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Il Cielo Sepolto – La Colomba posata sull’antenna

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L’illustrazione rappresenta il transito al meridiano della costellazione della Colomba vista dai tetti di Roma, da dove le due stelle principali si vedono alte circa +13°. Molto più difficile riuscire a identificare l’ammasso globulare NGC 1851 – alto appena +8° (vedi la fotografia alla pagina successiva) – malgrado la buona luminosità apparente e il discreto diametro angolare (12 primi d’arco).
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L’illustrazione rappresenta il transito al meridiano della costellazione della Colomba vista dai tetti di Roma, da dove le due stelle principali si vedono alte circa +13°. Molto più difficile riuscire a identificare l’ammasso globulare NGC 1851 – alto appena +8° (vedi la fotografia alla pagina successiva) – malgrado la buona luminosità apparente e il discreto diametro angolare (12 primi d’arco).

NGC 1851Ebbene, ancora più a sud della Lepre si trova una piccola costellazione di 270 gradi quadrati, la Colomba, situata tra –27 e –43 gradi e quindi potenzialmente osservabile anche dal Nord Italia. Anche perché, se eccettuiamo la stella eta Columbae che si trova all’estremo confine meridionale, la maggior parte delle stelle più luminose sono disposte attorno ai –35° di declinazione. La creazione della Colomba viene
di solito attribuita a Jakob Bartsch (1600-1633), astronomo tedesco, nonché genero di Keplero. Tuttavia la costellazione è già presente nell’Uranometria del Bayer del 1603, raffigurata a SW del Cane Maggiore, con un ramoscello d’ulivo nel becco; è evidente l’allusione alla colomba che Noè avrebbe inviato fuori dall’arca dopo il Diluvio. La stelle più brillanti sono alfa Columbae, gigante azzurra di mag.
+2,7 chiamata anche Phact, e la gigante gialla beta Columbae, di mag. +3,1 e di nome Wezn. Entrambe facilmente osservabili da tutto il territorio italiano, visto che la loro massima altezza sull’orizzonte va dai +10° di Milano ai +17° di Palermo. Molto più complicata potrebbe essere l’osservazione di eta Columbae, la stella più meridionale di tutte, situata a quasi –43° di declinazione proprio sul confine con la costellazione del Pittore (+1,5° di altezza da Milano, +5° da Roma e +9° da Palermo). Tuttavia, la sfida di questo mese sarà quella di riuscire a puntare l’oggetto deepsky più brillante della Colomba, ovvero l’ammasso globulare NGC 1851 (vedi scheda a destra), situato verso la parte sud-occidentale della costellazione a una declinazione di –40°; un ammasso intrinsecamente molto brillante e concentrato,
distante quasi 40 000 anni luce e di magnitudine apparente +7,2. Per trovarlo visualmente col consolidato metodo dello star hopping conviene partire dalle tre stelle più brillanti della Colomba che abbiamo
presentato. È già visibile, seppure al limite, in un binocolo o un cercatore di almeno 50 mm, mentre un piccolo telescopio di 15 cm, a un centinaio di ingrandimenti, è già in grado di mostrare le componenti più brillanti. Buona fortuna!