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Associazione Astrofili Bassano del Grappa

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07.06, ore 17:00: “Le fotometeore” di Stefano Ottani (A.A.Euganei).

Per info sull’Associazione: cell. 333.4653279
astrofilibassano@gmail.com
www.astrofilibassano.it
Per info sulla Specola: tel. 0423.934111
ufficio@centrodonchiavacci.it
www.specolachiavacci.it

Gruppo Astrofili Lariani

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06.06: Osservazione dedicata a Giove, Venere e
Saturno.
Per informazioni: Tel 347.6301088
info@astrofililariani.org
www.astrofililariani.org

Al Planetario di Ravenna

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05/06.06: Festival delle culture Osservazione
della volta stellata (Darsena di città – Almagià.
Prenotazione sempre consigliata.
Per info: tel. 0544.62534 – info@arar.it
www.racine.ra.it/planet – www.arar.it

Al Planetario di Ravenna

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07.06: Round Table 11, Club 41. I Bambini in
festa, manifestazione di beneficenza a favore di
A.G.E.O.P.
Prenotazione sempre consigliata.
Per info: tel. 0544.62534 – info@arar.it
www.racine.ra.it/planet – www.arar.it

Gruppo Astrofili Lariani

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OSSERVATORIO MONTE CALBIGA 2015
06.06, ore 21:00: Prima serata della stagione 2015 all’Osservatorio, dedicata a Giove, Venere e Saturno. Inizio alle ore 21,00.

Per informazioni: Tel 347.6301088
info@astrofililariani.org
www.astrofililariani.org

Al Planetario di Ravenna

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07.06: ore 15:00: “Round Table 11, Club 41. I Bambini in festa” manifestazione di beneficenza a favore di A.G.E.O.P.

Prenotazione sempre consigliata.
Per info: tel. 0544.62534 – info@arar.it
www.racine.ra.it/planet – www.arar.it

Nel Cielo – Dal Dragone Al Serpente: in cerca di quello che viene

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Il Serpente è l’unica delle moderne costellazioni a essere divisa in due parti, e il motivo è presto detto. Quando nel 1930 l’Unione Astronomica Internazionale decise di stabilire in modo finalmente rigoroso i confini di quelle nazioni celesti, si trovò a fare i conti con due figure mitologiche – il “serpentario” o ofiuco (ovvero l’ammaestratore o catturatore di serpenti) e il grosso serpente che stringe tra le mani – fortemente legate e sovrapposte.
Si convenne allora che l’unica soluzione sarebbe stata quella di dividere in due parti la costellazione che raffigurava l’animale, lasciando la Testa (Serpens Caput) a ovest e la Coda (Serpens Cauda) a est del torso dell’Ofiuco; tanto che per osservare gli oggetti proposti questo mese dovremo per l’appunto saltare da una parte all’altra della possente figura del serpentario, spostandoci anche di 45° da est a ovest.

Per approfondire leggi tutti i dettagli e i consigli per l’osservazione, i cenni storici, le immagini e le mappe dettagliate, nell’articolo tratto dalla Rubrica Nel Cielo di Salvatore Albano presente a pagina 54 di Coelum n. 193

Associazione Romana Astrofili

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06.06L’evento, la cui partecipazione è gratuita, avrà luogo presso l’Osservatorio “Virginio Cesarini“ di Frasso Sabino (RI) con inizio alle ore 10:00.

A causa del limitato numero di posti disponibili è richiesta la prenotazione chiamando questo numero 339.7900809 (Fabio Anzellini),
oppure scrivendo tramite questo modulo: http://ara.roma.it/contacts/segretario

Gruppo Astrofili DEEP SPACE

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05.06: “Conservare il futuro: dalla Terra allo spazio
e ritorno” conferenza di Stefano Sandrelli ed Elisa
Nicheli (ASI). Presso la sede della Canottieri Lecco,
nell’ambito del festival «H-drà», in collaborazione
con l’associazione Frasi Lunari.

Per info: 0341.367584
www.deepspace.it

Stazione Spaziale, i più spettacolari transiti del periodo

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Come già anticipato, il mese di giugno coincide con il periodo di massima illuminazione della ISS che sarà rintracciabile nei nostri cieli a orari tardo
pomeridiani o serali, quindi senza l’obbligo della sveglia al mattino prima dell’alba, eccetto che per per un paio di casi. Sei i transiti notevoli – tutti concentrati nella prima e seconda decade del mese – ovvero quelli con magnitudini elevate e che interesseranno la maggior parte della nazione.

Si inizia il 3 giugno quando la Stazione Spaziale “taglierà in due” le isole maggiori, rimanendo comunque avvistabile da tutto il paese. L’orario è dalle 04:01 alle 04:11, guardando da ONO a SE. La magnitudine sarà di –3,3, decisamente elevata.

Al Planetario di Ravenna

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05.06: Speciale festival delle culture. Osservazione della volta stellata (Darsena di città –
Almagià, ingresso libero).

Prenotazione sempre consigliata.
Per info: tel. 0544.62534 – info@arar.it
www.racine.ra.it/planet – www.arar.it

Il Cielo di Giugno-Luglio

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EFFEMERIDI

Durante il mese di giugno, l’inizio della notte astronomica (l’intervallo di tempo in cui il Sole resta sotto l’orizzonte di almeno –18°) si farà attendere fin quasi alle 23:00, ora in cui il cielo apparirà attraversato nel basso meridiano dal Sagittario e dalla caratteristica sagoma dello Scorpione.

Più in alto, sempre a sud, si passerà dall’Ofiuco all’Ercole, con quest’ultimo situato quasi allo zenit. Il Leone si starà invece avviando al tramonto, mentre verso est comincerà ad alzarsi il “Triangolo estivo” formato da Vega, Deneb e Altair (le stelle più brillanti di Lira, Cigno e Aquila), insieme ai ricchissimi campi stellari che compongono la Via Lattea.

Sull’orizzonte nordest farà capolino la Galassia di Andromeda (M31), che raggiungerà una buona altezza sull’orizzonte già prima dell’alba, precedendo il sorgere delle Pleiadi.
Per ciò che riguarda i pianeti, gli unici osservabili a quell’ora saranno Saturno, nella Libra, da poco transitato al meridiano, e Marte nella Vergine, basso verso ovest-sudovest.

Gruppo Astrofili DEEP SPACE

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05.06: “Conservare il futuro: dalla Terra allo spazio
e ritorno” conferenza di Stefano Sandrelli ed
Elisa Nicheli (ASI). Presso la sede della Canottieri
Lecco, nell’ambito del festival «H-drà», in collaborazione
con l’associazione Frasi Lunari.
Per info: 0341.367584 – www.deepspace.it

Venere in congiunzione con l’ammasso aperto del Presepe (M44)

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La sera del 13 giugno, sempre intorno alle 22, Venere raggiungerà nel Cancro la parte settentrionale del noto ammasso aperto “del Presepe”, altrimenti conosciuto con la sigla M44.

Per geometrie legate alla suo essere pianeta interno, e quindi con un’elongazione dal Sole limitata, le congiunzioni più strette di Venere con l’ammasso (considerando distanze angolari minori di un grado) possono avvenire solo nei mesi di giugno, luglio e agosto.

Per le effemeridi di Luna e pianeti vedere il Cielo di maggio

Nuove immagini dalla New Horizons. La complessa morfologia di Plutone

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Due immagini di Plutone a confronto, prese con la Long Range Reconnaissance Imager (LORRI) a bordo della New Horizons. La prima del 12 aprile e la seconda dell'8 maggio. Nel mese tra le due riprese la distanza da Plutone è passata da 110 milioni di chilometri a 77 milioni di chilometri. Credit: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Southwest Research Institute

Man mano che la New Horizons si avvicina a Plutone, il pianeta si fa ovviamente più grande e più dettagliate le immagini che la potente macchina telescopica a bordo della sonda ci invia (il Reconnaissance Imager a lungo raggio – LORRI). Le nuove immagini sono state scattate tra l’8 e il 12 maggio, da una distanza di poco meno di 77 milioni di chilometri di distanza,  e rivelano dettagli di una morfologia estremamente complessa della superficie di Plutone con zone ad alto contrasto tra loro.

Le precedenti immagini erano state riprese circa un mese prima, 32 milioni di chilometri più distante, il che ci consente di avere ora una risoluzione quasi del doppio più definita e, grazie ad una tecnica di elaborazione delle immagini chiamata deconvoluzione, con la possibilità di migliorarne digitalmente i dettagli con maggiore precisione (in ogni caso, vista comunque la possibilità di introdurre artefatti elaborando le immagini, ogni dettaglio rivelato andrà poi confermato nelle prossime settimane, con le immagini riprese a distanza ravvicinata).

Ad aprile Plutone aveva già mostrato ampie zone superficiali ad alto contrasto e, tra quelle più brillanti, in particolare una zona luminosa al polo, che potrebbe indicare la presenza di una calotta polare, risultata ancora più evidente nelle nuove immagini.

Questa seconda immagine mostra una diversa faccia di Plutone ripreso il 10 maggio a confronto con l'immagine del mese precedente. Plutone compie una rotazione completa attorno al suo asse ogni 6,4 giorni terrestri, le tre immagini rilasciate ci mostrano quindi tre diferenti emisferi del pianeta nell'arco di circa una sua rotazione completa.

Alan Stern, Principal Investigator della missione: «Queste nuove immagini ci mostrano un Plutone con differenti aspetti a seconda della faccia che ci mostra, il che indica una morfologia estremamente complessa o addirittura una diversa composizione geologica delle superfici del pianeta da un luogo all’altro.

«Le immagini sembrano per ora confermare la presenza di una calotta polare, che mostra però un’estensione diversa a longitudini diverse, ma saremo in grado di avere maggiori conferme della quantità di ghiaccio presente quando cominceremo ad avere i primi dati della spettroscopia di quella regione nel mese di luglio».

Ed ecco l'ultima immagine scattata il 12 maggio, sempre a confronto con quella di aprile. Le immagini che vediamo (cliccare per averle a piena risoluzione) vengono mostrate quattro volte più grandi rispetto alle dimensioni native della LORRI. Questo perché grazie alla tecnica della deconvoluzione, è possibile migliorare i dettagli per mettere in evidenza le caratteristiche di Plutone (dettagli che andranno confermati dalle immagini delle prossime settimane, per il rischio comunque di introdurre artefatti durante l'elaborazione).

Nelle prossime settimane, con l’avvicinarsi del 14 luglio, data in cui la navicella sorvolerà Plutone, le immagini miglioreranno sempre più velocemente, assieme alla velocità della sonda, in accelerazione per l’attrazione gravitazionale del pianeta: «entro la fine di giugno, la risoluzione delle immagini sarà quattro volte migliore rispetto a quelle realizzate l’8-12 maggio, e per il momento di massimo avvicinamento ci aspettiamo di ottenere immagini con più di 5.000 volte la risoluzione corrente» ha dichiarato Hal Weaver, project scientist della missione presso la Johns Hopkins University (Maryland).

Quindi cosa riusciremo a vedere? Un pianeta estremamente irregolare, con enormi montagne e canyon o vulcani estinti? Per il momento siamo ancora troppo distanti, ma non è difficile immaginare che magnifico spettacolo attende la New Horizons pronta a fotografare Plutone e il suo sistema di lune nel mese di luglio! E noi con lei…

Leggi anche:

KEPLER-432. Una curiosa famiglia di esopianeti giganti

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Immagini NIRC2 AO di Kepler-432, una gigante rossa, a 1260 micrometri e 2165 micrometri, rispettivamente, in cui si nota a nord-est una debole compagna, Kepler-432B, una stella nana di tipo spettrale M. Credit: Samuel N. Quinn et al. 2015

Gli astronomi hanno scoperto due nuovi esopianeti giganti nel sistema stellare Kepler-432, una gigante rossa di circa 1,35 masse solari e una età di 3,5 miliardi di anni. Kepler-432b ha una massa pari a 5,4 volte quella di Giove e orbita ogni 52,5 giorni (il terzo esempio noto di un corpo celeste gigante che orbita molto vicino a una stella evoluta) mentre Kepler-432c ha una massa pari a 2,4 volte quella di Giove e trovandosi molto più lontano dalla stella il suo periodo di rivoluzione è di 406 giorni. I risultati di questo studio, pubblicati su Astrophysical Journal, evidenziano l’esistenza di una notevole gamma di proprietà che caratterizza gli esopianeti e possibilmente di diversi meccanismi di formazione.

Al momento, esiste una lista di 565 esopianeti attualmente classificati come gioviani o di taglia più grossa di cui circa un terzo del totale rappresentano una popolazione di esopianeti massicci. Circa un quarto di questa popolazione di gioviani orbita molto vicino alla sua stella, con un periodo inferiore a 10 giorni, ed essendo soggetti all’intensa radiazione stellare spesso questi corpi celesti vengono chiamati gioviani-caldi. Nonostante la grande varietà che esiste all’interno della famiglia di questi esopianeti giganti, solo due di loro orbitano attorno a stelle più vecchie ed evolute. Tuttavia, come e perchè esistano così tanti corpi celesti di grossa taglia vicini alle loro stelle ospiti rimane ancora un mistero: forse, nel corso del tempo essi migrano verso le regioni più interne dei rispettivi sistemi planetari ma c’è anche chi sostiene che essi si originano molto vicini alla loro stella.

I ricercatori hanno trovato che il pianeta che si trova più vicino alla stella, Kepler-432b, presenta delle stranezze, almeno sotto tre aspetti. Prima di tutto, non sembra estremamente caldo, a differenza dei corpi celesti che appartengono alla categoria dei gioviani-caldi. Inoltre, la sua orbita è molto eccentrica, il che implica che la sua distanza dalla stella ospite varia in maniera significativa durante una rivoluzione, un fatto che suggerisce che il pianeta abbia migrato molto probabilmente verso questa posizione nel corso del tempo. Infine, il suo asse di rotazione è quasi allineato con quello della stella, un’altra proprietà decisamente curiosa perché di solito non si trova in quei casi in cui i pianeti si sono spostati verso le regioni più interne del loro sistema planetario. Ad ogni modo, secondo i ricercatori Kepler-432b potrebbe rappresentare un caso raro oppure potrebbe far parte di una comune classe di esopianeti che vengono di solito distrutti man mano che le loro stelle ospiti evolvono. In questo caso, però, nonostante l’oggetto sia sopravvissuto fino ad ora, esso ha certamente i giorni contati e forse la sua fine arriverà tra qualche centinaia di milioni di anni.

In generale, le stelle in fase avanzata della loro evoluzione, che ospitano pianeti giganti ad una distanza molto ravvicinata, forniscono preziosi indizi sulla natura di questi particolari corpi celesti: infatti, man mano che evolvono, le stelle si raffreddano e diventano sempre più grandi, il che potrebbe distruggere, se non addirittura “assorbire”, qualsiasi pianeta che si trova nel loro raggio d’azione. Il passo successivo sarà ora quello di trovare altri esempi di questo tipo che permetteranno agli astronomi di affinare i loro modelli sulla formazione e l’evoluzione dei pianeti.


The Astrophysical Journal: Samuel N. Quinn et al. – KEPLER-432: A RED GIANT INTERACTING WITH ONE OF ITS TWO LONG-PERIOD GIANT PLANETS

arXiv: Kepler-432: a red giant interacting with one of its two long period giant planets

Secondo un pronunciamento dell’attuale Chief Scientist della NASA, nuovi strumenti e future missioni spaziali forniranno entro i prossimi vent’anni la prova dell’esistenza della vita; se non nel Sistema solare, sicuramente sui pianeti extrasolari.
È una sua personale opinione o un parere condiviso dall’intera comunità astronomica?
Nel dubbio, abbiamo chiesto di commentare la notizia ad alcuni dei massimi esperti di settore

…non perdere il prossimo numero di Coelum Astronomia!
Digitale o cartaceo?
Scegli l’offerta che preferisci!

Associazione Astrofili Centesi

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29.05: “Viaggio nell’universo”. Al telescopio: la Luna gibbosa, il pianeta Saturno e i suoi satelliti.

Per info: cell. 346 8699254
astrofilicentesi@gmail.com
www.astrofilicentesi.it

Gruppo Astrofili DEEP SPACE

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29.05: “Sguardo nell’infinito” proiezione a cura di
Roberto Ratti.

Per info: 0341.367584
www.deepspace.it

Al Planetario di Ravenna

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30.05: ore 16:30: Speciale festival delle culture. “I cieli del mondo” di Paolo Morini (ingresso libero, attività adatta a bambini a partire da 10 anni).

Prenotazione sempre consigliata.
Per info: tel. 0544.62534 – info@arar.it
www.racine.ra.it/planet – www.arar.it

Crateri a perdita d’occhio su Rea, la luna ghiacciata di Saturno

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Crediti: NASA/JPL-Caltech/Space Science Institute
Crediti: NASA/JPL-Caltech/Space Science Institute

Continuano ad arrivare i dati inviati dalla sonda NASA/ESA/ASI Cassini relativi a Rea, il secondo satellite naturale di Saturno e il nono del Sistema solare, di cui abbiamo parlato su Media INAF già qualche mese fa. Di recente la sonda, lanciata nel 1997 (ed entrata in orbita attorno a Saturno il primo luglio 2004), ha fotografato l’orizzonte della luna Rea: dall’immagine qui sopra si nota in particolare il profilo leggermente irregolare e decisamente ammaccato, visti gli innumerevoli crateri sulla superficie dell’oggetto ghiacciato (1527 chilometri in larghezza). Il satellite naturale del sesto pianeta del Sistema solare, infatti, è stato scolpito da diverse collisioni, la cui storia è scritta proprio in questi crateri che non vengono disturbati da erosioni, vulcani o movimenti tellurici (come accadrebbe sulla Terra) proprio perché Rea è un oggetto relativamente “tranquillo”.

La regione illuminata che si vede nella foto è l’emisfero “finale” di Rea, vale a dire quello che si trova dalla parte opposta rispetto alla direzione dell’orbita. Questa luna di Saturno è prevalentemente composta da ghiaccio d’acqua, ed ha un emisfero brillante – ed è qui che c’è la maggior parte dei crateri (il cui diametro, in alcuni casi, può anche superare i 40 chilometri) – mentre l’altro è si mostra attraversato da una serie di strisce chiare su fondo scuro.

Qualche dettaglio sull’immagine: il Nord su Rea è in alto e ruotato di 12 gradi verso destra e l’immagine è stata scattata dalla narrow-angle camera (NAC) in luce visibile lo scorso 10 febbraio 2015 durante l’ultimo flyby da una distanza di circa 56mila chilometri. Da qualche mese, infatti, la sonda – dopo aver volato in prossimità dei poli di Saturno, con un’orbita molto inclinata –  è tornata ad orbitare attorno al piano equatoriale del pianeta e, dopo due anni, può di nuovo osservare e studiarne le lune.

Per saperne di più:

  • Visita il sito della missione della NASA/ESA/ASI Cassini-Huygens
  • Altre immagini dalla sonda Cassini QUI

Associazione Ligure Astrofili Polaris

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29.05: “Le meridiane” di Giorgio Bazzurro.
Per il programma completo andare al sito.
Per info: cell. 346.2402066 – info@astropolaris.it
www.astropolaris.it

Al Planetario di Ravenna

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29.05:“La biblioteca di Babele… edizione ombrellone. Recensione di libri di astronomia e scienze” di Gianfranco Tigani Sava, Paolo Alfieri (sala conferenze, Ingresso libero).

Prenotazione sempre consigliata.
Per info: tel. 0544.62534 – info@arar.it
www.racine.ra.it/planet – www.arar.it

CORSO BASE di ASTRONOMIA

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28.05: Breve storia dell’Universo”.

info: www.astropolaris.it

Congiunzione tra Venere e Gemelli

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Quasi a fine mese, la sera del 30, nel suo percorso lungo l’eclittica Venere incontrerà anche kappa Gem (mag. +3,6). In questo caso i limiti temporali della congiunzione sono ancora più stretti della precedente: Venere, infatti, si avvicina a questa stella soltanto ogni otto anni (intervallo dovuto al famoso ciclo sinodico per cui ogni 8 anni Venere vista dalla Terra assume quasi la stessa identica posizione rispetto alle stelle fisse, proiettandosi nella medesima zona di cielo) e sempre a fine maggio.

Per le effemeridi di Luna e pianeti vedere il Cielo di maggio

Circolo Culturale Astrofili Trieste APERITIVO CON LE STELLE

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27.03: “Siti archeoastronomici veri e probabili” di Fulvio Mancinelli.

Al termine di ogni conferenza: breve introduzione alle costellazioni e al cielo del mese con l’ausilio di un piccolo planetario. Ingresso libero con consumazione obbligatoria. Info: aperitivoconlestelle@ libero.it (Laura Pulvirenti, coordinatrice evento). Per gli astrofili che volessero pernottare sono disponibili tariffe scontate, scrivere a:
nhtrieste@ nh-hotels.com
Per informazioni sul CCAT: cell. 329.2787572
ccat@libero.it
www.astrofilitrieste.it

Associazione Cascinese Astrofili

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25.05, ore 21:00: Serata di solidarietà per la lotta contro le malattie rare. Osservazione del cielo con i telescopi presso la Scuola Mazzini in via Gentileschi, 10 a Pisa. Ingresso libero (solo se il meteo lo permette).

Per informazioni:
Domenico Antonacci Cell: 347-4131736
domenico.antonacci@astrofilicascinesi.it
Simone Pertici: cell: 329-6116984
simone.pertici@domenicoantonacci.it
www.astrofilicascinesi.it

EXOMARS continua l’esplorazione di Marte

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The ExoMars Trace Gas Orbiter, along with an Entry, Descent and Landing Demonstrator Module, form the first mission in the ExoMars programme. They are scheduled to arrive at Mars in 2016.


Maurizio Capuano e Richard Bessudo fanno il conto alla rovescia per il lancio di una delle più grandi missioni al mondo sul Pianeta Rosso. Fanno parte del team di ExoMars, un progetto congiunto di ESA e di Roscosmos che intende cercare segni di vita su Marte. La prima astronave è quasi pronta.

Maurizio Capuano, manager del programma ExoMars 2016 (ThalesAleniaSpace): “Questo è Exomars 2016 che l’anno prossimo arriverà sul pianeta rosso. La parte bassa si metterà in orbita marziana aprendo i suoi pannelli solari per prendere l’energia dal sole, la parte superiore è il cosiddetto lander che atterrerà direttamente sulla superficie marziana completamente autonomo”.

Un'interpretazione artistica dell'ExoMars Trace Gas Orbiter, in partenza nel 2016, con il lander Schiaparelli, a "forma di UFO", sganciato e in discesa verso la superficie del pianeta

ExoMars è composto da due missioni, che saranno lanciate rispettivamente nel 2016 e nel 2018. Al Thales Alenia Space nel sud della Francia, la navicella spaziale è sottoposta a un rigoroso programma di test, visto che le finestre di lancio non sono frequenti, come spiega Richard Bessudo, manager del programma ExoMars Trace Gas Orbiter. “Per andare su Marte occorre ottenere le condizioni favorevoli di congiunzione tra Terra e Marte. Tenuto conto delle orbite dei due pianeti, le congiunzioni favorevoli si riproducono soltanto ogni 26 mesi”.

Una volta su Marte, l’astronave si separerà in due parti. Il satellite resterà in orbita mentre il lander scenderà sulla superficie. Se avrà successo si tratterà del primo atterraggio controllato europeo su Marte.

Maurizio Capuano: “Ha una forma che ricorda le navicelle spaziali, gli ufo, se vogliamo interpretarla in questa maniera, perché la forma aerodinamica dell’oggetto è la migliore per permettere un ingresso controllato nell’atmosfera marziana.”

Le tre fasi della discesa del lander Schiaparelli da sinistra verso destra: entrata nell’atmosfera, discesa verso la superficie e atterraggio controllato che farà da test per la discesa del rover. Per questo motivo il lander è chiamato anche Entry Descent and Landing Demonstrator Module (EDM).

La missione del 2016 fornirà informazioni cruciali: inanzitutto in che modo il lander si posizionerà su Marte.
Inoltre la missione permetterà all’orbiter di annusare, come un naso gigante, l’atmosfera di Marte alla ricerca di metano, il gas che potrebbe essere un indizio della possibile presenza di vita. Poi nel 2018 sarà lanciata la missione del rover ExoMars.

Jorge Vago (team progetto ExoMars): “ExoMars 2018 apre un nuovo capitolo dell’esplorazione su Marte. Per la prima volta ci occuperemo della terza dimensione, ossia la profondità. È molto importante, perché sotto la superficie, in profondità, abbiamo maggiori opportunità di trovare le prove di un’eventuale presenza passata della vita su Marte”.

L’invio di un veicolo per scavare su Marte è una cosa complicata. La parte più delicata è riuscire ad atterrare in modo sicuro. Poi il rover di Exomars dovrà orientarsi con cautela, punterà ad atterrare a metà strada tra le colline e le basse pianure di Marte, dove si metterà alla ricerca di acqua al di sotto della superficie, scavando fino a due metri di profondità.

Pietro Baglioni (manager della missione del rover ExoMars): “La velocità della perforazione è piuttosto bassa, se la si paragona a quella che si usa per i lavori domestici. Si tratta soltanto di 50-60 watt, ossia la potenza di una lampadina. È in grado di fare un grande lavoro, di forare e ottenere campioni”.

Il rover della Nasa, Curiosity, ha confermato che Marte era abitabile. Ora toccherà a ExoMars cercare microbi allo stato fossile e tracce di molecole organiche.

Jorge Vago: “I microbi sarebbero troppo piccoli da individuare, la dimensione è compresa tra uno e pochi micron, per cui servirebbe un enorme microscopio per poterli osservare, cosa che non abbiamo nella nostra missione. Ma i microbi possono aver influenzato la forma delle rocce nel corso del tempo. L’altro tipo di firma biologica sono le molecole organiche. Dobbiamo immaginarle come mattoncini della Lego”.

Il rover di ExoMars potrebbe dunque individuare tracce della presenza di vita su Marte, nascoste sotto la superficie, lontano da radiazioni dannose. Riuscirà a trovarne? Lo abbiamo chiesto agli esperti di ExoMars.

Pietro Baglioni: “È una domanda da 100 milioni di dollari. Sono convinto che ci sia stata vita su Marte”.

Richard Bessudo: “Credo sia molto probabile che esista vita su Marte”.

Maurizio Capuano: “Personalmente penso che non ci sia la vita su Marte, ma questa è una mia personale opinione…”

Jorge Vago: “Penso sia possibile che ci siano tracce di vita sotto la superficie”.

La risposta potrebbe arrivare entro la fine di questo decennio.

Su questo argomento… non perdete la nuova inchiesta di Coelum sul n. 193 di giugno.

La Luna si avvicinerà a Giove fino a una distanza di 7,1 gradi

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La poca varietà di fenomeni celesti durante il mese di maggio consente di riassumerli quasi tutti in questa illustrazione. Sarà infatti Venere, di sera e sull’orizzonte ovest, a dar vita alle congiunzioni più interessanti: sia con le stelle della costellazione dei Gemelli, sia con la Luna e con Giove. Tutto ciò potrà essere seguito ad occhio nudo o al massimo con un binocolo, non appena il cielo si farà abbastanza scuro (presumibilmente verso le 22:00) da permettere l’osservazione delle stelle coinvolte.

La sera del 23, ora consigliata per l’osservazione le 22:00, un crescente di Luna appena più corposo avvicinerà Giove fino a una distanza di 7,1°, con Venere più a ovest nei pressi dell’orizzonte.

Per le effemeridi di Luna e pianeti vedere il Cielo di maggio

Medusa, una vista che incanta

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La più dettagliata immagine mai ottenuta della nebulosa Medusa è stata ottenuta da un team di astronomi utilizzando il Telescopio VLT dell’ESO con lo strumento FORS. Crediti: ESO

La più dettagliata immagine mai ottenuta della nebulosa Medusa è stata ottenuta da un team di astronomi utilizzando il Telescopio VLT dell’ESO con lo strumento FORS. Crediti: ESO

I suoi nomi scientifici sono diversi: Sharpless 2-274, Abell 21 o PN A66 2, ma questa splendida nebulosa planetaria è meglio conosciuta con il nome da una temibile creatura della mitologia greca: Medusa, la Gorgone. Ed è facile capire il perché. La Medusa è una creatura mostruosa, con serpenti al posto dei capelli. In questa nebulosa, che si trova in direzione della costellazione dei Gemelli, a circa 1500 anni luce da noi, i serpenti sono rappresentati dai sinuosi e fitti filamenti di gas incandescente che la compongono. Questo gas è stato rilasciato dalla stella al centro della nebulosa, giunta alla fine del suo ciclo evolutivo. L’immagine raccolta da un gruppo di astronomi con il telescopio VLT dell’ESO, la più dettagliata mai realizzata di questo oggetto celeste, mette in evidenza l’emissione rossastra dell’idrogeno e la più debole emissione verde dall’ossigeno gassoso, che si estende ben al di là dei limiti di questa ripresa, formando una mezzaluna in cielo. L’espulsione di massa dalle stelle in questo stadio della loro evoluzione è spesso intermittente, e ciò può produrre strutture affascinanti all’interno delle nebulose planetarie.

Per decine di migliaia di anni i nuclei stellari delle nebulose planetarie restano circondati da queste spettacolari nubi colorate di gas . Per qualche altro migliaio di anni il gas si disperde lentamente nell’ambiente circostante. Questa è l’ultima fase di trasformazione di stelle come il Sole prima di terminare il loro ciclo evolutivo come nane bianche. L’accecante radiazione ultravioletta della stella caldissima al centro della nebulosa strappa gli elettroni agli atomi del gas che si muove verso l’esterno, lasciandosi dietro il gas ionizzato. I colori caratteristici di questo gas incandescente possono essere usati per identificare gli oggetti. In particolare, la presenza del bagliore verde dell’ossigeno doppiamente ionizzato ([OIII]) viene usata come mezzo per identificare le nebulose planetarie. Utilizzando i filtri adatti, gli astronomi possono isolare la radiazione del gas incandescente e far risaltare meglio le nebulose deboli su uno sfondo più scuro.

Per saperne di più:

  • Clicca QUI per leggere il comunicato stampa in italiano dell’ESO

Associazione Astronomica Mirasole

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23.05: “Il Sole. Una biografia della più grande fonte di energia dell’intero Sistema solare” a cura di Gianluca Ranzini.

ufficio.stampa@astromirasole.it
www.astromirasole.it

CielOstellato 2015

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24.05: Il 23 e 24 maggio vi aspettiamo presso Le Vallette di
Ostellato (FE) alla diciannovesima edizione di CielOstellato
lo Star-Party nazionale dedicato all’alta risoluzione. Le condizioni climatiche e topografiche del luogo (zona pianeggiante vicina a specchi d’acqua), favoriscono un buon seeing per numerose notti all’anno e la mancanza a livello nazionale di star-party dedicati all’osservazione di Luna, pianeti, Sole e stelle doppie, ci ha convinto a dedicare CielOstellato a questo genere di osservazioni. Anche quest’anno il tema delle conferenze comprenderà anche i racconti di viaggio alla ricerca dei cieli più incontaminati, a caccia dei fenomeni più spettacolari nei contesti più straordinari e suggestivi del pianeta

info: COOP. CAMELOT
-Massimiliano Di Giuseppe
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-Ferruccio Zanotti
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Nuova generazione di sistemi di misura laser sulla Luna

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Il Lunar Laser Ranging Experiment (LLRE) di Apollo 11. Credit: NASA

Il Lunar Laser Ranging Experiment (LLRE) portato sulla Luna dalla missione Apollo 11. Credit: NASA

L’accordo “MoonLIGHT” prevede che gli strumenti vengano portati nelle prime quattro missioni di Moon Express e usati insieme ai retroriflettori dell’Apollo Cube Corner (CCR) per verificare i principi della teoria della relatività generale di Einstein, per accrescere il bagaglio di conoscenze scientifiche sulla Luna, ed incrementare la precisione della mappatura lunare a supporto delle future missioni di allunaggio dell’azienda americana.

Il retroriflettore di 2a generazione sviluppato dai LNF e Università del Maryland (sinistra) a confronto con un reflettore di 1a generazione (destra) usato durante le missioni Apollo. Credit: INFN-LNF

L’annuncio è stato dato venerdì 15 maggio a Frascati dopo l’European Lunar Symposium, durante una seduta sulla Global Exploration Roadmap dell’International Space Exploration Coordination Group (ISECG), di fronte ai dirigenti delle principali agenzie spaziali e scienziati lunari provenienti da tutto il mondo.

“La nostra nuova generazione di sistemi di misura laser offre un modo promettente per testare la relatività generale ed altre teorie sulla gravità”, ha dichiarato il professor Doug Currie. “L’accordo con Moon Express ci permetterà di portare i nostri strumenti sulla Luna ad un costo competitivo e, potenzialmente, di rivoluzionare le nostre conoscenze sulla gravità”. Il professor Currie, dell’Università del Maryland, è stato il Principal Scientist responsabile per il sistema di retroriflettori laser posizionato sulla Luna durante le missioni Apollo, che hanno dimostrato per la prima volta l’uso di riflettori lunari in cosmologia.

“Questi test scavano nei principi fondanti della relatività generale”, ha dichiarato Simone Dell’Agnello dei Laboratori Nazionali di Frascati. “Qualunque violazione osservata richiederà una pesante revisione delle nostre conoscenze teoriche su come funziona l’universo”. I Laboratori Nazionali di Frascati (LNF) sono parte dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), e collaborano allo sviluppo degli strumenti di MoonLIGHT.

Oltre a INFN-LNF, altri partner italiani di MoonLIGHT sono l’MLRO (Matera Laser Ranging Observatory) del Centro di Geodesia Spaziale ASI di Matera, e l’Università di Padova. Lo sforzo congiunto ha prodotto il progetto, l’analisi, le simulazioni termiche e ottiche, la fabbricazione e il collaudo del prototipo della strumentazione che volerà a bordo del lander lunare Moon Express MX-1, con una prima missione di dimostrazione tecnologica pianificata per il 2017.

“Gli strumenti MoonLIGHT sono un payload bellissimo per noi”, ha dichiarato Bob Richards, co-fondatore e amministratore delegato di Moon Express. “È incredibile pensare che Moon Express possa aiutare a risolvere questioni scientifiche fondamentali di cosmologia e allo stesso tempo aumentare le nostre conoscenze sulla Luna che aiuteranno le nostre missioni future con questa serie di strumenti eleganti e relativamente a basso costo”.

Moon Express contribuirà con 12 milioni di dollari al costo complessivo dell’accordo di 24 milioni di dollari spalmati sulle quattro missioni, rinforzando il valore di un forte approccio di condivisione dei costi tra pubblico e privato nell’esplorazione lunare. “Stiamo facendo questo investimento per supportare i nostri clienti e contribuire alla scienza fondamentale della Luna e del nostro universo”, ha dichiarato Naveen Jain, co-fondatore e presidente di Moon Express. “La costruzione di una rete di retroriflettori laser di nuova generazione sulla Luna è anche un ottimo investimento in infrastruttura lunare per le nostre missioni future”.

Moon Express ha cominciato i test di volo del lander MTV-1 presso il Kennedy Space Center a dicembre del 2014. L’azienda ha recentemente annunciato un accordo con Space Florida per la gestione della storica rampa di lancio SLC-36 di Cape Canaveral.

Fonte: Moon Express

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22.05, ore 18:00: “Cascina oltre la luce…” gita ad Arcetri con l’UICI. Progetto di Astronomia dedicato ai Non Vedenti. Esperienza diretta con gli strumenti, puntati sugli oggetti del cielo (meteo permettendo) e lezioni di Astronomia generale;
Presso l’Osservatorio di Arcetri (FI), ingresso da Largo E. Fermi, 5.

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Celesti geometrie – approfondimenti sul quesito e soluzione

MoebiusLa teoria di Ramsey

Se fin dai tempi più remoti l’uomo ha creduto di scorgere nel cielo forme familiari, profili di personaggi mitologici, sagome di animali esistenti sulla Terra o fantastici, lo dobbiamo forse a una teoria matematica sviluppata nel 1928 da un venticinquenne inglese: Frank Plumpton Ramsey.

Nell’articolo di gennaio ho accennato alla vicenda di questo genio della matematica, che fu anche un brillante logico e un illustre economista. Ramsey nacque e crebbe a Cambridge, dove suo padre, insegnante di matematica, era preside del prestigioso Magdalene College.

Dopo il diploma, conseguito nel 1925, Ramsey si unì al gruppo di ricerca coordinato dal celebre economista John Maynard Keynes, e scrisse un paio di articoli di economia matematica tuttora molto citati.

Frank Plumpton Ramsey (1903 – 1930)

Nel giro di pochi anni si occupò anche di logica, di filosofia, di statistica e teoria della probabilità, di psicologia cognitivista e semantica. Chi lo conosceva lo descriveva come un pensatore cristallino, sempre in grado di costruire ragionamenti perfettamente coerenti e di evitare trappole logiche.

Nel 1930 dovette sottoporsi a una operazione chirurgica addominale, e purtroppo, per le complicazioni sopraggiunte dopo l’intervento, morì tragicamente prima del suo ventisettesimo compleanno.

La teoria che Ramsey sviluppò nel 1928 afferma che in qualsiasi struttura abbastanza ricca di elementi, non importa se si tratta di un insieme di stelle, o di un gruppo di persone, o di una sequenza di numeri, è inevitabile osservare delle configurazioni regolari. In altre parole, anche dove il caos sembra regnare, esiste sempre un po’ di ordine.

Ma quanto ricca deve essere la struttura considerata, per far emergere l’ordine dentro di sé? Questa è la difficile domanda connessa alla teoria di Ramsey. La risposta dipende ovviamente dal tipo di problema ramseyano che viene studiato.

Nell’articolo di gennaio descrivevo il famoso esempio della festa: quanti devono essere gli invitati a un ricevimento per essere certi che tre di loro si conoscano l’un l’altro oppure che tre di loro non si conoscano a vicenda?

Per risolvere il rompicapo, si potrebbe pensare di considerare tutte le possibili combinazioni e verificare se in ognuna c’è un terzetto di reciproci conoscenti o un terzetto di totali estranei. Ma quante sono le possibili combinazioni? Per una festa con 6 invitati, vi sono 15 relazioni interpersonali da prendere in esame: infatti per ognuna delle 6 persone ci sono 5 altre persone con cui avere a che fare, ma per evitare di considerare ogni legame due volte, dobbiamo dividere per 2: quindi (6 × 5) / 2 = 15). Dato che ognuna di queste 15 relazioni può essere di conoscenza o di estraneità, le possibili combinazioni sono 2 × 2 × 2 × 2 × 2 × 2 × 2 × 2 × 2 × 2 × 2 × 2 × 2 × 2 × 2, ovvero, scritto in modo più compatto come amano fare i matematici, 215, che è uguale a 32.768.

Non appena si considerano feste più affollate, questo algoritmo di “forza bruta” diventa decisamente poco efficiente. In realtà esiste un approccio molto più semplice per risolvere il problem. Immaginiamo che i 6 invitati si chiamino Antonella, Bruno, Cinzia, Davide, Elena e Fausto. Supponiamo che Antonella conosca almeno tre delle altre persone: ad esempio Bruno, Cinzia e Davide. Ora, se Bruno e Cinzia, oppure Bruno e Davide, oppure Cinzia e Davide si conoscono tra di loro, allora Antonella e la coppia di conoscenti sono un terzetto di reciproci conoscenti; altrimenti Bruno, Cinzia e Davide sono un terzetto di totali estranei.

Supponiamo invece che Antonella conosca non più di due fra le altre persone: ad esempio Bruno e Cinzia. Se Davide ed Elena, oppure Davide e Fausto, o Elena e Fausto non si conoscono tra di loro, ecco che Antonella e la coppia di estranei sono tre persone che non si conoscono tra loro; altrimenti Davide, Elena e Fausto sono un trio di conoscenti. Abbiamo facilmente dimostrato che in un gruppo di sei persone devono esserci per forza tre conoscenti o tre estranei!

Se la festa avesse soli 5 invitati, invece, questa certezza non esisterebbe: in questo caso, infatti, potreste facilmente trovare una “configurazione” di conoscenze in cui non esiste alcun terzetto di reciproci conoscenti o di totali estranei.

Diversi problemi di Ramsey ammettono soluzioni diverse. Tuttavia vale sempre il concetto fondamentale: esiste una soglia di complessità del sistema considerato sopra la quale esistono sicuramente strutture ordinate di un certo tipo.

Una festa con 17 invitati (da "Le scienze" n. 265, settembre 1990)

Se, anziché ricercare terzetti di conoscenti o di estranei, fossimo interessati ai quartetti, avremmo bisogno di 18 invitati. La figura seguente mostra un esempio di festa con 17 persone, in cui non esistono quartetti di reciproci conoscenti o di totali estranei: gli invitati sono rappresentati dai pallini bianchi, le relazioni di conoscenza e di estraneità rispettivamente dalle linee rosse e dalle linee blu.

Il problema analogo relativo a quintetti e sestetti, invece, è tuttora irrisolto.

Negli anni Sessanta del secolo scorso, due ricercatori americani, Alfred Hales e Robert Jewett, provarono ad applicare la teoria di Ramsey al gioco del tris, e dimostrarono che versioni abbastanza “ricche” del gioco portano sempre alla vittoria di uno dei due giocatori, rendendo impossibili le “patte”.

Che cosa s’intende per versioni ricche? Il tris classico si gioca su una scacchiera bidimensionale 3 × 3, ma nessuno ci vieta di immaginare versioni tridimensionali, o in generale a N dimensioni (con N ≥ 2), e possiamo anche pensare a scacchiere di dimensioni via via crescenti.

Per esempio, Hales e Jewett trovarono che, in un tris giocato su un cubo tridimensionale 3 × 3 × 3, comunque vengano collocati i cerchietti e le croci, la partita finirà sicuramente con tre cerchi in fila o con tre croci in fila.

L’enigma

I lettori di Coelum che si sono cimentati nella risoluzione dell‘enigma di gennaio hanno dovuto rompersi un po’ la testa sulle “triplette” nascoste all’interno di successioni di numeri interi. Una tripletta contenuta in una successione è una sequenza di tre numeri della successione posti in progressione aritmetica. Per esempio, nella successione 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, sono triplette valide (1, 5, 9), oppure (2, 3, 4), oppure (4, 6, 8), e così via.

Il quesito era il seguente.

Prendiamo i numeri interi compresi tra 1 ed N, e coloriamo ciascuno di essi di rosso o di blu, a nostro piacere. Quanto deve essere grande N perché, comunque scegliamo la colorazione dei numeri, vi siano sicuramente delle triplette dello stesso colore?

Nell’articolo, facevo notare che N = 7 è un valore ancora troppo basso: un controesempio è dato dalla successione 1 2 3 4 5 6 7, in cui non esistono triplette monocromatiche. È sufficiente prendere N = 8 per far comparire inevitabilmente le triplette monocolore? Oppure occorre salire a N = 9? Oppure ancora più in alto? O forse, per quanto si aumenti il valore di N, si può sempre evitare l’insorgenza di triplette dello stesso colore? (quest’ultima possibilità, come potete notare, sarebbe contraria alla teoria di Ramsey…)

Il problema delle triplette monocromatiche fu sollevato nel 1926 da un matematico olandese, Bartel Leendert van der Waerden, il quale si accorse che, non appena N diventava abbastanza grande, le triplette monocromatiche saltavano fuori sempre. Lo studioso trovò che il fenomeno si applicava anche al caso di sequenze più grandi delle triplette: in generale gruppi di M numeri separati tra di loro per progressione aritmetica.

Bartel Leendert van der Waerden (1903 – 1996)

Per dimostrare rigorosamente il teorema, van der Waerden chiese l’aiuto dei colleghi Emil Artin e Otto Schreier. Lo stesso van der Waerden, qualche anno dopo, scrisse:

Andammo nell’ufficio di Artin, al Dipartimento di matematica dell’Università di Amburgo, e cercammo di trovare una dimostrazione. Tracciammo qualche diagramma sulla lavagna. Avevamo quelle che in tedesco si chiamano Einfiille: idee improvvise che vengono fulminee alla mente. Più volte queste nuove idee impressero una svolta alla discussione e alla fine una di esse portò alla soluzione.

Alla fine van der Waerden escogitò una tecnica di dimostrazione basata su una forma particolare di induzione. Il risultato è, evidentemente, un’ulteriore applicazione della teoria di Ramsey, e non a caso viene spesso ricordato come teorema di Ramsey per le progressioni aritmetiche. In molti casi viene però menzionato come teorema di van der Waerden.

Secondo il teorema di van der Waerden, quindi, l’enigma di gennaio ha senso. Ma rimane il problema: quanto deve essere lunga la successione di interi affinché, colorandola arbitrariamente, le triplette monocolore compaiano con certezza?

La soluzione e i vincitori

La risposta al quesito posto era N = 9. Attraverso quale ragionamento si poteva arrivare alla risposta corretta? Evidentemente occorreva trovare un valore di N -1 per il quale esisteva una colorazione che non generava triplette monocromatiche, e mostrare che, invece, già per N, diventava inevitabile la comparsa di tali famigerate strutture.

Ebbene, coloriamo come segue la successione dei primi N – 1 = 8 interi:

1 2 3 4 5 6 7 8

Come potete vedere, non ci sono triplette né rosse né blu.

Con N = 9, invece, indipendentemente dallo schema di colorazione adottato, ci possiamo trovare in due casi:

  • • il 4 e il 6 hanno lo stesso colore

oppure

  • • il 4 e il 6 sono di colore diverso.

Analizziamo il primo caso, e supponiamo che il 4 e il 6 siano colorati di blu:

1 2 3 4 5 6 7 8 9

Per evitare la tripletta (4, 5, 6), il 5 deve essere colorato di rosso:

1 2 3 4 5 6 7 8 9

Ora, per evitare le triplette (2, 4, 6) e (4, 6, 8), dobbiamo colorare di rosso anche il 2 e l’8:

1 2 3 4 5 6 7 8 9

Notate qualcosa di strano? Eh già, è comparsa la tripletta (2, 5, 8). Cercando di evitare le triplette blu, si è creata una tripletta rossa!

Consideriamo ora il secondo caso, in cui il 4 e il 6 sono di colore diverso: per esempio il 4 è rosso e il 6 è blu:

1 2 3 4 5 6 7 8 9

Possiamo allora colorare il 5 di rosso o di blu senza che si crei una tripletta. Decidiamo di colorarlo di rosso:

1 2 3 4 5 6 7 8 9

A questo punto, siamo costretti a colorare di seguito:

  • • il 3 di blu, per evitare la tripletta (3, 4, 5)
  • • il 9 di rosso, per evitare la tripletta (3, 6, 9)
  • • il 7 di blu, per evitare la tripletta (5, 7, 9)
  • • l’8 di rosso, per evitare la tripletta (6, 7, 8)
  • • il 2 di blu, per evitare la tripletta (2, 5, 8)
  • • l’1 di rosso, per evitare la tripletta (1, 2, 3)

La successione finale è quindi la seguente:

1 2 3 4 5 6 7 8 9

Ma attenzione! C’è anche qui una tripletta monocromatica: (1, 5, 9)!

Abbiamo quindi dimostrato che, comunque si colori la successione iniziale, le triplette ci sono per forza.

A inviarci per primo la risposta corretta e una dimostrazione valida è stato DARIO BROGGI, che quindi ha vinto l’abbonamento premio. Hanno inviato soluzioni corrette anche Daniele Tosalli e Maurizio Carlino. Quest’ultimo, com’è sua abitudine, ha spedito una rigorosa e magnifica analisi del problema. I nostri più vivi complimenti a tutti loro!

Ti porto la Luna: un pezzo di Luna in tour per un mese in Italia e Svizzera

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Un frammento di Luna ammirato da Charlie Duke, astronauta lunare, e la moglie Dotty. Credit: Rodri Van Click.

Se volete vedere da vicino un frammento di Luna, non c’è bisogno che andiate a Houston, negli Stati Uniti, dove sono conservati i campioni di suolo lunare riportati sulla Terra dalle missioni Apollo fra il 1969 e il 1972: uno di questi frammenti di roccia lunare sarà in tour in Italia e Svizzera dal 9 maggio al 3 giugno per una serie di conferenze scientifiche e di eventi divulgativi dedicati al tema dell’esplorazione e dell’avventura.

La roccia è stata concessa in prestito per un mese dalla NASA a Luigi Pizzimenti, direttore della sezione Astronautica dell’Osservatorio FOAM13 di Tradate, curatore del Padiglione Spazio del Museo del Volo Volandia e accreditato presso il Lunar Sample Laboratory Facility nel quale sono custodite le rocce lunari Apollo. Il 4 maggio scorso ho accompagnato Luigi a Houston per documentare giornalisticamente il viaggio e sarò con lui per le lezioni e conferenze che dedicheremo a questo straordinario campione di roccia extraterrestre.

No, non è uno scherzo, anche se faccio fatica a crederci anch’io, perché sono anni che lavoro a quest’impresa. Luigi ed io siamo andati davvero a prendere un pezzo di Luna e ve lo abbiamo portato.

Luigi Pizzimenti all'interno del laboratorio NASA dove vengono studiati i campioni di Luna.

Il campione di Luna che Luigi (foto qui accanto) ed io siamo andati a ritirare è molto speciale: è un frammento della roccia catalogata con il numero di riferimento 70215, pesa ben 120 grammi ed è uno dei più grandi fra quelli offerti dalla NASA per esposizioni pubbliche.

Ha una storia eccezionale: ha più di 3,7 miliardi di anni (più della maggior parte delle rocce terrestri di superficie) ed è stato scelto e raccolto sulla Luna a dicembre del 1972, durante l’ultima missione lunare, Apollo 17, dalle sapienti mani dell’unico geologo che ha mai fatto geologia extraterrestre sul campo: Harrison Schmitt.

Questa roccia ha anche un valore inestimabile, perché oggi non c’è nessuno in grado di andare a prenderne delle altre: se prendiamo il costo delle missioni Apollo (circa 170 miliardi di dollari di oggi) e lo dividiamo per i 382 chilogrammi di campioni lunari riportati sulla Terra, risulta che il campione che Luigi ed io vi porteremo vale teoricamente circa 53 milioni di dollari.

Durante gli appuntamenti pubblici, che trovate elencati nel calendario qui sotto, potrete conoscere la storia geologica di questa roccia antichissima (grazie anche alla scheda tecnica NASA), che rievoca la cataclismica formazione della Terra e della Luna, e potrete rivivere, con foto e riprese video rare e restaurate, l’avventura e il viaggio che l’hanno portata tra noi. Potrete anche osservarla da vicino e fotografarla: se volete un selfie davvero spaziale, questo è il vostro momento. Avere in Europa un grande campione di roccia lunare delle missioni Apollo non capita spesso. Dopo il 3 giugno la roccia non sarà più disponibile e verrà riportata da me e Luigi negli Stati Uniti.

Durante il viaggio ho fatto un livetweet e girato un mini-documentario che racconterà come è stato possibile coronare un sogno che, come Luigi (autore del libro Progetto Apollo) e tanti altri della mia generazione, avevo fin da bambino: raggiungere la Luna e vedere cosa può fare di meraviglioso l’umanità quando ci si mette d’impegno.

Se vi va di unirvi a me e Luigi in questo sogno che diventa realtà e nel tour della Roccia, seguiteci su Twitter (@disinformatico e @luigipizzimenti) e condividete le vostre esperienze e le vostre foto usando l’hashtag #tiportolaluna.

Se vi interessa organizzare un evento, una lezione universitaria o una conferenza dedicata a questa roccia, contattatemi via mail presso paolo.attivissimo (chiocciola) gmail.com oppure contattate Luigi Pizzimenti presso luigi.pizzimenti (chiocciola) foam13.it per tutti i dettagli organizzativi. Ma fate presto, perché il tempo vola, molte date sono già state riservate e altre sono state opzionate.

Le dimensioni dell'espositore della Roccia.

Le date indicate come sotto opzione restano comunque disponibili fino a quando l’evento viene indicato come confermato.

Visto il valore del campione di roccia lunare, è indispensabile che venga messa a disposizione una teca protettiva non apribile di dimensioni sufficienti a contenere il suo espositore, mostrato qui sopra, e che il campione sia costantemente sorvegliato.

Le prossime date del tour Ti porto la Luna

Per un aggiornamento delle date consultare: http://attivissimo.blogspot.it/p/ti-porto-la-luna.html

Mercoledì 20 maggio (evento confermato). Pordenone, Istituto Tecnico J. F. Kennedy, ore 10.15.Giovedì 21 maggio (evento confermato). Locarno. Evento speciale su invito.

Venerdì 22 maggio (evento confermato). Marina di Carrara, ore 21, Planetario Comunale A. Masani, via Bassagrande. Prenotazione obbligatoria scrivendo a gam (chiocciola) astrofilimassesi.it, tel. 333.173.1533.

Sabato 23 maggio (evento confermato). Viareggio, Museo della Marineria, Lungo Canale Est 32, ore 21. Evento a cura di Paolo Miniussi, info (chiocciola) octobersky.it, tel. 380.4291408. Link a informazioni. Rassegna stampa: Astronautica.us.

Domenica 24 maggio. Data disponibile ma sotto opzione a Roma (da confermare).

Lunedì 25 maggio. Data disponibile ma sotto opzione a Capua (da confermare).

Martedì 26 maggio (evento confermato). Imola, Teatro Comunale “Ebe Stignani”, via Verdi 1, ore 20.30. Evento a cura dell’Associazione Astrofili Imolesi.

Mercoledì 27 maggio. Data disponibile.

Giovedì 28 maggio (evento serale confermato). Varallo (Vercelli), ore 21, via Don Bosco 5, Oratorio Sottoriva. Evento organizzato dall’Associazione “Il Cortile del Dialogo”. Informazioni: ilcortiledeldialogo (chiocciola) gmail.com.

Venerdì 29 maggio. Data non disponibile.

Sabato 30 maggio (evento confermato). Cantalupa (TO), Centro Polivalente Silvia Coassolo, via Roma 18, ore 21. Dopo la conferenza, osservazione della Luna, di Giove e di Saturno con gli strumenti degli astrofili del C.P.A.P. Costo: interi 10 euro, ridotti (ragazzi fino a 14 anni) 5 euro. Per informazioni: tel. 348.226.1420. Prenotazioni su www.cantalupae.eu.

Domenica 31 maggio (evento confermato). Villa Guardia (Como), Giardino di Villa Greppi, 20.00. Ingresso libero, prenotazione obbligatoria (massimo 2 posti) a conferenza (chiocciola) davidecivelli.com. In caso di maltempo la conferenza verrà tenuta al chiuso. A seguire, osservazione astronomica della Luna e della volta celeste.

Lunedì 1 giugno (evento confermato). Gravesano (Canton Ticino), sala adiacente al Municipio, via Cantonale, 20:30.

Martedì 2 giugno (evento confermato). Genova. Evento a cura dell’Osservatorio Astronomico Righi di Genova (dettagli da annunciare).

Mercoledì 3 giugno (eventi confermati). Trezzano sul Naviglio: esposizione della roccia lunare dalle 11 alle 13 presso la Casa Comunale, via IV Novembre 2; esposizione della roccia dalle 15 alle 19:30 presso il Centro Socioculturale, via Manzoni 12; conferenza alle 21 presso lo stesso Centro Socioculturale. Eventi organizzati dal Comune di Trezzano. Ingresso gratuito.

Per le date aggiornate consultare: http://attivissimo.blogspot.it/p/ti-porto-la-luna.html

CORSO BASE di ASTRONOMIA

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21.05: OSSERVAZIONE DEL CIELO a Cornua.

info: www.astropolaris.it

Associazione Cascinese Astrofili

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20.05, ore 21:30: “A scuola con il telescopio…” Osservazione della Luna, di Giove e Saturno presso la scuola di Latignano (Cascina).

Per informazioni:
Domenico Antonacci Cell: 347-4131736
domenico.antonacci@astrofilicascinesi.it
Simone Pertici: cell: 329-6116984
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