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I suoi occhi hanno visto quello che ho sempre desiderato vedere. Insieme a lui e ai suoi compagni c’eravamo tutti. Ciao Neil, non ti dimenticheremo
Buon viaggio Neil ………………
Sono nato 26 mesi dopo quella missione, ma essa come quelle che l’hanno succeduta ha alimentato a lungo i miei sogni di bimbo; quante notti trascorse a fissare la luna e a immaginare che da grande sarei voluto essere Neil Armostrong, non un’astronauta ma l’Astronauta, più ancora dei pionieri del volo spaziale come Gagarin e Shepard.
Addio Neil
Il programma Shuttle è stato recentemente cancellato, in questi giorni è morto Neil Armstrong; tanti simboli di un sogno umano che spariscono, preceduti probabilmente dal decadimento del sogno stesso.
Vanno via gli uomini, prima o poi, ma anche le idee di quelli che ancora vivono cominciano a morire.
Del resto, cancellare programmi spaziali (così come in altri settori della ricerca) perché considerati troppo costosi significa già rinunciare al sogno della conoscenza e del progresso, non solo tecnico-scientifico ma anche della coscienza dell’uomo. Curiosity non basta, non ci può bastare, seppur entusiasmante.
E’ vero, ci sono altre priorità, ma la retorica degli sprechi e dell’impegno per “cose più importanti” si dissolve dinanzi alla chiara assenza di volontà nel cambiare tante cose che davvero non vanno nella nostra società, da parte di tutti quanti noi. A tutti i livelli.
E’ stato sempre così, sin dai tempi del Programma Apollo.
Dopo quarant’anni, non è cambiato niente.
Da ragazzino, da appassionato di astronautica quale io sono sempre stato, lessi una frase di Armstrong: “Se riusciremo a raggiungere la superficie lunare e a ritornare sani e salvi sulla Terra, dimostreremo che ogni cosa è possibile e che possiamo risolvere i grandi problemi dell’Umanità.”
Ma anche a distanza di così tanti anni, sembra che non abbiamo voglia di risolvere alcunché.
Forse, non c’è bisogno di un calendario Maya (e di tutte le stupidaggini che ci inventiamo) per decretare la fine dell’uomo…stiamo provvedendo noi stessi…lentamente, e noi non lo riusciamo a capire…
Ciao, Neil Armstrong, comandante dell’Apollo 11.