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Transiti notevoli ISS per il mese di Giugno 2022

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La ISSStazione Spaziale Internazionale questo Giugno 2022 sarà rintracciabile nei nostri cieli in orari mattutini, prima dell’alba. Avremo quattro transiti notevoli con magnitudini elevate durante gli ultimi giorni del mese, auspicando come sempre in cieli sereni.

Si inizierà il giorno 27 Giugno, dalle 04:50 alle 04:59, osservando da SO a NE. La ISS sarà ben visibile da tutta Italia con una magnitudine massima si attesterà su un valore di -3.8.

Sperando come sempre in cieli sereni per il miglior transito del mese!

Il giorno dopo, 28 Giugno, la Stazione Spaziale transiterà dalle 04:03 verso SSO alle 04:10 verso ENE. Visibilità migliore dalle regioni meridionali per questa occasione, con magnitudine di picco a -3.2.

Passiamo al giorno 29 Giugno, dalle 04:49 in direzione OSO alle 04:58 in direzione NE. Osservabile al meglio dal settentrione questa volta, con una magnitudine massima di -3.1.

L’ultimo transito del mese si avrà il giorno 30 Giugno, dalle 04:02 da OSO alle 04:09 a NE, con magnitudine massima a -3.5 e osservabile da tutta Italia.

Le Costellazioni di Giugno 2022

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Le sere di giugno brillano della magia dell’estate, che farà il suo ingresso giorno 21 con il solstizio: sarà un mese in cui potremo ammirare le costellazioni che caratterizzano il cielo estivo, attraversato dal fiume di stelle della nostra galassia: la Via Lattea.

ERCOLE NEL CIELO ESTIVO

Nelle sere di giugno potremo ammirare, alta nel cielo, la costellazione di Ercole.

Posta tra il Boote e la Lira, quella di Ercole è una costellazione tipica dell’estate boreale che per via della sua ampia estensione (1225 gradi quadrati) ed è classificata come la quinta più grande del firmamento.

Nonostante le sue vaste dimensioni, Ercole non vanta stelle particolarmente luminose; da segnalare la β Herculis, nota come Kornephoros, di magnitudine 2,78.

Tuttavia la costellazione contiene un gran numero di stelle doppie e stelle variabili, osservabili già con piccoli strumenti e telescopi. È il caso di Ras Algethi, una stella doppia composta da una supergigante rossa variabile e da una più piccola verde-azzurra.

La Costellazione di Ercole giace lontana dalla porzione di cielo attraversata dalla Via Lattea, in una regione priva di galassie luminose; in compenso, la costellazione ospita uno dei più conosciuti ammassi globulari: M13 o Ammasso Globulare di Ercole.

Ammasso Globulare M13
di Samuele Gasparini (clicca sull’immagine per saperne di più)

Si tratta dell’ammasso più luminoso dell’emisfero boreale, visibile già ad occhio nudo da luoghi bui, e più nitido e ben dettagliato se osservato rispettivamente con binocolo e telescopio. Con la sua magnitudine apparente pari a 5,8 l’ammasso contiene migliaia di stelle e si presta molto bene all’astrofotografia.

L’Ammasso Globulare di Ercole rimane altresì famoso per il “messaggio Arecibo”: un messaggio radio trasmesso nello spazio dal radiotelescopio di Arecibo a Porto Rico (purtroppo ormai smantellato dopo gravi danneggiamenti ambientali) il 16 novembre 1974 e indirizzato verso M13, a 25 000 anni luce di distanza.

Abell 39
di Alessandro Bianconi

Da segnalare anche la presenza di una nebulosa planetaria nella costellazione di Ercole, ovvero Abell 39 la cui forma, circolare e trasparente, ricorda una bolla di sapone.

Guarda su PhotoCoelum la foto in HD e scopri maggiori dettagli: Abell 39 di Alessandro Bianconi

 

IL MITO DI ERCOLE

La figura di Ercole è una delle più famose della mitologia: la sua fama è legata alle 12 fatiche che l’eroe affrontò e chi gli valsero la sua eterna gloria.

Figlio di Zeus e di Alcmena, una fanciulla ennesima vittima degli inganni del re degli dei: narra la mitologia che Zeus si trasformò nel marito della giovane per poterla possedere e proprio da questa unione nacque Ercole.

La figura mitologica dell’eroe è sicuramente una delle più conosciute, quella per antonomasia: leggendaria la forza di Ercole nello sfidare animali inferociti come il Leone di Nemea (vedi articolo Costellazioni di Aprile 2022) e mostri come l’Idra (vedi articolo Costellazioni di Maggio 2022).

Egli era venerato come simbolo di forza e abilità, ma anche come eroe generoso, che per il suo altruismo divenne esempio anche di forza morale oltre che fisica.

Ad Ercole è poi legato un altro mito dove la protagonista è la Via Lattea: durante l’allattamento al seno di Era, un Eracle in fasce si mosse bruscamente (o fu Era stessa ad allontanarlo secondo altre versioni) e lo schizzo di latte arrivò sino in cielo creando così il fiume di stelle della nostra galassia.

LA COSTELLAZIONE DELLA LIRA

Nelle serate di inizio estate un astro brilla in maniera particolarmente luminosa sulla volta celeste: si tratta di Vega, stella alfa della Lira.

Circa 14.000 anni fa localizzato nei pressi della Lira si trovava il Polo Nord celeste: all’epoca era infatti Vega la stella polare, situata a pochi gradi dal polo, e la stessa tornerà ad esserlo fra 13.000 anni circa, quando l’asse di rotazione terrestre punterà nuovamente in direzione della Lira.

Seppur di piccole dimensioni, la costellazione è individuabile proprio grazie a Vega che insieme a Altair (nell’Aquila) e Deneb (nel Cigno) costituisce uno dei tre vertici del Triangolo Estivo, un brillante asterismo da ammirare nelle notti estive.

α Lyrae (Vega) è una stella bianco-azzurra multipla, di 5 componenti, posta a una distanza di 25,3 anni luce: essa ha una magnitudine apparente di 0,03 ed è la seconda stella più luminosa dell’emisfero settentrionale (dopo Arturo) e la quinta di tutto il firmamento.

Vega è la prima stella ad essere stata fotografata (dopo il Sole) nel 1850.

OGGETTI NON STELLARI NELLA  LIRA

La costellazione della Lira contiene stelle doppie osservabili e risolvibili anche con l’ausilio di un binocolo, come nel  caso di ε Lyrae, soprannominata la “doppia doppia”, che rappresenta una delle stelle multiple più conosciute del cielo.

Tra gli oggetti più interessanti e alla portata di osservazioni e fotografia deep-sky vi è da segnalare M57, ovvero la Nebulosa Anello, una delle nebulose planetarie più note per via della sua luminosità.

Nebulosa Anello M57
di Roberto Ortu (clicca sull’immagine per maggiori dettagli)

La costellazione è legata allo sciame delle Liridi, così chiamato proprio perché le meteore si originano dal punto (radiante) sulla volta celeste in direzione della Lira, nel periodo di aprile.

LA LIRA NELLA MITOLOGIA

Anche la Lira trova collocazione nella mitologia: una delle storie più accreditate indica la Lira come lo strumento musicale inventato dal dio greco Ermes che lo donò a suo fratello Apollo per poi passare nelle mani di Orfeo.

Dopo l’uccisione di Euridice, sposa di Orfeo, quest’ultimo scese nell’oltretomba per riprendersi la sua amata. Sceso agli Inferi iniziò a suonare struggenti melodie con la sua Lira suscitando così la commozione di Ade, dio dell’oltretomba, che arrivò al punto di consentire ad Orfeo di poter riprendere Euridice con sé a patto di camminare dinanzi alla sua sposa senza mai voltarsi. Ma Orfeo non rispettò il patto e si voltò poco prima di uscire dall’oltretomba, condannando la sua amata. Da quel momento prese ad errare per il mondo con il suo dolore e sempre accompagnato dalla sua Lira; fino alla fine dei suoi giorni, il ricordo di Euridice rimase vivo e Orfeo non riuscì a concedere il suo cuore a donna alcuna. Accadde poi che una donna da lui rifiutata, si vendicò cogliendolo alle spalle mentre si trovava suonare in un bosco e uccidendolo a colpi di pietre.

Orfeo finì finalmente tra le braccia della sua amata.

Leggenda narra che le Muse raccolsero la Lira composta di stelle e la adagiarono sulla volta celeste.

Anche la Lira attraverso il cielo si scorge con i bracci
divaricati tra le stelle, con la quale una volta Orfeo catturava
tutto quello che con la sua musica raggiungesse, e volse il passo
perfino tra le anime dei trapassati e ruppe col canto le leggi d’abisso.
Donde la dignità del cielo e un potere simile a quel dell’origine:
allora alberi e rupi trascinava, ora di astri è guida
e attira dietro sé il cielo infinito dell’orbitante cosmo”.
(Manilio, Poeticon Astronomicon, I, 324-330)

Le Comete di Giugno 2022

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LA K2 PANSTARRS SI FA INTERESSANTE

Prosegue l’avvicinamento di questa cometa che ci tiene compagnia da lungo tempo e che potremo seguire ancora per qualche mese.
credit in-the-sky.org

La sua progressione luminosa lascia a desiderare, con valori ben al di sotto delle stime previste. Ciò nonostante in giugno dovrebbe mostrarsi finalmente un po’ più convincente raggiungendo la nona magnitudine.

Per tutto il mese stazionerà nell’Ofiuco, con la culminazione che avverrà inizialmente al termine della notte astronomica per poi risultare sempre più anticipata. Il giorno 22 transiterà a pochi primi da Cebalrai, la stella Beta della costellazione.

La posizione della C/2017 K2 PanSTARRS in giugno è calcolata per le ore 23.45 ora legale. Le stelle più deboli sono di mag. 9

POTEVA FAR MEGLIO LA C/2021 O3 PanSTARRS

credit in-the-sky.org

Grande è stata la delusione per l’attesa C/2021 O3 PanSTARRS, che ad aprile sembrava dover raggiungere valori tali da poter essere avvistata ad occhio nudo (seppur in condizioni critiche) e che in maggio avremo dovuto seguire più comodamente.

Niente di tutto questo dato che durante il passaggio al perielio si è disintegrata, ricomparendo simile a un fantasma che in pochi sono riusciti a vedere. Pazienza! Intanto godiamoci la K2 PanSTARRS in attesa di altri arrivi interessanti.

 

Luna di Giugno 2022

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Dopo un Maggio caratterizzato dalla splendida Eclissi Totale di Luna, vediamo cosa possiamo osservare questo Giugno 2022!

Ti sei perso l’eclissi? Scopri qui tante splendide immagini:
Eclissi totale di Luna – FOTORACCONTO

Chiuso il mese appena trascorso col Novilunio del 30 Maggio (13:30), Giugno si apre con un nuovo ciclo lunare in fase crescente che progressivamente porterà la Luna nelle più comode ore della sera con la fase di Primo Quarto prevista per le ore 16:48 del 7 Giugno.

Per effettuare osservazioni col telescopio basterà attendere fino a circa le ore 22:00 quando una Luna in fase di 8,3 giorni ad un’altezza iniziale di +42° si renderà perfettamente visibile fino alle prime ore della notte seguente quando tramonterà intorno alle 02:00 circa.

Orientato il telescopio lungo il terminatore e concentrata l’attenzione sulla Rupes Recta (o Straight Wall) situata lungo il bordo orientale del mare Nubium, mai nessuno ha avuto l’idea di immaginare questa eccezionale formazione lunare nel bel mezzo della Pianura Padana centrandone una estremità in corrispondenza della città di Milano?

Sovrapposizione Rupes Recta (credit Francesco Badalotti)

Realizzata questa interessantissima sovrapposizione finalizzata ad una più realistica percezione riguardo le sue effettive dimensioni, ho constatato che questa spettacolare faglia di 114 km di lunghezza si estenderebbe dal capoluogo lombardo fino alla città di Parma considerando, appunto, la distanza di 114 km fra le due città. Ma oltre alla lunghezza della faglia è altrettanto importante considerarne anche l’altezza di 300mt con una inclinazione media di 30/40° di questa struttura lunare che all’osservazione telescopica anche ad elevati ingrandimenti ben difficilmente si presenta come un dettaglio “facile” a prescindere da condizioni osservative particolarmente favorevoli.

Come fare per una differente percezione di ciò che stiamo osservando?

Constatato che il dislivello di 300mt fra i due versanti della Rupes Recta corrisponde all’altezza della Torre Eiffel (metro più, metro meno…) ho ritenuto utile porre a confronto l’immagine telescopica con una foto di questo grande monumento parigino.

L’altezza è identica ma è anche vero che in questo modo la percezione rischia di venire estremizzata forse in modo eccessivo, ma con una considerazione: se noi terrestri almeno per una sera ci trovassimo sulla Luna esattamente alla base della Rupes Recta quel dislivello di 300mt ci apparirebbe in tutta la sua imponenza come se fossimo a pochi metri dalla Torre Eiffel, proprio come nella foto di riferimento.

A prescindere da quanto sopra esposto la serata sarà l’ideale anche per osservazioni in alta risoluzione lungo tutto il margine est del mare Nubium che per l’occasione verrà a trovarsi in prossimità del terminatore con le imponenti e spettacolari strutture crateriformi da Ptolemaeus a Deslandres pronte a rivelare i loro più fini dettagli.

Alle ore 13:52 del 14 Giugno il nostro satellite sarà in Plenilunio in fase di 15 giorni, alla distanza di 363538 km dalla Terra e con diametro apparente di 32,87’ ma a ben -67° sotto l’orizzonte. Per eventuali osservazioni col telescopio basterà attendere il suo sorgere alle 21:46 rendendosi perfettamente visibile fino all’alba del mattino seguente quando andrà a tramontare contestualmente al sorgere del Sole, come sempre in Luna Piena.

Segnalo che nella medesima serata del Plenilunio, il 14 Giugno, il punto di massima librazione coinciderà con la regione polare settentrionale interessando in modo particolare l’area intorno al cratere Peary di 77 km di diametro, la cui peculiarità riguarda buona parte delle cime montuose delle sue pareti perennemente esposte alla luce solare e definite per questo “le vette della luce eterna”.

Appare curioso il fatto come la Luna sia l’unico corpo del sistema solare (attualmente noto) in cui sulle cime di determinati crateri in corrispondenza dei poli non tramonterebbe mai il Sole, peculiarità osservata nel 1994 durante la missione della Sonda Clementine analogamente a quanto accade, ad esempio, per il cratere Shackleton al Polo Sud che vedremo più avanti in librazione favorevole. Pertanto, con un seeing sufficientemente stabile sarà l’occasione buona per sedute osservative di una regione lunare certamente non facile ma sempre molto interessante e stimolante.

Iniziata ormai la fase di luna calante il nostro satellite si allontanerà sempre più dalle ore della sera limitando la sua osservabilità alle ore notturne, entrando pertanto in Ultimo Quarto alle ore 05:11 del 21 Giugno. Per osservare al telescopio questa fase lunare sarà però necessario attendere le prime ore della notte del 22 Giugno quando sorgerà alle 02:05 preceduta dal pianeta Giove (distanza 5°43’) e seguita da Marte (distanza circa 9°).

Dove dirigere il telescopio con la Luna in Ultimo Quarto?

Come sempre le possibilità di scelta non mancano ma nel caso specifico consiglierei i vasti crateri Plato e Archimedes (diametri di 100 km) oltre al corrispondente tratto di mare Imbrium proprio in prossimità del terminatore, oltre al cratere Eratosthenes (60 km) col tratto iniziale dei monti Appennini per poi spostarsi nello spettacolare altopiano meridionale con le imponenti strutture crateriformi tra cui Longomontanus (150 km), Tycho (78 km), Maginus (160 km), Clavius (231 km) e tante altre.

Per quanto riguarda Clavius se ne è ipotizzata l’ipotetica sovrapposizione sul settore più meridionale del mare Tirreno centrandone l’immagine in corrispondenza del Marsili, il più grande vulcano sottomarino europeo (dimensioni 70×30 km, altezza di 3000mt dal fondo marino ma con la sommità posta a circa 450mt sotto il livello del mare). Pertanto il cratere Clavius andrebbe ad occupare un’area a breve distanza dalle zone costiere di Sicilia, Calabria e Campania meridionale.

Sovrapposizione Clavius (credit Francesco Badalotti)

Immaginare di trovarsi in prossimità di una struttura con le dimensioni del cratere Clavius, 231 km e pareti alte 4600 mt dalla base del cratere, deve costituire indubbiamente uno spettacolo grandioso anche ipotizzando questa grande struttura lunare adagiata sul fondo del mare Tirreno, nel qual caso però le sue pareti emergerebbero comunque per oltre mille metri sopra al livello del mare!

Al termine della fase calante, alle ore 04:52 del 29 Giugno il nostro satellite sarà in Novilunio chiudendo così questo mese con la ripartenza di un nuovo ciclo lunare contestualmente alla fase crescente che, come succede ormai da oltre quattro miliardi di anni, riporterà la Luna nelle migliori condizioni osservative ma se ne riparlerà a Luglio.

Le Falci lunari di Giugno

Per le falci in luna crescente appuntamento per le prime ore della serata del 2 Giugno con una bella falce di 3,4 giorni che alle ore 23:57 scenderà sotto l’orizzonte. Il non eccessivo tempo a disposizione sarà però sufficiente per interessanti osservazioni sulle principali strutture, fra cui il cratere Endymion a nordest, il cratere Cleomedes e il mare Crisium ad est con i vicini mari Marginis e Undarum oltre al bordo orientale del mare Fecounditatis con i sempre spettacolari ed imponenti vasti crateri Langrenus, Vendelinus, Petavius, Furnerius senza dimenticare una visita anche alle rispettive cuspidi nord e sud.

Passando ora alle falci in luna calante, appuntamento per la nottata del 25 Giugno con una falce di 26 giorni che sorgerà alle ore 03:06 seguita dal pianeta Venere a 12°. L’osservazione di questa falce consentirà di ammirare una vasta porzione del settore più occidentale dell’oceanus Procellarum unitamente al Sinus Roris a nordovest ed il lato ovest del mare Humorum a sudovest. In evidenza le scure superfici basaltiche dei grandi crateri Schickard e Grimaldi in netto contrasto rispetto alle più chiare rocce anortositiche degli altipiani circostanti.

Una più sottile falce di 26,6 giorni sorgerà la notte successiva, il 26 Giugno, alle ore 03:32 preceduta dalle Pleiadi (distanza 4°) e seguita dal pianeta Venere alla distanza di soli 2°30’. Il poco tempo a disposizione consentirà una veloce visita alle regioni prossime al bordo lunare occidentale prima che la luce del Sole prevalga su tutto.

Infine nella tarda nottata del 27 Giugno alle ore 04:03 sorgerà una problematica falce di 27,6 giorni preceduta dal pianeta Venere. Nel caso specifico eventuali osservazioni o foto dovranno essere effettuate attuando ogni precauzione al fine di non intercettare la pericolosa luce solare. Per questa tipologia di osservazioni, oltre agli ormai noti parametri osservativi, risulterà determinante disporre di un orizzonte il più possibile libero da ostacoli.

Librazioni di Giugno

(In ordine di calendario, per i dettagli vedere le rispettive immagini).

Si precisa che, per ovvi motivi, non vengono indicati i giorni in cui i punti di massima Librazione si discostano dalla superficie lunare illuminata dal Sole.

Librazioni Regione Nordovest
Mappa di F. Badalotti su immagini tratte dal globo di “Virtual Moon Atlas”
  • 13 Giugno. Fase 14,3 giorni – Massima Librazione ovest cratere Xenophanes
Librazioni Regione Polare Nord
Mappa di F. Badalotti su immagini tratte dal globo di “Virtual Moon Atlas”
  • 14 Giugno. Fase 15,3 giorni – Massima Librazione nord crateri Peary/Florey

Inaugurazione Planetario di Santa Maria di Sala (VE) – GRUPPO ASTROFILI SALESE

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COMUNICATO STAMPA del Gruppo Astrofili Salese

Evento collaterale alla 23^ Mostra di Astronomia e Astronautica
Inaugurazione del Planetario di Santa Maria di Sala

Nel contesto della Mostra di Astronomia e Astronautica il Gruppo Astrofili Salese “G. Galilei” inaugura il nuovo Planetario cittadino, con una cerimonia prevista per il giorno Sabato 28 Maggio alle ore 10.30 presso l’Osservatorio Astronomico di Santa Maria di Sala in via Ferraris 1.

«È un evento importante per il nostro gruppo, per il quale abbiamo lavorato molto, e una grande opportunità offerta a tutta la collettività, di Santa Maria di Sala e di tutta Città Metropolitana, che con questa struttura fissa avrà la possibilità di studiare ed osservare le stelle e le costellazioni in ogni momento dell’anno e con qualsiasi condizione atmosferica».

Lo ha detto Tino Testolina, presidente del Gruppo Astrofili Salese “G. Galilei”, a pochi giorni dal taglio del nastro del nuovo Planetario di Santa Maria di Sala.

L’inaugurazione costituisce un evento collaterale alla 23^ Mostra di Astronomia e Astronautica, in corso fino a Domenica 29 Maggio a Villa Farsetti di Santa Maria di Sala.

NE ABBIAMO PARLATO QUI

Si tratta di un Planetario ottico di 6 metri di diametro, della capienza di circa 30 persone, che può riprodurre fino a 3200 stelle.  Nelle intenzioni dell’associazione questo strumento tecnologico dovrà aiutare il pubblico, guidato dai soci del Gruppo Astrofili Salese, a comprendere ed interpretare i fenomeni astronomici, concedendo uno sguardo unico sulle bellezze del creato.

Durante l’inaugurazione interverranno il Prof. Cesare Barbieri dell’Università di Padova, il Dott. Roberto Ragazzoni direttore INAF di PadovaDon Alessandro Omizzolo membro dello staff della Specola Vaticana, autorità civili e religiose.

Visita il sito www.astrosalese.it per maggiori info

 

 

Raccolta Completa Paolo Campaner

Ringraziamo ancora Fabio Briganti per il bellissimo articolo in ricordo dell’amico Paolo Campaner. Qui la raccolta di scoperte e foto di Paolo (in copertina: la cena in compagnia di Fabio Briganti).

I BOZZETTI

Disegni fatti da Paolo Campaner ricavati dalle sue prime osservazioni al telescopio

PUBBLICAZIONI STORICHE

I bozzetti di Paolo Campaner si ritrovano anche nei vecchi numeri di Coelum, nelle edizioni dei primi Anni ’70

LE SUPERNOVAE SCOPERTE DA PAOLO CAMPANER
SN2014ci_PGC166758
SN_NGC5406
SN_UGC11494
SN2015ag_IC43
SN2015af_NGC6801
SN2015am_UGC1641
SN2015aj_UGC3460
SN2016cyw_IC1702
SN2016gcm_PGC166705
SN2016hkn_NGC819
AT2017qu_PGC29080
SN2017mf_NGC5541
AT2017gly_UGC3396
SN2019zhs_IC4552
SN2020aavb_NGC3697
LE SUPERNOVAE CONFERMATE
Confermata SN2014ec_UGC6109
Confermata SN_AT2016gya
LE PRE-DISCOVERY
Prediscovery1_SN2016esm_UGC3375
Prediscovery2_SN2017gfh_PGC1311562
Prediscovery3_SN2018gj_NGC6217
Prediscovery4_SN2018bbz_PGC60339
NOVA EXTRAGALATTICA
NOVA AT2019uiz_M31
LUMINOUS BLUE VARIABLE
LBV_NGC2403
VARIABILE CATACLISMICA
CV AT2017dgh_UGC11289
CV AT2019kei_UGC11093

Integrazioni articolo “Il correttore di dispersione atmosferica” – Le prove sul campo

Prove sul campo

OTTOBRE 2020

A ottobre 2020 ho realizzato riprese comparative di Saturno con e senza ADC.

Condizioni di lavoro per le riprese di ottobre 2020:

  • Posizione e cielo
    Altezza: 20° UTC: 2020-10-19T18:55:01.6092050Z (senza ADC)
    Altezza: 18° UTC: 2020-10-19T19:20:32.9913942Z (con ADC)
    Località: Taranto 10m s.l.m
    Sky Bortle 7, forte turbolenza e umidità al 78%
  • Telescopio e treno ottico
    Newton 200/1000 + Barlow 2,25x @ 4,1x + ZWO ADC
  • Camera di ripresa
    ZWO ASI 224mc (OSC camera) + filtro UV/IR Cut
  • Montatura
    Skywatcher AZEQ6-GT in modalità equatoriale
  • Acquisizione
    10000 frames catturati con Sharpcap, esposizione: 19ms (stessi valori con e senza ADC)
    Entrambi i files video sono stati elaborati con Autostakkert! (per lo stacking) e Registax.
    Utilizzati i 2500 frames migliori

Le integrazioni di Autostakkert sono state trattate soltanto con bilanciamento dei canali e primi 4 Layer delle Wavelets impostati come da foto.

La differenza è evidente

SETTEMBRE 2021

Nel settembre 2021, con l’ausilio dell’ADC, ho catturato 15000 frames nel visibile e 15000 nell’NIR (da 807nm). Come si può facilmente notare, il cromatismo è totalmente assente.

Nota: per queste riprese ho utilizzato la modalità altazimutale della montatura che mi ha permesso di non correggere l’orientamento dell’ADC in fase di acquisizione dei fotogrammi.

Configurazione di lavoro per le riprese di settembre 2021:

  • Telescopio: Newton 200/1000 @ 4100mm + ZWO ADC
  • Camera: ZWO ASI 224mc
  • Montatura: Skywatcher AZ-EQ6 GT
  • Filtri: SVBony IR/UV Cut + Astronomik ProPlanet 807 IRPass
    RGB Exposure: 0,040 sec
    UTC: 2021-09-13T18:58:32.8155490Z
  • IR  Exposure: 0,089 sec
    UTC: 2021-09-13T19:14:15.9203288Z
  • Processing: Autostakkert 3, Registax 6, Photoshop CC
Tommaso Stella

Facebook:
https://www.facebook.com/tommaso.m.stella

Web:
https://www.astrotomax.space/

 

Maratona Messier di Massimo Tamajo

Indice dei contenuti

Maratona Messier 86 oggetti su 110

Nell’ordine dal primo all’ultimo:

M1 – Nebulosa Granchio
M3 – Ammasso stellare globulare
M4 – Ammasso stellare globulare Granchio
M5 -Ammasso stellare globulare Rosa
M6-Ammasso stellare aperto Farfalla (Splendore dei cieli)
M7- Ammasso di Tolomeo
M8- Nebulosa Laguna
M9- Ammasso stellare globulare
M10- Ammasso stellare globulare
M11- Ammasso stellare aperto Anatra selvatica
M12- Ammasso globulare Pallina di gomma
M13- Ammasso globulare di Ercole
M14-Ammasso globulare stellare
M16- Nebulosa Aquila
M18- Ammasso stellare aperto Cigno nero
M19 – Ammasso stellare globulare
M20- Nebulosa Trifida
M21 – Ammasso stellare aperto Croce di Webb
M24- Ammasso stellare Piccola nube stellare del Sagittario
M25-Ammasso stellare aperto
M26 – Ammasso stellare aperto
M27 – Nebulosa planetaria Manubrio
M29 – Ammasso stellare aperto Cooling tower cluster
M34 – Ammasso stellare aperto a Spirale
M35 – Ammasso stellare apertoShoebuckle cluster
M36 – Ammasso stellare aperto Girandola
M37 – Ammasso stellare aperto Sale e pepe dell’Auriga
M38 – Ammasso stellare aperto Stella marina
M40 – Stella doppia Winnecke 4
M41 – Ammasso stellare aperto Piccolo alveare
M42/M43- Grande nebulosa di Orione / Nebulosa di Mairan
M44 – Ammasso stellare aperto Alveare
M45 – Ammasso associato a nebulosità Pleiadi
M46 – Ammasso stellare aperto
M47 -Ammasso stellare aperto
M48 -Ammasso stellare aperto
M49 – Galassia
M50 – Ammasso stellare aperto Heart-Shaped
M51 – Galassia Vortice
M52 – Ammasso stellare aperto Cassiopea sale e pepe
M53–Ammasso stellare globulare
M57 – Nebulosa planetaria Anello
M58 – Galassia
M59 – Galassia
M60 – Galassia
M61 – Galassia Spirale gonfiabile
M62 – Ammasso stellare globulare Tremolante
M63–Galassia Girasole
M64 – Galassia Occhio di diavolo
M65 – Galassia Gemello del Leone
M66 – Galassia Gemello del Leone
M67 – Ammasso stellare aperto Pac-Man
M68 – Ammasso stellare globulare
M71 – Ammasso stellare globulareSquatina
M76 – Nebulosa planetaria Manubrio
M78 – Nebulosa a riflessione Casper il fantasma amichevole
M80 – Ammasso stellare globulare
M81 – Galassia di Bode
M82 – Galassia Sigaro
M83 – Galassia Girandola del sud
M84–Galassia Catena di Markarian
M85 – Galassia
M86 – Galassia Faust V051
M87 – Galassia della Vergine
M88 – Galassia
M89 – Galassia
M90 – Galassia
M91 – Galassia
M92 – Ammasso stellare globulare
M93 – Ammasso stellare aperto Farfalla
M94–Galassia Occhio di coccodrillo
M95 – Galassia
M96 – Galassia
M97 – Nebulosa planetaria Gufo
M98 -Galassia
M99 – Galassia Ammasso della Vergine girandola
M100 – Galassia Asciugacapelli
M101 – Galassia Girandola
M102 – Galassia Fuso
M103 – Ammasso stellare aperto
M104 – Galassia Sombrero
M105 – Galassia
M106 – Galassia
M107 – Ammasso stellare globulare Crocifisso
M108 – Galassia Tavola da surf
M109 – Galassia Aspirapolvere

Dettagli tecnici sulle immagini “A nord della Galassia di Andromeda” di Danilo Pivato

A nord della Galassia di Andromeda
qui le immagini in più alta definizione

Mosaico di due immagini ottenute da remoto dal BigBang Observatory completamente automatizzato, ciascuna delle quali è il risultato di 8 frame così suddivisi:

Data di esecuzione sequenze primo frame:
2021-12-03  UT 19:49:09
8 frame da 1800 secondi di posa ciascuno

Data di esecuzione sequenze secondo frame:
2021-12-06  UT 17:52:21
8 frame da 1800 secondi di posa ciascuno

Totale del tempo di esposizione: 8 ore (4+4 ore)

Obiettivo impiegato per entrambe le sequenze: teleobiettivo APO Mamiya/Sekor 250mm f/4,5 @ f/6,2 Teleobiettivo realizzato per coprire il formato 60x70mm e quindi adattato sia per la messa a fuoco automatica da remoto e sia per l’impiego su di un sensore monocromatico Full-Frame Cmos

Filtro: H-Alpha

Purtroppo per ragioni di temperatura non è stato possibile calibrare i frame
con Bias, Dark e Flat.

La regione inquadrata riguarda la serie di deboli nebulose d’idrogeno che occupano tutta l’area intorno e a nord della Grande Galassia di Andromeda (M31)

Il campo approssimativamente abbraccia un’area di circa: 5,7° x 16°

DANILO PIVATO

Sito internet: danilopivato.com

In Deep – Editoriale del n. 256 Coelum Astronomia

    0
    La riflessione è stata costante e non sono mancati spunti nel valutare le opportunità, ma anche i rischi. La nascita di una comunità si sa non è evento immediato, ma un percorso lento e che va alimentato. D’altro canto invece nasce spontaneo, in un fiorire naturale e sereno. Senza mostra, da un lato, di nessuna ambizione di grandezza ed arrivando invece a segnare inaspettatamente grandi risultati.

    La comunità intorno a Coelum è nata proprio così, spontanea, una sintonia fra quanti a vario titolo si sono sentiti nel tempo coinvolti e partecipi del progetto.

    Curiose e curiosi, autori e autrici, astrofile e astrofili esperti, oppure appassionati alle prime armi, quelli che amano la teoria e chi adora la pratica, lettrici e lettori mossi dalle più diverse motivazioni.
    Tutti insomma, uomini e donne, che hanno contribuito in passato ed ancora oggi continuano a farlo attraverso mail, segnalazioni, leggendo le pagine della nuova edizione.

    La comunità c’è, è nata molti anni fa, si è auto-alimentata ma è anche stata affiancata con attenzione e con i dovuti strumenti. Ecco quindi cos’è la Community di Coelum: la volontà di dare seguito a questo silente ma vivace movimento. Costruire ambiente
    di confronto su temi specifici, autonomia nell’apertura di discussioni e di segnalazioni,
    dare accesso ad approfondimenti connessi alla rivista e quindi seguendo un certo filo logico. Avere a disposizione rapidamente un riepilogo dei propri contributi al mondo Coelum e molto altro.

    L’implementazione tecnica e i test assorbono molte ore, la necessità che ogni novità introdotta sia facile da fruire e funzionale su tutti i device è una vera sfida, e per ciò vedrete crescere la Comunità a piccoli passi ma solidi e costanti.

    Per ora riuscire a dialogare direttamente con ogni nuovo membro avendo a disposizione un canale affidabile ed aggiornato è già un ottimo risultato. Nei giorni in cui scrivo il numero dei nuovi utenti e di chi aggiorna il proprio profilo, cresce costantemente. La comunità c’è e si fa sentire!

    Vorrei spendere le ultime due righe che mi restano per questo numero. Ad ogni uscita aumentano i contributi, il numero degli articoli, gli autori e le connessioni con l’esterno.
    L’impaginazione sta diventando sempre più fitta ma stiamo facendo, e faremo ancora, tutto il possibile per non lasciare indietro nessun suggerimento arrivato in redazione, quindi continuate a scriverci. Coelum è un mezzo di informazione a vostro servizio.

    Buona lettura
    Molisella Lattanzi

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    Il ricordo di Paolo Campaner – n. 256 Coelum Astronomia

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      Lo scorso 12 marzo, dopo una lunga malattia, Paolo Campaner ci ha lasciati. Negli ultimi anni, nonostante le difficoltà, aveva continuato a dedicarsi con entusiasmo e con numerosi successi alla sua grande passione: l’Astronomia e, in particolar modo, la ricerca di supernovae.

      Ringraziamo Fabio Briganti per il bellissimo articolo in ricordo dell’amico Paolo Campaner.

      «Ci mancherai tanto Paolo!!! Ci mancherà la tua gentilezza, il tuo entusiasmo, la tua disponibilità e la capacità di fare gruppo, molto importante ai giorni d’oggi. A Ponte di Piave però c’è un piccolo gruppo di astrofili creato da te e sono sicuro che sapranno seguire i tuoi insegnamenti e magari portare avanti con profitto la ricerca di supernovae che amavi tanto, senza far cadere in disuso il tuo stupendo telescopio da 400mm F.5,5, il nostro “Hubble di Ponte di Piave”».

      Il ricordo di Paolo Campaner nel n. 256 Giugno-Luglio
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      MARGHERITA HACK 100 anni dalla nascita – n. 256 Coelum Astronomia

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        Margherita Hack era nata a Firenze il 12 giugno 1922 e quest’anno ricorre quindi l’anniversario dei cento anni dalla sua nascita.

        Gli anniversari sono delle ricorrenze strane perché ci aiutano a trovare e legittimare uno spazio e un tempo dedicato al ricordo di qualcuno o qualcosa; ma alle volte hanno il difetto di essere così legati a una precisa data da ritrovarci quel giorno sopraffatti dalle informazioni da assorbire, finendo forse per ottenere l’effetto contrario.

        Nella loro versione più gioiosa, gli anniversari sono semplicemente uno dei modi che abbiamo trovato per scandire il tempo e per darci un modo condiviso per ricordare.

        Il toccante articolo di Serena Gradari che ci racconta la vita della grande astrofisica Margherita Hack.

        Solo all’interno del n. 256 Giugno-Luglio
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        Progettare per altri mondi con l’intelligenza artificiale – n. 256 Coelum Astronomia

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          Cos’è l’architettura spaziale?

          I membri della commissione tecnica per l’architettura aerospaziale (parte dell’Istituto Americano per l’Aeronautica e l’Astronautica), durante il “World Space Congress” nel 2002 a Houston, l’hanno definita come “la teoria e la pratica della progettazione e costruzione di ambienti abitati nello spazio”.

          L’interazione dell’uomo con gli altri sistemi che compongono una stazione spaziale orbitante o una base su Marte è talmente importante e complessa da costituire una materia di studio specifica, denominata “Fattori Umani”.

          Una delle più autorevoli fonti di ricerca su tale nuova materia applicata allo spazio è la NASA, che fin dal lancio della missione Apollo ha cercato di comprendere ed analizzare come le abilità, le limitazioni e le caratteristiche dell’essere umano potessero influenzare la progettazione di strumentazione e habitat da usare nello spazio, in assenza di gravità.

          Approfondiamo il tema con Enrico Trolese, architetto, membro della Moon Village Association, Mars Society UK e della British Interplanetary Society.

          Troverai l’approfondimento nel n. 256 Giugno-Luglio
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          Gas frizzante come un calice di spumante nella Via Lattea

          Un’impronta di bolle prodotte dall’esplosione di stelle di grande massa è stata rilevata nella struttura del gas che pervade la Via Lattea

          COMUNICATO STAMPA INAF

          Un gruppo internazionale di astronomi, guidato da Juan Diego Soler dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e ricercatori del progetto ECOgal, ha trovato l’impronta di bolle prodotte dall’esplosione di stelle di grande massa nella struttura del gas che pervade la nostra galassia.

          La scoperta è stata ottenuta applicando tecniche di intelligenza artificiale ai dati della campagna osservativa HI4PI, che fornisce la mappa ad oggi più dettagliata della distribuzione dell’idrogeno atomico nella Via Lattea. Gli scienziati hanno analizzato la struttura filamentosa dell’emissione dell’idrogeno atomico, trovando che essa conserva una “registrazione” dei processi dinamici indotti da antiche esplosioni di supernova e dalla rotazione della Galassia.

          Un gas frizzante!

          L’idrogeno è il componente principale delle stelle, compreso il Sole. Tuttavia, il processo che porta le nubi diffuse di idrogeno gassoso che si diffondono nella nostra galassia ad assemblarsi in densi agglomerati da cui poi si formano le stelle non è ancora del tutto compreso. Lo studio, finanziato dal Consiglio Europeo della Ricerca, ha ora compiuto un passo importante per chiarire il ciclo evolutivo della materia prima di cui sono fatte le stelle.

          Soler e il suo team hanno elaborato i dati della più dettagliata campagna osservativa su tutto il cielo riguardante l’emissione dell’idrogeno atomico nelle onde radio, la survey HI4PI.

          I dati sono stati raccolti dal radiotelescopio Parkes da 64 metri in Australia, dal radiotelescopio Effelsberg da 100 metri in Germania e dal telescopio Robert C. Byrd Green Bank da 110 metri (GBT) negli Stati Uniti.

          «Queste osservazioni d’archivio della linea di emissione dell’idrogeno alla lunghezza d’onda di 21 cm contengono informazioni sulla distribuzione del gas nel cielo e sulla sua velocità nella direzione di osservazione, che combinate con un modello di rotazione della Via Lattea indicano quanto sono lontane le nubi che emettono il segnale», spiega Sergio Molinari dell’INAF di Roma, principal investigator del progetto ECOgal.

          Emissione dell’idrogeno atomico in direzione di una porzione interna della Via Lattea. Crediti: GALFA-HI survey; J. D. Soler, INAF

          Per studiare la distribuzione delle nubi di idrogeno galattiche, Soler ha sfruttato un algoritmo matematico comunemente utilizzato nell’ispezione e nell’analisi automatica di immagini satellitari e video online.

          «Abbiamo applicato le tecniche che i computer utilizzano per trattare le immagini digitali. Poiché la mole di dati prodotta dalle osservazioni astronomiche è enorme, è impossibile fare analisi “a occhio“. Se ci limitassimo a fissare per un secondo le immagini in formato cartolina, un essere umano impiegherebbe quasi tre giorni per esaminare tutti i dati», commenta Soler, ricercatore colombiano che dal 2021 risiede a Roma e primo autore dell’articolo in pubblicazione sulla rivista Astronomy & Astrophysics che descrive la scoperta.

          L’algoritmo ha rivelato una rete estesa e intricata di sottili strutture filiformi, i cosiddetti filamenti. La maggior parte dei filamenti nella regione interna della Via Lattea è risultata essere rivolta verso l’esterno del disco della nostra galassia, “come vermi che si allontanano dal piano galattico”, citando Carl Heiles, uno dei pionieri nello studio della struttura atomica dell’idrogeno galattico nel ventesimo secolo.

          «Si tratta probabilmente dei resti di esplosioni multiple di supernove che spazzano via il gas e formano bolle che scoppiano quando raggiungono la scala caratteristica del piano galattico, come le bollicine che raggiungono la superficie in un bicchiere di spumante», commenta Ralf Klessen, anch’egli  principal investigator del progetto ECOgal.

          «Il fatto che vediamo strutture per lo più orizzontali nella parte esterna della Via Lattea, dove c’è una forte diminuzione del numero di stelle massicce e di conseguenza un minor numero di supernove, suggerisce che stiamo registrando l’apporto di energia e di quantità di moto da parte delle stelle che modellano il gas nella nostra Galassia», aggiunge Klessen, che lavora presso il Centro di Astronomia dell’Università di Heidelberg in Germania.

          Guarda su YouTube l’animazione che mostra la distribuzione dell’emissione dell’idrogeno atomico nella Via Lattea

          «Il mezzo interstellare, cioè la materia e la radiazione che esistono nello spazio tra le stelle, è regolato dalla formazione delle stelle e dalle supernove, violente esplosioni che si verificano durante le ultime fasi evolutive di stelle più di dieci volte più massicce del Sole», commenta Patrick Hennebelle, che insieme a Klessen coordina il lavoro teorico nel progetto ECOgal.

          «Le associazioni di supernove sono molto efficienti nel sostenere la turbolenza e nel sollevare il gas in un disco stratificato», chiarisce il ricercatore del Dipartimento di Astronomia del CEA/Saclay in Francia, «il ritrovamento di queste strutture filamentose nell’idrogeno atomico è un passo importante per comprendere il processo responsabile della formazione stellare su scala galattica».

          Per ulteriori informazioni:
          Su Astronomy & Astrophysics l’articolo “The Galactic dynamics revealed by the filamentary structure in atomic hydrogen emission”, di J. D. Soler, M.-A. Miville-Deschenes, S. Molinari, R. S. Klessen, P. Hennebelle, L. Testi, N. M. McClure-Griffiths, H. Beuther, D. Elia, E. Schisano, A. Traficante, P. Girichidis, S. C. O. Glover, R. J. Smith, M. Sormani e R. Treß

          Coelum_Astronomia_196_01_2016

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          Coelum_Astronomia_215_10_2017

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          Coelum_Astronomia_217_12_2017

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          Coelum Astronomia 218 01 2018

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          Coelum Astronomia 219 02 2018

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          Coelum Astronomia 220 03 2018

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          Coelum Astronomia 221 04 2018

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          Coelum Astronomia 222 05 2018

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          Coelum Astronomia 223 06 2018

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