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La NASA conferma la possibile presenza di acqua liquida sulla superficie marziana

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Acqua allo stato liquido potrebbe essere all’origine di misteriose e dinamiche strutture osservate sulla superficie marziana, secondo i dati raccolti da una sonda della NASA.

La scoperta è stata resa possibile da CRISM, il potente occhio robotico a bordo della sonda Mars Reconnaissance Orbiter della NASA. Nel corso degli anni, la fotocamera ha studiato migliaia di strutture note come linee inclinate ricorrenti (LIR), dall’inglese Recurring Slope Lineae (RSL). Si tratta di bande scure con larghezze comprese tra 0,5 e 5 metri che dall’alto dell’orbita di MRO paiono quasi delle striature. Queste bande, situate in genere su pendii piuttosto ripidi (25-40 gradi di inclinazione) continuano ad allungarsi verso il fondovalle per tutta la stagione calda, per poi incominciare a ritirarsi con l’avvento della stagione fredda. A monte di queste strutture si trovano quasi sempre complessi o affioramenti rocciosi, spesso associati a canali. Nell’emisfero australe, le LIR sono state osservate perlopiù lungo pendii rivolti in direzione dell’equatore, mentre nelle regioni equatoriali sono orientate in modo da ricevere la massima insolazione. Che all’origine delle LIR vi fossero meccanismi a base di acqua già lo si sospettava, ma finora gli scienziati non erano ancora mai riusciti a trovare una prova decisiva.

Le RSL nel cratere Horowitz.

Lo spettrometro CRISM ha rilevato sali idrati in quattro diversi siti con presenza di linee inclinate ricorrenti. A partire da questi nuovi dati, gli scienziati hanno ricostruito pezzo dopo pezzo il meccanismo all’origine di queste strutture, confermando che l’acqua, nella forma di brina, gioca un ruolo di primo piano nella formazione delle LIR.

“L’acqua pura evaporerebbe o si ghiaccerebbe rapidamente alle attuali condizioni della superficie di Marte,” scrivono i ricercatori. “Tuttavia, le brine sono molto meno volatili rispetto all’acqua pura grazie a punti di solidificazione e ritmi di evaporazione inferiori. Numerosi sali, tra cui solfati, cloruri e perclorati, sono stati rilevati sulla superficie marziana. Questi sali possono abbassare le temperature di congelamento dell’acqua di addirittura 80 K, abbassare i ritmi di evaporazione dell’acqua di un ordine di magnitudine e assorbire l’umidità atmosferica, aumentando così la possibilità di formare un deposito stabile di acqua liquida sulla superficie dell’attuale Marte.”

Secondo i dati raccolti da MRO, i pendii che ospitano queste misteriose strutture superano sempre 250 K di temperatura (-23 gradi centigradi) e spesso, ma non sempre, 273 K (0° C). In almeno quattro di questi siti, CRISM ha osservato le caratteristiche impronte d’assorbimento dell’acqua con sali idrati a 1.4, 1.9 e 3.0 micrometri di lunghezza d’onda. Lo spettrometro opera su 544 canali spettrali a cavallo tra la porzione visibile e quella del vicino infrarosso dello spettro elettromagnetico, tra 0.36 e 3.92 micrometri di lunghezza d’onda. Tutti e quattro i siti si trovano a latitudini medie nell’emisfero australe. Le misurazioni sono state effettuate a fine estate, quando le linee avevano raggiunto la loro massima estensione e alcune avevano già iniziato a ritirarsi.

“L’origine dell’acqua delle RSL rimane un mistero, data l’estrema aridità dell’ambiente marziano,” ammettono i ricercatori. Le ipotesi principali comprendono la fusione di ghiacci sotterranei, la cui esistenza è però molto improbabile, la deliquescenza di sali igroscopici, i quali però non sono ancora stati rilevati, e la presenza di falde acquifere, che però non sarebbero in grado di spiegare perché tutte le RSL osservate finora sembrano sfociare da affioramenti rocciosi situati sulla sommità di pendii. “È plausibile che in parti diverse di Marte vi siano meccanismi di formazione diversi, “concludono gli scienziati.”