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C/2019 Y4 ATLAS. Una cometa in frantumi

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Ningbo Education Xinjiang Telescope (NEXT)
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Nelle immagini riprese il 2 e il 5 aprile, dal Ningbo Education Xinjiang Telescope (NEXT), si vede lo pseudo nucleo della cometa allungato nel verso della coda di polveri, si legge nel comunicato su The Astronomer's Telegram: una morfologia consistente con un calo o l'improvvisa interruzione di produzione di polveri, come ci si aspetterebbe da una distruzione del nucleo. Crediti: Quanzhi Ye (University of Maryland) and Qicheng Zhang (Caltech).

Cari amici appassionati del cielo stellato e di comete in particolare, ancora una volta prepariamoci purtroppo a riporre i nostri sogni nel cassetto.

Nel numero attualmente on line di Coelum, nella apposita rubrica, la protagonista principale è la C/2019 Y4 ATLAS, che descrivo come molto promettente. Le stime più prudenti degli esperti infatti, prima degli ultimi avvenimenti che stiamo per raccontarvi, prevedevano il raggiungimento a maggio della visibilità ad occhio nudo. Ma altre stime disegnavano scenari ancora più interessanti, con l’ oggetto a brillare di magnitudine negativa.

Ebbene, né l’una né l’altra opzione si avvereranno, dato che la cometa si sta disgregando rapidamente.

Dopo un calo a metà marzo, la ATLAS si era ripresa ma nei primi giorni di aprile la crescita si è nuovamente arrestata. Successivamente si è registrato dapprima un calo di attività e poi un allungamento del nucleo, segno che la cometa sta andando in frantumi, così come le nostre speranze di poter finalmente osservare dopo tanto tempo una oggetto luminoso.

Per il momento la ATLAS è ancora osservabile con strumenti di modesto diametro, ma l’impressione, quasi una certezza, è che in breve svanirà.

Molto interessante, nelle riprese del britannico Nick Haigh riportate nel twit qui a fianco, la rilevazione di un grosso frammento a ridosso del nucleo principale.

Tornando indietro di un paio di mesi, possiamo ora sospettare che l’aumento improvviso e repentino di luminosità avvenuto a quel tempo fosse un inizio sulla sua fragilità. Probabilmente il nucleo, con l’avvicinamento al Sole, iniziava ad essere sollecitato in modo importante e lo è stato sempre di più con il passare del tempo e la diminuzione della distanza. Data l’orbita simile, l’ ”astro chiomato” è stato associato a una grande cometa del passato, la C/1844 Y1, di cui è probabilmente un frammento.
Se è così già la madre doveva avere nel suo DNA problemi di fragilità ereditati dalla ATLAS.

In attesa degli eventi che ci daranno un definitivo responso sul destino dell’oggetto, invito gli appassionati a monitorare la cometa approfittando anche della sua posizione favorevolissima in
cielo. Qui trovate i dettagli e la cartina per l’osservazione.

Chiudo con un report stilato nella serata del 10 aprile dopo averla osservata con un riflettore da 20 cm di diametro a 55x: “Deboluccia ma ancora piuttosto facile. Noto un involucro tenue e piuttosto esteso al cui interno, con sguardo distolto, si allunga una codina molto sottile”.


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