La sera del 13 gennaio, poco dopo la fine del crepuscolo, una congiunzione stretta tra Venere e Nettuno potrà essere seguita inquadrando i due pianeti, separati da un grado, nello stesso campo di un telescopio usato a bassi ingrandimenti. Nel caso presentato in figura, il campo simulato è di 2° e comprende anche la stella iota Aquarii, di mag. +4,3.
Inizio ore 21:00. Le osservazioni si tengono presso i Giardini Pubblici con ingresso libero. 17.01: “Alla scoperta dell’antimateria” a cura di Marco Marchetti.
La prenotazione è sempre consigliata.
Per info: tel. 0544-62534, E-mail info@arar.it
Web: www.racine.ra.it/planet/index.html – www.arar.it
17.01: “Dallo Spazio alla Terra via WEB” con l’astronauta Paolo Nespoli.
Organizzati da: Dip. di Fisica Università di Ferrara, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Gruppo Astrofili Ferraresi “Columbia“ e Coop. Sociale Camelot.
In collaborazione con Arci Nuova Associazione.
Ricordiamo inoltre che, nel mese di Maggio 2012 si terrà presso le Valli di Ostellato (FE), CielOstellato 2012 Alta Risoluzione XV Meeting Nazionale Astrofili, organizzato dal Gruppo Astrofili Ferraresi “Columbia“ e Coop. Camelot. L’Osservatorio Astronomico “Paolo Natali“ del Columbia è inoltre aperto al pubblico da Aprile a Settembre tutti i venerdì sera, fatta eccezione per le serate de i “Venerdì dell’Universo”.
Osservazioni pubbliche: 14.01, ore 21:00: presso l’Osservatorio Astronomico Presolana Via Predusolo, località Lantana di Dorga.
Castione della Presolana (Bergamo). In caso di maltempo l’osservazione verrà annullata.
Per informazioni: Cristiano Fumagalli Tel 026184578
E-mail: fumagallic@tiscali.it
www.gacb.astrofili.org
Oggigiorno non è più un caso raro, grazie ai sofisticatissimi strumenti che scrutano il cielo dallo spazio e da terra, scoprire un lampo di raggi gamma o l’apparizione di una supernova, due tra i fenomeni più violenti ed energetici che avvengono nell’universo. Ma osservare la ‘firma’ dell’esplosione di una supernova proprio nel punto dove qualche giorno prima era apparso un GRB lo è, senza dubbio. La prima di queste associazioni e’ stata scoperta nel 1998 dal satellite italiano BeppoSAX e da allora, su una media di circa 300 GRB localizzati ogni anno nei raggi X, circa una dozzina finora sono stati associati con sicurezza anche a esplosioni disupernovae. L’ultimo evento di questo tipo è stato scoperto l’11 dicembre scorso da SuperAGILE, lo strumento per il monitoraggio del cielo nei raggi X a bordo del satellite italiano AGILE. SuperAGILE ha segnalato la comparsa di un lampo di raggi gamma, GRB 111211A, che è stato poi osservato sempre nei raggi X anche dal satellite Swift della Nasa e nella luce visibile da vari telescopi a terra.
Le osservazioni dell’evento condotte come di consueto nei giorni successivi ha sorpreso non poco gli scienziati coinvolti. A differenza infatti degli altri lampi gamma, la luminosità dell’afterglow del GRB 111211A nell’ottico aveva smesso di diminuire dopo circa venti giorni dalla sua comparsa ed era ormai divenuta costante, facendo sospettare che a sostenere questa luminosità ci potesse essere l’emissione di una sorgente come una supernova. Un sospetto che si è tramutato in certezza con le osservazioni spettroscopiche condotte grazie al Gran Telescopio Canarias da 10 metri di diametro a La Palma, sulle Isole Canarie.
“E’ stata una vera sorpresa” commenta Ettore Del Monte, dell’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali di Roma dell’INAF. “E’ la prima volta che una Supernova viene identificata nello spettro dell’afterglow ottico di un lampo gamma scoperto da SuperAGILE. Quello che trovo affascinante nello studio dei GRB è proprio che questi eventi permettono di organizzare osservazioni sinergiche da satellite e da Terra in così tante bande di energia diverse”.
Non è ancora del tutto chiaro quali siano i meccanismi fisici che siano alla base di questa cosiddetta “connessione GRB – Supernova”. La spiegazione potrebbe essere trovata indagando le esplosioni di stelle di grande massa prive del loro strato più esterno di idrogeno e dotate di una elevata velocità di rotazione. Ma di sicuro AGILE puo’ dare nuove informazioni per comprendere questi affascinanti e ancora enigmatici fenomeni.
DISEGNA LA STELLA DI BETLEMME:
Scade il 31 gennaio il consueto concorso grafico-pittorico
per i giovanissimi.
Alla “Stella di Betlemme” è dedicato il concorso che
l’Osservatorio Serafino Zani organizza ogni anno. I
ragazzi delle scuole dell’obbligo sono invitati a rappresentare
con un disegno una delle diverse ipotesi
(congiunzione planetaria, cometa o addirittura
esplosione di una stella) e a inviarlo, entro la fine di
gennaio, al Centro Studi Serafino Zani, via Bosca 24,
25066 Lumezzane. Il disegno può essere di qualunque
formato e realizzato con qualsiasi tecnica.
Le opere più belle verranno ritratte il prossimo Natale
in cartoline illustrate inviate in diverse copie agli
autori e pubblicate nelle pagine del nostro sito.
Per informazioni: tel. 3485648190.
E-mail: osservatorio@serafinozani.it
www.astrofilibresciani.it
10.01: “Osservare la Terra dallo Spazio” relatore Pierluigi Silvestrin.
Per informazioni: Tel. 347-8512348.
E-mail: giorgio@astrofilipolesani.net
www.astrofilipolesani.net
Inizio ore 21:00. Le osservazioni si tengono presso i Giardini Pubblici con ingresso libero. 10.01: “Il Medioevo e l’arte dell’astronomia” a cura di Oriano Spazzoli.
La prenotazione è sempre consigliata.
Per info: tel. 0544-62534, E-mail info@arar.it
Web: www.racine.ra.it/planet/index.html – www.arar.it
SPECIALE NATALE 2011 appuntamenti di gennaio: 07.01, ore 17:30: “Le Favole Celesti. L’origine dell’Universo
e la vita sulla Terra”. 07.01, ore 21:00: “Le stelle cadenti”.
Per informazioni e prenotazioni: tel. 049 773677
E-mail: info@planetariopadova.it
Web: www.planetariopadova.it
La cartina del mese abbraccia la piccola costellazione dell’Unicorno (Monoceros in latino) che nella sua parte nord occidentale nasconde la Nebulosa Rosetta, uno degli oggetti più fotografati del cielo ma scarsamente cercato in visuale. Per arrivarci basta individuare la non brillantissima epsilon Monocerotis (una facile stella doppia di mag. +4,5 e +6,7 con le componenti separate di 13") e da questa spostarsi poi verso est di due gradi esatti.
La cartina del mese abbraccia la piccola costellazione dell’Unicorno (Monoceros in latino) che nella sua parte nord occidentale nasconde la Nebulosa Rosetta, uno degli oggetti più fotografati del cielo ma scarsamente cercato in visuale. Per arrivarci basta individuare la non brillantissima epsilon Monocerotis (una facile stella doppia di mag. +4,5 e +6,7 con le componenti separate di 13") e da questa spostarsi poi verso est di due gradi esatti.
Percorsa com’è dalla Via Lattea, la quasi indecifrabile costellazione dell’Unicorno è ovviamente tra le preferite dagli osservatori visuali, che specialmente nella sua parte boreale trovano un’alta concentrazione di magnifici oggetti deep-sky. Uno per tutti, la celebre NGC 2237, più conosciuta con il nome di “Rosetta”, una nebulosa che molti giudicano impossibile da osservare visualmente. Un oggetto dalla duplice natura, stellare e gassosa, facile e difficile.
Leggi tutti i dettagli e i consigli per l’osservazione, con tutte le immagini e le mappe dettagliate, nell’articolo tratto dalla Rubrica Nel Cielo di Salvatore Albano presente a pagina 54 di Coelum n.154
Una immagine di Saturno realizzata dalla Cassini. Missione: Cassini-Huygens. Crediti: NASA/JPL-Caltech/Space Science Institute
Alla fine del 2010, i ricercatori della missione Cassini-Huygens hanno identificato una tempesta nell’emisfero nord del pianeta Saturno. Non è certamente la prima volta: la sonda Cassini già nel 2004 aveva individuato una tempesta nell’emisfero sud del pianeta chiamata “tempesta del Dragone”.
Ma decisamente, questa dell’emisfero nord, iniziata nel 2010 e sviluppatasi per oltre un anno, è la tempesta più grande e interessante mai osservata, con una superficie enorme e con fulmini 10.000 volte più intensi di quelli terrestri (vedi articoli precedenti). Dalla sua scoperta e per tutta la sua durata, la tempesta è stata seguita e studiata da vicino dagli strumenti a bordo della sonda Cassini.
Un'immagine di Saturno realizzata dalla Cassini. Missione: Cassini-Huygens. Crediti: NASA/JPL-Caltech/Space Science Institute
In questo magnifico mosaico a falsi colori del pianeta è visibile la coda dell’enorme tempesta, mentre la testa è tramontata oltre l’orizzonte. Per realizzare questo mosaico è stato necessario combinare 12 immagini nell’infrarosso realizzate dalla wide angle camera il 12 gennaio 2011. Al momento in cui sono state scattate queste foto, Cassini si trovava a 1.1 milioni di chilometri dal pianeta e la risoluzione dell’immagine è di 122 chilometri per pixel. Per la scelta dei colori, sono stati utilizzati tre diversi filtri nel vicino infrarosso (in particolare a 890, 752 e 728 nanometri) per distinguere i vari strati dell’atmosfera. Il mosaico permette dunque una chiara lettura della struttura dell’atmosfera del pianeta: il rosso e l’arancione indicano nuvole basse (e dunque profonde) nell’atmosfera. Il giallo e il verde rappresentano nuvole a profondità intermedia e bianco e blu indicano le nuvole alte dell’atmosfera.
Grazie alla sua risoluzione e alla legenda di colori, il mosaico permette dunque di aggiungere interessanti dettagli allo studio della tempesta dell’emisfero nord. Al centro della tempesta, nel quadrante in alto a sinistra del disco di Saturno è visibile una struttura di forma ovale ritenuta dai ricercatori di grande interesse e facilmente interpretabile grazie ai colori dell’immagine come una enorme voragine negli strati più profondi dell’atmosfera.
Come sempre, guardando con attenzione l’immagine, molte altre informazioni scientifiche saltano agli occhi, come il puntino nero nel quadrante in basso a sinistra sul disco di Saturno, che rappresenta l’ombra della luna Encelado. O gli anelli, visibili come una sottilissima linea che taglia l’immagine in orizzontale, mettendo in evidenza la struttura incredibilmente estesa e sottile degli anelli stessi, spessi appena qualche chilometro. Nel codice di colori del mosaico la linea appare di colore azzurro, essendo gli anelli ben al di fuori dell’atmosfera del pianeta. Da notare infine, l’ombra degli anelli, illuminati dalla luce del sole che li colpisce dall’alto, proiettata sul disco di Saturno. Sono visibili con sorprendente chiarezza le divisioni tra i vari anelli del pianeta.
Accuse di plagio per le ricerche di Hubble sull’espansione dell’universo e sulla classificazione morfologica delle galassie?
Si dice che nel 1931 qualcuno avrebbe pesantemente censurato un articolo del cosmologo belga Georges Lemaître per non mettere in discussione l’attribuzione a Edwin Hubble della scoperta dell’espansione dell’universo e della quantificazione di quella che oggi è conosciuta proprio come “Costante di Hubble”.
Questa, ma non solo, è l’accusa mossa da alcuni ricercatori in quello che è diventato il giallo scientifico dell’estate appena trascorsa. Del resto, non si scopre nulla di nuovo: già nel n° 99 di Coelum (ottobre 2006) Rodolfo Calanca aveva riportato tutta la questione, suggerendo alla fine che la cosiddetta “Legge di Hubble” venisse ribattezzata con il nome di “Legge di Hubble-Lemaitre” (con i due nomi in puro ordine alfabetico).
La novità sta nel fatto che ora ci sarebbero le prove. Le abbiamo analizzate assieme adAlberto Cappinell’articolo pubblicato su Coelum n.152 – 2011 alla pagina 22.
SPECIALE NATALE 2011 appuntamenti di gennaio: 06.01, ore 16:00: “Le Favole Celesti. L’origine dell’Universo e la vita sulla Terra”. 06.01, ore 17:30: “Le Favole Celesti. Le meraviglie del cielo dalle Hawaii”.
Per informazioni e prenotazioni: tel. 049 773677
E-mail: info@planetariopadova.it
Web: www.planetariopadova.it
07.01: “La Cometa di Natale” presso Museo Diocesano, Genova. Osservatorio Astronomico del Righi. L’astro che ha guidato i Magi era davvero una cometa o un altro fenomeno astronomico? Scopriamo le considerazioni di un astronomo a proposito di questo evento.
www.osservatoriorighi.it
Le dimensioni angolari apparenti del Sole all'afelio e al perielio. Cortesia Anthony Ayiomamitis.
Nelle primissime ore del 5 gennaio 2012 il nostro pianeta raggiungerà il perielio, ovvero la minima distanza dal Sole, pari a circa 147,1 milioni di chilometri.
Il fatto potrebbe sorprendere, considerando la stagione fredda nel nostro emisfero, ma si consideri che la variazione di distanza
Le dimensioni angolari apparenti del Sole all'afelio e al perielio. Cortesia Anthony Ayiomamitis.
Terra-Sole – che comporta comunque un incremento di irradiazione pari a circa il 7% rispetto a quella che si registra all’afelio i primi giorni di luglio (distanza Terra-Sole di 152,1 milioni di chilometri) – viene più che compensata dalla minore inclinazione dei raggi solari e dal ridotto numero di ore d’insolazione.
Inizio ore 21:00. Le osservazioni si tengono presso i Giardini Pubblici con ingresso libero. 05.01, ore 15:00: “Il cielo di Natale” a cura di ARAR (conferenza adatta a bambini a partire dai 6 anni, ingresso libero).
La prenotazione è sempre consigliata.
Per info: tel. 0544-62534, E-mail info@arar.it
Web: www.racine.ra.it/planet/index.html – www.arar.it
In gennaio la cometa Garradd continuerà la sua risalita verso le declinazioni più boreali, che la porteranno a diventare circumpolare già a metà febbraio. Sorgerà in media nelle primissime ore della notte e potrà quindi essere osservata fino alle prime luci dell’alba proiettata nella costellazione dell’Ercole.
In gennaio la cometa Garradd continuerà la sua risalita verso le declinazioni più boreali, che la porteranno a diventare circumpolare già a metà febbraio. Sorgerà in media nelle primissime ore della notte e potrà quindi essere osservata fino alle prime luci dell’alba proiettata nella costellazione dell’Ercole.
In un panorama cometario non certo esaltante, è ancora l’irriducibile C/2009 P1 (Garradd) a farla da padrona questo mese. Anzi, si può dire che il suo meglio comincerà a darlo proprio adesso. Dopo essere passata al perielio il 23 dicembre scorso, la Garradd continuerà infatti l’avvicinamento alla Terra fino al 12 marzo, data in cui arriverà alla distanza di 1,27 UA. E fino a quel giorno è probabile che si manterrà intorno alla magnitudine +6, ovvero alla portata di qualsiasi binocolo e forse osservabile a occhio nudo in circostanze favorevoli.
La tabella riporta il sorgere, la culminazione, l’altezza sull’orizzonte astronomico dell’osservatore raggiunta dalla cometa all’istante del transito in meridiano, e il tramonto. Sono quindi indicate: la magnitudine visuale (la magnitudine totale indicata è quella teorica calcolata in base a dei parametri fisici e geometrici; l’effettiva magnitudine visuale delle comete può risultare a volte decisamente diversa da quella tabulata), la distanza dalla Terra (in Unità astronomiche), l’elongazione dal Sole – occidentale “W” (la cometa è visibile alla mattina prima del sorgere del Sole), od orientale, “E” (la cometa è visibile alla sera dopo il tramonto del Sole) – l’Ascensione Retta, la Declinazione e la costellazione in cui si trova. Gli istanti sono topocentrici e calcolati per le 00:00 TMEC per una località situata a 12° di longitudine Est e 42° di latitudine Nord.
Leggi tutti i dettagli e i consigli per l’osservazione, con tutte le immagini e le mappe dettagliate, nell’articolo tratto dalla Rubrica Comete di Rolando Ligustri presente a pagina 65 di Coelum n.155.
Verso le 3:00 del 4 gennaio il radiante delle Quadrantidi (indicato dall'asterisco giallo e circumpolare alle nostre latitudini) sarà alto circa +30° sopra l'orizzonte di nordest. Consigliamo di attendere per lo meno quest'ora prima di iniziare le osservazioni: sia per dare modo al radiante di alzarsi, sia perché il picco di massima attività è previsto per le ore seguenti.
Verso le 3:00 del 4 gennaio il radiante delle Quadrantidi (indicato dall'asterisco giallo e circumpolare alle nostre latitudini) sarà alto circa +30° sopra l'orizzonte di nordest. Consigliamo di attendere per lo meno quest'ora prima di iniziare le osservazioni: sia per dare modo al radiante di alzarsi, sia perché il picco di massima attività è previsto per le ore seguenti.
Ogni inizio anno è caratterizzato dal manifestarsi più o meno discreto dello sciame delle Quadrantidi, il cui nome deriva dalla obsoleta costellazione del Quadrante Murale (introdotta da Lalande alla fine del 18° secolo) che un tempo occupava la regione situata nella parte nordorientale di Boote (dove quindi è situato il radiante). Il massimo, molto “piccato” (la durata dell’attività non è mai stata superiore a qualche manciata di ore, spesso non più di due) si avrà quest’anno verso le 8:00 del mattino del giorno 4, il che significa che tutto ciò che potremo fare sarà di sperare che succeda qualcosa nella notte tra il 3 e 4, fino alle prime luci dell’alba.
Le Quadrantidi hanno in genere una velocità di circa 40 km/s, e le tracce, di colore prevalentemente blu, sono discretamente brillanti (anche se molte sono telescopiche). L’attività è di tutto rispetto: mediamente lo ZHR è 70, ma nel recente passato ha toccato anche punte di 200.
Tra la sera del 2 gennaio e la notte del 3, la Luna al Primo quarto avvicinerà Giove fino a una distanza angolare di circa 5°.
Se si avrà la pazienza di aspettare che i due oggetti si abbassino sull’orizzonte, come figurato nell’illustrazione, si avrà la possibilità di riprendere la congiunzione includendo anche suggestivi elementi del paesaggio.
La stessa configurazione si ripeterà anche la sera del 30 gennaio, quando la Luna reincontrerà Giove nella stessa regione di cielo, con una fase leggermente più scarsa.
Inizio ore 21:00. Le osservazioni si tengono presso i
Giardini Pubblici con ingresso libero. 03.01: “Il Sole nel punto più vicino” a cura di Agostino Galegati.
La prenotazione è sempre consigliata.
Per info: tel. 0544-62534, E-mail info@arar.it
Web: www.racine.ra.it/planet/index.html – www.arar.it
31.12 ore 21:00: “La fine del mondo. Festa (G)Astronomica di fine 2011”. Aspettando la fine del mondo, la storia, i Maya… Cenone, musica dal vivo e astronomia all’Agriturismo Cà de Figo.
Per info: Tel. 327 7672984
E-mail: osservatorio@osservatoriocadelmonte.it
www.osservatoriocadelmonte.it
Escursioni in montagna per osservazioni a Pian dell’Armà (PV): 23/24 e 30/31 dicembre.
Per informazioni: 3803124156 e 3332178016
E-mail: info@astrofilirozzano.it
www.astrofilirozzano.it
29.12: “Il cielo di Natale“ attività adatta a bambini a partire da 6 anni. Ingresso libero.
La prenotazione è sempre consigliata.
Per info: tel. 0544-62534, email info@arar.it
Web: www.racine.ra.it/planet/index.html – www.arar.it
La magnifica coda della cometa Lovejoy (Foto di Colin Legg)
La cometa Lovejoy ha sfiorato la nostra Stella lo scorso 15 Dicembre (vedi questo post in merito), diventando molto brillante e con una coda estesa per decine di milioni di chilometri.
Nonostante le previsioni non fossero per niente rosee, il piccolo masso ghiacciato ha superato indenne l’incontro ravvicinato con il Sole e ora se ne sta allontanando velocemente.
Probabilmente per festeggiare lo scampato pericolo e farsi ricordare, in questi giorni sta mostrando uno spettacolo davvero unico, purtroppo riservato agli osservatori situati nell’emisfero australe. Nel cielo dell’alba della mattina del 21 dicembre, e probabilmente anche in quello dei prossimi giorni, la sua immensa e luminosa coda è stata ben visibile poco prima del sorgere del Sole.
Le immagini amatoriali del 21 Dicembre, che hanno già inondato la rete, testimoniano un evento probabilmente più unico che raro: la chioma della cometa è troppo vicina al Sole per essere osservata, ma la coda è così estesa e luminosa che si rende visibile ben prima del sorgere della nostra stella.
E’ emozionante vedere spuntare dall’orizzonte rosato questo pennacchio colorato ricco di tenui sfumature e pensare che stiamo osservando polveri e gas persi da una piccola e anonima cometa che un giorno ha deciso di regalarsi un grande momento di gloria mostrandosi così bella agli abitanti di un pianeta chiamato Terra.
Noi abitanti dell’emisfero boreale non possiamo far altro che ammirare invidiosi le immagini scattate dai nostri colleghi e lamentarci per un destino veramente crudele, che ha scelto di premiare di nuovo gli osservatori del sud del mondo dopo lo spettacolo regalato dalla cometa McNaught nel 2007, definita la più brillante di questo e del secolo passato.La pazienza sarà anche la virtù dei forti, ma a volte ce ne vuole davvero tanta.
Le immagini riprese il 22 Dicembre dagli osservatori di Australia e Nuova Zelanda mostrano ora anche la brillante chioma della cometa, ormai allontanatasi a sufficienza dal Sole per essere avvistata: una visione davvero mozzafiato.
Un'altra spettacolare immagine di Vello Tabur. http://users.tpg.com.au/vtabur/2011w3/2011w3.htm
Qui trovate un filmato time lapse registrato dall’astrofilo australiano Colin Legg il 21 dicembre che testimonia il curioso effetto della coda priva della chioma, mentre qui potete visualizzare le altre foto finora pervenute.
Visione artistica del sistema formato dai pianeti KOI 55.01 e KOI 55.02 in orbita attorno alla loro stella madre, quel che resta di una gigante rossa. (Cortesia S. Charpinet)
Due nuovi pianeti extrasolari scoperti dal satellite NASA Kepler. Due corpi celesti grandi approssimativamente come la Terra, attorno a una stella simile al Sole, anche se molto più antica. Potrebbero esserci molti spunti per fantasticare la possibilità di vita su quei mondi. Ma anche i più ottimisti dovranno subito abbandonare questa ipotesi. Infatti KOI 55.01 e 55.02 – questi i nomi assegnati ai due pianeti – sono vicinissimi alla loro stella madre, praticamente meno di tre volte la distanza che separa la Terra dalla Luna e sulla loro superficie si registrano temperature alle quali persino il tungsteno – il metallo con il più alto punto di fusione – bollirebbe allegramente. Un sistema planetario di scarso interesse quindi? Tutt’altro. Quello appena scoperto potrebbe essere una sorta di ‘anteprima’ per ciò che potrebbe accadere al nostro Sistema solare interno tra qualche miliardo di anni. La storia evolutiva della stella KIC 05807616 attorno alla quale sono stati individuati questi corpi celesti è infatti molto simile a quella che attenderà il nostro sole tra circa cinque miliardi di anni, quando la sua espansione coinvolgerà i pianeti più interni del Sistema solare, tra i quali, molto probabilmente anche la Terra.
Credit: NASA/Ames/JPL-Caltech
L’astro sembra aver terminato in epoche recenti la sua fase di gigante rossa quando, una volta terminato il suo combustibile principale, l’idrogeno, ha aumentato a dismisura le sue dimensioni, tanto da inglobare i due pianeti. Perso il guscio più esterno del gas, questa stella è ora una nana bianca e i due corpi celesti sono di nuovo liberi dal suo bollente abbraccio. Ma la sua temperatura superficiale è ancora elevatissima, quasi 28.000 gradi kelvin e quella che viene registrata sui suoi pianeti è circa un terzo. KOI 55.01 e 02 potrebbero essere ciò che resta di pianeti giganti di tipo gassoso, simili al nostro Giove. Quello che è sopravvissuto a questa ‘immersione’ sarebbero solo i nuclei densi dei due corpi celesti, probabilmente composti da elementi pesanti come il ferro.
“L’osservazione di questo sistema ci permette di comprendere come l’interazione fra una stella e i suoi pianeti più vicini possa giocare un ruolo cruciale in alcune fasi dell’evoluzione stellare” commenta Roberto Silvotti, dell’Osservatorio Astrofisico di Torino, tra gli autori dell’articolo sulla scoperta dei due pianeti pubblicato nell’ultimo numero della rivista Nature. “Non solo i pianeti interni possono riuscire a sopravvivere perdendo il loro guscio esterno quando entrano a diretto contatto con la stella, ma anche la stella può venire fortemente influenzata da questo contatto e perdere a sua volta il suo inviluppo. Si pensa infatti che possano essere stati proprio questi due pianeti a strappare via a KIC 05807616 il suo guscio esterno ricco di idrogeno, per formare la stella caldissima e abbastanza piccola che vediamo oggi, con un raggio pari a circa un quinto di quello del nostro Sole”.
Escursioni in montagna per osservazioni a Pian dell’Armà (PV): 23/24 e 30/31 dicembre.
Per informazioni: 3803124156 e 3332178016
E-mail: info@astrofilirozzano.it
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Il mese di dicembre si chiuderà con il crepuscolo serale del giorno 27 con questa bella congiunzione tra Luna e Venere, con il crescente lunare distante dal pianeta circa 7 gradi.
20.12: “La stella di Natale” di Massimo Berretti.
La prenotazione è sempre consigliata.
Per info: tel. 0544-62534, email info@arar.it
Web: www.racine.ra.it/planet/index.html – www.arar.it
20.12: “Ricerca di lenti gravitazionali. I telescopi spaziali Hubble e Herschel a confronto” relatore Mattia Negrello.
Per informazioni: Tel. 347-8512348.
E-mail: giorgio@astrofilipolesani.net
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Si chiama Lovejoy e in onore al suo nome ha deciso di concedersi una spensierata vacanza al caldo tepore del Sole, ma non si sa se e come ne uscirà, probabilmente con danni più seri rispetto ad una semplice scottatura.
Questa è la storia della cometa C/2011 W3 Lovejoy; un piccolo masso ghiacciato che si è proiettato in una zona estremamente pericolosa per la sua struttura.
In queste ore transiterà molto vicina al Sole, sfiorando la sua superficie a circa 150000 km di altezza.
Come facciamo allora a conoscere tutte queste proprietà di un oggetto che non possiamo osservare?
Noi sulla Terra non possiamo, ma la sonda della NASA Soho, a milioni di chilometri dalla Terra, può, visto che il suo compito è quello di monitorare 24 ore su 24 il Sole.
Le immagini della sonda, trasmesse in tempo reale, già mostrano la brillante cometa in avvicinamento e in rapido aumento di luminosità. Il massimo dovrebbe raggiungersi nella notte prossima, e se siamo fortunati ci potrebbe essere anche la possibilità di una fugace (e difficile) osservazione diretta.
A sinistra (cliccare l’immagine per ingrandire) è riportata una mappa con le posizioni della cometa nei prossimi giorni. Se la coda resterà attiva e luminosa, sarà alla portata dei cieli più limpidi e trasparenti presso l’orizzonte.
Se volete vedere un’animazione continuamente aggiornata in tempo reale, cliccate qui.
Ad una distanza così ravvicinata, l’intensa radiazione solare è in grado di scatenare un violento processo di evaporazione dei materiali volatili di cui è composta (tra cui una discreta quantità di ghiaccio d’acqua), rendendo visibile una bellissima coda estesa per milioni di chilometri e facendo risplendere l’astro con una magnitudine pari a quasi quella di Venere.
Purtroppo, data la grande vicinanza al Sole, non possiamo sperare di osservare la cometa, sebbene estremamente brillante.
Impossibile osservare la cometa, riservata forse solo agli osservatori dell’emisfero sud, ma una parte della coda potrebbe rendersi visibile domani mattina o dopodomani bassissima nel cielo dell’alba, vicino a dove dovrebbe sorgere il Sole.
Chi vuole provare ad effettuare questa impresa ha bisogno di un cielo estremamente scuro ed iniziare le osservazioni, in direzione del sorgere del Sole, circa 1 ora prima, fino al sorgere della nostra stella.
Il 2 dicembre scorso, con la CBET 2930/2931 è stata ufficializzata la nuova scoperta dell’astrofilo australiano Terry Lovejoy, a 4 anni dall’ultima, con il nome di C/2011 W3 (Lovejoy). Si tratta della sua terza scoperta dopo la C/2007 E2 (Lovejoy) e la C/2007 K5 (Lovejoy).
La prima ripresa fatta dallo scopritore è del 27 novembre scorso, quando, durante la sua survey di ricerca utilizzando un C8 al primo fuoco con un CCD QHY9, ha notato che su una sequenza di 3 immagini, su 200 effettuate, c’era un oggetto diffuso in rapido movimento.
Il giorno 29 ha ritentato la ripresa, ma l’incertezza era grande: le sue prime analisi davano l’oggetto in movimento di ben 3 gradi al giorno, per cui il possibile errore di posizione poteva essere grande, e il cielo coperto di quella mattina non aiutava di certo. Ciononostante, è stato in grado di catturare 6 foto del nuovo oggetto, così da avere la conferma che non si trattasse solo di un riflesso. Inviata la richiesta di controllo ad alcuni osservatori attendibili, finalmente il primo dicembre arrivo’ una conferma da parte di A.Gilmore e P.Kilmartin, grazie al telescopio di 1mt dell’Osservatorio di Mt. John.
A questo punto il nuovo oggetto è stato messo, da parte del MPC, nella pagina dei NEOCP, dove ha ricevuto ulteriori conferme da parte di altri osservatori, arrivando così al 2 dicembre con la conferma ufficiale: si tratta di una cometa del tipo Kreutz Sungrazing, un oggetto non raro ma per la prima volta da 40 anni a questa parte visto prima da Terra che dallo spazio.
Dai nostri cieli non sarà mai visibile causa la sua bassa declinazione e la vicinanza dal nostro Sole, però sarà interessante osservare le immagini della sonda SOHO intorno il 15 dicembre quando farà il suo perielio, con una magnitudine prevista di -7,8!
Un’altra splendida congiunzione, sempre subordinata alla limpidezza del cielo, è quella che ci sarà alle 6:30 del 23 dicembre, con una falce di Luna quasi impercettibile che troverà Mercurio nei pressi della stella Antares, alfa dello Scorpione. La Luna a quell’ora disterà 3,7° da Mercurio e 3,8° da Antares.
(N.B. Il disco della Luna è sovradimensionato rispetto alla scala dell’illustrazione).
17.12 ore 21:00: “Il Solstizio d’Inverno e gli auguri di Natale”. Osservazione notturna della volta celeste… con gli auguri di Natale!
Per info: Tel. 327 7672984
E-mail: osservatorio@osservatoriocadelmonte.it
www.osservatoriocadelmonte.it
16.12: I venerdì dell’ARAR: “Incontro con l’autore.
Apollo: La sfida alla Luna“ a cura di Stefano Cavina.
Ingresso gratuito.
La prenotazione è sempre consigliata.
Per info: tel. 0544-62534, email info@arar.it
Web: www.racine.ra.it/planet/index.html – www.arar.it
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