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SPEI SATELLES – Un Satellite Custode della Speranza

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Spei Satelles porta in orbita il messaggio di speranza del Papa

 

Tutti, o probabilmente i più, ricorderanno le immagini, trasmesse sotto Covid, di Papa Francesco completamente solo mentre cammina in Piazza San Pietro.

Una scena commovente, in grado di racchiudere in un solo scatto, lo smarrimento vissuto in quel duro periodo.

Proprio da quelle immagini nasce l’idea di portare nello spazio la parola di speranza e fiducia raccolta nella Statio Orbis. Un’impresa ai limiti della possibilità ma superata grazie all’impegno di quanti si sono messi in gioco per la sua riuscita. Fra essi ricordiamo il sostegno di Andrea Notargiacomo, Giorgio Saccoccia, Fabio Grimaldi, Guido Saracco, Sabrina Corpino, Marco Sanavio, don Nicola Giacopini, Silvia Natalucci, Anna Maria Monterisi, Sveva Iacovoni, Giuseppina Piccirilli e molti altri (don Luca Peyron ci tiene a ringraziarli tutti nell’articolo).

Di cosa parliamo?

Di un cubesat, custode di un messaggio prezioso trascritto su un nano-book (cos’è il nano book e come funziona è descritto nell’articolo stesso.

Il team al lavoro sul Cubesat in fase di assemblaggio in camera bianca

Parliamo dell’impresa nel trovare un vettore, del lancio, dei tanti ragazzi del Politecnico di Torino che hanno accolto la sfida e lavorato senza sosta per rispettare la tabella di marcia.

Il piccolo laboratorio del Politecnico di Torino e parte del team che ha lavorato al progetto

Parliamo di un lancio ben riuscito a bordo di un Falcon 9 il 12 giugno dello scorso.

Ecco le parole introduttive dell’articolo che racconta l’avventura:

“Una delle piazze più famose al
mondo. Deserta. La pioggia batte
lenta sul selciato, la lontananza
rotta dal suono di qualche sirena.
Il mondo è chiuso in casa. Un
uomo vestito di bianco l’attraversa,
con passo affaticato più
dalla responsabilità enorme che
dall’età. Si ferma, ascolta parole
che vengono dal passato, ma che
mai come in quella sera possono
parlare di futuro. È la statio orbis
la preghiera di papa Francesco
durante la pandemia, l’abbraccio
del colonnato di S. Pietro ad
un mondo attonito ed in cerca di
speranza, di senso, di vie d’uscita.
In milioni, credenti o non credenti,
di fedi diverse o di nessuna
fede lo accompagnano attraverso
gli schermi, unica finestra ancora
aperta sugli altri, da quando
il covid ha chiuso l’umano dentro
le sue paure. È il 27 di marzo
del 2020. Quel giorno, quei giorni,
sono scolpiti nella storia, nella
carne di molti di noi. Vi sorprenderà
e forse incuriosirà sapere
che sono diventati una missione
spaziale. La prima promossa dalla
Chiesa Cattolica nella sua storia
millenaria. Prima di raccontarla
nei particolari, però è necessario
fare qualche piccolo passo indietro,
tornare a quanto è successo
dopo quella sera. Il Papa vive anch’egli
in lockdown, accompagnato
da pochissime persone. Tra loro
mons. Lucio Adrian Ruiz, sacerdote
argentino che è segretario del
Dicastero per la Comunicazione
della Santa Sede. Come forse molti
dei lettori di Coelum anche lui
da ragazzo sognava di fare l’ingegnere
alla NASA, poi la scoperta
della vocazione ed una strada tutta
diversa che lo porta a Roma. In
quei giorni parla con il Papa che
si confida, nascono delle domande
su come egli si senta, come
viva quelle ore. «Camminavo così,
da solo, pensando alla solitudine di
tanta gente… un pensiero inclusivo,
un pensiero con la testa e con il cuore,
insieme… Sentivo tutto questo e
camminavo…». I discorsi, le confidenze,
le fotografie diventano, con
la benedizione di Francesco, un libro.
Perché avete paura? Non avete
ancora fede? Che viene presentato
alla stampa nel primo anniversario
della statio orbis, nel 2021. Di
qui una scintilla, una intuizione.
Trasformare quelle parole in un
seme di speranza, quella giornata
piovosa di marzo in un inizio nuovo,
un diverso senso delle cose.
Una visione del tutto che sia motore
di futuro e non malinconico
ricordo di dolore. L’anno successivo
il libro, in una edizione speciale
molto ridotta, viene deposto
allo Svalbard Global Seed Vault, il
deposito globale di semi situato
in Norvegia che ha la funzione di
fornire una rete di sicurezza contro
la perdita botanica accidentale
del patrimonio genetico dell’umanità.
Un libro tra i semi perché
possa simboleggiare un seme di
un tempo rinnovato, di un tempo
di speranza. Siamo nel 2022.
Il Papa sogna ancora, in grande, o
meglio, verso l’alto. Lo spazio. Il libro
diventa ancora più piccolo, un
nano-libro grazie al laboratorio di
fotonica del Consiglio Nazionale
delle Ricerche. Andrea Notargiacomo,
trasforma 19 metri quadrati
di pagine di carta in un quadratino
di silicio di meno di due millimetri
di lato.

La storia completa e il racconto emozionante della passione che ha creato Spei Satelles è su COELUM 266

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