LE LIBRERIE POSSONO RIVOLGERSI A LIBROSTORE
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Planetario e Osservatorio Astronomico di Cà del Monte

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18.11, ore 15:00: “Due piccoli pezzi di vetro” (il film full dome) e osservazione del Sole.
Da marzo a dicembre, il Planetario e Osservatorio Astronomico di Cà del Monte apre per il pubblico nei fine settimana (venerdì-sabato-domenica).
Info e prenotazioni: 327 7672984
osservatorio@osservatoriocadelmonte.it
www.osservatoriocadelmonte.it

Perso nello spazio: scoperto un pianeta solitario?

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Questa rappresentazione artistica mostra il pianeta interstellare CFBDSIR J214947.2-040308.9, il più vicino di questi oggetti al Sistema Solare. Non è in orbita intorno a una stella e perciò non risplende di luce riflessa; il debole bagliore emesso può essere visto solo nella banda infrarossa. Qui vediamo una rappresentazione artistica dell'immagine infrarossa dell'oggetto, con la zona centrale della Via Lattea ripresa dal telescopio per survey VISTA sullo sfondo. L'oggetto appare bluastro in questa veduta infrarossa perchè la maggior parte della luce di lunghezza d'onda maggiore viene assorbita dal metano e da altre molecole nell'atmosfera del pianeta. In luce visibile l'oggetto risulterebbe molto debole, di colore rosso scuro se visto da molto vicino, poichè è molto freddo. Crediti: ESO/L. Calçada/P. Delorme/Nick Risinger (skysurvey.org)/R. Saito/VVV Consortium

Una rappresentazione artistica di CFBDSIR J214947.2-040308.9. Un mondo orfano come potrebbe risultare questo oggetto celeste, può aiutarci a comprendere come si formino stelle e pianeti. Crediti: ESO/L. Calçada/P. Delorme/Nick Risinger (skysurvey.org)/R. Saito/VVV Consortium

Gli astronomi, usando il VLT (Very Large Telescope) dell’ESO e il telescopio CFH (Canada-France-Hawaii Telescope), hanno identificato un corpo celeste che molto probabilmente è un pianeta che vaga per lo spazio senza una stella madre. Si tratta del candidato pianeta interstellare più interessante e finora più vicino al Sistema Solare trovato ad oggi, a una distanza di circa 100 anni luce. La sua relativa vicinanza e l’assenza di una stella molto brillante nei dintorni hanno pemesso all’equipe di studiarne l’atmosfera in gran dettaglio.

I pianeti interstellari sono oggetti di massa planetaria che vagano per lo spazio senza legami gravitazionali con una stella (vedi anche Coelum n.150 “Pianeti senza fine”). Alcuni possibili esempi di questo fenomeno sono già stati trovati nel passato, ma senza conoscere la loro età non è stato possibile capire se fossero realmente pianeti o nane brune – stelle “mancate” –  senza cioè la massa minima necessaria per innescare le reazioni che le fanno splendere.

Questo primo piano di un'immagine catturata dallo strumento SOFI montato sul telescopio NTT dell'ESO all'Osservatorio di La Silla mostra il pianeta interstellare CFBDSIR J214947.2-040308.9 nella banda infrarossa. Appare come un punto blu al centro dell'immagine ed è l'oggetto di questo tipo più vicino al Sistema Solare. La sua debole emissione può essere vista solo nella banda infrarossa, appare bluastro in questa veduta infrarossa perchè la maggior parte della luce di lunghezza d'onda maggiore viene assorbita dal metano e da altre molecole nell'atmosfera del pianeta. In luce visibile l'oggetto risulterebbe molto debole, di colore rosso scuro, solo se visto da molto vicino, poichè molto freddo (vedere video in coda all'articolo). Crediti: ESO/P. Delorme

L’oggetto scoperto ora dagli astronomi, grazie alle osservazioni effettuate dal telescopio CFHT (Canada France Hawaii Telescope) e alla potenza del VLT dell’ESO che ne ha esaminato le proprietà [1] e chiamato CFBDSIR2149,  sembra invece far parte di una “corrente” di stelle vicine, nota come Associazione AB Doradus. Si tratta di un gruppo  di stelle che si muovono insieme nello spazio e che si pensa si siano formate tutte nella stessa epoca.

Se l’oggetto appena scoperto fosse quindi veramente associato a questo gruppo, sarebbe possibile dedurne, tra le molte informazioni, la sua temperatura, la massa, la composizione dell’atmosfera ma soprattutto l’età [2]. Si tratterebbe infatti del primo oggetto isolato di massa planetaria scoperto all’interno di un gruppo in movimento,  e   questo suo legame potrebbe essere la chiave fondamentale per permettere agli astronomi di stimarne l’età.

“Cercare pianeti intorno alla loro stella madre è come studiare una lucciola che sta a un centimetro di distanza da un potente faro d’automobile”, afferma Philippe Delorme (Institut de planétologie et d’astrophysique de Grenoble, CNRS/Université Joseph Fourier, Francia), autore principale della ricerca. “Questo oggetto vicino ci offre la possibilità di studiare la lucciola in dettaglio senza la luce dei fari a rovinare tutto”.

Oggetti interstellari come CFBDSIR2149 possono formarsi come pianeti normali espulsi dal loro sistema originario, o come oggetti isolati, stelle più piccole o nane brune. In entrambi i casi si tratta di oggetti interessanti: “sono importanti perchè ci aiutano a capire meglio come possono venir espulsi i pianeti dai loro sistemi planetari, di origine o, nella seconda eventualità, come oggetti molto leggeri possano derivare da processi di formazione stellare”, dice Philippe Delorme.

Le analisi effettuate su CFBDSIR2149 mostrano una probabilità dell’87% che l’oggetto appartenga all’Associazione AB Doradus e più del 95% che sia sufficientemente giovane da avere una massa planetaria, rendendo più probabile l’ipotesi cha sia un pianeta interstellare piuttosto che una stella mancata.

“Ulteriori ricerche dovrebbero confermare che si tratta proprio di un pianeta interstellare” conclude Philippe Delorme. “e potrebbe quindi essere usato come parametro di riferimento per comprendere la fisica degli esopianeti che verranno scoperti dai sistemi di immagini ad alto contrasto del prossimo futuro, tra cui lo strumento SPHERE che verrà installato al VLT.”

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Indice dei contenuti

Note

[1] L’equipe ha osservato CFBDSIR2149 sia con la camera WIRCam sul telescopio CFHT alle Hawaii che con la camera SOFI sull’NTT dell’ESO in Cile. Le immagini prese in tempi diversi hanno poi  permesso di misurare il moto proprio dell’oggetto nel piano del cielo e di confrontarlo con quello dei membri di AB Doradus. Gli studi dettagliati dell’atmosfera sono stati fatti con lo spettrografo X-shooter montato sul VLT dell’ESO all’Osservatorio del Paranal.

[2] L’appartenenza all’Associazione AB Doradus renderebbe la massa del pianeta circa 4-7 volte la massa di Giove, con una temperatura effettiva di circa 430 C. L’età del pianeta sarebbe la stessa del gruppo stellare – da 50 a 120 milioni di anni.

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Gruppo Astrofili Rozzano

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Escursioni in montagna, a Pian dell’armà (PV), per l’osservazione degli astri i venerdì e sabato: 09/10 e 16/17 novembre.
I Martedì della scienza. Sala conferenze-Cascina Grande, Biblioteca Civica, Via Togliatti, Rozzano.

Informazioni GAR: 380 3124156 e 333 2178016
E-mail: info@astrofilirozzano.it
www.astrofilirozzano.it

Planetario e Osservatorio Astronomico di Cà del Monte

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17.11: “(G)Astronomia e stelle”. Apice delle Leonidi e osservazione notturna.
Da marzo a dicembre, il Planetario e Osservatorio Astronomico di Cà del Monte apre per il pubblico nei fine settimana (venerdì-sabato-domenica).
Info e prenotazioni: 327 7672984
osservatorio@osservatoriocadelmonte.it
www.osservatoriocadelmonte.it

Al Planetario di Padova

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Il venerdì alle ore 21:00, il sabato alle ore 17:30 e 21:00, la domenica alle ore 16:00 e 17:30. Per il programma di ottobre consultare il sito del Planetario.
Per informazioni e prenotazioni: tel. 049 773677
E-mail: info@planetariopadova.it
Web: www.planetariopadova.it

Eclissi totale di sole in Australia

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Eclissi di Sole del 2001. Crediti foto: Juan Carlos Casado / GLORIA Project

Eclissi di Sole del 2001. Crediti foto: Juan Carlos Casado / GLORIA Project

Dopo oltre due anni senza eclissi totali di Sole (l’ultima risale all’11 luglio 2010), l’ombra della Luna tornerà questa sera, martedì 13 novembre, a visitare la superficie della Terra. Il percorso dell’ombra inizierà nel Nord-Est dell’Australia per poi spostarsi verso l’Oceano Pacifico. Il massimo dell’eclissi, con una durata di 4 minuti e 2 secondi, avverrà nel mezzo dell’Oceano Pacifico alle 23:11 ora italiana, con il Sole a 68° sopra l’orizzonte.

«La probabilità di vedere questo breve (pochi minuti o anche pochi secondi) ma spettacolare evento da un determinato posto sulla Terra è molto bassa – una volta ogni qualche centinaio d’anni, nubi permettendo», spiega Luciano Nicastro, astronomo dell’INAF IASF Bologna e coordinatore della partecipazione italiana al progetto GLORIA, «ma questo è un fenomeno naturale che dovrebbe figurare in ogni lista di desideri personale e vale certamente la pena di organizzare un viaggio speciale per vederlo».

Un’eclissi solare avviene quando la Luna passa tra il Sole e la Terra e copre, parzialmente o completamente, il Sole alla nostra vista. Questo può succedere solo quando c’è Luna Nuova e se il Sole e la Luna visti dalla Terra sono perfettamente allineati. In una eclissi totale, come in questo caso, il disco del Sole è completamente oscurato dalla Luna. Nelle eclissi parziali e anulari solo una parte del Sole è oscurato.

Poiché l’ombra della Luna è stretta, le eclissi di Sole sono visibili solo in una fascia relativamente stretta della superficie terrestre, e sono osservabili da un punto specifico della Terra, per esempio una città, in media solo ogni 375 anni. La maggior parte degli appassionati deve intraprendere lunghi viaggi lunghi per recarsi nella fascia della totalità ed osservare l’intero evento. In media un’eclissi totale dura circa 3 minuti, con le più lunghe che arrivano fino a 7 minuti e 30 secondi.

È di vitale importanza non guardare mai il Sole senza occhiali appositamente concepiti. Bisogna quindi utilizzare un’adeguata protezione degli occhi durante l’intera osservazione dell’eclissi solare.

Per seguire l’eclissi in diretta webcast su Internet (dalle 21.30 ora italiana):

Per saperne di più:

Il video di presentazione dell’eclissi e della spedizione (con sottotitoli in italiano, pulsante CC):

ALMA scopre una sorprendente struttura a spirale attorno a R Sculptoris

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Osservazioni effettuate con ALMA (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array) hanno rivelato una struttura a spirale inaspettata nel materiale che circonda la vecchia stella R Sculptoris. Questa struttura non era mai stata vista prima; probabilmente è causata da una compagna non visible che orbita intorno alla stella. Questa sezione dei dati di ALMA mostra il guscio che circonda la stella, che appare come un anello circolare esterno, e la struttura a spirale molto evidente nella zona interna. Crediti: ALMA (ESO/NAOJ/NRAO)/M. Maercker et al.
Osservazioni effettuate con ALMA (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array) hanno rivelato una inaspettata struttura a spirale nel materiale che circonda la vecchia stella R Sculptoris, probabilmente causata da una compagna non visible che orbita intorno alla stella. Questa sezione dei dati di ALMA mostra il guscio che circonda la stella, che appare come un anello circolare esterno, e la struttura a spirale molto evidente nella zona interna. Crediti: ALMA (ESO/NAOJ/NRAO)/M. Maercker et al.

Gli astronomi hanno usato ALMA (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array) per scoprire una struttura a spirale del tutto inaspettata nel materiale che circonda la vecchia stella R Sculptoris [1][2]. Questa è la prima volta che una struttura di questo tipo, con un guscio sferico esterno, viene trovata intorno a una gigante rossa. È anche la prima volta che gli astronomi hanno potuto ottenere misure complete in tre dimensioni di questa spirale. La strana forma è stata creata probabilmente da una compagna non visibile, in orbita intorno alla gigante rossa, mai individuata finora. Gli astronomi hanno inoltre verificato con sorpresa che la gigante rossa aveva espulso molto più materiale del previsto. Questo è uno dei primi risultati della “Early Science” di ALMA e verrà pubblicato sul numero di questa settimana di Nature.

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Zoom sulla gigante rossa R Sculptoris (Crediti: ESO/A. Fujii/Digitized Sky Survey 2)

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Abbiamo già visto dei gusci di materiale intorno a questo tipo di stelle, ma questa è la prima volta che troviamo una spirale di materia che esce dalla stella, oltre al guscio esterno“, dice l’autore principale dell’articolo che descrive i risultati, Matthias Maercker (ESO e Argelander Institute for Astronomy, Università di Bonn, Germania)

Poichè espellono grandi quantità di materia, le giganti rosse come R Sculptoris sono tra i principali produttori di quella polvere e quel gas che rappresentano la maggior parte della materia prima che formerà le future generazioni di stelle, di sistemi planetari e successivamente gli esseri viventi.

Anche nella fase “Early Science”, quando queste nuove osservazioni sono state condotte, ALMA era molto più potente degli altri osservatori submillimetrici. Alcune osservazioni precedenti avevano mostrato chiaramente un guscio sferico intorno a R Sculptoris, ma nè la struttura a spirale nè la stella compagna erano state viste.

Quando abbiamo osservato questa stella con ALMA nemmeno metà delle antenne erano in funzione. È veramente emozionante immaginare cosa l’intera schiera di ALMA potrà fare una volta completata nel 2013“, aggiunge Wouter Vlemmings (Chalmers University of Technology, Svezia), co-autore della ricerca.

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NOTE

[1] R Sculptoris è un esempio di stella AGB (asymptotic giant branch), ovvero stelle con masse iniziali comprese tra 0,8 e 8 masse solari nelle ultime fasi di vita. Sono giganti rosse fredde, con grandi perdite di massa sotto forma di forti venti stellari, e sono tipicamente variabili di lungo periodo. La loro struttura è costituita da un minuscolo nucleo di carbonio e ossigeno circondato da un guscio di elio e idrogeno in combustione e quindi da un inviluppo convettivo enorme. Il Sole, alla fine della sua vita, evolverà in una stella AGB.

[2] Il guscio eiettato intorno alle stelle AGB è composto da grani di polvere e da gas. I grani di polvere possono essere individuati con la ricerca di emissione termica nel lontano infrarosso fino alle lunghezze d’onda millimetriche. A lunghezze d’onda millimetriche l’emissione della molecola CO permette agli astronomi di ottenere mappe ad alta risoluzione dell’emissione del gas prodotta dal forte vento stellare generato dalle stelle AGB. Queste osservazioni sono anche eccellenti traccianti della distribuzione del gas attorno a questi oggetti. L’elevata sensibilità di ALMA permette di costruire direttamente una mappa della zona di condensazione della polvere e di fotografare la struttura del materiale intorno alle stelle AGB, mostrando dettagli di dimensioni inferiori a 0,1 secondo d’arco.

Nell’ultima fase della loro vita, le stelle di massa fino a otto volte quella del Sole diventano giganti rosse e perdono grandi quantità di massa in un denso vento stellare. Durante la fase di gigante rossa le stelle mostrano periodicamente pulsazioni termiche, brevi fasi in cui uno strato di elio intorno al nucleo della stella brucia in modo esplosivo. L’impulso termico spinge il materiale fuori dalla stella ad un tasso molto più elevato e ciò risulta in un grande guscio di gas e polvere intorno alla stella. Dopo l’impulso il tasso a cui la stella perde massa torna al valore normale.

Gli impulsi termici si verificano ogni 10000 – 50000 anni e durano solo poche centinaia d’anni. Le nuove osservazioni di R Sculptoris mostrano che l’ultimo impulso termico è avvenuto circa 1800 anni fa ed è durato circa 200 anni. La stella compagna ha modellato la struttura a spirale nel vento di R Sculptoris.

Sfruttando la capacità di ALMA di vedere fini dettagli possiamo capire molto meglio cosa succede alla stella prima, durante e dopo l’impulso termico, studiando la forma del guscio esterno e della struttura a spirale“, dice Maercker. “Ci aspettavamo che ALMA ci fornisse una nuova visione sull’Universo, ma aver già scoperto nuove cose inaspettate, in una delle prime osservazioni, è veramente emozionante.

Per spiegare le strutture osservate intorno a R Sculptoris, l’equipe di astronomi ha eseguito delle simulazioni al computer per seguire l’evoluzione di un sistema binario. Questi modelli descrivono molto bene le osservazioni di ALMA.

È una vera sfida descrivere con una teoria tutti i dettagli osservativi visti da ALMA, ma i nostri modelli numerici mostrano che siamo sulla strada giusta. ALMA ci dà una nuova conoscenza di quel che accade in queste stelle e di che cosa potrebbe succedere al Sole tra qualche miliardo di anni”, dice Shazrene Mohamed (Argelander Institute for Astronomy, Bonn, Germania e South African Astronomical Observatory), co-autrice dello studio.

Nel prossimo futuro le osservazioni con ALMA di stelle come R Sculptoris ci aiuteranno a capire come gli elementi di cui siamo fatti hanno raggiunto luoghi come la Terra. Ci daranno anche un’idea di quello che potrà essere il lontano futuro della nostra stella”, conclude Matthias Maercker.

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Planetario e Osservatorio Astronomico di Cà del Monte

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16.11: “Giove, il pianeta gigante” e osservazione notturna.
Da marzo a dicembre, il Planetario e Osservatorio Astronomico di Cà del Monte apre per il pubblico nei fine settimana (venerdì-sabato-domenica).
Info e prenotazioni: 327 7672984
osservatorio@osservatoriocadelmonte.it
www.osservatoriocadelmonte.it

ASTROINIZIATIVE UAI Unione Astrofili Italiani

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A partire dal 16 novembre: Corso di astronomia ospitato dall’Associazione Astrofili di Piombino (LI). Il corso, patrocinato dall’UAI e dal CAAT (Coordinamento Associazioni Astrofili Toscane), realizzato in collaborazione con il Comune di Piombino, si svolgerà presso l’Osservatorio Astronomico di Punta Falcone, i cui strumenti saranno messi a disposizione dei partecipanti.
Contatti per informazioni ed iscrizioni:
Associazione Astrofili di Piombino – Delegazione
Territoriale UAI. Tel.: 3204126725. Mail: visite@
astropiombino.org
www.astropiombino.org
www.uai.it

EUROPE TO THE STARS, il film che celebra i primi 50 anni di esplorazione dell’ESO

EUROPE TO THE STARS

ESO’s first 50 years of exploring the southern sky

L’attesissimo documentario Europe to the Stars – che celebra i primi 50 anni di esplorazione del cielo del sud dell’ESO – è ora disponibile per il download gratuito o per l’acquisto con la versione cartacea del volume ad esso abbinato (264 pp; illustrazioni fotografiche a colori, tre inserti panoramici interni a quattro ante).

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ESOcast 41: Going South — Special 50th anniversary episode #1
EUROPE TO THE STARS

ESO’s first 50 years of exploring the southern sky
ESO/G. Schilling/L.L. Christensen
Wiley-VCH, 2012
Formato: 25×26 cm; pp 264
Prezzi:
versione cartacea in brossura e hard cover 34,90 euro;
versione digitale in pdf gratuita

www.europetothestars.org

Tutto inizia nel 1962 con la firma della convenzione ESO… il coronamento del sogno di astronomi di cinque paesi europei (Belgio, Francia, Germania, Paesi Bassi e Svezia). Cinquant’anni dopo, il sogno è diventato realtà grazie all’impegno dell’ESO. Europe to the Stars ritrae la storia di questa epica avventura, una storia di curiosità cosmica, coraggio e perseveranza. La storia della scoperta di un universo dai profondi misteri e da segreti nascosti, e della progettazione, costruzione e gestione dei più potenti telescopi terrestri del pianeta.

Il film-documentario si compone di otto capitoli, ognuno centrato sugli aspetti essenziali della storia dell’ESO: dalla sua nascita alla spiegazione di come i telescopi vengono costruiti e utilizzati, una prospettiva unica di come l’astronomia si sia evoluta assieme alla nostra comprensione dell’Universo. Presentato dal Dr. J., alias Dr. Joe Liske, ospite della serie di videopodcast “ESOcast”, il film ha una durata di 63 minuti e contiene sottotitoli in 20 lingue diverse.

Europe to the Stars è disponibile per il download in diversi formati: il film in DVD e Blu-ray, il libro in versione cartacea (con DVD incluso) e in versione digitale (PDF da 36 a 360 Mb).

Congiunzione Venere Spica

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Congiunzione Venere Spica

Congiunzione Venere Spica
Nel cielo di novembre, dopo la Luna, l’oggetto con più alto moto apparente in transito nel campo della Vergine sarà Venere (m=-3,9) che il 18 novembre, verso le 5:30 del mattino, si troverà 6° a est di Spica, (alfa Virginis; m=+1,0). Nello stesso campo, circa 10° a sudest, sarà visibile anche Saturno (m=+0,6) a sua volta in congiunzione stretta con la stella kappa Virginis (mag. +4,2).

Corso di Astronomia a Campo Imperatore

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Manifesto_trisDescrizione del Corso.

La “Bottega dei Mondi Impossibili” e l’Hotel Campo Imperatore sito a quota 2130 metri sul Gran Sasso d’ Italia, con il patrocinio del Comune dell’ Aquila, del Centro Turistico Gran Sasso e dell’ Unione Astrofili Italiani sono lieti di presentare un Corso di Astronomia teorico-pratica che si terrà presso l’Hotel Campo Imperatore dal 16 al 18 novembre 2012.

Il corso sarà tenuto dal Dr. Alessandro Schillaci, titolare di un assegno di ricerca nel campo dell’astronomia millimetrica e sub-millimetrica presso l’Università di Roma “La Sapienza”.

Il corso, generale e a carattere divulgativo, si configura come un’iniziativa aperta a tutti senza limitazioni d’età. L’iniziativa mira alla diffusione dell’astronomia con un linguaggio semplice e immediato, con l’insegnamento di rudimenti pratici per intraprendere in proprio un’attività di osservazione del cielo.

Il corso proposto sarà composto da 3 lezioni generali di astronomia associate a 2 serate osservative da effettuarsi con la strumentazione messa a disposizione dal Dr. Alessandro Schillaci e dall’ Hotel Campo Imperatore.

Tale strumentazione per la parte teorica si avvale degli attrezzati locali multimediali dell’ Hotel Campo Imperatore.

Per la parte pratica ci sarà a disposizione un magnifico telescopio automatizzato da 280mm di apertura in configurazione Schmidt-Cassengrain, che verrà montato nello spazio esterno dell’ Hotel Campo Imperatore per consentirne un pratico accesso ogni sera a complemento dei seminari teorici.

L’ eccezionale qualità del cielo in tale stazione d’alta quota consentirà una emozionante visione degli oggetti astronomici osservabili.

Programma delle lezioni del Corso di Astronomia.

I°Lezione

Venerdì 16 Novembre 2012

ore 20:30

Lezione Teorica: Il Sistema Solare: Struttura, formazione

ed evoluzione del sistema solare.

ore 22:30

Lezione Pratica: Breve introduzione al cielo osservabile      durante la serata e alla strumentazione presente sul campo di  osservazione. Osservazione dei pianeti Giove ed Urano . Osservazione delle più appariscenti e caratteristiche stelle doppie o multiple del cielo estivo.

II°Lezione

Sabato 17 Novembre 2012

ore 16:00

Lezione Teorica: Le Stelle e la nostra Galassia: formazione ed evoluzione stellare. Struttura della nostra galassia e degli oggetti notevoli  (nebulose ed ammassi di stelle) in essa presenti.

ore 20:30

Lezione Pratica: Osservazione di ammassi stellari aperti e globulari, nebulose planetarie e delle galassie più luminose.

III°Lezione

Domenica 18 Novembre 2012

ore 16:00

Lezione Teorica: Dalle Galassie al nostro Universo: morfologia delle galassie e struttura a grande scala del nostro Universo. Nascita ed evoluzione dell’Universo.

Si rammenta che data l’imprevedibilità delle condizioni meteo presso la stazione di Campo Imperatore, il programma delle osservazioni pratiche (non così per quelle teoriche) potrebbe subire delle modifiche.

Sempre a causa delle condizioni meteorologiche si raccomanda di provvedere ad un abbigliamento adeguato e consono alla permanenza all’esterno durante le osservazioni.

Costi.

Pernottamento.

L’Hotel Campo Imperatore dispone di una ampia possibilità di alloggio, ristorante, centro benessere, sauna, fitness e piscina (se non in manutenzione).

Per il week-end del corso sarà attiva la seguente offerta:

  • 2 notti pensione completa (colazione pranzo cena con bevande incluse).

Euro 80 a persona.

  • 3 notti pensione completa (colazione pranzo cena con bevande incluse).

Euro 100 a persona.

Corso di Astronomia.

Il costo del corso completo di 3 lezioni teoriche e 2 osservazioni del cielo è di Euro 30 a persona.

(Ridotto fino ai 12 anni a 20 euro.)

E’ possibile anche frequentare le lezioni singolarmente al costo di Euro 12 a persona per lezione.

(Ridotto fino ai 12 anni a 8 euro.)

Info e Prenotazione.

L’Hotel Campo Imperatore è sito a quota 2130 metri sul Gran Sasso d’Italia.

Da Roma (110 km):

-A24 fino al casello di Assergi.

-S.S. 17bis per Fonte Cerreto.

Da Teramo (75 km):

-A24 fino al casello di Assergi.

-S.S. 17bis per Fonte Cerreto.

Da Pescara (70 km):

-A25 fino al casello di Popoli.

-S.S. 17 per Barisciano e L’Aquila.

-S.S. 17bis per Fonte Cerreto.

Da Fonte Cerreto si prosegue in automobile utilizzando la strada che sale fino a Campo Imperatore o a piedi tramite la Funivia.

L’alloggio nell’ Hotel Campo Imperatore e la partecipazione al Corso di Astronomia va confermata tramite una prenotazione telefonando ai numeri:

Hotel Campo Imperatore (per info sull’ Hotel Campo Imperatore)

Cell: 328 9022507  Tel: 0862 760868

http://www.hotelcampoimperatore.it

hotelcampoimperatore@hotmail.it

Dr Alessandro Schillaci (per info sul corso)

Cell:  349 1481513

alessandro.schillaci@roma1.infn.it

Gruppo Astrofili Rozzano

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15.11: “Antichi strumenti astronomici” a cura di Luigi Folcini.
I Martedì della scienza. Sala conferenze-Cascina Grande, Biblioteca Civica, Via Togliatti, Rozzano.

Informazioni GAR: 380 3124156 e 333 2178016
E-mail: info@astrofilirozzano.it
www.astrofilirozzano.it

Unione Astrofili Bresciani Lumezzane (Brescia)

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15.11: A Torino con le Stelle e Degas
Gita in pullman, visita al Planetario di Pino Torinese, alla mostra su Degas e ai principali musei (a scelta). Prenotazioni c/o CTS, tel. 030 41889).
Per info: tel. 348 5648190.
www.astrofilibresciani.it

Stelle antiche e moderne, insieme in NGC 6362?

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Questa vista a colori dell'ammasso globulare NGC 6362 è stata ottenuta dal WFI (Wide Field Imager) montato sul telescopio da 2,2 metri dell'MPG/ESO all'Osservatorio di La Silla in Cile.
Questa immagine dell'ammasso globulare NGC 6362 è stata ottenuta dal WFI (Wide Field Imager) montato sul telescopio da 2,2 metri dell'MPG/ESO all'Osservatorio di La Silla in Cile.

Gli ammassi globulari sono tra gli oggetti più antichi dell’Universo e NGC 6362, un globulare visibile dai cieli australi nella costellazione dell’Ara, non fa mistero della sua età in queste immagini. Le molte stelle giallastre dell’ammasso hanno già vissuto gran parte della propria vita e sono divenute giganti rosse. Ma gli ammassi globulari non sono relitti inerti del passato; curiose attività stellari sono infatti ancora in atto in queste dense cittadelle stellari.

Per esempio NGC 6362 ospita molte “vagabonde blu” (in inglese: blue stragglers) – stelle vecchie che riescono a camuffarsi per giovanette.

Le stelle di un ammasso globulare si sono formate in un periodo relativamente breve, circa 10 miliardi di anni fa nella maggior parte dei globulari. Eppure le vagabonde blu sono più blu e più luminose – e perciò più massicce – di quello che dovrebbero essere dopo dieci miliardi di anni di evoluzione stellare. Le stelle blu sono infatti stelle molto calde che consumano velocemente il proprio combustibile; così, se queste stelle si fossero formate dieci miliardi di anni fa, avrebbero già dovuto spegnersi molto tempo fa. Come hanno fatto a sopravvivere?

Gli astronomi vogliono scoprire il segreto dell’aspetto giovanile delle vagabonde blu (vedi anche l’articolo “Le vagabonde blu di NGC 188“). Attualmente ci sono due teorie principali: collisioni e fusioni tra stelle oppure trasferimento di materiale tra due compagne. L’idea di fondo di entrambe le teorie è che le stelle non sono nate grandi come le vediamo oggi, ma hanno ricevuto un’iniezione di materiale extra ad un certo punto della loro esistenza e ciò ha dato loro una nuova prospettiva di vita.

Anche se meno noto di altri ammassi globulari più brillanti, NGC 6362 ha molte proprietà che interessano gli astronomi ed è stato molto studiato nel corso degli anni. È stato selezionato come uno dei 160 campi stellari per la Survey Pre-FLAMES – una survey preliminare realizzata tra il 1999 e il 2002 con il telescopio da 2,2 m a La Silla per trovare stelle adatte ad un’indagine più approfondita con lo spettroscopio FLAMES installato al VLT. Questa immagine viene appunto dai dati raccolti nell’ambito di questa survey.

A sinistra. l'immagine di NGC 6362 ottenuta con il WFI (Wide Field Imager) montato sul telescopio da 2,2 m dell'MPG/ESO all'Osservatorio di La Silla in Cile. A destra, l'ingrandimento della zona centrale dell'ammasso realizzato dal Telescopio Spaziale Hubble della NASA/ESA.

Questa nuova immagine mostra l’intero ammasso globulare che si staglia sul ricco sfondo di stelle della Via Lattea. La zona centrale di NGC 6362 è stata studiata in dettaglio anche dal Telescopio Spaziale Hubble che ha prodotto un’immagine che mostra un’area più ristretta ad altissima risoluzione.
Questa brillante sfera di stelle si trova nella costellazione australe dell’Altare (Ara – vedi il video). Può essere vista facilmente con un piccolo telescopio. È stata individuata per la prima volta nel 1826 dall’astronomo scozzese James Dunlop con un telescopio da 22 centimetri dall’Australia.

Indice dei contenuti

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Qualche notizia sull’ESO

Nel 2012 cade il 50° anniversario della fondazione dell’ESO (European Southern Observatory).  L’ESO è la principale organizzazione intergovernativa di Astronomia in Europa e l’osservatorio astronomico più produttivo al mondo. È sostenuto da 15 paesi: Austria, Belgio, Brasile, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Olanda, Portogallo, Repubblica Ceca, Spagna, Svezia, e Svizzera. L’ESO svolge un ambizioso programma che si concentra sulla progettazione, costruzione e gestione di potenti strumenti astronomici da terra che consentano agli astronomi di realizzare importanti scoperte scientifiche. L’ESO ha anche un ruolo di punta nel promuovere e organizzare la cooperazione nella ricerca astronomica. L’ESO gestisce tre siti osservativi unici al mondo in Cile: La Silla, Paranal e Chajnantor. Sul Paranal, l’ESO gestisce il Very Large Telescope, osservatorio astronomico d’avanguardia nella banda visibile e due telescopi per survey. VISTA, il più grande telescopio per survey al mondo, lavora nella banda infrarossa mentre il VST (VLT Survey Telescope) è il più grande telescopio progettato appositamente per produrre survey del cielo in luce visibile. L’ESO è il partner europeo di un telescopio astronomico di concetto rivoluzionario, ALMA, il più grande progetto astronomico esistente. L’ESO al momento sta progettando l’European Extremely Large Telescope (E-ELT ), un telescopio da 39 metri che opera nell’ottico e infrarosso vicino e che diventerà “il più grande occhio del mondo rivolto al cielo“.

Links



Al Planetario di Ravenna

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Le osservazioni si tengono presso i Giardini Pubblici con ingresso libero. Inizio ore 21:00.

13.11: “Geometrie del Cielo, l’universo matematico e le sue ragioni” di Oriano Spazzoli.

Per info: tel. 0544-62534 – E-mail info@arar.it
www.racine.ra.it/planet/index.html – www.arar.it

Corso di ASTRONOMIA PER TUTTI – 2012 “L’Universo come non l’hai mai visto”

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Le lezioni, tenute dagli esperti del Gruppo Divulgatori della Società Astronomica Italiana Sezione Puglia, si svolgeranno presso il:
Punto vendita Salmoiraghi & Viganò di Bari – Via Piccinni 92 – ogni mercoledì alle ore 20,00 a partire dal 14 novembre 2012

14.11: Astronomia, scienza dell’Universo. Test introduttivo ed analisi dei fenomeni celesti.

Le iscrizioni saranno raccolte direttamente nel negozio di Via Piccinni, versando una quota individuale pari a 60,00 euro che comprende l’abbonamento alla rivista Coelum
Astronomia (semestrale cartacea o annuale on line), materiale didattico e gadget. Il limite massimo è di 20 partecipanti per corso, al termine del quale verrà rilasciato un diploma
di partecipazione e la possibilità di accedere in via esclusiva a sconti.
Per informazioni e prenotazioni:
www.saitpuglia.it – www.thelunarsociety.it – www.salmoiraghievigano.it

Maxi tamponamento su 49 Ceti

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È un po’ come se stessimo assistendo a uno tra i più colossali incidenti tra comete, il cui risultato è quello di produrre una sterminata nuvola di monossido di carbonio che si trova attorno alla stella 49 Ceti. È questo lo scenario proposto da Benjamin Zuckerman, dell’Università della California, e dal suo collega Inseok Song, dell’Università della Georgia, in un articolo recentemente apparso su The Astrophyisical Journal.

“Riteniamo che 49 Ceti abbia un’età di 40 milioni di anni, e il mistero che nasconde è come sia possibile che possa esserci così tanto gas attorno a un astro di questa età” dice Zuckenberg. La sua affermazione nasce dal fatto che le stelle molto giovani, attorno al milione di anni, possiedono un disco di polveri e gas attorno ad esse. La componente gassosa però tende a dissiparsi nel tempo nell’arco di alcuni milioni di anni, così che di solito gli astri già dopo 10 milioni di anni dalla loro ‘accensione’ non presentano praticamente gas attorno ad essi. Ma questo non è il caso di 49 Ceti.

Per i due ricercatori la provenienza di questa anomala presenza di gas può essere imputata a un disco molto massiccio di materiale cometario, simile alla fascia di Kuiper nel nostro Sistema solare, in orbita attorno a 49 Ceti. Per dare un’idea di quanto grande dovrebbe essere, la sua massa complessiva si aggirerebbe sulle 400 Terre, ovvero 4000 volte la materia contenuta nella fascia di Kuiper.

“Centinaia di migliaia di miliardi di comete orbitano attorno a quella stella e alla sua compagna, che ha circa trenta milioni di anni” continua Zuckenberg. “Immaginate uno sciame fittissimo di oggetti, ognuno approssimativamente del diametro di un chilometro e mezzo, che si scontrano continuamente l’uno con l’altro. Queste giovani comete sono molto più ricche di monossido di carbonio di quelle che popolano il nostro Sistema solare. Quando vengono in collisione, questo gas viene liberato e va a costituire la ‘nuvola’ che avvolge il sistema stellare di 49 Ceti”.

Zuckerman e Song sono riusciti anche a dare una stima di quella che è la frequenza degli impatti tra queste comete. E il quadro che risulta è davvero sorprendente:  per produrre la quantità di gas osservata, si verificherebbe uno scontro ogni sei secondi! Un vero e proprio super ingorgo spaziale, non c’è che dire.

Per saperne di più:

  • L’articolo A 40 myr old gaseous circumstellar disk at 49 Ceti: massive co-rich comet clouds at young a-type stars di Benjamin Zuckerman e Inseok Song pubblicato su The Astrophysical Journal

Un viaggio fra le regioni italiane viste dallo spazio

Un mosaico di immagini acquisite dallo strumento MERIS mostra l'Europa meridionale con al centro l'Italia (i confini nazionali sono evidenziati in giallo) e le sue regioni (profilo bianco). Credits: ESA/GeoVille

Questo mosaico di immagini acquisite dallo strumento MERIS (Medium Resolution Imaging Spectrometer) è focalizzato sull’Italia (il cui confine è evidenzato in colore giallo) e le sue regioni (linee bianche).

Il mosaico è stato ottenuto utilizzando alcune immagini acquisite con lo spettrometro MERIS, scelte tra le migliori e senza nuvole, successivamente ricomposte per coprire l’intero paese e le sue isole.

Nelle pagine in basso sono inoltre disponibili le immagini regione per regione.

MERIS (Medium Resolution Imaging Spectrometer) è uno degli strumenti a bordo di Envisat, uno spettrometro che misura la radiazione solare riflessa dalla superficie terrestre e dalle nubi nella gamma visibile e in quella prossima agli infrarossi (da 390 nm a 1040 nm). Lo swath largo 1150 km è suddiviso in cinque segmenti coperti da cinque videocamere identiche dai corrispondenti campi di vista, con una leggera sovrapposizione tra videocamere adiacenti. MERIS fornisce simultaneamente informazioni spaziali e spettrali.

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Che cosa è Envisat? (leggi l’articolo completo)

Envisat è ad oggi il più potente satellite europeo per l’osservazione della Terra. Ha iniziato la più completa serie di osservazioni del pianeta terrestre mai effettuata da qualsiasi altro satellite. E’ dotato di strumenti di raccolta di informazioni preziose per gli scienziati, per comprendere ciascuna parte del sistema Terra e prevedere come i cambiamenti ad una qualsiasi parte del sistema possano modificare tutte le altre parti.

Envisat osserva monitorizza:

  • La terra
  • Gli oceani
  • L’atmosfera
  • Le calotte polari

Aiuta gli scienziati a comprendere come le variazioni che avvengono in un sistema, come ad esempio il clima, possono influenzare gli altri sistemi. Envisat è un elemento chiave dei programmi dell’Agenzia Spaziale Europea del prossimo decennio per il monitoraggio dell’ambiente terrestre.

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L’Emilia Romagna • Le Marche: una regione “al plurale” • La Lombardia dallo spazio vista da Envisat • Il cuore verde d’Italia • Un occhio dallo spazio al confine orientale • La Basilicata: terra di contrasti • Panorami innevati in Valle d’Aosta • La Campania • I paesaggi del Veneto • Uno sguardo dall’alto sulla Toscana • La punta dello “stivale” • L’Abruzzo: regione verde d’Europa • Una regione “ai piedi dei monti” • Il Lazio…dallo spazio • Liguria: una veranda sul mare • Ed ecco a voi la Puglia • Oggi il nostro satellite vi mostra la Sicilia • Comincia a far caldo e c’é voglia di mare: la SardegnaMERIS

Una raccolta di immagini della Terra vista dallo spazio

Europa, incontra l’ESA! Per saperne di più sull’Agenzia Spaziale Europea…

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Ariane-5 ECA launch of Herschel and Planck in May 2009 from Europe's Spaceport in French Guiana. Credits: ESA/CNES/Arianespace-Service Optique CSG

Lo spazioporto europeo nella Guiana Francese durante il lancio l 'Ariane-5 ECA che nel maggio 2009 ha portato in orbita gli osservatori spaziali Herschel e Planck. In primo piano l'antenna Kourou. Crediti: ESA/CNES/Arianespace-Service Optique CSG

Novembre 2012 – Anche voi, insieme a 500 milioni di altri cittadini appartenenti ai 20 paesi europei membri dell’ESA, siete i proprietari collettivi di una delle maggiori agenzie spaziali al mondo.

L’Agenzia Spaziale Europea è un’organizzazione intergovernativa, una cooperativa formata dai propri Stati Membri nell’interesse nazionale e per il bene comune.

In vista della riunione dei ministri europei del settore spaziale, che avrà luogo il 20 e 21 novembre per decidere il corso del futuro dell’Agenzia, questo nuovo video offre una rapida introduzione: Europa, incontra l’ESA!


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L’ESA fa molto con poco, con un budget molto più basso delle sue controparti internazionali. Con un investimento equivalente ad un biglietto per il cinema a persona per anno, l’Agenzia Spaziale Europea è una delle poche organizzazioni al mondo attiva in tutte le aree spaziali: dall’esplorazione dello spazio alla salvaguardia dell’ambiente terrestre, promuovendo al contempo la conoscenza tecnica e la competitività economica del nostro continente.

“Insieme, possiamo fare di più” era il credo che ha condotto 10 stati europei a fondare l’ESA nel lontano 1975. Oggi, il successo di questo approccio è chiaro. Il primato tecnico dell’ESA ed il supporto permanente dei suoi Stati Membri hanno costruito un’industria spaziale europea che è competitiva ed in prima linea a livello globale.

L' antenna ESA VIL-2 S-band (15 m di diametro) circondata dalle bandiere degli stati membi dell'ESA. La stazione Villafranca - European Space Astronomy Centre (ESAC) si trova in Spagna, 30 chilometri a ovest di Madrid.

Dai satelliti meteo alle telecomunicazioni basate sulle tecnologie spaziali, dalla navigazione al monitoraggio ambientale, i sistemi che l’ESA ha messo in piedi hanno aiutato a rafforzare l’indipendenza strategica dell’Europa ed il suo posto nel mondo, insieme alla qualità della vita e alla prosperità economica. Le attività dell’ESA hanno creato nuovi posti di lavoro, attività imprenditoriali ed intere industrie di alto valore aggiunto.

“Insieme possiamo fare meglio” si è rivelata una predizione accurata. Dopo quasi quattro decenni, l’agenzia spaziale per l’Europa ha 20 stati membri, che insieme stanno raggiungendo risultati che nessun Paese da solo potrebbe eguagliare.

L’ESA ha forgiato una cultura basata sulla diversità culturale, sulla collaborazione e sull’eccellenza. Il lavoro ben svolto tende a dare i suoi frutti, ed il successo cooperativo dell’ESA sul lungo periodo ha a sua volta ispirato un nuovo spirito di collaborazione tra le potenze spaziali mondiali.

Per saperne di più dell’ESA e dei suoi molti e molteplici impatti sull’Europa e sul mondo, guardate il breve video contenuto in questo articolo.

Al Planetario di Padova

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Il venerdì alle ore 21:00, il sabato alle ore 17:30 e 21:00, la domenica alle ore 16:00 e 17:30. Per il programma di ottobre consultare il sito del Planetario.
Per informazioni e prenotazioni: tel. 049 773677
E-mail: info@planetariopadova.it
Web: www.planetariopadova.it

I giovedì dell’astronomia a Rovereto

Al via l’8 novembre, al Museo Civico di Rovereto, i Giovedì dell’Astronomia, un ciclo di quattro conferenze, dedicato a La materia sconosciuta. Ad aprire il ciclo di conferenze il Direttore dell’Osservatorio Astronomico di Capodimonte dell’INAFMassimo Della Valle con una conferenza dal titolo:  I lampi gamma: le più grandi esplosioni cosmiche dopo il big bang.

Seguiranno la conferenza di Maria Teresa Crosta, dell’Osservatorio di Astrofisica di Torino dell’INAF, il 15 novembre, dedicata  al tema Materia e curvatura: un intrico ancor celato, quella di Francesco Ravanini professore di Fisica Teorica presso l’Università di Bologna dedicata a Oltre l’orizzonte: buchi neri e teorie della gravità (22 novembre) e infine la conferenza di Caterina Boccato dell’Osservatorio Astronomico di Padova dell’INAF. Titolo dell’incontro, che sarà introdotto da una perfomance della scuola di danza DanzamaniaIl mezzo interstellare: quanto pesa il “vuoto”.

Gli incontri, ad ingresso libero, avranno inizio alle 20.30 presso la Sala Convegni “Fortunato Zeni” del Museo Civico di Rovereto e varranno come attività di aggiornamento per gli insegnanti.

Congiunzione Luna con la Vergine, Spica e Saturno

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Congiunzione Luna con la Vergine, Spica e Saturno
Congiunzione Luna con la Vergine, Spica e Saturno
Congiunzione Luna con la Vergine, Spica e Saturno
Congiunzione Luna con la Vergine, Spica e Saturno

La mattina dell’11 e del 12, un paio d’ore prima dell’alba, una sottilissima falce di Luna calante attraverserà la Vergine, entrando prima in congiunzione con Venere e poi con Spica. Più distante Saturno, situato verso est.

Al Planetario di Ravenna

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Le osservazioni si tengono presso i Giardini Pubblici con ingresso libero. Inizio ore 21:00.
10.11, ore 16:30: “Quante stelle lassù: il cielo d’inverno” di Marco Garoni (attività adatta a bambini a partire da 6 anni).

Per info: tel. 0544-62534 – E-mail info@arar.it
www.racine.ra.it/planet/index.html – www.arar.it

I numeri del Festival della Scienza di Genova

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L’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) ha proposto al Festival della scienza di Genova due occasioni per giocare con la scoperta scientifica tra le più importanti degli ultimi decenni, il bosone di Higgs: Lo schiaffone di Higgs e Il dono della massa. Lo schiaffone di Higgs, che si trova alla mostra Piazza Europa, offre la possibilità...

La decima edizione del Festival della Scienza di Genova volge al termine, dopo undici giorni di grandi mostre e laboratori che hanno registrato oltre 220 mila visite.

Ecco un po’ di numeri: 190 mila visite a mostre e laboratori, 23 mila presenze a conferenze e forum, 7 mila agli spettacoli, 445 relatori, 75 location dislocate in tutti i punti della città, da Sanpierdarena al Mercato del Carmine, passando per il centro storico.

L’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) ha proposto al Festival della scienza di Genova due occasioni per giocare con la scoperta scientifica tra le più importanti degli ultimi decenni, il bosone di Higgs: Lo schiaffone di Higgs e Il dono della massa. Leggi l’articolo su : http://www.infn.it/comunicazione/

«La risposta del pubblico è stata sorprendente — ha commentato Manuela Arata, presidente del Festival della Scienza — nonostante l’allerta meteo e la chiusura di alcuni istituti scolastici nei primi giorni della manifestazione». L’Arata ha anche annunciato l’arrivo, oggi, del due milionesimo visitatore dall’inizio della manifestazione nel 2003.

Si è detto entusiasta anche Vittorio Bo, direttore del Festival: «Grande novità di questa edizione , il palinsesto di Futuro Prossimo che è stato molto apprezzato. L’evento, infatti, ha messo l’accento sui temi del lavoro e del futuro dei giovani e della ricerca, come antidoto alla crisi».

A conclusione di questa manifestazione arriva anche l’omaggio di Giacomo Rizzolatti, neurofisiologo di fama mondiale, il quale ha parlato delle straordinarie scoperte sui neuroni specchio: «Questo Festival è uno degli eventi italiani più innovativi e all’estero i colleghi considerano un grande onore e motivo di orgoglio il fatto di essere stati invitati».

La vera protagonista di questa edizione è stata l’IMMAGINAZIONE: dalla chimica alla cucina, dalla matematica alla fisica i laboratori interattivi hanno attirato migliaia di persone, e non solo bambini. Tutta l’Europa si è riunita a Palazzo della Borsa con Piazza Europa, uno spazio dedicato ai poli di ricerca e innovazione liguri e non solo: presenti, infatti, anche molti enti di ricerca italiani, come l’INAF, che ha allestito una mostra dal nome “Europa gravità zero”, in collaborazione con ASI ed ESA. Piazza Europa ha portato a casa un ottimo risultato: 4500 visitatori.
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La presidente dell’Associazione del Festival della Scienza, Manuela Arata, intervistata da Marco Malaspina – INAF

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L’Istituto Nazionale di Astrofisica ha voluto interpretare al meglio il tema dell’immaginazione allestendo una mostra fotografica diffusa per le vie del centro storico dal nome “Astrofisiche, plurale femminile”, che oltre ai visitatori del Festival è stata apprezzata dai cittadini genovesi. Le foto sono state realizzate da Gerard Bruneau.

Gruppo Astrofili Rozzano

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Escursioni in montagna, a Pian dell’armà (PV), per l’osservazione degli astri i venerdì e sabato: 09/10 e 16/17 novembre.
I Martedì della scienza. Sala conferenze-Cascina Grande, Biblioteca Civica, Via Togliatti, Rozzano.

Informazioni GAR: 380 3124156 e 333 2178016
E-mail: info@astrofilirozzano.it
www.astrofilirozzano.it

Planetario e Osservatorio Astronomico di Cà del Monte

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09.11: “Le tracce della notte”. Escursione per i rapaci e osservazione notturna.
Da marzo a dicembre, il Planetario e Osservatorio Astronomico di Cà del Monte apre per il pubblico nei fine settimana (venerdì-sabato-domenica).
Info e prenotazioni: 327 7672984
osservatorio@osservatoriocadelmonte.it
www.osservatoriocadelmonte.it

Al Planetario di Ravenna

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Le osservazioni si tengono presso i Giardini Pubblici con ingresso libero. Inizio ore 21:00.

06.11: “Archeoastronomia delle civiltà precolombiane” di Agostino Galegati.

Per info: tel. 0544-62534 – E-mail info@arar.it
www.racine.ra.it/planet/index.html – www.arar.it

Gruppo Amici del Cielo di Barzago

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09.11, ore 16:00: “21/12/2012 e i Maia: la verità scientifica oltre il mito della fine del mondo” conferenza di Astronomia presso l’UTE di Giussano.

Per informazioni sulle attività del gruppo:
didattica@amicidelcielo.it
www.amicidelcielo.it

Il mese della Scienza BIBLioTECA CIVICA “Lino Penati” Via Fatebenefratelli – Milano

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08.11: “B.H. – Black Hole: ai limiti dello spazio-tempo” di Andrea Grieco.

INFO: BIBLIOTECA CIVICA (02 9278300)
www.astrofilicernusco.org

Cerere e Vesta vicini alla Opposizione – ma anche il piccolo Venetia ha una storia da raccontare

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cartina asteroidi 164
La cartina rappresenta il percorso apparente di Cerere e Vesta nell'intervallo di tempo che va dal 1 novembre al 31 dicembre. I cerchietti azzurri lungo il percorso segnano il punto in cui l'asteroide si troverà durante l'opposizione nel punto più vicino alla Terra (1,679 UA per Cerere il 19 dicembre e 1,588 UA per Vesta il 9 dicembre). Il 5 novembre Cerere sarà facilmente identificabile 4' a est della stella Propus (eta Geminorum), come la sera del 22 novembre Vesta potrà essere cercata 5' a nord della stella 111 Tauri, di mag. +5.
cartina asteroidi 164
La cartina rappresenta il percorso apparente di Cerere e Vesta nell'intervallo di tempo che va dal 1 novembre al 31 dicembre. I cerchietti azzurri lungo il percorso segnano il punto in cui l'asteroide si troverà durante l'opposizione nel punto più vicino alla Terra (1,679 UA per Cerere il 19 dicembre e 1,588 UA per Vesta il 9 dicembre). Il 5 novembre Cerere sarà facilmente identificabile 4' a est della stella Propus (eta Geminorum), come la sera del 22 novembre Vesta potrà essere cercata 5' a nord della stella 111 Tauri, di mag. +5.
tabella asteroidi
Nella tabella vengono forniti i dati di sorgere, transito e relativa altezza sull’orizzonte, e del tramonto dell'oggetto; quindi luminosità, distanza dalla Terra, elongazione rispetto al Sole, coordinate equatoriali calcolate per le ore 00:00 TMEC e costellazione. Gli istanti sono in TMEC (TU+1) e calcolati per una località situata a 12° di longitudine Est, 42° di latitudine Nord.

“Vesta e Cerere stanno correndo tra le corna del Toro, così vicini da poter quasi essere inquadrati insieme nel campo di un binocolo. Davvero interessante per una rubrica come la nostra… se non fosse che in ottobre sorgeranno piuttosto tardi (dopo le 22:00)…”
Così scrivevo nel numero di ottobre, dove avevo scelto di far conoscere due asteroidi di terza fila piuttosto che costringere la mia pattuglia di fedelissimi a fare le ore piccole per aspettare l’alzata dei due venerabili oggetti. Ma questo mese è diverso. Anche se la loro opposizione arriverà solo in dicembre, non è possibile ignorare il fatto che già in novembre Cerere e Vesta raggiungeranno rispettivamente una magnitudine di +7 e +6,5! Né che da un bel po’ stanno viaggiando di conserva, distanziati soltanto di una decina di gradi…

Leggi tutti i dettagli e i consigli per l’osservazione, con tutte le immagini, nell’articolo tratto dalla Rubrica Asteroidi di Talib Kadori presente a pagina 68 di Coelum n.164.

Nel Cielo – Ancora Gioielli dalla Regina di Etiopia

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Nel Cielo
La cartina del mese è centrata su una piccola regione (il rettangolo più chiaro) situata nella parte occidentale della costellazione di Cassiopeia, al confine con il Cepheus. In quella zona, estesa meno di un grado quadrato, si possono rinvenire i tre oggetti di cui si parla nel testo: gli ammassi aperti M52 e Czernik 43, e la nebulosa NGC 7635, nota come “Bubble Nebula”. Sulla sinistra, la stella di riferimento più comoda per arrivare agli oggetti è beta Cassiopeiae, distante esattamente 6°.
Nel Cielo
La cartina del mese è centrata su una piccola regione (il rettangolo più chiaro) situata nella parte occidentale della costellazione di Cassiopeia, al confine con il Cepheus. In quella zona, estesa meno di un grado quadrato, si possono rinvenire i tre oggetti di cui si parla nel testo: gli ammassi aperti M52 e Czernik 43, e la nebulosa NGC 7635, nota come “Bubble Nebula”. Sulla sinistra, la stella di riferimento più comoda per arrivare agli oggetti è beta Cassiopeiae, distante esattamente 6°.

Tabella Nel CieloGià nel numero 142 abbiamo cominciato a parlare di Cassiopea, la mitologica regina d’Etiopia che andò sposa al re Cefeo e fu poi immortalata nella costellazione a forma di trono che noi tutti conosciamo.
E il “cominciato” si riferisce al fatto che quella regione, attraversata dalla Via Lattea, mostra un numero talmente alto di oggetti deep-sky da non poter essere certamente esaurito in una sola puntata.
Riprendiamo quindi il discorso e tuffiamoci nella parte ovest della costellazione, al confine con Cefeo. L’americano Jeff Bondono, uno dei più autorevoli astronomi dilettanti degli Stati Uniti, l’ha battezzato “Cassiopeia Salt-and-Pepper”, una definizione che ha adattato a altri due oggetti del tutto simili: M11 (Scutum Salt-and-Pepper) e M37 (Auriga Salt-and-Pepper).

Per approfondire leggi tutti i dettagli e i consigli per l’osservazione, i cenni storici,  le immagini e le mappe dettagliate, nell’articolo tratto dalla Rubrica Nel Cielo di Salvatore Albano presente a pagina 56 di Coelum n. 164.

Pio & Bubble Boy – Coelum n.164 – 2012

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Vignetta 164

Vignetta 164

Questa Vignetta è pubblicata su Coelum n.164 – 2012. Leggi il Sommario. Guarda le altre vignette di Pio&Bubble Boy

La nonna delle supernove

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High-resolution simulation of a galaxy hosting a super-luminous supernova and its chaotic environment in the early Universe. Credit: Adrian Malec and Marie Martig (Swinburne University).

E’ un record importante quello raggiunto da un gruppo guidato da Raymond Carlberg dell’Università di Toronto e raccontato in un articolo uscito online su Nature. L’osservazione delle due supernove più distanti, e quindi più antiche, mai studiate.

“Si tratta di oggetti insolitamente brillanti e lenti a scomparire. Queste proprietà sono coerenti con quello che sappiamo sulle supernova a instabilità di coppia, un raro meccanismo di esplosione associato a stelle di grande massa e quasi prive di contenuto metallico. Ovvero, le prime stelle formatesi” spiega Carlberg.

Il risultato è stato ottenuto grazie al Canada-France-Hawaii Telescope Legacy Survey (CFHTLS), un programma internazionale di osservazioni al telescopio di Mauna Kea, alle Hawaii. Le due supernove sono state identificate come SN2213 e SN1000+2016. La prima, la più antica delle due, ha un redshift (ovvero uno spostamento verso il rosso delle righe spettrali dovuto all’effetto Doppler, e quindi alla velocità a cui l’oggetto si allontana dalla Terra) di 3,9, che denota una distanza di 12,1 miliardi di anni luce dalla Terra. L’esplosione di questa supernova è quindi avvenuta appena 1,6 miliardi di anni dopo il Big Bang. L’altra è appena più vicina e più giovane, a 10,4 miliardi di anni luce da noi.

La figura illustra una galassia con una supernova iper-luminosa ospite in un caotico universo primordiale. Credit: Adrian Malec and Marie Martig (Swinburne University).

Le due stelle all’origine delle supernovae avevano una massa pari a più di 100 volte quella del Sole, e si erano formate quando l’Universo era ancora fatto per lo più degli elementi più semplici, in particolare idrogeno, e non ancora di elementi metallici. In queste condizioni la stella esplode con un meccanismo del tutto particolare, appunto chiamato “instabilità di coppia“: la collisione tra nuclei atomici e raggi gamma causa la produzione di elettroni e positroni liberi, portando a una caduta di pressione nel nucleo che a sua volta causa una potentissima reazione termonucleare, 10 volte più luminosa della più brillante delle supernove “normali”.

Leggi l’articolo completo

Completata la Survey CFHT Legacy che ha svelato i segreti più oscuri dell’Universo

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A wallpaper pattern of galaxies [Full resolution: 1000x939] This tiny fraction of a CFHTLS Deep field reveals a wallpaper pattern of galaxies. At least a thousand distant galaxies can be identified on this image as little fuzzy dots (the crossed type disks are foreground stars from our own Galaxy). The entire CFHTLS revealed tens of millions galaxies like these. © CFHT / Coelum
E’ stata rilasciata alla fine dello scorso ottobre la versione finale della “Canada-France-Hawaii Telescope Legacy Survey (CFHTLS)”,  condotta dalla cima del Mauna Kea. Si tratta di un programma unico di imaging, che ha esplorato nell’arco di 6 anni, un’area estremamente ampia dell’universo (circa 800 volte quella coperta nel nostro cielo dalla Luna piena), riprendendo decine di milioni di galassie distanti fino a 9 miliardi di anni luce dalla Terra e oltre, e producendo una impressionante raccolta di dati.

Una piccola porzione del Deep field CFHTLS in cui però sono identificabili migliaia di lontane galassie (tutti i punti luminosi visibili nell'immagine, salvo quelli – pochi – con la croce che sono invece stelle appartenenti alla nostra galassia! E l’intera Survey CFHTLS di galassie come queste ne ha rivelate decine di milioni!!! (© CFHT / Coelum)

Un vero e proprio tesoro, una miniera di dati per la ricerca astronomica degli osservatori di tutto il mondo: oltre 15 000 singole immagini ad altissima risoluzione ottenute in cinque canali che coprono la gamma dell’ottico, dal blu al rosso (ultravioletto e vicino infrarosso inclusi), che hanno permesso di catalogare più di 38 milioni di oggetti.
“Queste cifre sono notevoli se si considera che in definitiva abbiamo indagato solo una frazione relativamente piccola di tutto il cielo, ma alla massima profondità possibile”, ha detto l’astronomo Jean-Charles Cuillandre, lo specialista CFHTLS e MegaCam.

La Survey, iniziata nel 2003 si è conclusa nel 2009, ma ci sono voluti altri tre anni per elaborare e calibrare con precisione l’enorme volume di preziosissimi dati.

Il tutto è stato possibile grazie a “Terapix“, un centro specializzato con sede in Francia la cui missione principale è stata la caratterizzazione e l’ottimizzazione di tutte le immagini CFHT.

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Una tipica Supernova del tipo Ia simile alle diverse centinaia rilevate durante la SNLS tra milioni di galassie lontanissime. Credit: SNLS

Il primo obiettivo di sviluppo di questo nuovo catalogo cosmico per CFHTLS è stato quello di misurare con precisione la luminosità di centinaia di stelle esplose nell’area indagata – le Supernove di tipo “Ia” – per capire meglio la natura dell’energia oscura e della materia oscura che sembrano dominare l’universo, senza però poter essere osservate direttamente. Ai ricercatori è invece possibile misurare gli effetti dell’energia oscura sull’espansione del cosmo utilizzando appunto le supernove “Ia”, che sono ottimi indicatori per misurare la distanza delle galassie.

Ecco quindi nascere il progetto SNLS (SuperNova Legacy Survey) che ha individuato e seguito quasi 500 supernovae di tipo “Ia”: analizzando le immagini di oltre 10 milioni di galassie, SNLS ha confermato l’espansione accelerata dell’Universo con una precisione senza precedenti.

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L'immagine è solo una parte (il 50%) di ogni singolo Deep field (e solo lo 0,3% della copertura di cielo della Legacy Survey) ma rivela una miriade di galassie che potrete esplorare nell'alta risoluzione disponibile al link qui sotto. © CFHT/Coelum/Terapix/AstrOmatic

Scarica il DeepField alla massima risoluzione [8601×4838]

Il secondo obiettivo della CFHTLS è stato quello di mappare la misteriosa materia oscura su una scala inedita, a partire dalle distorsioni che essa provoca ai danni della forma delle galassie. Ciò ha reso necessaria la combinazione fondamentale di osservazioni profonde dell’Universo su vaste aree del cielo e lo sviluppo di metodi avanzati di analisi dei dati.

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Una singola camera al mondo per un sondaggio cosmologico senza precedenti!

Primo piano su MegaCam, la camera digitale di 340 Mpx composta da un mosaico di 40 e2v CCD, di cui solo i 36 centrali sono usati per fare scienza. Credit: J.-J. Bigot (CEA)

E questa camera è MegaCam, una fotocamera digitale avanzata di 340 milioni di pixel, la più grande del mondo, progettata e costruita da CEA sotto la direzione scientifica di servizio AIM Astrofisica (Università Paris Diderot / CEA / CNRS) ed entrata in servizio al CFHT nel 2003.

Il telescopio di 3.6 metri del CFHT con MegaPrime. MegaCam è montata al fuoco primario (MegaPrime) collocato sulla parte superiore del telescopio (la struttura nera). Credit: J.-C. Cuillandre (CFHT)

MegaCam è il cuore della squadra MegaPrime, lo strumento primario del CFHT.

La cover dell'ultima edizione del Calendario astronomico CFHT/Coelum, il quattordicesimo della serie.

MegaCam cattura in un solo colpo un campo di un grado quadrato ad un livello di dettaglio e precisione sorprendente, noto in tutto il mondo anche grazie alle immagini che ogni anno permettono, in collaborazione con Coelum, la realizzazione della fantastica serie dei Calendari astronomici Hawaiian Starlight.

Altri risultati della Survey sono in corso di pubblicazione sul sito web CFHTLS.

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Canada-France-Hawaii Telescope Legacy Survey Reveals Dark Secrets of the Universe
Canada-France-Hawaii Telescope Legacy Survey

Contatti:

 Jean-Charles Cuillandre, CFHT – Email: jcc at cfht.hawaii.edu, (001) 808 885 3128

Supernovae – novembre 2012

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L’immagine di A. Dimai della scoperta della supernova identificata il 7 ottobre scorso nella piccola galassia IC 35, una spirale situata nei Pesci. A causa della modesta separazione della SN dal nucleo della galassia ospite (offset 6" W, 1" N) e delle avverse condizioni meteo, solo il giorno successivo è stato possibile avere una immagine di conferma, e solo tramite dei telescopi in remoto. La SN, che al momento della scoperta brillava di mag. +16,5, è di tipo IIP.

Lo strano oggetto in NGC 7259 e i nuovi successi italiani

Anche questo inizio d’autunno ha regalato alcune importanti scoperte agli astrofili italiani, ma in diminuzione rispetto agli abbondanti “raccolti estivi”.

L’immagine di A. Dimai della scoperta della supernova identificata il 7 ottobre scorso nella piccola galassia IC 35, una spirale situata nei Pesci.

La notte del 7 ottobre Alessandro Dimai dell’osservatorio del Col Drusciè di Cortina d’Ampezzo si accorge di un evidente allungamento nel nucleo della galassia a spirale IC 35 nella costellazione dei Pesci, distante 190 milioni di anni luce. Si tratta di una stella di magnitudine +16,5 a ridosso del nucleo della galassia, ma le avverse condizioni meteo non permettono di riprendere un’immagine di conferma.
Il giorno seguente, in prima serata, utilizza in remoto una rete di telescopi spagnoli a Nerpio ed in seconda battuta anche quelli americani di Mayhill nel New Mexico ottenendo la conferma della 35esima scoperta del programma CROSS, che coincide anche con la 35esima scoperta per l’ISSP.
Viene immediatamente allertato il team di Asiago ed il PESSTO un programma di collaborazione europea con base presso il Very Large Telescope sulle Ande Cilene. Questi ultimi la mattina del 9 ottobre riescono a riprendere lo spettro della nuova stella identificandola come una supernova di tipo IIP scoperta pochi giorni dopo il massimo ed alla quale al momento, non è stata ancora assegnata la sigla.

La SN 2012 ex in UGC 838, una piccola spirale nei Pesci.

Vogliamo inoltre segnalare una scoperta indipendente da parte degli astrofili senesi S. Leonini, G. Guerrini, P. Rosi, D. Soldateschi e L.M. Tinjaca Ramirez dell’osservatorio di Montarrenti che hanno identificato la SN 2012 ex in UGC 838, una piccola spirale posta nella costellazione dei Pesci, a circa 300 milioni di anni luce di distanza.
Gli amici di Siena avevano ottenuto la primissima immagine nella notte del 10 settembre – quando la supernova era di magnitudine +15,5 – ma sono riusciti a ottenere un’immagine di conferma solo il 16 successivo. Peccato che solo poche ore prima di quello stesso 16 settembre, gli americani del Catalina Real-Time Transient Survey segnalavano la scoperta dell’oggetto – attribuita quindi loro ufficialmente – battendo sul tempo i senesi a cui è stata però riconosciuta la scoperta indipendente.
Lo spettro, ripreso dal team di Asiago con il telescopio Copernico da 1,82 m, ha evidenziato che si tratta di una supernova di tipo Ib, scoperta pochi giorni prima del massimo di luminosità.

La SN 2012 ec scoperta da Berto Monard in NGC 1084 lo scorso 11 agosto; attualmente è osservabile di mag. +14,4 in Eridano.

Anche se scoperta da oltre due mesi, abbiamo infine da segnalare una supernova sempre molto luminosa e facile da osservare. Si tratta della SN 2012ec scoperta la sera del 11 agosto nella galassia a spirale NGC 1084 dal sudafricano Berto Monard, veterano ricercatore di supernovae, fra i più attivi nell’emisfero sud. Lo spettro ottenuto con il telescopio di 2,3 metri del Siding Spring Observatory in Australia ha evidenziato che si tratta di una supernova di tipo IIP scoperta pochi giorni dopo il massimo. Negli ultimi50 anni questa bella e fotogenica galassia a spirale ha ospitato ben cinque supernovae, inserendosi ai primi posti nella classifica delle più prolifiche galassie dove sia esplosa una supernova. Posta nella costellazione dell’Eridano al confine con la costellazione della Balena, 7° a sud della galassia M77, nei giorni successivi la scoperta per poterla osservare dovevamo aspettare poco prima dell’alba, adesso invece è un comodo oggetto di metà notte.

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LVB 2009ip

Fonte www.rochesterastronomy.org/supernova.html

Arriviamo infine all’oggetto più particolare ed interessante – secondo noi – del periodo e che sta catalizzando l’attenzione della comunità scientifica internazionale, ci riferiamo a 2009ip.

L’immagine della scoperta di 2009ip.

aumentata fino alla mag. +19, per poi raggiungere in agosto la +17,5. Il 24 settembre scorso, infine, una nuova esplosione ha portato l’oggetto fino alla notevolissima mag. +14.

LVB 2009ip ripreso dall’amatore giapponese Toru Yusa lo scorso 10 ottobre

Tutti i telescopi professionali del mondo hanno quindi iniziato una dettagliata survey dell’oggetto e dai nuovi spettri ottenuti sembrerebbe che la LVB 2009ip si sia trasformata in una rara supernova di tipo IIn. È veramente successo questo oppure la cosa è più complessa di quanto ipotizzato?

Nel prossimo numero della rivista (Coelum 165) parleremo più approfonditamente dell’evolversi di questo strano oggetto, aiutati in questo dalla preziosa collaborazione del team di Asiago che da tempo sta monitorando il transiente.

Nel frattempo vi invitiamo a riprendere l’oggetto che, se pur molto luminoso, non è facilissimo, poiché la galassia ospite, NGC 7259 è una bella spirale posta però nella costellazione del Pesce Australe, 7° ovest di Fomalhaut, a una declinazione di circa –29 gradi.
Saranno ovviamente facilitati gli osservatori del Sud Italia, dove la galassia culmina a circa 22°-23° di altezza, altezza che nel Nord Italia non supererà invece i 15°-16°.

Altre informazioni e aggiornamenti

Unione Astrofili Napoletani

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04.11: ore 10:00: Manifestazione per il Bicentenario “200 Anni di Luce”.

E-mail: info@unioneastrofilinapoletani.it
www.unioneastrofilinapoletani.it

Associazione Astrofili Centesi

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02.11: “Perle nel cielo: gli ammassi stellari”. Al telescopio: Giove e le Pleiadi.

Per info: cell. 3468699254
astrofilicentesi@gmail.com
www.astrofilicentesi.it

Foto di gruppo per 84 milioni di stelle

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Clicca sull'immagine per ingrandirla e navigarla (crediti: ESO/VVV Consortium)
Clicca sull'immagine per ingrandirla e navigarla (crediti: ESO/VVV Consortium)

Utilizzando un’impressionante immagine da nove miliardi di pixel ottenuta dal telescopio infrarosso per survey VISTA all’Osservatorio di Paranal dell’ESO, un’equipe internazionale di astronomi ha prodotto un catalogo di più di 84 milioni di stelle situate nella zona centrale della Via Lattea. Questa gigantesca collezione di dati contiene un numero di stelle più di dieci volte maggiore rispetto agli studi precedenti e rappresenta un significativo passo avanti per la comprensione della galassia in cui abitiamo. L’immagine fornisce a chi la guarda una visuale incredibile, con la possibilità di ingrandimento, sulla zona centrale della nostra galassia. È così grande che, se la si stampasse con la risoluzione tipica per un libro, sarebbe lunga 9 metri e alta 7.

La maggior parte delle galassie a spirale, tra cui la nostra ospite, la Via Lattea, presenta una grande concentrazione di stelle molto vecchie che circonda il centro, chiamato dagli astronomi rigonfiamento galattico. Capire la formazione e l’evoluzione del rigonfiamento della Via Lattea è fondamentale per comprendere la galassia nella sua interezza. Non è facile però ottenere osservazioni dettagliate di questa regione. «Le osservazioni del rigonfiamento galattico della Via Lattea sono molto difficili, perché il rigonfiamento risulta oscurato dalla polvere», dice Dante Minniti della Pontificia Universidad Catolica del Cile, coautore dello studio. «Per penetrare nel cuore della galassia dobbiamo osservare in luce infrarossa, che viene meno influenzata dalla polvere».

Il grande specchio, l’ampio campo di vista e i rivelatori infrarossi molto sensibili del telescopio VISTA (Visible and Infrared Survey Telescope for Astronomy) da 4,1 metri di diametro lo rendono il miglior strumento per questo scopo. L’equipe di astronomi utilizza dati del programma VVV (VISTA Variables in the Via Lactea). «Il programma VVV è una delle survey pubbliche di VISTA effettuate dall’ESO. Questo significa che rendiamo pubblici tutti dati attraverso l’archivio dell’ESO: ci aspettiamo perciò molti altri risultati interessanti da questa grande risorsa», sottolinea l’autore dello studio, Roberto Saito, anch’egli della Pontificia Universidad Catolica del Cile.

I dati sono stati usati per creare una monumentale immagine a colori di 108200 per 81500 pixel, per un totale di nove miliardi di pixel. È una delle più grandi immagini astronomiche mai realizzate. L’equipe ha ora utilizzato questi dati per compilare il più grande catalogo mai prodotto delle concentrazioni di stelle nel cuore della Via Lattea.

Per saperne di più:

Al Planetario di Ravenna

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30.10: “Viaggio fra le galassie interagenti” di Massimo Berretti.

Per info: tel. 0544-62534 – E-mail info@arar.it
www.racine.ra.it/planet/index.html – www.arar.it

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