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Circolo “Galileo Galilei”

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16.12: “Il sogno di Einstein: lo stato attuale delle teorie di unificazione delle forze” di Antonio Masiero.
Per informazioni: Tel 041 590 0657- 335 537 6859
email: circolo.galilei@somsmogliano.it
http://circologalilei.somsmogliano.it

GAC – Gruppo Amici del Cielo

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16.12: “Introduzione al cielo invernale” e osservazione pubblica con i telescopi del GAC.
Per info: didattica@amicidelcielo.it
www.amicidelcielo.it

Associazione Astris – Roma

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15.12: “Telescopi: ottica ed utilizzo in astronomia” relatore Luciano Quaglietti.
Per informazioni: astris.roma@gmail.com
www.astrisroma.org

Un oceano sotto la superficie di Plutone?

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Una rappresentazione artistica della sonda New Horizon in visita a Plutone nel 2015. Con le sue strumentazioni mapperà la superficie di Plutone e della sua luna Caronte, fornendo dettagli anche sulla forma del pianeta nano, che potrà rivelare se ci sia o meno un oceano nascosto sotto la sua superficie ghiacciata. CREDIT: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Southwest Research Institute

Se è diventata ormai familiare l’idea che possano esistere oceani di acqua salata liquida sotto la superficie dei satelliti congelati dei pianeti giganti del Sistema Solare – su tutti Europa, la luna di Giove che presenta evidenti segni di criovulcanismo, un oceano globale e forse laghi freatici, ed Enceladus, il satellite di Saturno dalla cui superficie si elevano imponenti geyser di ghiaccio micronizzato – è però decisamente insolita l’ipotesi che un oceano d’acqua liquida possa esistere anche sotto la superficie del gelido Plutone.

Sembrerebbe il posto meno probabile dove trovare acqua ma, al di sotto di un sottile strato di ghiaccio d’azoto, potrebbe possedere un strato di ghiaccio d’acqua di maggior spessore: secondo uno studio pubblicato recentemente su Astrobiology Magazine da ricercatori della California University, le simulazioni dimostrano la concreta possibilità che al di sotto esista pure un oceano di acqua liquida.

Geysers simili a quelli trovati su Encelado, luna di Saturno, potrebbero essere trovati anche su Plutone dalla sonda New Horizon, che lo raggiungerà nel 2015. CREDIT: NASA/David Seal

La sonda New Horizons, lanciata nel 2006 e ormai “in vista” di Plutone, che raggiungerà nel 2015, potrà confermare l’ipotesi con l’osservazione diretta: la rotazione sull’asse di Plutone dovrebbe portare, in assenza di un oceano interno, alla formazione di un pronunciato rigonfiamento equatoriale; la presenza di spaccature nei ghiacci superficiali, simili a quelle di Europa, indicherebbe invece l’esistenza di forze mareali interne dovute alla presenza di acqua calde in risalita; anche l’osservazione di geyser di vapore simili a quelli di Enceladus costituirebbe una prova indiscutibile… chissà che non sia proprio il pianeta – pardon, il maggiore tra i corpi minori del Sistema Solare – più lontano dalla Terra a possedere l’ambiente più propizio ad un’eventuale evoluzione biologica.

Congiunzione Luna – Spica

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Congiunzione Luna - Spica

Congiunzione Luna - Spica

La congiunzione più fotogenica del mese sarà senz’altro quella che si verificherà la notte del 20 dicembre a partire dalle ore 3:00, quando dall’orizzonte di est-nordest spunterà una falce di Luna calante 3° a sudovest della stella Spica e quest’ultima 5,6° a est di Saturno nel riferimento altazimutale.

Al Planetario di Ravenna

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11.12 ore 10:30: Osservazione del Sole a cura di ARAR & ALPA.
La prenotazione è sempre consigliata.
Per info: tel. 0544-62534, email info@arar.it
Web: www.racine.ra.it/planet/index.html – www.arar.it

STASERA, PIOGGIA DI METEORE?

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La posizione del radiante delle Geminidi rispetto alle stelle della costellazione da cui lo sciame prende il nome. Verso le 20:00 del 14 dicembre, orario previsto per il massimo, il radiante sarà già alto circa 30° sull’orizzonte di est-sudest.

Lo sciame delle Geminidi, il più attivo negli ultimi anni dopo quello delle Leonidi e delle Perseidi, si manifesta in genere nel periodo che va dal 7 al 17 dicembre.

Come particolarità ricordiamo che – unico tra quelli più conosciuti – lo sciame sembra essersi generato da un asteroide (3200 Phaethon, che è probabilmente il residuo di una cometa estinta) e non da una cometa. Sembra inoltre che abbia cominciato a manifestarsi solo dopo l’anno 1750 e che già dalla fine di questo decennio la Terra potrebbe non attraversare la parte più densa della nube di detriti. Il radiante è situato circa 2° a nordovest di Castore, la stella alfa della costellazione dei Gemelli.

L’attività di quest’anno, con un massimo previsto verso le 19 TU (le 20:00 in Italia) del 14 dicembre, sarà purtroppo (e ti pareva!) disturbata dall’intenso chiarore di un trequarti di Luna  calante che se ne starà nel Cancro, proprio sotto i Gemelli nel sistema di riferimento altazimutale!

A parte le previsioni, consigliamo comunque di seguire l’attività dello sciame nel periodo 13-15 dicembre.

Il disco protoplanetario di Beta Pictoris ripreso da un amatore

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Affascinato dal sistema solare in formazione attorno a questa giovane stella fin dalla sua scoperta nel 1984, Olsen ha tentato per un paio di anni di catturarne un’immagine col suo riflettore da 10” accoppiato ad un CCD, applicando una tecnica suggerita in un articolo tecnico pubblicato nel 1993, ‘Observation of the central part of the beta Pictoris disk with an anti-blooming CCD’ (Lecavelier des etangs, A., Perrin, G., Ferlet, R., Vidal-Madjar, A., Colas, F., et al., 1993, A&A, 274, 877).

Il principale problema quando si affrontano riprese del genere è costituito dalla luce emanata dall’astro centrale, che offusca completamente l’emissione molto più debole degli oggetti del disco circumstellare. In pratica si tratta di attendere le condizioni di osservabilità più favorevoli per riprendere sia Beta Pictoris sia l’immagine di una stella simile nelle sue vicinanze, elaborando poi l’immagine del sistema Pictoris in modo di sottrarre l’immagine della seconda stella applicando un software compensativo delle differenze di magnitudo e angolazione.

Un procedimento articolato (descritto dall’Autore stesso in un articolo in pubblicazione nel prossimo numero di Coelum!), ma alla portata degli astrofili, che ha consentito a Olsen di ottenere un risultato davvero ottimo ed i complimenti nostri e di tutti gli appassionati di astronomia, inaugurando un settore di ricerca potenzialmente prezioso per collaborazioni con ambiti professionali.

Per i dettagli tecnici si può consultare il sito di Olsen.

Aurora Boreale – Islanda 22/29 Marzo 2012

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AURORA BOREALE   –   22/29 marzo 2012

1° giorno, giovedì 22/03 – MILANO Linate / AMSTERDAM / REYKJAVIK
Ritrovo dei Signori partecipanti all’aeroporto di Milano Linate in tempo per l’imbarco sul volo di linea KLM diretto ad Amsterdam e successiva coincidenza per Reykjavik del volo di linea Finnair. All’arrivo all’aeroporto di Reykjavik, disbrigo delle formalità doganali e, dopo l’incontro con la guida locale, trasferimento in hotel con giro panoramico della città: il centro storico, il Parlamento, la Cattedrale, il porto, il Museo Nazionale, la Perla e Höfdi dov’è avvenuto il summit nel 1986 che ha posto fine alla guerra fredda. Si continua poi per il museo folkloristico all’aperto Arbæjarsafn per ammirare degli esempi di architettura islandese. Sistemazione nelle camere riservate in hotel, cena libera e pernottamento.

2° giorno, venerdì 23/03 – REYKJAVIK / KIRKJUBÆJARKLAUSTUR
Prima colazione in hotel e partenza verso il passo Hellissheidi che offre una meravigliosa vista sul litorale meridionale. Proseguimento attraverso piccoli villaggi come Hveragerdi e arrivo vicino al ghiacciaio Eyjafjallajökull, reso famoso dall’eruzione nella primavera del 2010. Sosta alla cascata Seljalandsfoss e successivamente alla cascata Skogafoss per poi proseguire fino al piccolo paesino di Kirkjubæjarklaustur. Pranzo libero a carico dei partecipanti in corso di tragitto. Sistemazione nelle camere riservate in hotel, cena e pernottamento.
In serata, osservazioni astronomiche facoltative.

3° giorno, sabato 24/03 – KIRKJUBÆJARKLAUSTUR
Prima colazione in hotel ed intera giornata in escursione al Parco Nazionale di Skaftafell, ai piedi del Vatnajökull, la cima più alta dell’isola. Si tratta del più grande parco nazionale islandese, nonché una delle mete preferite dai suoi abitanti. Nel suo vastissimo territorio, è possibile ammirare immensi e spettacolari ghiacciai, vette maestose, cascate spumeggianti, desolati sandar, detriti dei ghiacciai che vengono trasportati a valle creando immense pianure. Proseguimento per la Jökursarlon, la laguna degli iceberg galleggianti. Pranzo libero a carico dei partecipanti in corso di escursione. Al termine, rientro a Kirkjubæjarklaustur per la cena ed il pernottamento in hotel.
In serata, osservazioni astronomiche facoltative.

4° giorno, domenica 25/03 – KIRKJUBÆJARKLAUSTUR / GULLFOSS / GEYSIR / FLUDIR
Colazione in hotel e partenza per la piccola cittadina di Vik nelle cui vicinanze si possonoammirare le spiagge nere. Sosta alle rocce di Reynisdrangar, che raggiungono i 66 metri sopra il livello del mare nel loro punto più alto. La leggenda vuole che si siano formate quando due giganti provarono a trascinare a terra una nave a tre alberi che alla luce del mattino si tramutò in pietra. Proseguimento verso la maestosa “cascata d’oro” Gullfoss e sosta alle sorgenti calde di Geysir. Qui si può ammirare Strokkur vhe erutta ogni 10-15 minuti con alte colonne di acqua calda e vapore. Pranzo libero a carico dei partecipanti in corso di tragitto. Sistemazione nelle camere riservate in hotel nell’area di Fludir, cena e pernottamento.
In serata, osservazioni astronomiche facoltative.

5° giorno, lunedì 26/03 – FLUDIR / ÞINGVELLIR / HVALFJÖRDUR / BORGARFJÖRDUR
Prima colazione in hotel e partenza per la regione del Thingvallavatn con il Parco Nazionale di Thingvellir di estremo interesse naturalistico, geologico e storico. Pranzo libero e proseguimento verso Hvalfjördur e visita alle pittoresce cascate di Barnafoss e Hraunafoss. All’arrivo nell’area di Borgarfjördur, sistemazione nelle camere riservate in hotel, cena e pernottamento.
In serata, osservazioni astronomiche facoltative.

6° giorno, martedì 27/03 – BORGARFJÖRDUR / SNÆFELLSNES / REYKJAVIK
Colazione in hotel e partenza per la visita della penisola di Snæfellsnes, uno dei posti più incantevoli d’Islanda con il ghiacciaio Snæfellsjökull che si eleva maestosamente alla sua estremità. Proseguimento per il distretto di Myrar attraverso brughiere, campi di lava ed alcuni dei fiumi più pescosi di salmone del paese, fino ad arrivare nella valle di Hnappadalur dove si potrà vedere il cratere dell’estinto vulano Eldborg. Rientro verso Reykjavik con soste per la visita delle scogliere di Arnarstapi e di alcuni piccoli villaggii di pescatori fino a Stykkisholmur. Pranzo libero a carico dei partecipanti in corso di tragitto.
All’arrivo a Reykjavik, sistemazione nelle camere riservate in hotel, cena libera e pernottamento.

7° giorno, mercoledì 28/03 – BLUE LAGOON
Prima colazione in hotel ed intera giornata alla Blue Lagoon: una stazione termale naturale circondata da colate di lava e spiagge di sabbia nera, alimentata dagli scarichi di una centrale geotermica che si rifornisce in una falda a 240 °C a 200 km di profondità nella terra. Frequentato tanto da islandesi quanto da turisti, il Blue Lagoon permette a tutti di vivere intensi momenti a tutto ozio pronti a sguazzare nell’acqua calda ad una temperatura tra i 36 °C e i 40 °C e rilassarsi contornati da un’accattivante atmosfera di vapore e aria fresca. Pranzo libero, cena libera e pernottamento in hotel.

8° giorno, giovedì 29/03 – REYKJAVIK / COPENAGHEN / MILANO Linate
Prima colazione in hotel e trasferimento in aeroporto in tempo utile per l’imbarco sul volo di linea Finnair in partenza per Copenaghen. Coincidenza con volo di linea Scandinavian Airlines per l’aeroporto di Milano Linate. All’arrivo, sbarco e fine dei servizi.

PIANO VOLI

22/03 MILANO Linate (h. 06.30) – COPENAGHEN (h. 08.35) SK 1690
22/03 COPENAGHEN (h. 13.20) – REYKJAVIK (h. 15.30) FI 205
29/03 REYKJAVIK (h. 13.15) – COPENAGHEN (h. 18.15) FI 212
29/03 COPENAGHEN (h. 20.55) – MILANO Linate (h. 23.00) SK 1689

QUOTA INDIVIDUALE DI PARTECIPAZIONE

  • minimo 20 partecipanti             € 1.900,00
  • minimo 15 partecipanti              € 1.950,00

Supplemento camera singola                € 150,00

Tasse aeroportuali € 230,00 (soggette a riconferma fino all’atto dell’emissione del biglietto aereo)

La quota comprende: * voli di linea come da prospetto in in classe economica * franchigia bagaglio 20 kg *sistemazione per 3 notti in hotel 4 stelle a Reykjavik e per le restanti 4 notti nelle località come da programma in strutture locali, in camere doppie con servizi privati * trattamento di pernottamento e prima colazione negli hotels + 4 cene come da programma con menu a 3 portate incluso caffè o te * tour, visite, trasferimenti ed escursioni come da programma in pullman riservato e con guida locale parlante italiano * ingresso ed asciugamano alla Blue Lagoon * assicurazione medico/bagaglio e annullamento viaggio a favore di ciascun partecipante * omaggio.

La quota non comprende: * tasse aeroportuali (€ 235,00 circa ad oggi e soggette a riconferma ad emissione biglietti) * pranzi (menu a 2 portate a partire da € 24,00 per persona) e 3 cene a Reykjavik (a partire da € 45,00) * bevande ai pasti * altri ingressi a musei, chiese, monumenti o siti d’interesse non menzionati * bagaglio extra, acquisti ed extra personali in genere * mance ad autista e guida * tutto quanto non specificato alla voce “La quota comprende”.

NOTE: nessun spazio è stato bloccato in opzione. Quote indicative, costruite sulla base dei contratti 2010, e quindi da riconfermare al momento della prenotazione.

DOCUMENTI e INFORMAZIONI VARIE

DOCUMENTI PER L’ESPATRIO – dal 2001 l’Islanda fa parte dell’area Schengen. Per i cittadini italiani in visita per motivi di turismo i documenti di viaggio e di riconoscimento accettati sono il passaporto o la carta d’identità valida per l’espatrio, che devono essere validi per tutto il periodo di permanenza in Islanda (non sono accettate carte identità con timbro di rinnovo).

ORA LOCALE – in Islanda vige l’ora di Greenwich per tutto l’anno, ovvero un’ora in meno rispetto all’Italia. Quando nel nostro paese vige l’ora legale la differenza aumenta a due ore.

CLIMA – grazie alla corrente del Golfo l’Islanda gode di un clima oceanico freddo ma temperato. Durante i mesi estivi la temperatura è intorno ai 12-17°. Il tempo è tuttavia estremamente variabile nel corso della stessa giornata, con una notevole escursione termica: le piogge sono frequenti anche se di breve durata. Da fine Maggio all’inizio di Agosto regna il sole di mezzanotte, con poche ore di buio: nel mese di giugno, poi, il sole non tramonta mai completamente nel nord del paese.

ASSISTENZA MEDICA – i cittadini italiani possono ricevere le cure mediche necessarie previste dall’assistenza sanitaria pubblica se dispongono della Tessera Europea di Assicurazione Malattia (TEAM). Maggiori informazioni presso la propria ASL di zona.

TELEFONO – dall’Islanda si chiama l’Italia con prefisso internazionale 0039 seguito dal codice della città italiana, incluso lo zero, e il numero dell’abbonato. Per chiamare in Islanda comporre invece il prefisso 00354. La zona di Reykjavik e le più grandi aree abitative lungo la costa sono collegate con il GSM.

VALUTA E CAMBIO – la moneta ufficiale è la corona. Vengono accettate le maggiori carte di credito.

LINGUA – la lingua ufficiale è l’islandese. L’inglese è largamente diffuso e non è raro incontrare qualcuno che parla il francese.

CORRENTE ELETTRICA – il voltaggio è di 220 volt con prese sempre a 2 spine e non 3.

ABBIGLIAMENTO – si consigliano vestiti comodi medio/pesanti che comprendano, anche d’estate, indumenti di lana leggera, un maglione o pile e una giacca a vento impermeabile. Da non dimenticare scarpe comode e scarponcini con una robusta suola di gomma nonché un costume da bagno per nuotare nelle acque calde delle sorgenti naturali. Inoltre, essendo il sole molto forte specialmente nelle vicinanze dei ghiacciai, consigliamo l’uso di occhiali da sole con lenti filtranti e creme solari.

ALBERGHI – le soluzioni ed i circuiti proposti prevedono per la maggior parte la sistemazione in camere con servizi privati. In Islanda le strutture alberghiere non hanno tuttavia raggiunto lo standard di altri paesi europei per via della breve stagionalitàturistica e l’ampiezza del territorio in rapporto alla popolazione. Richiedono pertanto un certo spirito di adattamento. Solo Reykjavik e Akureyri garantiscono una ricettività alberghiera qualificata e di buon livello.

Informazioni e prenotazioni al viaggio:

CTM di Robintur spa – Via Bacchini 15,
Modena – Tel 059/2133701 ctm.gruppi@robintur.it www.robintur.it

Informazioni astronomiche:

Sig. Massimiliano Di Giuseppe 338/5264372 www.esploriamoluniverso.com
Sig. Ferruccio Zanotti 338/4772550 www.esploriamoluniverso.com
The Lunar Society: Sig. Paolo Minafra 339/2929524

Gruppo Astrofili Lariani

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11.12 ore 17:00: “L’astronomia della domenica”, osservazione, al tramonto, all’Alpe del Vicere a caccia di Venere, Marte e Giove. A seguire “pizzata” in compagnia.
Per informazioni: tel 328 0976491
astrofili_lariani@virgilio.it – luigi.viazzo@email.it
www.astrofililariani.org

Associazione Amici dell’Astronomia in Riviera

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11.12, ore 16:00: “Il Pianeta del mese: Giove“.
Per informazioni: tel. 3342209096 (Luca Talamoni).
http://comunedimira.ning.com/profiles/blogs/ilplanetario-di-mira

Una lente gravitazionale quadrupla

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Gli astronomi hanno scoperto una “lente” gravitazionale in grado di produrre una rara immagine quadrupla dello stesso oggetto: in immagini registrate dai Telescopi Spaziali Hubble e Spitzer l’Ammasso MACS J0329.6-0211, lontano 4,6 miliardi di anni luce dalla Terra sembra quadruplicare l’immagine, fortemente ingrandita, di una piccola galassia posta a 12,8 miliardi di anni luce, ai confini dell’Universo conosciuto.

Una lente gravitazionale si forma quando la luce di un oggetto molto remoto e debolissimo attraversa un intenso campo gravitazionale interposto alla linea di vista dalla Terra: la sorgente più lontana, altrimenti debolissima, viene fortemente amplificata, mentre la sua immagine risulta ingrandita decine di volte e moltiplicata in una serie di miraggi.

Si tratta di un effetto previsto dalla teoria della relatività di Einstein, in grado di produrre spettacolari sdoppiamenti e, più raramente, immagini multiple e distorsioni arcuate dette Anelli di Einstein.

L’oggetto scoperto dai ricercatori di Heidelberg è una delle lenti gravitazionali più distanti che si conoscano: anche se era noto qualche altro oggetto amplificato ancora più lontano, è finora la più remota lente quadrupla scoperta. L’elaborazione delle immagini, ottenuta ipotizzando che la maggior parte della massa della lente sia concentrata nelle galassie visibili dell’Ammasso, ha consentito di “ripulire” l’aspetto originale della galassia lontana, che risulta avere una massa pari a pochi miliardi di stelle simili al Sole, poche polveri e una forte attovità di formazione stellare.

Un risultato che avvicina l’oggetto alle dimensioni delle Nubi di Magellano, galassie satelliti della nostra Via Lattea, e che conferma l’ipotesi teorica che le prime galassie formatesi nell’Universo fossero oggetti irregolari e relativamente piccoli, accresciutisi in seguito a fenomeni di cattura e collisioni.

La NASA conferma: Kepler-22b è all’interno della fascia di abitabilità!

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Sarà lui l’agognato pianeta gemello? Sbilanciarsi è ancora prematuro, ma il suo curriculum da aspirante mondo abitabile, appena convalidato dal satellite NASA Kepler, fa una certa impressione: con un raggio pari a 2.4 volte quello terrestre, è il più piccolo mai scoperto fra i pianeti extrasolari in orbita nella fascia d’abitabilità – dunque potenzialmente in grado di avere acqua liquida in superficie – attorno a una stella simile al Sole. Insomma, se oggi volessimo acquistare una seconda casa su un altro mondo, con la speranza di poterci un giorno vivere, in cima alla lista ci sarebbe lui: Kepler-22b.

Certo, non è proprio dietro l’angolo: si trova a circa 600 anni luce da noi, dunque scordiamoci i fine settimana mordi e fuggi.

Il nostro Sistema solare (sotto) e quello di Kepler-22b (sopra) a confronto. La zona in verde rappresenta la fascia di abitabilità. Crediti: NASA/Ames/JPL-Caltech

E anche quanto a edificabilità c’è solo da incrociare le dita: gli scienziati ancora non sanno se sia prevalentemente roccioso, liquido o gassoso. In compenso, gli anni, là su Kepler-22b, si susseguono più o meno come da noi, visto che durano 290 giorni l’uno. La temperatura media, stimata attorno ai 22 gradi, lascia sperare in un clima primaverile. E anche albe e tramonti dovrebbero avere un aspetto familiare quanto basta per lenire la nostalgia di casa: la stella attorno alla quale il nuovo pianeta orbita (a una distanza di circa il 15% inferiore a quella che separa la Terra dal Sole) è infatti di tipo G5. Vale a dire, una stella gialla: proprio come il nostro Sole, che essendo una stella di tipo G2 è appena un po’ più grande.

In realtà, la caratteristica che più entusiasma gli astronomi è un’altra. Ed è che la natura di pianeta extrasolare in orbita all’interno della fascia d’abitabilità di Kepler-22b, gemello o meno della Terra che sia, è stata confermata. È proprio questa conferma, in corso di pubblicazione su The Astrophysical Journal, a renderlo fino a oggi unico fra gli oltre 1000 candidati a pianeti extrasolari, dieci dei quali potenzialmente abitabili, che il satellite Kepler ha appena aggiunto al suo personale censimento. Così come è l’unico confermato, riporta ancora la NASA, fra tutti e 54 i candidati pianeti in fascia d’abitabilità di cui si fosse a conoscenza fino a febbraio 2011 (ora scesi a 48, avendo Kepler reso più severa la definizione di fascia abitabile).

«Una scoperta», ha dichiarato Alan Boss, della Carnegie Institution for Science, fra gli scienziati del team, guidato da William Borucki dell’Ames Research Center della NASA, al quale si deve il risultato, «che rafforza la nostra convinzione di vivere in un universo affollato di vita». Insomma, un pianeta di cui ci ricorderemo: comunque vada a finire, Kepler-22b rappresenta già una pietra miliare nella caccia a un nuovo mondo.

Al Planetario di Ravenna

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09.12: Osservazione dello volta stellata a cura di ARAR & ALPA.
La prenotazione è sempre consigliata.
Per info: tel. 0544-62534, email info@arar.it
Web: www.racine.ra.it/planet/index.html – www.arar.it

Calsky e Iridium Flare: istruzioni per l’uso.

Doppio Iridium Flare nel Leone di Giuseppe Petricca
Doppio Iridium Flare nel Leone di Giuseppe Petricca. Cliccando sull'immagine tutti i dettagli di ripresa.


Versione integrale della Guida all’uso di CalSky pubblicata nell’articolo Iridium Flare – Bagliori nel Cielo. Osservarli, fotografarli e se necessario… evitarli di Gianni Pasquali
del n. 154 di Coelum Astronomia.

Per facilitare chi non ha dimestichezza con l’utilizzo di Calsky e le lingue Inglese o Tedesco, uniche opzioni disponibili, si pensa possa essere utile proporre una piccola guida che, sebbene indirizzata solo ad una piccola parte delle smisurate possibilità del sito, può porre le basi per imparare a sfruttare tutte le sue potenzialità.

La registrazione e la consultazione delle pagine di Calsky sono completamente gratuite con un limite di connessione giornaliero di alcune ore, più che sufficiente per lo scopo. L’uso illimitato, con precedenza di connessione in caso di sovraffollamento, è concesso inviando una donazione in denaro, happy user donation, di 40 euro l’anno.

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Registrazione al sito

Quando ci si connette per la prima volta a Calsky, o comunque se non si è registrati, viene visualizzata la pagina d’introduzione con una breve panoramica di quanto offerto dal sito. Per accedere alla pagina di Registrazione, basta cliccare sulla scritta corrispondente in alto a destra Free Registering/Login o sul globo terrestre visibile nel riquadro appena sotto. Si consiglia caldamente di registrarsi poiché tutte le impostazioni personalizzate rimarranno nella memoria del server ed in seguito non sarà più necessario ripetere quest’operazione, risparmiando parecchio tempo da dedicare alla consultazione.

Aperta la pagina di Registrazione, si richiede di selezionare, fra Tedesco ed Inglese, la Lingua preferita. La pagina mostra cinque riquadri numerati.

Il primo serve per denominare ed indicare la posizione geografica della propria postazione. Ci sono diverse opzioni, ma conviene usare la mappa di Google trascinando con il Mouse, tenendo premuto il tasto sinistro, la casetta visibile sulla cartina geografica e portarla nel luogo desiderato. Rilasciare il tasto sinistro quando si raggiunge il punto esatto e poi cliccare sulla scritta Click here presente nel fumetto apparso sopra l’icona. Assegnare un nome al luogo scelto nell’apposita casella in alto Your name for this site. Questo servirà al server per comunicare i dati personalizzati in base al luogo prescelto, che in seguito potrà sempre essere cambiato secondo le esigenze logistiche.

Il secondo riquadro serve per impostare il Fuso Orario. Questo è comunque assegnato automaticamente dal server in base alle coordinate corrispondenti al luogo selezionato in precedenza. Anche l’eventuale orario estivo sarà computato automaticamente.

Nel terzo riquadro è richiesto di specificare il livello di conoscenza e preparazione in materia di Astronomia da parte dell’utente. Qui si consiglia di selezionare la scritta Hobby astronomer (Hobby).

Il quarto riquadro è dedicato ad impostazioni opzionali da scegliere in base alle proprie esigenze di visualizzazione delle pagine.

Il riquadro seguente, il numero cinque, è la sezione per la registrazione.

Inserire il proprio user name e password, che serviranno per eseguire il login nei seguenti accessi al sito.

Il sesto riquadro serve per inserire il proprio indirizzo E-mail, operazione consigliabile, se si desidera ricevere la conferma di registrazione via posta elettronica con il codice di accesso, le newsletter e gli alerts, avvisi di posta elettronica relativi per lo più ai transiti della Stazione Spaziale Internazionale sui dischi solari e lunari.

Terminata l’immissione di tutti i dati, cliccare sul bollino go! nella casella verde chiaro, in fondo alla pagina a destra della dicitura You must press this button to accept your inputs per confermare quanto inserito.


A questo punto si aprirà una pagina di Benvenuto, dove si segnala l’avvenuta registrazione. Qui si viene avvisati che, per mantenere valido nel tempo lo stesso account di registrazione, sarà necessario visitare regolarmente il sito. In caso di cancellazione dell’account ripetere le procedure di registrazione.

Se si è comunicato il proprio indirizzo E-mail, si riceverà un messaggio di Posta Elettronica che richiede di confermare la richiesta di ricevere alerts e newsletters, cliccando sul link evidenziato. Se non si completa quest’operazione, la richiesta sarà annullata.

A questo punto si è pronti per accedere ad un’enorme messe d’informazioni che abbraccia tutti gli eventi conosciuti e prevedibili a carattere astronomico ed astronautico, ma, per ovvie ragioni di spazio, qui saranno indicate principalmente le procedure necessarie ad ottenere i dati relativi alla visibilità degli Iridium Flares.

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La Home Page

La schermata introduttiva di Calsky mostra in alto il menù di navigazione, con le tabelle di accesso alle diverse sezioni. Subito sotto a destra si trova il box che visualizza le impostazioni dell’utente, user, utilizzate dal server per i parametri di calcolo dei dati. La pagina è completata da alcune informazioni e consigli per l’uso. Cliccando sulla tabella Satellites si accede alla consultazione di dati orbitali e mappe stellari per l’individuazione di un enorme numero di Satelliti Artificiali.

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La Pagina Satellites

La schermata di questa pagina, oltre a un’interessantissima descrizione, mostra in alto un box per le opzioni di ricerca. L’accesso alla prima della lista, Sat-Library, consente di ottenere tutte le informazioni e le opportunità di osservazione relative ad un qualunque satellite del quale si conosca il nome o la data di lancio.

La seconda, Selected Satellite, permette di identificare il nome e le caratteristiche di qualunque satellite, ad esempio nel caso di una casuale osservazione del suo passaggio, solamente inserendo gli orari e le coordinate del luogo.

Le restanti voci danno accesso alle diverse categorie di queste formidabili macchine volanti, tra le quali salteranno all’occhio subito la Stazione Spaziale Internazionale e lo Space Shuttle che, fatta la debita pratica con la fotografia degli Iridium Flares, potranno senz’altro essere oggetto di future riprese con la stessa strumentazione.

Ed ora, finalmente, è arrivato il momento di accedere alla pagina che interessa cliccando sulla voce (Iridium) Flare. Le parentesi stanno a significare che, oltre agli Iridium, saranno visualizzati anche i dati dei Flares, solitamente poco frequenti e di bassa luminosità, di satelliti appartenenti ad altre categorie però, attenzione, a titolo sperimentale. Questo significa che, per questi oggetti, le previsioni non sono certe e si può incorrere a mancati avvistamenti oppure con caratteristiche differenti da quelle indicate, orari e/o luminosità dei Flares.

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La pagina (Iridium) Flare

Nella schermata di questa pagina insieme  al menù di navigazione, alla consueta nota descrittiva ed il box utente, sono inseriti due altri box di selezione che danno modo di selezionare gli eventi in base alle necessità.

Il primo, in alto a sinistra sotto il Menù alla dicitura Select start of calculation visualizza la data e l’ora corrente, bloccata al momento di apertura della pagina, per ordinare al server di fornire i dati a partire da quel preciso istante. Orari e data possono essere personalizzati, agendo sul comando a lato di ogni casella evidenziato in azzurro, per ottenere dati di eventi passati o futuri.

Appena sotto, la casella a fianco della dicitura Select duration permette di impostare l’arco temporale desiderato, da un minimo di 0,1 secondi fino al massimo di un mese per avere a disposizione la lista degli eventi visibili per un determinato periodo.

Il secondo box, posto sotto il testo descrittivo, propone una selezione della tipologia dei Flares e qui si consiglia di lasciare selezionata la prima opzione  Show all flares e, impostati i parametri desiderati, cliccare sul bollino verde go!. Dopo pochi secondi, o più se l’arco temporale è molto lungo, vedremo apparire una serie di box, ordinati per data, con la serie di eventi visibili. Ogni singolo evento è racchiuso in una casella suddivisa in tre settori. Il primo settore indica l’esatto orario di “accensione” del Flare. Il secondo settore riporta la sigla di identificazione del satellite corrispondente. Tutti i satelliti artificiali, infatti, hanno un nome ed un numero e, nel caso dei nostri, al nome Iridium seguirà una cifra.

Il terzo settore contiene i principali dati ed una miniatura, raffigurante la volta celeste, che riassume in modo molto efficace ed intuitivo la posizione e l’intensità del Flare non senza segnalare, secondo il colore di sfondo con il quale è rappresentata, condizioni del cielo con luce diurna, crepuscolare o notturna. Con un po’ di esperienza, basterà una rapida occhiata alla miniatura per rendersi conto se un determinato Flare valga la pena di essere fotografato o meno. Tutto questo però non è sufficiente per individuare con esattezza la zona del cielo che dovrà essere racchiusa nel campo di ripresa della nostra fotocamera. Si dovrà conoscere con precisione il tragitto percorso dal satellite fra le stelle e gli orari precisi del periodo comprendente l’accensione e lo spegnimento del Flare al fine di pianificare l’esatto periodo della posa fotografica. Cliccando sul secondo settore della casella, quella indicante nome e numero del satellite, verrà aperta la pagina Star Chart, Mappa Stellare, corrispondente.

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La pagina Star Chart

Qui verrà mostrata una Carta Stellare interattiva, con impostazioni scelte dal server, centrata sulla zona del cielo interessata dall’Iridium Flare con una dimensione angolare ridotta, a seconda dei casi, fra i dieci ed i venti gradi. Prima di analizzare tutti i contenuti della schermata e di scendere nei dettagli riguardanti l’uso interattivo della Carta Stellare, sarebbe opportuno illustrare i comandi e le opzioni che permettono di ottenere una Mappa adattata alle proprie esigenze ed il modo per interagire con essa.

In alto a sinistra, immediatamente sotto la barra di navigazione, troviamo nuovamente le caselle dedicate all’impostazione dei tempi e dei periodi riguardanti l’evento selezionato con una novità, rispetto alla precedente schermata, ovvero l’aggiunta di una casella select interval riservata alla selezione dell’intervallo temporale che può modificare la visualizzazione del percorso dell’Iridium Flare nella Carta Stellare.  Esso, infatti, è mostrato con una sequenza di sfere dal diametro crescente in ordine di luminosità, allo stesso modo con il quale si vedono raffigurate le stelle. Qui si consiglia di selezionare il periodo di un secondo che, come si vedrà più avanti, permette di pianificare con accuratezza i tempi di inizio e fine esposizione fotografica. Le altre caselle, già impostate dal server in modo corretto, si possono lasciare invariate. Per confermare le impostazioni, cliccare sul bollino verde go!, dopo una breve pausa apparirà la Carta Stellare con le modifiche apportate.

Più in basso, appena sopra la Mappa, si trovano i tre riquadri dedicati alla personalizzazione della Carta Stellare. Il primo a sinistra Simulation contiene diverse opzioni per modificare la raffigurazione della Mappa. Con la casella Output size è possibile variare a piacimento le dimensioni delle Carte Stellari sul Monitor. Spuntando le diciture Grid – Main lines – Constellation – Boundaries – no line of Horizon si possono tracciare sulla Mappa griglie e linee che potrebbero servire ad orientarsi più facilmente in cielo. Con la voce Negate colors si può scegliere una rappresentazione del cielo “naturale”, fondo cielo nero e stelle con il loro colore, oppure al negativo ed in bianco e nero, fondo cielo bianco e stelle nere. E infine con Realism (e.g., show Planets/Moons) si può optare per una Carta Stellare che mostri o meno la posizione di Luna e Pianeti.

Il secondo riquadro Telescope mostra, com’è sicuramente intuibile, per lo più opzioni dedicate all’uso di strumentazione telescopica,  ad eccezione dell’ultima casella, Limiting magnitude, con la quale è possibile variare la quantità di stelle presenti nella Mappa, ad esempio selezionando un valore corrispondente alla magnitudine limite visibile dalla propria postazione osservativa, anche questa utile per rendere più agevole il compito a coloro che hanno poca pratica di “cose celesti”. Qui si consiglia di selezionare anche l’opzione Telrad, nome che contraddistingue un particolare tipo di cercatore per telescopi senza alcun potere d’ingrandimento, costituito da una scatoletta di plastica con un vetrino sul quale viene proiettato,  da un led alimentato a batteria, il cerchio di Telrad appunto. Questo cerchio evidenzierà la posizione all’interno della Mappa, quando saranno attivate le opzioni di puntamento presenti nel terzo riquadro, Pointing, di un qualunque oggetto selezionato in base alla sua sigla, nome o coordinate celesti.

Il riquadro Pointing serve, oltre a quanto appena descritto, anche a modificare le dimensioni angolari delle Carte Stellari. Partendo dall’alto, la prima casella Whole sky serve per visualizzare la Carta Stellare dell’intera Volta stellata, teoricamente visibile dalla propria postazione. In via teorica per il semplice fatto che non tiene conto di ostacoli che, nella maggior parte dei casi, limitano la totale visibilità del cielo. Questoformato, però, può essere d’aiuto a pianificare una ripresa fotografica a grande campo. La seconda opzione Center Satellite riporta la Mappa alle dimensioni generate automaticamente dal server in apertura pagina. Proseguendo troviamo la terza Field of view utilizzabile per scegliere invece una precisa dimensione angolare della Mappa fra le molte possibilità selezionabili tramite il cursore posizionato sulla destra della casella.

L’opzione che segue Direction orienta la Mappa in diverse direzioni secondo quella selezionata con il cursore.  Si suggerisce di usare la direzione Zenith, la più intuitiva, che è la versione usata anche per la Carta stellare pubblicata nella rubrica Il Cielo del mese di Coelum.

Le ultime tre caselle servono per il puntamento, con l’opzione Telrad attivata, di oggetti astronomici. Basta scrivere il nome, in inglese ovviamente, o una delle sigle appartenenti ai tanti cataloghi stellari nella prima casella Object Name, NGC M… oppure le coordinate di Ascensione Retta e Declinazione nelle ultime due, nell’ordine Right ascension e Declination.

Anche qui, per visualizzare la Mappa con tutte le opzioni modificate, cliccare sul corrispondente bollino verde go! corrispondente, situato in basso a destra del terzo riquadro.

Ma questo non esaurisce il formidabile numero di strumenti messi a disposizione in questa pagina.

Posizionati vicino all’angolo in alto a destra della Carta Stellare, si trovano due comandi, + e evidenziati in un piccolo riquadro azzurro, che funzionano come uno zoom. Cliccando sul segno più si aumenta l’ingrandimento ma si restringe la dimensione angolare e il contrario si ottiene cliccando sul segno meno. I triangolini azzurri posti ai vertici e nei punti intermedi dei lati della Mappa, da interpretare come frecce direzionali, servono per modificare il campo di vista. Cliccando con il mouse su uno di questi simboli si ottiene un effetto simile all’azionamento di una montatura altazimutale, infatti si noterà uno spostamento del campo di vista nella direzione indicata. Questi comandi agiscono istantaneamente dopo il clic senza bisogno di una successiva conferma.

Questi strumenti sono molto comodi per pianificare una ripresa fotografica a campo relativamente stretto dell’Iridium Flare, magari in compagnia di qualche soggetto astronomico interessante come, ad esempio, una costellazione, un asterisma, un ammasso stellare aperto, un pianeta o, perché no?, anche una sottile falce di Luna.

Tutte queste indicazioni e suggerimenti dovrebbero servire ad acquisire una Carta Stellare ideale per ogni tipo di esigenza ma, si sarà notato fin dall’apertura della pagina, senza alcuna indicazione che identifichi gli oggetti rappresentati in essa. Bisogna tenere presente che se ogni simbolo mostrato nella Mappa avesse accanto la sua denominazione, ci si troverebbe di fronte ad un caos indescrivibile. Accanto ad ognuno di essi ci dovrebbe essere scritto il nome proprio di molte stelle, pianeti ed oggetti del cielo profondo, sigle dei vari cataloghi astronomici assegnate ad astri di ogni tipologia, coordinate ed orari scanditi ad ogni secondo delle apparizioni degli Iridium Flares. Tutto ciò non sarebbe accettabile, quindi entrano in gioco le proprietà interattive insite in tutte le Carte Stellari rese disponibili dal sito. Basta muovere il mouse sulla mappa e ci si accorgerà che quando il puntatore si trova in corrispondenza di un simbolo, istantaneamente saranno visualizzati il nome e/o le sigle dei principali cataloghi, la costellazione di appartenenza e le corrispondenti coordinate celesti, sia in un riquadro a sfondo giallino appena sotto il puntatore che nella banda a sfondo grigio presente appena sopra la Carta Stellare.

Da tenere conto, però, che ad ogni dimensione angolare corrisponde un limite al numero delle possibili visualizzazioni, quindi nelle Mappe più estese si otterranno i dati concernenti gli oggetti più luminosi od estesi, mentre man mano che la dimensione angolare si riduce così aumenterà la possibilità di identificare oggetti via via meno luminosi o appariscenti. Nel caso delle simulazioni del percorso dei Flares, come già detto rappresentate da una serie rettilinea di simboli sferici con intervallo selezionato su di un secondo, il puntatore segnalerà ad ogni simbolo tutti i dati disponibili di quel singolo istante, nome e numero del satellite, coordinate di Ascensione retta e Declinazione, magnitudine, data ed orario esatto al secondo. Questo significa che si sarà in grado di pianificare esattamente la durata dell’esposizione ed un suo tempo di inizio e fine commisurati alle esigenze che il tipo di fotografia impone. Non tutti i Flares hanno una durata simile. I più luminosi, solitamente, si assestano intorno ai 10 – 15 secondi e permettono pose brevi compatibili con astri o vedute terrestri particolarmente luminose che, con pose più lunghe, potrebbero saturare il sensore. Al tempo stesso i Flares mediamente luminosi, di magnitudine compresa fra – 3 e – 6, normalmente prolungano la loro visibilità fino a trenta secondi o poco più e la caratteristica strisciata a forma di fuso che apparirà nel fotogramma sarà leggermente meno appariscente ma sensibilmente più grande. La creatività comunque la farà sempre da padrona, dopo un breve periodo di rodaggio e con un po’ di applicazione  sarà certamente possibile realizzare con facilità delle composizioni fotografiche originali e ad alto impatto emotivo.

In questa pagina si trovano anche tre ulteriori sezioni dedicate al satellite selezionato. La più interessante è quella contenuta nel riquadro a sfondo giallo appena sotto il box utente e denominata Satellite Menu. Cliccando sulle rispettive voci si apriranno schermate contenenti informazioni come storiografia, dati orbitali e grafici Info – Orbit History/Zoom – Orbit Elements, visualizzazioni d’immagini che mostrano la Terra vista dal Satellite (Data & view of the Earth), un planisfero con tracciata la proiezione del moto orbitale sulla superficie terrestre (Ground Track Map), una mappa stellare recante il percorso del satellite (Finder Chart), una lista delle future opportunità osservative dello stesso satellite per un arco di qualche giorno (Sighting opportunities), indicazioni riguardanti la possibilità di seguire, se previsti, transiti del satellite sul disco solare o lunare (Transit Centerline) e, infine, i dati e la cartina geografica che indicano la linea centrale di massima intensità luminosa del Flare visibile sulla superficie terrestre (Flare Centerline).  Queste ultime indicazioni sono molto utili per potersi spostare alla ricerca di un punto di osservazione ideale per ammirare l’Iridium Flare alla sua massima luminosità.

La sezione immediatamente a sinistra del box appena descritto fornisce una specie di Carta d’Identità del satellite in questione. Da notare la piccola icona in fondo alla sezione. Essa rappresenta un semaforo che indica  lo status dei calcoli disponibili nella pagina. Quando il semaforo mostra la luce verde significa che i dati sono definitivi e le previsioni sono certe. Quando appare la luce gialla o rossa, ed in genere questo succede per altre tipologie di satelliti e/o quando mancano ancora parecchi giorni all’evento selezionato, vuol dire che i calcoli orbitali sono ancora incerti ed hanno bisogno di ulteriori verifiche.

La terza ed ultima sezione completa la già enorme mole di informazioni disponibili con dati sulla magnitudine visuale del satellite in condizioni “normali”, direzione del moto, coordinate altazimutali ed equatoriali, orari indicanti la levata, il transito e il tramonto del satellite rispetto al punto di osservazione utente, altezza del Sole nel periodo di visibilità del Flare e, a seguire, altri dati relativi all’orario espressi nella versione comune, l’ora locale, sia in quelle più specificatamente ad uso astronomico come Data Giuliana, Tempo Dinamico Terrestre, DeltaT, Tempo Siderale apparente locale e di Greenwich.

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Conclusione

Illustrare una parte delle potenzialità del sito Calsky si è rivelata un’impresa abbastanza ardua, sicuramente molto più di quanto non lo sia l’utilizzo stesso. La speranza è che tutto questo possa essere utile anche a coloro che per la prima volta si avvicinano all’astronomia ed approfittino di questo straordinario mezzo per imparare a conoscere ed apprezzare l’altra metà del paesaggio, il cielo notturno.


Coelum non è solo l’ultimo numero!
Scegli l’argomento che preferisci e inizia a leggere! E’ gratis…

Gruppo Astrofili Lariani

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11.12 ore 17:00: “L’astronomia della domenica”, osservazione, al tramonto, all’Alpe del Vicere a caccia di Venere, Marte e Giove. A seguire “pizzata” in
compagnia.

Per informazioni: tel 328 0976491
astrofili_lariani@virgilio.it – luigi.viazzo@email.it
www.astrofililariani.org

Al Planetario di Ravenna

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06.12: “I colori delle stelle“ di Mauro Graziani.
La prenotazione è sempre consigliata.
Per info: tel. 0544-62534, email info@arar.it
Web: www.racine.ra.it/planet/index.html – www.arar.it

Circolo “Galileo Galilei”

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05.12: “Robotica e quotidianità” di Emanuele Micheli.
Inoltre Evento Speciale: convegno al Liceo da Vinci – Treviso
Per informazioni: Tel 041 590 0657- 335 537 6859
email: circolo.galilei@somsmogliano.it
http://circologalilei.somsmogliano.it

Planetario e Osservatorio di Ca’ del Monte

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04.12 ore 15:00: Osservazione del Sole; il cielo del mese.
Per info: Tel. 327 7672984
E-mail: osservatorio@osservatoriocadelmonte.it
www.osservatoriocadelmonte.it

Planetario e Osservatorio di Ca’ del Monte

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03.12 ore 21:00: L’astronomia degli antichi; inoltre osservazione notturna della volta celeste.
Per info: Tel. 327 7672984
E-mail: osservatorio@osservatoriocadelmonte.it
www.osservatoriocadelmonte.it

Al Planetario di Padova

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Spettacoli al Planetario: il giovedì alle ore 21:00, il venerdì e il sabato alle ore 17:30 e 21:00, la domenica alle 16:00 e 17:30.
Per informazioni e prenotazioni: tel. 049 773677
Email: info@planetariopadova.it
Web: www.planetariopadova.it

Il Sole e la Luna: astronomia e cosmologia di Leonardo – dal 19/9 al 11/12 a Milano

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Leonardo

La mostra si distribuisce tra le sedi espositive della Pinacoteca Ambrosiana e della Sacrestia del Bramante (Santa Maria delle Grazie).
Dal 19/9 al 11/12 a Milano
Pinacoteca Ambrosiana:
Da martedì a domenica: ore 10:00-18:00

Sacrestia Bramantesca di S. M. delle Grazie
Lunedì: ore 09:30-13:00 e 14:00-18:00.
Da martedì a domenica: ore 08:30-19:00.

Per informazioni:
TEL: 02-806924 – info@ambrosiana.it www.ambrosiana.eu

Gruppo Astrofili Lariani

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02.12 ore 21:30: Incontro dal titolo “Posta dal Galbiga”. Carrellata di foto scattate all’Osservatorio Monte Galbiga.

Per informazioni: tel 328 0976491
astrofili_lariani@virgilio.it – luigi.viazzo@email.it
www.astrofililariani.org

Associazione Amici dell’Astronomia in Riviera

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Inizio incontri ore 21:00, consigliata la prenotazione.
02.12: “Il cielo di Dicembre”.
Per informazioni: tel. 3342209096 (Luca Talamoni).

Gruppo Astrofili Lariani

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02.12 ore 21:30: Incontro dal titolo “Posta dal Galbiga”. Carrellata di foto scattate all’Osservatorio Monte Galbiga.
Per informazioni: tel 328 0976491
astrofili_lariani@virgilio.it – luigi.viazzo@email.it
www.astrofililariani.org

Associazione Amici dell’Astronomia in Riviera

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02.12: “Il cielo di Dicembre”.
Per informazioni: tel. 3342209096 (Luca Talamoni).
http://comunedimira.ning.com/profiles/blogs/ilplanetario-
di-mira

GAC – Gruppo Amici del Cielo

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02.12: “25 Anni di scatti … astronomici” conferenza di Renato Peruffo.
Per info: didattica@amicidelcielo.it
www.amicidelcielo.it

Pio & Bubble Boy – Coelum n.154 – 2011

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vignetta-frassati-154

Questa Vignetta è pubblicata su Coelum n.154 – 2011. Leggi il Sommario. Guarda le altre vignette di Pio&Bubble Boy

Inizia il grande volo di (433) EROS

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eros-tabelle

ErosIl “volo” di Eros in dicembre partirà dall’Orsa maggiore per poi attraversare la piccola costellazione del Leone minore in direzione del Leone. Nella seconda metà del mese la luminosità sarà già scesa sotto la mag. +10 e saranno già perfettamente osservabili nel visuale le variazioni di luce dovute alla rotazione e alla forma oblunga.

Leggi tutti i dettagli e i consigli per l’osservazione, con tutte le immagini e le mappe dettagliate, nell’articolo tratto dalla Rubrica Asteroidi di Talib Kadori presente a pagina 66 di Coelum n.154
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La GARRADD punta verso nord

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Garradd
Il percorso della C/2009 P1 (Garradd) a Dicembre
Garradd
Il percorso della C/2009 P1 (Garradd) a Dicembre

Il percorso apparente in dicembre della C/2009 P1 (Garradd) appare decisamente rettilineo e diretto verso nord, tanto che le condizioni osservative, mediocri per quasi tutto il mese, miglioreranno decisamente con il crescere della declinazione.

Il giorno 29 la Garradd sarà vicinissima a lambda Herculis, stella di mag. +4,4.

Leggi tutti i dettagli e i consigli per l’osservazione, con tutte le immagini e le mappe dettagliate, nell’articolo tratto dalla Rubrica Comete di Rolando Ligustri presente a pagina 64 di Coelum n.154.

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Tabella Garradd
La tabella riporta il sorgere, la culminazione, l’altezza sull’orizzonte astronomico dell’osservatore raggiunta dalla cometa all’istante del transito in meridiano, e il tramonto. Sono quindi indicate: la magnitudine visuale (la magnitudine totale indicata è quella teorica calcolata in base a dei parametri fisici e geometrici; l’effettiva magnitudine visuale delle comete può risultare a volte decisamente diversa da quella tabulata), la distanza dalla Terra (in Unità astronomiche), l’elongazione dal Sole – occidentale “W” (la cometa è visibile alla mattina prima del sorgere del Sole), od orientale, “E” (la cometa è visibile alla sera dopo il tramonto del Sole) – l’Ascensione Retta, la Declinazione e la costellazione in cui si trova. Gli istanti sono topocentrici e calcolati per le 00:00 TMEC per una località situata a 12° di longitudine Est e 42° di latitudine Nord.

Ultima chance dell’anno: le GEMINIDI

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Geminidi
La posizione del radiante delle Geminidi rispetto alle stelle della costellazione da cui lo sciame prende il nome. Verso le 20:00 del 14 dicembre, orario previsto per il massimo, il radiante sarà già alto circa 30° sull’orizzonte di est-sudest.
Geminidi
La posizione del radiante delle Geminidi rispetto alle stelle della costellazione da cui lo sciame prende il nome. Verso le 20:00 del 14 dicembre, orario previsto per il massimo, il radiante sarà già alto circa 30° sull’orizzonte di est-sudest.

Lo sciame delle Geminidi, il più attivo negli ultimi anni dopo quello delle Leonidi e delle Perseidi, si manifesta in genere nel periodo che va dal 7 al 17 dicembre.
Come particolarità ricordiamo che – unico tra quelli più conosciuti – lo sciame sembra essersi generato da un asteroide (3200 Phaethon, che è probabilmente il residuo di una cometa estinta) e non da una cometa. Sembra inoltre che abbia cominciato a manifestarsi solo dopo l’anno 1750 e che già dalla fine di questo decennio la Terra potrebbe non attraversare la parte più densa della nube di detriti. Il radiante è situato circa 2° a nordovest di Castore, la stella alfa della costellazione dei Gemelli. L’attività di quest’anno, con un massimo previsto verso le 19 TU (le 20:00 in Italia) del 14 dicembre, sarà purtroppo (e ti pareva!) disturbata dall’intenso chiarore di un trequarti di Luna calante che se ne starà nel Cancro, proprio sotto i Gemelli nel sistema di riferimento altazimutale! A parte le previsioni, consigliamo comunque di seguire l’attività dello sciame nel periodo 13-15 dicembre.

Nel Cielo – Cassiopeia – La bellezza dell’occhio e quella della mente

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Cassiopeia con tabella
La cartina del mese abbraccia la regione celeste sul confine tra Cassiopeia e Andromeda, dove nei pressi della stella omicron Cassiopeiae si trova la coppia di galassie nane NGC 185 e NGC 147, legate gravitazionalmente alla grande M31. Più a nord, confuso con la posizione della stella fi Cassiopeiae si trova il rutilante ammasso aperto NGC 457.

Tabella CassiopeaCon la sua classica forma a “W”, ben riconoscibile anche dai meno esperti, Cassiopea è una di quelle costellazioni che, attraversate dalla Via Lattea, sembrano trasudare ricchezze celesti da ogni campo inquadrato o fotografato.

Cassiopeia
La cartina del mese abbraccia la regione celeste sul confine tra Cassiopeia e Andromeda, dove nei pressi della stella omicron Cassiopeiae si trova la coppia di galassie nane NGC 185 e NGC 147, legate gravitazionalmente alla grande M31. Più a nord, confuso con la posizione della stella fi Cassiopeiae si trova il rutilante ammasso aperto NGC 457.

In dicembre, per di più, si trova ben alta sopra l’orizzonte di nordovest, in orari abbastanza comodi. Un’occasione da non perdere! …e il piccolo assaggio che presentiamo ne è una prova.

Leggi tutti i dettagli e i consigli per l’osservazione, con tutte le immagini e le mappe dettagliate, nell’articolo tratto dalla Rubrica Nel Cielo di Salvatore Albano presente a pagina 52 di Coelum n.154

L’avventura di MSL è iniziata

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Il vettore lascia la rampa 41 della Cape Canaveral Air Force Station. Credit: NASA

L’imponente razzo Atlas 5 ha lasciato il nostro pianeta con, nella stiva, un rover del costo di 2,5 miliardi di dollari. Dotato di un generatore energetico nucleare, un braccio robotico e una suite di strumenti sofisticati (80 kg contro i 7 scarsi dei MER), chiamato Curiosity grazie ad un concorso di nomi fra studenti, si prevede che il laboratorio mobile spenda almeno due anni alla ricerca di composti organici e segni di abitabilità nel passato o nel presente, su un terreno stratificato al centro di un cratere del diametro di 160 km.

È la missione più complessa e scientificamente ambiziosa mai tentata su Marte, quella che promette di rivoluzionare la comprensione della storia marziana da parte dell’umanità e se il pianeta abbia mai avuto, o ha ancora, delle materie prime e un ambiente ospitale per l’evoluzione della vita.

La missione ha preso il via in perfetto orario alle 1502 UTC di ieri, 26 novembre, quando il razzo Atlas 5 della United Launch Alliance si sollevava dal complesso di lancio 41 della Cape Canaveral Air Force Station.
Dotate di quattro booster a propellente solido per una maggiore spinta, le 544 tonnellate di Atlas 5 sono decollate con oltre 900 tonnellate di spinta, puntando in direzione oriente nella sua corsa verso lo spazio.
Dopo poco meno di un minuto e 55 secondi di volo i quattro booster sono stati sganciati e il razzo ha continuato il suo cammino sotto la spinta del primo stadio con il suo motore RD-180 di costruzione russa.
Quattro minuti e mezzo dopo il decollo, il primo stadio veniva sganciato e si avviava il motore a idrogeno RL10 posto alla base dello stadio Centaur III portando il veicolo verso un’orbita di parcheggio di 164 x 323 km dopo 11 minuti e mezzo dal lancio.

L'emozionante immagine di MSL che lascia lo stadio Centaur per iniziare il suo viaggio di 570 milioni di chilometri verso il Pianeta Rosso. Credit: NasaTV-HD

La telemetria a questo punto era irregolare, ma non c’è stato tempo per divagazioni: dopo soli 20 minuti di volo libero il Centaur ha riacceso il motore per una spinta finale di otto minuti, catapultando l’astronave a una velocità di fuga dalla Terra di circa 36’200 km/h. Pochi istanti dopo, alle 10:46, il Mars Science Laboratory e il suo stadio di crociera interplanetaria a energia solare si è separato dal Centaur, completando la fase di lancio della missione in maniera eccelsa. Un comunicato ufficiale recita “La sonda è in comunicazione, termicamente stabile e correttamente alimentata”.

Durante i quasi otto mesi e mezzo di rotta verso Marte, gli ingegneri del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, in California, metteranno alla prova gli strumenti del rover, regoleranno la traiettoria del veicolo e modificheranno il software di controllo che è vitale per il successo della missione. La prima manovra di correzione della traiettoria sarà tra circa due settimane.

Se tutto va bene, Curiosity raggiungerà il Pianeta Rosso il 6 agosto per un tuffo mozzafiato di sei minuti nell’atmosfera marziana verso il Gale Crater.
Utilizzando uno scudo termico avanzato, in grado di sopportare temperature di ingresso di quasi 2000 gradi Celsius, il computer di bordo del rover gestirà i piccoli motori di controllo dell’assetto, per ottimizzare attivamente la rotta sulla base delle effettive condizioni atmosferiche.
Quattro minuti e 15 secondi dopo l’ingresso, ad una velocità di poco meno di 1500 km/h e un’altezza di circa 10 km, si aprirà un enorme paracadute di frenata, rallentando il tuffo della sonda ad una velocità più gestibile di 290 km/h. A quel punto, ad una altitudine di circa 1500 m, il rover e il suo “sky crane” saranno in caduta libera pronti ad accendere i motori per passare al volo frenato.

Per i controllori di volo del JPL, questo sarà il momento della verità.
Con un peso troppo grande per utilizzare airbag come quelli che hanno ammortizzato NASA Pathfinder e i rover Spirit e Opportunity, Curiosity si baserà invece su razzi di atterraggio posizionati nella parte superiore e il rover da oltre 900 kg potrà essere depositato su qualsiasi tipo di terreno.
Utilizzando un radar altimetro ad alta precisione, sensori di assetto sofisticati e complessi computer resistenti alle radiazioni, Curiosity controllerà i suoi razzi per ottenere una velocità di discesa verticale costante di 2,7 km/h.
Poco prima del touchdown, il rover sarà abbassato dalla gru con un sistema di funi che lo poseranno delicatamente sulle sue sei ruote da 50 cm di larghezza. A quel punto, le funi saranno tagliate, lo sky crane volerà via precipitando lontano e per i controllori di volo inizieranno i test e l’avvio delle funzioni di Curiosity.

Grazie allo sky crane e all’ingresso atmosferico controllato, i pianificatori della missione sono stati in grado di selezionare con attenzione il target più scientificamente interessante, il Gale Crater, da un lungo elenco di candidati.
A partire dal fondo del vasto cratere e poi lentamente risalendo il picco centrale attraverso canyon e gole visibili nelle fotografie orbitali, sarà in grado di leggere la storia dell’evoluzione ambientale di Marte.
Esattamente come se guardassimo le pareti del Grand Canyon terrestre, con le sue stratificazioni, così il rover sta per essere scagliato nel passato del Pianeta Rosso. La missione dovrebbe durare almeno due anni terrestri e forse più a lungo se il rover rimanesse in buona salute e senza gravi malfunzionamenti.

L’obiettivo primario della missione è quello di determinare se Marte, a un certo punto della sua storia, abbia mai avuto un ambiente abitabile, cioè con acqua, energia e composti di carbonio presenti contemporaneamente. La presenza dei primi due è ormai consolidata, grazie alle precedenti missioni che hanno mostrato che Marte una volta era un mondo molto più caldo e umido. Ma la ricerca di composti di carbonio è una sfida molto più impegnativa.

“La promessa di Mars Science Laboratory, assumendo che tutte le cose vadano in maniera nominale, è che si possa dare la prova che un tempo potessero essere presenti ambienti potenzialmente abitabili su Marte”, ha detto John Grotzinger, uno scienziato del progetto MSL. “In sostanza stiamo cercando di trovare carbonio organico, questa è la speranza del Mars Science Laboratory. Si tratta di un’ardua impresa, ma stiamo andando lassù a provarci.”

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Leggi anche “Mission to Mars” dal notiziario Media INAF

Guarda il video del lancio

Unione Astrofili Bresciani Lumezzane (Brescia)

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L’iniziativa è dedicata a tutti coloro che desiderano iniziare ad osservare il cielo stellato e conoscere l’astronomia.
Le lezioni, in programma fino a dicembre, sono aperte a tutti e non è richiesta alcuna iscrizione. Al Planetario sono previsti anche degli appuntamenti festivi con letture recitate sulle favole del cielo. L’ingresso è gratuito.
Per informazioni sul programma del corso e sui prossimi appuntamenti:
tel. 3485648190.
E-mail: osservatorio@serafinozani.it
www.astrofilibresciani.it

Al Planetario di Ravenna

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Inizio ore 21:00. Le osservazioni si tengono presso i Giardini Pubblici con ingresso libero.
29.11: “In viaggio verso Orione“ di M. Berretti.
La prenotazione è sempre consigliata.
Per info: tel. 0544-62534, email info@arar.it
Web: www.racine.ra.it/planet/index.html – www.arar.it

Il cuore di Curiosity ha iniziato a battere

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Lo scorso Giovedì 17 Novembre gli ingegneri della NASA hanno installato l’ultima fondamentale parte al Mars Science Laboratory Curiosity, in vista del suo lancio verso il Pianeta Rosso previsto per Sabato 26 Novembre.
Il Multi-Mission Radioisotope Thermoelectric Generator (MMRTG), del peso di 45 kg, è stato portato nella Vertical Integration Facility del vettore Atlas 5 nelle prime ore dello scorso Giovedì. Esso quindi, è stato inserito tramite un’apertura, nella carena del razzo in un apposito vano dello spacecraft. Si è poi semplicemente trattato di stringere i quattro bulloni di fissaggio e di connettere i cablaggi elettrici del generatore, secondo quanto illustrato da David Gruel, il manager responsabile delle fasi di assemblaggio testing e lancio della sonda.
Una volta completata l’installazione dell’MMRTG, lo spacecraft ha iniziato a ricevere energia dal suo interno. L’accensione finale è avvenuta lo scorso Venerdì 18 Novembre.

L’installazione del generatore di energia rappresenta uno degli ultimi steps di preparazione di MSL al lancio, che era inizialmente previsto per Venerdì 25 Novembre. Infatti, sabato 19 Novembre, la NASA ha deciso di posticipare di un giorno il liftoff di Curiosity per dar modo ai tecnici di sostituire una batteria sospetta nel sistema di autodistruzione del booster.

Al termine della fase di crociera del suo viaggio, nell’Agosto 2012, il rover penetrerà nell’atmosfera marziana dissipando parte della sua energia cinetica sottoforma di calore, di seguito entrerà in funzione il paracadute per rallentare ulteriormente la sua velocità. Infine, l’avveniristico sistema “sky krane”, ovvero una sorta di gru a razzo che tramite dei cavi calerà Curiosity sulla superficie del Pianeta Rosso.
La principale direttiva della missione è la ricerca di evidenze di vita passata, sul pianeta da molti considerato “gemello” della Terra, utilizzando i dieci strumenti scientifici di cui il rover è dotato.

L’MMRTG è stato montato per ultimo sulla sonda, a causa della pericolosità del suo nucleo radioattivo, anche se l’unità è stata rivestita di diversi strati di materiale di protezione per contenere il suo nocciolo di plutonio nell’evenienza di impatti, di esplosioni e/o di un rientro non pianificato nell’atmosfera terrestre. Naturalmente non esiste un pericolo di detonazione atomica con il Pu-238 installato a bordo di Curiosity.
La sicurezza di MSL è testimoniata anche da Steve Brisbin, Associate Director for Center Operations del Kennedy Space Center, che dichiara che esiste una possibilità di 1 su 400 che si possa spargere del materiale radioattivo nel caso si un incidente durante il lancio, ed anche nell’eventualità in cui del plutonio venisse disperso nell’atmosfera terrestre, il rischio per la salute umana sarebbe comunque basso.

Il generatore di energia di questa missione, consiste in un dispositivo nucleare al plutonio-238 che converte le radiazioni sprigionate dal decadimento dell’isotopo in elettricità. Esso contiene circa 4,8 kg di plutonio-238 radioattivo e delle termocoppie a stato solido che convertono il calore delle radiazioni in elettricità.
L’MMRTG è stato fornito dall’Energy Department americano che è responsabile della fornitura di materiale radioattivo agli utenti come la NASA. La Boeing Co ha costruito il dispositivo.

I generatori nucleari hanno dato energia a 26 missioni spaziali statunitensi nel corso delle ultime cinque decadi, permettendo l’esplorazione del Sole, della Luna, di Marte, Giove, Saturno, Urano e Nettuno. La sonda della NASA New Horizons, anch’essa corredata da un generatore nucleare, è in viaggio per fare il suo incontro con Plutone nel 2015.
Il generatore di Curiosity è di nuova concezione; esso è stato progettato per essere impiegato su pianeti con atmosfera, come Marte, e nel vuoto cosmico. Opera ad intervalli energetici di 110 W, una leggera miglioria rispetto ai precedenti RTGs, e fornirà corrente elettrica per almeno 14 anni, mentre la missione primaria del rover è prevista essere di due anni.

Esiste comunque un problema legato alla disponibilità di questo carburante nucleare. Il Pu-238 è un isotopo del plutonio per impieghi non bellici e le scorte americane di questo materiale sono in diminuzione allarmando gli scienziati che stanno pianificando le missioni scientifiche verso il Sistema Solare esterno. Attualmente nelle scorte dell’Energy Department non c’è sufficiente Pu-238 per allestire un generatore per la missione che dovrebbe studiare la luna di Giove, Europa, nel 2020.
L’Energy Department non comunica la quantità esatta di Pu-238 delle proprie scorte, ma il report decennale del National Research Council rilasciato all’inizio del 2011, ha stimato che il quantitativo dell’isotopo rimasto dopo l’allestimento del generatore del Mars Science Laboratory è di 16,8 kg.
La NASA nel 2010 ha previsto le proprie esigenze di Pu-238 fino al 2027, al doppio della quantità teorizzata dall’NRC, necessitando quindi di acquistare il materiale dalla Russia e di rinnovare la produzione interna degli Stati Uniti.
Giocoforza, la Russia, che al momento non sta producendo Pu-238, intende stipulare un contratto di fornitura più lucrativo con il governo americano.

Gli sforzi di far ripartire la produzione di Pu-238 negli USA hanno incontrato la resistenza del Congresso. La stima dei costi va dai 75 ai 90 milioni di Dollari per raggiungere la piena capacità produttiva in cinque o sei anni, secondo l’Energy Department, che dal canto suo sta sponsorizzando lo sviluppo di un generatore nucleare più efficiente che potrebbe volare  nello spazio già per il 2016.

Riassumendo, il lancio del razzo Atlas V con MSL Curiosity è ora fissato per le 16:02 italiane di Sabato 26 Novembre dal Launch Complex-41 della Cape Canaveral Air Force Station in Florida. La finestra di lancio si estenderà per 1 ora e 43 minuti.
Gli appuntamenti di Lunedì 21 (tours, briefings etc.) rimangono inalterati, mentre gli eventi del resto della settimana e la prelaunch schedule sono ancora in fase di valutazione.
Il rollout dellAtlas V con il suo prezioso carico verso il launch pad è previsto per Venerdì 25 Novembre.

Fonti: spaceflicghtnow.com, NASA, CBS News Space

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Gruppo Astrofili Polesani

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Tutti gli appuntamenti si terranno nell’auditorium del Liceo Scientifico alle ore 21:00 a Rovigo in via De Gasperi 19, in zona Commenda.
29.11: “Gli occhi degli astronomi. I grandi telescopi del futuro“ di Roberto Ragazzoni.
Per informazioni: Tel. 347-8512348.
E-mail: giorgio@astrofilipolesani.net

Congiunzione tra Venere, Mercurio e Luna la sera del 26 Novembre

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Congiunzione tra Venere Mercurio e Luna
Congiunzione tra Venere Mercurio e Luna
Congiunzione tra Venere Mercurio e Luna
Congiunzione tra Venere Mercurio e Luna

La congiunzione tra Venere, Mercurio e Luna come apparirà la sera del 26 novembre alle 17:00 sull’orizzonte di sudovest. Questo fenomeno potrà però essere osservato (e per un tempo molto limitato) soltanto in favorevoli condizioni di trasparenza atmosferica; l’incontro, infatti, si verificherà con i due pianeti immersi nel riverbero solare e per di più in un periodo (quello autunnale) in cui l’eclittica è scarsamente inclinata sull’orizzonte… Aspettando il miglior compromesso di luce, alle 17:00 il Sole sarà sotto l’orizzonte di –3°, mentre Mercurio sarà alto +5°, la Luna (una falce sottilissima) +8° e Venere +11°.

Al Planetario di Ravenna

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Inizio ore 21:00. Le osservazioni si tengono presso i Giardini Pubblici con ingresso libero.
22.11: “Le stranezze di Titano: metano al posto dell’acqua” di Claudio Balella.
La prenotazione è sempre consigliata.
Per info: tel. 0544-62534, email info@arar.it
Web: www.racine.ra.it/planet/index.html – www.arar.it

Il nuovo elemento 112 della tavola periodica è il Copernico

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Niccolò Copernico

Se è vero che tra astronomi e chimici è una gran bella lotta per capire chi sono gli scienziati più devoti a ragionamenti di tipo astrattamente teorico, accade però che sempre più spesso la chimica – scienza per definizione dell’incredibilmente piccolo, dedita allo studio di molecole ed atomi – collabori con l’astronomia – scienza per definizione dell’incredibilmente grande, che studia l’intero Universo – in vista di una migliore, reciproca, comprensione e il progresso delle conoscenze scientifiche.

Ecco quindi che l’ultimo atto dell’IUPAC (International Union of Pure and Applied Chemistry), l’organismo internazionale che presiede al mondo della Chimica, certificando e legittimando le sempre nuove scoperte nel suo vasto campo di ricerca, rende un grande e doveroso omaggio a una delle figure storicamente più importanti dell’Astronomia – oltre che della storia Scienza in genere – battezzando Copernicium, dal nome del grande astronomo polacco propugnatore del sistema eliocentrico, il nuovo elemento chimico accolto al numero 112 della tavola periodica degli elementi.

Nella sessione tenutasi alla London Phisycs Institute, la IUPAC ha attribuito all’elemento 110 il nome Darmstadium, all’elemento 111 il nome Roentgenium (in onore dello studioso dei raggi X, Roentgen) e, appunto al 112 il nome Copernicium. I nomi degli elementi vengono decisi su base storica, o per onorare gli scopritori o la località della loro scoperta. Oppure in omaggio a grandi figure della scienza, come già accaduto per Einstein (elemento 99 Einsteinium), Fermi (elemento 100 Fermium), lo stesso Mendelev, primo ideatore di una tavola periodica (elemento 101 Mendelevium) e ora Copernico.

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