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Messier 61 si riprende il podio: scoperta l’ottava supernova

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M 61 ripresa dal telescopi o spaziale Hubble. Una galassia definita "starbust", ovvero galassie con un tasso di formazione stellare molto alto, in cui gas e polveri della galassia che vengono consumati in un breve periodo di tempo (astronomicamente parlando) Credits: ESA/Hubble & NASA; Acknowledgment: G. Chapdelaine, L. Limatola and R. Gendler
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Immagine della SN2020jfo ripresa da Paolo Campaner con un telescopio 400mm F.5,5 somma di 20 immagini da 75 secondi.

La bellissima galassia M 61, regina delle galassie Messier in fatto di esplosioni di supernovae, dopo essere stata raggiunta a gennaio 2020, sul gradino più alto del podio, dalla stupenda galassia M 100, si riprende lo scettro di prima della classe e raggiunge quota 8 supernovae.

Nella notte del 6 maggio infatti, al Palomar Observatory in California, il programma professionale americano Zwicky Transient Facility (ZTF) ha individuato un luminoso transiente a mag. +16, utilizzando il Samuel Oschin Telescope da 1,2 metri.

M 61 ripresa dal telescopi o spaziale Hubble. Una galassia definita "starbust", ovvero galassie con un tasso di formazione stellare molto alto, in cui gas e polveri della galassia che vengono consumati in un breve periodo di tempo (astronomicamente parlando) Credits: ESA/Hubble & NASA; Acknowledgment: G. Chapdelaine, L. Limatola and R. Gendler

M 61, la galassia ospite, è una spirale barrata posta nell’ammasso della Vergine e distante circa 50 milioni di anni luce, scoperta il 5 maggio 1779 dall’italiano Barnaba Oriani. È accompagnata da due più piccole galassie a spirale, poste leggermente a nord, NGC 4303A a est e NGC 4292 a ovest.

Appena 17 ore dopo la scoperta, dall’Osservatorio del Roque de los Muchachos nelle Isole Canarie con il Liverpool Telescope da 2 metri è stato ottenuto lo spettro di conferma. La SN2020jfo, questa la sigla definitiva assegnata, è una giovane supernova di tipo II scoperta circa una settimana prima del massimo di luminosità.

Immagine a colori della SN2020jfo, in cui vediamo le due galassie vicine NGC 4303A a est e NGC 4292 a ovest, il nord è verso l'alto. Ripresa da Rolando Ligustri in remoto dal New Messico con telescopio Dall-Kirkham 500mm F.4,5 + ccd PL11002.

Nei giorni seguenti la scoperta la luminosità del transiente è aumentata e in questa settimana raggiungerà il massimo intorno alla mag. +13,5/+14,0.

Vi invitiamo quindi all’osservazione e alla ripresa, così come al controllo di eventuali immagini effettuate nei giorni della scoperta…


Immagine ripresa da Manfred Mrotzek dal Backyard Observatory in Buxtehude – Germania con un telescopio TEC 140 mm F.5,4 + ccd Atik 460EX. Cliccare per l'immagine a tutto campo.

Dopo il massimo di luminosità questa supernova di tipo II potrebbe prendere due strade: diventare una supernova di tipo II-L la cui curva di luce diminuirà in maniera costante (lineare) oppure entrare nella fase di plateau, diventando una supernova di tipo II-P e mantenere una luminosità costante per un periodo standard che di solito è intorno ai 100 giorni. Questo secondo scenario è forse il più probabile, perché lo spettro ottenuto con il Liverpool Telescope assomiglia molto alla SN1999gi, una supernova proprio di tipo II-P.

Come abbiamo già detto, M 61 detiene il record delle supernovae conosciute esplose in una galassia Messier. Ad esclusione della precedente, la SN2014dt, che fu classificata di tipo Ia-pec, tutte le altre, compresa l’attuale, sono state di tipo II.

Da segnalare sono le tre supernovae – la SN2014dt, appena citata, la SN2008in e la SN2006ov – scoperte dall’astrofilo del Sol Levante Koichi Itagaki, che hanno permesso dall’astrofilo giapponese di ottenere un record unico: mai nessuno è riuscito a scoprire ben tre supernovae nella stessa galassia.

Ma anche la SN1964F scoperta dal famoso astronomo italiano Leonida Rosino, che fu direttore dell’Osservatorio di Asiago dal 1956 e alla cui memoria, dopo la sua morte nel 1997, è stata intitolata la Stazione Osservativa di Asiago Cima Ekar.

Non possiamo inoltre non ricordare anche la SN1999gn scoperta dal nostro Alessandro Dimai, uno dei fondatori dell’ISSP, che purtroppo lo scorso anno ci ha lasciato.

Terminiamo con il telescopio spaziale a raggi X Swift che ha individuato una forte emissione di raggi X in corrispondenza della posizione della supernova. La cosa interessante è che lo stesso telescopio Swift dal 2008 a oggi aveva già individuato una debole emissione di raggi X nella stessa posizione della supernova.

Forse il transiente si stava preparando alla grande esplosione emettendo raggi X già 12 anni prima?

Segui la rubrica mensile dedicata alla ricerca di amatoriale di supernovae a cura di Fabio Briganti e Riccardo Mancini dell’ISSP (Italian Supernovae Search Project), pubblicata ogni mese su Coelum Astronomia.



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Coelum Astronomia di Maggio 2020
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