400 anni fa nasceva il famoso astronomo italo-francese
“S.M. ayant fait travailler en vain à un miroir concave de verre, j’enfis venir un très-grand que j’avaischezmoi à Bologne, et je le laissai entre les mains de la Reine [Christine of Sweden]. Je ne sais ce qu’Il est devenude puis. […] Je l’ai toujours regretté, ne croyant pas qu’ily enaiteuun, ni plus grand, ni meilleur, de cette matière…”
Le righe appena lette in francese sono state scritte dal famoso astronomo Jean Domenique Cassini nel XVII secolo quando era a Parigi presso il re di Francia Luigi XIV e si possono tradurre più o meno così: “Avendo S.M. fatto lavorare invano uno specchio concavo di vetro, ne feci venire uno molto grande che avevo a casa mia a Bologna, e lo lasciai nelle mani della Regina [Cristina di Svezia]. Non so che fine abbia fatto da allora. […] L’ho sempre rimpianto, non credendo che ce ne fosse uno, né più grande, né migliore, di questa materia…”
Quando Cristina di Svezia morì a Roma, Cassini era amareggiato perché il suo dono era andato perduto, un meraviglioso specchio concavo utilizzato per osservazioni di alta precisione anche per le comete degli anni 1664 e 1665 ammirate con lei durante la sua permanenza romana.
Questo significa due cose: primo, che gli astronomi dell’epoca, tranne in alcuni casi, si autofinanziavano l’attrezzatura e un valido artigiano ottico è sempre stato una risorsa preziosa. In secondo luogo, mai regalare qualcosa se è così unico, anche se si tratta di una regina!
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Chi era Cassini?
Jean Domenique Cassini fu un famoso astronomo e osservatore, conteso tra uomini e donne di potere, ma il percorso per raggiungere l’importante posizione alla corte del Re Sole fu lungo e partì dalla Liguria.
Nel 2025 si festeggiano i 400 anni di nascita datata 8 giugno 1625 a Perinaldo, un paesino tra cielo e monti vicino a Sanremo; studiò in casa, come consuetudine per gli abbienti, per poi trasferirsi a Genova dai Gesuiti dove incontrò per la prima volta l’astronomia ottenendo, a soli ventisei anni, un incarico in astronomia presso l’Archiginnasio, il prestigioso ateneo di Bologna.
Insegnò e viaggiò, cercando di trovare una soluzione al “problema delle acque” come richiesto dal Papa stesso, una questione delicata che coinvolgeva le città di Ferrara, Ravenna e Bologna e il fiume Po, ma come ricordava lui stesso: “ero spesso distratto dalla mia osservazione astronomica…”.
Non a caso, quando il re Luigi XIV lo chiamò a Parigi per aiutarlo nella realizzazione del nuovo Osservatorio Astronomico dell’Accademia Reale delle Scienze, decise di stabilirsi in Francia, dove finalmente avrebbe potuto dedicarsi completamente all’astronomia per il resto della sua vita.
Da Bologna a Parigi
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L’articolo è pubblicato in COELUM 274 VERSIONE CARTACEA