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SUPERNOVAE: aggiornamenti Aprile 2023

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RUBRICA SUPERNOVAE COELUM   N. 109

Finalmente una Supernova in una Messier!

L’aspettavamo da quasi tre anni, l’ultima era stata infatti la SN2020nlb scoperta il 25 giugno 2020 nella galassia M85. Stiamo parlando di una supernova esplosa in una galassia del catalogo di Messier. Queste supernovae sono solitamente la più luminose e le più spettacolari, quelle che per vari motivi sono ricordate per molti anni e tutto questo è dovuto naturalmente al fatto che le galassie del catalogo di Messier sono le più vicine a noi in termini di distanza. Adesso è toccato alla galassia M108, ma purtroppo questa supernova sarà ricordata per essere una delle più deboli e poco appariscenti fra tutte le 69 supernova scoperte ad oggi nelle galassie Messier. Nella notte del 13 marzo il programma professionale americano di ricerca supernovae denominato Zwicky Transient Facility (ZTF) individua una debole stellina di mag.+19,47 nella galassia M108.

1) Immagine della SN2023dbc in M108 ripresa dall’astrofilo inglese David Strange con un telescopio Ritchey-Chretien da 254mm F.8 somma di 20 immagini da 120 secondi

Scoprire una supernova oltre la mag.+19 in una piccola galassia non è una cosa difficile, ma scoprirla in una galassia luminosa come M108 e riuscire a staccarla dalla luminosità dei bracci della galassia non è per niente una cosa facile e dimostra la qualità delle immagini e l’efficacia dei controlli che questi programmi professionali dispongono. Questo ci fa capire bene come sia sempre più difficile la vita per gli astrofili, che si dedicano alla ricerca di supernova, nel cercare di competere con queste realtà professionali.

La galassia ospite M108 è una spirale barrata posta nella costellazione dell’Orsa Maggiore a circa 30 milioni di anni luce di distanza ed è accompagnata in cielo, naturalmente solo prospetticamente, da un altro oggetto del catalogo di Messier, M97 la famosa nebulosa planetaria Gufo, posta a soli 39’ a Sud di M108 formando un fotogenico quadretto nelle immagini a campo largo.

4) Immagine a largo campo della SN2023dbc in M108 insieme alla nebula planetaria “Gufo” M97 ripresa dall’astrofilo spagnolo Rafael Ferrando con un telescopio da 150mm F.4 somma di 10 immagini da 180 secondi.

La supernova a cui è stata assegnata la sigla definitiva SN2021dbc è aumentata di luminosità nei giorni seguenti la scoperta, raggiungendo la mag.+16,50-17,00 ma rimanendo un oggetto non facile da evidenziare a causa delle debole luminosità e della posizione fra le condensazioni della galassia. Anche dallo spettro si è intuito subito che questa era una supernova Messier un po’ anomala. Di solito quando esplode una supernova in una galassia del catalogo di Messier gli osservatori professionali fanno a gara a riprendere per primi lo spettro di conferma, che a volte viene ottenuto anche solo poche ore dopo la scoperta. Per questa supernova invece lo spettro di conferma tardava ad essere caricato nel TNS a causa della difficoltà a chiarirne la natura.

2) Immagine della SN2023dbc in M108 ripresa dall’astrofilo francese Robert Cazilhac con un telescopio C14 F.11 somma di 500 immagini da 5 secondi.

I primi a pubblicare l’analisi dello spettro, il16 marzo, tre giorni dopo la scoperta, sono stati gli astronomi cinesi del Yunnan Observatory, con il Lijiang Telescope da 2,4 metri. La SN2023dbc risultava (erroneamente) come una giovane supernova di tipo II molto arrossata, cioè con una forte estinzione dovuta alle polveri della galassia. Dal 14 marzo fino al 17 marzo vari osservatori professionali avevano provato a riprenderne lo spettro con vari strumenti di qualità, come per esempio il Liverpool Telescope di 2 metri o il Nordic Optical Telescope di 2,56 metri, ma i risultati ottenuti erano incerti e poco chiari.

Il 20 marzo però è stato messo in campo il “gigante” Kerck I da 10 metri di diametro e la situazione è apparsa subito più chiara. La linea dell’Idrogeno tipica delle supernovae di tipo II, che aveva tratto in inganno gli astronomi cinesi non era emessa dalla supernova, ma bensì dalla regione HII della galassia, situata appena sotto la supernova. La SN2023dbc è in realtà una supernova molto giovane di tipo Ic con i gas eiettati dall’esplosione che viaggiano ad una velocità di circa 15.000 km/s. Molto probabilmente siamo di fronte alla supernova di tipo Ic più vicina a noi, scoperta ad oggi.

3) Immagine della SN2023dbc in M108 ripresa dall’astrofilo spagnolo Rafael Ferrando con un telescopio Meade LX200 da 400mm F.7 somma di 10 immagini da 60 secondi.

A differenza di altre galassie del catalogo di Messier come M51, M61, M100 e M101 cioè stupende galassie a spirale viste di faccia, M108 è appunto una galassia a spirale, ma con un’inclinazione rispetto al nostro punto di vista di circa 80 gradi, pertanto la luce di una supernova deve attraversare molti strati della galassia. M108 ha un modulo di distanza di circa 30, quindi una supernova di tipo Ia potrebbe raggiungere la mag.+11 (30-19=11) mentre una supernova di tipo II si posizionerebbe un paio di magnitudini più in basso a mag.+13. In questo caso purtroppo il forte assorbimento di polveri toglie almeno tre magnitudini alla luminosità della supernova, che difficilmente riuscirà a raggiungere la mag.+16 e più probabilmente rimarrà ferma intorno alla mag.+17. Questa è la seconda supernova conosciuta esplosa nella galassia M108. La prima fu la SN1969B scoperta il 6 febbraio 1969 dall’astronomo svizzero Paul Wild, di tipo II che raggiunse la mag.+14.

Chiudiamo questa carrellata con la ripresa dell’astrofilo italiano, autore anche di questa rubrica, Riccardo Mancini

5) Immagine a largo campo della SN2023dbc in M108 insieme alla nebula planetaria “Gufo” M97 ripresa da Riccardo Mancini con un telescopio Newton da 250mm F.5 mosaico di due immagini da 30 minuti.

 

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