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SUPERNOVAE: aggiornamenti Ottobre 2023

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RUBRICA SUPERNOVAE COELUM   N. 113

SN2023rve una scoperta di Mohammad Odeh

 

A livello amatoriale, se escludiamo il ricercatore giapponese Koichi Itagaki che quest’anno ha messo a segno la scoperta più importante con la famosa supernova SN2023ixf nella galassia Messier 101, gli unici che riescono ancora ad ottenere delle scoperte sono i cinesi del programma XOSS capitanati da Xing Gao. Come il giapponese, anche i cinesi dispongono di una strumentazione di prim’ordine sia a livello quantitativo che qualitativo. Il team di Xing Gao nella notte del 3 settembre ha ottenuto la scoperta numero 77, raggiungendo la posizione n. 7 della Top Ten mondiale e scavalcando purtroppo il nostro Fabrizio Ciabattari fermo da diverso tempo a quota 76.

Il nuovo transiente di mag.+17,6  è stato individuato in una piccola galassia anonima posta nella costellazione del Delfino a circa 420 milioni di anni luce di distanza e accompagnata a circa 2” a Sud-Ovest da una galassia a spirale leggermente più grande la PGC1514588. Per i cinesi si tratta dell’undicesima scoperta realizzata quest’anno, che li pone a livello mondiale, come leader indiscussi in fatto di scoperte amatoriali di supernovae. I primi ad ottenere lo spettro di conferma sono stati gli astronomi americani del Palomar Observatory in California con il telescopio da 1,5 metri, che ha permesso di classificare il transiente come una supernova di tipo Ia scoperta circa 10 giorni prima del massimo di luminosità, a cui è stata assegnata la sigla definitiva SN2023reh. Nei giorni seguenti la scoperta, la supernova ha infatti aumentato la sua luminosità fino a raggiungere la mag.+16,8 intorno al 15/16 settembre.

 

Telescopi puntati su SN2023rve

Analizziamo adesso una nuova supernova molto interessante e luminosa, ospitata in una bella e fotogenica galassia a spirale, che purtroppo dalle nostre latitudini non è osservabile al meglio in quanto situata a declinazione -30°. Nella notte dell’8 settembre l’astronomo giordano Mohammad Odeh, utilizzando il telescopio da 36cm F.7,7 dell’Al Khatim Observatory posto nel deserto di Abu Dhabi negli Emirati Arabi Uniti, ha individuato una luminosa nuova stella di mag.+14 nella bella galassia a spirale barrata NGC1097 posta nella costellazione meridionale della Fornace a circa 50 milioni di anni luce di distanza.

5) Mohammad Odeh in sala controllo dell’Al Khatim Observatory.

Abbiamo contattato Mohammad Odeh per avere dei chiarimenti sul programma di ricerca che sta portando avanti ad Abu Dhabi e ci ha detto che il loro osservatorio automatizzato è stato costruito nel 2021. Eseguono osservazioni fotometriche e seguono le controparti ottiche dei GRB. Dal 26 novembre 2022 hanno iniziato una sistematica ricerca di supernovae ottenendo dalle 70 alle 90 galassie per notte e questa è stata la prima scoperta a poco più di nove mesi dall’inizio del programma.

Ci ha confessato che considera questa scoperta molto fortunata poiché avevano aggiornato il loro elenco di galassie proprio l’8 settembre 2023, e quella notte è stata la prima notte in cui hanno ripreso NGC1097 dal dicembre 2022. Mohammad Odeh è un giovane astronomo giordano, nato nel 1979 in Kuwait ed adesso abitante negli Emirati Arabi Uniti. Non vive di astronomia, ma è laureto in astronomia e collabora costantemente con vari osservatori professionali e con la NASA. Non sappiamo perciò se inquadrare questa scoperta come amatoriale oppure no, però la classificazione di questo transiente è sicuramente amatoriale. Infatti nella notte del 10 settembre, poco prima dell’alba con la galassia a soli 13° sopra l’orizzonte, il nostro Claudio Balcon (ISSP) è stato il primo ad ottenere lo spettro di conferma.

Immagine della SN2023reh in Anonima ripresa da Claudio Balcon con un telescopio Newton 410mm F.5 somma di 7 immagini da 60 secondi.

La SN2023rve, questa la sigla definitiva assegnata, è una supernova di tipo II molto giovane. Per onor di cronaca è stata per Claudio Balcon la centesima classificazione di una supernova inserita per primo nel TNS, un vero record assoluto. In un prossimo articolo analizzeremo in modo approfondito lo stupendo lavoro che sta portando avanti il bravo astrofilo bellunese, nell’ambito della spettroscopia. Questa supernova ha molto di italiano ed infatti è italiana anche la primissima immagine con una prediscovery ottenuta il 6 settembre (due giorni prima della scoperta) da Ernesto Guido e Marco Rocchetto in remoto dall’Australia con un telescopio rifrattore Takahashi da 106mm F.3,6. NGC1097 ha visto esplodere al suo interno altre tre supernovae conosciute, tutte di tipo II come l’attuale: la SN1992db scoperta il 12 ottobre 1992 dagli astronomi americani Chris Smith e Lisa Wells, la SN1999eu scoperta il 5 novembre 1999 dall’astrofilo giapponese Masakatsu Aoki e la SN2003B scoperta il 28 dicembre 2003 dal famoso astrofilo australiano Robert Evans, scomparso recentemente. Per chi volesse osservare la supernova, dall’Italia la bella galassia NGC1097 non è un facile oggetto da riprendere perché situato a declinazione -30°. Dal Nord Italia la galassia culmina infatti verso le 4,00 del mattino a soli 15 gradi sopra l’orizzonte. Un po’ meglio la situazione per gli osservatori del Sud Italia dove la galassia culmina a quasi 25 gradi. La supernova di sta mantenendo intorno alla mag.+14,5 sarebbe perciò un facile oggetto da immortalare, situato in una stupenda galassia, peccato solo per la scarsa altezza sull’orizzonte.

Immagine della SN2023rve in NGC1097 ripresa da Massimo Marchini in remoto dal Cile con un telescopio Dall Kirkham da 600mm F.6,5 esposizione LRGB somma di 3 immagini da 120 secondi per filtro.
3) Solita immagine della SN2023rve in NGC1097 ripresa da Massimo Marchini in remoto dal Cile con un telescopio Dall Kirkham da 600mm F.6,5 esposizione LRGB somma di 3 immagini da 120 secondi per filtro, dando predominanza al filtro blu.
4) Immagine della SN2023rve in NGC1097 ripresa da Rolando Ligustri in remoto dalla Namibia con un telescopio Dall Kirkham da 500mm F.6,8 esposizione RGB da 120 secondi per filtro.
7) Strumento principale dell’Al Khatim Observatory, Celestron da 36cm F.7,7 con cui è stata realizzata la scoperta.
6) Veduta dell’Al Khatim Observatory al tramonto.
8) Mohammad Odeh insieme all’americano Forrest Gasdia durante i preparativi per una missione della NASA.
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