La collaborazione internazionale dell’Event Horizon Telescope (EHT), composta da oltre 400 scienziati, ha recentemente pubblicato una nuova serie di risultati che spingono ancora più in là i confini della nostra comprensione. Tra immagini rivoluzionarie, nuove tecniche di analisi e progetti futuri ambiziosi, il biennio 2024-2025 si sta rivelando un periodo straordinariamente fertile per l’astrofisica dei buchi neri.
Sagittarius A*
Nel marzo 2024, l’EHT ha pubblicato un’immagine polarizzata di Sagittarius A* (Sgr A*), il buco nero al centro della nostra galassia. Per la prima volta, è stato possibile osservare la struttura del campo magnetico nelle regioni immediatamente circostanti l’orizzonte degli eventi. I dati rivelano la presenza di campi magnetici forti e ordinati, disposti in una configurazione a spirale. Questo suggerisce che, come nel caso di M87*, anche Sgr A* possa essere in grado di generare getti di plasma, sebbene non visibili con gli attuali strumenti.
La luce polarizzata, che è sensibile all’orientamento del campo magnetico, è stata fondamentale per questo risultato. I modelli numerici suggeriscono che la presenza di un campo toroidale può influenzare significativamente l’efficienza dell’accrescimento, modulando l’energia dissipata e la formazione di strutture turbolente. Inoltre, il confronto tra i dati osservativi e le simulazioni magnetoidrodinamiche relativistiche (GRMHD) ha rafforzato l’ipotesi che Sgr A* operi in un regime di accrescimento radiativamente inefficiente (RIAF), un modello in cui gran parte dell’energia liberata dall’accrescimento viene trasportata via da venti e non emessa come radiazione.
l’ARTICOLO COMPLETO è riservato agli abbonati alla versione digitale. Per sottoscrivere l’abbonamento Clicca qui. Se sei già abbonato accedi al tuo account dall’Area Riservata
L’articolo è pubblicato in COELUM 274 VERSIONE CARTACEA