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Il progetto European Solar Telescope – EST

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Cosa è lecito dunque aspettarci da EST?

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Manuel Collados – Si possono citare tre aspetti grazie ai quali EST rappresenterà uno strumento unico per l’osservazione del Sole, non comparabile con nessun altro strumento a Terra o nello spazio.

Anzitutto siamo in presenza di un considerevole incremento nelle dimensioni, dunque di un’area collettrice più grande rispetto agli attuali telescopi. Oggi siamo in grado di “vedere” dettagli sulla superficie del Sole grandi 100 km, ma non siamo in grado di studiarne le proprietà fisiche e l’evoluzione, perché strutture così piccole evolvono molto più velocemente di quanto riusciamo a seguire. Un telescopio delle dimensioni di EST potrà rendere fattibile questo genere di studi. In secondo luogo, siamo convinti di non aver ancora raggiunto, da un punto di vista osservativo, le scale spaziali più piccole dove hanno luogo i processi fisici fondamentali nell’atmosfera solare. Infine, è di primaria importanza avere una visione tridimensionale dell’atmosfera del Sole.

Una delle domande cruciali riguardo il Sole è come il plasma riesca ad immagazzinare energia magnetica, trasportarla attraverso l’atmosfera solare e quindi rilasciarla e scaldare gli strati più esterni come cromosfera e corona. Alcune volte questo rilascio di energia può avvenire su tempi scala molto brevi e in grande quantità, dando luogo a flare ed emissioni di massa coronale. Durante questi fenomeni, particelle e radiazioni di alta energia sono rilasciate e iniettate nel mezzo interplanetario: un potenziale pericolo per l’ambiente terrestre. Per ottenere questa visione tridimensionale dell’atmosfera solare, EST avrà a disposizione strumenti che renderanno possibile lo studio simultaneo di differenti strati dell’atmosfera solare con la più alta risoluzione spaziale.

Francesco Berrilli – Riuscire a stabilire la natura delle instabilità che conducono al rilascio improvviso di energia e alle emissioni di massa coronale aprirà definitivamente il campo alla possibilità di prevedere quelle tempeste solari potenzialmente ad altissimo rischio non solo per l’esplorazione umana di corpi lontani del Sistema solare, ma anche per il mondo tecnologico in cui ormai viviamo (GPS, satelliti, telefonia cellulare, ecc.).

L’avvento dei grandi telescopi del futuro come E-ELT renderà necessaria la comprensione dettagliata dei processi magnetici e convettivi in atto nella fotosfera di una stella come il Sole. Sia per interpretare le future osservazioni della superficie di alcuni tipi di stelle giganti o supergiganti nelle nostre vicinanze, sia per decifrare i segnali di velocità radiale provenienti da stelle che ospitano esopianeti.

In conclusione è comunque necessario ribadire che le osservazioni di EST saranno complementari alle osservazioni dallo spazio effettuate dalle missioni solari previste dalle maggiori agenzia spaziali mondiali: Solar Orbiter di ESA, Solar Probe della NASA, Solar C della JAXA.