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La sfida decisiva per diventare Homo astronauticus – n. 255 Coelum Astronomia

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MALATI DI SPAZIO, MALATI PER LO SPAZIO

A partire dal 1961, l’anno della prima missione spaziale con astronauti a bordo, la storia ha dimostrato che l’uomo può avventurarsi al di fuori dell’orbita terrestre.

Eppure la sua sopravvivenza deve fronteggiare condizioni ambientali che mettono a serio rischio la sua salute.

Sebbene disponga di una tuta spaziale e si trovi a vivere e lavorare in un ambiente protetto come la Stazione Spaziale Internazionale o un villaggio lunare, l’uomo non può evitare di esporsi a una combinazione di eventi avversi, tra i quali i più importanti sono le radiazioni e l’assenza di gravità.

Una spessa atmosfera e una forza di gravità costante in direzione e intensità sono gli elementi che hanno reso possibile la vita sul nostro pianeta. Nello spazio la mancanza di atmosfera e di gravità espone l’uomo all’effetto deleterio delle radiazioni e dell’assenza di peso.

Si è calcolato che il decondizionamento multi-organo degli astronauti durante i mesi di permanenza nello spazio accelerano il loro invecchiamento di un fattore 10: in termini biologici ogni mese trascorso nello spazio vale quasi un anno sul nostro pianeta.

L’articolo completo disponibile sul n. 255 Aprile-Maggio

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