Home News di Astronomia Un oceano sotto la superficie di Plutone?

Un oceano sotto la superficie di Plutone?

Letto 8.507 volte
0
Tempo di lettura: 2 minuti
Una rappresentazione artistica della sonda New Horizon in visita a Plutone nel 2015. Con le sue strumentazioni mapperà la superficie di Plutone e della sua luna Caronte, fornendo dettagli anche sulla forma del pianeta nano, che potrà rivelare se ci sia o meno un oceano nascosto sotto la sua superficie ghiacciata. CREDIT: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Southwest Research Institute

Se è diventata ormai familiare l’idea che possano esistere oceani di acqua salata liquida sotto la superficie dei satelliti congelati dei pianeti giganti del Sistema Solare – su tutti Europa, la luna di Giove che presenta evidenti segni di criovulcanismo, un oceano globale e forse laghi freatici, ed Enceladus, il satellite di Saturno dalla cui superficie si elevano imponenti geyser di ghiaccio micronizzato – è però decisamente insolita l’ipotesi che un oceano dacqua liquida possa esistere anche sotto la superficie del gelido Plutone.

Sembrerebbe il posto meno probabile dove trovare acqua ma, al di sotto di un sottile strato di ghiaccio d’azoto, potrebbe possedere un strato di ghiaccio dacqua di maggior spessore: secondo uno studio pubblicato recentemente su Astrobiology Magazine da ricercatori della California University, le simulazioni dimostrano la concreta possibilità che al di sotto esista pure un oceano di acqua liquida.

Geysers simili a quelli trovati su Encelado, luna di Saturno, potrebbero essere trovati anche su Plutone dalla sonda New Horizon, che lo raggiungerà nel 2015. CREDIT: NASA/David Seal

La sonda New Horizons, lanciata nel 2006 e ormai “in vista” di Plutone, che raggiungerà nel 2015, potrà confermare l’ipotesi con l’osservazione diretta: la rotazione sull’asse di Plutone dovrebbe portare, in assenza di un oceano interno, alla formazione di un pronunciato rigonfiamento equatoriale; la presenza di spaccature nei ghiacci superficiali, simili a quelle di Europa, indicherebbe invece l’esistenza di forze mareali interne dovute alla presenza di acqua calde in risalita; anche l’osservazione di geyser di vapore simili a quelli di Enceladus costituirebbe una prova indiscutibile… chissà che non sia proprio il pianeta – pardon, il maggiore tra i corpi minori del Sistema Solare – più lontano dalla Terra a possedere l’ambiente più propizio ad un’eventuale evoluzione biologica.