TRA I GRANDI INNOVATORI DEL XX SECOLO NELLA FISICA DELLO SPAZIO, VINCENZO CONSOLATO ANTONINO FERRARO OCCUPA UN POSTO D’ONORE. LA SUA FIGURA, TANTO DISCRETA QUANTO STRAORDINARIA, HA SEGNATO UN MOMENTO CRUCIALE NELLO STUDIO DEL PLASMA E DEI CAMPI MAGNETICI, APRENDO NUOVI ORIZZONTI PER LA COMPRENSIONE DEI FENOMENI SOLARI E DELLE LORO INTERAZIONI CON LA TERRA. LE SUE INTUIZIONI PIONIERISTICHE NELLA MAGNETOIDRODINAMICA (MHD) – LA SCIENZA CHE STUDIA IL COMPORTAMENTO DEI FLUIDI IONIZZATI IN PRESENZA DI CAMPI MAGNETICI – QUANDO QUESTA MATERIA NON ESISTEVA ANCORA, HANNO FORNITO RISPOSTE DECISIVE SU PROCESSI COME LE TEMPESTE GEOMAGNETICHE, LE AURORE POLARI E LA DINAMICA DELLA MAGNETOSFERA TERRESTRE. OGGI, A CINQUANT’ANNI DALLA SUA SCOMPARSA, IL SUO LASCITO CONTINUA A ISPIRARE GENERAZIONI DI RICERCATORI E A GUIDARE MISSIONI SPAZIALI ALL’AVANGUARDIA.

Ma chi era Vincenzo Ferraro? Per comprendere l’uomo dietro lo scienziato, dobbiamo partire dalle sue radici, quelle di una famiglia italiana forgiata dalla determinazione e dalla luce della conoscenza.
La famiglia Ferraro affonda le sue radici nell’isola di Capri, ma nell’Ottocento si stabilì nella Penisola Sorrentina, dove gli antenati di Vincenzo lavorarono presso l’Hotel Cocumella di
Sant’Agnello. Fu proprio in questo scenario, sospeso tra mare e tradizione, che nacque lo spirito tenace che avrebbe caratterizzato i Ferraro. Suo padre, Filippo Ferraro, partì giovanissimo per Londra, lasciando l’Italia con il fratello Gustavo. Aveva solo 14 anni quando iniziò la sua avventura oltremanica, fatta di difficoltà e sacrifici. La sua determinazione, però, lo portò a diventare una figura di successo: fu per vent’anni direttore del celebre Ritz Hotel di Londra e tra i collaboratori più stimati della Casa Reale inglese. Organizzò eventi memorabili, tra cui la sontuosa festa di fidanzamento della futura Regina Elisabetta
II con il principe Filippo nel 1947. Giunto alla pensione, Filippo decise di raccontare la sua storia in un’autobiografia intitolata From the Candlelight to Flashlight. Quest’opera, tradotta
in italiano nel 2019 dal prof. Nello Falcone con il titolo Dalla penombra alla luce, è un viaggio intimo attraverso le sue radici, le sfide affrontate e le sue passioni per la pittura e
la recitazione. Oggi, il titolo di quel libro sembra intrecciarsi simbolicamente con la figura di suo figlio Vincenzo Ferraro che ha saputo illuminare gli angoli più oscuri della fisica
solare e spaziale, gettando luce su fenomeni che un tempo erano avvolti nel mistero. Non a caso, gli eventi e i premi a lui dedicati rappresentano un ponte tra la storia di famiglia tenace e il futuro della ricerca scientifica, celebrando quella stessa luce – concreta e metaforica – che ha guidato due generazioni, dal padre al figlio, verso l’eccellenza: dall’oscurità dell’ignoto
alla luce della conoscenza scientifica.
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L’articolo è pubblicato in COELUM 272 VERSIONE CARTACEA













