di Alessandro Ravagnin e Stefano Ciroi

Negli ultimi anni la spettroscopia amatoriale ha compiuto un salto qualitativo notevole, soprattutto grazie alla disponibilità di spettroscopi accessibili alla community di appassionati, sempre più performanti e dal prezzo sempre più contenuto. Tra questi si può citare il Sol’Ex ideato e progettato da Christian Buil, noto spettroscopista francese, lo StarAnalyzer e l’Alpy 600 commercializzati dalla ditta francese Shelyak, il Dados della Baader e l’ultimo nato, l’SHG 700 introdotto ad inizio 2025 dalla neo-nata ditta vietnamita MLAstro, che rappresenta già un punto di riferimento per chi desidera andare oltre la semplice fotografia astronomica e iniziare ad analizzare il contenuto fisico della luce proveniente da stelle, nebulose e pianeti. Questo articolo racconta lo sviluppo di un percorso osservativo che ha portato, in soli pochi mesi, alla produzione di spettri a medio/alta risoluzione di oggetti celesti finora osservati quasi esclusivamente in ambito professionale, con la speranza che possa essere di ispirazione per tutti gli astrofotografi volenterosi che desiderano andare un po’ oltre i propri “limiti” e la propria passione per le “semplici” riprese DeepSky o planetarie.

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L’articolo è pubblicato in COELUM 275