Nel luglio del 2015, la navicella spaziale New Horizons della NASA ha inviato a casa le prime immagini ravvicinate di Plutone e le sue lune. Immagini incredibili… e non potevamo non chiederci come sarebbe stato poter sorvolare il terreno ghiacciato di quei mondi lontani, cosa avremmo visto con i nostri occhi?

La NASA, in occasione del secondo anniversario da quello straordinaio flyby, ci ha accontentato. Utilizzando i dati reali raccolti, e modelli di elevazione digitale del terreno, il team della missione (mappatura e rendering sono di Paul Schenk e John Blackwell dell’Lunar and Planetary Institute di Houston) ha creato dei video che ci mostrano una nuova spettacolare visione, ancor più ravvicinata di quella della sonda stessa, in sorvolo di quelle inaspettate caratteristiche che la New Horizons ci ha svelato di Plutone e Caronte, facendoci cambiare totalmente l’idea che ci eravamo fatti del pianeta.

Teniamo presente che il rilievo topografico è stato aumentato di un fattore da due a tre volte, per enfatizzare la topografia, e i colori superficiali sono intensificati per meglio far emergere i dettagli.
Il sorvolo inizia sopra gli altopiani a sudovest della grande e candida distesa di ghiaccio di azoto, chiamata informalmente Sputnik Planitia. Partendo dal suo margine occidentale, dove confina con il terreno scuro e craterizzato della Cthulhu Macula e le squadrate catene montuose all’interno delle pianure (sulla destra), viriamo poi verso nord, oltre i rugosi e fratturati altopiani della Voyager Terra, per poi tornare verso sud, verso la Pioneer Terra, che  ci mostra i suoi profondi e grandi pozzi. Il viaggio si conclude sopra le lame della Tartarus Dorsa,  nell’estremo oriente dell’emisfero incontrato dalla sonda.

Il volo, altrettanto emozionante, su Caronte inizia sopra l’emisfero che la New Horizons ha ripreso più da vicino, poi scende verso il profondo e ampio canyon della Serenity Chasma. Ci spostiamo poi verso nord, superando il cratere Dorothy Gale e la cappa polare scura chiamata Mordor Macula. Virando verso sud, copriamo la parte settentrionale della Oz Terra, per concludere il nostro sorvolo sulle pianure equatoriali relativamente piatte della Vulcan Planum e le isolate montagne dei Clarke Montes.

Sempre per l’occasione, sono state rilasciate due nuove mappe globali di Plutone e Caronte.

«La complessità del sistema di Plutone – dalla sua geologia, al suo sistema di lune, alla sua atmosfera – è andata ben oltre la nostra più sfrenata immaginazione», ha dichiarato Alan Stern, a capo della missione fin dalla progettazione. «Ovunque ci giriamo incontriamo nuovi misteri. Queste nuove mappe dalla storica esplorazione della superficie di Plutone contribuiranno a svelare questi misteri e sono state rilasciate perché tutti ne possano godere».

I mosaici di Plutone e Caronte, sono stati proiettati sulla mappa con una risoluzione di 300 metri per pixel, e assemblati utilizzando per lo più le immagini a più alta risoluzione ottenute dalla LORRI e dalla MVIC camera a bordo della sonda New Horizons. Sovrapposti in trasparenza ai mosaici vediamo invece, in colore, i dati topografici stereo generati per gli emisferi mappati dalla sonda durante il flyby. Il terreno a sud di circa 30° su Plutone e Caronte era nelle tenebre sia durante il viaggio di avvicinamento che durante il flyby. e perciò è rimasto in nero. Le lettere "S" e "T" rispettivamente indicano la Sputnik Planitia e la Tartarus Dorsa su Plutone, e la "C" indica la Caleuche Chasma di Caronte. Tutti i nomi delle formazioni di Pluto e Caronte sono ancora informali. Credits: NASA/JHUAPL/SwRI/LPI

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