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Guida all’osservazione: “Dal settore sudest verso nord” – Parte 11

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La regione lunare oggetto della proposta osservativa di questo mese verrà facilmente individuata puntando il telescopio sull’altipiano situato fra le scure aree basaltiche dei mari Vaporum e Tranquilitatis. Per l’occasione le date prescelte sono quelle del 18 e del 19 aprile, seguendo l’avanzare del terminatore (ma come sempre sono consigli validi ogni volta che la Luna si trova in condizioni simili di illuminazione).

18 aprile. Lungo le Rimae Hypatia

Iniziamo dunque dalla sera del 18 aprile con la Luna in fase di 6,7 giorni, illuminazione al 35,3%, che alle ore 21:00 si troverà a un’altezza di +52° e perfettamente visibile fino alle prime ore della notte successiva quando intorno alle ore 02:30 circa scenderà sotto l’orizzonte.

Le immagini in questo articolo sono ottenute dal globo lunare di "Atlante Lunare Virtuale"

Superato il piccolo cratere Moltke di 7 km di diametro, noto per lo sbarco sulla Luna di Apollo 11 e già visto in dettaglio in un precedente articolo, iniziamo con le Rimae Hypatia il cui solco principale si estende per circa 190 km in direzione sudest-nordovest, scorrendo quasi parallelo in prossimità del margine sudovest di Tranquillitatis.

L’origine di questa interessante formazione lunare viene fatta risalire al Periodo Geologico Imbriano collocato da 3,8 a 3,2 miliardi di anni fa. Come estremità orientale delle Rimae Hypatia può essere indicato un piccolo craterino alla base meridionale di un lungo rilievo collinare situato fra i crateri Torricelli-G di 4 km e Moltke-B di 5 km di diametro. Superato quest’ultimo, il solco si allarga notevolmente e prosegue in direzione nordovest andando a terminare in prossimità dei crateri Sabine e Schmidt.

Da segnalare anche il segmento parallelo di circa 60 km da Sabine verso sudest, la biforcazione presente all’altezza di Moltke-B e infine il curioso craterino Moltke-AC di soli 4 km di diametro collocato proprio all’interno del solco. Per l’individuazione di questi solchi viene indicato un telescopio riflettore di almeno 200mm ma, come sempre, sarà importante tentare anche con strumenti di diametro inferiore senza alcuna preclusione, un buon seeing può consentire grosse soddisfazioni. Ad esempio con un’attenta osservazione si potrà notare che il segmento principale non è un’unica struttura ma è composto da almeno due, forse tre, ulteriori segmenti consecutivi, oltre agli innumerevoli minuscoli craterini sparsi sul fondo.

Tornando all’estremità più occidentale delle Rimae Hypatia passiamo ora al cratere Schmidt di 12 km di diametro proveniente dal Periodo Geologico Eratosteniano collocato da 3,2 a non meno di 1 miliardo di anni fa. Considerata la relativamente giovane età geologica, il cratere presenta un buono stato di conservazione, con una cerchia di ripide pareti alte 2300 mt abbastanza uniformi e non degradate.

Procedendo verso nordovest lungo il bordo di Tranquillitatis si incontra Dionysius, un cratere di 19 km di diametro relativamente giovane, la cui origine viene ricondotta al Periodo Geologico Copernicano collocato a non oltre 1 miliardo di anni fa. La cerchia delle ripide pareti intorno al cratere, alta 2700 metri, si presenta decisamente regolare e ben conservata. Nella platea non si notano strutture di rilievo ma solo minuscole colline molto utili per mettere alla prova le ottiche del telescopio.

Peculiarità di tale struttura può essere considerata la luminosa raggiera che si sviluppa radialmente intorno al cratere, anche se non molto estesa ma con un raggio di oltre 130 km di lunghezza e con la curiosa presenza di raggi di colore più scuro.
Per quanto riguarda l’area esterna citiamo Dionysius-A di 3 km a sud e Dionysius-B di 4 km ad ovest.

De Morgan, Caley e Whewell

Con una breve deviazione e allontanandoci un poco da Tranquillitatis andremo a osservare alcuni interessanti crateri che vengono a costituire un notevole e fotogenico terzetto di cui il primo che vediamo è De Morgan, formazione lunare di 10 km di diametro proveniente dal Periodo Geologico Eratosteniano collocato da 3,2 a non meno di 1 miliardo di anni fa. La cerchia delle pareti intorno al cratere, alta circa 2000 mt, presenta un discreto stato di conservazione anche se in prossimità della linea di cresta sommitale probabilmente sarà possibile individuare almeno alcuni dei vari minuscoli craterini che vi si trovano. Nell’area esterna, immediatamente ad ovest, si potrà tentare di percepire una struttura appartenente alla tipologia dei cosiddetti “crateri fantasma”, purtroppo privo di denominazione ufficiale, le cui pareti degradate emergono per circa un centinaio di metri dagli strati di materiale lavico ormai solidificato che ne riempì il fondo.

Poco a nord di De Morgan abbiamo il più ampio Cayley, un cratere di 15 km di diametro la cui origine viene fatta risalire al Periodo Geologico Eratosteniano collocato da 3,2 a non meno di 1 miliardo di anni fa. Anche in questo caso ci troviamo di fronte a una struttura lunare che esibisce un discreto stato di conservazione con le sue ripide pareti alte 3100 metri disseminate solo da microscopici craterini, ben difficilmente individuabili con gli strumenti solitamente utilizzati dagli astrofili, anche se tentare non costa nulla… Infine nella platea non vi sono dettagli degni di nota ad eccezione di vari craterini.

Veniamo ora all’ultimo componente di questo bel terzetto, il cratere Whewell, di 15 km di diametro anche questo proveniente dal Periodo Geologico Eratosteniano collocato da 3,2 a non meno di 1 miliardo di anni fa. Leggermente più degradato rispetto ai suoi due vicini appena visti, sul lato ovest delle pareti di Whewell alte 2300 metri, andò letteralmente a sovrapporsi un cratere di circa 3 km di diametro purtroppo privo di denominazione ufficiale.
Nella platea, in assenza di dettagli rilevanti, potrebbe rivelarsi abbastanza interessante scandagliare a fondo il versante interno delle pareti insistendo sulle innumerevoli minuscole strutture a basso contrasto che dalla sommità della cerchia montuosa sono tutte orientate verso il fondo del cratere. Nell’area esterna si segnalano i crateri Whewell-A e Whewell-B rispettivamente di 4 e 3 km di diametro.

Il Cratere Ariadeus e la sua Rima

Tornando sul margine di Tranquillitatis è venuto il momento di orientare il telescopio sul cratere Ariadaeus di 12 km di diametro la cui origine risale al Periodo Geologico Eratosteniano collocato da 3,2 a non meno di 1 miliardo di anni fa.
I bastioni montuosi intorno a questo cratere, alti 1800 metri e non eccessivamente ripidi, non sono degradati ad eccezione del lato orientale sul quale andò parzialmente a sovrapporsi Ariadaeus-A di 8 km.
Tralasciando la platea, priva di dettagli, nell’area esterna citiamo Ariadaeus-F di 3 km ad est e Ariadaeus-D di 4 km a nordovest, mentre poco più a nord merita una visita Ariadaeus-E di 24 km di diametro. Si tratta di una struttura con pareti decisamente danneggiate e completamente assenti verso oriente dove entra in diretta comunicazione con la distesa basaltica del mare Tranquillitatis.

La notevole peculiarità di questa regione lunare consiste nel cratere Ariadaeus quale punto di partenza di una eccezionale formazione lunare, la Rima Ariadaeus. Si tratta di un largo solco che con andamento più o meno rettilineo si sviluppa in senso est-ovest per una lunghezza di circa 230 km ed una profondità mediamente intorno ai 500 metri proveniente dal Periodo Geologico Imbriano collocato da 3,8 a 3,2 miliardi di anni fa.

Osservando attentamente non sfuggirà che tale struttura è composta da almeno 2/3 segmenti consecutivi mentre a circa metà della sua lunghezza, proprio in prossimità del cratere Silberschlag (diametro 14 km) interseca una sorta di promontorio o rilievo montuoso esteso fino a Silberschlag-S, cratere di 34 km dalla curiosa forma decisamente irregolare.

La Rima Ariadaeus con la sua estremità più occidentale va a terminare in prossimità del cratere Hyginus-Z di 28 km di diametro situato al confine fra Sinus Medii e mare Vaporum. Da segnalare inoltre due ramificazioni, una ad est con un segmento che devia verso sud in direzione del cratere Dionysius e l’altra ad ovest con un ulteriore segmento che viene a creare una vera e propria interconnessione con la non lontana Rima Hyginus.

Sul fondo di questo eccezionale solco sarà possibile andare a individuare una innumerevole quantità di piccoli craterini in un continuo alternarsi con numerosi rilievi collinari, linee di creste e depressioni e se il seeing sarà favorevole ci sarà da divertirsi.

Nell’area lungo la Rima Ariadaeus merita un’osservazione “Julius Caesar 1” situato fra i crateri Ariadaeus-E e Julius Caesar. Si tratta di una formazione lunare molto interessante essendo un rilievo di origine vulcanica da vulcanismo estrusivo con dimensioni di 28×14 km con pareti ripide e un craterino sommitale.
Da segnalare inoltre Silberschlag-A di 7 km e Silberschlag-D di 4 km, oltre a Silberschlag-P di 25 km di diametro letteralmente attraversato dal largo solco della Rima Ariadaeus per la cui osservazione viene indicato uno strumento rifrattore di almeno 100mm di diametro.

19 aprile. Lungo la Rima Hyginus fino al monte Schneckenberg

Visto che siamo già qui vogliamo lasciar perdere la Rima Hyginus? Nessun problema! Bisogna solo attendere la serata successiva, il 19 aprile, in quanto la linea del terminatore non la possiamo spostare a nostro piacimento ma dobbiamo aspettare che scorra lentamente sulla superficie della Luna da est verso ovest consentendo al Sole di illuminare le strutture che intendiamo osservare. Nel caso specifico il nostro satellite sarà in fase di 7,7 giorni con illuminazione al 45% che alle ore 21:00 si troverà ad un’altezza di +60°.

Per quanto riguarda la Rima Hyginus si tratta di una eccezionale struttura la cui origine viene ricondotta al Periodo Geologico Imbriano collocato da 3,8 a 3,2 miliardi di anni fa, presumibilmente un antichissimo tubo di lava con andamento sinuoso parzialmente collassato in seguito ad attività sismica o impatti di meteoriti. La lunghezza di questo spettacolare solco lunare raggiunge i 230 km orientato in senso sudest-nordovest a delimitare indicativamente il Sinus Medii dal mare Vaporum, con la sua estremità più orientale collocata fra i crateri Agrippa-B di 4 km e Silberschlag di 14 km – in corrispondenza di un minuscolo craterino contornato da un evidente alone scuro – estendendosi verso nordovest fino a raggiungere il settore meridionale del mare Vaporum, terminando in prossimità di un’area montuosa isolata a sud del piccolo cratere Hyginus-D di 5 km di diametro. Mediamente la larghezza del solco è di circa 3 km.

Anche con un piccolo strumento di circa 100mm non dovrebbe essere difficile individuare l’infinita serie di dettagli presenti sul fondo di questa spettacolare formazione lunare, infatti basterà un seeing discreto anche se non eccezionale per togliersi grosse soddisfazioni col proprio telescopio.

Partendo dall’estremità sudest apparirà subito evidente come non si tratti di un semplice solco come ce ne sono tanti altri sulla Luna, ma ne percepiremo la notevole irregolarità e il continuo alternarsi di craterini e avvallamenti.

Dall’interconnessione col segmento proveniente dalla Rima Ariadaeus, il solco di Hyginus si fa decisamente più profondo e tra vari sprofondamenti e altri piccoli crateri andiamo a osservare il cratere Hyginus di 10 km di diametro la cui origine risale al Periodo Geologico Imbriano collocato da 3,8 a 3,2 miliardi di anni fa. Questa formazione lunare, contornata da basse pareti alte non più di 800 metri, ha la peculiarità di trovarsi proprio a metà del percorso della Rima Hyginus dalla quale viene letteralmente attraversata.

All’osservazione telescopica sarà piuttosto semplice notare come, proseguendo da qui in direzione nordovest, il fondo della Rima Hyginus si presenterà come una serie di allineamenti di piccoli craterini alcuni alla portata anche di telescopi amatoriali, intervallati da tratti meno tormentati. Si consiglia di visitare le interessanti ramificazioni esistenti in corrispondenza dell’estremità nordoccidentale di questa Rima altamente spettacolare (sud mare Vaporum).

Infine dal cratere Hyginus alcuni sottili solchi si estendono in direzione sudovest per andare a confluire nell’altrettanto spettacolare sistema delle Rimae Triesnecker situate in prossimità dell’omonimo cratere nel Sinus Medii. Per l’osservazione di questa eccezionale struttura lunare viene richiesto un riflettore di almeno 200mm di diametro anche se, come sempre, conviene tentare in ogni caso col proprio telescopio a prescindere dal diametro “teoricamente indicato” in quanto non esistono dogmi assoluti da rispettare perché la vera soddisfazione consisterà nell’essere riusciti anche solamente a individuare determinati dettagli con la propria ricerca personale, e poi provare non costa nulla….

Nell’area circostante della Rima Hyginus, oltre al cratere Hyginus-S di 29 km di diametro con la sua platea basaltica di colore scuro e quasi privo di pareti, potrebbe rivelarsi molto interessante individuare il monte Schneckenberg (precedentemente noto come “Hyginus Beta”) la cui peculiarità consiste nella sua inusuale forma a spirale.

Alla fine del 1800 il selenografo JN Krieger ne assegnò tale denominazione che fu poi inclusa nel 1935 nell’elenco ufficiale dell’Unione Astronomica Internazionale, anche se nel 1961 tale nome venne cancellato dalla IAU in quanto non rispondeva ai requisiti richiesti. Osservando l’area immediatamente a nord di tale struttura si potrà percepire la presenza di ristrette e delicate striature disposte radialmente rispetto al grande bacino del mare Imbrium, derivando probabilmente la propria origine dal consistente strato di ejecta di notevole spessore accumulati in seguito alla formazione di Imbrium andando in tal modo a ricoprire gran parte delle preesistenti strutture. Gli eventi sopra descritti potrebbero essere stati all’origine della inusuale forma a spirale del monte Schneckenberg. Comunque anche questo è un ottimo target da non sottovalutare.

Il mare Vaporum

Spostandoci un poco verso nord completiamo questa puntata con l’osservazione del mare Vaporum, una vasta e antichissima regione relativamente pianeggiante ricoperta da scure rocce basaltiche con una superficie di 55000 kmq e un diametro di circa 240 km, la cui origine viene fatta risalire al Periodo Geologico Pre Imbriano collocato da 4,5 a 3,8 miliardi di anni fa.

L’area di Vaporum è delimitata a nord dalla imponente e spettacolare catena montuosa degli Appennini lunari (già vista in un precedente articolo), a ovest da una vasta regione collinare che la separa dall’adiacente Sinus Aestuum mentre ad est, oltre la regione dei “Grandi Laghi” (anche questa già analizzata), si estende il grande mare Serenitatis.

A prescindere dalle strutture già viste in precedenti articoli, sul fondo di Vaporum citiamo Hyginus-W di 22 km, l’irregolare cratere Boscovich di 48 km con pareti di 1800 mt con la sua scura platea attraversata dagli stretti solchi delle Rimae Boscovich estese per 41 km e Boscovich-P di 67 km con la sua inusuale forma allungata probabile fusione di più crateri contornato da pareti notevolmente degradate. Si segnala Manilius-C di 7 km sulla parete nordest.

Per ora fermiamoci qui, nel prossimo articolo si ritorna sul margine ovest del mare Tranquillitatis e si ripartirà dal vasto cratere Julius Caesar di 94 km di diametro.

Leggi le puntate precedenti su Coelum Astronomia, in formato digitale e gratuito.

Cenni storici

Rimae Hypatia: Nome assegnato nel 1651 da Riccioli dedicato a Ipazia (IV-V secolo), studiosa di matematica e filosofa neoplatonica di Alessandria dove visse e dove venne linciata da fanatici cristiani.

Cratere Dionysius: Nome probabilmente assegnato da Van Langren e dedicato a San Dionisio o Dionigi l’Areopagita (I° secolo d.C.).

Cratere Schmidt: Nome assegnato da Birt/Lee nel 1865 dedicato all’astronomo tedesco Johann Friedrich Julius Schmidt (1825-1884), fu direttore dell’Osservatorio di Atene e realizzò una mappa dei crateri lunari, dedicò tale nome inoltre all’ottico tedesco di origine estone Bernard Schmidt (1879-1935). Operò presso l’Osservatorio di Amburgo-Bergedorf. Come costruttore di ottiche astronomiche ideò il sistema ottico noto come “telescopio di Schmidt”, dedicato al naturalista sovietico Otto J. Schmidt.

Cratere De Morgan: Nome assegnato da Birt/Lee nel 1865 dedicato al matematico inglese nato in India Augustus De Morgan (1806-1871).

Cratere Cayley: Nome assegnato da Birt/Lee nel 1865 dedicato al matematico inglese Arthur Cayley (1821-1895).

Cratere Whewell: Nome assegnato da Birt/Lee nel 1865 dedicato al filosofo della storia e naturalista inglese William Whewell (1794-1866).

Cratere Ariadaeus: Nome dedicato ad Ariadaeus oppure Arrhidaeus (morto 317 a.C.), fratellastro di Alessandro Magno, dopo il quale regnò col nome di Filippo III°.

Cratere Hyginus: Nome assegnato nel 1651 da Riccioli dedicato a Caio Giulio Igino (I° secolo a.C.)

Mare Vaporum: Denominazione apparsa per la prima volta nella mappa lunare di Grimaldi nel 1651, mentre era denominato Propontis nella carta lunare di Johannes Hevelius realizzata nel 1647.

Cratere Boscovich: Denominazione assegnata da Schroter nel 1802 dedicata all’astronomo, fisico e matematico oltre che gesuita Ruggero Giuseppe Boscovich (1711-1787). Fu promotore della fondazione dell’Osservatorio di Milano Brera e fu tra i primi ad accertare la legge di Newton.

Mare Tranquillitatis: Denominazione che comparve nel 1651 sulla mappa lunare di Riccioli con riferimento alla “calma”, come mare Serenitatis, Palus Smnii, Lacus Somniorum.