“Essi facevano altrui ciò che non volevano fosse fatto a loro; principio immorale su cui riposa tutta l’arte della guerra” – (Jules Verne, Dalla Terra alla Luna, 1865)
Nel 1865, Jules Verne –considerato uno dei “padri” della fantascienza – pubblicava a Parigi uno dei romanzi più visionari della storia: De la Terre à la Lune (Dalla Terra alla Luna).

ll romanzo racconta l’impresa del Gun Club di Baltimora, un’associazione di artiglieri reduci dalla Guerra Civile americana. Rimasti senza battaglie da combattere, decidono di affrontare una sfida più grande: costruire gigantesco, chiamato Columbiad, capace di lanciare un proiettile fino alla Luna.
All’interno del proiettile-abitacolo salgono tre uomini: il presidente del club, Impey Barbicane, il suo rivale capitano Nicholl e l’avventuroso francese Michel Ardan. L’opera si chiude con la partenza della navicella, rimandando il seguito a “Intorno alla Luna” (1870).
A distanza di 160 anni da quella prima edizione, il libro non ha perso la sua forza profetica. L’idea di un viaggio spaziale, che allora era pura utopia, diventerà realtà solo nel 1969 con l’Apollo 11. Verne studiò calcoli balistici, traiettorie e dati astronomici reali: i suoi numeri non erano del tutto esatti, ma sorprendentemente vicini a quelli che la NASA avrebbe usato un secolo dopo.
Infatti, molte intuizioni di Verne lasciano ancora oggi a bocca aperta: la scelta della Florida come luogo di lancio (vicino a dove oggi sorge Cape Canaveral), inoltre stimò un tempo di viaggio di circa 4 giorni, molto simile alle 3 giornate dell’Apollo 11 e persino la forma cilindrica della navicella.

La “società del cannone” creata da Verne rappresenta lo slancio ottimistico verso il futuro, ma anche l’ambiguità di una tecnologia che nasce dalle guerre (i protagonisti sono ex artiglieri americani reduci dalla guerra civile).
Celebrarne i 160 anni significa riscoprire il potere dell’immaginazione. La stessa immaginazione che ha spinto un romanziere dell’Ottocento a descrivere un futuro in cui la Luna non era più un oggetto lontano da ammirare, ma una meta da raggiungere.
Eppure il romanzo di Verne contiene un messaggio molto potente: quello che nel XIX secolo era un cannone, Verne lo immaginò come un trampolino per la Luna. Il cannone come simbolo di una possibilità diversa.

Curiosità in pillole su Dalla Terra alla Luna (1865)
- Florida profetica: Verne immaginò il lancio dalla Florida, vicino a Cape Canaveral.
- Capsula moderna: oblò, ventilazione e viveri… come le navicelle Apollo.
- Tre viaggiatori: Barbicane, Nicholl e Ardan, proprio come gli equipaggi Apollo,
- Ammaraggio: nell’Oceano Pacifico, identico ad Apollo 11 nel 1969.
- Il “Columbiad”: un cannone gigantesco che anticipa l’idea del razzo.
- Cinema pionieristico: Méliès nel 1902 girò Le Voyage dans la Lune.
- E la cosa più interessante: il Gun Club trasforma l’arte bellica in scienza.














