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Nuovi dettagli dei crateri di Cerere dall’ultima orbita di Dawn

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La sonda Dawn ha trasmesso nuove foto dalla sua ultima orbita intorno a Cerere, circa 385 chilometri al di sopra della superficie del pianeta nano. Le immagini, scattate tra il 19 e il 23 Dicembre 2015, rivelano sempre più dettagli nei crateri, nelle montagne e nelle pianure costellate di cicatrici da impatto.

Il fondale del cratere Dantu. Nella prima foto, il cratere Kupalo. Credits: NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA

Una delle immagini ritrae il cratere Kupalo, uno dei più recenti tra quelli studiati finora da Dawn, fotografato a una risoluzione di 35 metri per pixel. Lungo i bordi del cratere si notano striature di materiale chiaro che gli scienziati sospettano essere sale. Sarà interessante capire se vi è o meno un collegamento tra queste striature chiare e i famosi puntini bianchi all’interno del cratere Occator. Kupalo misura 26 chilometri di diametro e si trova in prossimità del tropico australe.

“Questo cratere e i suoi recenti depositi saranno un ottimo primo bersaglio per il team, mentre Dawn continua a esplorare Cerere nella sua fase finale di mappatura,” spiega Paul Schenk del Lunar and Planetary Institute.

Un cratere a ovest di Dantu. Credits: NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA

La Framing Camera, l’occhio robotico di Dawn, ha ripreso anche una rete di fratture che solcano il fondale del cratere Dantu, largo 126 chilometri. Un’ipotesi preliminare avanzata dagli scienziati è che le fratture si siano formate in seguito al raffreddamento post-impatto o a un rialzamento del terreno.

Un altro cratere largo 32 chilometri e situato poco più a ovest di Dantu è invece costellato di scarpate e creste curvilinee, simili a quelle osservate nel cratere Rheasilvia sull’asteroide Vesta, esplorato proprio da Dawn tra il 2011 e il 2012. Si pensa che queste strutture geologiche abbiano avuto origine dal parziale collasso del cratere durante la sua formazione.

Il cratere Messor, largo 40 km. Credits: NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA

Mentre la Framing Camera continua a scrutare la superficie di Cerere, gli altri strumenti a bordo di Dawn hanno acquisito la priorità scientifica. Il rilevatore GRaND, in particolare, sta mappando la distribuzione degli elementi sulla superficie di Cerere, rivelando importanti tasselli del puzzle dell’evoluzione del pianeta nano. Lo spettrometro sta invece analizzando la superficie a varie lunghezze d’onda nel visibile e nell’infrarosso.

La fine della missione primaria è prevista per il 30 Giugno 2016. La sonda resterà nella sua orbita attuale per tutta la durata della missione, e oltre. In questo momento, l’unica risorsa che sta incominciando a scarseggiare è l’idrazina, diventata indispensabile per il controllo dell’assetto dopo il fallimento delle ruote di reazione.

“Quando abbiamo lasciato Vesta alla volta di Cerere, ci aspettavamo nuove sorprese dalla nostra nuova destinazione. Cerere non ci ha delusi,” commenta Chris Russell, a capo della missione. “Ovunque guardiamo, vediamo incredibili formazioni geologiche che testimoniano il carattere unico di questo sorprendente mondo.”

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