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ASTROFOTOGRAFIA: Come nasce una passione per l’Universo Svelato

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Nello scorso numero 266 la prima APOC di sempre è stata assegnata a Lorenzo Busilacchi, astrofotografo sardo che da alcuni anni, non molti a dire il vero come scopriremo dal suo racconto, si dedica alla ripresa di oggetti del profondo cielo, ma proprio profondo, insomma.. lontani fino a mezzo miliardo di anni luce.

Busilacchi non è fotografo e la sua passione per le sfide e sincera e il suo approccio genuino ci ricorda come l’astronomia sia accessibile a tutti. Certo quello sopra la Sardegna è di certo un cielo che offre molti vantaggi ma non basta! Ci vuole impegno, pianificazione e pazienza certosina.

Il racconto di Lorenzo Busilacchi è nelle righe pubblicate in COELUM 267 con un’ampia carrellata delle sue meglio riuscite imprese. Qui di seguito, i lettori del sito, troveranno un’introduzione al lavoro e quale è stato l’approccio seguito.

L’UNIVERSO SVELATO: LA MIA PASSIONE PER L’ASTROFOTOGRAFIA

COME ACCADE CHE ALZANDO
GLI OCCHI VERSO IL CIELO
SI ACCENDA LA SCINTILLA

circa quattro anni fa ho tirato fuori il telescopio di mio padre, e da allora non mi sono
più fermato. Ho stretto alcune amicizie con le quali ho condiviso e condivido trasferte
fotografiche in luoghi con cieli bui (valore sqm 21) anche mezz’ora da casa come Is Concias, o più lontani verso Chia spiaggia di Cala Cipolla etc. É una passione talmente profonda che ho acquistato il mio primo strumento Newtoniano con montatura medio leggera HEQ5, e come camera una Sony 7s modificata proprio per il profondo cielo per diversi motivi, sia di trasportabilità che di costi, setup nuovo per avere una certa tranquillità e garanzia, sotto consiglio di amici esperti che conoscono il mercato della strumentazione sia di fotografia che astrofotografia. Tramite quello che considero il mio maestro di sempre ho capito che la mia passione era andare a caccia di soggetti sempre più distanti, e così sono passato dal glorioso Newton 200/800 f4, al Newton 200/1000
f5. Ho scelto questi due setup perchè all’inizio della passione, conoscendo meno sia
gli aspetti tecnici che la teoria che sta alla base del cielo profondo, dovevo sondare i
differenti soggetti cominciando da quelli più vicini che necessitano meno di focali
lunghe, bensì di campi più larghi strumenti luminosi come i Newtoniani.
La spesa iniziale può variare, in genere ad esempio si parte con una reflex, e
non camera astronomica collegata ad un obiettivo fotografico, installata su un astroinseguitore che segue la volta celeste durante le ore di acquisizione; si passa poi a setup più complessi con camere cmos raffreddate in base alla temperatura esterna regolabile, per generare meno rumore termico nelle singole foto che vengono sommate con appositi programmi. Con questa configurazione ho intuito presto che certi soggetti, come galassie e nebulose distanti anni luce, rimanevano fuori dalla portata di una buona definizione e profondità. In telescopi medi e di apertura inferiore ai 280 cm la definizione e il potere risolutivo, anche ritagliando l’immagine, non mi offrivano quella qualità e nitidezza che agognavo, specie nell’acquisire soggetti molto piccoli, limitando per altro significativamente la capacità di elaborare in maniera chiara i dettagli sia interni che esterni.
Tutti i limiti ovviamente sono dovuti a diversi fattori, il cielo in primis, ma anche appunto la strumentazione, che può essere idonea per alcuni target ma inadatta per altri a seconda della distanza e grandezza.

Nebulosa Elmo di Thor
Costellazione Cane Maggiore
Distanza circa 12.000 a.l.
Data 27-28/01/24 di Lorenzo Busilacchi

Il passaggio dal setup base a quello più avanzato è stato più complesso del previsto. Se da un lato infatti è stato indispensabile attendere le opportune possibilità economiche dall’altro ho preferito poter sperimentare le varie opzioni di configurazione, specie riguardo a quello che volevo riprendere o meno, cercando di differenziarmi sempre più dai classici oggetti noti.
Dietro ad ogni immagine astronomica c’è un impegno notevole, tuttavia una postazione fissa come la mia può semplificare il lavoro. Nel mio caso bastano pochi minuti per
allineare la stella polare con lo strumento nel giardino di casa dopo di che sono già pronto per acquisire.
Mi concedo di vantarmi di un’idea che si è rivelata nel tempo ottima. Il mio setup infatti è montato su un carrello che posso spostare a piacimento, in questo modo gestisco
tutto a pochi metri dal box che uso per ripararlo da intemperie e agenti atmosferici.

Il discorso dell’astrofotografia itinerante è differente, molto più difficile perché ogni volta
bisogna portare con sé la strumentazione, ma per la trattazione lascio la parola a qualcun altro.

Nebulosa planetaria Doppia Bolla NGC2371-2.
Primo esperimento in assouto a piena focale
anche come integrazione con tempi di acquisizione
brevi su soggetti così luminosi. Distanza circa 3900 a.l.
Costellazione dei Gemelli. Luna presente 92%
Data 21-22.01.24 di Lorenzo Busilacchi

[…]

L’articolo completo è su COELUM ASTRONOMIA N°267 prenotalo finché disponibile.