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Sette motivi per cui il giornalismo scientifico italiano è scadente

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Qualche giorno fa mi è capitato di leggere un articolo molto bello e alquanto veritiero  sul Fatto Quotidiano che mi ha fatto molto riflettere su una crisi abbastanza ampia che sta avvenendo in questi anni. È una crisi sopita, indolore e invisibile, ma alquanto preoccupante: la crisi del giornalismo scientifico.

Una crisi che ha diverse ragioni a mio avviso, concause che stanno creando un vuoto pazzesco: nei giornali e in TV si parla troppo poco di scienza e molto spesso se ne parla male o a sproposito. Analizziamo in dettaglio le cause:

1) Il sempre minor spazio dato dalle televisioni alle trasmissioni scientifiche e di contro la sempre maggior diffusione di trasmissioni “spazzatura” che mettono in giro bufale eclatanti (teschi di cristallo, scie chimiche…) come Mistero e Voyager. Analizziamo i due casi appena citati: Mistero propone i misteri italiani e non quali UFO, scie chimiche, fantasmi. Il grosso problema di questo programma è che, per molti di questi fenomeni, non esiste una vera e propria controargomentazione scientifica e dunque questi vengono spacciati come veri; altri fenomeni invece conosciuti nel mondo scientifico (come le scie di condensazione) non vengono spiegati scientificamente ma sempre ricorrendo alle teorie alternative. Nel 2011 si era tentato di portare in trasmissione un giornalista che si è occupato di scienza come Alessandro Cecchi Paone, ma (purtroppo) lo share in quelle puntate è stato deludente.

Voyager è invece un programma Rai che dal 2009 va in onda sotto il patrocinio del Ministero della Cultura (sic!) e imposta le sue trasmissioni sulla divulgazione scientifica, dando però più risalto alle teorie alternative che a quelle accettate dal mondo scientifico. Molti servizi sono risultati delle bufale. Celeberrimo è il caso del Chubracabra: spacciato come creatura sconosciuta al mondo animale identificata in seguito ad alcuni  strani ritrovamenti, il suo caso si rivelò una bolla di sapone. Le analisi del DNA del fantomatico cacciatore di capre risultarono essere appartenenti ad un coyote. Altro caso emblematico è il caso Stamina: un programma come le Iene realizza un servizio strappalacrime su una bambina gravemente malata alla quale sarebbe stata negata una cura, quella con le staminali mesenchimali, che non è provata scientificamente, sulla quale non sono stati fatti dei test in vitro e in vivo. Nel servizio, inoltre, non veniva minimamente dato spazio alla voce scientifica ufficiale.

2) L’assenza di divulgazione scientifica all’interno dei principali quotidiani italiani, con l’assenza di un esperto di scienza nei giornali. Mosca bianca a dire il vero è il giornale torinese “La Stampa” con il suo Tuttoscienze, uno tra i supplementi di divulgazione scientifica migliori d’Italia, anche grazie a Piero Bianucci che con rigore scientifico manda avanti questo progetto (pur non provenendo dal mondo della Scienza: Bianucci è laureato in filosofia). Anche altri giornali presentano delle rubriche a tema scientifico, ma sono più sporadiche e talvolta contengono errori grossolani (vedi caso Repubblica). La scienza è assente anche nei giornali gratuiti come Leggo o Metro: le uniche ricerche che vengono citate in questi giornali sono quelle riguardo il sesso.

3) L’esplosione di internet. Da un lato internet ha dato un ottimo palcoscenico per la divulgazione scientifica. Ovviamente il rovescio della medaglia è stato che tutti hanno potuto scrivere di scienza, dagli scienziati veri e propri a chi di scienza non ne capisce una mazza. Ora, se in altri settori è giusto far sentire più campane (soprattutto per quanto riguarda la politica), quando si parla di scienza le cose si fanno più complicate: la scienza non è democratica, l’opinione di un uomo qualunque non ha la stessa dignità scientifica di una teoria ben collaudata.

È qui che si inserisce nel nostro discorso l’articolo di Bressanini, che lentamente sarà scivolato nell’oblio della colonna delle opinioni scientifiche. Nella sua conclusione lo scienziato italiano ribadisce il suo disagio a scrivere su un blog nel quale venivano riportate le opinioni di “Complottisti dell’11 settembre (riferimento neanche tanto velato a Giulietto Chiesa), antivaccinisti, esperti di energia che sbagliano le unità di misura, esperti di nanoparticelle delle merendine […]”.

Significativa la risposta di Peter Gomez, che dell’edizione online del Fatto Quotidiano è il direttore: “Lo spazio dei blog non fa sentire tutte le campane, permette solo alle campane di suonare”. Questo è l’errore di fondo di molti giornali: pensare che la scienza possa

essere trattata come la politica o l’economia, dove ognuno può avere la sua opinione che viene sottoposta ai lettori. No! È sbagliato, anzi è fuorviante. La scienza si basa su dati e numeri, non su opinioni. Parlare di scienza senza avere sottomano dati – o comunque delle pubblicazioni che confermano ciò che viene scritto – è come scrivere di scienza delle costruzioni perché si è un muratore. Inoltre la scienza non può essere piegata al proprio volere per sostenere una tesi: caso eclatante, proprio sullo stesso giornale, quando la professoressa D’Orsogna sosteneva che il fracking è dannoso perché potrebbe creare dei terremoti potenti. Costei citò (anche impropriamente) un articolo americano che diceva che il fracking avrebbe potuto innescare un terremoto di 5.5, senza tenere conto di tutta la letteratura scientifica precedente e successiva.

4) Altro fenomeno abbastanza preoccupante sono i blog e i gruppi di facebook che (in buona fede o no) diffondono bufale scientifiche quali scie chimiche, cure miracolose ecc… Anche qui il grosso problema è che non viene dato spazio alle teorie classiche, spesso tacciate di fare gli interessi di qualcuno: il classico “Chi vi paga?” che viene ribadito soprattutto quando si parla di bufale che riguardano la medicina (vedi i vari casi Di Bella, Simoncini, AIDS).

Altri blog, che spesso si spacciano per blog di informazione libera, pubblicano dei post scientifici approssimativi o distorcono la scienza solo per confermare delle tesi sostenute, come per quello che sta succedendo sull’OGM o sui prodotti biologici: i primi considerati dannosi per la salute (nonostante nessuno studio ne abbia ancora evidenziato la pericolosità); i secondi considerati un toccasana, nonostante gli studi ritengano che un prodotto biologico abbia le stesse qualità di uno normale (il casus belli da cui muoveva appunto Bressanini). In questi blog si fa la scienza senza i dati alla mano, ma solo per “fare notizia”. Cosa che si sta diffondendo sempre di più nei gruppi facebook (“Adesso Fuori dai Coglioni”, “Lo Sai”, “informarexresistere”, “Informazione Libera” solo per citare i principali) che sono alquanto recidivi nel diffondere bufale scientifiche (e non…)

5) Il mancato ricambio generazionale tra ottimi divulgatori scientifici molto attivi qualche anno fa (Piero Angela tra tutti, ma anche Giancarlo Masini ed Edmondo Bernacca) e che oggi o sono meno presenti o sono meno attivi o non ci sono più.

6) Il fatto che spesso e volentieri chi parla e scrive di scienza nei giornali o

nei blog non ha un background scientifico. A volte questo non è necessariamente un male: Piero Bianucci, Piero Angela, Alessandro Cecchi Paone e Alberto Angela sono laureati in materie umanistiche, ma nessuno si azzarderebbe a dire che sono pessimi divulgatori. In effetti, per spiegare fenomeni scientifici difficili da interpretare “lasciano” la parola a esperti del settore come Paco Lanciano, Danilo Mainardi (a Superquark presenze fisse) o come Odifreddi e Galeotti (su Tuttoscienze). A volte però questo non va così bene: Mistero e Voyager sono i casi più eclatanti . All’estero molto spesso i divulgatori scientifici sono degli scienziati: nel Regno Unito una tra le figure più importanti è Sir David Attenborough (naturalista); altra figura di spicco che scrive per il Guardian è Sir Martin Rees, uno tra i cosmologi più autorevoli al mondo; in USA Bill Nye è un ingegnere meccanico (uno dei suoi professori era un altro grande divulgatore scientifico, Carl Sagan) mentre Neil DeGrasse Tyson è un astrofisico. Un altro scienziato che è diventato un ottimo divulgatore scientifico è Stephen Hawking, una tra le menti più brillanti di questo secolo.

7) Il fatto che solo recentemente sono stati aperti dei corsi di giornalismo scientifico, che sono spesso dei Master a pagamento e a numero chiuso (come a Torino o alla Sissa di Trieste o a Ferrara).

La divulgazione scientifica è sempre più importante, per la gente comune,  per gli scienziati e per i ragazzi. La scienza spesso è percepita come un corpo estraneo, anche per colpa di  insegnanti di scienze e matematica che non trasmettevano l’amore per questa materia, percepita come troppo fredda. Questa la grande sfida per i futuri divulgatori scientifici, magari giovani scienziati che scriveranno riguardo alla scienza: rendere la scienza interessante e coinvolgente, spiegando i vari fenomeni scientifici e rendendoli avvincenti.

Personalmente, il mio amore per la scienza è nato da un meraviglioso libro di Stephen Hawking, “Dal Big Bang ai buchi neri” che suggerisco a tutti, dove lo scienziato britannico racconta lo straordinario percorso del nostro universo. E poi da una serie di stupendi documentari di Jacques Cousteau sul mare. Se ho intrapreso il percorso di studi in Fisica prima e in Oceanografia successivamente lo devo anche a loro.

Alessandro Sabatino

@twitTagli

17 Commenti

  1. Come mi manca Edmondo Bernacca, mito della mia infanzia e adolescenza……..

    Credo che, almeno in Italia, molta disinformazione dipenda dal nostro carattere: a noi italiani piace chiacchierare e spesso pontificare su argomenti che non conosciamo.

    Eppure, anche sul web, basta poco per informarsi correttamente: è sufficiente scegliere siti ufficiali di enti riconosciuti (es. NASA, NOAA, INGV per citarne uno di casa nostra), che pubblichino informazioni, anche quantitative, derivanti da studi o scoperte certi.

  2. Spett. Alessandro Sabatino, certe tue affermazioni possono essere anche vere, ma cliccando sul tuo nome, di questo articolo, risulta che “Non sono disponibili informazioni biografiche riguardo a questo autore”. Praticamente, è come se tu fossi un “anonimo”, un qualcuno che già di per se stesso ha qualcosa da “nascondere”. Forse è per questo, che pur essendoci già 1200 visitatori in questo articolo, hai ricevuto solo 2 “miseri” commenti. Rifletti. Saluti.

    • Signor Tonini mi faccia capire:
      le affermazioni del Dot. Sabatino sono ragionevoli e ben argomentate, forse anche logiche, ma siccome l’autore è poco noto evidentemente è un pericoloso latitante e questo articolo è un messaggio in codice per i suoi compari!

      Cos’è, Sabatino ha pochi like su feisbuc?

      Se ci sono stati pochi commenti a questo pezzo è probabile che nessuno avesse cose intelligenti da dire…

    • Marco non ci sono note biografiche per questo autore semplicemente perchè si tratta di un articolo che abbiamo rilanciato da un altro sito, non è un nostro collaboratore, non scrive per noi… non sempre carichiamo note biografiche e foto di tutti quelli di cui pubblichiamo qualcosa. In fondo all’articolo c’è la fonte da cui è stato preso e da li, dalla pagina originale dell’articolo, eventualmente si può provare ad entrare in contatto con lui o conoscere qualcosa di più di chi scrive…

      Se l’abbiamo rilanciato è perché la Redazione ha ritenuto ci fossero spunti utili alla riflessione… perché partire sempre con un attacco personale che nulla ha a che fare con i contenuti?

  3. Spett. Paola, invece sono proprio i contenuti ad essere discutibili. Avendo scelto di pubblicare questo articolo di Sabatino, vi siete resi “complici” delle sue affermazioni. Per cosa? denigrare un programma di professionisti come VOYAGER, con a capo il giornalista/divulgatore Ciabotto, con uno staff che svolge interessantissimi documentari ai confini del mondo, faticosi, pericolosi, immersioni subaqee, scalate. Criticare questo programma, seguito ad ogni puntata da 7/8 milioni di telespettatori, mi sembra assolutamente inaccettabile. Invito la redazione a sciegliere articoli più “obbiettivi”. Distinti saluti.

  4. Vede Signor Tonini, con questo suo commento lei sta criticando la linea editoriale della Redazione. Ed è una cosa lodevole, visto che così lei mostra di poter esercitare un suo sacrosanto diritto.
    Solo che nelle intenzioni di Coelum c’era quello di suscitare riflessioni, anche dibattiti sui contenuti dell’articolo, non sul suo contenitore.
    E ora che il suo commento è in bella vista proprio sopra il mio e mai verrà cancellato fino a che il server non brucerà? Significa forse che ospitandolo, Coelum ha scelto di “gemellarsi” con Voyager?
    Significa che sono tutti bipolari in Redazione perchè prima pubblicano un articolo che critica (denigrare è un’altra cosa) e poi un commento che elogia il programma Voyager senza moderarlo inorriditi?
    Complici. Di chissà quale crimine!

  5. Salve Sig. Giuseppe, ho letto il suo ultimo commento, si tratta di una risposta, che originariamente, alla radice, parte da un mio commento del 24 Luglio (!!). Dopo oltre 20 giorni, lei legge questo commemto, il che mi fa pensare che non sia certo un lettore abituale di questo sito. Oltretutto, ho notato, che non ha fatto nessun commento all articolo di Sabatino, il che la mette nella schiera, di tutti quelli ,come come ha lei ha definito, “che non hanno idee intelligenti per commentare”. Le poche “indagini,” che ho fatto su di lei, fanno risultare che sia uno dei pochi “risolventi” degli indovinelli dell “Ingegnere” Paolo Alessandrini, forse un suo “complice” in questo “settore”?.

  6. (seguito). Penso che lei non c e l abbia tanto con la Redazione, ma sia soltanto un “cruccio” con me stesso. Ti ritieni molto intelligente, perche risolvi gli indovinelli ? Dimmi Giuseppe, ascolta: Ci sono 3 cacciatori ad una battuta di caccia. Spunta un branco di lepri. Ciascuno spara e uccide 3 lepri. Eppure…..al momento delle spartizioni, ad ogni cacciatore spetta una sola lepre a testa. Perchè?

  7. Mi lusinga sapere che ha fatto ricerche anche su di me. E a quali conclusioni profonde è giunto! La prova di logica poi, mi fa tremare i polsi. Le secca se mi prendo qualche mese per darle la soluzione?
    Ad ogni modo è decaduto il motivo di suoi appunti all’articolo di Sabatino: col suo ultimo commento siamo arrivati a quota 9. Bastano come referee perchè possa essere pubblicato su Science o vuole dargli un’ultima lettura?

  8. No Giuseppe, mi basta, che l articolo possa essere pubblicato su “Science”. Quel che più mi secca è che lei, che si ritiene nolto intelligente non abbia gia risolto in questi 20 minuti questo semplice “indovinello”. Lei è già “fuori”, per decorrenza dei tempi.

  9. Si Giuseppe, purtroppo, non hai risolto il “quesito”, non hai superato come dire, la “prova della sfinge” nei tempi dei 20 minuti, sei “eliminato” dal sito COELUM. Ma puoi comunque presentarti su altri siti. Saluti e…….complimemti per le polemiche! (questo sito è…..così noioso ).

  10. Facciamo così: lei ci dice cosa la spinge a visitare un sito noioso, a criticare un articolo basandosi sul fatto che lei non ne conosce l’autore, accusare il sito che ospita l’articolo di sposarne il pensiero senza che mai ciò fosse stato affermato da alcuno, ad appurare il mio livello di intelligenza, consigliarmi di lasciare Coelum, prendersi la briga di fare ricerche su di me e io mi cimenterò nel suo indovinello!
    Ma la prego, non sono così intelligente come è emerso dalle sue ricerche, per cui se dovessi sbagliare, sia indulgente.
    Ma dopo ferragosto però!
    A presto!

  11. D accordo Giuseppe, le lascio il tempo di risolvere il quesito fin dopo ferragosto. Risposta alle sue domande: 1) Sono un appassionato di astronomia amatoriale da 17 anni, e il sito Coelum è l unico, in cui si possa inserire le proprie foto, rendendole visibili a tutti gli altri astrofili, come riferimento, consigli , ecc. 2) La “sorpresa”, sta nel fatto che nonostante il sito sia visionato da tutti gli astrofili d Italia, i commenti ricevuti, sono quasi “nulli”. Come se a nessuno, seppur nel “settore” non glie ne freghi nulla. 3) Non avendo responsi ne condivisioni, dalle foto, mi guardo come dire “intorno”, leggo altri articoli e li commento, a seconda delle mie opinioni, tanto sembra di avere “il campo libero”. Garantisco sia a lei che alla redazione, che i miei commenti non hanno assolutamente alcuna intenzione “secondaria”. Ho risposto ai suoi commenti solo perchè mi sono sentito pesantemente “attaccato”, in realta, non me ne frega niente che lei risolva i miei quesiti. Le faccio una sola raccomandazione, e che sia l ultima volta, la smetta di importunarmi.