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In Deep – Editoriale del n. 255 Coelum Astronomia

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Editoriale n. 255 Coelum
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La sensazione che la scienza e la ricerca siano una sicura e accogliente “isola di pace

«Non è forse proprio questo lo spirito che accomuna tutti gli “scientisti” sparsi nel mondo? La fiducia nella logica e nella ragione in grado di dare risposte certe e mettere fine a ogni diatriba. Confutare ipotesi e conclusioni sbagliate e in ultima analisi, perciò, decidere chi fra gli antagonisti abbia torto o ragione».

Chi non si è, almeno una volta, rifugiato su quest’isola di pace, ove ogni cosa ha un significato, ove basta seguire le indicazioni e lo scorrere degli avvenimenti è semplice
e naturale?

In un nuovo momento di assoluto smarrimento, proprio noi appassionati delle Scienze, vittime consapevoli ed estasiati dell’immagine pura de “l’ordine delle cose”, vorremmo che tutto tacesse per consegnare ogni arma dell’intelletto umano in mano alla stoica dea Logica.

L’esempio meglio riuscito di questo pensiero è senz’altro la Stazione Spaziale Internazionale. Osservandola nei suoi passaggi che segnano scie luminose nel nostro cielo notturno, perdendo qualche minuto ad immaginare cosa stiano facendo lassù quei sei astronauti, uomini e donne, che ci appaio sempre sorridenti, efficaci, raggianti, felici e in assoluta armonia fra loro.

Un ambiente professionale ove le incomprensioni personali svaniscono grazie ad
un approccio serio, alla stima reciproca, alla necessità l’uno dell’altro. Un “appartamento”
immune alle banali diatribe che da sempre invece affliggono l’uomo sulla Terra.

Un miracolo della ragione, diremmo, che ci riempie d’orgoglio e soddisfazione e placa in parte le nostre ansie con una splendida iniezione di fiducia nelle capacità umane; insomma, speranza alla stato puro.

Eppure, nonostante i milioni di occhi fissi sulle evoluzioni di questo luogo di freddo ma incantato metallo incombe un’ombra. Minacciato e messo in dubbio, quasi fosse
possibile ridurlo alla banale lista delle conseguenze di scelte politiche scellerate. Le notizie che riceviamo e che aleggiano nell’aria in attesa di conferme e smentite non ci tranquillizzano affatto.

Per quasi trent’anni la ISS è stata un emblema di uguaglianza e rispetto, un segno
che marca il cammino da seguire per chiunque, un modello da riprodurre in ogni ambiente lavorativo e personale, e così ci auguriamo che resti, nell’illusione che possa conservarsi per sempre immune agli attacchi della sciocchezza umana.

Buona lettura
Molisella Lattanzi

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