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Rinvio del lancio della missione Psyche

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La Nasa ha recentemente annunciato il rinvio del lancio della missione Psyche, progettata per lo studio di un asteroide ricco di metalli.

Lo sviluppo della missione ha subito un rallentamento dovuto ad un ritardo nella consegna del software di volo e dell’attrezzatura di prova per consentire un lancio in sicurezza. Il team della Nasa non ha avuto sufficiente tempo per completare i test necessari entro la finestra di lancio dell’11 ottobre.
Il futuro della missione è ora affidato ad un team indipendente che valuterà le possibili opzioni e i costi di gestione.

Un mondo ricco di metalli

Psyche è un asteroide situato tra Marte e Giove, unico nel suo genere perché potrebbe fornirci una chiave per studiare la composizione interna dei pianeti terrestri. E’ l’asteroide di tipo M (composto quasi totalmente da metalli) più pesante conosciuto, scolpito da violenti impatti con altri corpi celesti, presentando un nucleo scoperto privo di uno strato superficiale di crosta.
Le osservazioni radar mostrano una composizione in prevalenza di ferro e nichel, anche se la presenza di ferro potrebbe essere dovuta a fenomeni vulcanici (clicca qui per approfondire nell’articolo di Coelum).

A differenza di altri asteroidi che conosciamo non è dunque composto da rocce o ghiaccio.
Il nucleo del nostro pianeta è inaccessibile a misure dirette e gli scienziati possono solo ipotizzare cosa si celi sotto il mantello e la crosta. La somiglianza tra Psyche e l’interno di un pianeta roccioso potrebbe aiutare i ricercatori ad avere una maggiore comprensione sul processo di formazione di un pianeta, fornendoci indizi fondamentali sui mattoni che costituiscono la vita di corpi simili alla Terra.

Un’illustrazione dell’asteroide Psyche.
Credit: NASA/JPL-Caltech
Uno sguardo alla missione

Psyche potrebbe fornirci non solo uno sguardo verso il nostro passato, nel periodo in cui le collisioni tra corpi celesti modellavano il nostro Sistema Solare, ma anche uno slancio verso nuove tecnologie per il futuro.
Selezionato nel 2017 all’interno del programma Discovery, che prevede progetti a basso costo sullo studio della formazione dei pianeti, il veicolo spaziale Psyche (omonimo all’asteroide che prende il nome di una dea greca) presenta tecnologie interessanti a bordo.

Un esempio è dato dal suo modo di trasmettere informazioni, basato su un sistema di codifica di fotoni al posto delle onde radio, consentendo la trasmissione di un numero maggiore di dati. Con gli strumenti di cui è dotato, tra cui uno spettrometro a raggi gamma e neutroni, sarà in grado di studiare con precisione la composizione chimica degli elementi in superficie. L’obiettivo è di migliorare la comprensione del nucleo terrestre studiando l’età dell’asteroide, mappando la sua superficie per analizzare i materiali costituenti.

Come avvenuto già in passato per altre missioni (il JWT è soltanto uno degli ultimi esempi con numerosi rinvii prima del lancio), il semaforo verde si accenderà con la probabilità più alta di successo per la sonda. Il ritardo nella consegna del software di volo e nei test che ne derivano hanno fatto scattare una luce gialla per il lancio.

Il software di volo

Il software di navigazione e volo di guida della sonda è essenziale per la riuscita missione: controlla l’orientamento del veicolo spaziale e la trasmissione dei dati.

Un problema di compatibilità nel programma è stato il campanello d’allarme per il lancio, già spostato in precedenza in un intervallo di tempo tra il 1° agosto e il 20 settembre per correggere il problema. Purtroppo il tempo non è stato sufficiente per completare il checkout completo del software per il lancio di quest’anno.
Esistono finestre di lancio possibili anche nel 2023 e nel 2024 ma in questo caso la missione non arriverà a destinazione prima del 2029 o del 2030, date le relative posizione orbitali dell’asteroide e della Terra.

Il nostro fantastico team ha superato quasi tutte le incredibili sfide nel costruire un’astronave durante il periodo di Covid“, ha affermato il principale ricercatore di Psyche Lindy Elkins-Tanton dell’Università dell’Arizona. “Abbiamo raggiunto numerosi traguardi nelle sfide hardware e software della missione, e alla fine siamo stati fermati da quest’ultimo problema. Abbiamo bisogno solo di un altro po’ di tempo e risolveremo anche questo. Il team è pronto per andare avanti e sono così grato per la loro eccellenza.

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