paolo Campaner con un telescopio 400mm F.5,5 somma di 4 immagini da 75 secondi.
Immagine della SN2020nlb in M85 con la vicina NGC4394 ripresa da Paolo Campaner con un telescopio 400mm F.5,5 somma di 4 immagini da 75 secondi.

Il primato dell’anno 2014, con quattro supernovae esplose nelle galassie Messier, inizia a vacillare. Siamo infatti appena giunti alla metà di questo 2020 e sono già tre le supernovae esplose nelle galassie Messier.

M 85 in una vecchia immagine del telescopio spaziale Hubble. Credit : NASA, ESA and R. O’Connell (University of Virginia)

Questa volta è toccato alla galassia lenticolare Messier 85, nella costellazione della Chioma di Berenice a circa 55 milioni di anni luce da noi. Nella notte del 25 giugno il programma professionale americano di ricerca supernovae e pianetini denominato ATLAS Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System ha individuato un nuovo oggetto di mag.+17,4.

Quattordici ore dopo la scoperta dall’Osservatorio del Roque de los Muchachos con il telescopio Liverpool di 2 metri è stato ottenuto un primo spettro, ma la qualità non era delle migliori e il primo report di classificazione parlava erroneamente di una supernova di tipo Ia scoperta pochi giorni dopo il massimo di luminosità. Sempre dall’Osservatorio del Roque de los Muchachos, poche ore più tardi visto le migliorate condizioni atmosferiche, viene fatto un secondo tentativo con il Nordic Optical Telescope da 2,56 metri e questa volta lo spettro ottenuto era di buona qualità: confermava il tipo Ia evidenziando che la supernova era però molto giovane cioè scoperta pochissimi giorni dopo l’esplosione e quindi circa due settimane prima del massimo di luminosità.

Questo spettro è uno dei più “early” mai ripresi, cioè ottenuto nelle primissime fase dell’esplosione e non ci sono perciò altri spettri per un confronto adeguato. I gas eiettati dall’esplosione viaggiano a una velocità di circa 14800 Km/s e non sembrerebbe essere presente un assorbimento da polveri della galassia, se non in minima parte.

Questo significa che la luminosità della supernova, a cui è stata assegnata la sigla definitiva SN2020nlb, potrebbe raggiungere la notevole mag. +12 intorno al 10 luglio.

Rimane solo il dubbio che si possa trattare di una supernova di tipo Ia sub-luminosa che quindi presenterebbe un massimo di luminosità di una o due magnitudini più debole. Questo dubbio sarà sciolto nelle prossime ore.

In un’immagine ripresa sempre da ATLAS il 23 giugno, profonda fino alla mag. +19,7 la supernova non era visibile. Abbiamo poi un’immagine dell’astrofilo giapponese Itagaki ripresa il 24 giugno (13 ore TU) profonda fino alla mag.+18,5 dove la supernova non era visibile. Pertanto l’arrivo della prima luce di questa supernova sulla Terra è avvenuto tra le ultime 11 ore del 24 giugno e le prime 6 del 25 giugno (ora di scoperta).

Se qualcuno avesse un’immagine in questo lasso di tempo, potrebbe aver immortalato la supernova nei primissimi istanti dell’esplosione, ma naturalmente con una luminosità prossima alla mag.+19 ma sarebbe davvero un’importante e preziosissima prediscovery.

Per M 85 è questa la seconda supernova conosciuta. La prima fu scoperta il 20 dicembre 1960 dall’astronomo italiano Leonida Rosino, denominata SN1960R, anche questa di tipo Ia, che raggiunse la mag.+12. M 85 non è una galassia molto fotogenica, ma forma un bel quadretto con la vicina galassia a spirale NGC4394 posta a soli 30” a Est, che ci permetterà di ottenere delle belle immagini con una supernova molto luminosa.

Leggi anche su Coelum Astronomia di Luglio e Agosto, una “new entry” nella Top Ten degli scopritori amatoriali di supernovae: Intervista a Xing Gao


Un’estate ricca tutta da leggere e osservare!

Inquinamento luminoso e i Parchi delle Stelle, Astronautica e i viaggi verso Marte

Coelum Astronomia di Luglio e Agosto 2020
è online, come sempre in formato digitale, pdf e gratuito.
Lascia la tua mail o clicca sulla X e leggi!

L'”abbonamento” è gratuito e serve solo per informare delle prossime uscite della rivista.

L’Universo in 10 puntate

0
Universo in 10 puntate

Universo in 10 puntate

Dal 5 giugno al 3 luglio, ogni martedì e venerdì alle 17.00, sul canale youtube dell’ufficio comunicazione dell’INFN.

Prossime puntate:
30 giugno 2020
Puntata 9 “Alieni”
3 luglio 2020Puntata 10 “Indeterminazione”

MarSEC Marana Space Explorer Center

0

Dal 27 giugno a 5 luglio
Mostra “l’Arte dell’Astronomia” – Edizione 2020

Allestita presso la “Galleria dei Nani” – Palazzo Festari – a Valdagno (VI), saranno annunciati i 4 vincitori e sarà quindi inaugurata la mostra realizzata esponendo tutte le 50 opere partecipanti al nostro Concorso Internazionale “L’arte dell’astronomia”. Con il supporto dell’amministrazione comunale di Valdagno e del Museo D. Dal Lago.
Ulteriori informazioni: www.marsec.org

Un passo avanti lungo otto miliardi di anni luce

0
Impressione artistica del rumore di fondo delle onde gravitazionali che permeano l’Universo. Crediti: Carl Knox, OzGrav/Swinburne University of Technology
Impressione artistica del rumore di fondo delle onde gravitazionali che permeano l’Universo. Crediti: Carl Knox, OzGrav/Swinburne University of Technology

Quando si parla di astrofisica, si sa, bisogna un attimino “ritarare” le scale dei tempi e delle lunghezze. Prendiamo ad esempio il significato dell’espressione “non riuscire a vedere più in là del proprio naso”, comunemente impiegata per indicare la difficoltà nell’ampliare le proprie vedute, la mancanza di lungimiranza. Ebbene, tale esercizio di lungimiranza assume – in termini astronomici – proporzioni decisamente lontane dall’esperienza comune.

L’esercizio, condotto dagli astronomi della Monash University in Australia, è consistito nel sviluppare un algoritmo per misurare le proprietà del segnale non risolto di onde gravitazionali proveniente da milioni di fusioni di buchi neri lontani. Il metodo, attualmente in fase di verifica da parte della comunità di Ligo, consentirebbe di guardare più di 8 miliardi di anni luce più lontano di quanto si osservi attualmente. L’articolo è stato pubblicato sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.

Ogni anno, da qualche parte nell’universo, circa 2 milioni di sistemi binari di stelle di neutroni e circa 150mila sistemi binari di buchi neri si fondono. «Una coppia di buchi neri si fonde ogni 200 secondi e una coppia di stelle di neutroni ogni 15 secondi» commenta Rory Smith, ricercatore dell’Arc Centre of Excellence in Gravitational Wave Discovery presso la Monash University e primo autore dello studio.

Le fusioni di buchi neri rilasciano enormi quantità di energia sotto forma di onde gravitazionali che sono regolarmente rilevate dalle reti interferometriche di Advanced Ligo-Virgo. Le onde gravitazionali generate da singole fusioni di sistemi binari trasportano informazioni sullo spazio-tempo e sulla materia nucleare negli ambienti più estremi dell’Universo. «Inoltre, le inferenze basate sulla popolazione di buchi neri possono essere soggette a un “effetto di selezione” – detto bias – dovuto al fatto che attualmente si osservano solo una manciata di sistemi: quelli più energetici e vicini.» continua Smith. «Avere un bias di selezione significa che da questi sistemi si può ottenere solo una visione parziale istantanea, piuttosto che il quadro completo».

Gli eventi gravitazionali troppo deboli per essere chiaramente individuati e risolti, costituiscono quello che viene definito “segnale di fondo” – il background – generato da un continuum di fusioni di sistemi binari, che vanno da quelli quasi rilevabili a quelli non rilevabili. Poiché non esiste una definizione né una soglia universalmente accettata che determini una rilevazione, il confine tra segnale risolto e di fondo è un po’ confuso. Comunque si scelga di delineare questo confine, il background contiene importanti informazioni sulle distribuzioni di massa e di rotazione – spin – dei sistemi binari, con implicazioni che vanno dalla conoscenza dell’evoluzione stellare nelle fasi finali di vita delle stelle massicce alla conoscenza della storia dell’universo primordiale.

«Mettendo insieme le informazioni di molti eventi di fusione, possiamo cominciare a capire gli ambienti in cui le stelle vivono e si evolvono, e ciò che causa il loro eventuale destino come buchi neri». Spiega Eric Thrane, coautore dello studio presso il dipartimento OzGrav-Monash di Arc. «Più lontano vediamo le onde gravitazionali di queste fusioni, più giovane era l’universo quando si sono formate. Possiamo tracciare l’evoluzione delle stelle e delle galassie nel corso delle epoche cosmiche, fino a quando l’universo aveva una frazione della sua età attuale».

Impressione artistica del rumore di fondo delle onde gravitazionali che permeano l’Universo. Crediti: Carl Knox, OzGrav/Swinburne University of Technology

I ricercatori hanno messo in piedi un algoritmo basato sulla statistica bayesiana per ricavare le distribuzioni matematiche che descrivono proprietà complessive della popolazione di binarie di buchi neri, come la loro distribuzione di massa o di spin. La statistica bayesiana è una teoria nel campo della statistica in cui la probabilità esprime il grado di confidenza nella conoscenza di un evento. Il grado di confidenza può essere basato su conoscenze pregresse dell’evento, come ad esempio i risultati di esperimenti effettuati. Il risultato dell’analisi bayesiana è la determinazione della probabilità a posteriori di un evento casuale o incerto, ovvero la probabilità condizionata che viene assegnata dopo aver preso in considerazione le evidenze o il rumore di fondo.

Nel caso delle fusioni di buchi neri, i ricercatori hanno analizzato 200 segnali simulati di buchi neri binari provenienti dall’universo vicino e lontano fino a circa sette miliardi di anni fa e registrati in cinque giorni e mezzo di dati Advanced-Ligo (aLigo); il punto di partenza è una popolazione di modelli di sistemi binari creata utilizzando le conoscenze astrofisiche più avanzate. La ricetta per costruire tale popolazione contiene formule che descrivono la distribuzione di massa dei buchi neri, la distribuzione del loro spin – in termini di grandezza e orientazione – e la distribuzione in distanza fino al picco della formazione stellare dell’universo, avvenuta a redshift poco inferiore all’unità. I dati ottenuti sono stati divisi in segmenti di sedici secondi ciascuno, un intervallo che massimizza la probabilità di contenere un solo evento. Il modello infine descrive e analizza le distribuzioni di massa e spin di singoli eventi di fusione fra buchi neri in ogni segmento di dati simulati.

Secondo l’analisi condotta, il segnale di background risulta rilevabile alla sensibilità di aLigo in una settimana fino a distanze maggiori di 8 miliardi di anni luce, assumendo masse e rotazioni tratte dalle distribuzioni descritte. I risultati dello studio mostrano che le onde gravitazionali costituenti il segnale di background, assieme ai segnali risolti provenienti dai sistemi più vicini, possono essere utilizzate per vincolare le proprietà della popolazione dei buchi neri binari.

Il passo successivo cruciale consiste nel mettere alla prova l’algoritmo utilizzando dati reali: l’analisi sviluppata da Smith e Thrane è attualmente sottoposta a verifica utilizzando i dati reali di un programma osservativo di Ligo-Virgo che dovrebbe essere pienamente operativo entro pochi anni.

Per saperne di più:


Un’estate ricca tutta da leggere e osservare!

Inquinamento luminoso e i Parchi delle Stelle, Astronautica e i viaggi verso Marte

Coelum Astronomia di Luglio e Agosto 2020
è online, come sempre in formato digitale, pdf e gratuito.
Lascia la tua mail o clicca sulla X e leggi!

L'”abbonamento” è gratuito e serve solo per informare delle prossime uscite della rivista.

Associazione Tuscolana di Astronomia

0

Per partecipare all’evento compilare il modulo al link presente nella pagina di ogni singolo evento
Gli incontri si terranno presso il Parco Astronomico “Livio Gratton”, Via Lazio, 14 – Rocca di Papa (Roma)
26.06 ore 20:30 – AstroIncontri – Sir Edmund Halley, l’astronomo che predisse il futuro che non avrebbe visto
3.07 ore 20:30 – Stelle in famiglia dedicato ai bambini. Al termine della conferenza osservazioni al telescopio degli oggetti celesti visibili
10.07 ore 20:15 – Stelle astrofile – Cercando altre terre
17.07 ore 20:15 – Il cielo del mese al Planetario
24.07 ore 20:15 – Serata speciale UAI “Notte dei giganti” – Conferenza sui giganti del Sistema Solare, Giove e Saturno
25.07 ore 20:00 – Night Star Walk: la passeggiata notturna lungo i sentieri dei Pratoni del Vivaro
31.07 ore 20:15 – Stelle e Scienza “I segreti dei buchi neri” – Conferenza sui buchi neri a cura Nicola Menci (INAF)
07.08 ore 20:15 – Il cielo del mese al Planetario
12.08 ore 20:15 – Serata speciale UAI “Serata Perseidi”
21.08 ore 20:15 – Stelle in famiglia dedicato ai bambini. Al termine della conferenza osservazioni al telescopio degli oggetti celesti visibili
22.08 ore 19:30 – Night Star Walk
28.08 ore 20:15 – Il cielo del mese al Planetario
Consulta il sito web www.ataonweb.it/wp/eventi per maggiori informazioni

Frascati Scienza: #serategAstronomiche e Fisicast

0

Arrivano le #SerategAstronomiche!

Cosa c’è di più bello di una cena con prodotti biologici, sotto un cielo stellato in una serata d’estate? Frascati Scienza e Agriturismo Tenuta Santi Apostoli Azienda agricola Biologica presentano un nuovo evento che unisce le due cose che più amiamo: la scienza… e il cibo! Il primo appuntamento venerdì 26 giugno insieme a ScienzImpresa
Tutte le informazioni a questo link:
https://www.frascatiscienza.it/2020/06/serate-gastronomiche/

Fisicast, la fisica da ascoltare torna “on air” dal 1° giugno!

Sarà una puntata dedicata a “Il Suono” a inaugurare la nuova stagione del podcast per tutti gli appassionati – ma non solo – di fisica classica, meccanica quantistica, astrofisica e, anche, delle vite degli scienziati del passato.
Tutte le informazioni a questo link:
https://www.frascatiscienza.it/2020/05/bentornata-fisicast-la-fisica-da-ascoltare/?fbclid= IwAR1bmv_2kik6ibCxWJemIpeYa9toCJvyJ7Cv6hS26KLCT5YlZHksG2XmcyI

Gal Hassin Insieme si riparte!

0
Gal Hassin

Gal Hassin

La Luna cinerea e l’Ammasso del Presepe

0

La sera del 23 giugno, alle ore 22:25-22:30, volgendo il nostro sguardo verso ovest-nordovest potremo ammirare una bella congiunzione tra una sottile falce di Luna (fase del 7%), rischiarata dalla luce riflessa dal nostro pianeta (luce cinerea) e un elusivo oggetto deep-sky, l’ammasso stellare del Presepe (Beehive Cluster, M 44).

Se risulterà sicuramente facile trovare la Luna, potremo riconoscere le più flebili stelle dell’ammasso solo sotto un cielo terso e trasparente. L’ammasso sarà posizionato a poco meno di 4° a nordest della Luna e solo le sue stelle più luminose saranno riconoscibili a occhio nudo, ma se ci impegneremo a realizzare una fotografia con tempi di scatto di qualche secondo, le stelle dell’ammasso appariranno in tutta la loro bellezza, affiancate alla Luna che apparirà decisamente più luminosa.
All’orario indicato gli oggetti si troveranno in prossimità dell’orizzonte occidentale (circa 7° di altezza) e in procinto di tramontare, lasciandoci circa mezz’ora per l’osservazione (anche se in termini pratici il tempo sarà ancora più ridotto).
Considerata la scarsa altezza sull’orizzonte, si consiglia, come sempre, di includere elementi del paesaggio naturale circostante (degli alberi o delle piante) o architettonico (per esempio il camino o il tetto di una casa).

➜ Fotografare la Luce Cinerea della Luna di Giorgia Hofer su Coelum Astronomia 207

Le effemeridi di Luna e Pianeti le trovi nel Cielo di Giugno 2020 su coelum.com


Tutti consigli per l’osservazione del Cielo di Maggio su Coelum Astronomia 245

Leggilo subito qui sotto online, è gratuito!

Semplicemente lascia la tua mail (o clicca sulla X) e leggi!

L'”abbonamento” è gratuito e serve solo per informare delle prossime uscite della rivista.

Gruppo Astronomico Tradatese

0

Conferenze in Diretta Streaming sul Sito del GAT, inizio ore 21:00. Le conferenze registrate saranno poi disponibili sulla pagina youtube dell’associazione.

22.06: “Verso Marte alla ricerca della vita” di Cesare GUAITA.
Info:
http://www.gruppoastronomicotradatese.it

Lucifero accompagnato da una sottile falce di Luna

0


Se il precedente appuntamento con il cielo ci ha costretti a una levataccia notturna, il fenomeno che segnaliamo per il 19 giugno ci costringerà invece ad essere mattinieri per essere ammirato. La congiunzione, che vedrà protagonisti una sottile falce di Luna (fase del 5%) – di interesse anche per i cacciatori di sottili falci lunari – e il brillante pianeta Venere (mag. –4,3), nella sua nuova veste di oggetto celeste prominente del cielo del mattino (ormai ci aveva abituati ad essere la “star” del cielo serale dell’ultimo periodo).

I due astri ci appariranno alti pochi gradi sull’orizzonte di est-nordest, consentendoci di includere i dettagli paesaggistici presenti sulla linea dell’orizzonte. Non avremo però molto tempo per osservare questa bella congiunzione (di appena poco più di 2° di separazione) perché il cielo sarà già illuminato dalle forti e coloratissime luci dell’alba e probabilmente ci sarà solo il tempo per una rapida occhiata, per la quale però varrà la pena di rinunciare a qualche ora di sonno.

Più in alto di circa 8° rispetto alla Luna, sotto un cielo limpido e privo di foschie o nubi, sarà possibile individuare l’ammasso aperto delle Pleiadi.

➜ Leggi anche su Coelum astronomia di gennaio: Da Vespero, stella della sera, a Lucifero, stella del mattino, di Giorgia Hofer.

Le effemeridi di Luna e Pianeti le trovi nel Cielo di Giugno 2020 su coelum.com


Tutti consigli per l’osservazione del Cielo di Maggio su Coelum Astronomia 245

Leggilo subito qui sotto online, è gratuito!

Semplicemente lascia la tua mail (o clicca sulla X) e leggi!

L'”abbonamento” è gratuito e serve solo per informare delle prossime uscite della rivista.

OsirisRex. Un mosaico per Nightingale

0
Credits: Credits: NASA/Goddard/University of Arizona
Credits: Credits: NASA/Goddard/University of Arizona

Ecco nei minimi dettagli tutta l’asperità di Nightingale, il sito prescelto dalla NASA da cui la sonda OSIRIS-REx raccoglierà i campioni da riportare a Terra di Bennu, l’asteroide target della missione. L’immagine è un mosaico creato con le immagini raccolte dalla sonda lo scorso 3 marzo, durante il suo avvicinamento alla superficie per la ricognizione della zona.

345 immagini riprese dalla PolyCam, combinate assieme come in un puzzle, per produrre il mosaico che ci mostra il sito di campionamento con una risoluzione di 4 mm per pixel! Riusciamo cioè a vedere sassetti di 4 millimetri… L’area Nightingale è la zona che appare relativamente più chiara, appena sopra il cuore del cratere visibile al centro dell’immagine, mentre il grande masso scuro in alto a destra misura 13 metri nel suo asse più lungo.

Durante la ricognizione, la sonda si trovava a 250 metri dalla superficie dell’asteroide. Si è trattato del passaggio, il più vicino mai effettuato fino a quel momento, che ha dato modo al team di identificare la posizione migliore, all’interno dell’area scelta, per la raccolta del campione.


Ad aprile, infatti, per testare le manvore di avvicinamento e allontanamento e l’estensione del braccio robotico per la raccolta del campione, Osiris-Rex si è avvicinata fino a una distanza minima ancora più bassa, 75 metri, prima di scattare via e rientrare con successo nell’orbita di attesa. Qui a destra vedete il montaggio delle immagini riprese in quell’occasione, dal momento in cui si trovava a circa 125 metri (durante la manovra di checkpoint, la quota da cui iniziare la discesa verticale), al simulato touch-and-go (letteralmente “toccata e fuga”), in quel caso a una distanza di sicurezza di 75 metri.

Tutto è pronto per la fase principale della missione ma, per motivi di sicurezza dovuti all’epidemia di Covid-19, il momento del prelievo è stato rimandato di un paio di mesi, ed è previsto, al momento, per il 20 ottobre di quest’anno. Ad agosto, mese in cui si sarebbe dovuto effettuare, verrà invece eseguito un altro test di avvicinamento, questa volta alla quota di soli 40 metri.

La pianificazione di questa operazione è infatti delicata, difficoltosa e ad alto rischio, e richiede tutta la tranquillità e il tempo necessario per prevedere, studiare e mettere in sicurezza qualsiasi problema possa sorgere, in ogni passaggio. Una volta lanciata la sonda verso la sua toccata e fuga, non si potrà infatti intervenire in alcun modo. La NASA ha quindi deciso di dare al team tempo extra per svolgere al meglio questa delicata fase della missione.

Una ripresa in cui è visibile un getto di particelle e sassi dalla superficie di Bennu. E' una somma di due immagini raccolte il 19 gennaio scorso, elaborate per evidenziare il dettaglio dello "sbuffo". Crediti: NASA/Goddard/University of Arizona/Lockheed Martin

Il problema principale è che Bennu si è dimostrato un ambiente più ostile di quanto ci si poteva immaginare. Oltre alla sua particolare asperità (non ipotizzabile dalle osservazioni a distanza), la superficie ha anche mostrato una caratteristica di Bennu del tutto inaspettata: getti di particelle e rocce sparati dalla sua superficie! Un asteroide quindi ancora attivo, anche se ancora non se ne è compresa la causa.

La sonda ha tre possibilità di tentare la raccolta di campioni, se già ad ottobre la raccolta verrà giudicata soddisfacente, è però già pronta a rientrare, e potrebbe riportare i campioni a Terra a settembre del 2023.

Leggi tutte le notizie uscite su coelum.com sulla missione Osiris-Rex

Per tenere d’occhio la posizione della sonda in ogni momento: Where is OSIRIS-REx?


Il Dilemma Cosmologico della Materia Oscura

Ipotesi ed evidenze dalle origini della scoperta alle galassie senza materia oscura

Coelum Astronomia di Maggio 2020
è online, come sempre in formato digitale, pdf e gratuito.
Lascia la tua mail o clicca sulla X e leggi!

L'”abbonamento” è gratuito e serve solo per informare delle prossime uscite della rivista.

20 GIUGNO: FESTA NAZIONALE DEL SOLSTIZIO D’ESTATE

0

Viaggio straordinario tra le bellezze d’Italia all’inseguimento del Sole

Un evento in diretta web dalle 5:30 alle 23:00 del 20 giugno

Per molti millenni, in ogni luogo del Mediterraneo e dell’Europa il solstizio estivo è stato l’occasione di grande festa dei popoli, nel momento in cui la natura fiorisce nell’opulenza dei frutti tra il frinire delle solari cicale e il canto lunare dei grilli… un tempo di assoluta positività e di vicinanza alla natura nel suo pieno rigoglio che, lo ricordiamo, quest’anno cade il 20 giugno.

Abbiamo voluto ricreare lo stesso spirito positivo proponendo la FESTA NAZIONALE DEL SOLSTIZIO D’ESTATE, che si regge sull’idea di percorrere l’Italia da nord a sud e nelle isole in un “rincorrere il Sole” attraverso i momenti salienti della giornata:

l’alba, la culminazione e il tramonto dell’astro.

Ma lo faremo in luoghi splendidi (e spesso ingiustamente poco conosciuti), quali gli antichi allineamenti dei cromlech e dei menhir che si illuminano all’alba, le grandi basiliche che ospitano le più importanti meridiane solari del mondo, le tombe dei giganti e i misteriosi nuraghi sardi, le “campane” di roccia e le affascinanti grotte che costellano la Sicilia.

Ci collegheremo via web ad oltre venti luoghi unici e di incredibile suggestione e a commentare questi “attimi fuggenti”, mentre il Sole li sfiora, avremo esperti che ci racconteranno storie splendide che ci aiuteranno a mettere nella giusta “luce” un patrimonio unico al mondo!

La Festa, che si svolgerà durante l’intera giornata del 20 giugno su Youtube, (dalle 5:30 alle 23:00), si concluderà nella serata, a partire dalle 21:15, con un incontro/dibattito, condotto da Paolo Conte con la collaborazione in regia di Enrico Bonfante e Nicolò Brenzoni, che vedrà la partecipazione di personalità dell’arte, della cultura e della scienza. Ne citiamo alcuni: la scrittrice Dacia Maraini, lo storico dell’arte Claudio Strinati, l’artista Eugenio Finardi, l’astrofisico e accademico linceo Roberto Ragazzoni (direttore dell’Osservatorio astronomico INAF di Padova), e numerosi altri.

L’evento ha il Patrocinio di numerosissimi Enti, Istituti ed associazioni, senza dimenticare anche i Comuni (complessivamente oltre cinquanta): RAI, Istituto Nazionale di Astrofisica, Museo Galileo di Firenze, Società Astronomica Italiana, Coelum Astronomia.

L’elenco completo e il programma della giornata alla pagina Facebook dell’evento

Il tema musicale della FESTA è stato realizzato da Alessandro Pivetti, Simone Maretti ed Andrea Boldrini

Il Comitato Organizzatore

Festa Nazionale del Solstizio d’Estate @festadelsolstizioestivo


Il Dilemma Cosmologico della Materia Oscura

Ipotesi ed evidenze dalle origini della scoperta alle galassie senza materia oscura

Coelum Astronomia di Maggio 2020
è online, come sempre in formato digitale, pdf e gratuito.
Lascia la tua mail o clicca sulla X e leggi!

L'”abbonamento” è gratuito e serve solo per informare delle prossime uscite della rivista.

Guida autonoma per Curiosity

0
Alcuni esempi delle tipologie di terreno marziano che è possibile catalogare manualmente grazie allo strumento AI4Mars. Crediti: Nasa / Jpl-Caltech.
Alcuni esempi delle tipologie di terreno marziano che è possibile catalogare manualmente grazie allo strumento AI4Mars. Crediti: Nasa / Jpl-Caltech.

Intelligenza artificiale: un algoritmo risolverà tutti i nostri problemi. Già. Ma come si “addestra” un algoritmo? «In genere sono necessari centinaia di migliaia di esempi a un algoritmo di deep learning» secondo Hiro Ono, uno degli esperti di intelligenza artificiale di stanza al Jet Propulsion Laboratory del California Institute of Technology, il laboratorio Nasa dedicato alla progettazione, allo sviluppo e alla costruzione di sonde spaziali senza equipaggio. Le reti neurali non vengono infatti programmate per eseguire compiti specifici, bensì addestrate (utilizzando un algoritmo di apprendimento automatico) mediante una serie di esempi della realtà da modellare.

Facciamo l’esempio della guida autonoma: un algoritmo che voglia “mettersi al volante” di un’automobile ha bisogno di esempi. Tantissimi esempi. E c’è un mondo di automobilisti per le strade da cui imparare. Ma immaginate di dover guidare un rover a controllo remoto, su altro pianeta.

Come può Curiosity essere più autonomo nei suoi spostamenti sul suolo marziano? Anche qui servono esempi e questi esempi vanno fornirti manualmente. È a questo scopo che nasce lo strumento online AI4Mars, un progetto di citizen science ospitato sul portale di Zooniverse. Possono partecipare tutti coloro che abbiano tempo e voglia di catalogare le 8000 immagini caricate per tipologia di terreno.

L’obiettivo è addestrare un algoritmo di intelligenza artificiale per leggere e interpretare in modo automatico il paesaggio del pianeta rosso. Cosa che sarebbe di molto aiuto agli “autisti” che si occupano di programmare gli spostamenti di Curiosity su Marte.

È un grosso sasso quello sulla sinistra? Potrebbe essere sabbia quella che ricopre questo avvallamento? O si tratta piuttosto di un pavimento solido su cui procedere sicuri? AI4Mars consente di catalogare le immagini scegliendo fra diverse possibilità. Ciascun riscontro è fondamentale per affinare l’algoritmo di classificazione del terreno marziano, chiamato Spoc (Soil Property and Object Classification).

Oggi programmare un breve percorso di guida per il rover richiede dalle quattro alle cinque ore di lavoro, impegna più persone che scrivono e rileggono centinaia di righe di codice. Senza dimenticare i geologi che monitorano il terreno su cui Curiosity si muove per evitare slittamenti, danni, o che resti impantanato da qualche parte come è già successo in passato con SpiritOpportunity.

E già si guarda a Perseverance, che potrà di certo godere dei benefici di questa ricerca.


Il Dilemma Cosmologico della Materia Oscura

Ipotesi ed evidenze dalle origini della scoperta alle galassie senza materia oscura

Coelum Astronomia di Maggio 2020
è online, come sempre in formato digitale, pdf e gratuito.
Lascia la tua mail o clicca sulla X e leggi!

L'”abbonamento” è gratuito e serve solo per informare delle prossime uscite della rivista.

Accademia delle Stelle

0

2020-06 Coelum AdSCorsi online!
È sempre possibile iscriversi!

Si potranno seguire comodamente da casa e, se si perde la diretta, le lezioni saranno sempre online a disposizione dei corsisti.
Iscrizione e riduzioni sul sito.

Tutti i lunedì: Corso avanzato di Astronomia e Astrofisica
Approfondiamo la fisica dei fenomeni astronomici: dalla gravità alla meccanica quantistica, dall’elettromagnetismo alle dimensioni dell’Universo

Tutti i martedì: Corso base di Astronomia

Tutti i giovedì: Archeoastronomia e Astronomia Culturale
Per scoprire le conoscenze astronomiche degli Antichi e l’importanza che l’astronomia ha avuto nella cultura umana di tutte le epoche

Informazioni:
https://accademiadellestelle.org/
https://www.facebook.com/accademia.dellestelle/

Astronomiamo

0

LocCoelum-Giugno2020Guida al Cielo Estivo in webinar
11.06: Fotografare il cielo estivo con Valeriano Antonini e Amedeo Ferrante
18.06: Cosa osservare in estate con Stefano Capretti

Informazioni:

www.astronomiamo.it

Luna, Marte e un’ospite invisibile: Nettuno

Quello della mattina del 13 giugno sarà un appuntamento per chi non teme di fare le ore piccole pur di osservare il cielo! L’orario consigliato per l’osservazione, in effetti, non è dei più comodi, le 3:00 di notte… Cionondimeno, chi vorrà affrontare la levataccia (o evitare di coricarsi), volgendo lo sguardo verso est-sudest, potrà facilmente individuare la Luna, in fase di Ultimo Quarto, in congiunzione con una stellina spiccatamente arancione: è il pianeta Marte (mag. –0,2), situato ad una distanza di circa 3° 15’ a nord-nordest della Luna.

Un’occasione anche per l’osservazione del nostro satellite seguendo i consigli del nostro Francesco Badalotti (clicca qui a destra).

Ma non solo… L’incontro avverrà tra le stelle dell’Acquario e sebbene a vista possa sembrare un intimo ed esclusivo abbraccio tra Luna e Marte, in realtà, molto meno appariscente, è presente un terzo “invitato” che, in modo un po’ sommesso, si aggiunge a questo quadro: è il pianeta Nettuno (mag. +7,9). Impossibile da vedere a occhio nudo (ci servirà necessariamente un telescopio di diametro generoso per scorgerlo, o un buon binocolo e un po’ di esperienza per individuarlo), il pianeta si troverà a circa 1° 30’ a nord-nordest di Marte, proprio sulla congiungente tra quest’ultimo e la Luna.

• Leggi anche La ripresa fotografica amatoriale di Urano e Nettuno su Coelum astrnomia 239

Le effemeridi di Luna e Pianeti le trovi nel Cielo di Giugno 2020 su coelum.com


Tutti consigli per l’osservazione del Cielo di Maggio su Coelum Astronomia 245

Leggilo subito qui sotto online, è gratuito!

Semplicemente lascia la tua mail (o clicca sulla X) e leggi!

L'”abbonamento” è gratuito e serve solo per informare delle prossime uscite della rivista.

La regola dei numeri primi di Frb 121102

0
Impressione artistica di un modello di modulazione orbitale in cui il progenitore dell’Frb (in blu) è in orbita con un oggetto compagno (in rosa). Crediti: Kristi Mickaliger
Impressione artistica di un modello di modulazione orbitale in cui il progenitore dell’Frb (in blu) è in orbita con un oggetto compagno (in rosa). Crediti: Kristi Mickaliger

Grazie a una campagna di osservazione di quattro anni condotta presso l’Osservatorio Jodrell Bank, è stato possibile fare un’indagine riguardo a uno dei più grandi misteri dell’astronomia moderna: i lampi radio veloci (o Frb, acronimo di fast radio burst). Indagine che ha portato alla scoperta entusiasmante di una periodicità nel comportamento di uno dei rari lampi radio che si ripetono, Frb 121102.

Utilizzando le capacità di monitoraggio a lungo termine dell’iconico Lovell Telescope, un team internazionale guidato dagli astronomi di Jodrell Bank ha rilevato, nel corso della campagna, 32 lampi radio di breve durata emessi dalla sorgente. Rilevazioni che, insieme ai dati delle osservazioni precedentemente pubblicate, hanno permesso di scoprire che le emissioni di Frb 121102 rispettano uno schema ciclico, con raffiche radio osservate in una finestra temporale della durata di circa 90 giorni, seguite da silenzio per 67 giorni. Lo stesso comportamento si ripete quindi ogni 157 giorni.

Lampi radio veloci su Coelum Astronomia di aprile 2020. Cliccare per leggere lo speciale in formato digitale e gratuito.

Questa scoperta fornisce un indizio importante per identificare l’origine di questi enigmatici lampi radio veloci. La presenza di una sequenza regolare nella loro attività potrebbe implicare che i potenti burst siano collegati al movimento orbitale di una stella massiccia, una stella di neutroni o un buco nero.

«È un risultato entusiasmante», dice il ricercatore che ha guidato lo strudio, Kaustubh Rajwade dell’Università di Manchester, «perché rappresenta il secondo sistema in cui crediamo di vedere questa modulazione nell’attività della sorgente. Il rilevamento di una periodicità fornisce un importante vincolo all’origine delle esplosioni, e i cicli di attività potrebbero sfavorire l’ipotesi della precessione di una stella di neutroni». La ripetizione degli Frb infatti, potrebbe essere spiegata dalla precessione dell’asse magnetico di una stella di neutroni altamente magnetizzata, ma con gli attuali dati gli scienziati ritengono che sia difficile spiegare un periodo di precessione di 157 giorni, dati i grandi campi magnetici previsti in queste stelle.

L’esistenza degli Frb è stata scoperta solo di recente, nel 2007, e inizialmente si pensava fossero eventi unici legati a un evento catastrofico, come una stella che esplode. Poi, il 2 novembre 2012, il radiotelescopio di Arecibo ha scoperto Frb 121102, che si è ripetuto nel 2016. Tuttavia, fino a oggi, nessuno era stato in grado di riconoscere una regolarità nei burst di questo oggetto.

«Questo risultato si è basato sul monitoraggio regolare, possibile con il telescopio Lovell, e le non rilevazioni erano importanti quanto le rilevazioni», sottolinea Benjamin Stappers, che guida il progetto MeerTrap a caccia di Frb usando il telescopio MeerKat in Sudafrica.

In un nuovo articolo pubblicato su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, il team conferma che Frb 121102 è la seconda sorgente Frb che mostra un’attività periodica. Con loro sorpresa, la periodicità di questo ciclo è quasi dieci volte più lunga di quella della prima sorgente con emissione ciclica – Frb 180916.J10158 + 56, recentemente scoperta dal telescopio Chime in Canada  –  che è di 16 giorni.

«Questa entusiasmante scoperta evidenzia quanto poco sappiamo sull’origine dei Frb», osserva Duncan Lorimer, della West Virginia University che, insieme Devansh Agarwal, ha contribuito a sviluppare la tecnica di analisi dei dati che ha portato al risultato. «Saranno necessarie ulteriori osservazioni di un numero maggiore di Frb per ottenere un quadro più chiaro di queste sorgenti periodiche e chiarire la loro origine».

I ricercatori prevedono che la sorgente attualmente sia prossima a uscire dal suo stato “off” e passare a quello “on” (la data prevista era il 2 giugno 2020), per rimanere tale fino al 28 agosto 2020. Questo risultato, insieme alla recente rilevazione della periodicità da parte di un altro Frb, evidenzia la necessità di un monitoraggio a lungo termine dei Frb ad alta cadenza. Usando le simulazioni, i ricercatori hanno dimostrato che sono necessarie almeno 100 ore di tempo al telescopio per il follow-up ripetuto di un Frb con una cadenza di 0.5 – 3 giorni, necessaria per rilevare periodicità nell’intervallo 10 – 150 giorni.

Per saperne di più:

  • Leggi su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society l’articolo “Possible periodic activity in the repeating FRB 121102” di M. Rajwade, M. B. Mickaliger, B. W. Stappers, V. Morello, D. Agarwal, C. G. Bassa, R. P. Breton, M. Caleb, A. Karastergiou, E. F. Keane e D. R. Lorimer

Il Dilemma Cosmologico della Materia Oscura

Ipotesi ed evidenze dalle origini della scoperta alle galassie senza materia oscura

Coelum Astronomia di Maggio 2020
è online, come sempre in formato digitale, pdf e gratuito.
Lascia la tua mail o clicca sulla X e leggi!

L'”abbonamento” è gratuito e serve solo per informare delle prossime uscite della rivista.

Atlas. Due sonde per una cometa

0
Il Solar Terrestrial Relations Observatory della NASA, ovvero la sonda STEREO-A, ha catturato queste immagini della cometa ATLAS mentre veniva "colpita" dal vento solare nei giorni tra il 25 maggio e il 1° giugno. Durante le osservazioni, e al di fuori del campo inquadrato, la sonda Solar Orbiter dell'ESA/NASA stava invece attraversando una delle due code della cometa. Crediti: NASA/NRL/STEREO/Karl Battams
Il Solar Terrestrial Relations Observatory della NASA, ovvero la sonda STEREO-A, ha catturato queste immagini della cometa ATLAS mentre veniva "colpita" dal vento solare nei giorni tra il 25 maggio e il 1° giugno. Durante le osservazioni, e al di fuori del campo inquadrato, la sonda Solar Orbiter dell'ESA/NASA stava invece attraversando una delle due code della cometa (cliccare sull'immagine se l'animazione non parte) Crediti: NASA/NRL/STEREO/Karl Battams

Scoperta il 28 dicembre 2019 dalla Atlas Survey (Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System), Hawaii, la cometa C/2019 Y4 ATLAS aveva illuso una volta di più i nostri osservatori di astri chiomati di riuscire finalmente ad avere nei nostri cieli una bella cometa visibile anche a occhio nudo. Purtroppo come sappiamo la cometina non ha retto alla vicinanza con il Sole, che ha frantumato il suo nucleo, facendole perdere velocemente visibilità. Nei primi giorni di aprile, infatti, l’attività è calata nuovamente (dopo un precedente piccolo calo che si pensava fisiologico)e in seguito si è registrato l’allungamento del nucleo e il formarsi di una anomala coda luminosa, segnale che il nucleo stava andando in frantumi (leggi il report di Claudio Pra su Coelum Astronomia di maggio, a lettura digitale e gratuita).

La cometa però rimane ancora protagonista, grazie a un paio di incontri speciali… quello con la sonda Solar Orbiter, che ne ha attraversato in questi giorni la coda raccogliendo dati preziosi, e con lo sguardo della sonda solare Stereo (Solar Terrestrial Relations Observatory) della Nasa, che l’ha ripresa mentre sfrecciava accanto al Sole tra il 25 maggio e il 1° giugno.

Nell’animazione in apertura (se non parte cliccate sull’immagine) si vede la cometina emergere dalla parte superiore dell’inquadratura e avvicinarsi al Sole (fuori campo sulla sinistra), incontrando le raffiche di vento solare. La coda, che riflette bene la luce del Sole, appare bianca. Nell’inquadratura vediamo anche apparire un punto luminoso sulla sinistra, con un moto (relativo) diverso rispetto al movimento delle stelle sullo sfondo: è Mercurio, il pianeta che si sta mostrando luminoso proprio in questi giorni e fino alla metà di giugno.

Mentre la STEREO stava registrando queste immagini, un’altra sonda, la Solar Orbiter, stava attraversando la coda di ioni della cometa e il 6 giugno ha attraversato anche quella di polveri. Un’occasione unica per ottenere dati preziosi e inaspettati. Le comete hanno infatti due code, una di ioni dovuta all’interazione con il Sole e il suo vento solare, in direzione quindi del Sole, e una di polveri disseminate nello spazio al loro passaggio, che vediamo quindi estendersi dietro la cometa nel suo moto lungo la sua orbita.

Della missione della missione Solar Orbiter e delle nuove frontiere della fisica solare ve ne abbiamo parlato in occasione del lancio della sonda, su Coelum Astronomia di febbraio. Clicca sull'immagine per la lettura gratuita.

Lanciata nel febbraio 2020, la sonda non doveva entrare in piena operatività scientifica fino al 15 giugno, ma il suo programma di test è stato modificato e i suoi quattro strumenti più importanti sono stati messi in funzione in occasione dell’incontro. Attraversando la coda di ioni, ad esempio, grazie al magnetometro Mag o il misuratore di venti solari Swa, si potrà capire qualcosa in più su come il Sole e il suo vento solare hanno interagito con la Atlas. Attraversando la coda di polveri invece potrà raccogliere dati importanti lo strumento Rpw, il Radio and Plasma Waves: le particelle di polvere potrebbero, se abbastanza dense, colpire la sonda vaporizzandosi e formando piccole nubi di gas energetico e carico elettricamente.

Non è la prima che accade che una sonda, non progettata con questo scopo, intrecci la coda di una cometa, ma è la prima volta che si è potuto prevedere in anticipo, avendo quindi il tempo di modificare ad hoc la tabella di marcia della sua strumentazione.

Leggi anche la rubrica di giugno dedicata alle comete Occhi sulla C/2020 F8 SWAN


Il Dilemma Cosmologico della Materia Oscura

Ipotesi ed evidenze dalle origini della scoperta alle galassie senza materia oscura

Coelum Astronomia di Maggio 2020
è online, come sempre in formato digitale, pdf e gratuito.
Lascia la tua mail o clicca sulla X e leggi!

L'”abbonamento” è gratuito e serve solo per informare delle prossime uscite della rivista.

Associazione Tuscolana di Astronomia

0

Per partecipare all’evento compilare il modulo al link https://lnx.ataonweb.it/wp/events/spegniamo-cielo-accendiamo-stelle/:

05.06: Sorella Luna, compagna di viaggio
12.06: Il cielo del mese da casa

Consulta il sito web www.uai.it per conoscere gli ultimi appuntamenti e rivedere quelli già andati in onda.

La Luna con i due nuovi protagonisti della notte: Giove e Saturno

0

Nella notte tra l’8 e il 9 giugno, più precisamente alla mezzanotte e mezza del 9, guardando verso sudest potremo ammirare un bel triangolo formato da tre astri luminosi e dunque molto facili di individuare. Uno di questi sarà la Luna (fase dell’88%), impossibile da non trovare, alta circa 7° sull’orizzonte, in compagnia dei due pianeti giganti, Giove (mag. –2,6) e Saturno (mag. +0,4). Questo trio celeste formerà un bel triangolo nel cielo, i cui lati saranno di 5° 6’ (Giove-Saturno), 3° 55’ (Saturno-Luna) e di 4° 16’ (Giove-Luna).

Il teatro stellare di questo incontro è quello offerto dalla regione di cielo al confine tra le costellazioni del Sagittario (entro i cui confini si trovano Giove e la Luna) e del Capricorno (di cui è ospite Saturno).

Complessivamente, questo quadretto celeste risulterà estremamente fotogenico e, nonostante la luminosità della Luna, sarà facile in fotografia registrare anche l’impronta luminosa dei due pianeti, considerato il loro buon valore di magnitudine (soprattutto per ciò che riguarda Giove). All’orario indicato inoltre il terzetto sarà ancora piuttosto basso sull’orizzonte sud orientale consentendoci di introdurre nelle nostre inquadrature fotografiche anche alcuni elementi del paesaggio circostante (che siano naturali o architettonici) in modo da impreziosire lo scatto fotografico.

Con il passare delle ore, il triangolo celeste guadagnerà via via altezza sull’orizzonte, culminando al meridiano alle 4 circa del mattino.

Per chi disponga di un orizzonte orientale libero da ostacoli, è possibile ammirare il sorgere dei tre astri, con Giove (il primo dei tre a far capolino sull’orizzonte) che sorge alle 23:15 circa dell’8 giugno, con la Luna che lo segue a mezzanotte in punto.

Le effemeridi di Luna e Pianeti le trovi nel Cielo di Giugno 2020 su coelum.com


Tutti consigli per l’osservazione del Cielo di Maggio su Coelum Astronomia 245

Leggilo subito qui sotto online, è gratuito!

Semplicemente lascia la tua mail (o clicca sulla X) e leggi!

L'”abbonamento” è gratuito e serve solo per informare delle prossime uscite della rivista.

Astronomiamo

0
LocCoelum-Giugno2020

LocCoelum-Giugno2020Guida al Cielo Estivo in webinar
11.06: Fotografare il cielo estivo con Valeriano Antonini e Amedeo Ferrante
18.06: Cosa osservare in estate con Stefano Capretti

Informazioni:

www.astronomiamo.it


La Luna di Giugno e l’osservazione dal settore sudest verso nord (Parte 3)

0
Full Flower Moonrise di Tiziano Boldrini. Su Coelum Astronomia 245 il racconto della ripresa di questa bellissima immagine della Luna piena di maggio scelta anche come immagine del giorno sul sito APOD. Clicca sull'immagine per i dettagli.

Il mese si è aperto e con la Luna nel cielo sudoccidentale in fase di 9 giorni raggiungendo il capolinea il 5 giugno, con il Plenilunio in prossimità dell’orizzonte, poco dopo essere sorta contestualmente al tramonto del Sole, alla distanza di 368.709 km dalla Terra, pronta per farsi scandagliare nelle sue molteplici peculiarità tipiche di questa particolare fase lunare, come già ampiamente specificato in precedenti articoli e perfettamente visibile dalle 22/22:30 fino all’alba del mattino seguente. Per l’occasione segnalo che, nel caso specifico, il punto di massima Librazione scorrerà lungo il bordo lunare orientale nell’area fra il cratere Langrenus e il mare Smythii (vedere note specifiche sulle librazioni di giugno).

Non solo, il 5 giugno passerà anche nel cono d’ombra della Terra, in una eclissi parziale di penombra, che avrà però inizio alle 19:46 con la Luna ancora sotto l’orizzonte per tutte le località italiane.  La fase massima dell’eclisse si verificherà alle 21:25 con la Luna generalmente poco sopra l’orizzonte su tutta la nostra Penisola, un tipo di eclissi però difficilmente osservabile a occhio nudo, ma potrà dare qualche soddisfazione a chi si diletta di astrofotografia, in particolare durante la fase di massimo.

➜ Approfondisci su 5 giugno: Eclisse di Luna di penombra parziale

Con la ripartenza di una nuova fase calante, l’osservazione del nostro satellite verrà progressivamente limitata sempre più alle ore della notte, entrando in Ultimo Quarto alle 08:24 del 13 giugno dopo essere sorta alle 02:00 fra le stelle dell’Acquario e preceduta dal pianeta Marte (separazione di 3° 21′). Per gli appassionati di osservazioni lunari notturne vi sarà la possibilità di scandagliare con i propri strumenti gli innumerevoli dettagli di una fase lunare ben più problematica se posta a confronto col molto più comune Primo Quarto, considerando in particolare i rispettivi orari di osservabilità, ma costituiranno certamente uno stimolo!

Continua, con maggiori dettagli, le librazioni più interessanti e altri consigli osservativi in la Luna di giugno su Coelum Astronomia 245 (in formato digitale e gratuito)


A giugno osserviamo

26 e 27 giugno Dal settore sudest verso nord (Parte 3)

Siamo alla terza puntata di questo viaggio che, iniziato dal bordo lunare sudest (nelle precedenti puntate di questa rubrica parte 1 e parte 2), ci condurrà verso nord attraversando i vasti altipiani sudorientali. In questo numero di Coelum Astronomia proseguiremo pertanto in direzione dell’imponente e spettacolare scarpata della Rupes Altai.

La nostra principale proposta osservativa è prevista per la serata del 27 giugno con la Luna in fase di 6,5 giorni a un’altezza iniziale di +28° e a nostra disposizione fino alle prime ore della notte seguente quando scenderà sotto l’orizzonte. Al fine di incrementare il tempo a disposizione si consiglia di iniziare le osservazioni proposte già nella serata del 26 giugno, usufruendo in tal caso anche del transito del terminatore sulla regione lunare interessata per l’eventuale alta risoluzione.

Per inquadrare la regione lunare oggetto di questa proposta basterà orientare il telescopio a metà strada fra la scura area basaltica del mare Nectaris e l’estremità inferiore della cuspide meridionale e, se il seeing sarà almeno accettabile, il lavoro non mancherà

➜ Leggi la guida dell’osservazione dal settore sudest verso nord (Parte 3)

Falci di Luna

Proseguono i consigli per l’osservazione delle formazioni lunari anche nella pagina dedicata alle Falci lunari di giugno sul numero 245. L’appuntamento è prima dell’alba il 17 e 19 giugno e, dopo il Novilunio, alla sera,  il 22 e 23 giugno.

➜ Fotografiamo le sottili Falci di Luna

Consultate sempre le passate puntate della rubrica, perché molte formazioni sono già state già trattate anche in dettaglio.

Le effemeridi di Luna e Pianeti le trovi nel Cielo di Giugno 2020 su coelum.com


Tutti consigli per l’osservazione del Cielo di Maggio su Coelum Astronomia 245

Leggilo subito qui sotto online, è gratuito!

Semplicemente lascia la tua mail (o clicca sulla X) e leggi!

L'”abbonamento” è gratuito e serve solo per informare delle prossime uscite della rivista.

×
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

There was an error while trying to send your request. Please try again.

Autorizzo Coelum Astronomia a contattarmi via e-mail utilizzando le informazioni che ho fornito in questo modulo sia per fini informativi (notizie e aggiornamenti) che per comunicarmi iniziative di marketing.