a cura di Roberto Ciabattoni

IMPIEGO DI FILTRI E CAMERE MULTISPETTRALI PER LA DIAGNOSTICA SU OPERE D’ARTE

La prima domanda da porsi è se sia possibile vedere l’invisibile.
Apparentemente la risposta l’abbia­mo già data: se è invisibile non si vede.
Forse è utile cominciare dalle defini­zioni ufficiali che troviamo comune­mente sui dizionari.

VISIBILE

Che può essere visto o percepito dall’occhio umano.
In ottica si dice delle radiazioni elet­tromagnetiche percepite dall’occhio, corrispondenti al campo di lunghez­ze d’onda compreso tra i limiti con­venzionali di 400 nm (estremo vio­letto) e 800 nm (estremo rosso) (fig. 1a e 1b).

Fig.1a – La radiazione elettromagnetica percepita dall’occhio – Fig.1b – Una superficie riflette alcune bande dello spettro elettromagnetico e l’occhio percepisce i colori.

INVISIBILE

Che non si può percepire con la vista (occhio umano), per la distanza, la dimensione o altro.
Di cose che, per la loro distanza e pic­colezza o per loro intrinseca natura, non si riesce a percepire con la vista (ma possono per lo più essere perce­pite con l’aiuto di strumenti) (fig. 2).

Fig. 2 – La parte di spettro elettromagnetico che è
rilevabile solo strumentalmente.

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L’articolo è pubblicato in COELUM 273 VERSIONE CARTACEA