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Il progetto European Solar Telescope – EST

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Entrando nei dettagli, quali innovazioni ci si attende da EST?

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Lluis Cavaller Marquès è Ingegnere Meccanico. Responsabile dal 2003 al 2007 della costruzione della parte meccanica del telescopio GTC, dal 2008 segue il System Engineering per il progetto EST.

Lluis Cavaller – Il punto di forza tecnico che permetterà ad EST di raggiungere il limite risolutivo imposto dal suo diametro, sarà l’utilizzo di un potente sistema di ottica adattiva, che permetterà non solo la correzione delle distorsioni indotte dalla turbolenza atmosferica a bassa quota, come in altri telescopi, ma anche la correzione delle distorsioni dalla turbolenza ad alta quota, permettendo il raggiungimento di prestazioni simili a quelle ottenibili dallo spazio, con il vantaggio di avere il telescopio a Terra.

Sebbene EST includerà questo potente sistema di ottica adattiva, è fondamentale ridurre quanto più possibile le principali fonti di aberrazioni del telescopio. Nei telescopi solari, una delle maggiori fonti di distorsioni delle immagini è rappresentata dalla turbolenza che si sviluppa vicino al suolo e alle superfici del telescopio esposte all’irraggiamento diretto del Sole. Un modo per ridurre questi effetti  è di massimizzare il naturale afflusso d’aria fornito dai venti sul telescopio. Per questo scopo, EST è stato progettato per lavorare in condizioni “open-air”. Attualmente la maggior parte dei telescopi di simile diametro sono forniti di cupole che li proteggono dagli effetti del vento. Solo un piccolo numero di telescopi sono stati costruiti in condizioni di “open-air”.

Un'altra immagine al computer di EST, sempre con il vulcano Teide come sfondo, ad indicare come possibile localizzazione l'isola di Tenerife.

Il progetto di un telescopio come EST, al fine di operare in condizioni così estreme, richiede un’attenzione particolare allo sviluppo della struttura del telescopio e dello specchio primario, che sarà capace di supportare flussi d’aria di 15 m/s senza deformarsi.

La struttura e lo specchio primario dovranno essere molto più rigidi di quelli utilizzati in telescopi di simile diametro. La rigidezza richiesta per lo specchio primario, assieme ad un efficiente sistema di controllo termico necessario per asportare il calore durante le osservazioni,  portano alla necessità di avere uno specchio leggero e a bassa espansione. La lavorazione di uno specchio leggero e a bassa espansione di 4 metri richiederà l’imipiego di nuovi strumenti tecnologici, dal momento che gli specchi leggeri vengono al momento costruiti con diametri inferiori e I normali telescopi con questo diametro sono forniti di specchi molto più massivi.