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Astronomy Photographer of The Year – APY 2024
Tra i protagonisti ella scorso edizione della competizione organizzata dal Royal Museums of Greenwich c’è il giovane astrofotografo Daniele Borsari. Il nostro autore Alessandro Ravagnin lo ha intervistato per noi.
La passione per l’astronomia nasce sempre in giovane età, imbattendosi in un telescopio da cui si rimane catturati.
Nel recente concorso APY 2024 il tuo scatto ti ha consentito di vincere nella categoria giovani.
Alessandro: Come è nata l’idea di partecipare al concorso e cosa ti aspettavi?
Daniele: Fin dall’età di cinque anni, lo spazio ha sempre suscitato in me una grande passione.I miei genitori mi portavano qualche volta all’osservatorio vicino a casa per le serate osservative e divulgative del Circolo Astrofili Bergamaschi(di cui adesso sono socio) e io ci andavo sempre con molta voglia.
Per quanto riguarda l’astrofotografia, ho cominciato a praticarla nel 2022 quando, con una Canon 400D e l’obiettivo kit 18-55mm (regalati qualche anno prima dai miei zii), ho provato a fare uno scatto di sera al cielo. Non si vedeva molto in quelle foto, ma ciò mi ha spronato a fare delle ricerche su internet, e dopo aver appreso le basi dell’astrofotografia, ho cercato di applicarle nel pratico le sere successive. I risultati pian piano hanno iniziato a migliorare e nel frattempo ho fatto aggiornamenti alla strumentazione imparando nuove tecniche di acquisizione ed elaborazione.
A inizio di marzo di quest’anno, ho visto un postsu Twitter che parlava del concorso Astronomy Photographer of the Year organizzato dai Royal Museums Greenwich. Incuriosito ho cercato maggiori informazioni e ho scoperto la presenza della categoria giovani. Allora ho inviato sette delle mie migliori foto fatte dal 2023 fino a inizio 2024, senza aspettarmi che due di esse venissero scelte nella lista delle immagini finaliste e di poter poi ricevere a settembre il premio di vincitore di categoria.
Alessandro: Quali strumenti hai utilizzato per realizzare la tua immagine vincitrice? Potresti descrivere la tua attrezzatura e il processo di acquisizione delle immagini?
Daniele: L’attrezzatura utilizzata, seppur non di bassissimo livello, non è neanche estremamente complessa e costosa. Al posto di utilizzare un telescopio, uso un obiettivo fotografico, nello specifico il Samyang 135mm f/2.0, che mi permette di inquadrare zone estese di cielo raccogliendo molta luce. Durante le riprese chiudo il diaframma a f/2.8 per avere più nitidezza sulle stelle, mantenendo comunque un rapporto focale veloce. La macchina fotografica è una ZWO ASI533MC Pro, raffreddata (per ridurre il rumore e avere immagini più pulite) e dedicata all’astrofotografia per riuscire a catturare più efficientemente le emissioni di idrogeno nella parte rossa dello spettro luminoso. A causa della rotazione terrestre, le stelle hanno un moto apparente che va contrastato. Per questo motivo si utilizza una montatura equatoriale, o nel mio caso un compatto astro inseguitore (Sky Watcher Star Adventurer), che ruota sullo stesso asse di quello terrestre “immobilizzando” le stelle e permettendo lunghe esposizioni per tutto il tempo di ripresa. Con l’inquinamento luminoso sempre più presente in Italia è stato necessario utilizzare un filtro antinquinamento luminoso, un Optolong L-eNhance, per catturare al meglio le regioni di gas ionizzato (rosse nella foto). Visto che i filtri antinquinamento luminoso limitano il passaggio di alcune zone specifiche dello spettro, per le polveri sullo sfondo ho utilizzato solo un UV/IR Cut.
L’acquisizione è avvenuta tra ottobre e novembre del 2023, su una durata di 7 notti. Sono stati fatti 255 scatti singoli da 5 minuti con il filtro Optolong L-eNhance (21 ore e 15 minuti) e 228 scatti singoli da 3 minuti con il filtro Optolong UV/IR Cut (11 ore e 24 minuti) per un totale di 32 ore e 39 minuti.
Alessandro: Come hai gestito la post-produzione dell’immagine? Quali software hai usato per elaborare i dati e ottenere il risultato finale?
Daniele: La post-produzione è avvenuta principalmente in PixInsight, con il quale ho creato due immagini rispettivamente dalla somma degli scatti singoli di ognuno dei due filtri. Dopo avere elaborato singolarmente l’immagine a banda larga (UV/IR Cut) e l’immagine a banda stretta (Optolong L-eNhance), rimuovendo gradienti e lavorando sulla cosmetica, le ho combinate per enfatizzare le regioni ad emissione (idrogeno e ossigeno). Altri ritocchi sono stati fatti per arrivare ad un risultato a me soddisfacente.
Alessandro: Hai incontrato delle difficoltà tecniche durante la cattura o l’elaborazione dell’immagine? Se sì, come le hai superate?
Daniele: La difficoltà più grande è stata acquisire così tante ore di esposizione con il meteo poco collaborativo. Infatti, l’acquisizione è stata fatta su due mesi e anche durante notti in cui ho dovuto scartare alcune foto singole a causa delle nuvole. Un altro problema è stato far risaltare le polveri deboli avendo fotografato da un posto che non ha pochissimo inquinamento luminoso. I gradienti nella somma erano veramente tanti e rimuoverli senza intaccare le polveri non è stato facile, ma con un po’ di pazienza ho raggiunto un buon risultato.
Alessandro: Hai ricevuto aiuto o supporto da amici, famigliari o altri astrofili nell’apprendere le tecniche di ripresa ed elaborazione delle immagini? Se sì, in che modo ti hanno supportato?
Daniele: Un grande aiuto è stato dato da tutti i tutorial e gli articoli disponibili su internet che spiegano come fare un’astrofotografia dall’acquisizione all’elaborazione. Anche frequentare il Circolo Astrofili Bergamaschi mi ha aiutato a conoscere tecniche nuove per fare immagini migliori.
Alessandro: Ora che hai vinto, come credi che sfrutterai questa opportunità? Hai in mente di coinvolgere altri amici oppure opterai per migliorare i tuoi livelli?
Daniele: Come vincitore sono stato invitato a una visita privata della mostra di tutte le foto al National Maritime Museum di Greenwich. È stata un’esperienza molto bella e ho conosciuto dal vivo altri astrofotografi, di cui ho sempre visto le foto online, provenienti da tutto il mondo. Sarebbe bello per i prossimi anni partecipare collaborando con loro per una foto.

Complimenti da tutta la Redazione a Daniele Borsari per l’ottimo traguardo raggiunto!
