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L’agenzia spaziale li ha scelti in una rosa di otto candidati, al termine di un seminario di tre giorni a Monrovia, in California. Il “vincitore” sarà annunciato solo un anno, o due, prima del lancio, attualmente previsto per luglio 2020.

La posizione nella mappa dei tre candidati, che può essere vista anche nell'animazione in apertura. Crediti immagini: NASA. Didascalie delle immagini by Polluce Notizie (http://www.pollucenotizie.net/2017/02/12.html).

I tre finalisti sono: il cratere Jezero, che deve aver ospitato un lago in almeno due occasioni più di 3,5 miliardi di anni fa e potrebbe quindi conservare tracce di vita microbica; la regione nord-est di Syrtis Major Planum, dove l’attività vulcanica creò flussi di acqua calda sotterranei che avrebbero potuto sostenere un ambiente abitabile e Columbia Hills, la zona già esplorata dal Mars Exploration Rover Spirit che, tuttavia, non ha raccolto troppi consensi. Uno dei sostenitori è Matthew Golombek, scienziato planetario del Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA: «è l’unico luogo su Marte dove è presente un’antica sorgete idrotermale confermata», ha dichiarato.

Mars 2020 avrà il compito di cercare tracce di vita microbica passata. La NASA, quindi, dovrebbe prediligere un sito di atterraggio dove la presenza dell’acqua nella storia del pianeta sia ormai comprovata, proprio per aumentare le probabilità di scoprire composti organici, biomarcatori o micro-fossili. A Columbia Hills, nel cratere Gusev, Spirit aveva scoperto un terreno ricco minerali formatesi in presenza di acqua idrotermale.

In generale, la destinazione finale sarà scelta secondo i seguenti criteri:

• aver avuto le giuste condizioni ambientali passate per sostenere la vita
• presentare una certa varietà di rocce e terreni; processi storici geologici ed ambientali, incluse interazioni con l’acqua
• presentare tipi di roccia in grado di conservare tracce della vita passata
• consentire di raggiungere tutti gli obiettivi scientifici prefissati per la missione
• essere adatta all’atterraggio e favorire gli spostamenti del rover

Il primo dei tre finalisti è il cratere Gusev, teatro dell'atterraggio del rover Spirit nel 2004. Il cratere, largo 160 chilometri, è dimora delle Columbia Hills, dove Spirit identificò depositi di silice forse dovuti ad un antico sistema idrotermale. Numerosi indizi suggeriscono che il cratere abbia in passato ospitato un bacino di acqua liquida.

Peccato che tra gli esclusi ci sia Nili Fossae, un gruppo di graben concentrici nella zona di Syrtis Major. Qui la superficie è stata modellata dagli impatti e dallo scorrere delle faglie. Dall’orbita sono state rilevate grandi quantità di silice ed argille ma, soprattutto, è uno di quei punti enigmatici in cui le osservazioni terrestri hanno mostrato tracce di metano in atmosferaun gas la cui presenza su Marte è molto discussa e che potrebbe avere un’origine biologica.

In ogni caso, la missione Mars 2020 deve ancora superare un lungo percorso ad ostacoli.

Secondo un rapporto pubblicato il 30 gennaio dall’Office of Inspector General (OIG) della NASA, il lancio rischia di essere rimandato a causa di una serie di problemi tecnici e di ritardi relativi ai vari contributi realizzati dai partner internazionali.

Il secondo sito è il cratere Jezero, un ottimo esempio della natura episodica e discontinua della presenza di acqua liquida su Marte. Oltre 3,5 miliardi di anni fa, l'esondazione di un sistema di fiumi ricoprì il cratere di acqua, formando un vasto lago e trasportando minerali argillosi e carbonati all'interno del cratere. Dopo essersi asciugato, il cratere venne ricoperto da almeno un'altra esondazione, prima di andare definitivamente in secca.

Lo scoglio più grande sarebbe proprio il sistema di campionamento, il fulcro del programma, che dovrebbe raccogliere e conservare i campioni per rispedirli un domani a Terra, la cui progettazione sembra essere più complessa del previsto. «Rischia di non essere pronto per l’integrazione ed il collaudo a maggio 2019», hanno dichiarato i project manager della missione.

Altre perplessità riguardano, invece, il design del rover, la cui revisione è prevista questo mese nonostante manchino all’appello ancora molti elaborati progettuali.

Il terzo e ultimo sito corrisponde alle propaggini nord-orientali di Syrtis Major Planum. Questa regione era un tempo riscaldata da attività vulcaniche che potrebbero aver alimentato eventi idrotermali, sciogliendo i ghiacci presenti e creando bacini di acqua liquida. La presenza di ricche stratificazioni geologiche offrirebbe agli scienziati un comodo accesso alla cronologia delle interazioni tra l'acqua e i minerali marziani.

Gli ingegneri hanno anche rimesso mano alle ruote nel tentativo di proteggerle dall’usura ed evitare il deterioramento osservato su Curiosity. Quelle di Mars 2020 saranno spesse il doppio, aggiungendo però 10 chilogrammi alla massa del nuovo rover. La massa complessiva dovrà, comunque, risultare inferiore ai 1050 chilogrammi, eventualmente a discapito di altri elementi, come l’eliminazione del piccolo drone che avrebbe dovuto fare da scout per scegliere i percorsi ottimali e scovare luoghi di interesse (potete approfondire l’argomento “Come muoversi meglio su Marte” nell’ultimo articolo di Marco Di Lorenzo).

In ultimo, altri due strumenti, The Mars Oxygen ISRU Experiment (MOXIE)Mars Environmental Dynamics Analyzer (MEDA), hanno sofferto nelle varie fasi: il primo ha visto un aumento dei costi di oltre il 50 per cento rispetto alla stima iniziale; il secondo ha subito ritardi a causa di una “ristrutturazione finanziaria” dell’Instituto Nacional de Tecnica Aeroespacial spagnolo, responsabile per la suite.

La notizia sul sito di MARS 2020 Rover

La notizia su Polluce Notizie da cui sono tratte le didascalie alle immagini


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