Il 20 agosto è una data molto significativa per la folta comunità di appassionati dello spazio profondo: proprio in quel giorno, nel 1977, veniva lanciata da Cape Canaveral la sonda Voyager 2. A distanza di 48 anni, questo “occhio umano” sul cosmo è ancora incredibilmente aperto e continua a trasmettere flebili dati. È, di fatto, una sorta di avamposto della nostra specie nell’incommensurabile cosmo che si dischiude al di là del pianeta nano Plutone. A bordo delle Voyager 1 e 2 si trovano anche i celebri dischi d’oro, un distillato di umanità che è una sorta di messaggio in bottiglia che utopicamente abbiamo consegnato ad un destinatario intelligente della cui esistenza al momento non abbiamo alcuna prova.
Forse è anche per questo che Claudio Maccone (Torino, 6 febbraio 1948 – Torino, 20 agosto 2025), che oseremmo definire con affetto il “Frank Drake” italiano, ha scelto proprio una data così astronomicamente significativa per congedarsi dal Pale Blue Dot, quel «pallido puntino azzurro» che chiamiamo casa, come lo definì Carl Sagan. Non è forse questa una sorta di giustizia poetica?
Condensare una lunga carriera come quella di Claudio Maccone, uno dei luminari del progetto SETI, è francamente un compito ingrato, perché saremmo costretti a tralasciare innumerevoli contributi fondamentali. Laureato in fisica (1972) e in matematica (1975) all’Università di Torino, Maccone si dottorò al King’s College di Londra (1980) e poi tornò in Italia. Insegnò al Liceo “Albert Einstein” della città sabauda per un breve periodo nel 1985. In seguito lavorò come scienziato per il gruppo Aeritalia (oggi Thales Alenia) e ricoprì numerosi incarichi prestigiosi in seno all’International Academy of Astronautics (IAA) di Parigi. Dopo il pensionamento anticipato da Alenia S.p.A. nel 2004 si dedicò all’attività accademica presso il Politecnico di Torino (2005-2009). Dal 2010 è stato Director for Scientific Space Exploration dell’IAA e dal 2012 al 2021 ha presieduto lo SETI Permanent Committee dell’IAA.
Dal punto di vista scientifico va evidenziata la geniale visionarietà dei suoi progetti e delle sue idee: la faccia nascosta della Luna è uno dei luoghi più “silenziosi” dell’intero sistema solare per quanto riguarda le lunghezze d’onda radio dello spettro elettromagnetico. Questo, insieme al fatto che la minore gravità lunare rende relativamente più agevole costruire infrastrutture di grandi dimensioni, portò Maccone a ipotizzare la costruzione di un immenso radiotelescopio sulla faccia nascosta della Luna. Il progetto gli valse il Giordano Bruno Award della SETI League nel 2002, conferitogli «per i suoi sforzi volti a istituire un radiotelescopio sulla faccia nascosta della Luna». Oggi, nel rinnovato interesse per l’esplorazione lunare, la discussione sulla protezione della faccia nascosta dall’eccesso di comunicazioni radio è tornata di capitale attualità.
Un altro progetto, ancora più visionario, è FOCAL (1998), basato su un’intuizione di Von R. Eshleman del 1979. L’acronimo sta per Fast Outgoing Cyclopean Astronomical Lens e indica un progetto volto a sfruttare l’effetto lente gravitazionale descritto dalle equazioni di campo di Einstein (1915): la luce proveniente da distanze siderali, passando in prossimità dello spaziotempo curvato dall’enorme massa-energia del Sole, viene “messa a fuoco” a una distanza di circa 550 unità astronomiche. Voyager 2 si trova attualmente a circa 140 unità astronomiche dal Sole e impiegherà un altro secolo circa per raggiungere una distanza dell’ordine prevista da FOCAL. Se mai si riuscisse a portare avanti un’impresa simile, disporremmo di un “telescopio” con uno specchio del diametro pari a quello del Sole.
Negli ultimi anni Maccone si è dedicato alla scrittura, pubblicando numerosi contributi sulla matematica e sulla statistica delle civiltà extraterrestri e chiarendo molti punti critici non ben sviluppati, come quelli impliciti nella celeberrima (ancorché discutibile dal punto di vista operativo) equazione di Drake. Nel 2012 ha pubblicato Mathematical SETI. Statistics, Signal Processing, Space Missions (Springer). Una sintesi matura delle sue riflessioni è arrivata nel 2020 con l’imprescindibile Evo-SETI: Life Evolution Statistics on Earth and Exoplanets (Springer), che consigliamo a ricercatori e curiosi desiderosi di approfondire la scienza dietro alle iniziative SETI. Nel 2025 è uscito infine La galassia vivente. Vincitori e vinti nella Via Lattea (Springer), scritto assieme a Eugenio Mieli e Andrea Maria Francesco Valli: un volume che presenta un’analisi divulgativa, e insieme rigorosa, dei fattori dell’equazione di Drake e della possibilità concreta che la vita, là fuori, abbia avuto anche altri luoghi d’origine indipendenti.














