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Fast Radio Burst da distanze inimmaginabili

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Questa rappresentazione artistica (non in scala) illustra il percorso del lampo radio veloce FRB 20220610A, dalla lontana galassia da cui ha avuto origine fino alla Terra, in uno dei bracci a spirale della Via Lattea. La galassia in cui FRB 20220610A ha avuto origine, individuata grazie al VLT (Very Large Telescope) dell'ESO, sembra trovarsi all'interno di un piccolo gruppo di galassie interagenti. È così lontano che la luce ha impiegato otto miliardi di anni per raggiungerci, rendendo FRB 20220610A il lampo radio veloce più distante trovato finora. Crediti: ESO/M. Kornmesser
Tempo di lettura: 3 minuti

Gli astronomi hanno rilevano il lampo radio veloce FRB con origine finora più distante

 

Nel numero 262, l’autrice Silvia Casu nella rubrica Radioastronomia a pagina 98 affronta i FRB Fast Radio Bust. Violenti fenomeni celesti sulla cui origine ancora aleggia parecchia incertezza.

Il 19 ottobre, un comunicato ufficiale dell’ESO European Southerned Observatory annuncia che un’equipe internazionale di astronomia ha individuato un’esplosione di onde radio cosmiche della durata di meno di un millisecondo. Questo “lampo radio veloce” (FRB dall’inglese fast radio burst) è il più distante sin ora rilevato. La sua origine è stata individuata dal VLT (Very Large Telescope) dell’ESO in una galassia così lontana e la sua luce ha impiegato otto miliardi di anni per raggiungerci!

Si tratta che di uno dei FRB più energetici mai osservati: in una minuta frazione di secondo ha rilasciato l’equivalente dell’intera emissione del nostro Sole in 30 anni.

La scoperta dell’esplosione, chiamata FRB 20220610A, è del giugno dello scorso anno e assegnata al radiotelescopio ASKAP in Australia superando del 50% il precedente record di distanza stabilito dallo stesso gruppo.

Utilizzando la serie di parabole di ASKAP, siamo stati in grado di determinare con precisione da dove provenisse l’esplosione“, afferma Stuart Ryder, astronomo della Macquarie University in Australia e co-autore principale dello studio pubblicato oggi su Science. “Poi abbiamo usato [il VLT dell’ESO] in Cile per cercare la galassia origine del lampo, scoprendo che è più antica e più lontana di qualsiasi altra sorgente di FRB trovata fino a oggi e probabilmente all’interno di un piccolo gruppo di galassie in fusione”.

La scoperta inoltre conferma che gli FRB possono essere utilizzati per misurare la materia “mancante” tra le galassie, fornendo un nuovo modo di “pesare” l’Universo.

Gli attuali metodi di stima della massa dell’Universo danno risposte contrastanti e sfidano il modello standard della cosmologia. “Se contiamo la quantità di materia normale nell’Universo – gli atomi di cui siamo tutti fatti – scopriamo che manca più della metà di ciò che dovrebbe esserci oggi“, aggiunge Ryan Shannon, professore alla Swinburne University Technology in Australia, l’altro co-autore dello studio. “Pensiamo che la materia mancante si nasconda nello spazio tra le galassie, ma potrebbe essere calda e diffusa e impossibile da vedere usando le tecniche usuali.

I lampi radio veloci percepiscono questo materiale ionizzato. Anche nello spazio quasi perfettamente vuoto possono ‘vedere’ tutti gli elettroni, e questo ci permette di misurare quanta roba c’è tra le galassie”, dice Shannon.

Trovare FRB distanti è fondamentale per misurare con precisione la materia mancante dell’Universo, come dimostrato dall’astronomo australiano Jean-Pierre (“J-P”) Macquart, purtroppo deceduto nel 2020. “J-P ha dimostrato che quanto più lontano è un FRB, tanto più gas diffuso riesce a rivelare tra le galassieIpotesi nota come relazione di Macquart. Alcuni recenti lampi radio veloci sembravano non seguire questa relazione. Le nostre misure confermano che la relazione di Macquart vale fin oltre la metà dell’Universo conosciuto”, afferma Ryder.

Anche se non conosciamo ancora la causa di queste massicce esplosioni di energia, l’articolo conferma che i lampi radio veloci sono eventi comuni nel cosmo e che saremo in grado di sfruttarli per rilevare la materia tra le galassie e comprendere meglio la struttura dell’Universo”, conclude Shannon.

Il risultato rappresenta il limite di ciò che è ottenibile oggi con i telescopi, anche se gli astronomi avranno presto gli strumenti per rilevare lampi ancora più vecchi e distanti, individuarne le  sorgenti e misurare la materia mancante dell’Universo. L’organizzazione SKAO (Square Kilometre Array Observatory) sta attualmente costruendo due radiotelescopi in Sud Africa e Australia che saranno in grado di trovare migliaia di FRB, compresi quelli molto distanti che non possono essere rilevati con gli strumenti attuali. L’ELT (Extremely Large Telescope) dell’ESO, un telescopio di 39 metri in costruzione nel deserto cileno di Atacama, sarà uno dei pochi telescopi in grado di studiare le galassie in cui si originano lampi ancora più lontani di FRB 20220610A.

Se vuoi sapere di più sui FRB leggi l’articolo di approfondimento di Silvia Casu su Coelum Astronomia n°262.


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