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L’esplorazione del Sistema solare nel 2016

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Abbiamo dato l’addio a un anno davvero sensazionale per l’esplorazione spaziale.

Abbiamo effettuato la prima ricognizione di un pianeta nano, con l’inserimento orbitale della sonda Dawn attorno a Cerere. Ci siamo goduti, seppur di sfuggita, i panorami ghiacciati di Plutone, l’ultimo dei pianeti classici ad essere rimasto inesplorato, grazie a New Horizons. Abbiamo trovato tracce di acqua liquida sulla superficie marziana con MRO, abbiamo scortato una cometa attraverso il suo perielio con Rosetta, abbiamo iniziato a far luce sui meccanismi della perdita atmosferica di Marte con MAVEN, ci siamo disintegrati nell’atmosfera di Venere con Venus Express e poi siamo tornati in orbita con Akatsuki, ci siamo schiantati contro la superficie di Mercurio con MESSENGER, abbiamo assaggiato le acque dell’oceano alieno che si nasconde sotto la crosta ghiacciata di Encelado con Cassini, abbiamo scoperto nuovi pianeti abitabili oltre i confini del nostro sistema solare con Kepler, abbiamo preparato il terreno per la propulsione a raggi solari con LightSail, e molto altro.

Per fortuna, il 2016 promette di essere un anno altrettanto importante per l’esplorazione del sistema solare: ecco tutti gli eventi spaziali dei prossimi 365 giorni da non perdersi, pianeta dopo pianeta.

Mercurio

Purtroppo, il pianeta più interno del sistema solare rimarrà da solo per tutto il 2016. Il lancio della missione euro-giapponese BepiColombo, inizialmente previsto per Luglio 2016, è stato rimandato a Gennaio 2017. L’arrivo delle due sonde a destinazione è invece programmato per l’inizio del 2024, quindi non c’è fretta.

Venere

Per tutto il 2016, Venere potrà godersi la compagnia della sonda giapponese Akatsuki, che recentemente ha avuto successo nel suo secondo e disperato tentativo di inserimento orbitale. Il 26 Marzo, la sonda abbasserà la sua orbita e potrà iniziare a raccogliere i dati previsti, concentrandosi soprattutto sulle dinamiche della complessa atmosfera venusiana.

Luna

Nessuna missione lunare è prevista per il 2016. Tuttavia, la sonda americana Lunar Reconnaissance Orbiter continuerà a raccogliere dati. La missione era stata cancellata dalla Casa Bianca ma è stata salvata all’ultimo minuto dal Congresso.

Marte

La flotta di sonde già in orbita e sulla superficie marziana che continueranno a esplorare il Pianeta Rosso per tutto il 2016 – in orbita, le americane MRO, MAVEN e Mars Odyssey, l’europea Mars Express e l’indiana Mars Orbiter Mission; sulla superficie, i rover americani Curiosity e Opportunity – sarà raggiunta dalle prime due sonde del programma euro-russo ExoMars. Il Trace Gas Orbiter (TGO) e il modulo sperimentale Schiaparelli partiranno alla volta di Marte in cima a un razzo Proton nella finestra di lancio tra il 14 e il 25 Marzo 2016. Le due sonde, che hanno raggiunto il sito di lancio pochi giorni fa, raggiungeranno Marte a Ottobre, concludendo una crociera interplanetaria di sette mesi. Schiaparelli tenterà uno storico atterraggio in Meridiani Planum il 19 Ottobre 2016. Il Trace Gas Orbiter invece si inserirà in un’orbita preliminare e, tramite una serie di manovre di aerofrenaggio, inizierà la sua campagna scientifica a Dicembre 2017. Con l’arrivo di TGO e Schiaparelli (che purtroppo opererà sulla superficie marziana solo tre o quattro giorni), il numero delle missioni attive sul Pianeta Rosso salirà a nove — un record.

Asteroidi

La sonda giapponese Hayabusa 2, che recentemente ha eseguito con successo una manovra di fionda gravitazionale con la Terra, continuerà il suo cammino verso l’asteroide Ryugu. Hayabusa raggiungerà Ryugu nel 2018 e farà rientro sulla Terra tra il il 2020 e il 2021 con dei campioni prelevati dall’asteroide. Tra il 3 Settembre e il 12 Ottobre 2016, un’altra sonda decollerà su un viaggio di andata e ritorno verso un asteroide: si tratta dell’americana OSIRIS-REx, che raggiungerà l’asteroide Bennu nel 2018 e rientrerà sulla Terra nel 2023. Poche settimane fa, la sonda della NASA ha ricevuto il suo ultimo strumento.

Comete

Il 2016 vedrà la fine di una delle più straordinarie missioni spaziali di sempre: la sonda europea Rosetta, che sta scortando il nucleo della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko nel suo viaggio in giro per il sistema solare già da un anno e mezzo, continuerà a risalire a distanze sempre più lontane dal Sole, dove i suoi pannelli solari avranno sempre più difficoltà a generare energia sufficiente ad alimentare i sistemi vitali. Proprio per questo, a Settembre 2016 la sonda concluderà la propria missione appoggiandosi sul nucleo della cometa, facendo così compagnia al semivivo robottino Philae. Conoscendo Rosetta, però, ci aspettano ancora molte altre sorprese scientifiche prima della fine della missione!

Giove

Il 2016 sarà l’anno di Giove: il re dei pianeti verrà visitato dalla sonda americana Juno, che si inserirà in orbita nella notte tra il 4 e il 5 Luglio 2016. Juno sarà la prima sonda alimentata a pannelli solari a esplorare Giove, e la prima a inserirsi in un’orbita polare. Juno, che in questo momento sta proseguendo la sua crociera interplanetaria senza difficoltà, si concentrerà in particolare sulla struttura interna di Giove, indispensabile per ricostruire la formazione e l’evoluzione dell’intero sistema solare, e sulla magnetosfera del gigante gassoso.

Saturno

Come sempre, il gigante con gli anelli potrà godersi la compagnia della sonda Cassini. La missione, che terminerà nel 2017, continuerà ad aumentare gradualmente l’inclinazione della sua orbita, portandosi sempre più al di sopra dei poli di Saturno. A metà anno, poi, inizierà il gran finale della missione: la sonda si tufferà attraverso gli anelli interni di Saturno ben 22 volte – una manovra rischiosissima, che però gli ingegneri sono disposti a compiere vista l’imminente fine della missione. Ogni anno, Cassini ci regala incredibili sorprese da Saturno e dalle sue esotiche lune, ma il 2016 promette un tocco di azione in più.

Urano e Nettuno

Purtroppo, i due giganti ghiacciati del sistema solare resteranno inesplorati anche nel 2016.

Plutone

La sonda New Horizons, che ha sfiorato Plutone a Luglio di quest’anno, è già più di 200 milioni di chilometri alle spalle del pianeta nano, ormai in rotta verso la sua seconda destinazione, un piccolo KBO che raggiungerà nel 2019. Tuttavia, la sonda continuerà a esplorare i suoi dintorni e soprattutto a trasmettere i dati raccolti durante l’incontro con Plutone. Con ancora più della metà dei dati custoditi gelosamente a bordo del computer di New Horizons e con la maggior parte di quelli già arrivati ancora da analizzare, l’esplorazione di Plutone continuerà senza sosta per tutto l’anno. La missione primaria di New Horizons terminerà a fine 2016, ma gli scienziati e gli ingegneri del progetto chiederanno alla NASA di estendere la missione per esplorare anche la seconda destinazione.

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