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News da Marte #14

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Bentornati su Marte!
Riprendiamo il filo delle attività di Ingenuity e Perseverance.

Nel precedente articolo (News da Marte #13) avevamo lasciato il rover impegnato con un’abrasione sulla roccia Berea nell’area battezzata Tenby.

Abrasione superficiale della roccia Berea in uno scatto del 26 marzo. NASA/JPL-Caltech/Piras

Vi avevo anticipato che di lì a poco avremmo probabilmente assistito a un nuovo prelievo di roccia e così è effettivamente avvenuto. Il 30 marzo, Sol 749 di missione, Perseverance ha sfoderato una delle speciali punte nel suo arsenale e ha forato Berea. Questo 19esimo campione, chiamato dai tecnici Melyn, è il primo dell’attuale parte di missione denominata Delta Top. Si tratta del 16esimo campione roccioso, a cui vanno aggiunti i due prelievi di regolite e un campione atmosferico (dovuto al fallimento della tribolata prima operazione di perforazione).

Il team di Perseverance ritiene che Berea si formò da depositi rocciosi trascinati verso valle da un antico fiume. Questo significa che il materiale proverrebbe da aree molto lontane da qui e persino esterne al cratere Jezero, aumentando così il valore scientifico del campione.

Le analisi preliminari, eseguite con il laser della SuperCam e con osservazioni in banda stretta da parte delle MastCam-Z, hanno già rivelato la presenza in questa roccia di carbonati. È noto che sulla Terra questo tipo di formazioni riesce a conservare bene i resti fossili di vita microbica. Ebbene, se in quest’area di Jezero sono presenti le agognate biosignature, è molto probabile che esse si nascondano all’interno di rocce come Berea.
Lo studio di questo campione darà anche ulteriori indizi per decifrare il clima dell’antico Marte dal momento che i minerali carbonati si formano in presenza di acqua. Gli scienziati avranno un nuovo elemento per capire i processi occorsi nel cratere Jezero miliardi di anni fa.

Il prelievo nel dettaglio

Quest’ultima operazione di prelievo è stata documentata nel dettaglio dalle camere del rover, in particolare le HazCam frontali che hanno eseguito uno scatto al minuto durante la mezz’ora di lavoro e che ci consentono di assemblare un breve video.
Fate caso alle lunghe ombre in movimento di un tardo pomeriggio di metà primavera (per coincidenza Terra e Marte stanno attualmente sperimentando la stessa stagione)

Foto dell’operazione di foratura, Sol 749. NASA/JPL-Caltech/Piras

Abbiamo anche numerose foto a operazione conclusa scattate sia con le MastCam-Z che con le NavCam (entrambe ospitate sulla torretta del rover a circa 2 metri di altezza). L’elaborazione delle foto è risultata un po’ difficoltosa a causa dell’illuminazione in forte controluce, dovuta al fatto che Perseverance era rivolto verso ovest perfettamente in direzione del sole calante. Risulta più che evidente il campione di roccia all’interno della punta cava del trapano.

Collage di nove subframe scattati dalla Left NavCam. NASA/JPL-Caltech/Piras
Right MastCam-Z, Sol 749. NASA/JPL-Caltech/Piras
Left MastCam-Z, Sol 749. NASA/JPL-Caltech/Piras
Left MastCam-Z, Sol 749. NASA/JPL-Caltech/Piras
Left MastCam-Z, Sol 749. NASA/JPL-Caltech/Piras

A seguire abbiamo anche la documentazione fotografica della CacheCam, la camera dedicata a osservare la fase finale dell’operazione di raccolta. Questo step consiste nell’inserimento del campione di roccia all’interno della fiala e nella sigillatura di quest’ultima.
Il flusso di operazioni prevede una o più serie di foto della fiala che viene spostata progressivamente in alto dal braccio dedicato (Sample Handling Assembly o SHA). Grazie alla profondità di fuoco molto stretta della CacheCam è possibile ottenere una buona stima di lunghezza e volume del campione. È complicato da spiegare, ma risulterà più chiaro dal video seguente.

 

La fiala del 19esimo campione finalmente sigillata! NASA/JPL-Caltech

Nuove rocce e soliti diavoli
Nei giorni successivi al prelievo di roccia Perseverance esegue due spostamenti rispettivamente di 329 e 131 metri per dirigersi verso ovest.
Dalla nuova posizione il rover viene istruito per eseguire alcune panoramiche della regione. C’è una roccia in particolare che attira la curiosità degli scienziati e a cui vengono dedicate attenzioni aggiuntive.

Roccia fotografata nel Sol 756 (6 aprile) con la MastCam-Z di sinistra. NASA/JPL-Caltech/Piras

Questa roccia presenta quelle che i geologi chiamano diaclasi di esfoliazione. Sono i segni lasciati dall’erosione dovuta agli agenti atmosferici che agiscono rimuovendo strati di roccia paralleli alle superfici, smussando le porzioni prominenti e col tempo arrotondando le rocce. Sono processi ben studiati sulla Terra, noti per agire sia su piccola che su grandissima scala.

Esempio di esfoliazione su lastre di granito della struttura Half Dome, Yosemite National Park. Crediti: Ronnie Macdonald

Nel Sol prima di osservare la particolare roccia Perseverance ha rivisto un fenomeno atmosferico che probabilmente mancava dalle sue osservazioni dallo scorso autunno: i diavoli di polvere. Si tratta di piccoli vortici generati dalle differenze di temperatura nell’atmosfera di Marte che sollevano particelle di polvere nell’aria, raggiungendo altezze di decine di metri.

Avvistamento del diavolo di polvere ripreso dalla NavCam di destra, Sol 755. NASA/JPL-Caltech/Piras

Orientandoci con le caratteristiche fisiche visibili e la mappa possiamo stimare questo piccolo vortice distante 1100/1200 metri in direzione sud-ovest.
All’indomani di questa osservazione Perseverance vede un altro diavolo di polvere, curiosamente nella stessa direzione ma leggermente più vicino, e stavolta riesce a riprenderlo in 3 fotogrammi catturati a distanza di quattro secondi l’uno dall’altro. Li ho messi in loop nel video sottostante.

Le prossime tappe
Dopo aver sigillato la sua 22esima fiala (non vi siete scordati dei tre tubi testimone, vero? Ne ho parlato qui) Perseverance è ripartito verso nuove aree da esplorare. Nel mirino c’è una regione chiamata Castell Henllys dove gli scienziati ambiscono a raccogliere un altro campione. In totale sono 43 le fiale che Perseverance ha portato su Marte, e con metà di esse già utilizzate bisognerà selezionare con rinnovata attenzione gli obiettivi scientifici per massimizzare il valore di ogni opportunità di raccolta. A differenza di quanto fatto nel primo anno e mezzo di missione, ora il rover raccoglierà un solo campione per sito invece di una coppia come garanzia di successo per la Mars Sample Return. Metà di quei campioni gemelli è stata infatti rilasciata tra dicembre e gennaio nel Sample Depot realizzato nella grande piana di Three Forks. L’altra metà invece è ancora custodita dal rover, che verso la fine del decennio dovrebbe auspicabilmente consegnarla personalmente al lander dell’ambiziosa missione di recupero.

49 per Ingenuity
L’elicottero marziano festeggia in questi giorni due anni dal suo rilascio su Marte! Era il 4 aprile 2021 quando Perseverance ultimava le operazioni per deporre Ingenuity, il quale aveva trascorso tutto il viaggio verso il pianeta rosso e i suoi primi Sol di missione ben protetto solo la plancia del rover. Nel video qui di seguito la sequenza della delicata operazione di rilascio durata ben 22 Sol.

Da allora Ingenuity non ha smesso di superare i suoi record, con due di essi ritoccati proprio con il suo più recente spostamento.

Il 2 aprile ha volato per la 49esima volta spostandosi di 282 metri in 143 secondi. Tutto in linea con i suoi voli recenti, ma ha fatto questo alla velocità di 6.5 metri al secondo e alla quota massima di 16 metri (raggiunta alla fine del volo). Sono numeri da record, che infrangono i precedenti di 5.3 m/s e 12 metri di quota.
Poter contare su una velocità di spostamento maggiore permette di eseguire voli più brevi, usurando meno batterie e meccanica, o con maggiori percorrenze. Una quota di volo superiore va invece a vantaggio della ripresa del suolo in quanto all’interno del campo visivo si possono far stare più metri quadrati di superficie e rendere più proficua ogni attività.

Sono solo tre le immagini del volo 49 disponibili, perciò ci sarà ancora da attendere per vederne lo svolgimento nel dettaglio.

Sol 752, immagine a colori del volo 49 ripresa da Ingenuity. NASA/JPL-Caltech
Una delle due immagini disponibili della camera di navigazione durante la sequenza di atterraggio. NASA/JPL-Caltech

Siamo in attesa da alcuni giorni per il volo numero 50, programmato per il 5 aprile ma del quale non è stata rilasciata conferma. Ingenuity dovrebbe spostarsi di 306 metri verso nord-ovest, proseguendo il suo riposizionamento e l’attività di osservazione a vantaggio di Perseverance. Viste le performance evidentemente soddisfacenti dell’altimetro laser, i tecnici intendono osare ancora di più e porteranno Ingenuity a 18 metri dal suolo. Continuiamo ad allontanarci dai 12 metri che, a inizio missione, erano considerati la quota massima di operatività del nostro elicottero. L’altimetro con tecnologia LIDAR, un modello commerciale prodotto dalla Garmin, garantisce un funzionamento sino a 40 metri di distanza. Sin dove potrà spingersi il nostro coraggioso Ingenuity?

La più grande mappa marziana di sempre
Doverosa menzione al progetto basato sulle immagini di CTX, una delle tre camere a bordo del satellite Mars Reconnaissance Orbiter della NASA.

Prima di rimandarvi alla lettura dell’articolo di Coelum Astronomia vi presento tre screenshot relativi alle posizioni di Perseverance, Curiosity e il defunto Insight (che ho marcato con un puntino rosso).

Anche per questo aggiornamento marziano è tutto, alla prossima.