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Il Sole in ultra Hd

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A sinistra, un’immagine ottenuta dal Solar Dynamics Observatory della Nasa. Nel riquadro a destra, l’immagine scattata durante il volo suborbitale compiuto nel 2018 dallo High-Resolution Coronal Imager, sempre della Nasa. Crediti: University of Central Lancashire
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A sinistra, un’immagine ottenuta dal Solar Dynamics Observatory della Nasa. Nel riquadro a destra, l’immagine scattata durante il volo suborbitale compiuto nel 2018 dallo High-Resolution Coronal Imager, sempre della Nasa. Crediti: University of Central Lancashire

Fino a poco tempo fa di alcune regioni della corona solare – lo strato più esterno esterno dell’atmosfera della nostra stella – non se ne conoscevano le caratteristiche. Nuove immagini ad altissima risoluzionerese pubbliche dai ricercatori della University of Central Lancashire (UcLan) di Preston, nel Regno Unito, e del Marshall Space Flight Center (Msfc) della Nasa, a Redstone, negli Stati Uniti, hanno ora svelato i segreti della loro struttura.

Le straordinarie immagini, descritte in uno studio su The Astrophysical Journal, sono state ottenute con lo High-Resolution Coronal Imager (Hi-C) della Nasa, un telescopio astronomico su razzo, progettato per acquisire immagini molto definite della corona solare. Immagini come quella che vedete qui sopra: uno degli scatti della regione attiva Ar 12712 del nostra stella, realizzati durante i 329 secondi di dati ottenuti dallo strumento durante il suo terzo volo suborbitale, effettuato il 29 maggio del 2018. Si tratta dell’immagine dell’atmosfera del Sole con la più alta risoluzione mai ottenuta.

«Fino a ora gli astronomi solari hanno osservato la nostra stella con una definizione standard, mentre l’eccezionale qualità dei dati forniti dal telescopio Hi-C ci permette per la prima volta di studiare una zona del Sole ad altissima risoluzione», dice Robert Walsh di UcLan, responsabile del team scientifico dello strumento. «Vedetela così: se state guardando una partita di calcio in un televisore con una definizione standard, il campo di calcio vi sembrerà verde e uniforme. Guardandola in un televisore ultra Hd, ecco che saltano fuori i singoli fili d’erba».

Un ingrandimento dell’immagine precedente che mostra ancora più in dettaglio i filamenti magnetici di plasma caldo elettrificato osservati per la prima volta nello studio. Crediti: University of Central Lancashire

Fili d’erba che nell’immagine in ultra Hd ottenuta sono filamenti magnetici di circa 500 km di diametro mai osservati prima d’ora, all’interno dei quali fluisce gas elettrificato con temperature di milioni di gradi. Cosa crei queste strutture messe a nudo da Hi-C rimane tuttavia al momento poco chiaro. Nel futuro prossimo bisognerà dunque capire come si formino queste strutture, l’esatto meccanismo fisico che ne è alla base, e come la loro presenza possa aiutare a comprendere meglio brillamenti tempeste solari.

L'approfondimento pubblicato in occasione del lancio di SolO, il Solar Orbiter della NASA

A questo proposito, il team di ricercatori sta già pianificando nuovi lanci di Hi-C, questa volta sovrapponendo le osservazioni con quelle dei due veicoli spaziali che osserveranno il SoleParker Solar Probe della Nasa e Solar Orbiter dell’Esa.

«Queste nuove immagini di Hi-C ci offrono una visione straordinaria dell’atmosfera del Sole», sottolinea la scienziata del Marshall Space Flight Center della Nasa Amy Winebargerprincipal investigator di Hi-C. «Insieme alle missioni in corso come Parker Solar Probe e Solar Orbiter, questa flotta di strumenti spaziali nel prossimo futuro svelerà la dinamica dello strato esterno Sole in una luce completamente nuova».

«Questa è una scoperta affascinante che potrebbe migliorare la nostra comprensione del flusso di energia che attraversa gli strati del Sole e che può eventualmente giungere fino alla Terra», conclude Tom Williamspostdoc a UcLan e primo autore dell’articolo. «Una comprensione che è molto importante se vogliamo modellare e prevedere il comportamento della stella che ci dà la vita».

Guarda l’animazione dell’University of Central Lancashire

Per saperne di più

  • Leggi su The Astrophysical Journal l’articolo “Is the High-Resolution Coronal Imager Resolving Coronal Strands? Results from AR 12712”, di Thomas Williams, Robert W. Walsh, Amy R. Winebarger, David H. Brooks, Jonathan W. Cirtain, Bart De Pontieu, Leon Golub, Ken Kobayashi, David E. McKenzie, Richard J. Morton, Hardi Peter, Laurel A. Rachmeler, Sabrina L. Savage, Paola Testa, Sanjiv K. Tiwari, Harry P. Warren e Benjamin J. Watkinson

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