Indice dei contenuti

ABSTRACT

Dopo Messier 6 e 7, torniamo negli ammassi aperti con Messier 11 o M11. A differenza degli ammassi globulari, questa tipologia di oggetti celesti è formata da un gruppo (che può essere anche di migliaia) di stelle nate nello stesso periodo da una nube molecolare gigante.
Ne rappresenta un esempio facile da richiamare proprio l’ammasso delle Pleiadi (M45) nella costellazione del Toro.

Nel corso dei secoli ne sono stati scoperti più di mille solo nella nostra galassia e rimangono oggetti molto interessanti da un punto di vista scientifico, dato che offrono una visione chiave nello studio dell’evoluzione stellare.
In media, un ammasso aperto risulta essere un oggetto celeste giovane (in termini astronomici), che riesce a mantenere la sua coesione per almeno mezzo miliardo di anni. Passata questa soglia, interferenze gravitazionali esterne causate dall’orbitare intorno al centro della galassia, causano disturbi che, con il passare del tempo, sono in grado di sfaldare l’ammasso aperto stesso.

Storia delle osservazioni

Questo ammasso aperto fu scoperto dall’astronomo tedesco e direttore dell’Osservatorio di Berlino Gottfried Kirch il 1° settembre 1681 mentre si trovava a Lipsia, utilizzando il suo “tubusopticus” di circa 1.2 metri di lunghezza focale. Inizialmente, Kirch pensò che l’oggetto fosse una stella nebulosa, simile al nucleo di una cometa, ed infatti successive osservazioni lo classificarono come la “Nebulosa di Kirch”.

L’ARTICOLO COMPLETO è riservato agli abbonati alla versione digitale. Per sottoscrivere l’abbonamento Clicca qui. Se sei già abbonato accedi al tuo account dall’Area Riservata

Questo contenuto non è accessibile al tuo livello di iscrizione.

L’articolo è pubblicato in COELUM 263 VERSIONE CARTACEA