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Dawn. Il “bright spot” di Ceres in 3D

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Il mosaico di Cerealia Facula, nel cratere Occator di Cerere, ripresto dalla sonda della NASA Dawn il 22 giugno. Crediti: NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA
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Il mosaico di Cerealia Facula, nel cratere Occator di Cerere, ripresto dalla sonda della NASA Dawn il 22 giugno. Crediti: NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA

Da diversi anni, ormai, la sonda DAWN della NASA sta orbitando intorno a Cerere (o Ceres, in latino), l’asteroide più grande del sistema solare, di cui ci siamo occupati più volte in questo blog. I passaggi ravvicinati hanno rivelato via via particolari sempre più interessanti e intriganti, ma la caratteristica più interessante e bizzarra è sicuramente la misteriosa macchia bianca (“bright spot”), talmente brillante da essere visibile persino nelle immagini di Hubble, benchè scattate da milioni di km di distanza.

In realtà probabilmente non si tratta di una macchia propriamente bianca, quanto piuttosto di una macchia molto più chiara del terreno circostante, visto che l’albedo, ossia sostanzialmente il “grado di biancore”, di Cerere è di solo 0.09, dove “1” rappresenta il bianco e “0” il nero.

Il più recente cambiamento di assetto di Dawn ha portato la sonda in un’orbita il cui punto più vicino a Cerere, detto in gergo “periastro”, è a soli 35 km di quota, contro i 380 dell’orbita precedente. È da questa quota che Dawn ha scattato le bellissime immagini di cui abbiamo parlato in quest’altro articolo, e che qui riproponiamo in versione particolare: “anaglifo 3d”, “parallel eyes”, “crossed eyes” e “3d flicker”.

Il primo tipo di immagine (qui a destra) è piuttosto noto, per vederla servono i classici occhialini “rosso-blu”, trattandosi del classico “anaglifo“.

Poichè però non tutti hanno gli occhialini rosso-blu, ecco disponibili vari altri modi per vedere un’immagine 3d sul monitor o sullo schermo del cellulare.

Parallel eyes (“occhi paralleli”)

È possibile osservarla rilassando lo sguardo come se si stesse guardando un oggetto lontano, in modo che gli oggetti vicini appaiano sdoppiati: quando le due immagini centrali si sovrappongono, si ottiene l’effetto 3d. È però possibile farlo solo con immagini molto piccole, i cui centri non distino tra loro più della distanza tra gli occhi, che è di 6-7 cm.

Questo tipo di immagine si presta anche ad essere visualizzata su cellulare tramite visori 3d come il Google Cardboard, che grazie all’ausilio di due lenti permettono di mettere a fuoco un oggetto vicino anche se i due occhi sono orientati parallelamente come quando si guarda un oggetto lontano.

Crossed eyes (occhi incrociati)

Al contrario del caso precedente, bisogna “incrociare gli occhi” in modo da vedere, anche in questo caso, un’immagine sdoppiata; quando le due coppie di immagini si sovrappongono, l’immagine centrale risulta in 3d.

3d flicker (animazione 3d)

I metodi sopradescritti sono piuttosto faticosi e possono portare a mal di testa e problemi agli occhi, quindi ecco, sempre a destra, un metodo che permette di visualizzare immagini 3d senza ausilio di occhialini o di distorsioni oculari: si tratta di una rapida animazione fatta di due o più fotogrammi, abbastanza rapida da ingannare l’occhio e il cervello in modo da fargli credere di vedere un oggetto 3d.

Qualunque metodo decidiate di usare, noterete che la macchia bianca in questione risulta essere quello che sembra un ghiacciaio con tanto di emissari da fusione. Pare però che non si tratti di acqua bensì di sali, ed è interessante notare come il terreno non sia semplicemente collinare, ma sembra quasi raggrumato, come se l’acqua (o il ghiaccio, o i sali) avessero causato una strana aggregazione del terreno, un po’ come succede quando lasciamo cadere qualche goccia dacqua da un bicchiere sulla sabbia di una spiaggia.

Vista però la scarsa qualità e la piccola dimensione delle immagini disponibili, potrebbe anche trattarsi di una mera illusione ottica e la formazione potrebbe essere un normale altopiano. I prossimi passaggi dovrebbero permettere di ottenere ulteriori immagini della zona, non più definite ma magari da altri punti di vista.

Crediti

Le immagini 3d sono state realizzate dall’autore dell’articolo tramite il programma gratuito StereoPhotoMaker.

Le immagini originali sono reperibili sul “photojournal” della NASA: https://photojournal.jpl.nasa.gov/catalog/PIA22477
Entrambe le foto hanno lo stesso numero di catalogo PIA22477 . Non sono purtroppo al momento disponibili i metadati sulla posizione reciproca di Dawn, Ceres e Sole, che permetterebbero di meglio valutare luci, ombre e dimensioni.

Sono disponibili vari siti ufficiali sulla missione:

http://www.dawn-mission.org/
https://dawn.jpl.nasa.gov/
https://www.facebook.com/dawn.mission/

Le nuove immagini saranno disponibili via via su https://dawn.jpl.nasa.gov/multimedia/images/