Escursioni in montagna, a Pian dell’armà (PV), per l’osservazione degli astri nei venerdì e sabato di marzo: 16/17, 23/24 e 30/31.
Informazioni GAR: 3803124156 e 3332178016
E-mail: info@astrofilirozzano.it
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23-25.03: “110… e lode” Grande Maratona Messier. Il più classico e atteso appuntamento per gli astrofili amanti del deep sky: una maratona a caccia dei 110 oggetti del catalogo Messier. La sfida osservativa, a cui partecipano astrofili di tutto il mondo, invita tutte le associazioni italiane a dedicare le notti di questo week-end alla Grande Maratona.
http://divulgazione.uai.it/index.php/Maratona_Messier
Credo che il Leo Minor (il Leoncino), assieme all’Equuleus (il Cavallino), detenga nel nostro emisfero celeste la palma della costellazione più misconosciuta. Altre costellazioni sono ancora più piccole, oppure contrassegnate da stelle molto deboli (Coma, Delphinus, Vulpecula, Sagitta, Scutum), ma per caratteristiche legate alla loro riconoscibile morfologia, per ragioni storiche o per la fama dei loro oggetti deepsky, quest’ultime sono comunque molto più conosciute e frequentate rispetto alle prime due. Sebbene facilmente rintracciabile come posizione (a nord del Leone e a sud dell’Orsa Maggiore), il Leoncino risulta tuttavia di difficile identificazione, con una sola stella al di sotto della quarta magnitudine: Praecipua che, caso unico in tutto il cielo, non è né la stella alfa né la beta della costellazione, ma semplicemente la n° 46!
Sembra infatti che quando l’astronomo inglese Francis Baily, verso la metà del 19° secolo, si mise ad assegnare le lettere greche alle stelle del Leo Minor (rimaste anonime dal 1687, anno in cui Hevelius creò la costellazione), nominò come beta la seconda stella più luminosa, ma si dimenticò letteralmente di Praecipua… alla quale rimase soltanto il numero di Flamsteed e il nome proprio, regalatole dal nostro Giuseppe Piazzi. E gli oggetti deepsky del Leoncino? Anche quelli saranno così anonimi da non valere nemmeno il tempo di un’occhiata? Cerchiamo di scoprirlo in questa puntata.
Qui sopra gli oggetti consigliati questo mese con la mappa generale per trovarli e i loro dati principali (cliccare sull’immagine per una migliore lettura). Per approfondire leggi tutti i dettagli e i consigli per l’osservazione, i cenni storici, le immagini e le mappe dettagliate, nell’articolo tratto dalla Rubrica Nel Cielo di Salvatore Albano presente a pagina 72 di Coelum n.157
Una piccola stazione ferroviaria sperduta nella tundra innevata. Niente lampioni, né macchine, né case, il cielo è il padrone assoluto. A pochi metri, un unico edificio, il Mountain Lodge. È tutta qui Abisko, nel centro esatto della Lapponia svedese, 200 km a nord del Circolo Polare Artico e a un’ora di treno dall’abitato più vicino.
Sfidando temperature proibitive, nei mesi invernali qui si radunano viaggiatori provenienti da tutto il mondo. La ragione che li spinge ad affrontare 3 o 4 coincidenze aeree e mezz’ora di vestizione ogni volta che si tratta di mettere il naso fuori dal tepore dell’albergo, si chiama aurora boreale.
L'Aurora Sky Station.
Il “Blue Hole of Abisko” è forse il luogo migliore al mondo per osservarla. Circondato da montagne che ostacolano le precipitazioni, assicura agli Aurora Hunters 200 giorni all’anno di cielo limpido. Il 2012 e il 2013, con i loro picchi di attività solare, sono gli anni in cui le probabilità di assistere ad aurore spettacolari sono tra le maggiori della decade in corso.
Sì, perché le “luci del Nord” non sono tutte uguali, né è sufficiente varcare la fatidica soglia del circolo polare per osservarle.
Nelle immediate vicinanze dell’albergo, in venti gelidi minuti una seggiovia porta all’Aurora Sky Station, situata a 1000 metri di altitudine sulla vetta del monte Nuolja (il “monte che tiene lontane le nuvole”, secondo le popolazioni Sami). Qui, l’assoluta mancanza di inquinamento atmosferico e luminoso trasforma le lunghe notti di caccia in sogni a occhi aperti.
L'aurora sopra il monte Nuolja, il monte che, secondo le popolazioni Sami "tiene lontane le nuvole"
Mentre sorseggio un succo di lampone artico caldo, incontro i miei 7 compagni d’avventura, provenienti da Inghilterra, Olanda, Francia e America, tutti accumunati della passione per il cielo, e incontro Chad Blakley che, stregato dalle luci del Nord, si è trasferito ad Abisko dal lontano Wyoming, per studiare e fotografare l’aurora, che d’inverno organizza safari fotografici notturni.
Chad ci ha fornito preziosi consigli per consentire a noi e alla nostra attrezzatura fotografica di sopravvivere a temperature inferiori ai -30°C. Fotografare a queste temperature non è uno scherzo. Oltre a rischiare l’amputazione delle dita ogni volta che si tolgono i guanti per modificare le impostazioni della macchina, bisogna anche evitare gesti troppo bruschi o affrettati. Dopo un’intera notte all’aperto, macchina e cavalletto si trasformano in fragilissimi pezzi di ghiaccio metallici. Quindi, niente telecomandi a filo perché si spezzerebbero, solo a infrarossi; niente autofocus, né sulla macchina né sull’obbiettivo se si vuole riportarli a casa integri, e numerose batterie di scorta, perché il tempo di resa a queste temperature è un terzo della normale durata. Nel gruppo c’è stato chi in 5 ore ne ha usate ben 4!
Abisko National Park.
Sono partita con la speranza di fotografare un’aurora di livello 3, grado di tutto rispetto, dominato da archi e nastri poco dinamici di colore verde, dovuti alle particelle che interagiscono con gli atomi di ossigeno ad un’altezza compresa tra i 100 e i 300 km di quota. Le mie aspettative sono state ampiamente superate nella notte tra il 25 e 26 gennaio, quando un flare classificato M9 ha raggiunto la terra dando vita alla tempesta magnetica più forte degli ultimi 7 anni.
Come ogni pomeriggio, anche quel giorno eravamo riuniti davanti al proiettore per commentare le foto della sera precedente, quando Chad arrivò di corsa nella sala per le proiezioni. Agitava il cellulare urlando le previsioni di SpaceWeather: quella notte era prevista un’aurora di grado 6. Ci disse che era stato appena contattato da National Geographic. In nord America era previsto cielo coperto, perciò la tempesta magnetica sarebbe stata visibile solo in Scandinavia: volevano un servizio fotografico. Nessuno di noi si capacitava della nostra fortuna.
Verso il lago ghiacciato.
Dopo un breve breafing, decidemmo che quella sera non saremmo saliti all’Aurora Sky Station, ma ci saremmo diretti sulle rive del lago ghiacciato, all’interno del parco naturale di Abisko. Lì, il Lodge aveva una capanna per gli attrezzi, davanti alla quale avremmo potuto accendere un fuoco, indispensabile per scaldarsi in quella che si profilava come una lunga notte.
Cenammo velocemente perché eravamo tutti preda dell’eccitazione.
Chad ci disse di coprirci il più possibile, fuori c’erano -32°C. Indossammo un intero guardaroba: quando ci incontrammo fuori dalla porta eravamo irriconoscibili gli uni agli altri. Solo gli occhi erano scoperti.
Trainando su un bob la legna per il fuoco, arrivammo al lago dopo mezz’ora di cammino. Ognuno scelse dove posizionare il cavalletto. Quella notte sarebbe terminata otto ore dopo, alle 4 del mattino.
Occorrono dosi massicce di pazienza e resistenza, perché l’aurora ama celarsi, e dopo una prima, lattiginosa apparizione ha latitato per ore prima di apparire in tutto il suo cangiante splendore.
Qualcuno è stato sul punto di rinunciare, perché il freddo era, semplicemente, insostenibile. Ma quella notte non si poteva davvero: sapevamo che probabilmente non saremmo più stati tanto fortunati. Così ci scaldammo saltando, correndo e ballando intorno al fuoco.
Quando finalmente la vedemmo prendere forma con luci che vorticavano tumultuosamente avvolgendo tutta la volta celeste, contro un cielo tempestato di stelle come raramente accade di vedere nella vita, la vista ci lasciò ammutoliti. Ma fu solo un momento, prima di abbandonarci a grida di gioia e abbracci commossi tra compagni di avventura che fino a pochi giorni prima erano perfetti sconosciuti.
E questa sono io!
Abbiamo osservato incantati tutte le possibili forme dell’aurora, dai semplici nastri che si arrotolavano e arricciavano, ad archi pulsanti fino alle strutture più complesse come tende e corone. L’intensità era così elevata che, in alcuni momenti, alle quote più alte comprese tra i 300 e 400 km, è stato possibile osservare il colore rosso.
Fotografarla non era semplice, il movimento era talmente rapido che persino un’esposizione di 3 secondi risultava eccessiva. Dopo ore di fotografie abbiamo deciso di sdraiarci e abbandonarci alla vista di quel meraviglioso spettacolo della natura.
Nessuno di noi potrà mai dimenticare la notte in cui il nostro sogno è diventato realtà.
18.03: GIORNATA NAZIONALE DEI PLANETARI
Dalle ore 10.30 alle 23: osservazioni al telescopio, laboratori didattici, Conferenze e molto altro ancora.
Ingresso libero. 18.03, ore 10:30: Osservazione del Sole.
La prenotazione è sempre consigliata.
Per info: tel. 0544-62534, E-mail info@arar.it
Giornata Nazionale dei Planetari
18.03: Il Planetario di Lumezzane proietterà per l’occasione alle ore 16:00: “Le favole del cielo”. La
prenotazione è obbligatoria.
Per informazioni: tel. 3485648190.
E-mail: osservatorio@serafinozani.it
www.astrofilibresciani.it
18.03, ore15:30: PHENOMENAL! Se hai tra i 15 e i 19 anni vieni a gareggiare al Balì! L’iniziativa è su
prenotazione telefonando allo 0721 892390.
Per gli orari di apertura, Info e contatti dal lunedì al venerdì orario 9:30 – 13:00:
Tel. 0721 892390, E-mail: info@museodelbali.org
www.museodelbali.org
18 Marzo
È infatti compreso nel calendario degli eventi dell’International Planetarium Society. L’iniziativa ha lo scopo di far conoscere al pubblico di ogni età dove si trovano queste cupole spettacolari di grandi e piccole dimensioni sotto le quali viene simulato l’aspetto del cielo notturno. Lo spettatore è infatti avvolto da una moltitudine di stelle e dalla scia biancastra della Via Lattea. È un cielo al quale ormai non siamo abituati che possiamo scoprire solo nei luoghi più bui del pianeta oppure sotto le cupole dei planetari.
Organizzato dall’Associazione dei Planetari Italiani:
www.astrofilibresciani.it/Planetari/Planetari_News.htm
L’elenco dei planetari italiani è disponibile anche
nelle pagine del sito www.planetaritaliani.it
16.03: “Più petrolio dalla Terra?” Ing. Alberto Alberti.
Organizzati da: Dip. di Fisica Università di Ferrara, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Gruppo Astrofili Ferraresi “Columbia“ e Coop. Sociale Camelot.
Ricordiamo inoltre che, nel mese di Maggio 2012 si terrà presso le Valli di Ostellato (FE), CielOstellato 2012 Alta Risoluzione XV Meeting Nazionale Astrofili, organizzato dal Gruppo Astrofili Ferraresi “Columbia“ e Coop. Camelot. L’Osservatorio Astronomico “Paolo Natali“ del Columbia è inoltre aperto al pubblico da Aprile a Settembre tutti i venerdì sera, fatta eccezione per le serate de i “Venerdì dell’Universo”.
Escursioni in montagna, a Pian dell’armà (PV), per l’osservazione degli astri nei venerdì e sabato di marzo: 16/17, 23/24 e 30/31.
Informazioni GAR: 3803124156 e 3332178016
E-mail: info@astrofilirozzano.it
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16.03: “Viaggio al CERN di Ginevra”. Reportage, a cura del socio Marco Gorza, della sua visita al Cern, dove attualmente vengono studiati i primi momenti
successivi al Big Bang e la natura intima della Materia.
Per informazioni: Tel 3280976491
astrofili_lariani@virgilio.it
www.astrofililariani.org
15.03: “Il satellite Herschel” di Sergio Molinari.
Per gli orari di apertura, Info e contatti dal lunedì al venerdì orario 9:30 – 13:00:
Tel. 0721 892390, E-mail: info@museodelbali.org
www.museodelbali.org
13.03: “I misteri di Marte (con occhialini 3D)” di Claudio Balella.
La prenotazione è sempre consigliata.
Per info: tel. 0544-62534, E-mail info@arar.it
15.03: “Cronache marziane (seconda parte). L’esplorazione con le sonde spaziali” di A. Galegati.
La prenotazione è sempre consigliata.
Per info: tel. 0544-62534, E-mail info@arar.it
In queste ore il Sole è un vero e proprio sorvegliato speciale. Sono infatti numerosi i satelliti americani ed europei che lo stanno osservando, inviando a Terra dati aggiornati e immagini spettacolari. In prima fila ci sono gli osservatori della Nasa Sdo (Solar Dynamics Obervatory) e Soho (Solar and Heliospheric Observatory) e Ace (Advanced Composition Explorer), accanto al satellite europeo Proba 2.
È molto probabile che d’ora in poi le informazioni che potranno dare saranno sempre più preziose, in quanto l’attività solare sta diventando sempre più intensa, fino a raggiungere il picco, previsto fra gennaio e febbraio 2013.
La frequenza con la quale compaiono macchie e spettacolari eruzioni sulla superficie solare è legata ad un ciclo nel quale periodi nei quali l’attività solare è debole si alternano a periodi nei quali il Sole si risveglia.
La durata di ciascun periodo è di circa 11 anni e nel dicembre 2008 si concluso un ciclo particolarmente lungo di debole attività solare.
“Adesso il Sole è tornato in attività e le eruzioni in corso sono già di un certo rilievo”, rileva l’astronomo Alessandro Bemporad, dell‘Osservatorio di Torino dell‘Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). Anche se il Sole non ha ancora raggiunto il massimo della sua attività, non è detto che le tempeste che potrebbero scatenarsi da oggi al prossimo anno diventino sempre più violente”.
“Attualmente le previsioni dell’evoluzione del ciclo solare sono poco attendibili”, prosegue Bemporad. “Secondo le previsioni più recenti – aggiunge – il prossimo massimo dell’attività solare potrebbe essere fra i più deboli finora osservati”, ma non è da escludere che tempeste violente possano avvenire anche quando il massimo dell’attività solare non e’ ancora stato raggiunto. Nel migliore dei casi le tempeste solari generate dallo scontro fra lo sciame di particelle provenienti dal Sole e il campo magnetico terrestre possono colorare il cielo dei Poli con bellissime aurore, ma nei casi più gravi le tempeste possono danneggiare i satelliti, provocando problemi nelle telecomunicazioni”.
“Per ora si sono verificati dei black out nelle telecomunicazioni a onde corte, ma in seguito si potrebbero registrare problemi ben più rilevanti alle telecomunicazioni satellitari e interruzioni ai sistemi Gps”. A elencare i possibili effetti della tempesta solare sulla Terra è Mauro Messerotti esperto di fisica solare e relazioni Sole-Terra dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Trieste. “Il flusso di particelle generato dalla tempesta spaziale, impropriamente definita solare, va a perturbare il campo geomagnetico della Terra con effetti su molte delle nostre tecnologie”, ha detto l’esperto. La tempesta è iniziata subito dopo la mezzanotte del 7 marzo. “Si è verificato un brillamento – ha spiegato Messerotti – il secondo più intenso del ciclo di attività solare. A questo primo ne è seguito un altro, meno intenso. Questo ha generato un flusso di particelle, in particolare di protoni che ha investito i sistemi spaziali”.
A parte qualche danno alle nostre tecnologie, non ci dovrebbero essere problemi diretti sull’uomo. “Se si escludono gli astronauti, non ci sono prove evidenti che dimostrino un impatto delle tempeste spaziali dirette sull’uomo”, ha precisato Messerotti. “Al massimo ci possono essere problemi sugli aerei che forse saranno costretti a modificare i propri piani di volo”, ha aggiunto. In ogni caso non ci troviamo dinanzi a una tempesta particolarmente eccezionale. “Rientra nella normale attività del sole”, ha sottolineato l’esperto.”Nulla a che vedere – ha continuato – con la super-tempesta solare del 1859, causata da un brillamento intensissimo osservato dall’astronomo inglese Richard Carrington che causò tempeste geomagnetiche, aurore polari e correnti elettriche indotte nei telegrafi”. Certo è che “se si verificasse oggi una super-tempesta – ha concluso l’esperto – questa avrebbe un impatto notevole sulle attività umane con, ad esempio, distruzione di satelliti, prolungati black-out della fornitura di corrente elettrica, delle comunicazioni radio e dei sistemi GPS”.
Il Circolo Casolese Astrofili “Betelgeuse” di Casole d’Elsa (SI) ripropone per il giorno 10 marzo 2012
alle ore 15,30 presso il circolo “Il Barroccio” un incontro che avrà come tema la fotografia astronomica
del profondo cielo secondo le più moderne tecniche, come il CCD; si parlerà di ottiche, accessori, sistemi digitali e quanto necessario per immortalare le meraviglie del cielo.
L’incontro avrà come relatori Marco Burali e Marco Lombardi, astrofotografi dell’MTM CCD GROUP di Pistoia, organizzazione ormai affermata a livello nazionale nel campo dell’astrofotografia.
L’incontro è aperto al pubblico, l’ingresso è libero.
Per informazioni: 0577948284 – 340.3518037
info@betelgeuse.cjb.ne
maurizio.cabibbo@fastwebnet.it
www.circoloastrofilibetelgeuse.it
Il percorso apparente della Garradd nella regione polare nord. La cometa, con forte moto proprio, il giorno 5 sarà alla minima distanza e poi passerà tra le due Orse attraversando il Dragone settentrionale. Sarà ovviamente circumpolare, per cui potrà essere seguita tutta la notte.
Ah, se non ci fosse lei a tener duro in questo periodo…
Stiamo ovviamente parlando della C/2009 P1 (Garradd), che anche in febbraio ha dato spettacolo, mostrandosi agli osservatori con due code allargatissime, che la rendevano simile a un grande uccello marino in planata. Una mia fotografia in particolare, nella quale la si vede “ad ali spiegate” nelle vicinanze dell’ammasso globulare M92, ha fatto davvero il giro del mondo, pubblicata da APOD e poi in moltissimi altri siti, astronomici ma non solo. Il 5 marzo questa tenacissima cometina arriverà alla minima distanza dalla Terra (1,266 UA) e dovrebbe quindi mantenersi ancora tra la sesta e la settima magnitudine; facilmente osservabile anche con un binocolo durante tutta la notte, mentre passerà abbastanza velocemente dall’Orsa Minore al Dragone e a all’Orsa Maggiore.
Per ciò che riguarda altri avvicinamenti con oggetti deep-sky (dopo quello fortunatissimo dello scorso mese) c’è solo da segnalare che la notte del 13/14 marzo la Garradd passerà meno di 1° a nord dalla grande galassia barrata NGC 4236 (23’x0,7′), situata nel Dragone.
Leggi tutti i dettagli e i consigli per l’osservazione, con tutte le immagini e le mappe dettagliate, nell’articolo tratto dalla Rubrica Comete di Rolando Ligustri presente a pagina 71 di Coelum n.157
Il percorso apparente della Garradd nella regione polare nord. La cometa, con forte moto proprio, il giorno 5 sarà alla minima distanza e poi passerà tra le due Orse attraversando il Dragone settentrionale. Sarà ovviamente circumpolare, per cui potrà essere seguita tutta la notte.La tabella riporta il sorgere, la culminazione, l’altezza sull’orizzonte astronomico dell’osservatore raggiunta dalla cometa all’istante del transito in meridiano, e il tramonto. Sono quindi indicate: la magnitudine visuale (la magnitudine totale indicata è quella teorica calcolata in base a dei parametri fisici e geometrici; l’effettiva magnitudine visuale delle comete può risultare a volte decisamente diversa da quella tabulata), la distanza dalla Terra (in Unità astronomiche), l’elongazione dal Sole – occidentale “W” (la cometa è visibile alla mattina prima del sorgere del Sole), od orientale, “E” (la cometa è visibile alla sera dopo il tramonto del Sole) – l’Ascensione Retta, la Declinazione e la costellazione in cui si trova. Gli istanti sono topocentrici e calcolati per le 00:00 TMEC per una località situata a 12° di longitudine Est e 42° di latitudine Nord.
Appena sotto la parte posteriore del Leone, circa 7° a sud di Denebola (beta Leonis) e a est di Marte, in marzo si muoveranno su percorsi paralleli gli asteroidi più luminosi del mese tra quelli osservabili: (5) Astraea e (8) Flora. La sera del 1 marzo, Astraea si troverà 12 primi a ovest della stella nu Virginis, di mag. +4.
Ormai passato (433) Eros, al momento stazionario e perso da qualche parte nella Macchina pneumatica, il mese di marzo torna a proporci delle normali opposizioni di normali asteroidi di fascia.
I due più luminosi oggetti del mese, a parte Vesta e Cerere inosservabili per congiunzione eliaca, saranno questa volta (5) Astraea e (8) Flora, che si muoveranno in parallelo al di sotto della coda del Leone, separati di una decina di gradi. Entrambi sono vecchie conoscenze di questa rubrica, e come tali non dovrebbe esserci bisogno di presentazioni… se non fosse per il fatto che mi dispiace lasciare senza punti di riferimento i lettori ultimi arrivati (mio padre mi ripeteva spesso: non dare mai per risapute le cose, ogni sette anni c’è una generazione che le tue favole non le ha mai sentite).
Astraea, è un comune asteroide di fascia principale, dotato di una discreta eccentricità orbitale ma di dimensioni limitate visto che il suo diametro medio misura solo 119 km.
Leggi tutti i dettagli e i consigli per l’osservazione, con tutte le immagini, nell’articolo tratto dalla Rubrica Asteroidi di Talib Kadori presente a pagina 66 di Coelum n.157
Appena sotto la parte posteriore del Leone, circa 7° a sud di Denebola (beta Leonis) e a est di Marte, in marzo si muoveranno su percorsi paralleli gli asteroidi più luminosi del mese tra quelli osservabili: (5) Astraea e (8) Flora. La sera del 1 marzo, Astraea si troverà 12 primi a ovest della stella nu Virginis, di mag. +4.Nella tabella vengono forniti i dati del sorgere, del transito, del tramonto, della massima altezza sull’orizzonte, della distanza dalla Terra, dell’elongazione rispetto al Sole e delle coordinate equatoriali calcolate per le ore OO:OO TMEC. Gli istanti sono in TMEC (TU+1 fino alle ore 2 del 25 marzo, TU+2 successivamente) e calcolati per una località situata a 12° E, 42° N.
La sera del 13 marzo, alle 19:00, guardando verso ovest, sarà impossibile non accorgersi della splendida congiunzione tra Venere e Giove, separati di circa 3° in Ariete, con i due oggetti che alti circa +35° rivaleggeranno in luminosità: Venere (mag. –4,4), Giove (mag. –2,1).
Naturalmente sarà possibile seguire l’avvicinamento e poi il progressivo allontanamento di Venere per un periodo più lungo (il 10 e il 16 marzo la separazione angolare sarà comunque inferiore ai 4°).
IMPARA AD USARE IL TUO TELESCOPIO Ogni giovedì a partire dall’1 marzo , alle ore 20.30, avrà luogo al Museo di scienze naturali di Brescia
l’annuale corso sul tema “Impara ad usare il tuo telescopio”. Oltre alle lezioni teoriche sono previste
anche alcune lezioni pratiche al Planetario di Lumezzane e all’Osservatorio Serafino Zani.
Gli iscritti al corso ricevono il materiale didattico, le effemeridi astronomiche e le mappe celesti.
Per informazioni: tel. 3485648190.
E-mail: osservatorio@serafinozani.it
www.astrofilibresciani.it
06.03: “Cronache marziane (prima parte). L’esplorazione al telescopio” di Paolo Morini.
La prenotazione è sempre consigliata.
Per info: tel. 0544-62534, E-mail info@arar.it
Per gli orari di apertura, Info e contatti dal lunedì al venerdì orario 9:30 – 13:00:
Tel. 0721 892390, E-mail: info@museodelbali.org
www.museodelbali.org
Per gli orari di apertura, Info e contatti dal lunedì al venerdì orario 9:30 – 13:00:
Tel. 0721 892390, E-mail: info@museodelbali.org
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Quella che culminerà il 5 marzo nel crepuscolo serale sarà una delle più favorevoli massime elongazioni di Mercurio di tutto il 2012. Il pianeta si alzerà fino a +18° di altezza e resterà osservabile per più di un’ora dopo il tramonto del Sole.
Astronomia in famiglia 03.03, ore 15.30: il Museo di scienze naturali di Brescia propone della attività ludiche sulla scienza del cielo. La partecipazione è libera. Gli appuntamenti per i giovanissimi sono segnalati nel sito www.museogiovanissimi.it
Per informazioni: tel. 3485648190.
E-mail: osservatorio@serafinozani.it
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Tutti i primi venerdì del mese – “Una costellazione sopra di noi”. Il primo venerdì di ogni mese, 21:30 – 23:00, un viaggio deep-sky in diretta web con il Telescopio Remoto UAI – tele #4
Skylive. Chiedere la password: www.skylive.it
http://telescopioremoto.uai.it/
Sabato 2 marzo, alle ore 15, al Museo di scienze naturali di Brescia, si svolgerà l’annuale Meeting provinciale di astronomia pratica. L’elenco degli interventi sarà disponibile qualche giorno prima dell’evento nel sito.
Per informazioni: tel. 3485648190.
E-mail: osservatorio@serafinozani.it
www.astrofilibresciani.it
Ogni giovedì a partire dall’1 marzo, alle ore 20.30, avrà luogo al Museo di scienze naturali di Brescia l’annuale corso sul tema “Impara ad usare il tuo telescopio”.
Sono infine previste anche alcune lezioni pratiche al Planetario di Lumezzane e all’Osservatorio Serafino Zani.
Gli iscritti al corso ricevono il materiale didattico, le effemeridi astronomiche e le mappe celesti.
Per informazioni: tel. 3485648190.
E-mail: osservatorio@serafinozani.it
www.astrofilibresciani.it
28.02: “Storie di mondi: la nascita del Sistema Solare” di Marco Garoni.
La prenotazione è sempre consigliata.
Per info: tel. 0544-62534, E-mail info@arar.it
www.racine.ra.it/planet/index.html – www.arar.it
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